1 Giovanni 4:11-12: L'amore è un dovere.
"Ieri" l’apologeta cristiano Tertulliano (Cartagine 155 circa – 230 d.C. circa) diceva: “È la nostra cura per gli indifesi, la nostra pratica di misericordia, che ci stigmatizza agli occhi di molti dei nostri avversari. ‘Guarda!’ dicono, ‘come si amano! Guardate come sono pronti a morire l'uno per l'altro’”. Anche se i cristiani venivano criticati per il loro amore che avevano l’uno verso l’altro, almeno erano conosciuti per questo, "oggi" invece come ci ricorda Phillip Keller negli anni settanta, ma che ancora attuale disse: “È questa mancanza di amore tra i cristiani che oggi rende la Chiesa un'istituzione insipida e tiepida. La gente viene per trovare affetto e sono spenti dalla nostra tiepidezza”. Come sono cambiati i tempi qualcuno direbbe! In realtà oggi molti che si dicono credenti non sono veri credenti, mentre altri non amano perché non sono consapevoli dell’amore incondizionato di Dio basato esclusivamente sul merito di Cristo e non sulla nostra amabilità, sul fatto che lo meritiamo, perché nessuno merita l’amore di Dio in quanto siamo totalmente peccatori!!
Noi siamo chiamati ad amare perché l'amore è il modo in cui noi imitiamo Cristo e portiamo gloria a Dio.
In questi versetti vediamo:
I L’ENTITÀ DELL’AMORE (v.11).
1 Giovanni 4:11: "Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri". Noi siamo chiamati ad amare gli altri seguendo l’esempio di Dio, come Lui ha amato noi. Giovanni, collegandosi al fatto che Dio ci ha tanto così amati al punto da dare Gesù a morire per noi senza che noi lo meritavamo, ora esorta i credenti ad amarsi gli uni gli altri seguendo il Suo esempio. L'amore di Dio, non l'amore umano, è il modello di amore autentico da seguire e il dono divino del Suo Figlio unigenito è una dimostrazione del massimo che si possa dare (cfr. Giovanni 15:13; Romani 8:32). “Se Dio ci ha tanto amati” si riferisce alla misura, come anche al modo e alla motivazione per amare gli altri.
(1) La Misura dell’amore di Dio.
In quale misura siamo chiamati ad amare gli altri? Ovviamente nella misura dell’amore di Dio! Qual è la misura dell’amore di Dio? L’amore di Dio è grande!! Efesini 2:4-5: "Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati)". La parola“grande” (pollēn) è usata nel Nuovo Testamento per indicare 1. molti come un gran numero (Matteo 7:22; Giovanni 7:31; Atti 2:40; 1 Corinzi 9:19). 2. Come molta quantità, quantità estensiva (Marco 4:1; Giovanni 5:6; Giovanni 6:10; Atti 11:21). 3. Come grande, in larga misura (Atti 21:40; 1 Pietro 1:3). Molto probabilmente si riferisce alla quantità estensiva e alla larga misura, quindi alla dimensione.
Sempre l'apostolo Paolo in Efesini 3:18 parla della larghezza, lunghezza, altezza e profondità dell’amore di Cristo. Queste grandi dimensioni esprimono l’amore immenso, incommensurabile, senza limiti di Cristo. “Larghezza, lunghezza, altezza e profondità”, indicano che questo amore è così grande che non si può misurare, la croce ne è la massima espressione.
L’amore di Dio è così grande da abbracciare tutte le persone del mondo, uomini, donne e bambini, anche i più orribili peccatori di tutti i tempi! Questo per noi implica di amare anche i nostri nemici (Matteo 5:44-45) e implica di amare sempre! Come ci ricorda Paolo in 1 Corinzi 13:7 che l’amore soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa!
Amare significa sopportare disagi di ogni genere, anche le ferite più dolorose inflitte dagli altri oppure coprire o nascondere i difetti degli altri, questo è il significato di “sopporta ogni cosa”.
Amare non significa che una persona che ama crederà che il nero è bianco o viceversa, ma significa piuttosto che nei casi dubbi, lui o lei non sospetterà male degli altri, amare significa credere il meglio e non il peggio questo è il significato di “crede ogni cosa”.
Amare significa avere fiducia negli altri perché si ha fiducia in Dio che può cambiare le persone e le circostanze, che dal peggio di una persona Dio può trarre il bene! L'idea non è un ottimismo irrazionale, che non tiene conto della realtà, ma il rifiuto di rassegnarsi alla sconfitta, questo è il significato di “spera ogni cosa”.
