Giovanni 6:51-58: Gesù è il pane della vita.
Gesù soddisfa pienamente i bisogni della nostra vita.
Uno scozzese tantissimi anni fa doveva andare in America e quindi aveva acquistato un posto su un grande transatlantico che facevano la spola tra l’Europa e l’America. Non aveva molti soldi, così decise di risparmiare sul cibo e fece scorta di crackers, formaggio e frutta prima della sua partenza. La nave salpò, cominciò a mangiare il suo pasto spartano. La cosa andò abbastanza bene per i primi quattro o cinque giorni. Ma mentre la nave si avvicinava a New York i crackers diventavano sempre più duri e disgustosi, e il formaggio ammuffito. Alla fine non c'era più niente che era buono da mangiare. Lo scozzese decise che sarebbe andato alla sala da pranzo e quindi di farsi almeno l’ultimo e unico pasto prima di attraccare a Manhattan. Immaginate la sua sorpresa nello scoprire che non doveva pagare nulla per l’intero viaggio! Il mangiare, per tutta la traversata dall’Inghilterra agli Stati uniti, faceva parte, era incluso nel biglietto!
Molti credenti, purtroppo, vivono senza rendersi conto delle benedizioni che hanno in Gesù. Non si rendono conto che Gesù è il Pane della vita, che soddisfa pienamente i bisogni di questa vita e per la vita che verrà! Questi credenti vivono nella povertà spirituale e non sono consapevoli delle benedizioni che hanno in Gesù e si sforzano di dare del proprio cibo duro, ammuffito e marcio! Gesù è il Pane della vita, che da tutto quello che è necessario per vivere la vita spirituale e anche ci dona la vita eterna. In Cristo Dio ha benedetto i credenti di ogni benedizione spirituale (Efesini 1:3); in Cristo i credenti hanno tutto pienamente (Colossesi 2:10)! Tutto per grazia! (Romani 11:6).
In questi versetti vediamo tre verità:
La prima verità è:
I LA RIVELAZIONE.
Per capire la rivelazione è importante conoscere:
A) La Situazione.
Vediamo il contesto, dunque il contesto. Dopo la moltiplicazione dei pani, la gente che aveva visto il miracolo, era determinata a prendere Gesù per farlo re (Giovanni 6:1-15). Anche se si ritira in disparte molte persone lo cercano e lo trovano (Giovanni 6:22-25). Gesù sapeva che queste persone lo voleva come re, non perché sentissero la necessità spirituale, ma perché avevano mangiato e quindi pensavano che Gesù fosse in grado di soddisfare tutte le loro necessità materiali quotidiane.
Gesù esorta a non pensare solo alle benedizioni fisiche e temporali, ma a cercare il cibo, la vita spirituale ed eterna, che il Figlio dell’uomo (Gesù) darà (Giovanni 6:25-27). La gente chiede cosa devono fare per compiere le opere di Dio, Gesù risponde di credere in colui che Dio ha mandato (Gesù, Giovanni 6:28-29). Così quelle persone chiedono a Gesù di mostrare un segno miracoloso e così loro avrebbero creduto. I loro padri mangiarono la manna nel deserto. Gesù risponde che non fu Mosè a dare la manna, “ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo”, è il pane di Dio che scende dal cielo e dà vita al mondo (Giovanni 6:30-33).
Alla richiesta di avere questo pane, Gesù risponde che Lui è il Pane della vita e chi va a Lui non avrà più fame e chi crede in Lui non avrà mai più sete. Quindi questo pane dal cielo, non è una cosa comune di tutti i giorni che la gente può avere semplicemente per soddisfare il loro appetito. Si tratta di un cibo spirituale disponibile per coloro che, attirati dal Padre al Figlio, si danno a Lui per fede (Giovanni 6:34-37).
