Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita.
Joseph Fort Newton, un ministro battista vissuto tra il 1880 e il 1950 nella sua autobiografia “River of Years”, descrisse drammaticamente il giorno in cui, da piccolo, guardò per la prima volta in una tomba aperta. Era la sepoltura di suo padre. La neve giaceva a terra. Soffiava un forte vento e un fuoco ardeva a pochi metri di distanza. Sebbene troppo piccolo per comprendere appieno ciò che vedeva e sentiva, il giovane Joseph Newton sapeva nel suo cuore che qualcosa di forte era successo. Stava vicino a sua madre, stringendole la mano. Con grande sincerità, il vecchio ministro della cittadina lesse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai”. (Giovanni 11:25 -26).
Riflettendo sull'esperienza, Newton dichiarò: “Non dimenticherò mai il potere di quelle parole. Era come se una Mano grande e gentile, più forte della mano dell'uomo e più tenera della mano di ogni donna, fosse stata allungata dall'Invisibile, per accarezzare e guarire il mio spirito - da quel giorno a oggi, ho amato Gesù oltre il potere delle parole da raccontare!”
Questa dichiarazione di Giovanni 11:25-26, esprime la stessa verità in un modo paradossale, il primo dal punto di vista che il credente che muore in realtà vivrà e il secondo punto di vista chi vive nella fede non morirà mai.
Dunque ogni credente in Gesù nella vita come nella morte, partecipa alla risurrezione e alla vita che è di Gesù e che Gesù gli comunica.
Lazzaro era ancora vivo quando era giunta la notizia della sua malattia (v.4), ma doveva essere morto subito dopo, quando Gesù arrivò a Betania volutamente in ritardo (vv.5-6,14-15), Lazzaro era già da quattro giorni nel sepolcro; poi una volta arrivato, Gesù lo riporterà alla vita (vv.39-44).
Marta e Maria erano molto conosciute visto che molti Giudei erano andate a trovarle per consolarle, anche da Gerusalemme, che era distante da Betania tre chilometri (v.18.).
Dai vv.20-27 vediamo l’ incontro di Gesù con Marta.
La notizia della venuta di Gesù raggiunse Betania prima del Suo arrivo (v.20).
Marta andò incontro a Gesù, la ragione perché Maria rimase a casa non viene spiegata, ma era consuetudine per quanti piangono la perdita di una persona cara di essere seduti quando si ricevono le condoglianze dei loro amici.
Marta disse a Gesù al v.21: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto".
In queste parole vediamo dolore, ma anche fede come confermato dal v.22 quando Marta dice: “E anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà”.
In queste parole vediamo espressa una convinzione generica riguardo alla relazione intima e unica di Gesù con il Padre Suo, per cui Dio ascolta le Sue preghiere.
Così Marta non solo è convinta che suo fratello non sarebbe morto se Gesù fosse stato presente, ma anche ora, nel suo lutto, non ha perso la sua fiducia in Gesù, e riconosce la comunione speciale che Gesù ha con Dio che assicura l’esaudimento delle Sue preghiere.
Nel v.23 troviamo la rivelazione di Gesù.
“Gesù le disse: ‘Tuo fratello risusciterà’”.
Gesù rivela a Marta che il fratello risusciterà.
Marta non si rese conto che Gesù stava parlando del ritorno immediato alla vita del fratello, v.24: “Marta gli disse: ‘Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell'ultimo giorno’”.
Marta pensava alle parole di Gesù come alle parole di consolazione che stava sentendo spesso in quelle ore, e in cui trovava conforto.
L’affermazione di Marta della resurrezione finale era insegnata nell’Antico Testamento (Giobbe 19:25-27; Salmi 16:10; Daniele 12:1-2), affermata dai Farisei (Atti 23:6-8), ma non dai Sadducei (Matteo 22:23; Atti 23:8) era in linea con l'insegnamento di Gesù (Giovanni 5:21,25-29; 6:39-44,54).
Le parole di Marta aprono la strada a una delle grandi dichiarazioni di Gesù che segnano questo Vangelo.
Questi versetti ci parlano di tre verità davvero confortanti.
La prima verità è:
I GESÙ È LA RESURREZIONE E LA VITA.
Nel v.25 leggiamo: “Gesù le disse: ‘Io sono la risurrezione e la vita”.
Noi qui vediamo:
A)L’auto-rivelazione di Gesù.