Amare significa avere pazienza, non scoraggiarsi, ma continuare ad amare nonostante le difficoltà o nonostante l'amore non è corrisposto, se ci fanno del male!! L'amore deve amare anche quando non ottiene nulla in cambio! L'amore di Dio non era una risposta al nostro amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma che Egli ha amato noi per primo. L'amore che viene dato solo verso coloro che già ci amano non è niente di eccezionale, lo fanno anche i non credenti! Gesù nel contesto dove dice di amare i nostri nemici esorta: "Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste" (Matteo 5:46-48). Il vero amore simile a quello di Dio è quello di amare anche se l’amore non è ricambiato!!! Questo è il significato di “sopporta ogni cosa”. Una bambina di quattro anni abbracciava una bambola con le sue piccole braccia grassottelle, guardando la madre dispiaciuta le disse: “Mamma, io amo tanto questa bambola, ma lei mai mi amerà!!”. Purtroppo ci sono persone come questa bambola che anche se tu li ami, loro non ti amano, rimangono indifferenti, ma tu come credente sei chiamato ad amarle!
In secondo luogo “se Dio ci ha tanto amati” ci riferisce al:
(2) Modo di amare di Dio.
L'amore cristiano può essere compreso e meglio praticato, solo quando è visto come un riflesso dell'amore di Dio nelle sue varie dimensioni. Il modo di amare di Dio è nel donare se stesso altruisticamente cercando il bene dell’altra persona. Il vero amore, quello di Dio, vuole una sola cosa: il bene della persona amata! L’amore cerca concretamente il bene della persona amata, nonostante questa non è amabile, meritevole come mostrato nel sacrificio del Figlio per i nostri peccati secondo 1 Giovanni 4:9-10. L’amore di Dio scaturisce dalla Sua natura e non dall’amabilità, dalla bellezza dell’amato. L’amore di Dio è la Sua determinazione a salvare i peccatori dai loro peccati come mostrato nel sacrificio di Gesù, pertanto non è solo un sentimento, ma anche un atto di volontà! Quindi il modo di amare gli altri è come Dio ama noi! Come figli di Dio siamo chiamati a imitare il Suo amore!
Efesini 5:1-2: "Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati; e camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato sé stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo di odore soave". Come Dio si prende cura di noi, noi siamo chiamati a prenderci cura degli altri, come Dio ci perdona così dobbiamo perdonare gli altri, come Dio ci accoglie così dobbiamo accogliere gli altri, come Dio ci accetta così come siamo, così noi dobbiamo fare con gli altri; come Dio si è sacrificato in Cristo così dobbiamo sacrificarci per gli altri!! Se abbiamo sperimentato l’amore di Dio e se lo amiamo, ameremo gli altri!! Non è possibile come una persona che abbia sperimentato l'amore divino rimanere impassibile e indifferente alle altre persone e quindi non cercare di amarle nello stesso modo come Dio le ama!!
La grande domanda a cui dobbiamo rispondere è: il nostro amore per l'altro è coerente con la natura e il carattere di Dio?
In terzo luogo, “se Dio ci ha tanto amati” indica:
(3) La Motivazione dell’amore.
1 Giovanni 4:11: "Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri". L'esempio del Suo amore che ci insegna e ci persuade ad amare l'altro. Coloro che sono figli di Dio devono mostrare amore come il Padre (Matteo 5:48; Luca 6:36; cfr. 1 Pietro 1:15). “Anche noi” (kai hēmeis) è enfatico, confrontando ciò che Dio ha fatto lo dobbiamo fare anche noi. I figli di Dio devono amarsi perché Dio li ha amati.
L'amore di Dio per noi deve indurci e ci motiva ad amarci gli uni gli altri come Dio ha fatto e fa con noi. John Brown: “L’amore di Dio incarnato in Gesù deve diventare incarnato nei cristiani; e l’amore che viene ricevuto nella vita divina e con essa, deve come quella vita essere attivo”.