Gesù è disceso per fare la volontà di Dio e la volontà di Dio è di non perdere nessuno di quelli che il Padre gli ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. La volontà di Dio è questa, chi contempla il Figlio e crede in Lui abbia vita eterna e Gesù lo risusciterà l’ultimo giorno, alla resurrezione vittoriosa alla fine del mondo (Giovanni 6:38-40). I giudei mormoravano perché Gesù aveva detto: “Io sono il pane che è disceso dal cielo”, non potevano credere a questo perché conoscevano i suoi genitori! Gesù ripete quello che aveva detto in precedenza riguardo al fatto che nessuno può andare da Lui se non lo attira il Padre e chi crede in Lui ha vita eterna (Giovanni 6:41-47).
Tuttavia, questa salvezza può diventare possibile solo per mezzo della morte di Gesù per coloro che lo riceveranno (Giovanni 6:48-59) .
In questa rivelazione vediamo che Gesù è:
B) La Salvezza.
(1) La Proclamazione di Gesù riguardo la salvezza.
v.51: "Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo". Gesù ne aveva parlato in precedenza nei versetti 33, 35 e 48, 50 che è il Pane della vita. “Il pane vivente” è sinonimo di pane della vita e indica che dà la vita. Il pane che Gesù darà è la Sua carne per la vita del mondo. Questa è chiaramente un’allusione alla Sua morte sulla croce per la vita del mondo. Indica il sacrificio, che Gesù donerà la sua vita, se stesso per la vita del mondo.
Il tema del Suo sacrificio è ripetuto molte volte nel Nuovo Testamento (Matteo 20:28; 2 Corinzi 5:21; Galati 1:4; 2:20; 3:13; Efesini 5:2, 25; 1 Timoteo 2:6; Tito 2:14; 1 Pietro 2:24; 1 Giovanni 2:2). Il Signore Gesù ha parlato diverse volte profeticamente della Sua morte sulla croce (Giovanni 2:19-22; 12:24; Matteo 12:40; 16:21; 17:22; 20:18; Marco 8:31; 9:31; 10:33-34; Luca 9:22,44; 18:31-33). Anche il sangue dei vv.53-56 ricordano il sacrificio di morte violenta di Gesù.
Senza sangue non c’è perdono, non c’è salvezza (Levitico 16:14-19; Matteo 26:28; Atti 20:28; Romani 3:23-25; Efesini 1:7; Ebrei 9:22; 1 Pietro 1:18-20). Gesù darà la Sua carne per la vita del mondo. La preposizione “per” (hyper) è ripetutamente trovato in un contesto sacrificale nel quarto Vangelo( Giovanni 10:11,15; 11:51-52; 15:13; 17:19; 18:14; cfr. anche Giovanni 13:37-38).
Gesù è l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Giovanni 1:29,36). Gesù stesso è colui che dà la sua carne, dunque il Suo sacrificio è volontario (Giovanni 10:18; Ebrei 9:13-14). Il Suo sacrificio è anche vicario per la vita del mondo. Isaia, aveva profetizzato del sacrificio vicario di Gesù, quando parlò del Servo sofferente (Isaia 52:13-53:12).
Gesù si dona per la vita per il mondo (Giovanni 3:15-17); è il Salvatore del mondo (Giovanni 4:42). Cristo senza la croce non è di alcuna utilità per credenti. Possiamo guardare al suo esempio, al modo in cui ha condotto la sua vita. Possiamo ammirarlo, ma questo non salva! Anzi il Suo carattere e di comportamento ci fa capire ancora di più che abbiamo bisogno di essere perdonati dai peccati, perché siamo lontani dallo standard di Dio, perché non siamo come è Lui, come noi dovremmo essere.
Grazie a Dio, Gesù morì in croce e coloro che credono saranno salvati, riconciliati con Dio (1 Pietro 3:18; Isaia 53:4-6; Romani 3:21-26; 2 Corinzi 5:21). La morte di Cristo soddisfa la giustizia divina. Gesù diede la Sua vita per un mondo peccatore per deporre la propria vita affinché, chi lo accoglie, ha la vita.
