Matteo 5:7. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta.
Il tatuaggio è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, che coinvolge tutti i ceti sociali. Molti hanno un tatuaggio, le riviste scrivono sui tatuaggi, programmi televisivi fanno vedere come questi artisti fanno i tatuaggi, insomma c’è un certo commercio fiorente. Una donna che vive negli Stati Uniti, detiene il record dei tatuaggi, non ricordo quanti ne ha, ma i tatuaggi sono su ogni centimetro del suo corpo, perfino su tutta la faccia, anche sulla fronte. Perché lo ha fatto? Perché così può nascondere una malattia della pelle, dice lei. Ma questo non è l’unico motivo.
In un articolo dal titolo: “La psicologia dei tatuaggi” di Camilla S. Palombo: “Il tatuaggio oggi sembra avere le stesse motivazioni che aveva nelle popolazioni primitive: viene fatto per motivi estetici, ma anche per comunicare, esprimere l'appartenenza ad un gruppo ed esorcizzare le paure. E' un segno che esprime qualcosa di sé agli altri, racconta un frammento di vita, un' attitudine, un sentimento. I segni sulla pelle lasciano intravedere la personalità. La scelta del disegno e della zona da tatuare non è mai casuale, ma rimanda al mondo dei simboli e fa emergere quello che e' nascosto all'interno dell'individuo, il suo vero carattere. Imprimere per sempre un segno sulla propria pelle nasconde spesso anche il desiderio di distinguersi da tutti gli altri, il bisogno di affermare esteriormente una diversità, la propria unicità rispetto alla massa. Il tatuaggio diventa così una parte della persona ed esteriorizza qualcosa della sua identità personale che di solito viene nascosta. In questo senso, può rappresentare un modo per dichiarare la propria posizione rispetto al mondo, comunicare così il proprio modo di essere davanti agli altri. Come in alcune tribù primitive il tatuaggio conserva il suo significato di identificazione con un gruppo o movimento, ma l'aspetto più forte sta nella sua capacità di esprimere attraverso il corpo aspetti della propria interiorità”. Il tatuaggio è il segno di qualcosa della persona! Esteriorizza qualcosa della propria identità. Così anche il cristiano ha dei segni esteriori, visibili del suo rapporto con Dio, della sua unione spirituale con Cristo, della sua nuova nascita.
Le beatitudini sono segni esteriori del rapporto che abbiamo con Dio. In Matteo 5:7 vediamo il segno della misericordia che contraddistingue un vero credente.
Diversi passi mostrano che la misericordia è una caratteristica di Dio (Esodo 34:6; Deuteronomio 4:31; Isaia 49:15; Geremia 31:20; Osea 2:19; Efesini 2:4-7).
La parola “misericordia” implica due caratteristiche: il perdono e la compassione, la parabola del Samaritano le illustra entrambi (Luca 10:25-37 ).
Un uomo lasciato mezzo morto a terra dai briganti, il sacerdote e il levita sono indifferenti, non il Samaritano che si prende cura di questo perché mosso dalla pietà (splagchnizomai) e dalla misericordia (eleos).
La prima cosa che vediamo nel testo di Matteo 5:7 è che:
I LA MISERICORDIA IMPLICA PERDONARE.
Tra i Samaritani e Giudei non scorreva buon sangue, c’erano ostilità; il Samaritano mostra perdono verso questo uomo giudeo. La misericordia è legata al perdono.
Esodo 34:6-7: "Il SIGNORE passò davanti a lui, e gridò: 'Il SIGNORE! il SIGNORE! Il Dio misericordioso (rachum) e pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà, che conserva la sua bontà fino alla millesima generazione, che perdona l'iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente; che punisce l'iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione!'" (Numeri 14:18; Michea 7:18-20 ; Efesini 2:1-10; Tito 3:1-7).
A) Che cosa significa perdonare?
Senza perdono non esiste vita sociale perché tutti sbagliamo! Thomas Fuller:“ Chi non riesce a perdonare gli altri distrugge il ponte su cui lui stesso deve passare, perché ogni uomo ha bisogno di essere perdonato.” Se tu non perdoni gli altri stai distruggendo quel ponte dove tu stesso dovrai passare un giorno o sei già passato! Chi può dire di non aver offeso qualcuno? La dinamica sarà questa: “ Come io sono un peccatore, lo sono anche gli altri, perciò perdono chi sbaglia verso di me.” Chi perdona è consapevole del proprio peccato e comprende gli altri che sbagliano perché anche lui sbaglia. Quindi il misericordioso ha questo tipo di sensibilità sociale.
