Giovanni 4:27-42: La missione vista da Gesù.
Andrew Meekens non perse l'occasione di raggiungere gli altri per Cristo. Era un anziano nella Chiesa Evangelica Internazionale di Addis Abeba, ed è stato uno di quelli che sono morti il 23 novembre 1996, quando un jet dirottato a corto di carburante si è schiantato nei pressi delle isole Comore. Secondo i sopravvissuti del disastro, dopo che il pilota ha annunciato che avrebbe tentato un atterraggio di emergenza, Meekens si alzò in piedi e parlò, calmando i passeggeri sul volo Ethiopian Airlines. Meekens poi presentò il Vangelo di Gesù Cristo, invitò le persone ad affidarsi a Cristo per essere salvati dai loro peccati. Un assistente di volo superstite disse che una ventina di persone accettarono Cristo come loro Salvatore, tra cui un altro assistente di volo che non è sopravvissuto allo schianto. Il credente è chiamato ad evangelizzare, alla missione di testimoniare e predicare Cristo. In questi versetti vediamo alcune caratteristiche della missione. Gesù si rivela alla donna riguardo al fatto che è il Messia, mentre i due parlano giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che egli parlasse con una donna; eppure nessuno gli chiese: «Che cerchi?» o: «Perché discorri con lei?» La loro sorpresa è pregiudiziale, per esempio alcuni (anche se non tutti) pensavano che per un rabbino che parlava molto con una donna, anche sua moglie, nel senso migliore era una perdita di tempo e nel senso peggiore una deviazione dallo studio della Torah, e quindi potenzialmente un grande male che potrebbe portare all'inferno.
Gesù stesso non era legato al sessismo del suo tempo (Giovanni 7:53-8:11; 11:5; Luca 7:36-50; 8:2-3; 10:38-42).
Noi impariamo alcune aspetti della missione in relazione alla donna, a Gesù e alla gente,ai concittadini della Samaritana.
I LA DONNA: LA RIVELAZIONE PER LA MISSIONE. (vv.28-30).
La donna che incontrò Gesù al pozzo andò subito in missione, in questa donna vediamo:
A) La Priorità della missione.
v.28: "La donna lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città".
Per la donna l’incontro con Cristo è stato sconvolgente e così importante tanto da lasciare quello che stava facendo per andare in città a proclamare Gesù! La cosa è ancora più straordinaria se pensiamo al fatto che normalmente le donne non conversavano con gli uomini in pubblico, ma solo in privato dentro casa. Noi impariamo che il servizio per il Signore richiede una priorità più alta rispetto alle nostre normali attività quotidiane. Oggi purtroppo molti cristiani non mettono il Signore al primo posto, prima vengono i loro affari, i loro impegni, anche i loro hobby e poi il tempo che rimane, se rimane, è per Gesù. Così troviamo cristiani solo domenicali e per il resto della settimana vestono un altro ruolo! Ma Lasciare alle spalle ciò che per noi è importante per il bene della testimonianza di Gesù è il segno di un vero discepolo.
Quindi in questi versetti si parla del:
B) Posto della missione.
v.28: "La donna lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente".
Il luogo della missione è stata la città natale della donna e le persone a cui ha testimoniato era la popolazione della città. Dio certamente chiama alcuni per andare in luoghi lontani a portare il Vangelo, ma molte persone sono chiamate a portare il Vangelo a coloro che li circondano.
Atti 1:8: "Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra". Notate che gli apostoli dovevano cominciare la testimonianza di Gesù nel posto doveva vivevano. Quindi la testimonianza comincia dalle persone che conosciamo, senza ovviamente tralasciare le opportunità di persone che non conosciamo.
C) I Presupposti per la missione.
E’ molto sorprendente il suo desiderio di testimoniare davanti la gente del paese il quale aveva precedentemente avuto ragione di evitare per il suo comportamento immorale. Perché quella donna lasciò ogni cosa per andare a dire alla sua gente la sua esperienza con Gesù? Lo vediamo al v.29: " Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?" Alcune cose sono necessarie prima che la donna abbia potuto servire Gesù.
(1) In primo luogo, la sua conversione a Cristo.
