Giacomo 1:13-15: L'evoluzione del peccato.
Qualcuno ha detto che il peccato è come il picchiare di un picchio. Ogni particolare attacco fa rumore, ma non sembra che ci danneggi più di tanto. Ma, se a un picchio, gli permettessimo di picchiare a lungo, ci accorgeremmo che farà un brutto buco che non si potrà più riempire. Noi non possiamo trascurare il peccato e ciò che lo fa nascere, perché ci saranno effetti negativi per la nostra vita cristiana! Questi versetti sono concatenati l’uno con l’altro e ci parlano della dinamica del peccato e quindi della conseguenza disastrosa che comporta. Vediamo che il peccato nasce dalla tentazione, ma la tentazione da che cosa nasce?
In questi versetti vediamo; la scusante alla tentazione, la sorgente e il seguito della tentazione.
In primo luogo vediamo:
I LA SCUSANTE ALLA TENTAZIONE.
Noi vediamo che c’è un’:
A) Affermazione sbagliata che possiamo fare: “Sono tentato da Dio”.
v.13: "Nessuno, quand'è tentato, dica:'Sono tentato da Dio'".
“Tentato” (peirazō) si riferisce all’istigazione al peccato, alla pressione al commettere il peccato, attirare per commettere un’azione peccaminosa. La cosa più difficile per l'uomo è di dire: “Io sono colpevole. Sto soffrendo le conseguenze del mio peccato”.
Può succedere che tu ti trovi in una situazione di peccato e accusare Dio che ti ha messo in quella situazione, come è successo con Adamo che dopo aver peccato rispose a Dio: "La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato" (Genesi 3:12). Adamo si è giustificato scaricando la colpa su Dio e su Eva!
Molte persone accusano Dio per i loro peccati, come quella donna che aveva problemi con il marito e pregò Dio di guidarla nella persona giusta e fece adulterio con un consulente matrimoniale, come di solito avviene, lei piena di amarezza, con i sensi di colpa e rabbia, incredibilmente al posto di ammettere il proprio peccato e pentirsi disse a un pastore e a sua moglie: “Ho chiesto a Dio di guidarmi alla persona giusta, e Lui mi ha portato a questo uomo. È colpa di Dio la colpa è Sua di quello che è successo!"
Qualcuno ha detto: "Errare è umano, dare la colpa a Dio è ancora più umano". Noi possiamo prendere delle scuse, giustificarci affermando che Dio è responsabile del nostro peccato, noi possiamo incolpare Dio per i nostri peccati.
Qualcuno potrebbe dire: “Come Dio ha istigato Abramo ad uccidere Isacco, così ci spinge a commettere il peccato!” (Genesi 22:1-19). È vero, Dio ha provato la fede di Abramo, di Israele, di Ezechia, così prova la fede dei credenti, ma non è l’autore del nostro peccato (Giudici 2:22; 2 Cronache 32:31; 2 Re 20:12-19).
Dio può provare i suoi servi, Dio può provare la fede per il nostro bene per vedere la qualità della nostra fede (Esodo 16:4; Deuteronomio 8:2) al fine di rafforzarla, di farci maturare (Romani 8:28-29; Giacomo 1:2-4) e non di indurci al peccato e distruggere la nostra fede!!
Proverbi 19:3: "La stoltezza dell'uomo ne perverte la via, ma il suo cuore si irrita contro il SIGNORE". Noi siamo responsabili delle nostre azioni e non ci possiamo irritare contro Dio, incolpandolo del nostro peccato o del perché stiamo in certe circostanze! Se lo facciamo siamo stolti: cioè pazzi, stupidi! Che Dio ci provi, non significa che è l'autore della tentazione (Giacomo 1:13). Non puoi giustificarti accusando Dio del tuo peccato! Giacomo lo dice in modo chiaro e con enfasi! Dio non è responsabile delle tue cattive azioni, dei tuoi peccati! Tu sei responsabile del tuo peccato! Non prendere scuse! Le scuse includono:
• " È colpa di …" .
• "Non ho potuto farne a meno".
• "Tutti lo stanno facendo".
• " È stato solo un errore".
• "Nessuno è perfetto".
• "Non sapevo che era sbagliato".
• "Il diavolo me lo ha fatto fare".