Questo è il quinto dei sette detti, o affermazioni di Gesù nel vangelo di Giovanni riguardo se stesso, che rivelano aspetti distintivi, unici, esclusivi e divini di se stesso (Giovanni 6:35; 8:12; 10:7,9, 11,14; 14:6; 15:1,5).
“Io” (ego) è enfatizzato, e indica “io, e soltanto io”, quindi solo Gesù è la resurrezione e la vita e nessun altro.
Gesù stava dicendo a Marta che la resurrezione e la vita non erano solo eventi astratti, ma una persona: Lui stesso.
Marta aveva espresso la sua fede nella risurrezione dell’ultimo giorno (v.24), quindi come una dottrina, ma Gesù ora lo rivela e lo afferma come un fatto identificato con la Sua stessa persona.
Gesù è l'incarnazione della resurrezione e della vita!
“Io sono” (egō eimi- presente attivo indicativo) ricorda una serie di affermazioni nell’Antico Testamento (per esempio Deuteronomio 32:39; Isaia 43:10-11; 45:3,5; 48:12) che riguardano l’auto-identificazione di Dio, e ricorda, in modo particolare la dichiarazione del Signore, di Yahweh di Esodo 3:13-14, dove viene sottolineata l’esistenza e l’essenza di Dio.
Quindi, questi detti che iniziano con “Io sono” rivelano la natura divina di Gesù.
“La resurrezione e la vita” sono due:
B) Aspetti complementari.
Sia la risurrezione che la vita sono radicate in Gesù (cfr. Romani 6:8-9; 1 Corinzi 15:20,57; Colossesi 1:18; 1 Tessalonicesi 4:16).
Nota l'ordine: prima dice “resurrezione” e poi “vita”; perché la risurrezione apre le porte alla vita eterna.
La “resurrezione” (anastasis) si riferisce alla resurrezione finale, dell’ultimo giorno (per esempio Giobbe 19:25-27; Salmi 16:10; Daniele 12:1-2; Giovanni 5:21, 5:25-29; 6:39-44, 6:54; Atti 23:6; 24:15; 1 Corinzi 15; 1 Tessalonicesi 4:13-14).
Mentre “la vita” (zōē) si riferisce alla vita eterna che i credenti riceveranno in futuro, ma che cominciano a godere qui e ora. (per esempio Giovanni 3:16; 4:36; 5:24-25; 17:2-3).
Mentre “la vita” (zōē) si riferisce alla vita eterna che i credenti riceveranno in futuro, ma che cominciano a godere qui e ora. (per esempio Giovanni 3:16; 4:36; 5:24-25; 17:2-3).
Lo studioso Beasley-Murray, G. R. scrive: “Poiché Gesù è la risurrezione e la vita, l'esistenza cristiana in Cristo è vita prima della morte! Non è prima di tutto qualcosa di atteso, ma il principio della vita nel presente, e poiché è la vita in unione con il Signore che ha vinto la morte, la morte non può toccarla”.
Con “Io sono la resurrezione e la vita ”, Gesù allora voleva dire, che sarà Lui a risuscitare le persone morte e a dare loro la vita eterna, e questa comincia nel momento in cui una persona crede.
Gesù è la fonte, o l'agente della risurrezione e della vita eterna.
Gesù è la resurrezione e la vita, il Padre gli ha dato di avere vita in se stesso come leggiamo in Giovanni 5:26, e gli ha dato anche di far risorgere alla vita chiunque Egli voglia come ci fa capire Giovanni 5:21 (1 Tessalonicesi 4:16-17).
Gesù è il Signore della vita! Gesù è la vita! (Giovanni 1:4; 6:51; 14:6),
E questo lo ha dimostrato anche con la resurrezione fisica di Lazzaro e come spiegava Godet: “Se Egli è il principio della risurrezione fisica, è perché Egli è la vita nel senso più esaltato di quella parola”.
E questo lo ha dimostrato anche con la resurrezione fisica di Lazzaro e come spiegava Godet: “Se Egli è il principio della risurrezione fisica, è perché Egli è la vita nel senso più esaltato di quella parola”.
Così è evidente che il ruolo di Gesù va ben oltre la nostra esistenza terrena, si riferisce anche all'aldilà.
Questi due aspetti complementari sono ulteriormente mostrati nelle frasi successive.
La seconda verità che troviamo è:
II GESÙ RISUSCITA I MORTI.
Ancora nel v.25 troviamo: “Chi crede in me, anche se muore, vivrà”.