La donna credeva nel Messia, credeva che sarebbe venuto per annunciare ogni cosa (v.25). Gesù gli aveva rivelato che Lui era il Messia, l’iniziativa è stata Sua e non della donna, come confermato anche dal contesto v.7, ma sconvolta e quindi anche incoraggiata a credere alla Messianicità di Gesù, perché Gesù sapeva tutto di questa donna, sapeva quanti uomini aveva avuto. La donna cambiò atteggiamento verso Gesù riconoscendo ciò che Gesù è: il Messia! v.29: "Non potrebbe essere lui il Cristo?" Prima aveva riconosciuto Gesù come profeta v.19, ma ora va oltre perché dice: "Non potrebbe essere lui il Cristo?" . La donna era pienamente convinta che Gesù era il Messia, ma la sua domanda o serviva a suscitare curiosità e ha avuto l'effetto desiderato o è stata per saggia a non dichiarare senza mezzi termini che Gesù era il Messia, forse lo ha fatto con delicatezza, sarebbe stato sconveniente, presuntuoso, e probabilmente inefficace per questa donna tentare di insegnare agli uomini della città verità spirituali. Così il testo ci dice che la gente uscì dalla città e si diresse verso di Lui.
(2) In secondo luogo vediamo la sua conoscenza di Cristo.
La donna comunica ai suoi concittadini delle cose su Cristo perché le conosce per esperienza. Lei sa che Egli è il Messia (il Cristo) e che Egli è onnisciente (mi ha detto tutto quello che ho fatto). Questo commento evidenzia anche la consapevolezza della donna, della miseria del suo passato. Ovviamente, la conoscenza di Gesù della sua vita privata aveva fatto una profonda impressione su di lei e si precipitò a chiamare i suoi concittadini.
Con evidente emozione la donna disse: Questa conoscenza di Cristo le ha permesso di testimoniare in modo intelligente. Non si può essere testimoni di Cristo se non si conosce Cristo sia a livello intellettuale, ma anche a livello di esperienza. Senza questi tipi di conoscenza non ci saranno ne argomenti, perché uno parla di cose che conosce e nemmeno la passione, la motivazione nel presentarle, perché se non sperimenti Cristo veramente non sarai motivato a parlarne, a meno che non sia proprio un argomento filosofico o religioso, ma in questa donna non vediamo questo, vediamo l’atteggiamento di chi conosce e crede in quello che conosce! Forse gli abitanti sono stati colpiti dal suo entusiasmo e candore, come dal suo argomento.
In ogni caso, hanno deciso di verificare di persona, e andarono verso il pozzo di Giacobbe, mentre Gesù stava ancora conversando con i suoi discepoli. Noi possiamo fare due applicazioni. 1)Noi impariamo che dobbiamo lasciare alle spalle la nostra vergogna per il passato perché Gesù sa tutto di noi, perciò pentiamoci e riceviamo il suo perdono. (1 Giovanni 1:8-10). 2)Inoltre possiamo dire che Dio può usare il vuoto della nostra vita passata, per aiutarci a trasmettere agli altri la meraviglia del Suo perdono. (1 Timoteo 1:16).
Ma non dobbiamo soffermarci sul passato una volta confessate, perché potrebbe bloccarci nello stesso tempo nella testimonianza del Vangelo.
Dunque vediamo:
D) La Proclamazione nella missione.
v.29: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?"
Di solito gli ebrei non pensavano al Messia principalmente come un insegnante (se non forse come un insegnante dei Gentili). Mentre i Samaritani raffiguravano il Messia come colui che avrebbe rivelato la verità, in linea con il suo ruolo di profeta finale (Deuteronomio 18:15-19) . Giovanni aveva detto che Gesù è il 'rivelatore' di Dio in modo da superare sia le aspettative Ebraiche che Samaritane (Giovanni 1:18; 14:6). Quello che sedeva presso il pozzo e le chiese da bere dell’acqua non era altri che il Messia promesso, quello che avrebbe dato effettivamente l'acqua viva. E’ del tutto in linea con questo Vangelo che Gesù debba, senza ambiguità dichiarare se stesso, di essere il Messia a un Samaritano, ma non al suo popolo, perché per molti ebrei, il titolo di Messia aveva un significato politico e militare, e per questo motivo, la sua auto-rivelazione in ambienti giudaici doveva essere più contenuta e sottile (Giovanni 6:15; 10:24).