Quindi che Gesù è il Pane vivente, indica che è in grado di soddisfare pienamente il bisogno spirituale di salvezza degli uomini.
(2) La Provenienza di Gesù per la salvezza.
v.51: "Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo".
Così ancora leggiamo al v.57: "Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me".
Gesù viene dal cielo. “Cielo” (ouranós) indica un posto trascendente, il posto dove Dio dimora. (Matteo 5:16; 23:22; Atti 7:55; Apocalisse 11:13). Gesù discende dal cielo, dove condivideva la gloria con Dio (Giovanni 17:5; 3:13; Atti 1:10-11; 7:55).
Al v.53 leggiamo: "Perciò Gesù disse loro: In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi". Gesù parla di sé come il Figlio dell’uomo, quindi una persona che ha carne e sangue, ma è più di un semplice uomo.
"Figlio dell'uomo" esprime sia Gesù che Gesù è ha la Sua origine in cielo e dove ritornerà (Giovanni 1:51; 3:13), ed è anche associato, al suo innalzamento (sacrificio sostitutivo) sulla croce (Giovanni 3:14; 8:28;12:34).
“Figlio dell’uomo” ha evidenti affinità con Daniele 7:13-14 dove si parla di uno simile a un figlio d’uomo che viene sulle nuvole del cielo a cui è concessa un’autorità universale perché gente di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Gesù è Colui sul quale Dio ha messo il Suo sigillo di approvazione, (Giovanni 6:27), che viene dal cielo (Giovanni 6:62). Figlio dell'uomo è dunque un titolo che parla di Gesù come l'uomo in cui Dio è sommamente rivelato e la carne di questo “Figlio dell'uomo”, a differenza della carne e del sangue di ogni altro devono essere ricevuti per fede se si vuole avere la vita eterna.
La seconda verità è:
II IL RISULTATO.
In primo luogo vediamo:
A) L’Impegno di Gesù: La promessa nel dare la vita eterna.
Noi vediamo qui la promessa della vita eterna per coloro che “mangiano e bevono il sangue di Gesù”. v.51: "Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno". Così anche il v.54: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Leggiamo ancora il v.57: "Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me". Gesù vive per il Padre, cioè a causa della volontà del Padre che gli ha dato di avere la vita in sé stesso (Giovanni 5:26).
Il credente vivrà a motivo di Gesù, ma a differenza di Lui non hanno la vita in sé stessi, ma solo in Gesù. La vita eterna è sempre mediata per mezzo di Gesù. Nel v.58 leggiamo: "Questo è il pane che è disceso dal cielo; non come quello che i padri mangiarono e morirono; chi mangia di questo pane vivrà in eterno". Gesù ne aveva parlato prima al v.49. Gesù è il vero Pane che disceso dal cielo in contrasto con la manna discesa dal cielo ai tempi di Mosè che serviva per il loro sostentamento materiale, ma che comunque non avrebbe evitato la loro morte, anche se avessero vissuto per tanti anni, infatti, tutti sono morti. La manna nel deserto, mandata dal cielo era utile per sostenere la vita naturale nel deserto e non poteva concedere la vita eterna. Al contrario, Gesù è il Pane disceso dal cielo in modo tale che, se uno “lo mangia”, cioè si appropria di Gesù, la vita eterna sarà il risultato assicurato.
Gesù quindi promette, s’impegna a dare la vita eterna a coloro che lo ricevono. Questi versetti parlano che il vero credente ha la certezza della salvezza. La sicurezza che Gesù risusciterà il credente per la vita eterna. Questa vita eterna è certa perché non dipende dall’uomo, ma dipende da Dio interamente! (Giovanni 6:37-44; Romani 8:28-28-30; 1 Corinzi 1:8-9; Filippesi 1:6). Se un credente si perdesse per strada, Gesù fallirebbe come Salvatore e questo non può essere possibile!
