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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La consistenza della resurrezione di Gesù Cristo.

Giovanni 20:1-9: La consistenza della resurrezione di Gesù Cristo.
John R. W. Stott scrisse: “Gesù stesso non predisse mai la sua morte senza aggiungere che sarebbe risorto, e descrisse la sua prossima resurrezione come un ‘segno’. Paolo all’inizio dell’Epistola ai Romani, scrisse che Gesù era ‘dichiarato Figliuol di Dio con potenza…mediante la sua resurrezione dai morti’, e i primi sermoni degli apostoli riportati in Atti affermano ripetutamente che con la resurrezione Dio ha annullato la condanna dell’uomo e ha confermato il suo Figliuolo”.

La resurrezione di Gesù è un fatto storico dimostrato, ma qual è il significato, o l’importanza della resurrezione di Gesù?

In primo luogo vediamo:
I L’ATTESTAZIONE DELLA RESURREZIONE.
La risurrezione insieme alla croce è l’evento più importante della storia.

Che cosa attesta la resurrezione di Gesù?

A) La resurrezione di Gesù attesta la validità del cristianesimo.
Paolo afferma in 1 Corinzi 15:13-17: “Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede. Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano. Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati”.

Questa dottrina è fondamentale per il cristianesimo, se togliessimo la resurrezione di Gesù, vana sarà la predicazione, e vana sarà la nostra fede: saremmo ancora nei peccati.

Il cristianesimo non avrebbe senso senza la resurrezione di Gesù e il fondamento della fede cristiana, infatti, per tutto il libro degli Atti l'enfasi della predicazione apostolica era proprio la risurrezione di Cristo (Atti 2:24,32; 3:15,26; 4:10; 10:40; 13:30-37; Atti 17:31).

Questo si può notare anche nelle epistole di Paolo (Romani 4:24-25; 6:4,9; 7:4; 8:11; 10:9; 1 Corinzi 6:14; 15:4; 2 Corinzi 4:14; Galati 1:1; Efesini 1:20; Colossesi 2:12; 1 Tessalonicesi 1:10; 2 Timoteo 2:8) e negli altri libri del Nuovo Testamento (1 Pietro 1:21; 3:21; Apocalisse 1:5; 2:8).

B) La resurrezione di Gesù attesta la capacità di Dio.
È una capacità che non conosce ostacoli.
La resurrezione di Gesù mostra la potenza di Dio.
In Efesini 1:16-20 leggiamo: "Non smetto mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere,  affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente;  egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati, qual è la ricchezza della gloria della sua eredità che vi riserva tra i santi, e qual è verso di noi, che crediamo, l'immensità della sua potenza. Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo".

La potenza di Dio è immensa e non conosce ostacoli nemmeno davanti la morte!

Nonostante la morte sia invincibile per l’uomo non lo è per Dio!
Ma la cosa straordinaria che vediamo è che quella potenza è attiva nel credente!

Leon Morris scrive: “Il cristiano ha sperimentato e sperimenta la potenza della resurrezione di Cristo nella propria vita! Lo stesso potere che ha portato Cristo vivo dai morti è operativo all'interno di quelli che sono di Cristo.  La risurrezione è una cosa in corso”.

C) La resurrezione di Gesù attesta la Sua divinità.
Romani 1:4 dice: "Dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo, nostro Signore".

“Dichiarato Figlio di Dio” non significa che lo divenne nel momento della resurrezione, ma significa che la resurrezione di Gesù era un segno, una prova, una dimostrazione chiara e inequivocabile della Sua divinità.

C.S. Lewis, filosofo e professore universitario per un certo periodo di Oxford e Cambridge: “Sto cercando d’impedire che qualcuno dica del Cristo quella sciocchezza che spesso si sente ripetere: 'Sono pronto ad accettare Gesù come un grande maestro di morale, ma non accetto la Sua pretesa di essere Dio'. Questa è proprio l’unica cosa che non dobbiamo dire: un uomo che fosse soltanto un uomo e che dicesse le cose che ha detto Gesù non sarebbe certo un grande maestro di morale, ma un pazzo -allo stesso livello del pazzo che dice di essere un uovo in camicia- oppure sarebbe il Diavolo. Dovete fare la vostra scelta: o quest’uomo era, ed è, il Figlio di Dio oppure era un matto o qualcosa di peggio. Potete rinchiuderlo come pazzo, potete sputargli addosso e ucciderlo come indemoniato, oppure potete cadere ai Suoi piedi e chiamarlo Signore e Dio. Ma non tiriamo fuori nessuna condiscendente assurdità come la definizione di grande uomo, grande maestro. Egli ha escluso la possibilità di una tale definizione- e lo ha fatto di proposito”. 