Quella donna ha predicato Cristo! La predicazione come quella Apostolica è solo Cristo. Per esempio Pietro parlando di Gesù dice Atti 4:12: "In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati". Ma la stessa cosa vediamo che aveva fatto altre volte (Atti 2:36; 3:26;10:43). Così anche Paolo (Atti 13:38-39;17:1-3).
E) Il Proposito della missione.
vv.29-30: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo? La gente uscì dalla città e andò da lui".
A causa della notorietà della donna per immoralità, i suoi concittadini sono curiosi di vedere di persona quello che ha effettuato un notevole cambiamento nella donna. Noi impariamo che lo scopo della missione non è far sentire bene gli altri e nemmeno mettere noi stessi al centro della testimonianza, ma predicare Cristo! In questo modo portiamo gloria a Dio! Oggi il diavolo sta cercando di allontanare la chiesa da questo obbiettivo importante mettendo più enfasi sull’uomo, su programmi sociali (cibo vestiti, abitazioni) anche sul far stare meglio la gente anche interiormente, questo non è sbagliato,ma non è fine a se stesso, l’obbiettivo primario è la gloria di Dio! (Efesini 1:6-14).
II GESÙ: LA RAGIONE PER LA MISSIONE. (vv.31-38).
I discepoli non erano presenti Quando Gesù parlava con la Samaritana, erano andati a comprare del cibo Giovanni 4:8 e quando sono tornati, invitarono Gesù a mangiare V.31: "Intanto i discepoli lo pregavano, dicendo: 'Maestro, mangia'". La risposta di Gesù non si fece attendere, v. 32 "Ma egli disse loro: 'Io ho un cibo da mangiare che voi non conoscete'". I discepoli pensarono che qualcun altro gli avesse portato qualcosa da mangiare (v.33). Ma vediamo la replica di Gesù al v.34: "Gesù disse loro: Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua". Egli decide di usare la circostanza per insegnare ai suoi seguaci qualcosa riguardo la sua missione. Dall’acqua con la donna ora il discorso si sposta al cibo. Quasi certamente c’è un eco di Deuteronomio 8:3: "Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del SIGNORE". (Matteo 4:4 ;Luca 4:4). Noi non viviamo solo di cibo materiale, ma anche di cibo spirituale e se non ci cibiamo di cibo spirituale siamo morti spiritualmente. Noi come lo era Gesù siamo più appagati nel fare la volontà di Dio che soddisfare le nostre varie necessità fisiche. Il cibo è quella cosa che ci da vita e nello stesso tempo lo scopo primario per cui lavoriamo.
Noi vediamo:
A) La Passione di Gesù per la missione.
Gesù non stava dicendo che quando le persone sono realmente spirituali non mangiano, ne stava dicendo che Lui non mangiava, ma Gesù dice che dobbiamo avere una tale passione per l'opera di Dio che da dimenticare temporaneamente il nostro benessere fisico. Cristo era così preso dalla sua opera, dalla missione che il Padre gli aveva affidato che Lui la preferiva sopra cibo fisico. Molti nel mondo presi dalle loro ideologia sono così entusiasti che a volte rinunciano persino a mangiare, ma non molti cristiani sono disposti a rinunciare a mangiare per servire Dio! Gesù il modello perfetto per la missione insegna a tutti i cristiani, a tutti i veri discepoli a rinunciare ai propri bisogni per Gesù. La passione per Gesù ha caratterizzato il grande William Wilberforce, l'uomo che fece tanto per combattere i mali della schiavitù nel diciannovesimo secolo. Apparentemente sembrava poca cosa, ma quando si alzò per affrontare la Camera dei Comuni, i membri in un primo momento si misero a sorridere a questa strana figura di poca cosa. Egli era malaticcio e insignificante. Ma quando cominciò a parlare, il popolo ben presto realizzò un fuoco ardeva dentro di lui. Di Wilberforce è stato detto: "Il pesciolino piccolo è diventato una balena." Ma evidentemente il servizio di Dio era il suo cibo. Così anche gli storici dicono che John Knox, il grande predicatore scozzese, era così debole come un vecchio con un equilibrio incerto sul pulpito, ma quando cominciava a predicare la sua voce, in un primo momento molto debole dopo, progressivamente diventava uno squillo di tromba.