• "Ero sotto pressione ".
Una persona che si scusa sta cercando di spostare la colpa da se stesso a qualcosa o a qualcun altro. Un cristiano, d'altra parte, si assume la responsabilità per i propri torti, confessa, e chiede a Dio il perdono.
Noi troviamo:
B) La Motivazione per cui Dio non tenta nessuno.
Dio non tenta nessuno:
(1) Per la Sua natura.
v.13: "Nessuno, quand'è tentato, dica: 'Sono tentato da Dio'". Studiosi dicono che la preposizione “da” (apo) indica nel greco una dissociazione, una separazione, una distanza (Romani 9:3) in contrasto con la preposizione “dalla” (hupo) propria concupiscenza, che indica essere sotto il controllo di una cosa (Galati 3:22 ; Galati 4:5 ).
v.13: "Perché Dio non può essere tentato dal male".
“Non può essere tentato” (apeirastos ) indica che Dio è senza tentazione, incapace di essere tentato dal male, impossibile che sia tentato dal male, è inattaccabile!!!
Egli è così santo che non esiste la possibilità di peccare e di sollecitare a fare il male.
In Dio non esiste la tentazione, la tentazione è lontana da Dio come la terra dall’ultimo pianeta che si vede! Giacomo è chiaro: “Dio non può essere tentato dal male” (apeirastos kakon).
“Male” (kakon) denota cattivo, malvagio, immorale, moralmente basso e degradante, il contrario di buono, sano e benefico, quindi “male” qualifica qualcosa di negativo, contrario alla legge di Dio (Marco 7:21; Romani 7:21; 13:3; 15:33; 1 Corinzi 15:33; cfr. Michea 2:1; Geremia 7:24; Salmi 28:3; 34:13-15).
“Dio non può essere tentato dal male” indica che il male è estraneo a Dio, non alcun contatto con il male, è inaccessibile al male, Dio è impossibilitato, incapace di commettere peccato, perciò non può essere istigato dal peccato a commettere peccato!
“Dio non può essere tentato dal male” indica che il male è estraneo a Dio, non alcun contatto con il male, è inaccessibile al male, Dio è impossibilitato, incapace di commettere peccato, perciò non può essere istigato dal peccato a commettere peccato!
Dio non può essere istigato a commettere un atto peccaminoso e quindi di conseguenza Dio non istiga le persone a commettere il peccato. Questo perché Dio è santo, perfetto moralmente, è Luce e in Lui non ci sono tenebre dice 1 Giovanni 1:5 ! (Cfr. Isaia 6:3; 1 Pietro 1:15-16). Dio ha gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male e non può tollerare lo spettacolo dell’iniquità dice Abacuc 1:12, è un Dio che non prende piacere nell’empietà e che presso di Lui il male non trova dimora e che detesta tutti gli operatori di iniquità dice Salmi 5:3-5 come può spingerci al peccato? Dio non fa e non può fare quello che odia!
Notate Giacomo 1:17 parla che Dio fa doni buoni e perfetti, ed è immutabile! Quindi Dio non ti istiga, non ti spinge a commettere il peccato!
Il secondo motivo perché Dio non tenta nessuno è:
(2) Per la Sua azione coerente con la Sua natura.
v.13: "…Egli stesso non tenta nessuno!" Se Dio è santo anche le sue azioni sono sante! La tentazione è un impulso al peccato, e poiché Dio non è suscettibile al desiderio per il male, non può essere visto come Colui che desidera che l’uomo faccia il male, il peccato!
Anzi è scritto in 1 Corinzi 10:13: "Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare".
La cosa straordinaria che vediamo nella Bibbia è che Dio nella sua sovranità usa il male degli uomini per attuare i Suoi piani come la preservazione del popolo di Israele a opera di Giuseppe che è stato venduto dai fratelli.
Genesi 50:20: "Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso". Dio può trarre dal male il bene, ma non è l’autore del male, del peccato! La gelosia dei fratelli non veniva da parte di Dio, ma Dio ha usato quella gelosia per portare Giuseppe in Egitto e poi salvare il popolo di Israele tramite Giuseppe che divenne nel frattempo viceré dell’Egitto!