“Dobbiamo” (opheilomen-presente attivo indicativo) significa essere in obbligo in senso morale, sottolinea l'amore come il nostro impegno cristiano, abbiamo il dovere l’obbligo di amare come un debito (Romani 13:8). “Dobbiamo” si tratta di un obbligo morale e costrizione interiore. L'amore di Dio è il Suo dono per noi, ma allo stesso tempo si tratta di un obbligo imposto su di noi, ma che non viene tanto dall’esterno, ma dentro di noi perché abbiamo sperimentato l’amore di Dio e perché abbiamo la natura di Dio in noi (cfr. 1 Giovanni 3:9; 1 Giovanni 4:7-8) e il Suo amore scorre attraverso di noi. Coloro che sono in contatto con la fonte stessa dell'amore, che hanno sperimentato cosa sia l'amore di Dio, possono ricevere questo comandamento con speranza e gioia. Non sarà quindi un atto impossibile da fare e per questo può scoraggiare! Per i veri credenti non è stato comandato di fare qualcosa che è estraneo alla loro esperienza o che va al di là della loro capacità di apprendere e di fare. L’amore di Dio è in loro! Dunque l'amore è un dono di Dio, ma anche un dovere! Coloro che sperimentiamo l'amore di Dio devono mostrare l'amore.
John Stott: “Il dono del Figlio di Dio non solamente ci assicura dell’amore di Dio per noi, ma ci pone davanti a un obbligo. Nessuno che sia andato alla croce e abbia visto l’amore incommensurabile e immeritato di Dio ivi manifestato, può ritornarsene a una vita di egoismo”.
L'amore di Dio per noi è l'esempio e come stimolo per la nostra pratica di amore reciproco. Una volta che si comincia a capire l'incredibile prezzo pagato per il peccato e la grandezza del peccato personale, capiremo l'amore di Dio e lo dimostreremo agli altri praticamente. L'amore di Dio manifestato ci motiva ad amare gli altri ogni giorno come mostrato dai verbi al presente di “dobbiamo amarci” (dobbiamo opheilomen – presente attivo indicativo; amarci- agapan-infinitivo presente attivo). Quindi questo obbligo o debito non può essere rinviato per qualsiasi motivo, non ci sono giustificazioni che tengono. Poiché Dio ci ha amati in questo modo, non abbiamo altra scelta che fare lo stesso. L’amore grande che Dio ha per noi pone su di noi un impegno continuo di amarci l'uno con l'altro.
J. C. Ryle: “ L'amore dovrebbe essere il filo d'argento che attraversa tutta la vostra condotta”.
In questi versetti vediamo:
II L’EFFETTO DELL’AMORE (v.12).
Nell’espressione dell’amore vediamo in primo luogo:
A) La prova dell’amore.
v.12: "Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi…". Geoffrey Thomas: “Se un uomo dice di essere un cristiano, ma non ha l'amore si sta semplicemente illudendo”.
In primo luogo vediamo che:
(1) Dio è invisibile.
È vero che Dio si è rivelato in teofanie (apparizioni visibili di Dio), sogni e visioni e in tal senso si è reso visibile (Genesi 32:30; Esodo 24:10; 33:11; Deuteronomio 5:24; Giudici 13:22; 1 Re 22:19; Isaia 6:1 ) e nella persona di Gesù (Giovanni 1:18; Colossesi 1:15), ma nella Sua natura Dio è invisibile. Dio è Spirito (Giovanni 4:24 ), questo significa che Dio non è fatto di materia, non ha un corpo fisico come noi, non è fatto di carne, Dio non ha carne, ossa o altre parti del corpo, perciò è intangibile, un essere non materiale, invisibile, intangibile, incorporeo, informe. A questo si aggiunge che Dio è anche santo e abita in una luce inaccessibile all’uomo, nessuno uomo ha visto né può vedere (Isaia 6:3; 1 Timoteo 6:16). Dio è Spirito e anche Santo e noi con questo corpo umano peccaminoso non lo possiamo vedere e stare alla Sua presenza! Un giorno il vero cristiano lo vedrà faccia a faccia e starà alla Sua presenza con un corpo glorificato (1 Corinzi 15:42-54; 1 Giovanni 3:2; Apocalisse 21-22 ).
Esodo 33:20-23 dice: "Disse ancora: 'Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere'. E il SIGNORE disse: "Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere". Così ancora in Giovanni 1:18 leggiamo: "Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere". (cfr. Deuteronomio 4:12; Giovanni 5:37; 6:46; Colossesi 1:15; 1 Timoteo 1:17; 6:16 ).
Il senso di “nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi” è che:
(2) Dio è presente quando c’è l’amore.
v.12: "…Dio rimane in noi".