Quindi:
B) La Precedenza di Gesù per la missione.
La missione per Gesù era prioritaria, aveva la precedenza su tute le altre cose, anche come un bisogno importante come il cibo. In precedenza, abbiamo notato questa priorità nella donna lasciando la brocca per informare i suoi concittadini di Cristo. Molti oggi sono più preoccupati per le cose materiali che spirituali, non dando la priorità al regno di Dio, ma Gesù dice in Matteo 6:33-34: "Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno". Questo comando(cercate- imperativo presente) è spesso dimenticato e ignorato fra coloro che si professano cristiani di oggi.
Ma in Gesù vediamo un’altra caratteristica:
C) La Posizione di Gesù nella missione.
Che atteggiamento dobbiamo avere nella missione? Cosa ci insegna Gesù? Gesù è venuto a fare la volontà del Padre (Giovanni 5:36; 6:38), la Sua dedizione e ubbidienza totale è profetizzata nell’Antico Testamento (Salmi 40:7-9), questa inizia con il Suo ingresso nel mondo (Ebrei 10:5-9) poi anche è colma in tutta la Sua vita (Giovanni 8:29), è venuto a compiere le opere di Colui che lo ha mandato (Giovanni 9:3-4; 10:25,32,37-38; 14:10; 17:4) e culmina nel sacrificio in croce.
Noi leggiamo che Gesù dice in Giovanni 4:34: "Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua". La posizione corretta d’adottare in materia di missione, di servizio è quella della sottomissione. Se Cristo è stato sottomesso alla volontà di Dio, quanto più noi dobbiamo essere sottomessi alla volontà di Dio nel nostro servizio.
Non possiamo servire Dio a modo nostro e nemmeno per quelle cose che non ci costano nulla. Molti sono disposti a "servire Dio" fintanto che la volontà di Dio sembra corrispondere alla propria. La vera prova d’ impegno è la sottomissione alla volontà di Dio quando l'obbedienza sembra essere contro il proprio interesse personale.
D) La Persistenza Gesù nella missione.
John Blanchard: “Nessuna chiesa è obbediente se non evangelizza”. Se non evangelizziamo stiamo venendo meno la comando di Gesù che è ripetuto tante volte nel Nuovo Testamento. Gesù è stato fedele, ubbidiente non si è tirato indietro alla missione che il Padre gli ha affidato. Giovanni 4:34: "Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua". Cristo era interessato a fare un lavoro completo. Questa enfasi di completamento la vediamo quando era sulla croce pochi attimi prima di morire disse: "E’ compiuto!" (Giovanni 19:30). L'apostolo Paolo ha parlato in modo simile quando ha detto: "Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede". (2 Timoteo 4:7). In questo vediamo la fedeltà fino alla fine. William Gurnall: “Come ci può essere grande fede in cui la fedeltà è poca?” Chi non conosce i momenti di scoraggiamento, di timore nell’opera del Signore, ma Gesù c’insegna ad affrontare la missione con forza e coraggio e quando mancano siamo chiamati a pregare come fece Lui nel Getsemani (Matteo 26:36-46).
E) Le Promesse riguardo la missione.
Cristo ha parlato ai suoi discepoli sul servizio, sulla missione e li ha incoraggiati dando loro delle promesse meravigliose riguardo la loro missione.
(1) In primo luogo vediamo la promessa dei risultati.
Giovanni 4:35: "Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ebbene, vi dico: alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura". Dal tempo della semina autunnale all’inizio della mietitura del grano passavano circa sei mesi, anche se fra l’ultima semina e l’inizio della mietitura potevano passare anche quattro mesi (forse era un proverbio o un modo di dire). Comunque Gesù stava parlando metaforicamente, e voleva attirare l’attenzione dei discepoli sull’imminente mietitura fra i Samaritani che nel frattempo stavano venendo da Lui dopo aver sentito la testimonianza della donna. Gesù stava sollecitando i discepoli ad aprire gli occhi per comprendere il significato di quando stava accadendo, era arrivato il tempo della raccolta. Ci sono quattro mesi restanti fino alla raccolta, ma sul piano storico-salvezza il raccolto è già iniziato. Egli si è impegnato in tale raccolto che è parte integrante del lavoro del Padre che gli ha dato da fare (v. 34). La particolare applicazione di questo testo, dunque, si riferisce agli uomini provenienti dalla città (a cui la donna ha testimoniato) per vedere Cristo.
