Marco 1:9-11 Il battesimo di Gesù: la Trinità in azione.
Insieme alla tentazione, il battesimo ha una funzione importante per tutto il Vangelo. Se il Vangelo di Giovanni inizia con la preesistenza di Gesù (la Parola di Dio) e i Vangeli di Matteo e Luca, con le circostanze della Sua nascita, Marco comincia la storia di Gesù con il Suo battesimo come l'evento inaugurale del ministero salvifico di Gesù. Il battesimo è certamente l’evento inaugurale del ministero pubblico di Gesù. Noi nel battesimo di Gesù vediamo la Trinità in azione, vediamo tutti e tre i membri della Trinità insieme: Dio-Padre, Dio- Figlio e Dio Spirito Santo. La dottrina della Trinità significa che Dio è tre persone e ancora uno nell'essenza. Dio è uno, ma in tre persone contemporaneamente. In questo passo, tutti e tre le persone della Trinità sono presenti e attivi. Dio Padre parla, Dio-uomo il Figlio è battezzato, Dio lo Spirito Santo scende su Gesù. Questa della Trinità è uno dei misteri di Dio incomprensibile. Altri riferimenti biblici che parlano del Padre, Figlio e Spirito Santo sono (Matteo 28:19, Luca 1:35, Giovanni 15:26; 1 Corinzi 12:4-13; 2 Corinzi 13:14; Efesini 2:18; 1 Tessalonicesi 1:2-5; 1 Pietro 1:2).
In primo luogo vediamo:
I DIO.
Riguardo a Dio noi vediamo tre particolarità.
La prima è:
A) L’azione di Dio.
v.9: "In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano". L’azione di Dio è sorprendente, Dio ci prende di sorpresa come ci ricorda Eduard Schweizer quando dice: “Ciò che distingue Gesù dalla massa non è quanto un biografo potrebbe narrare: la famiglia, la sua formazione particolare, talenti o successi precoci. È riferito solo il nome, l’indicazione del luogo d’origine ha la funzione del nostro cognome e per di più di Nazaret è una località così insignificante che non è neppur menzionata nelle altre fonti. All’infuori di questo, null’altro è detto della persona di Gesù, della sua età, del suo aspetto fisico, del suo stato civile, ciò è particolarmente strano data la rarità, a quel tempo, di celibi adulti”. Dunque l’azione di Dio è sorprendete perché decide che Gesù provenga da Nazaret e da una famiglia semplice, e Gesù stesso umanamente parlando era semplice, faceva il falegname.
Nazaret era una città insignificante, prova ne è la mancanza di citazione di altre fonti come l'Antico Testamento, il Talmud e dello storico ebreo Giuseppe Flavio. La città era disprezzata ed evitata da molti ebrei (Giovanni 1:46). Giovanni 7:40-52 illustra il rifiuto istintivo dei Giudei dell'idea di un profeta della Galilea, ancora di più la possibilità che il Messia potesse venire dalla Galilea. Anche se Gesù nacque a Betlemme, poi si trasferì a Nazaret di Galilea e crebbe lì (Matteo 2:22-23), dove Giuseppe, il padre legale, faceva il falegname (Matteo 13:55) e così anche Lui stesso seguì le orme lavorative del padre umano (Marco 6:3).
All'età di trent’anni (Luca 3:23) Gesù partì da Nazaret e cominciò il Suo ministero. Nazaret era una piccola città situata a circa metà strada tra il mare di Galilea e il Mar Mediterraneo. Dunque Dio ci meraviglia. Dio oltre a scegliere una persona semplice e umile come il Battista, ci sorprende, ci meraviglia con il fatto che Gesù venne da Nazaret di Galilea e non da Gerusalemme centro della vita religiosa di Israele. Si potrebbe pensare che il Messia sarebbe venuto da lì invece che da un paesino della Galilea disprezzato! Ecco perché Natanaele rimase sorpreso (Giovanni 1:46). Dio non opera secondo standard umani!! Ha una logica diversa che faremo sempre a tenere a mente (Cfr. 1 Corinzi 1:17-25).