(1) Perdonare: significa lasciare libero la persona.
(Luca 6:37 apoluo), (Matteo 18:27,32 aphiemi), (Matteo 26:28 aphesis). Perdonare è rinunciare al diritto di ferire chi ti ha ferito, perciò è un impegno, una promessa.
La misericordia esonera gli altri dalla conseguenza del loro peccato contro di loro. Significa non rispondere al male che ci è stato fatto, è un impegno a fare tre cose come ci dice Jay Adams:
• Non ritorcere oggi e domani l’episodio contro chi mi ha fatto un torto, quindi vendicarsi.
• Non ne parlerò con altri.
• Non mi soffermerò su quanto è avvenuto.
(2) Perdonare è coprire il peccato e non ritornarci sempre sopra.
Proverbi 17:9: "Chi copre gli sbagli si procura amore, ma chi sempre vi torna su, disunisce gli amici migliori". Se ricordiamo sempre un’offesa che ci hanno fatto con un certo risentimento in realtà non abbiamo perdonato! Il perdono è: non ritornare all’offesa ricevuta! Come Dio fa con noi come è scritto in Michea 7:18-20: "Quale Dio è come te, che perdoni l'iniquità e passi sopra alla colpa del resto della tua eredità? Egli non serba la sua ira per sempre, perché si compiace di usare misericordia. Egli tornerà ad avere pietà di noi, metterà sotto i suoi piedi le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati. Tu mostrerai la tua fedeltà a Giacobbe, la tua misericordia ad Abraamo, come giurasti ai nostri padri, fin dai giorni antichi".
(3) Perdonare è riabilitare l’offensore, dargli fiducia.
Gesù ha riabilitato Pietro dopo che questi lo ha rinnegato, gli ha dato fiducia e lo ha messo al Suo servizio (Giovanni 21:15-19). Noi siamo un po’ restii a dare fiducia a chi ci ha fatto del male! Hai riabilitato chi ti ha fatto del male? Oppure lo tieni a distanza?
B) Come dobbiamo perdonare?
Crisostomo disse: “ Nulla ci fa quasi simile a Dio come il perdono delle offese”. O come ha detto Alexander Pope: “Errare è umano, perdonare è divino”. Il perdono è una caratteristica che ha Dio.
Quindi come noi dobbiamo perdonare?
(1) Dobbiamo perdonare come Dio fa con noi: la qualità.
Efesini 4:32: "Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo". (Perdonare è charizomai. Vedi anche Colossesi 3:12-13 ; Luca 6:36 ).
Il modello del perdono di Dio per noi si trova in Cristo. Perdonare come fa Dio con noi, significa avere grazia per gli altri come Dio ha avuto grazia con noi, in modo gratuito! Il perdono non è come qualcuno può pensare qualcosa che deve essere meritato!
La storia racconta di una madre che ha cercato il perdono per suo da Napoleone. L'imperatore disse che secondo il reato dell'uomo e la giustizia, il figlio doveva morire. “Io non chiedo per la giustizia” disse la madre, “ io invoco misericordia”. L'imperatore rispose: “egli non merita misericordia”. “Signore” esclamò la madre, “non sarebbe misericordia se fosse meritato, tutto quello che chiedo la misericordia.” “Beh, allora,” disse l'imperatore, “io gli do misericordia”. Suo figlio è stato salvato. Dio non ci ha imputato le nostre colpe, è andato oltre, così noi dovremmo andare oltre, non soffermarci sull’offesa ricevuta!
2 Corinzi 5:19: "Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione". Perdonare significa che Dio ci ha perdonato completamente, perciò non dobbiamo tenere rancori. Il rancore è un sentimento di avversione profonda, di risentimento verso una persona specialmente maturata in seguito a un’offesa o a un torto e non manifestato apertamente, ma è dentro di te come un tarlo nel legno che ti logora! Il rancore è controproducente per noi, non vivi libero, sei schiavo della persona che ti ha fatto torto. Lewis. B. Smedes: “Serbare rancore è una partita persa. È il colmo della frustrazione perché ti lascia con un dolore ancora più vivo di quello subìto al momento dell’offesa. Richiama la pena del torto sofferto, il dolore di essere stato ferito, ingannato, umiliato. Il suo ricordo non riaccende forse il fuoco dell’ira? La tua memoria è come una video cassetta dentro di te che gira all’infinito il film del tuo antico appuntamento con il dolore. È giusto verso se stessi accettare questa squallida forma di giustizia, basata sul rifiuto del perdono? L’unico modo per sanare la ferita che non si rimargina è di perdonare il feritore. Il perdono guarisce la tua memoria perché cambia la visione della tua mente. Quando liberi dall’offesa chi ha commesso il torto, estirpi un tumore maligno dal tuo intimo. Dai libertà a un prigioniero: te stesso”.