In primo luogo vediamo:
A)Il presupposto.
“Chi crede in me”.
Le persone muoiono fisicamente, ma chi crede, oggi, in Gesù Cristo, vivrà! (zēsetai- futuro medio indicativo).
Coloro i quali credono in Gesù in questa vita, anche se muoiono fisicamente come Lazzaro (vv.17-21) vivranno, e questo è in riferimento alla vita trascendente, nella gloria della vita a venire, alla vita dopo la morte.
“Vivrà” si riferisce a esistere, in un senso assoluto e senza fine, ora e nell'aldilà, per vivere per sempre.
Per vivere nella gloria della vita a venire, alla vita dopo la morte è importante credere in Gesù Cristo!
“Crede” (pisteuōn - presente attivo participio) qui significa affidarsi a Gesù Cristo in completa fiducia, affidarsi al Suo potere e vicinanza per essere salvato, per avere la vita eterna (cfr. Giovanni 3:15-16,36; 6:47), oltre ad essere convinti che la Sua rivelazione sia vera.
Quindi la salvezza, la vita eterna non è per le nostre buone opere, ma per la fede e questa è una grazia di Dio (per esempio Giovanni 6:44; Atti 18:27; Romani 3:19-25; Filippesi 1:29; Efesini 2:8-10).
In secondo luogo troviamo:
B)Il preannuncio.
Queste parole fanno pensare a Lazzaro, ma ciò che viene detto è vero per ogni credente che muore fisicamente.
Gesù risusciterà all’ultimo giorno i credenti e la resurrezione di Lazzaro sarebbe stata un preannuncio, o un simbolo concreto della resurrezione finale a vita eterna nella gloria e questo dimostra il potere vivificante di Gesù (Luca 10:28; Giovanni 5:21,25-29; 6:39-40,44, 51,54,58; 14:19; Romani 8:13; 1 Corinzi 15:51-56; 1 Tessalonicesi 4:13-17; Daniele 12:1-2).
Chi crede in Gesù vivrà, anche se muore fisicamente, perché Gesù lo risusciterà nell'ultimo giorno, alla fine dei tempi, al ritorno di Gesù Cristo, al giorno del giudizio finale di Dio (cfr. Giovanni 6:39-40,44,54; 12:48; 1 Corinzi 15:23,51-52; 1 Tessalonicesi 4:13-17; Apocalisse 20:11-15).
Quindi questa è:
C)La promessa.
Può sembrare strano per qualcuno, ma la morte non è la cosa peggiore che possa accadere a un vero cristiano!
Tozer, il grande predicatore americano vissuto tra il 1897 e il 1963 a riguardo racconta: “Posso ricordare la prima volta che ho sentito quest’affermazione, in una conversazione tranquilla con Harry M. Shuman, per molti anni presidente dell'Alleanza Cristiana e Missionaria internazionale.
Era un uomo di Dio dalla voce pacata ma forte, ricco nella saggezza della Parola di Dio. Stavamo parlando dei gravi problemi della vita e della morte. Quando aveva qualcosa di particolarmente importante da dire, il dottor Shuman aveva un modo insolito di abbassare la voce e inclinare la testa solo un po’. Riesco a vederlo ancora mentre mi guardava negli occhi con le sopracciglia irsute.
‘Ricorda, Tozer’, disse, ‘la morte non è la cosa peggiore che possa capitare a una persona!’
Per il cristiano, la morte è un viaggio nel mondo eterno. È una vittoria, un riposo, una delizia. Sono sicuro che la mia piccola quantità di sofferenza fisica è stata leggera rispetto a quella di Paolo, ma sento come Paolo: ‘Ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio’ (Filippesi 1:23)”.
La vita ordinaria finisce!
Si muore per il giudizio di Dio a causa del peccato, ma la vita che Gesù dona non finisce mai! (cfr. Romani 6:23).
Si muore per il giudizio di Dio a causa del peccato, ma la vita che Gesù dona non finisce mai! (cfr. Romani 6:23).
Chiunque vive e crede in Gesù non morirà mai, ha vita eterna.
È vero moriremo, ma moriremo per non morire più!!
Con la morte non moriremo più!
La morte ci abbatterà, ma non ci terrà prigionieri per sempre!
Per i pagani, o gli increduli la morte può essere pensata come la fine di tutto!
Non sarà così per quelli che credono in Gesù Cristo.