Molti si sentono insignificanti (la società oggi fa pesare questo) per la loro posizione sociale, culturale e così via, pensano per questo che Dio non li userà mai, ma come vediamo qui e in molti altri passi della Bibbia Dio sceglie e usa le persone che agli occhi della società sono insignificanti!! (Cfr.1 Corinzi 1:26-30; Giacomo 2:5). Che speranza meravigliosa per noi!!! Per te che forse ti reputi insignificante, senza talenti e carisma.
Ma vediamo la seconda particolarità:
B) La rivelazione di Dio.
“L'uomo non può coprire ciò che Dio avrebbe rivelato” (Thomas Campbell). Non lo può fare sicuramente perché Dio è Dio, la Sua sovranità è efficace! (Salmi 33:10-11). Noi vediamo che i cieli si aprirono v.10: "A un tratto, come egli usciva dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di lui come una colomba". Dopo che Gesù fu battezzato, tre eventi chiave accaddero in rapida successione. I primi due compaiono insieme e cioè i cieli aperti e lo Spirito Santo che scende su di Lui. Il profeta Isaia parlò molti anni prima dello squarciamento del cielo, infatti, rivolgendosi a Dio dice: Oh, squarciassi tu i cieli, e scendessi! Davanti a te sarebbero scossi i monti (Isaia 64:1).
Il verbo “aprirsi” (schizomenous presente passivo) significa dividere, strappare, lacerare, squarciare. La voce passiva del verbo implica che è un atto di Dio. Ciò che era stato a lungo chiuso è improvvisamente spalancato da Dio! Nella traduzione greca dell’Antico Testamento appare quando il Signore divise il Mar Rosso (Esodo 14:21), quando spaccò per mano di Mosè la roccia per dissetare il Suo popolo (Isaia 48:21), riguardo al monte degli ulivi che si spaccherà a metà tanto da formare una grande valle (Zaccaria 14:4).
Marco usa questa parola per indicare, al momento della morte di Gesù in croce, che la cortina del tempio si squarciò in due da cima a fondo (Marco 15:38).
Secondo alcuni studiosi i cieli aperti indica che il tempo della separazione e dell’inimicizia tra Dio e gli uomini è cessato, ma questa parola (schizomenous) mostra un evento sovrannaturale e Marco la usa per indicare che la dichiarazione di Dio riguardo a Gesù come Figlio di Dio non è un invenzione umana, ma nasce dalla rivelazione e dall’autorità di Dio (Cfr.1 Corinzi 12:3). Quindi lo squarciarsi dei cieli può indicare che il Dio trascendente si manifesta, si rivela agli uomini, ai profeti con la Sua rivelazione (Ezechiele 1:1). Indica la Sua benevola misericordia nell’annunciare agli uomini pace e salvezza nella persona di Gesù Cristo (cfr. Luca 2:13-14). I cieli che si aprono indicano l’intervento decisivo di Dio dopo un lungo periodo di silenzio, Dio ricomincia a parlare.
Secondo Isaia 64:1 è il fremito di attesa per la venuta di Dio e in Marco 1:10 la discesa di Dio si compie e diventa visibile attraverso il Suo Spirito come una colomba. La lacerazione o l'apertura dei cieli è significativo perché il giudaismo del secondo tempio comunemente credeva che con la cessazione dei grandi profeti dell’Antico Testamento, lo Spirito Santo aveva finito di parlare al popolo. L'apertura del cielo nel battesimo di Gesù, inaugura così il tanto atteso ritorno dello Spirito di Dio. Un periodo di grazia comincia con Gesù, nel quale Dio si rivela in un modo senza precedenti. Così i cieli aperti hanno un significato di rivelazione e provvedimento, la rivelazione che Gesù è il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo e che avrebbe battezzato con lo Spirito Santo.
Alcuni studiosi pensano che implichi l'avvento di una nuova era che sarà molto diversa dalla vecchia e può suggerire, inoltre, che Dio è accessibile in misura non nota in precedenza. Questo si riferisce probabilmente al Nuovo Patto in Gesù (Luca 22:19-20; Ebrei 8-9).
La terza particolarità riguardo a Dio è:
C) La dichiarazione di Dio.
