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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

L'amore autentico.


1 Giovanni 4:7-8 L'amore autentico.
Molte chiese oggi sono colpite dall'odio, dalla mancanza di amore e da lotte di potere. Rivalità, dissensi e disaccordi tra i credenti possono essere distruttivi per una chiesa sia per la crescita spirituale all’interno della chiesa (Giacomo 3:14-18) e sia per la testimonianza pubblica (Giovanni 13:34-35). Nella sua ultima preghiera prima di essere tradito e arrestato, Gesù chiese a Dio che i suoi discepoli potessero essere uniti (Giovanni 17:21), la stessa cosa dirà Paolo per esempio in Efesini 4:1-3 : "vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace".  
Qual è il contesto di 1 Giovanni 4:7-8? Giovanni ha già affrontato il tema dell'amore in 1 Giovanni 2:7-11 e poi di nuovo in 1 Giovanni 3:11-18 . Ora in questo capitolo (1 Giovanni 4:7-21) l’affronta ancora una volta, in modo più dettagliato e motivandone la pratica. L’esortazione ad amarsi gli uni gli altri è fortemente motivata dall’amore di Dio, chi e nato da Dio e ha conosciuto Dio amerà gli altri perché l’amore viene da Dio perché Dio è amore!  

Prima di tutto vediamo:
I LA DERIVAZIONE DELL’AMORE AUTENTICO (v.7)
L’amore autentico  proviene da Dio. v.7:  "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio".

Noi vediamo una: 
A) Sollecitudine.
La forma intima “carissimi” (agapētoi) indica una persona amata, apprezzata, stimata. “Carissimi” esprime qualcosa di affettuoso e serve a introdurre una questione per la quale Giovanni vuole la loro particolare attenzione, come fa spesso in questa lettera (1 Giovanni 2:7; 3:2,21; 1 Giovanni 4:1,7,11). Esortandoli ad amarsi, Giovanni li assicura prima del suo amore per loro, quindi non è un’esortazione priva di amore. 
Questo ci fa capire il tono che noi dovremmo usare nell’esortarci gli uni gli altri, un tono amorevole con l’obbiettivo amorevole e con parole amorevoli perché amiamo veramente gli altri! Il tempo presente “amiamoci” (agapōmen - presente congiuntivo esortativo attivo) indica che i cristiani devono continuare ad amarsi gli uni gli altri. Gesù in Giovanni 13:34-35 dice ai Suoi discepoli che l’amore gli uni per gli altri è un segno che sono i Suoi discepoli! (cfr. 2 Giovanni 5). 
In 1 Giovanni 2:9-11, Giovanni aveva parlato dell’amore verso i fratelli. Al capitolo 2 l’apostolo afferma che chi dice di essere nella luce e odia suo fratello è ancora nelle tenebre, cioè nel peccato, nel male. 
La “luce” si riferisce a  Gesù Cristo (Giovanni 1:9; 3:16-19; 12:46; Matteo 4:16; Luca 1:79), come anche a Dio, infatti Dio è Luce (1 Giovanni 1:5) e significa che esiste nella sfera della santità e verità, dunque è santo e vero. Quindi la luce si riferisce a essere in Dio tramite Gesù Cristo, chi ama suo fratello è nella luce, rimane (menei-presente attivo indicativo) nella luce, indica mantenere una costante, abituale, rapporto permanente con la luce. Chi è nella sfera della Luce, cioè il credente non odierà il fratello della chiesa, ma lo amerà! Così ancora, Giovanni in questa prima sua lettera ha fatto appello ai credenti ad amarsi gli uni gli altri al capitolo 3 (1 Giovanni 3:11-18,23 ). Ora al capitolo 4 ritorna sul tema, invitando i suoi lettori ad agire in conformità al loro status cristiano. 
Il fatto che nel v. 7 Giovanni ripete ciò che ha già detto al capitolo (1 Giovanni 3:11-23) indica che i destinatari devono prestare attenzione alle sue parole per obbedire all’esortazione di amarsi gli uni gli altri. C’è da dire che il tema dell’amore, non è una semplice ripetizione di quanto è stato detto prima, infatti vediamo che c'è una progressione di pensiero. 
Quando Giovanni esorta all’ amore reciproco, qui e in due occasioni successive nei vv.11-12, introduce una nuova idea descrivendo la base fondamentale dell'esortazione, non è solo, come aveva detto in precedenza, che l'amore è un comando di Gesù (1 Giovanni 2:7-11; 3:23) e che è la prova che si è da Dio (1 Giovanni 2:10; 3:11-18), ora Giovanni afferma che l’amore reciproco si basa sulla natura e l'essere di Dio: Dio è amore (1 Giovanni 4:8,16) ed è  la sorgente di ogni amore (1 Giovanni 4:7,19 ). Si vedrà più avanti come questo amore è stato espresso e vissuto e cioè nella persona e nel sacrificio propiziatorio di Gesù Cristo (1 Giovanni 4:9-14 ).  