Possono morire fisicamente, ma saranno risuscitati per vivere per sempre con Dio (Giovanni 14:1-4; Apocalisse 20:11-22:5).
La morte allora è la porta per la presenza gloriosa di Dio!
“La morte per il cristiano non è un miserabile vicolo cieco, ma una gloriosa strada aperta verso la presenza di Dio”.
(Doug Barnett).
Quindi:
III GESÙ CRISTO DÀ VITA ETERNA.
Gesù non farà morire mai chi crede in Lui.
Il v.26 dice: “E chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?”
Noi troviamo una:
A)Dichiarazione.
“E chiunque vive e crede in me, non morirà mai”.
La traduzione dal greco della “Diodati” è più corretta: “E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno. Credi tu questo?".
Coloro i quali vivono e credono in Gesù non moriranno mai!!
“Vive” (zōn - presente attivo participio) si riferisce alla vita fisica, all'esistenza fisica, al vivere fisicamente prima di morire.
Una persona è viva nel senso fisico, e attraverso la fede, dal momento che crede non morirà mai, cioè ha vita eterna.
Il senso è: ”Non mai moriranno” dove “non” (ou) è una negazione enfatica indica “mai e poi mai”, “certamente non”, oppure “in nessun modo”.
In combinazione con “mai” (mē) “non” (ou) ha l'effetto di rafforzare la negazione.
È il modo più decisivo per negare qualcosa nel futuro.
Se poi pensiamo che nel greco c’è anche “in eterno”, allora la negazione è più forte!
“In eterno” (eis ton aiōna) indica per sempre!! Senza fine!
Questa frase indica una durata illimitata del tempo, con particolare attenzione al futuro.
“Non moriranno mai in eterno” non significa che il credente non morirà fisicamente, a meno che non siano in vita mentre Gesù ritorna.
Lazzaro, dopo il miracolo che Gesù lo riportò in vita di nuovo morì, e tanti altri milioni di cristiani sono morti; ma c'è da dire che letteralmente alcuni non vedranno la morte al ritorno di Gesù (1 Tessalonicesi 4:17).
“Non moriranno mai in eterno” significa che i cristiani hanno vita eterna!
I credenti anche se muoiono andranno con il Signore per vivere sempre con Lui (Giovanni 14:1-2; Apocalisse 21:3-4) e non morranno mai in eterno.
La morte fisica non deve fare paura ai credenti, i credenti passano attraverso la porta che noi chiamiamo “morte fisica”, ma non moriranno nel senso più pieno.
La morte per loro non è che la porta verso la vita eterna e la comunione con Dio nella gloria (cfr. Luca 24:39-43; 2 Corinzi 5:6,8; Filippesi 1:23).
C. H. Spurgeon disse: “Gesù ha trasformato la morte da una squallida caverna in un passaggio che conduce alla gloria”.
La vita di un credente è di un genere tale che non potrà mai morire spiritualmente!
La fine della vita fisica di un credente in Cristo, è solo un dormire per il suo corpo fino alla resurrezione (1 Tessalonicesi 4:13-17) per la vita eterna (Giovanni 3:16; 5:24; 10:28),
La morte fisica non spegnerà la vera vita del credente; al contrario, tale morte è un guadagno, perché lo introduce nel pieno godimento della vita alla presenza di Dio (cfr. 1 Corinzi 15:12-54; Filippesi 1:21; 3:20-21; Apocalisse 21:4).
La vita che si ha in Cristo per fede in questa vita, non è interrotta dalla morte fisica.
Gesù è il Signore della vita che trionfa sulla morte e il credente con Lui.
La morte non ha presa su chi crede!!
Sebbene sia “l'ultimo nemico” (1 Corinzi 15:26), il suo destino è “sarà distrutto” (1 Corinzi 15:26).
Sebbene sia “l'ultimo nemico” (1 Corinzi 15:26), il suo destino è “sarà distrutto” (1 Corinzi 15:26).
Grazie a Gesù, noi credenti, trionferemo sulla morte!
1 Corinzi 15:55-57 dice: “’O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?’ Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo”.
La vita cristiana allora è vita senza i legami della morte!
È vittoria sul potere della morte per mezzo di Gesù Cristo!
Noi vediamo che c’è:
B)Una domanda.
“Credi tu questo?”
Gesù chiede a Marta se crede in questa dichiarazione, cioè a ciò che Egli dice di se stesso.
“Credi tu questo?” è una sfida.