La dichiarazione riguardo Suo Figlio e cioè l’approvazione dell’identità messianica di Gesù. v.11: "Una voce venne dai cieli: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto»". La stessa affermazione la vediamo nella trasfigurazione (Marco 9:7). Questo è il terzo evento dopo il battesimo. Si discute riguardo questo versetto se qualcun altro, eccetto Gesù, abbia visto o sentito qualcosa, ma ciò che è importante qui è che Dio ha parlato al Figlio e in questa comunicazione vediamo il rapporto unico che c’è tra Gesù e Dio Padre.
Le parole che hanno accompagnato la discesa dello Spirito Santo secondo alcuni studiosi, hanno uno sfondo di tre brani dell’Antico Testamento.
In primo luogo l'affermazione: “Tu sei mio Figlio” è del Salmo 2:7, un salmo o inno d’intronizzazione o d’incoronazione di un nuovo re in Israele; si riferisce alla dignità di re, alla sua funzione come atto giuridico, alla sua investitura, insediamento. (cfr. 2 Samuele 7:12-14; 1 Cronache 28:6; Salmi 89:26-27). Queste parole indicano Gesù come Colui attraverso il quale il regno di Dio sarebbe stato stabilito, quindi “Figlio” indica il Re, il Messia.
In secondo luogo “diletto” (agapētos) indica amato, stimato, prezioso, favorito, che ha un rapporto speciale in riferimento a un figlio unico come in Marco 12:6. Alcuni studiosi vedono qui il collegamento con Genesi 22:2,12,16 dove troviamo scritto che Dio chiama Abramo a donare in sacrificio il suo figlio unico Isacco, colui che ama. La frase “in te mi sono compiaciuto” deriva dalla descrizione del servo sofferente del Signore di Isaia 42:1. Gesù è il servo sofferente che compie la Sua missione di espiazione per i peccati dell'umanità (cfr. Isaia 53; Marco 10:45), che porterà la salvezza alle genti (Isaia 49:6).
“Compiaciuto” (eudokeō) significa trovare piacere, gioia, soddisfazione. Questo indicherebbe l’approvazione del Padre per il Figlio. Quindi in questa dichiarazione di Dio per il Figlio, subito dopo il battesimo, troviamo l’amore del Padre e l’ubbidienza del Figlio, la regalità e il servizio sofferente. Nessun profeta ha avuto parole del genere come Gesù, Abramo era un amico di Dio (Isaia 41:8), Mosè, servo di Dio (Deuteronomio 34:5), Aronne un eletto di Dio (Salmi 105:26), Davide un uomo secondo il cuore di Dio (1 Samuele 13:14), e Paolo un apostolo (Romani 1:1).
Bisogna fare una precisazione, Gesù non divenne Figlio di Dio dopo questa dichiarazione, già lo era prima della Sua incarnazione, già lo era dall’eternità! (Giovanni 1:18;3:16;17:4-5; Cfr. Marco 1:1; 3:11; 5:7; 9:7; 13:32; 14:61;15:39;ecc.). Gesù viene presentato in questo versetto come il Figlio diletto e unico di Dio (Marco 12:6), che possiede un rapporto unico con Dio che lo distingue da tutti gli altri (Marco 13:32).
Quindi Gesù non è Figlio perché se lo è meritato, questa non è una filiazione “funzionale”, fino a questo punto Gesù non ha fatto nulla per guadagnarsi una tale affermazione. Egli non è il Figlio di Dio, perché fa certe cose, Lui fa certe cose perché Egli è il Figlio di Dio!! La prima clausola della dichiarazione: “Tu sei il mio diletto Figlio”, il verbo è al tempo presente del modo indicativo ed esprime un rapporto eterno ed essenziale. La seconda clausola: “in te mi sono compiaciuto”, il verbo è un aoristo indicativo e indica un evento passato. Questa dichiarazione indica che Gesù è Figlio unico di Dio, i credenti sono figli di Dio, ma hanno un rapporto diverso che Gesù ha con il Padre (Giovanni 5:18).
In secondo luogo riguardo la Trinità in azione vediamo la persona di:
II GESÙ.
L'Enciclopedia Britannica usa ventimila parole per raccontare Gesù e nemmeno una parola per dire che Egli non esisteva. Usa più parole per raccontare Gesù che Aristotele, Alessandro Magno, Cicerone, Giulio Cesare o Napoleone Bonaparte.