Ma di quale tipo di amore sta parlando Giovanni? Vediamo:
B) La Specie.
Il verbo “amiamoci” (agapōmen presente congiuntivo attivo), quindi la parola “amare” (agapaō)  esprime l’amore di Dio, la cura di Dio per il Suo popolo e il mondo (Giovanni 3:16; 17:23-24; Efesini 5:2). Giovanni non stava discutendo l’affetto che i membri della famiglia di Dio hanno uno per l’altro, piuttosto, aveva in mente di amarsi dell’amore autentico di Dio. 
L’amore autentico di cui sta parlando Giovanni, non è una virtù innata in noi e non è un comportamento appreso, è quello di Dio che fluisce in ogni vero credente!! Quindi se Dio è presente in te, il Suo amore passerà attraverso di te per gli altri! 
Parlando dell’amore di Dio Tim Shenton afferma: “ Dio non è semplicemente amorevole, egli è l'amore stesso, la personificazione dell'amore perfetto, il che implica una responsabile e fedele dedizione verso il benessere delle sue creature. L'amore è l'auto-rivelazione e comunicazione di Dio. Dio trova piacere nel condividere ciò che gli appartiene con le sue creature, che sono oggetto del suo amore, egli desidera il bene di tutti, e dona gratuitamente senza lamenti o rimpianti. Il suo amore trova la sua espressione principale nel perdono verso i peccatori. Può essere definito come la spontanea determinazione, liberamente scelta e stabilmente prestabilita, dell'essenza divina di mostrare benevolenza e misericordia”. 

Possiamo dire dell’amore della specie divina che:
(1) L’amore di Dio è generosamente altruista.
L’amore di Dio implica una responsabile e fedele dedizione verso il benessere delle Sue creature. Egli desidera il bene di tutti e dona gratuitamente senza lamenti o rimpianti (Giacomo 1:5), disposto anche a donare se stesso come ci dice Gesù in Giovanni 15:13: "Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici". 
A riguardo John MacAthur dice: "Se amare significa dare se stessi, morire per un altro rappresenta la massima espressione d’amore. Gesù Cristo dimostrò tale amore perfetto". L'amore divino non è sentimento di affetto, ma un desiderio costante che cerca il bene ultimo della persona amata per come ama Dio! L’amore vero non cerca il proprio interesse, ma quello della persona che si ama, non è solo un semplice sentimento, ma un atto di volontà, un impegno verso l’altro, una fedele dedizione per il benessere dell’altro!

(2) L’amore di Dio è libero e spontaneo.       
Il genere umano ama coloro che gli sono simpatici, gradevoli, che gli fanno del bene e così via e non certo le persone che non sono desiderabili! Non così l’amore di Dio. L'amore di Dio è libero, spontaneo e non trova alcuna causa fuori da Lui stesso e libero da qualsiasi costrizione, Dio ha scelto di amarci nonostante la nostra ribellione e il nostro peccato. L’amore di Dio nasce dalla volontà di amare e non dal valore o dall’amabilità di chi ne beneficia. L’amore va al di là dell’amabilità della persona che si ama! Egli ama le Sue creature perché sono Sue e perché ha scelto di amarle, non perché esse attraggano il Suo amore, poiché non vi abita "alcun bene" dice Paolo in Romani 7:18 e "Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, neppure uno" dice Romani 3:12. 
Dio ci ama, non perché siamo in grado di amare o perché siamo amabili, ma perché è amore, perché si diletta ad amare. Infatti la parola “amore” (1 Giovanni 4:7-9 agapē) indica il sentimento di chi vuole il bene dell’oggetto amato senza che questi sia desiderabile e quindi meritevole.     