“Rimane” (menei- presente attivo indicativo) l’uso di questo verbo in 1 Giovanni (1 Giovanni 2:6,24, 27; 3:6,24) è dimorare, suggerisce un rapporto intimo e continuo tra Dio in Cristo e il credente (cfr. Giovanni 15:1-10). Mentre nessuno può dire di aver visto Dio, i credenti che si amano l'un l'altro dimostrano che la vita del Dio invisibile è in loro.
Noi non possiamo vedere Dio, perché Egli è Spirito e santo, quello che possiamo vedere è il Suo effetto. Non possiamo vedere il vento, ma possiamo vedere che cosa può fare il vento. Non possiamo vedere l'elettricità, ma possiamo vedere l'effetto che produce. L'effetto del Dio di amore in noi è l’amore nostro per gli altri. Quando Dio entra in un individuo la persona è rivestita con il Suo amore, un amore per le altre persone. Dio è conosciuto con il Suo effetto sulla persona che ama che a sua volta ama gli altri! È stato detto che “un santo è colui in cui Cristo rivive”.
La migliore dimostrazione che Dio è presente in una persona non è tanto la teologia, o le chiacchiere, ma l’amore pratico (1 Giovanni 3:16-19).
Quando la comunità cristiana vive l'amore reciproco di Dio, manifesta la presenza e l'azione del Dio invisibile. Quindi l’amore che i credenti hanno l’uno per l’altro è la circostanza per sapere se Dio è presente in loro! L’amore che i credenti hanno l’uno per l’altro non è la condizione per cui Dio rimane in loro, ma la prova che Dio è in loro!
L’amore gli uni per gli altri non è il presupposto dell’amore di Dio, ma la prova, il segno, la conferma, l’effetto che Dio è presente in loro, che Egli dimora continuamente dentro di loro!! In questo senso se tu non ami dell’amore di Dio, vuol dire che Dio non è presente in te!! Se in una chiesa tra i membri non c’è l’amore sincero di Dio, vuol dire che Dio non è presente in quella chiesa! A proposito di questo versetto John Stott dice con: “ Cioè l’Iddio invisibile, che si rivelò una volta nel Suo Figliuolo, è adesso rivelato nel Suo popolo, se e quando i membri di questo popolo si amano gli uni gli altri. L’amore di Dio è veduto nel loro amore perché il loro amore è il Suo amore impartito loro dal Suo Spirito (cfr. v.13). Le parole non significano che quando cominciamo ad amare, Dio viene a dimorare in noi, ma l’inverso. Il nostro amore gli uni per gli altri è l’evidenza della presenza di Dio, dimorante in noi”. L’ amore di Dio è visto nel loro amore perché il loro amore è l’amore di Dio, l’amore è da Dio come si legge in Giovanni 4:7. Dunque non è perché amiamo che Dio è presente, ma l’amore gli uni per gli altri dimostra che Dio è presente.
L’amore gli uni per gli altri è l’evidenza, la prova della presenza di Dio, dimorante in noi. Una persona ama perché Dio abita in Lui! Una chiesa si ama perché Dio è presente in essa! Lo stesso significato lo troviamo in 1 Giovanni 3:16-19: "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità. Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori davanti a lui". Ancora una volta vediamo che l’amore pratico per gli altri è la prova oggettiva che siamo della verità, cioè che apparteniamo a Dio, che siamo Suoi figli e che il Suo amore è in noi!
Infine vediamo:
B) La Perfezione dell’amore di Dio (v.12).
v.12: "Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi". La parola “perfetto” (teteleiōmenē) indica uno stato, una condizione in cui non ci sono carenze e anche raggiungere un obiettivo, finire, realizzare o raggiungere il risultato desiderato (Giovanni 4:34; 5:36; 17:4), in questo caso che i credenti si amano l'un l'altro.
"Il suo amore" si riferisce all'amore che è Suo di Dio, che risponde alla natura di Dio. Se i credenti hanno questo amore (agapē) l’uno per l'altro, significa che questo amore che Dio è nella Sua natura, ha compiuto il Suo scopo nella loro vita. Quando amiamo gli altri, l'amore, di Dio in noi o tra noi ha raggiunto il Suo obiettivo, ha raggiunto il Suo pieno effetto di creare lo stesso tipo di amore che Lui ha. Oppure quando amiamo gli altri, un amore veramente divino, che proviene da Dio, che è amore (1 Giovanni 4:8,16) si realizza pienamente nella nostra vita cristiana. Ogni volta che i credenti sono motivati dall'amore interiore di Dio e lo esercitano l'amore di Dio è perfetto in noi. Dunque l'implicazione in questo testo è che l'amore di Dio raggiunge il Suo obiettivo e raggiunge la Sua piena misura in noi, quando l'amore è riprodotto in noi e attraverso di noi si riflette gli uni gli altri.