Riguardo a Gesù vediamo:
A) La Storicità del Suo battesimo.
v.9: "In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano". Marco ne parla come un fatto compiuto realmente. Così in Atti 1:21-22 leggiamo: "Bisogna dunque che tra gli uomini che sono stati in nostra compagnia tutto il tempo che il Signore Gesù visse con noi, a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno che egli, tolto da noi, è stato elevato in cielo, uno diventi testimone con noi della sua risurrezione»". I particolari dell’avvenimento non vengono detti, ciò che è importante è che Gesù di Nazaret venne e si fece battezzare, quindi Gesù viene presentato come storicamente esistente e non come una figura mistica questo mostra che il battesimo di Gesù e quindi della Sua persona sono storicamente esistiti. Atti 1:21-22 testimonia che fin dai primi giorni del cristianesimo, il battesimo di Gesù era considerato come un dato di fatto e come inizio del ministero di Gesù. Il nuovo apostolo (Mattia al posto di Giuda) doveva essere proprio testimone oculare della cerchia dei discepoli di Gesù a cominciare dal battesimo di Giovanni fino alla Sua morte, resurrezione e ascensione.
B) Il Significato del Suo battesimo.
Nel significato del battesimo vediamo che:
(1) Il battesimo di Gesù indica una dichiarazione Cristologica.
Il battesimo di Gesù evidenzia la dichiarazione del Padre riguardo a Gesù e cioè: “Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto”. In questa dichiarazione vediamo l’approvazione di Dio riguardo a Gesù.
L’approvazione, la testimonianza del Padre riguardo la dignità messianica di Gesù. “Tu sei il mio diletto Figlio”, abbiamo detto è un’allusione a passi messianici dell’Antico Testamento (Salmi 2:7, Isaia 42:1; cfr. 2 Samuele 7:13-14; Salmi 89:26-29). Questa dichiarazione deve essere intesa come una dichiarazione di identificazione, non un atto di adozione (perché Gesù era Figlio di Dio prima del battesimo), ma di identificazione almeno per il Battista (Giovanni 1:29-34) e per i discepoli (Marco 9:7; Atti 1:21-22).
Il Padre conferma l’identità messianica di Gesù: è il diletto Figlio nel quale si è compiaciuto. Questo è l’avvio formale del ministero pubblico di Gesù. Il battesimo mette in evidenza ciò che Dio pensa di Gesù, è la rivelazione che Dio ha fatto di Gesù. Grazie al battesimo di Gesù noi vediamo e conosciamo la realtà del Messia promesso che battezzerà con lo Spirito Santo e i Suoi primi passi del Suo ministero sotto l’impulso dello Spirito Santo. Inoltre, per Gesù uomo, la dichiarazione di approvazione dopo il battesimo è stato un incoraggiamento: Lui è il Figlio diletto nel quale Dio si è compiaciuto.
Il prezzo da pagare sarebbe stato alto e gravoso, quelle parole sono state di incoraggiamento al Gesù uomo. Dio sarebbe stato con Lui in quella missione difficile (Giovanni 5:30;8:16,29) e così è stato perché Dio è fedele.
In qualche modo vi è anche per noi un grande incoraggiamento. Gesù ci ha dato un grande compito che a pensarci ci sembra immenso: il discepolato dei popoli, ma abbiamo la garanzia che Lui è con noi! (Matteo 28:18-20). La garanzia della Sua protezione (Salmi 28:7; Isaia 41:10; 43:2). La garanzia del suo sostegno ed equipaggiamento (1 Corinzi 15:10; 2 Corinzi 3:5).
Nel significato del battesimo vediamo che:
(2) Il battesimo di Gesù è la sottomissione al Padre.
Marco non dice perché Gesù si fa battezzare come per esempio fa Matteo (Matteo 3:14-15). Anche se Gesù non aveva bisogno di essere battezzato, comunque il battesimo è stato un momento chiave nella Sua vita. In Matteo 3:13-15 leggiamo: "Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato. Ma questi vi si opponeva dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» Ma Gesù gli rispose: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni lo lasciò fare".