(3) L’amore di Dio è attivo e pratico.
L'amore è l'auto-rivelazione e comunicazione di Dio, il Dio che si rivela in modo pratico per il bene di coloro che ama. Donald W. Burdick: “L’agapē non è un semplice sentimento, ne’ si limita ad esprimersi in parole, per quanto eloquenti possano essere. Di certo coinvolge i sentimenti e si esprime in parole, ma essenzialmente è un atteggiamento dell’animo che spinge la persona che ama ad agire per soddisfare i bisogni della persona amata”. Infatti 1 Giovanni 3:16-18 dice: "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli.  Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità". 

(4) L’amore di Dio è sacrificio.
1 Giovanni 3:16: "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli". Così anche 1 Giovanni 4:9-10 dice che l’amore di Dio si è manifestato con la morte del Figlio Gesù Cristo per i nostri peccati! Giovanni sta pensando a un amore in azione pratico piuttosto che all’amore in astratto,  un’ amore che si sacrifica! Amare gli altri significa donare se stessi agli altri, non trattenere nulla per noi di quello che ci appartiene se è necessario: soldi, tempo, talenti e così via! 
L'amore non solo non cerca ciò che non è secondo la sua natura, qualcosa che è contrario ad essa, ma è disposta a rinunciare per il bene degli altri anche a ciò che nostro diritto umanamente parlando, come il rispetto per esempio, o ciò che giusto che noi abbiamo. Giovanni, dunque, ci esorta che come Dio ci ama così dobbiamo amare gli altri, quindi esprime lo stesso tipo di amore di Dio: altruista, spontaneo, attivo e che si sacrifica.

C) La Spiegazione.
Giovanni non solo esorta i suoi lettori ad amarsi gli uni gli altri, ma fornisce anche un motivo, un incoraggiamento per amare. Giovanni dice al v.7: "… perché l'amore è da Dio". “Perché” (hoti) indica il motivo per l'esortazione ad amarsi l'un l'altro. 
Ci amiamo gli uni gli altri perché l'amore è da Dio. La preposizione “da” (ek) indica che l’amore fluisce o viene fuori da Dio, quindi Dio è la fonte, la sorgente di questo amore, questo amore appartiene alla sfera, alla dimensione divina. 
Queste parole implicitamente rimuovono ogni scusa per chi dice di essere cristiano, ma non ama gli altri, infatti se l’amore è da Dio, significa che se non ami l’amore di Dio non è in te!! Ora se l'amore appartiene alla sfera divina, ne consegue che chi manifesta amore deve appartenere a quella sfera, è stato generato da Dio e vive ora nella conoscenza di Dio, quindi vediamo due deduzioni per cui amiamo gli altri. 

La prima deduzione è:
II LA RIGENERAZIONE DI DIO (V.7).
v.7: "…e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio". Chi è nato da Dio indica essere nati di nuovo e quindi rigenerati. “Nato” (gegennētai- perfetto passivo indicativo) indica che Dio è l’autore della nuova nascita o rigenerazione, quindi l’uomo non ha nessun merito in questo!   

In primo luogo vediamo:
A) Le Caratteristiche della rigenerazione.
Jonathan Edwards riguardo la rigenerazione disse: “Non c’è opera divina maggiore, al di sopra di ogni potere naturale e al di là di ogni possibilità di qualsiasi creatura, come quella della rigenerazione degli uomini compiuta dallo Spirito, mediante la quale egli li rende partecipi della natura divina ricreandoli a sua immagine.” 
La rigenerazione è una causa di forza maggiore segreta di Dio (Giovanni 3:8) mediante la quale impartisce una nuova vita spirituale a una persona in modo istantaneo una volta e per sempre, quindi non è un processo, ma un evento di Dio nella vita di una persona. La rigenerazione non è solo un mistero che nessun uomo può capire, ma è anche un miracolo che nessun uomo può intraprendere, perché è l’opera di Dio!! 
Giovanni 1:12-13: "ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome;  i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio". La rigenerazione non è la vecchia natura dell’uomo alterata, riformata o rinvigorita. La rigenerazione è una nuova creazione (Matteo 19:28) di Dio in una persona alla quale dona un nuovo cuore, una nuova vitalità spirituale e una nuova direzione di vita grazie a Cristo (Ezechiele 36:26-27; Tito 3:5-6). 
In altre parole possiamo dire che tramite la rigenerazione, Dio comunica o impianta una vita nuova, una nuova vita che viene da Lui (1 Giovanni 3:9-10; 2 Pietro 1:3-4; 2 Corinzi 5:17; Galati 6:15). Dio crea una nuova realtà con un nuovo orientamento, inclinazione o disposizione dove Dio è la base, il centro e l’obbiettivo della vita. 
Attraverso la rigenerazione si ha una relazione con Dio attraverso solo Gesù Cristo (Giovanni 14:6 ; 1 Timoteo 2:4-5) e possiamo vivere per Dio (Romani 12:1-2,11 ) secondo come vuole Dio (1 Pietro 1:13-16 ).  