D.A. Carson: “In quell’evento, la sovranità di Dio, che aveva progettato di salvare milioni di persone in tempo di carestia, non riduce la colpevolezza dei fratelli nell’avere complottato il male. Il loro complotto non rende Dio complice.”
Quindi siamo responsabili delle nostre azioni e Dio non è complice, la Bibbia è piena di esortazioni a comportarsi come Dio vuole, a essere santi come lo è Lui e se non lo siamo, la colpa è solo nostra! Perciò non incolpare Dio per i tuoi peccati!
In questi versetti troviamo:
II LA SORGENTE DELLA TENTAZIONE.
Un ragazzino chiese alla madre se poteva andare a nuotare, ma la madre gli disse di no, poteva uscire, ma senza andare al mare. Il ragazzino esce e poi dopo un po’ ritorna a casa, la madre si accorse che il figlio aveva disubbidito, infatti era chiaro che era andato in acqua. Così la madre chiede spiegazioni al figlio come mai avesse disubbidito e il figlio rispose:”mamma io ho fatto la passeggiata, ma siccome avevo con me il necessario per fare il bagno (costume, salvagente, asciugamano) allora sono entrato in acqua”. Quel ragazzino è uscito di casa con il desiderio di andare a farsi il bagno!
Quello che vediamo qui è: che la causa della tentazione non è esterna a noi, ma c'è qualche cosa all'interno di ognuno di noi che traduce la tentazione esterna in peccato, come abbiamo visto con la storia del ragazzino!
La sorgente, la causa della tentazione è da ricercare dentro di noi, il peggior nemico della nostra vita cristiana siamo noi stessi! Giacomo sta sottolineando la nostra responsabilità personale nel peccare confutando l’idea che sia Dio il responsabile. Noi non possiamo incolpare Satana, i suoi demoni, le persone irreligiose, o il mondo in generale per la tentazione! Nemmeno possiamo criticare Dio, perché il problema siamo noi, sono i nostri desideri!
Infatti la causa della tentazione è:
A) La propria concupiscenza.
v.14: "Invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce". La tentazione è un’esperienza universale, è una questione individuale, di tutti com’è sottolineata da “ognuno” (hekastos). Nessuno è esente da questa esperienza. Questo è affermato anche dal tempo presente “è tentato” (peirazetai) indica l'esperienza ripetuta di essere tentati come caratteristica di ogni essere umano. Sicuramente vi è capitato di prendere una mela per mangiarla e di accorgervi che c’è un verme all’interno. Vi siete mai chiesti come può un piccolo verme essere dentro una mela? Forse pensate che si sia fatto un cunicolo dall’esterno, ha scavato dall’esterno! No! Gli scienziati dicono che un insetto pone un uovo nel fiore della mela, prima che si formi la mela, poi il verme dell’uovo si schiude nel cuore della mela e poi fa il buco per uscire. La mela nasce con il verme!
Noi diverse volte attribuiamo la tentazione e quindi il peccato a Satana, questo è vero come vediamo nella Scrittura per esempio Gesù fu tentato da Satana (Marco 1:13; Luca 4:1; Matteo 4:3) e Satana tenta i credenti (1 Tessalonicesi 3:5; Atti 5:3; 1 Corinzi 7:5; Apocalisse 2:10). Ma la causa della tentazione è dentro di te, il verme è dentro di te! È la tua concupiscenza! Quel bambino uscì e si fece il bagno perché lo desiderava, non è stato un caso! Dalla propria concupiscenza indica il fattore responsabile,la causa è la concupiscenza, questo forte desiderio è il tuo!
“Propria” (idias) è enfatico! Indica la particolarità individuale della tentazione. Tu sei tentato dalla tua concupiscenza non incolpare altri!
Ma vediamo:
B) Il significato di concupiscenza.
“Concupiscenza” (epithumía) è un forte desiderio o cattiva e disordinata passione contraria alla volontà di Dio, è un’ inclinazione a godere o avere qualcosa per i propri interessi e per i propri piaceri (1 Tessalonicesi 4:5; 1 Corinzi 10:6), per la propria auto-esaltazione e gratificazione.
I desideri possono essere verso tutti gli oggetti possibili come il piacere sessuale, i godimenti materiali, la proprietà, l’ambizione di vario genere (Matteo 5:28; Marco 4:19; Romani 1:24; 1 Timoteo 6:9; Tito 3:3; Galati 5:16-21; Esodo 20:13,17; Deuteronomio 5:21).