“Adempiere ogni giustizia” prima di tutto indica l’ubbidienza al Padre nel fare la Sua volontà nella missione di salvezza (Giovanni 4:34;6:37-40). Gesù è venuto per uno scopo: salvare i peccatori dai propri peccati (1 Timoteo 1:15). “Giustizia” (dikaiosume) può essere considerata la condotta umana conforme alla legge di Dio o a una retta relazione con Dio di ubbidienza (Matteo 5:20; 21:32). In questo caso però, Gesù battezzandosi adempie ogni giustizia nel senso che è stato ubbidente al mandato del Padre di venire sulla terra a morire per i nostri peccati secondo il volere del Padre, il battesimo è l’inizio della missione che Dio ha affidato al Figlio (Filippesi 2:5-8).
(3) Il battesimo di Gesù è l’identificazione con i peccatori (Matteo 3:13-15).
“Adempiere ogni giustizia” indica identificazione con i bisogni dei peccatori e la solidarietà con loro del quale è rappresentante, e quindi con i peccatori penitenti. Gesù è in fila con tutti gli uomini peccatori per essere battezzato dal Battista, sta con noi nella parte più profonda di noi stessi!! Non sono due battesimi diversi quello che fece Giovanni alla gente e a Gesù.
Il battesimo di Gesù è la Sua solidarietà come uomo con il Suo popolo; Egli prende su se stesso la loro condizione e la loro difficoltà, Egli diventa il loro rappresentante e prende il loro posto di giudizio, divenendo anche loro mediatore davanti al Padre (Isaia 53:6;2 Corinzi 5:21; Romani 8:31-34; 1 Timoteo 2:5).
Gesù non aveva peccato, infatti Giovanni non lo vuole battezzare (Matteo 3:14). Giovanni conosceva qualcosa di Gesù e sapeva che il battesimo non poteva essere applicato a Lui, il battesimo era un battesimo di ravvedimento dei propri peccati. Gesù non aveva nessun bisogno di tale pentimento, Lui era santo e innocente (Luca 1:35; 2 Corinzi 5:21; Ebrei 4:15; 7:26; 1 Pietro 2:21-24).
Gesù prende i peccati del Suo popolo: è il Servo sofferente giusto (Isaia 53:11-12; Matteo 1:21). Il Suo battesimo con i peccatori è come servo sacrificale. Gesù è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Giovanni 1:29).
Gesù si riferisce più volte alla Sua morte in croce, come un battesimo (Marco 10:38-39; Luca 12:50; Matteo 20:22). Da alcuni questo battesimo in acqua è visto come un simbolo per il tipo di sofferenza di cui doveva morire: la morte alla croce per i nostri peccati sulla croce. Quindi nel suo battesimo Gesù si è associato con i peccatori e si mise tra i colpevoli, non per la propria salvezza, ma per la nostra, non per la sua colpa, ma per la nostra, non perché temeva l'ira a venire, ma per salvarci da essa, per darci la vita (Matteo 20:28; Marco 10:45; Giovanni 10:10-11; Romani 3:23-26; 1 Pietro 3:18.).
Il Suo battesimo significa la Croce! Secondo alcuni studiosi “Figlio” in Marco ha un collegamento con la morte e la risurrezione di Gesù (Marco 12:1-11;15:39). Così quando Marco riporta la dichiarazione di Dio in riferimento a Gesù che è il Figlio diletto, avrebbe visto il legame con il momento della fine della sua vita, quando quella verità è stata proclamata da un centurione davanti la croce dove era inchiodato Gesù (Marco 15:39). Dunque, la sottomissione di Gesù al battesimo di ravvedimento di Giovanni era la Sua matura auto-dedicazione alla Sua missione e l’auto-identificazione con i peccatori che al tempo giusto avrebbe comportato la croce.
Gesù si è battezzato per amore di Dio e degli uomini e per loro è diventato “quel grande peccatore che si pente”. Gesù decise di sacrificarsi per salvare il Suo popolo, a Nazaret aveva tutto: una casa felice, una famiglia molto unita, un mestiere redditizio (falegname), amici, ecc., eppure ha lasciato tutto, ha lasciato Nazaret per farsi battezzare da Giovanni nel Giordano perché iniziava la missione che lo avrebbe portato tre anni dopo a morire sulla croce. Ma prima di farsi uomo decise di lasciare la Sua gloria in cielo (Giovanni 17:4-5; Filippesi 2:5-8), per prendere forma di servo, sacrificando se stesso completamente alla volontà di Dio arrivando fino a morire in croce per i peccati del Suo popolo su di sé (Matt.1:21).