(2) In secondo luogo la promessa delle ricompense.
Giovanni 4:36: "Il mietitore riceve una ricompensa e raccoglie frutto per la vita eterna, affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino insieme". La ricompensa e il raccolto si riferisce alle persone che diventano seguaci di Gesù, i Samaritani, che venivano dalla città, erano pronti per essere raccolte. (frutto-karpós è un termine missionario Romani 1:13; 1 Corinzi 9:7; Filippesi 1:22).
Gesù stava per vedere questo raccolto. Così il seminatore e il mietitore si rallegrano insieme. L’idea del seminatore e del mietitore, primariamente richiama alla mente la promessa escatologica di Amos 9:13: "'Ecco, vengono i giorni', dice il SIGNORE, 'in cui l'aratore s'incontrerà con il mietitore, e chi pigia l'uva con chi getta il seme; quando i monti stilleranno mosto e tutti i colli si scioglieranno'". Questa ribadisce così la benedizione miracolosa, incessante fecondità e prosperità. Gesù può quindi dire che il tempo escatologico si è levato nel suo ministero, la nuova epoca è stata inaugurata, in cui la semina e la mietitura si uniscono nella raccolta della comunità messianica, una raccolta di vita eterna.
In Gesù c’è la vita eterna (Giovanni 3:16,36; 5:24). Secondariamente Gesù voleva incoraggiare i discepoli riguardo la certezza del raccolto preparando così la strada ai vv. 37-38. Nel loro mandato hanno sperimentato questo, basta leggere il libro degli Atti. La promessa dei risultati è un grande incoraggiamento al servizio. Essere incoraggiati nel vostro servizio che ci saranno risultati. Essi non possono essere sempre in grande abbondanza, ma saranno presenti.
(3) In terzo luogo la promessa del rallegramento.
Giovanni 4:36:" …affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino insieme".
In senso letterale ne parla Deuteronomio 16:13-14 e metaforicamente in Salmi 126:5-6 e Isaia 9:3. C’è gioia in quando un peccatore si ravvede dice Gesù altrove (Luca 15:7,10).
F) Il Partenariato nella missione.
Uno semina e un altro miete Giovanni 4:37-38: "Poiché in questo è vero il detto: 'L'uno semina e l'altro miete'. Io vi ho mandati a mietere là dove voi non avete lavorato; altri hanno faticato, e voi siete subentrati nella loro fatica".
Gesù è il mietitore, ma non si capisce bene se ha in mente un seminatore in particolare (c’è chi ha pensato che Gesù si riferisse a Giovanni Battista, all’opera dei profeti, al Padre stesso e Gesù sarebbe il mietitore, più corretto sembra il Padre (Giovanni 6:37-38,44 ,65;10:29; 17:6). Comunque sia il detto potrebbe essere preso come una dichiarazione complessiva con il significato che alcuni raccolgono il frutto di un’opera evangelistica o missionaria in un secondo momento senza aver faticato, seminato prima, perché lo hanno fatto altri, ma entrambi si rallegrano per il raccolto.
Questo non significa che c’è sempre la distinzione tra la semina e chi miete. Perciò subentrare nella loro fatica, significa assumere il loro lavoro e trarre il frutto della loro fatica. George Müller ha fondato molti orfanotrofi nel 1800. All'inizio della sua vita ha fatto la conoscenza di tre uomini, e cominciò a pregare per la loro salvezza. Müller ha vissuto a lungo, ma quando morì, nessuno di quegli uomini si era ancora affidato a Cristo. Nel suo diario aveva registrato che ha pregato per questi uomini ogni giorno durante la sua vita. Il fatto meraviglioso è che questi uomini hanno incontrato Cristo, due di loro quando avevano uno settant’anni e l’altro era ottantenne! Müller ha seminato, ma qualcun altro ha raccolto. Gesù pone i Suoi discepoli nella loro situazione missionaria, Egli li ha mandati e li manderà, raccoglieranno dopo l’ascensione di Gesù. Ma Cristo ci dà una lezione necessaria per la missione che riguarda la collaborazione.