Il grande predicatore scozzese Ebenezer Erskine (1680-1754) una volta visitò una donna che era sul letto che stava per morire. Il predicatore verificò se fosse pronta per il cielo. Quando la donna gli assicurò che era pronta ad andarsene per stare con Cristo in quanto era tenuta da una mano da cui nessuno avrebbe potuta strapparla, Ersikine le domandò: “Ma non avete paura di scivolarle dalle dita, alla fine?” “Questo è impossibile, per quello che ci avete sempre detto”, replicò lei. “Cosa vi ho detto?” , chiese. “Che siamo uniti a lui, e così siamo parte del suo corpo. Io non posso sfuggire dalle dita perché sono una di quelle dita. Inoltre, Cristo ha pagato un prezzo molto alto per la mia redenzione per abbandonarmi nelle mani di Satana. Se io dovessi essere perduta, egli perderebbe la sua gloria, perché una delle sue pecore è andata perduta.”
Se i credenti si perdessero, Gesù verrebbe meno alla missione che il Padre gli ha affidato (Giovanni 6:37-44). A riguardo Christopher Love dice: “Se gli eletti perissero, allora Gesù Cristo sarebbe molto infedele verso suo Padre, dal momento che Dio Padre gli ha affidato il compito di tenere al sicuro e di condurre in Cielo tutti coloro che egli ha eletti”.
La resurrezione alla vita eterna, (Giovanni 6:39,40,44) è la grande speranza del credente (Atti 23:6; 24:15; 1 Corinzi 15:12-58; 1 Tessalonicesi 4:13-18). Noi possiamo essere certi che Dio, quando promette una cosa la realizzerà perché non è un uomo, non mente! Tito 1:1-2: "Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è conforme alla pietà, nella speranza della vita eterna promessa prima di tutti i secoli da Dio, che non può mentire". Così anche Numeri 23:19: "Dio non è un uomo, da dover mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?".
Molte volte gli uomini si rimangiano le parole, oppure fanno delle promesse che non sono in grado di realizzare! Ma Dio no! Ciò che ha promesso realizzerà! John Blanchard: “La provvidenza di Dio adempirà tutte le sue promesse”. Anche il più piccolo dei credenti può godere di questa grande promessa: della vita eterna! Le promesse di Dio non sono per chi ha una grande o forte fede, ma per chi ha una vera fede! Dio non mai detto che la nostra vita sarebbe stata priva di problemi o di prove,ma ha promesso ai veri credenti un arrivo sicuro e che arrivo! Un arrivo in cielo dove godremo la vita eterna! D. L. Moody: “Dio non ha mai fatto una promessa che era troppo bella per essere vero”.
In secondo luogo, come risultato vediamo:
B) L’ Intimità con Gesù.
v.56: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui".
Quando riceviamo Gesù, significa che Lui vive in noi e noi viviamo in lui. Questo versetto ci parla di una costante reciproca dimora di Gesù e dei Suoi discepoli. Ci parla dell’unione spirituale che c’è tra Gesù e i veri credenti. Sinclair Ferguson: “ L'unione con Cristo è il fondamento di tutta la nostra esperienza spirituale e tutte le nostre benedizioni spirituali”. Di questo, se ne parlerà ancora in questo Vangelo (Giovanni 15:4-7). Questa reciproca dimora di Gesù è modellata sulla reciproca dimora del Padre col Figlio (Giovanni 17:20-21) ed è prodotta dalla terza persona della Trinità, lo Spirito Santo. (Giovanni 14:15-27). Da questa intimità, da questa comunione tutto confluisce nella vita del credente. Da una parte i credenti s’identificano con Gesù come Suoi discepoli e Gesù s’identifica nel credente nel senso di aiuto, di benedizione, di vita e presenza attraverso lo Spirito Santo.
Quindi questo passo indica un rapporto personale di fede, mediante la quale il credente riconosce, nel corpo crocifisso e nel sangue di Gesù versato, la base della fede e la certezza dell’unione spirituale con Cristo che ne consegue. Questo indica che c’è un vitale con Cristo senza la quale non possiamo avere vita spirituale e la forza di vivere la vita cristiana secondo la volontà di Dio.