Gesù c’insegna a sacrificare se stessi completamente per fare la volontà di Dio. Siamo disposti a farlo? Il discepolo di Cristo (tutti coloro che si definiscono cristiani sono chiamati a esserlo) sono chiamati a rinunziare a se stessi, a tutto ciò che hanno, al peccato, e sono chiamati a prendere la propria croce e seguire Gesù (Marco 8:34; 9:23; 14:33; Galati 5:24; Filippesi 3:8).
In terzo luogo riguardo la Trinità in azione vediamo:
III LO SPIRITO SANTO.
Come Gesù, uscì dall’acqua, subito dopo il battesimo, i cieli si aprirono e lo Spirito ( Spirito Santo, lo Spirito di Dio Luca 3:22; Matteo 3:16;) scende su Gesù come una colomba. Ora non è chiaro come lo Spirito Santo scende, come questo avviene, Luca ci dice in forma corporea, come una colomba (Luca 3:22), ma è possibile che Marco stesse pensando al modo in cui lo Spirito scese, piuttosto che alla forma. Questo non è molto importante, ciò che lo è, è che il segno per contraddistinguere il Messia, era l’unzione dello Spirito Santo e indica l’età della salvezza (Isaia 11:2; 42:1;61:1).
La discesa dello Spirito Santo evidenzia la vitalità di Dio, l’efficacia della salvezza e della protezione di Dio. Secondo alcuni studiosi, indica una nuova attività di Dio sulla terra, lo Spirito di Dio rappresenta la Sua attività creativa (cfr. Genesi 1:2; Salmi 104:30). Inoltre l’opera degli uomini che Dio chiamava al Suo servizio, nell'Antico Testamento, erano unti e quindi potenziati dallo Spirito Santo. Non c’è unanimità sul significato, quindi, perché lo Spirito Santo è sceso “come una colomba”, forse secondo un’interpretazione ebraica ricorda il momento della creazione quando lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque come una colomba che sovrasta i suoi piccoli, ma non li tocca. Altri pensano che la colomba simboleggi la dolcezza, la purezza, la tranquillità, la semplicità (Matteo 10:16). Al di là di quale possa esse il significato il fatto che lo Spirito Santo scende come una colomba, significa che la colomba era il segno visibile per Giovanni di Colui che battezza con lo Spirito Santo, come gli aveva detto Dio (Giovanni 1:32-34). Va ricordato che lo Spirito Santo nel ministero di Gesù è molto importante.
Lo Spirito Santo è:
A) La Potenza necessaria per il ministero di Gesù.
Per Gesù uomo era necessaria l’unzione dello Spirito Santo, quindi l’equipaggiamento per portare a termine la Sua missione. La discesa dello Spirito lo contraddistingue come l'Unto per portare una buona notizia e conferma la presenza divina e la potenza della sua missione. La Sua missione è caratterizzata dalla presenza dello Spirito Santo, noi infatti vediamo la guida nel deserto per essere tentato e la vittoria sulla tentazione. Gesù è stato tentato dal diavolo, ma non cedette al peccato come vediamo in Matteo 4:1-11 e come ci ricorda l’autore dell’epistola agli Ebrei: "Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato" (Ebrei 4:15; Cfr. 2 Corinzi 5:21,ecc.). Questa vittoria sul male dimostra la potenza di Gesù che poi vediamo in tutto il Vangelo nel fare miracoli e nel liberare indemoniati (Matteo 12:22-33). Dalla nascita (Luca 1:35; Atti 10:38) alla risurrezione (Romani 8:11), la vita di Gesù è stata caratterizzata dalla presenza dello Spirito Santo, così sarebbe stato anche per i discepoli (Atti 1:8). Non c’è potenza nel servizio cristiano senza la presenza dinamica dello Spirito di Dio! Quando una persona è ripiena dello Spirito Santo e della Parola di Dio, ha tutto ciò che è necessario per servire Dio in modo efficace!!
Lo Spirito Santo è:
B) La Particolarità del Messia.