Al momento della Sua risurrezione, Cristo è stato glorificato e restituito ai suoi pieni diritti e status come Figlio di Dio con potenza (Filippesi 2:4-9).

In secondo luogo vediamo:
II L’ASSICURAZIONE DELLA RESURREZIONE.
Che cosa assicura o garantisce la resurrezione di Gesù?
A) La resurrezione di Gesù assicura l’approvazione dell’opera di Cristo.
La risurrezione è il sigillo e la conferma dell'azione salvifica di Cristo sulla croce.

Quando Cristo fu risuscitato dai morti, è stata la dichiarazione di Dio che ha approvato il lavoro di redenzione di Cristo.

Nella risurrezione, Dio stava dicendo a Cristo: "Io approvo quello che hai fatto”.

Possiamo avere fiducia che Dio ha accettato il sacrificio di Cristo perché Dio lo ha risuscitato dai morti a conferma che ha approvato il Suo sacrificio.

M.L. Jones scriveva: “La risurrezione è la proclamazione del fatto che Dio è pienamente e totalmente soddisfatto dell’opera di suo Figlio sulla croce”.

B) La resurrezione di Gesù assicura la nostra salvezza.
La resurrezione di Gesù ha un ruolo importante nell'applicazione della salvezza.

Il valore redentivo della sua morte per i peccatori è stato reso effettivo dalla sua risurrezione.

Riguardo l’assicurazione della nostra salvezza vediamo che:
(1) La resurrezione di Gesù assicura la rigenerazione.
1 Pietro 1:3 dice: "Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti".

Qui vediamo che c’è un collegamento tra la risurrezione di Gesù con la nostra rigenerazione, o nuova nascita.

Se per noi è stato possibile nascere di nuovo, essere rigenerati, quindi avere un nuovo genere di vita, questo è stato possibile per la risurrezione di Gesù.

Noi siamo uniti a Cristo spiritualmente alla Sua resurrezione, Dio ci ha risuscitati con Gesù (Efesini 2:6; Colossesi 2:12; 3:1).

Spiritualmente eravamo morti nelle nostre colpe e nei nostri peccati, ma Dio nella Sua misericordia e grazia ci ha risuscitati spiritualmente con Cristo, siamo ora nuove persone, come lo era il Cristo risorto con un corpo nuovo.

Nella Sua risurrezione, Gesù ha guadagnato per noi una nuova vita proprio come la Sua. Così è attraverso la Sua risurrezione che Cristo ha guadagnato per noi il nuovo tipo di vita che riceviamo quando siamo nati di nuovo.

Il peccato così non ha più il dominio su di noi. Uniti a Cristo alla sua morte e alla Sua resurrezione, il peccato non ha più domino su di noi (Romani 6:4-14).

Ma Pietro dice a una “speranza viva”.
La nuova nascita è orientata verso il futuro, può essere vista già dalla parola di Gesù quando disse a Nicodemo che è necessario nascere di nuovo per vedere il regno di Dio (Giovanni 3:3-5).

“Speranza viva” indica la certezza che Dio realizzerà le sue promesse riguardo la nostra salvezza, la nostra futura resurrezione per la vita eterna (1 Corinzi 15:22).

Riguardo l’assicurazione della nostra salvezza vediamo ancora che:
(2) Gesù assicura la nostra giustificazione.
Romani 4:24-25 dice: “Ma anche per noi, ai quali sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”.

La risurrezione completa l’opera di redenzione della Sua morte.
La morte e la risurrezione sono indissolubilmente unite, se non ci fosse stata la risurrezione, viene a mancare anche il significato della Sua morte, noi saremmo ancora nei peccati dice 1 Corinzi 15:17. 