B) La Conferma di chi è generato.
v.7: "…e chiunque ama è nato da Dio. È chiaro che chi è stato rigenerato amerà anche il suo prossimo". Oltre a stabilire una nuova comunione genuina con Dio (1 Corinzi 1:9; 1 Giovanni 1:3), legato a questo, vi sarà anche una relazione significativa con gli altri credenti (Matteo 22:39; Romani 12:5; Efesini 2:14-15, 19-20; 1 Giovanni 3:14 ; 4:7-8 ). 
Il tempo presente “ama” ( agapōn) indica che si tratta di un'azione continua. La deduzione è chiara se l'amore è da Dio, quindi chi ama deve essere stato generato da Dio e conosce Dio. Questo significa che l’amore è una conferma, un prova che si è nati da Dio. Inoltre la rinascita passata iniziale dell'individuo è completa e il risultato esiste nel presente, ha effetti perduranti nel presente come l’amore per gli altri! 
La divina rinascita è passata, ma sta dando i suoi frutti nel presente come indicato dal verbo nel greco (gegennētai- perfetto passivo indicativo). Questo, dunque, è il segno distintivo del credente, l’amore per gli altri, perciò l’amore non è la causa della nuova nascita, bensì la conseguenza. Pertanto possiamo affermare che la capacità di amare, viene a noi come parte della creazione divina, con la rigenerazione. La persona che è nata da Dio è una finestra attraverso la quale l'amore di Dio risplende nel mondo. 
John Stott: “ Poiché Dio è la fonte e l’origine (ek) dell’amore, e tutto l’amore vero deriva da Lui, è evidente che chiunque ama, cioè ama sia Dio sia l’uomo con quella dedizione altruistica che sola è vero amore secondo l’insegnamento di Giovanni, è nato (letteralmente:nacque) da Dio e conosce Iddio”. Come l'elettricità attraversa i fili elettrici, l'amore viene da Dio a noi, poi scorre attraverso di noi agli altri nella comunità. 
L'amore caratterizza coloro che affermano di essere nati da Dio o di conoscere Dio (vedi anche 1 Giovanni 3:10,14; 1 Giovanni 4:20-21). Coloro che pretendono di essere figli di Dio e pretendono di fare la volontà di Dio e dicono di riflettere l'attività di Dio nel mondo, saranno coloro che manifestano l'amore per Dio e per l'altro (Giovanni 13:35). 
Perché l'amore ha la sua origine in Dio, coloro che appartengono a Dio (1 Giovanni 4:4,6) devono dimostrare l'amore nelle loro relazioni reciproche. L’amore è la prova della loro origine divina, come quella che si è discepoli di Gesù (Giovanni 13:35) e di non essere più nelle tenebre (1 Giovanni 2:9; cfr. 1 Giovanni 3:2, 9-10 ). La mancanza di amore proverebbe, nonostante tutte le affermazioni o le professioni di fede, che non si è mai stati rigenerati da Dio. Ma allora tutti quelli che amano sono figli di Dio indipendentemente dal fatto che non credono in Gesù Cristo come il Figlio di Dio? Giovanni vuole dire questo? No! Questo equivoco può nascere solo, se prendiamo questa affermazione fuori dal contesto della lettera. 
Giovanni afferma  che il vero figlio di Dio crede e ama (1 Giovanni 3:23). L’amore pratico, quello di Dio è la prova e il criterio di una persona rigenerata e che conosce Dio. 
Il Dio di amore non genera figli che non amano!! Una persona una volta rigenerata dimostra ora il frutto della rigenerazione con l’amore, se non ami vuol dire che non sei nato di nuovo! E se non sei nato di nuovo non vedrai ed entrerai nel regno di Dio (Giovanni 3:3-5 ). 
L'amore tra i credenti cristiani e per i non credenti è una necessità non negoziabile della fede. "Se qualcuno separa la fede dall'amore è come se stesse cercando di portare via il calore dal sole" (Calvino). 
Solo coloro che hanno sperimentato la nuova nascita sono in grado di avere l'amore descritto qui. Quindi la nuova nascita è data da Dio. È un dono di Dio (Giovanni 1:12-13; Giacomo 1:18). Coloro che hanno ricevuto questo dono sono partecipi della natura di Dio (2 Pietro 1:4) e, quindi, diventano partecipi del divino amore, agape.       