Come accennato sopra, l’unzione dello Spirito Santo è una concessione che stabilisce il carattere messianico del ministero di Gesù, quindi di una nuova creazione quella messianica come leggiamo più volte nell’Antico Testamento, un esempio è Isaia11:1-2: "Poi un ramo uscirà dal tronco d'Isai, e un rampollo spunterà dalle sue radici. Lo Spirito del SIGNORE riposerà su di lui: Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di conoscenza e di timore del SIGNORE".
Lo Spirito del Signore riposava in Gesù come i profeti, ma in modo permanente - non in maniera limitata o temporanea (Giovanni 3:34). Ancora Isaia 42:1: "«Ecco il mio servo, io lo sosterrò; il mio eletto di cui mi compiaccio; io ho messo il mio spirito su di lui, egli manifesterà la giustizia alle nazioni. 2 Egli non griderà, non alzerà la voce, non la farà udire per le strade. Non frantumerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante; manifesterà la giustizia secondo verità. Egli non verrà meno e non si abbatterà finché abbia stabilito la giustizia sulla terra; e le isole aspetteranno fiduciose la sua legge»". Questo passo è riportato e applicato in Matteo 12:15-21. Così un altro passo, ripreso da Luca quando riporta le parole di Gesù che le fa proprie (Luca 4:18-30), è Isaia 61:1-3: "Lo spirito del Signore, di DIO, è su di me, perché il SIGNORE mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l'apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l'anno di grazia del SIGNORE, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti; per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto, affinché siano chiamati terebinti di giustizia, la piantagione del SIGNORE per mostrare la sua gloria".
Gesù aveva un compito difficile da portare a compimento come uomo, ma aveva anche il potenziamento necessario. Dio oltre a dare un compito dà anche i mezzi per realizzare quel compito. Ogni vero credente ha un compito da parte di Dio e anche la capacità per realizzare quel compito. Dio dona lo Spirito Santo a tutti i credenti per aiutarli a compiere il servizio secondo il suo piano. Molti credenti purtroppo non hanno questa consapevolezza e non si coinvolgono al servizio per Dio, mentre dovremmo farlo come ci insegna Isaia (Isaia 6:8). Abbiamo un grande privilegio, quello di servire il Signore, di essere Suoi ambasciatori (2 Corinzi 5:20), servirlo è un grande onore! “La più alta onorificenza della chiesa non è il governo, ma il servizio” (Giovanni Calvino). Abbiamo una grande promessa la potenza dello Spirito Santo (Atti 1:8; 1 Tess.1:5), perciò serviamo Dio con zelo (Romani 12:11), in base ai doni spirituali che lo Spirito Santo ci concede (Romani 12:3-8;1 Corinzi 12:3-30; Efesini 4:11; 1 Pietro 4:10-11). F. D. Bruner ci ricorda ancora un’importante verità che dobbiamo tener presente nel nostro servizio riguardo lo Spirito Santo: “Ciò che lo Spirito fa è esattamente e ciò che il Signore fa; l'opera dello Spirito non è un lavoro supplementare o speciale al di là del Signore, lo Spirito è il Signore al lavoro”.
CONCLUSIONE.
Vi è una ricca miniera di conforto in questi versetti, per tutti coloro che appartengono a Cristo,che fanno parte della Sua chiesa, quindi del Suo corpo, perché Dio come si è compiaciuto di Cristo, si compiace anche di coloro che sono in Cristo e questo solo per i meriti di Cristo. Dio non si compiace dei veri cristiani perché in loro c’è qualcosa di piacevole, ma perché li vede attraverso Cristo! Di per sé, nelle nostre azioni e nel nostro carattere, Dio non vede qualcosa di piacevole a causa dei nostri peccati, ma attraverso Cristo ci vede santi e giusti! (Romani 5:1-2,8-11; 1 Corinzi 1:30-31;2 Corinzi 5:21; Ebrei 10-10-14). Non possiamo fare altro che lodare Dio perché ha mandato Gesù e mediante il quale possiamo avere una relazione con Lui (Giovanni 1:11-13;3:16; 14:6; 1 Timoteo 2:4-5). Per coloro che ancora non conoscono Dio e non hanno la certezza che i loro peccati siano stati perdonati, li invito proprio a riconoscere i loro peccati, quindi a pentirsi e confessare i peccati a Dio e credere in Gesù Cristo che è morto per i loro peccati (Atti 20:21; 1 Giovanni 1:8-10; Romani 3:23-26).