Charles Hodge teologo 1800 scrisse: “Con un Salvatore morto, un Salvatore sul quale la morte avesse trionfato e che avesse tenuto prigioniero, la nostra giustificazione sarebbe stata per sempre impossibile. Come, nell’antico patto, il sommo sacerdote doveva non solo uccidere la vittima sull’altare, ma anche portarne il sangue nel luogo santissimo e spruzzarlo sul propiziatorio dell’arca, così era necessario non solo che il nostro grande Sommo Sacerdote soffrisse nel cortile esterno, ma anche che entrasse nel cielo per presentare la Sua giustizia davanti a Dio per la nostra giustificazione. Perciò, sia come prova del fatto che Dio ha accettato l’espiazione che Cristo ha compiuto per noi, sia come passo necessario per garantire l’applicazione dei meriti del Suo sacrificio, la risurrezione di Cristo fu assolutamente essenziale anche per la nostra giustificazione”.

Quindi la risurrezione è stata necessaria affinché Gesù potesse fare da mediatore, intercessore e avvocato nostro davanti a Dio, garantendo così la nostra salvezza.

In Romani 8:32-34 leggiamo: “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?  Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica.  Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi”.

Oggi Gesù è alla destra di Dio e intercede a favore dei credenti presso Dio, se fosse rimasto nella tomba non poteva farlo! (Vedi anche Ebrei 7:25).
Infine riguardo l’assicurazione della nostra salvezza vediamo che:
(3) Gesù assicura la nostra resurrezione.
Il Nuovo Testamento collega parecchie volte la risurrezione di Gesù con la nostra risurrezione finale del corpo. 

1 Corinzi 6:14 dice: “Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza”.   

Quindi la resurrezione garantisce sia una nuova vita spirituale e sia una risurrezione spirituale, nel senso che i nostri corpi mortali saranno trasformati come quello di Cristo.

In 1 Corinzi 15:20-23 leggiamo: “Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti.  Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti.  Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ma ciascuno al suo turno: Cristo, la primizia; poi quelli che sono di Cristo, alla sua venuta”.

Paolo scrisse 1 Corinzi 15 per quei credenti che cominciavano a dubitare della risurrezione dai morti e per dimostrare, invece che i credenti risusciteranno dai morti, Paolo dice che Gesù è risorto dai morti.

C’è la risurrezione dai morti, quella di Gesù è una prova, ma non solo una prova, ma anche una garanzia che il credente risusciterà. (Vedi anche 2 Corinzi 4:14; 1 Tessalonicesi 4:13-18).

Gesù è la primizia, cosa significa?
“Primizia” è un’immagine dell'Antico Testamento, era il primo covone del raccolto che era portato a Dio (Levitico 23:9-14), non era prima del raccolto principale, ma era un'assicurazione che ci sarebbe stato il resto del raccolto.

Gesù ha preceduto il Suo popolo con la sua risurrezione fisica, ma è anche la garanzia della nostra risurrezione al Suo ritorno.

In terzo luogo vediamo:
III L’APPLICAZIONE ETICA DELLA RESURREZIONE.
Nell’applicazione dell’etica vediamo la:
A) Consacrazione nel Servire il Signore.
Il tempo sulla terra è prezioso, abbiamo molto lavoro da fare per il regno.
In 1 Corinzi 15:58, Paolo esorta: “Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore”. 

Sapendo queste verità sublimi riguardo la resurrezione siate saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore, sapendo che la fatica non è vana nel Signore.

La consapevolezza della risurrezione di Cristo e quindi anche della nostra ci spinge a essere sempre attivi e fecondi nell’opera del Signore.

Quindi Paolo non solo esorta a continuare a credere (saldi e incrollabili) alla resurrezione dai morti, lo dice perché alcuni dubitavano, ma dice anche di essere sempre abbondanti nell’opera del Signore, cioè nel servizio cristiano, nella predicazione per il progresso del vangelo e dell’edificazione del corpo di Cristo (1 Corinzi 16:10).

”La fede nella risurrezione genera la coscienza di una illimitata e infinita capacità di lavoro” (Edwards).

Cosa, spinse i discepoli di Gesù da essere codardi a essere militanti nell’opera del Signore fino ad affrontare la persecuzione e il martirio? Certamente fu: la risurrezione di Gesù, quando lo videro risorto la loro vita cambiò!!!!! (1 Corinzi 15:30-32).

A.W.Tozer scriveva: “Il mattino della risurrezione è stato solo l'inizio di una grande mobilitazione, grande e vasta che non è mai finita né finirà fino a quando il nostro Signore Gesù Cristo ritorna”.

Questa fatica non è vana nel Signore!
“Non è vana” (kenós) è vuota, cioè non è da gettare via, nel senso che non servirà a nulla, che non riceverà nessuna ricompensa. 