Perciò vediamo:
C) L’Intensità che viene dall’unione con Gesù.
v.57: "Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo a motivo del Padre, così chi mi mangia vivrà anch'egli a motivo di me". Dall’unione spirituale con Gesù, il credente riceve forza ed energia per vivere la vita cristiana secondo come vuole Dio, portando frutto! Giovanni 15:5: "Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla".
Ogni giorno la nostra vita può essere vissuta nella potenza di Cristo. Galati 2:20 : 20 Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me. Questo significa che più saremo in comunione con Cristo, nel senso di rapporto intimo e profondo con Lui, più sperimenteremo la Sua potenza in noi e più saremo simili a Lui. Il potere di vivere la vita cristiana in modo che piace a Dio, dipende dalla comunione quotidiana con il Signore vivente. La chiave per vivere la vita cristiana è che soltanto Cristo può viverla! Non è una tecnica o una disciplina, ma un rapporto in cui permetti a Gesù di stabilirsi nel tuo cuore e di permettergli di vivere in te la vita che non riusciresti a viverla da solo! (Efesini 3:17; Galati 5:22).
La terza verità è:
III Il REQUISITO
Prima di vedere il requisito vediamo:
A) La Discussione degli interlocutori di Gesù.
v.52: "I Giudei dunque discutevano tra di loro, dicendo: 'Come può costui darci da mangiare la sua carne?'" .
La verità proclamata da Gesù riguardo se stesso, riguardo che darà la Sua carne (v.51), non fu apprezzata dai Suoi interlocutori che discutevano tra di loro sul fatto di come Gesù potesse dare la Sua carne. “Costui” (hoútos) può essere in senso dispregiativo. Gli interlocutori di Gesù non avevano capito, non riuscivano a cogliere la verità spirituale che stava dietro le parole di Gesù. Il perché i Giudei ragionassero tra di loro non è spiegato, forse vi erano quelli che erano disposti ad accettare l’insegnamento di Gesù, anche se non lo capivano, altri sicuramente trovavano quelle parole ripugnanti. Gli ebrei cominciarono a discutere tra loro. Il verbo "discutevano" (máchomai) è molto forte, indica parlare in modo acceso, animatamente, un conflitto serio e aspro.
In secondo luogo vediamo:
B) L’Ammonizione di Gesù.
vv.53-54: "Perciò Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi.Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Quindi Gesù affermò quelle verità prima negativamente e poi positivamente. Gesù non fece nessuna concessione alla loro perplessità, anzi rincarò la dose dicendo che se non avessero bevuto il Suo sangue non avrebbero avuto vita in loro. Anche di fronte alla loro incredulità, Gesù non abbassa i toni, non li ammorbidisce, ma rende il suo insegnamento ancora più difficile, più duro per loro da ingoiare con l'aggiunta del concetto sconvolgente di bere il Suo sangue.
Ora vediamo il requisito:
C) L’Interpretazione di mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue.
In questi versetti per avere la vita eterna e la comunione con Gesù, Gesù dice che dobbiamo mangiare il pane, mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue (vv. 51, 53, 54,56).
"Carne e sangue" è un modo di dire ebraico che si riferisce alla persona nella sua interezza (Matteo 16:17; 1 Corinzi 15:50; Galati 1:16; Efesini 6:12; Ebrei 2:14). Gesù sta parlando metaforicamente e non letteralmente, quindi non si sta riferendo alla Cena del Signore. Molti studiosi pensano che Gesù non stia parlando di Cena del Signore, perché qui usa “carne”(sárx) e non “corpo” (sóma) più comunemente usato nella Cena del Signore (Matteo 26:26; Marco 14:22; Luca 22:19; 1 Corinzi 10:16; 11:24). Oltre a questo ci sono almeno sei motivi per cui non si riferisce alla cena del Signore.
Il primo motivo è:
(1) La proibizione nell’Antico Testamento.