I desideri possono essere verso tutti gli oggetti possibili come il piacere sessuale, i godimenti materiali, la proprietà, l’ambizione di vario genere (Matteo 5:28; Marco 4:19; Romani 1:24; 1 Timoteo 6:9; Tito 3:3; Galati 5:16-21; Esodo 20:13,17; Deuteronomio 5:21).
Paolo in Galati 5:17 ed Efesini 2:3 parla della concupiscenza (epithumía) per indicare i desideri della carne, cioè la natura peccatrice e lontana da Dio, dove se stesso è il centro della propria vita e ama se stesso sopra ogni cosa.
Chi appartiene a Cristo ha crocifisso la carne con le sue passioni e desideri (Galati 5:24). Siamo chiamati a far morire queste opere della carne, chiamate anche terrene, quindi a non curarci della carne per soddisfarne i desideri e ancora ad astenerci dalle carnali concupiscenze che danno l’assalto all’anima (Colossesi 3:5; Romani 13:13-14; 1 Pietro 2:11).
Perciò, benché uno può essere credente, nato di nuovo, il rischio di avere desideri cattivi è sempre presente a causa della carne che sarà sempre con noi!
Noi ancora notiamo:
C) L’inganno della concupiscenza.
v.14: "Invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce". La concupiscenza ci attrae e seduce. La concupiscenza nasce dall’intimo dell’uomo! Appare come un essere personale al quale siamo legati, che fa parte di noi!
Vediamo la dinamica il modo come c’inganna:
(1) La concupiscenza ci attrae.
“Attrae” (exelkomenos participio presente passivo) significa trascinare via come se è costretto da un desiderio interno. La parola (exelkō) era usata come un termine di caccia per riferirsi a una trappola progettata per adescare un animale che non sospettava il pericolo.
(2) La concupiscenza ci seduce.
“Seduce” (deleazomenos participio presente passivo) era usato comunemente come un termine di pesca per adescare anche la preda, quindi a farla morire. Quindi l’immagine che troviamo è il pesce che nuota per i fatti suoi, arrivato a un certo punto devia in direzione di qualcosa che attira la sua attenzione, qualcosa di allettante per scoprire poi il gancio mortale contenuto nell’esca (2 Pietro 2:14,18).
Dunque ogni individuo è tentato dalla propria passione, in quanto egli è attratto e sedotto da essa.
Dunque ogni individuo è tentato dalla propria passione, in quanto egli è attratto e sedotto da essa.
Ancora vediamo:
D) La forza della concupiscenza.
Filone di Alessandria, noto anche come Filone l'Ebreo (Alessandria di Egitto 20 a.C circa-50 d.C), fu un filosofo ellenistico di cultura ebraica. Sembra che abbia detto riguardo al piacere: "Non c'è una cosa sola, che non cede all’ adescamento del piacere, ed essere catturato, trascinato e impigliato nella sua rete”.
La concupiscenza è una forza seducente e pericolosa, l’uomo soccombe facilmente ai suoi allettamenti come il pesce all’esca. I pesci abboccano perché la preda è piacevole, ma è il desiderio che è forte! I desideri sono così forti da poter trascinare una persona a trasgredire i limiti stabiliti da Dio seguendo il fascino superficiale del peccato.
Il proprio desiderio li guida verso la preda, ma poi loro diventano preda, così è la concupiscenza ci fa vedere il peccato piacevole, ma conduce alla morte! Il peccato può sembrare attraente e piacevole per questo ha presa su di noi: il cattivo sembra più attraente della rettitudine, la falsità più attraente della verità, l'immoralità più attraente della purezza morale, le cose mondane più attraenti delle cose di Dio. Attenzione c’è l’inganno! Ricordatevi dell’esca che nasconde il gancio mortale! La concupiscenza non è cosa buona, dietro si nasconde il gancio mortale! Attenzione! Non sostituiamo le benedizioni presenti e future di Dio con qualcosa che si può vedere, sentire o assaporare immediatamente come il peccato perché è un piacere ingannevole.