La seconda deduzione per cui amiamo gli altri è:
III LA COMUNIONE CON DIO (VV.7-8).
vv.7-8: " …e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio.  Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore". Dunque  non è la capacità della persona di amare che provoca la nuova nascita, ma la sua capacità di amare proviene dalla sua rigenerazione in Cristo e dalla comunione con Dio. “Conosce” (ginōskei - presente attivo indicativo, ginōskō) e “conosciuto” (egnō -aoristo indicativo attivo, ginōskō) riflettono il senso ebraico dell’intima comunione (cfr. Genesi 4:1; Geremia 1:5). Conoscere significa essere consapevoli di Dio e fare l’esperienza di Dio, avere familiarità con Dio, comunione personale, l'idea di un rapporto con Dio che non è solo intimo, ma anche continuo (Matteo 11:27; Giovanni 17:3; 1 Giovanni 2:6), infatti il verbo presente “conosce” sottolinea che l'individuo ha una comunione quotidiana con Dio. Mentre il verbo “conosciuto” (egnō aoristo indicativo attivo, ginōskō) indica che questa persona non solo non conosce Dio nel presente, ma non ha mai conosciuto Dio!         

In primo luogo vediamo:
A) L’Affermazione.
L’affermazione consiste che chi non ama non ha conosciuto Dio. vv.7-8: " …e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio.  Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore". Gli esseri umani sono divisi in due gruppi: le persone che conoscono Dio, cioè coloro che vivono in un giusto rapporto personale con Dio attraverso Gesù e hanno la vita eterna (1 Giovanni 4:15; 5:11-12 ; cfr. Giovanni  14:5-9; 17:3 ) e quelli che non lo conoscono. L'amore l’uno per l'altro è la prova che una persona è nata da Dio e conosce Dio, perché tale amore viene da Dio. 
Il contrario è anche vero: chi non ama non conosce Dio, perché Dio è amore. Il punto qui è che se una persona non ama, vuol dire che non conosce Dio, perché Dio è amore, non ci può essere vera conoscenza di Dio se non si esprime nell'amore per gli altri. 