Bere il sangue era proibito da Dio, lo vediamo con l’ordine a Noè (Genesi 9:3-4) e con la legge Mosaica (Levitico 17:10-14; 19:26). Anche gli apostoli lo vietarono ai neo-credenti di origine pagana (Atti 15:29). Quindi Gesù non poteva riferirsi a qualcosa di letterale.
Il secondo motivo è che:
(2) Gli interlocutori non erano credenti.
Gli interlocutori di Gesù non erano certamente credenti!! Perché Gesù avrebbe parlato della Cena del Signore con un gruppo di persone che non erano veri credenti? (Giovanni 6:26-43) . L’istituzione della Cena del Signore sarà fatta un anno dopo ed è solo per i credenti, perché si parla di comunione con Cristo (1 Corinzi 10:14-16). I non credenti non sono salvati e non sono in comunione.
Il terzo motivo è che:
(3) Gesù ha messo in chiaro che lui non stava parlando in termini letterali (Giovanni 6:63).
Gesù stava usando un'analogia per trasmettere una verità spirituale. Gesù usa altre metafore in questo Vangelo come per esempio che è la porta (Giovanni 10:7,9); che è la vera vite (Giovanni 15:1,5). Queste verità che riguardano Gesù, non sono da intendersi in modo letterale, ma sono delle similitudini, delle analogie della vita materiale per illustrare verità spirituali. I messaggi del nostro Signore Gesù riportati nel Vangelo di Giovanni sono pieni di simboli e immagini. Se li considerassimo letteralmente faremmo lo stesso errore dei Suoi interlocutori e rimarremmo confusi. Gesù non è una porta, non è una vite, non è un pane, non è una carne o un sangue da mangiare e bere letteralmente, in senso materiale! Come il mangiare e bere è necessario per la nostra vita materiale, mangiare la sua carne e bere il suo sangue, significa accettare per fede il Suo sacrificio, è necessario per avere la vita eterna. “Mangiare e bere” (ricevere Gesù per fede) sono assolutamente essenziali per la vita eterna. (Giovanni 3:16; 11:25-26).
Un quarto motivo per cui non sta parlando letteralmente è:
(4) Il tempo del verbo greco.
In Giovanni 6:50-51,53 il tempo per mangiare e bere è aoristo, che significa una volta per tutte ci si appropria della salvezza di Cristo e non il mangiare e bere continuamente il Suo corpo e il Suo sangue. Ciò contrasta con il tempo presente e imperfetto, che ritraggono l'azione come un processo continuo. Benché la fede in Gesù è dinamica, di ogni giorno, il credere in Lui per entrare in un rapporto di salvezza, è un momento unico e definito, non va fatto ogni giorno, questo confermerebbe che il mangiare e bere indica che si riferisce non a consumare la cena del Signore, ma a credere in Gesù per essere salvati come un unico e definito momento come vediamo da questi versetti (Atti 4:4; 1:17,21; 13:48; 16:31; 17:12; Romani 10:9,14; 1 Corinzi 15:2,11; Efesini 1:13).
Il quinto motivo è:
(5) I verbi dei versetti 40 e 54 sono strettamente paralleli.
Giovanni 6:40: "Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
Giovanni 6:54: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". L'unica differenza sostanziale è che il v. 40 parla di mangiare carne e bere il sangue di Gesù, mentre il v.54, esattamente nella stessa posizione concettuale, parla di contemplare il Figlio e di credere in Lui. La conclusione è ovvia: mangiare e bere del v. 54 è metaforico ed equivale a contemplare e a credere del v.40.
Infine il sesto motivo è:
(6) Se Gesù stesse parlando principalmente della Cena del Signore per avere la vita eterna (vv.53-54), dobbiamo concludere che l'unica cosa necessaria per la vita eterna è la partecipazione alla mensa del Signore.