Infine ecco:
III IL SEGUITO DELLA TENTAZIONE.
v.15: "Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte". Notiamo una concatenazione di elementi e conseguenze. Se pensi che la concupiscenza sia qualcosa di innocuo ti sbagli. Giacomo usa l’esempio della gravidanza e della nascita di un bambino per spiegare che se rispondiamo alla tentazione c’è un seguito, una conseguenza amara per noi.
In primo luogo vediamo che:
A) La concupiscenza concepisce il peccato.
La tentazione non è peccato, Gesù è stato tentato, ma non ha peccato; la tentazione diventa peccato quando la concupiscenza ha concepito! (Ebrei 2:18).
“Concepito” (sullabousa) è un termine per indicare quando una donna rimane incinta (Luca 1:24,31,36 ) e avviene, come sappiamo, dall’unione dello spermatozoo e dell’ovulo che dà origine all’embrione, poi il bambino formato è partorito.
Il concepimento nasce dall’unione di due persone, ma con chi si unisce la concupiscenza per concepire il peccato? Non è chiaro se Giacomo abbia in mente l’unione del nostro desiderio con la tentazione del diavolo o con il peccato stesso o con la circostanza. Più probabile con la nostra stessa volontà! Il peccato nasce nel tuo cuore, con il tuo desiderio, quando il pensiero viene accarezzato e accolto, e diamo la disponibilità, l’assenso con la nostra volontà! Tu sei responsabile del tuo peccato! Certo il diavolo ti può spingere a peccare, ma tu pecchi se lo vuoi!
J.A. Bengel: “Anche i suggerimenti del diavolo non sono occasione di pericolo, prima che loro non sono stati fatti nostri”.
Quando diamo l’assenso:
B) La concupiscenza partorisce il peccato.
Nel momento in cui si incontrano desiderio e volontà, il peccato viene concepito, rimane dentro come il bambino e poi viene partorito. Quindi come vediamo da altri passi della Bibbia, il peccato non si manifesta solo con un azione visibile e specifica, ma rimane tale come il bambino dentro la mamma, quando avviene il concepimento, quando cioè desiderio e l’assenso della volontà si incontrano!
R.V. Tasker: “Analogamente al bambino, già essere vivente prima del momento vero e proprio della sua nascita, il peccato non comincia a essere peccaminoso solamente quando si manifesta in un’azione specifica e visibile-anche se una tale azione peccaminosa è destinata a venire presto o tardi alla luce, quando il pensiero concupiscente sia stato accolto e accarezzato”.
C) La conseguenza del peccato è la morte.
Lungo le rive del Rio delle Amazzoni vive una specie di grande e colorato ragno. Quando una di queste creature si estende fuori, appare esattamente come il fiore sbocciato. Le api e altri insetti vanno su di essa e si aspettano di trovare nettare, ma invece, trovano il veleno mortale del ragno. Il peccato è molto simile alla bellezza di quella del ragno: è attraente, invitante, e sembra anche essere buono, invece è mortale!
C’è un vecchio detto: “Il peccato vi porterà più lontano di quanto si vuole andare, ti tiene più a lungo di quanto si vuole stare, e ti costa più di quello che volete pagare”.
(1) Il peccato quando è compiuto (apotelestheisa) indica la completezza, la forma finale, essere pienamente formato in tutte le sue parti.
Come quando il bambino dopo nove mesi è completo pronto alla nascita e nasce.
Ma di quale morte sta parlando?
(2) La Bibbia parla di tre tipi di morte.
Troviamo la:
• Morte fisica (Genesi 2:16; 3:19; Romani 5:12,17; Giovanni 11:4; Ebrei 7:23).
La morte fisica è la punizione di Dio per il peccato. Questo è quello che noi vediamo fin dalla Genesi quando Dio ordinò ad Adamo di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza de bene e del male, se lo avesse fatto sarebbe morto e così è stato (Genesi 2:16; 3:19; Romani 5:12,17; cfr. Isaia 1:24; 61:2; Geremia 46:10). Questo è il motivo per cui tutti moriamo naturalmente. Ma c’è anche un giudizio particolare come per esempio per coloro che si accostano alla cena del Signore indegnamente e muoiono fisicamente (1 Corinzi 11:27-34).
Poi troviamo la:
• Morte spirituale.