CONCLUSIONE.
Tutte le persone credono che l'amore è importante, ma di solito pensano all'amore solo come sentimento. In realtà, l'amore richiede una scelta e una azione, è più di un sentimento come vediamo dall’amore di Dio. Ora Dio è la fonte del nostro amore, Egli ci ha amato abbastanza da sacrificare Suo Figlio per noi. In questo modo Dio ci dà l'esempio di ciò che significa amare e cioè che l'amore implica sempre una scelta e un azione, un atto di volontà.
Il modo in cui Dio ama fornisce l'esempio di come i cristiani devono amarsi, ma anche coloro che non sono cristiani. Coloro che hanno sperimentato l'amore di Dio, che conoscono l’amore di Dio della croce di Cristo, coloro dove Dio è presente, non dovrebbero essere in grado di tornare a una vita di egoismo e di odio! Non è stato facile per Corrie Ten Boom di perdonare i rapitori nazisti che avevano tormentato lei a Ravensbruck, che la fecero soffrire orribilmente e ancora peggio che avevano causato la morte della sorella Betsy. Dieci anni dopo il suo rilascio, Corrie incontrò una signora e questa non la guardava negli occhi perché era un infermiera in un campo di concentramento. Improvvisamente come un flash, il pensiero in Corrie, tornò a questi brutti momenti. Corrie ricordò Betsy in infermeria con questa infermiera. I piedi di Betsy erano paralizzati e stava morendo. L'infermiera era stata crudele e dalla lingua tagliente. Corrie cominciò ad avere sentimenti di odio. La sua rabbia bolliva dentro di lei! Ma fece una cosa, pregò gridando al Signore dicendo: "Perdona il mio odio, o Signore, insegnami ad amare i miei nemici”. Il sangue di Gesù Cristo sembrava raffreddare improvvisamente il suo cuore amareggiato e Corrie sentì la rabbia che si trasformava in amore divino che non poteva spiegare. Ha cominciato a pregare per la donna e un giorno dopo chiamò l'ospedale in cui l'infermiera lavorava e la invitò a un incontro in cui stava parlando del Signore. “Cosa?” Rispose l'infermiera. “Vuoi venire?” “Sì, è per questo che ti ho chiamato", disse Corrie. “Allora vengo”, rispose l’infermiera. Quella sera l'infermiera ascoltò attentamente i discorsi di Corrie, poi Corrie si sedette con lei, aprì la sua Bibbia, e spiegò a lei 1 Giovanni 4:9: "In questo si è manifestato per noi l'amore di Dio: che Dio ha mandato il suo unico Figlio nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo". Quella sera quella donna che fu crudele venne al Signore! Dio aveva preso i sentimenti di odio di Corrie e li aveva trasformati in amore, usando Corrie come una finestra aperta attraverso la quale la Sua luce potesse brillare nel buio di un cuore che gli aveva fatto male nel passato. Non è facile e umano, amare chi ci ha fatto del male, ma non è impossibile se l’amore di Dio scorre dentro di noi! Lascia che l’amore di Dio scorra nel tuo cuore, che trasformi il tuo odio in amore! Dio prende l’ odio e lo trasforma in amore!! Ma tu lo vuoi questo?
J.C.Ryle: “Avete amore? Senza quest’amore siete niente, vi manca il segno dell’essere un discepolo di Gesù Cristo. Non vi accontentate di una conoscenza teorica della verità; non vi accontentate di pensare di aver fede. La vera fede è sempre accompagnata dall’amore. Esaminate la vostra vita giornaliera, i vostri atteggiamenti verso gli altri, il vostro modo di parlare. Trattate gli altri con amore sempre anche quando siete provocati? Vi esorto a non fermarvi e darvi tregua finché non avrete conosciuto il vero amore nella vostra vita.
Chiedete al Signore Gesù di insegnarvi ad amare, chiedeteGli di mettere il Suo Spirito Santo in voi e cambiare la vostra natura. Felice è l’uomo o la donna che veramente 'cammina nell’amore'”.