Così uno che non ha fede e non si è mai pentito dei peccati, basta che partecipi alla Cena del Signore e sarà salvato! Questo è in contraddizione con tutto il Nuovo Testamento! Oppure possiamo dire al contrario: se, dunque, Gesù parlava di un’ordinanza per la chiesa o di un sacramento per essere salvati, quindi tutti coloro che non ha mai condiviso quest’esperienza sono spiritualmente morti e andranno all'inferno. Ciò include tutti i santi dell'Antico Testamento, il ladro sulla croce e una miriade di persone che hanno fiducia in Cristo e che in situazioni di emergenza (ospedali, incidenti, ecc.) non possono prendere la Cena del Signore.
C’è anche da dire che molti che prendono la Cena del Signore non hanno la vita eterna perché non hanno mai avuto una fede e un pentimento genuino!! È la fede in Gesù, nel Suo sacrificio che salva e non il mangiare la Cena!
Giovanni 6:27-29: "'Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo'. Essi dunque gli dissero: 'Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?' Gesù rispose loro: 'Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato'". Così anche Giovanni 6:35-36: " Gesù disse loro: 'Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. Ma io ve l'ho detto: -Voi mi avete visto, eppure non credete!-'"
Giovanni 6:47: "In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna". Hai ricevuto Cristo per fede? La tua vita, appartiene a Gesù? Puoi anche prendere la Cena del Signore, ma se non ti sei affidato completamente a Lui, se non credi veramente al Suo sacrificio se non ti sei mai pentito dei tuoi peccati, non hai la vita eterna!
Forse questa è l’occasione per poterlo fare, allora potresti dire: "Signore Gesù Cristo, voglio dirti che io accetto tutte le cose dette nella Scrittura del mio peccato e il mio bisogno di te. Sono consapevole che sono mancante davanti a te, che sono lontano dallo standard perfetto della tua legge e della Tua santità! Riconosco che non posso salvarmi con i miei sforzi, ma solo per la Tua grazia e per il sangue di Gesù io posso essere salvato! Riconosco che Gesù è morto per me sulla croce duemila anni fa e gli apro il mio cuore per essere salvato e per essere Tuo figlio e Tuo servo.” Credere o non credere in Gesù non è una questione di stare meglio interiormente, considerarsi spirituali o altre cose del genere! È piuttosto una questione di vita o di morte! Senza Gesù le persone andranno alla perdizione, all’inferno (Giovanni 3:16; 2 Tessalonicesi 1:6-10; Apocalisse 20:11-15). Tu dove andrai?
CONCLUSIONE.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i nazisti costrinsero molti dodicenni e tredicenni ad essere ragazzi nella Gestapo Junior. Questi ragazzi erano trattati molto duramente e gli veniva assegnato lavori disumani da eseguire. Quando la guerra finì, la maggior parte dei ragazzi avevano perso le tracce delle loro famiglie e vagavano senza cibo e senza non avevano riparo. Nell'ambito di un programma di aiuti alla Germania post-bellica, molti di questi ragazzi furono messi in tendopoli. Qui, i medici e gli psicologi hanno lavorato con i ragazzi nel tentativo di ripristinare la loro salute mentale e fisica. Essi scoprirono che molti dei ragazzi si risvegliavano nel cuore della notte, urlando di terrore. Un medico ha avuto un'idea per la gestione di questa paura. Dopo l'alimentazione dei ragazzi un pasto abbondante, li mise a letto con un pezzo di pane in mano, che gli è stato detto che lo avrebbero avuto con sé fino al mattino. I ragazzi poi dormivano profondamente perché, dopo tanti anni di fame, avevano finalmente la certezza di cibo per il giorno successivo.
La stessa verità vale per il cristiano. Questi passi e molti altri ancora nel Nuovo Testamento, affermano che una volta che si ha “il pane della vita” (Gesù) nel nostro cuore si può avere la certezza che non ci lascerà mai più! (Romani 8:35-39). Abbiamo la speranza del Cielo basata sulle promesse di Dio. Hai tu questa certezza? La vuoi avere? Pentiti dei tuoi peccati davanti a Dio e credi Gesù come tuo Salvatore e Signore che è morto in croce per te!