Significa che l’uomo è estraneo alla vita di Dio, separato, nemico. In questo senso c’è una separazione intesa come una mancanza di comunione spirituale nel presente, il peccato ci schiavizza (Romani 6:17 ), c’indebolisce (Romani 5:6 ); ci acceca spiritualmente (2 Corinzi 4:4); ci rende sordi (Marco 8:18); ci separa da Dio (Isaia 59:1-2); ci rende nemici di Dio e quindi morti spiritualmente (Giovanni 5:24; Romani 8:6; 2 Corinzi 3:7; 1 Giovanni 3:14).
Infine troviamo la:
• Morte eterna; una separazione eterna (Romani 6:21-23).
La morte eterna implica una pena eterna ed è chiamata anche morte seconda, nello
stagno di fuoco eterno, vale a dire una eterna separazione da Dio! (Apocalisse 2:11; 20:6,14 ; 2 Tessalonicesi 1:7-10; Cfr. Matteo 25:34-40 ; Matteo 25:46).
In un cimitero in Indiana su una lapide era scritto questo epitaffio:
Sconosciuto che passi di qua, fai una pausa,
Come Lei è ora, così una volta ero anch’ io.
Come io sono ora, così sarà anche lei,
Quindi si prepari per la morte e mi segua.
Un viandante ignoto aveva letto quelle parole ed ha scritto sotto:
Seguirla io non sono contento,
Finché non saprò in quale via lei è andato.
Il viandante aveva ragione, l'importante sulla morte riguardo alla morte non è solo prepararsi, ma preparasi per dove si andrà! Tu dove andrai? Nello stagno di fuoco o con Gesù per l’eternità?
Se non hai questa sicurezza allora preparati a morire e a incontrare il tuo Dio dice il profeta! (Amos 4:12). Se vuoi andare con Gesù allora devi pentirti dei tuoi peccati e credere che Gesù è morto per i tuoi peccati! Di quale morte sta parlando Giacomo? Giacomo certamente vuole sottolineare le conseguenze disastrose del peccato. Non sta parlando di morte seconda perché un vero credente non perde la salvezza, ma certamente se c’è del peccato in noi c’è una miseria spirituale, possiamo essere credenti, ma è come se fossimo privi di vita perché comunque se camminiamo nel peccato non c’è comunione con Dio. Ma se c’è uno stile di vita di peccato allora dovremmo pensare se siamo veri credenti!
Comunque sia Giacomo fa un appello al ravvedimento, a vivere una vita santa! Non possiamo vivere nel peccato! Quindi se non controlli i tuoi desideri, possono avere effetti tremendi, brutti sulla tua vita cristiana!
CONCLUSIONE.
Un sondaggio di una rivista cristiana (Novembre-Dicembre, 1992) classificò le aree delle sfide più grandi della vita cristiana e quindi le loro tentazioni:
1. Materialismo.
2. Orgoglio.
3. Egocentrismo.
4. Pigrizia.
5. Ira.
6. Concupiscenza Sessuale.
7. Invidia.
8. Ghiottoneria.
9. Bugie.
Le tentazioni erano più potenti quando loro avevano trascurato il loro tempo con Dio 81% e quando loro erano fisicamente stanchi 57%. La tentazione è stata vinta con la preghiera 84%, evitando situazioni compromettenti 76%, studiando la Bibbia 66%, dando conto a qualcuno 52%. Come possiamo perciò vincere la tentazione? Come possiamo evitare la tentazione e quindi il peccato è una vita cristiana misera?
Certamente curando il nostro rapporto con il Signore, ma possiamo ancora dire:
1) Devi volerlo evitare, sei responsabile tu delle tue azioni!
Pensa che il peccato è fare male contro Dio e ha conseguenza negative su di te e su gli altri!
2) Devi prevenire: è importante la prevenzione.
Prevenire è meglio che curare.
Come?
• Bada a te stesso (Galati 6:1-2).
Questo significa prestare attenzione accurata! Sii radicale perché se ti avvicini al precipizio del peccato, la legge di gravità avrà la meglio e ti porterà a precipitare rovinosamente. Pensa al fatto che Dio non è onorato con il tuo peccato e pensa al fatto che rovinerà la tua comunione con Dio. Pensa che il percorso che noi scegliamo di seguire ha delle inevitabili conseguenze:il peccato non ci da la vita, anzi la peggiora!