In secondo luogo vediamo:
B) L’Argomentazione.
v.8: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore". L'amore agape, l’amore cioè divino, può avvenire solo tra coloro che sono venuti a conoscere l'amore di Dio in Gesù Cristo e sono quindi che li ha resi figli di Dio (1 Giovanni 3:1-2,16; 4:9-10,19). Quindi, coloro che amano i loro fratelli e sorelle nella chiesa mostrano non solo che sono membri della famiglia di Dio, ma che conoscono anche Dio, che sono in comunione con Dio. Questa conoscenza non è una conoscenza informativa o dottrinale, ma è personale, relazionale, è la comunione tra i membri della stessa famiglia con Dio. Il punto principale dell’argomentazione di Giovanni è: che avere o non avere il rapporto con Dio si vede chiaramente nel modo in cui le persone si trattano a vicenda, se amano o non amano con l'amore che viene da Dio (1 Giovanni 4:7). 
L'argomento è che la conoscenza di Dio porta la gente ad amare gli uni gli altri, poiché Dio è amore. John Stott diceva a riguardo: “L’argomentazione è chiara e stringente, perché il cristiano, senza amore che professa di conoscere Dio e di essere nato da Dio, è come uno che stia proclamando la su intimità con un estraneo il cui linguaggio non può parlare, o la sua provenienza da genitori ai quali non rassomiglia in alcun modo. Significherebbe venir meno nel manifestare la natura di Colui che proclamiamo essere nostro Padre (nato da Dio) e nostro amico (ha conosciuto Dio). L’amore è il segno della nuova nascita tanto quanto lo è la giustizia (2:29)”. 
L’amore di Dio, l’amore agape è la testimonianza di autentica spiritualità. Una persona non rimane indifferente se conosce veramente Dio! Chi ha un rapporto reale con il Dio d'amore sarà trasformato in una persona che ama! L'assenza di amore nella vita di un individuo dimostra che egli non conosce Dio. Colui che non ama è un estraneo a Dio, non ha mai avuto un rapporto con Dio. 
Martyn Lloyd Jones riguardo questo v.8 dice: “Giovanni non intende queste parole come una mera esortazione. Vuole invece sottolineare una questione tremendamente seria, tanto che mi viene quasi da tremare nel parlarne. Ci sono delle persone malvagie, scortesi, che non fanno altro che criticare, sparlare e rispondere con cattiveria, persone che godono nel sentire parlare male degli altri credenti. Nel pensare a tali persone il mio cuore si rattrista e sanguina, perché comportandosi così proclamano ad alta voce che non sono nati da Dio, che sono al di fuori della vita di Dio. Lo ripeto: non c’è nessuna speranza per loro se non si pentono e non si rivolgono al Signore”. 
Una persona che non ama non conosce Dio!!! La sua mancanza di amore verso gli altri dimostra che egli non appartiene alla sfera divina, poiché Dio è amore. Dio non è solo l'origine dell'amore, ma l'amore stesso: “Dio è amore”. v.8: 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Noi vediamo nella Bibbia che ci viene rivelato che Dio è spirito (Giovanni 4:24); Dio è luce (1 Giovanni 1:5 ), Dio è un fuoco consumante (Ebrei 12:29 ; Deuteronomio 4:24). 
Dio è amore è ripetuto sia qui al v.8 e anche al v.16. “Dio è amore” descrive ciò che Dio è nella sua essenza. Secondo alcuni studiosi, l'amore fa parte dell'essenza di Dio, non è solo un attributo. Dio è amore significa qualcosa di più che “Dio ama”, significa che la natura di Dio è essenzialmente amore. Dio è amore significa non solo che Dio ama la Sua creazione e il Suo popolo, o che Dio è pieno di amore, significa che nel Suo stesso essere è amore. 
Quindi Dio non è solo fonte o sorgente di tutto il vero amore, Dio è amore nel Suo essere più intimo. Dio ama non perché trova in noi qualcosa di amabile, ma perché nella Sua natura Dio è amore, Egli ama perché è un Dio fatto così!! J. A. Motyer afferma: “L'amore di Dio è ancorato al suo carattere. Egli può solo amare in modo che sia adatto al tipo di persona che è”. Dio ama perché il Suo amore è intrinseco, cioè inerente alla Sua natura più intima! L'amore di Dio è eterno e immutabile, Dio non è mai stato separato dal Suo amore perfetto. Dio è sempre stato amore, anche prima di manifestare questo amore alle Sue creature!  

Quattro osservazioni che Dio è amore:
(1) Il suo sfondo è quello ebraico dell’Antico Testamento. 
Dio è amore indica che Dio è vivente, personale e praticamente attivo come vediamo nella Sua rivelazione nell’Antico Testamento e non una divinità astratta. Questo è anche mostrato dall’amore attivo e concreto in Cristo con il Suo sacrificio per i nostri peccati nel Nuovo Testamento (Romani 8:32; 1 Giovanni 3:16-18; 4:9-10).  

(2) Dio è amore non significa spersonalizzare Dio.
Non significa ridurre Dio a una forza, a un principio o energia cosmica, o a una sensazione. Dio è un essere personale con dei sentimenti, con una volontà, con un’intelligenza che ha dei piani, dei progetti.