Oltre che a peccare quando noi non perdoniamo, ci fa del male a livello psicologico. È stato provato scientificamente che i rancori ci fanno male anche fisicamente : infarti, ictus,ulcera, colite a volte vengono dai rancori!
Come dobbiamo allora perdonare?
(2) Dobbiamo perdonare come fa Dio con noi: sempre, questa è la quantità.
Martin Luther King: “Il perdono non è un atto occasionale, è un atteggiamento permanente”. Così sono anche veritiere le parole di John Blanchard: “Il cristiano può sempre permettersi di perdonare, e non può mai permettersi di non farlo!”
Matteo 18:21-22: "Allora Pietro si avvicinò e gli disse: 'Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?' E Gesù a lui: 'Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette'".
Il contesto parla di offese, Pietro chiede quante volte siamo chiamati a perdonare chi ci offende? Settanta volte sette, cioè 490 volte dopo di che possiamo fargliela pagare? Assolutamente no! La risposta di Gesù elimina limiti e calcoli! Siamo chiamati a perdonare sempre. Noi non perdoniamo per il nostro orgoglio e per il nostro egoismo! Il problema è che abbiamo paura di essere consumati dagli altri! Gesù non ha avuto paura di essere consumato perché era altruista e umile!
Ma ancora vediamo la seconda implicazione della misericordia:
II LA MISERICORDIA IMPLICA COMPASSIONE.
È la compassione verso il bisognoso; questo ci insegna il Samaritano (Luca 10:25-37). Abbiamo detto che la misericordia è una caratteristica di Dio perciò questo deve essere il nostro desiderio, la nostra aspirazione, la nostra ricerca, il nostro amore! (Esodo 34:6; Salmi 86:15; Zaccaria 7:9-10; Efesini 2:4-7 ).
Michea 6:8: "O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il SIGNORE, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?" (Osea 6:6; Proverbi 21:13).
A) La misericordia è commozione interiore.
La parola misericordia (eleēmōn) significa che si muove a compassione per l’altro. Viene da una parola greca ( eleos) che significa intima commozione suscitata dalla vista di un qualche male che ha colpito altre persone. È una passione, un sentimento che di fronte alla sofferenza altrui porta commozione, ed in qualche modo a rattristarsi (misericordia- Eleos).
La misericordia è commuoversi, è un’emozione forte, un’agitazione interiore. Come per esempio Giuseppe che quando vide il fratello Beniamino in Egitto dopo tanti anni si commuove (racham) e si mise a piangere (Genesi 43:30 ). Vi ricordate le due prostitute che avevano due neonati uno morì ed una prostituta prese il neonato dell’altra e mise nel letto dell’altra suo figlio morto; andarono da Salomone e quindi contendendosi il bambino che è rimasto vivo, mentre queste litigavano davanti a Salomone, ecco che il re dice di prendere una spada e di dividere il bambino in due parti, per darne una parte ad una e l’altra parte all’altra, la Scrittura dice 1 Re 3:26: "Allora la donna, a cui apparteneva il bambino vivo, sentendosi commuovere le viscere per suo figlio, disse al re: 'Mio signore, date a lei il bambino vivo, e non uccidetelo, no!' Ma l'altra diceva: 'Non sia mio né tuo; si divida!'"
Inoltre:
B) La misericordia è calarsi nei panni dell’altro (Matteo 9:10-13).
(1) I farisei sono un cattivo esempio di misericordia (Matteo 12:7; 23:23).
Vivevano nel loro mondo, distaccati dai pubblicani e dai peccatori perché avevano paura di contaminarsi, per questo criticano Gesù che stava in mezzo a loro. Gesù li ammonisce dicendo loro che dovevano andare e imparare che cosa significhi misericordia e non sacrificio citazione di Osea 6:6 che era riferita contro la religiosità formale, esteriore (Matteo 9:13). Gesù riprenderà ancora i Farisei perché trascuravano la misericordia come dice in Matteo 23:23.
(2) Gesù è un buon esempio di misericordia.
Gesù dovette diventare uomo per essere un misericordioso fedele sommo sacerdote per compiere l’espiazione dei peccati del popolo.
Ebrei 2:17: "Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo".