Gesù chiede a Marta se crede nella sua persona e nelle Sue azioni potenti non solo presenti, ma anche future.
La sfida di Gesù era un invito che andava oltre il risveglio di Lazzaro dai morti.
Gesù ha chiesto a Marta di credere nel potere non solo che può risuscitare i morti, ma che può dare anche la vita eterna.
Il Signore la stava chiamando a credere personalmente che Lui solo era la fonte del potere della risurrezione e della vita eterna.
Queste parole di sfida sulla fede e sulla vita non è una domanda filosofica per essere discussa in modo critico.
Sono una verità salvifica da ricevere con fede e su cui agire di conseguenza.
Una cosa è sentire, ragionare e discutere su questa dichiarazione e quindi su Gesù, un'altra cosa è credere, abbracciare e avere fiducia in questa dichiarazione e in Gesù.
“Credere” significa ricevere, avere, godere la realtà e la potenza di questa dichiarazione di Gesù con tutto quello che comporta, che trova in essa la gioia, il conforto, la pace e la speranza.
Vediamo la certezza della vita eterna che inizia dal momento in cui si crede.
E tu credi in questa dichiarazione e in Gesù?
Affidati a Gesù Cristo per la tua salvezza dai tuoi peccati!
E se lo hai fatto sii riconoscente a Dio per Gesù Cristo che ti ha dato la vita eterna!
E se lo hai fatto sii riconoscente a Dio per Gesù Cristo che ti ha dato la vita eterna!
CONCLUSIONE
Il famoso predicatore Battista Billy Graham disse: “Ho parlato con medici e infermieri che hanno tenuto le mani di persone morenti, e dicono che c'è molta differenza tra la morte di un cristiano e di un non cristiano, come c'è tra il paradiso e l'inferno”.
Quando muore un vero credente in Cristo, muore serenamente perché crede ed è sicuro cosa lo aspetta dopo la morte!
È convinto che risusciterà e vivrà in eterno per la sola grazia di Dio in Gesù Cristo!!
Con queste affermazioni Gesù dichiara di essere al centro della resurrezione e della vita eterna.
Solo Lui è la resurrezione e la vita e nessun altro!!
La resurrezione è la sconfitta della morte, è un evento, una realtà in Gesù che è la vita e dà la vita eterna.
È impossibile che la morte prevalga su Gesù e su coloro che sono spiritualmente uniti a Lui!
Questo non è un concetto, o solo una dottrina, ma una realtà personale per coloro che credono e quindi sono uniti spiritualmente a Gesù Cristo!
Se siamo veri credenti, anche se moriremo vivremo!
In Gesù Cristo i morti vivono e il loro vivere non muore mai!
Questo passaggio e tutta la storia del miracolo di riportare in vita Lazzaro, non è solo una straordinaria storia sulla rianimazione di un individuo, né è principalmente una testimonianza della volontà di Gesù di intervenire nella vita di amici in lutto; mostra piuttosto, che Gesù ha il potere sulla morte, il potere di una vita risorta che inizia proprio ora per tutti nel momento che credono.
Marta, e tutti i credenti, identificando Gesù come Signore, Messia e Figlio di Dio, possono avere la certezza della resurrezione e della vita eterna!
Così la fine di questa vita non dovrebbe essere interpretata come una fine senza speranza, come una tomba chiusa senza via d’uscita!
La morte è una porta aperta verso il cielo!
La morte che ha avvelenato e che ci mette paura non è la realtà ultima!
Coloro che hanno affidato le loro vite a Gesù Cristo, sono vittoriosi sulla morte, non sono più sotto il potere della morte, perché Gesù li ha liberati dal Suo potere!
In Gesù, i legami della morte sono spezzati e il credente può avere oggi, nel presente, la certezza della resurrezione e della vita eterna!
Non sempre Dio esaudisce le nostre preghiere, non sempre ci libera dai nostri problemi, dalle nostre malattie, ma possiamo essere certi che ci risusciterà e ci darà la vita eterna!
Dio mantiene tutte le Sue promesse in Cristo e non può essere diversamente (2 Corinzi 1:20; Tito 1:2).
“La promessa di Dio non è mai fuori dai suoi pensieri” disse William Gurnall (1617-1679).
Dio mantiene tutte le Sue promesse in Cristo e non può essere diversamente (2 Corinzi 1:20; Tito 1:2).
“La promessa di Dio non è mai fuori dai suoi pensieri” disse William Gurnall (1617-1679).