(3) Dio è amore non significa ignorare o escludere gli attributi del Suo essere. 
Il fatto che “Dio è amore” non intende esprimere tutto quello che Dio è, infatti è scritto che Dio è anche un Dio fedele, giusto, santo,immutabile,ecc. L’amore di Dio non sminuisce o annulla i Suoi attributi! Negare qualsiasi attributo di Dio significa negare il Dio rivelato nella Bibbia! L’amore di Dio va insieme con gli altri Suoi attributi. Possiamo dire che “Dio è amore” non significa che amare per Dio sia una delle Sue molte attività, ma piuttosto che tutte le Sue attività e un’attività di amore, sono permeate di amore, inzuppate di amore e se perciò Egli crea lo fa con amore, se giudica lo fa con amore, se disciplina lo fa con amore. 
Wilder osserva: "La natura di Dio non si esaurisce con la qualità dell'amore, ma l'amore governa tutti i suoi aspetti ed espressioni." Quindi tutta l'attività di Dio è attività amorosa, perché Dio è amore, non può fare niente senza amore. Ma qualcuno potrebbe pensare che l’amore di Dio è in contraddizione con certi Suoi attributi. 
Dio è amore non è in contraddizione con i Suoi attributi come la giustizia, la verità, la santità e l’ira (cfr. Salmi 89:14; Deuteronomio 32:4; Romani 3:21-26; Giovanni 17:17; 1 Pietro 1:15-16; Romani 1:18; 2:1-5). Il giudizio di Dio, quindi anche la Sua ira, per esempio, è una realtà tanto quanto il Suo amore (cfr. Isaia 54:8; Apocalisse 6:12-17). Queste caratteristiche non possono essere opposti l'una all'altro. Tali caratteristiche di Dio come la Sua giustizia, la Sua verità, Santità e Ira in ultima analisi, sono legati alla Sua natura essenziale come l'amore, anzi le danno un significato più profondo, la innalzano! Questo ci fa capire che l'amore di Dio non è sdolcinato o sentimentale, non è un sentimento che esiste senza principi morali. 
Il mondo, con la sua visione superficiale ed egoista di amore, ha trasformato queste parole e contaminato il vero senso dell'amore di Dio. Il mondo pensa che l'amore è ciò che fa sentire una persona buona e che sia giusto sacrificare i principi morali e di diritti altrui, al fine di ottenere tale "amore". Ma questo è l'opposto del vero amore, questo è egoismo!! Il vero amore, quello di Dio: santo, giusto e perfetto! Dio è amore, quindi non va usato per identificare l’amore di Dio con tutto ciò che il mondo definisce amore. Gordon Clark dice: “Giovanni non afferma che ogni sorta di emozione chiamata ‘amore’ viene da Dio. Il romanticismo di Goethe, come anche le depravazioni sessuali di oggigiorno, non hanno nulla a che fare con Dio”. Chi vuole legittimare un forma illecita di amore che sia contraria alla santità, alla verità e alla giustizia di Dio, perverte il vero significato dell’amore di Dio, l’amore santo, giusto e perfetto!  

(4) C'è una tendenza in alcune teologie moderne di recepire l’affermazione: "Dio è amore" al contrario e cioè: "l'amore è Dio", come se l’amore fosse Dio.
Gli esperti di greco dicono che l'uso di “amore” senza un articolo indica che il rapporto tra Dio e l'amore non è equazionale e non è reversibile (che si può invertire) non può essere cambiato con: “l'amore è Dio”. Giovanni rende assolutamente chiaro in questo passaggio, che il Dio Sovrano è la sorgente dell’amore, che Dio è amore e non che l’amore è sovrano, che l’amore è Dio! 

CONCLUSIONE.
Sei nato da Dio? Conosci Dio? In che modo lo puoi sapere? Ci sono diverse prove, ma quella che l’apostolo Giovanni dice in questi versetti è: se ami gli altri dell’amore autentico di Dio! L’amore altruista, spontaneo, attivo e che si sacrifica. Ora per conoscere questo amore non devi intraprendere un cammino mistico o cercare da stesso con i tuoi solo sforzi di amare gli altri, quello che è importante è quello di conoscere l’amore di Dio con la nuova nascita e facendo la conoscenza di Dio, questo è possibile se riconosci i tuoi peccati e ricevi Cristo come tuo Salvatore e Signore. Ami dell'amore autentico di Dio?
Per coloro che sono nati di nuovo e conoscono Dio, volevo incoraggiarvi a continuare ad amare, praticate l’amore! Non vi scoraggiate se non siete corrisposti,voi continuate ad amare! Questo glorificherà Dio e testimonierete praticamente il Vangelo a coloro che vi fanno male, seguendo l’esempio di Gesù, che ti ha amato, morendo in croce, prima che tu lo potessi amare! Continuate ad amare  non solo nelle cose grandi, ma anche in quelle piccole, non solo quando sono cose pubbliche, ma anche in quelle private e nascoste alla massa. Insegnate l’amore agli altri con il vostro esempio; ma anche verbalmente incoraggiando gli altri a seguire l’esempio di Dio a rivestirsi dell’amore che è il vincolo della perfezione dice Paolo in Colossesi 3:14 .   

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