Gesù era obbligato (doveva- Opheilo usata per i debiti finanziari) o necessario (obbligo morale) a diventare un uomo per essere un misericordioso e fedele Sommo Sacerdote nelle cose che riguardano Dio, così d simpatizzare con le nostre debolezze e compiere l’opera di espiazione. Non poteva essere un Sommo Sacerdote, cioè un mediatore tra Dio e gli uomini, fino a quando non si faceva vero uomo, così da intercedere anche per l’uomo, capire le tentazioni, le sofferenze proprie che sono dell’uomo! (Ebrei 4:14-16 ). Molte volte facciamo l’errore di vedere le cose dal nostro punto di vista e non dal punto di vista dell’altro, in questo modo non saremo sensibili al bisogno dell’altro. Dobbiamo imparare a vedere le cose,a viverle dal punto di vista degli altri! Molte volte non ci sforziamo minimante di vedere, sentire o provare quello che prova l‘altra persona.
C) La misericordia è compassione concreta, azione pratica.
1 Giovanni 3:17-18: "Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà (empatia-splagchnon) di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui? " Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità. Gesù e il Samaritano hanno avuto compassione e si sono attivati nell’aiuto pratico.
Il Samaritano fasciò le piaghe di quell’uomo, lo mise sul proprio asino e lo portò in una locanda e si prese cura di lui (Luca 10:33-36). Un altro esempio è quando Gesù risuscitò il figlio della vedova di Nain, infatti, senza che nessuno gli chiedesse di fare qualcosa, Gesù risuscitò quel ragazzo perché mosso da pietà, da compassione (splagchnizomai) è sinonimo di misericordia (eleeo). Oppure le altre guarigioni che Gesù fece perché aveva compassione (Matteo 14:14; 20:29-34) o quando fece la moltiplicazione dei pani, vediamo sempre che Gesù fu mosso dalla compassione nel vedere quella gente che non aveva da mangiare (Matteo 15:32). Certo non hai il dono di fare i miracoli, ma puoi aiutare gli altri dedicando il tuo tempo, le tue forze o il tuo denaro! Aiutare gli altri significa non badare a spese, al proprio tempo!
Il Samaritano ci insegna questo, ma a volte non vogliamo spendere soldi e ne il nostro tempo. Se l’a misericordia di Dio è in noi saremo misericordiosi verso gli altri.
III LA MISERICORDIA HA UN RISULTATO: GLI SARÀ FATTA MISERICORDIA.
Gli sarà fatta misericordia si riferisce al giorno del giudizio.
A) Lo standard che usiamo noi con gli altri sarà usato da Dio per noi!
È un principio che Dio usa come è scritto diverse volte nella Bibbia. Gesù dice in Matteo 7:1-2: "Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi". (Salmi 18:25 –26; Matteo 18:23-25 ).
(1) Se tu sei misericordioso verso gli altri nel perdonarli, Dio lo sarà con te nel giorno del giudizio!
Matteo 6:12-15: "Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno. Perché a te appartengono il regno, la potenza e la gloria in eterno, amen. Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe".
(2) Se tu sei misericordioso verso gli altri nell’aiutarli, Dio lo sarà con te Dio lo sarà con te nel giorno del giudizio!
Giacomo 2:12-13: "Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo la legge di libertà. Perché il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia". La misericordia invece trionfa sul giudizio. Il giudizio sarà senza misericordia per chi non ha usato misericordia. (Matteo 25:31-46). Il contesto di Giacomo sta parlando che alcuni credenti avevano riguardi personali verso i ricchi a danno dei poveri. Siamo chiamati a parlare e ad agire come persone che devono essere giudicate secondo la legge di libertà, cioè la legge dell’amore (Giacomo 2:8-10 ). Quindi siamo chiamati ad amare gli altri senza riguardi personali!
Ma attenzione è necessaria:
B) Una specificazione.
La nostra misericordia non ha potere di acquisto!
Non è come soldi che vai e puoi comprare ciò che vuoi! Con la nostra misericordia non ci compriamo e nemmeno possiamo comprare il perdono di Dio! La nostra misericordia non è un’opera meritoria per guadagnare o essere degni della misericordia di Dio. Se fosse così, se riuscissimo da noi stessi a farci degni di Dio, non avremmo bisogno della misericordia di Dio! Quindi a che cosa si riferiscono Gesù e Giacomo? Si riferiscono che la misericordia ha valore di prova o conseguenza della nostra vera fede.