Ognuno è usato da Dio in modo diverso e dovremmo vedere l’opera di Dio non con gelosie e invidie, perché è Dio il Signore della messe. (1 Corinzi 3:6-8). Sia che seminiamo o che mietiamo le nostre vite devono essere permeata da un senso di urgenza e di umiltà, abbiamo bisogno l’uno dell’altro e Dio,il Sovrano della messe usa l’uno e l’altro secondo i Suoi progetti.
III LA GENTE: IL RISULTATO DELLA MISSIONE. (vv.39-42).
A) L’Influenza della gente.
Giovanni racconta l’effetto della testimonianza della donna Samaritana parlò ai suoi concittadini riguardo Gesù e alla sua esperienza con Lui, e molti vennero a Cristo.
Giovanni 4:39: "Molti Samaritani di quella città credettero in lui a motivo della testimonianza resa da quella donna: 'Egli mi ha detto tutto quello che ho fatto'". Questo versetto è un grande incoraggiamento per coloro che pensano di non avere le competenze e abilità eccezionali nel servire il Signore. Questa donna ha fatto ciò che poteva fare: ha detto alla gente della città quello che sapeva di Cristo e li esortati ad andare a Cristo. Di conseguenza, molti di loro hanno creduto in Cristo. Fai quello che puoi fare e lascia che il Signore si prenda cura del resto.
Un minatore una volta interruppe John Hutton, un predicatore famoso gallese, saltando in piedi nel mezzo di una predica condusse la chiesa a lodare Dio. Hutton fu preso alla sprovvista e decise di conoscere quell’uomo. L'uomo gli disse che era un cristiano solo da pochi mesi e che era tutto così meravigliosamente differente che non riusciva a stare fermo mentre si predicava la Parola! Poi disse: "Sono stato molto male. Ero un ubriacone. Ho dato in pegno i mobili. Picchiavo mia moglie. E ora la mia vita è vera vita, splendida vita che vale la pena vivere". Quando gli fu chiesto come era andata tra i suoi compagni giù in miniera, rise e rispose: "Oggi mi hanno chiesto: 'Tu credi veramente a Gesù? Credi veramente a quella storia di Gesù che ha cambiato l’acqua in vino?' Io ho risposto loro:' Non so nulla circa l'acqua e il vino, ma so questo: che nella mia casa Cristo ha trasformato la birra in mobili e che è un miracolo abbastanza buono per me'".
Il minatore come la Samaritana non poteva dare ai cittadini tutte le risposte giuste teologiche, ma hanno visto sicuramente qualcosa di cambiato in lei e sono andati da Gesù.
B) L'Invito della gente.
Giovanni 4:40: "Quando dunque i Samaritani andarono da lui, lo pregarono di trattenersi da loro; ed egli si trattenne là due giorni".
Essi erano stati impressionati da Gesù e lo invitarono a rimanere ancora con loro, e Gesù rimase con loro ancora due giorni. Chissà quante domande gli fecero! Da sottolineare che tra Samaritani e Giudei c’era molta ostilità, che i Samaritani perciò accogliessero Gesù, è degno di essere notato. L'accoglienza dei Samaritani mostra un netto contrasto con l’atteggiamento ostile da parte di altri come a Nazaret (Luca 4:29), Gerasèni (Luca 8:37), altri Sammaritani (Luca 9:51-56).
Cristo è stato ben accolto da questi Samaritani, ma è stata la parola di Cristo e la testimonianza della donna che ha influenzato queste persone a ricevere Cristo, non si parla di miracoli. Quindi è chiaro che ci sono due tipi di persone nella strada dell’evangelista i credenti e i non credenti. (2 Corinzi 2:14-17).
C) L'Incremento della gente.
Giovanni 4:40-41: "Quando dunque i Samaritani andarono da lui, lo pregarono di trattenersi da loro; ed egli si trattenne là due giorni. E molti di più credettero a motivo della sua parola".
Il Regno di Dio progredisce in questo modo. Mi fa pensare a Facebook che da un persona conosci altre persone e quindi allarghi il cerchio dell’amicizia. Il Vangelo progredisce in questo modo persone che testimoniano ad altre persone, che a loro volta testimoniano ancora ad altre persone. (Giovanni 1:40-51).