• Cambia i tuoi pensieri e non alimentarli guardando film, frequentando gente,ecc., che potrebbero alimentare quei desideri malsani.
Randy Alcorn: “La concupiscenza è alimentata da qualsiasi cosa che depositiamo nelle nostre menti e che essa riesce ad afferrare. Ciò che si trova all’interno delle nostre menti è ciò a cui abbiamo permesso l’ingresso attraverso i nostri sensi. Le immagini e le parole nelle nostre menti provengono necessariamente da elementi specifici che i nostri occhi hanno visto e le nostre orecchie hanno sentito, o da un’insieme confuso di entrambi”.
Filippesi 4:8: "Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri". Il desiderio è qualcosa che può essere alimentato o soffocato. Se un uomo nutre e favorisce il desiderio abbastanza a lungo, vi è una conseguenza inevitabile. Il desiderio diventa azione. Se un uomo pensa a qualcosa di abbastanza a lungo, se permette il desiderio abbastanza a lungo, tutte le possibilità sono che, alla fine, farà ciò che desidererà. Il desiderio nel cuore, alla fine, genera il peccato in azione. Un uomo può ... con la grazia di Dio, eliminare il desiderio se egli lo affronta e ci lavora subito.
• Mantieni le distanze.
Non ti mettere in quelle condizioni pericolose dove tu possa cadere nel peccato. È importante anticipare e prevenire le tentazioni per quello che ti è possibile, per quanto dipende da te! Noi conosciamo quali sono le nostre debolezze, ebbene evitiamo quelle situazioni che ci potrebbero far cadere. Dobbiamo essere radicali nell’odiare il male e nel fare le scelte che potrebbero compromettere la nostra vita spirituale! (Matteo 5:27-30; Romani 13:14). Quando sei con una certa persona accade che i tuoi pensieri o le tue azioni prendono una direzione sbagliata? Smetti di frequentarla. Se internet o la televisione possono essere un problema per le tue debolezze, che possano alimentare le tue tentazioni, sbarazzatene!!
• Alimenta la tua mente con la Parola di Dio.
Salmi 119:9-11: "Come potrà il giovane render pura la sua via? Badando a essa mediante la tua parola. Ti ho cercato con tutto il mio cuore; non lasciare che mi allontani dai tuoi comandamenti. Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te".
Gesù ha risposta alla tentazione del diavolo con la verità, con la Parola di Dio (Matteo 4:1-11; Efesini 6:17). Non sarebbe male imparare a memoria dei passi della Scrittura, al momento giusto lo Spirito Santo ce li farà ricordare al momento della tentazione.
La Bibbia ci dà le parole giuste e sta a te tenerle pronte!
Ma cosa dobbiamo fare al momento della tentazione?
3) Al momento della tentazione:
• Chiedi aiuto a Gesù in preghiera.
Matteo 26:41: "Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole". Noi dobbiamo essere come quei soldati di sentinella che sono svegli, quando vedono arrivare l’esercito nemico non combattono da soli ma chiamano rinforzi! Perciò non affrontare la tentazione da solo, ma chiedi aiuto a Gesù! (Ebrei 2:18; 4:15-16).
• Resisti con la forza che il Signore ti dà (Filippesi 4:13).
Resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi (Giacomo 4:7).
Molti uomini e donne hanno subito talmente tante sconfitte da essere ormai convinti che la vittoria è impossibile e quindi si sono arresi. Ciò significa che continueranno a perdere, ma Dio ci chiama a essere vincitori e, allo stesso tempo, ci da la forza e l’equipaggiamento necessario per diventarlo (Efesini 6:10-19).
• Fuggi.
Proverbi 4:14-15: "Non entrare nel sentiero degli empi e non t'inoltrare per la via dei malvagi; schivala, non passare per essa; allontanatene, e vai oltre". Giuseppe figlio di Giacobbe fuggì letteralmente quando la moglie di Potifar l’afferrò e gli disse di unirsi a lei (Genesi 39:9-12).
Non startene lì, cercando di “resistere” alla tentazione (non solo per quella sessuale), quando puoi fuggire!!
In conclusione giriamo le spalle ai piaceri minori e ingannevoli per abbracciare gioiosamente i piaceri più alti e veri: quelli di Dio (Salmi 16:11).