Noi siamo salvati per grazia di Dio mediante la fede! Gesù o Giacomo non stanno insegnando la salvezza per opere, infatti la salvezza è per fede, ma le opere dimostrano che io ho fede e sono stato salvato (Efesini 2:4-10; 2 Corinzi 5:19). Per la misericordia e la grazia di Dio in Cristo siamo salvati, perdonati e riconciliati, mediante la fede, tutto ciò è il dono di Dio e non una nostra opera, così non possiamo vantarci. (Matteo 9:1-8; 26:28).
Dio ci ha resi nuove creature affinché noi possiamo fare le opere secondo la Sua volontà. Coloro che hanno sperimentato il perdono e il condono di Dio, faranno altrettanto verso coloro che sono in debito con loro.
M.L. Jones: “Il Signore, in realtà, sta dicendo che sono perdonato solo quando mi ravvedo sul serio. Ravvedersi seriamente significa rendersi conto di non meritare altro che una condanna e che il perdono ricevuto deve essere attribuito totalmente all’amore di Dio, alla Sua misericordia e grazia e a nient’altro. Significa anche che, se mi pento davvero, considerando la mia posizione davanti a Dio, e mi rendo conto di essere stato perdonato solo in questi termini, allora, inevitabilmente, perdonerò quelli che mi offendono.” Quindi la Bibbia, non insegna che l’uomo riceve il perdono di Dio se perdona gli altri uomini, ma il perdono verso il prossimo è la prova che Lui ha ricevuto il perdono di Dio, se non perdoniamo gli altri vuol dire che non abbiamo ricevuto il perdono di Dio. Così anche nella compassione verso gli altri! Chi ha sperimentato l’amore di Dio sarà compassionevole verso chi soffre! Chi ha conosciuto l’amore di Dio amerà gli altri ci ricorda 1 Giovanni 4:7-11.
Se davvero abbiamo conosciuto Cristo come nostro Salvatore, il nostro cuore è spezzato, ammorbidito e non possiamo essere duri e non possiamo rifiutare il perdono. Perciò la misericordia è il marchio della persona rigenerata, così il vero Credente, che è colui che è misericordioso, affronterà il giudizio serenamente, senza paura perché non sarà giudicato, gli sarà fatta misericordia, la misericordia trionfa sul giudizio. Tu come affronterai il giudizio di Dio? Se ci pensi un attimo…Dio ti accoglierà nel cielo? Quindi chi ha goduto e sperimentato la misericordia di Dio lo sarà con gli altri. Essere misericordiosi è l’atteggiamento e il risultato naturale di chi ha ricevuto Cristo e sperimentato la Sua grazia.
Quindi l'assenza di misericordia è un brutto segno. Se noi non sei misericordioso, vuol dire che non hai sperimentato il perdono di Dio, che non sei stato rigenerato, quindi non riceverai la Sua misericordia al momento del giudizio.
CONCLUSIONE.
In mezzo a questa società sempre più egocentrica e violenta, noi siamo chiamati a mostrare la misericordia di Dio con il nostro carattere e azioni. Niente in questo mondo così decaduto e moralmente rovinato porta il segno chiaro ed evidente della grazia di Cristo nei credenti come il perdono.
Purtroppo dobbiamo constatare come diceva J. C. Ryle: "È un fatto triste che ci sono pochi doveri cristiani così poco praticati come quella del perdono".
Noi in Matteo 5:7 troviamo sia un incoraggiamento e sia un avvertimento!
Un incoraggiamento verso il vero credente che dimostra di esserlo nel perdonare gli altri e nell’aiutare gli altri; l’avvertimento per chi pensa di essere un vero credente, ma come dato di fatto non lo è, perché in lui non c’è il la dimostrazione visibile della misericordia di Dio che si manifesta con il perdonare gli altri e nell’aiutare gli altri.
Essere misericordiosi oggi può essere considerato una debolezza per la società, ma se pensiamo che lo è Dio, che lo è Cristo, allora per noi sarà una grande spinta nell’esserlo. C’è qualcuno che devi perdonare? Perdonalo! C’è qualcuno da aiutare, anche se è straniero, o uno che ti ha fatto del male…. aiutalo! Ma voglio farti una domanda sei certo del perdono di Dio? Se non hai questa certezza perché non chiedi perdono a Dio confessandogli i tuoi peccati? 1 Giovanni 1:9 dice che se confessiamo i nostri peccati Dio è fedele e giusto, ci perdonerà e ci purificherà, allora nel giorno del giudizio non avrai paura, perché la misericordia trionfa sul giudizio!