D) L'Incontro personale della gente.
Giovanni 4:42: "e dicevano alla donna: 'Non è più a motivo di quello che tu ci hai detto, che crediamo; perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo'".
Non hanno detto questo per screditare la sua testimonianza, ma per confermarla: hanno sentito parlare per se stessi, e hanno giudicato la sua testimonianza essere vera. Quei cittadini hanno accentuato l’importanza del loro incontro con Gesù. Coloro che sono andati a Cristo perché la donna aveva parlato loro, ora credevano perché hanno sperimentato Cristo personalmente, hanno avuto un incontro personale con Lui e non un semplice sentito dire. La testimonianza della donna ha dato l'impulso iniziale per loro per andare a Gesù, ma ora loro hanno sperimentato di persona e hanno tratto la loro conclusione.
La fede indubbiamente è un dono di Dio (Filippesi 1:29), qui vediamo che nasce da una testimonianza, la cui verità è confermata dalla diretta e personale esperienza ed è innalzata ad assoluta certezza, quindi loro stessi hanno ascoltato Cristo e loro erano convinti che Gesù era il Salvatore del mondo. Gesù è sia il Sovrano (Cristo = Messia di Israele) e il Salvatore del mondo. In Giovanni 3:17 e Giovanni 12:47, è scritto che Gesù viene per salvare il mondo, mentre qui è scritto che è il Salvatore del mondo. ( sōtēr ὁ kósmos). Salvatore del Mondo si trova anche in 1 Giovanni 2:2. Salvatore del mondo vuole significare che Gesù non è solo il Salvatore solo dei Giudei, e corrisponde all’idea che Dio ha mandato il Figlio per la salvezza del mondo.
CONCLUSIONE.
Nella Repubblica popolare cinese, la più grande nazione del mondo con un più di un miliardo di persone (1.336.920.000 nel 2010), c’è quella che viene chiamata la Chiesa delle Tre Autonomie. Questa è la chiesa riconosciuta dallo stato cinese. Qualche anno fa, Leith Anderson era a Pechino e andò a uno dei servizi di una delle Chiese Tre Autonomie. Ha detto che la chiesa era un vecchio edificio, c'era un traduttore al culto della chiesa. Vi erano inni cantati, alcuni di loro erano con melodie occidentali che lui conosceva. Hanno letto la Bibbia e hanno pregato. Ci fu un sermone e l'insegnamento della Bibbia che è stato meraviglioso, ma non avevano il permesso di evangelizzare. Questa è parte dell'accordo che la chiesa aveva con il governo cinese. Il signor Anderson ha detto a riguardo: " Puoi fare le tue cose finché la tua cosa non comprende il convincere qualcun altro".
Ci sono circa 50 milioni di cristiani nella Repubblica popolare cinese che hanno scelto di non essere parte della Chiesa delle Tre Autonomie, le chiese domestiche o la chiesa sotterranea, perché sono convinti che non è possibile essere cristiani se non si evangelizza.
Noi vediamo questo nel Nuovo Testamento che i cristiani evangelizzavano parlavano di Cristo alle persone con lo scopo che queste si ravvedessero davanti a Dio e credessero in Cristo. (Atti 20:21). Ma conquistare le persone per Cristo è un lavoro di squadra. Molte volte Dio userà più di una persona per raggiungere un 'anima. Egli può utilizzare la testimonianza combinata di molte persone per raggiungere il cuore di una persona.
Non sappiamo cosa sta succedendo nel cuore di una persona né come il Signore stia operando. Perciò sei chiamato a testimoniare di Gesù e non devi mai sottovalutare la tua testimonianza per Cristo. Non sprecate le vostre opportunità di servirLo. Inoltre siamo chiamati a pregare gli uni per gli altri per il progresso del Regno di Dio, a donare economicamente per la missione, a collaborare con altri per vincere le anime a Cristo secondo la volontà di Dio. Dobbiamo essere cristiani Gung HO. Gung Ho è una frase cinese che significa "al lavoro (gung) in armonia (ho)." Gung Ho per Cristo! Ma purtroppo molte chiese e credenti non sono Gung Ho! Questo certamente non onora il Signore e non dà una buona testimonianza.