Quante volte siamo scoraggiati perché non vediamo i risultati nell’opera del Signore? Ma dobbiamo ricordare che Dio ci premierà per la fatica e non per i risultati! (1 Corinzi 3:8).

Perciò la fatica, Dio non la getta via, Dio non dimenticherà l’opera nostra (Ebrei 6:10) e benedice i suoi servi (Matteo 19:29). 

Ma soprattutto, al di là, di tutto questo, al di là che possiamo essere dei servi inutili, noi credenti risusciteremo, Dio ci darà di vincere la morte e avremo un corpo come il Suo!!

A causa della risurrezione, l’opera che i credenti compiono per il Signore non è vana!
A volte esitiamo a fare una cosa perché pensiamo che non ci sarà nessun risultato, ma non è importante il risultato, quello spetta a Dio, quello che conta se stiamo lavorando per il progresso del regno di Dio e per la gloria di Dio!

Nell’applicazione dell’etica vediamo:
B) Un cambiamento radicale.
In Colossesi 2:12 leggiamo: “Siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti”.

C’è un’unione spirituale con Gesù e questo significa un orientamento di vita chiaro e ben definito.

Ancora Paolo dice in Colossesi 3:1-3: “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio”.
Se noi siamo morti e risuscitati con Cristo dobbiamo cercare le cose di lassù dove Cristo glorificato è seduto.
Notate un’azione che si riferisce al passato, sta parlando della nuova nascita e la nuova nascita porta un cambiamento radicale nel credente.

C’è un contrasto tra cielo e terra e ha un significato etico, di comportamento.

Il cristiano vedrà tutto nella luce e con lo sfondo dell'eternità, cercherà di condursi secondo le realtà celesti, divine.

Il cristiano non vivrà più come se le cose di questo mondo fossero più importati perché per lui le cose del cielo sono le più importanti!!

Paolo dice che se noi siamo risuscitati con Cristo, abbiamo sperimentato un cambiamento radicale che dovrebbe ripercuotersi su tutto il nostro modo di vivere, se siamo risorti con Cristo ci muoviamo in una sfera nuova, con nuovi scopi. 

“Cercare” (zētéō) significa cercare qualcosa con il desiderio di possederla, mentre “aspirare” (phronéō) indica tenere la mente fissa, fissare i nostri pensieri, possiamo dire avere un chiodo fisso.

Significa pensare sempre alle cose del cielo e aspirare a queste.

Significa concentrare i nostri desideri, pensieri, concentrare la nostra attenzione sul regno celeste in modo da tale da perseguire gli obiettivi celesti, le mete spirituali.

Quindi questi due verbi si riferiscono all'orientamento della volontà di uomo e non solo una semplice attività intellettuale, si riferiscono a un cambiamento di prospettiva, dal terreno al celeste, al cielo.

È il genere di cambio che avviene dall'identificazione completa con un'altra persona o causa, quando il servizio di quella persona o causa diviene tutto per noi fino a consumarci, diventa la priorità che determina la nostra vita.

Perciò “cercare” e “aspirare” alle cose di lassù, significa essere identificati con Cristo con la Sua persona e causa, significa avere la mente di Cristo, impegnarsi attivamente e avere interessi, prospettive, motivazioni, atteggiamenti che sono di Cristo.

Significa essere legati a Cristo e vivere come Cristo e non pensare alle cose terrene, il contrasto è chiaro si parla di peccato più avanti in Colossesi 3:5 dove troviamo scritto: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria”.

Anche in Romani 6:3-10 Paolo, dopo aver parlato dell’unione spirituale dei credenti con la morte e la resurrezione di Gesù, dicendo che il Suo morire fu un morire al peccato e il suo vivere è un vivere a Dio, poi nel v.11 esorta: “Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù. Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale per ubbidire alle sue concupiscenze; e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio”.

Ora, le cose della terra, sono solo per un tempo, quelle del cielo sono per sempre, (Matteo 6:19-24).
Le cose terrene della carne producono inimicizie e morte, quelle del cielo e dello Spirito producono vita e pace (Romani 8:5-8).

“Cercare” e “aspirare” alle cose di lassù significa crescere in santità, dedicarsi alla preghiera e progredire nella crescita spirituale.

“Cercare” e “aspirare” nel greco sono verbi imperativi presente che indica una azione continua: cioè è un comando che dobbiamo praticare ogni giorno con impegno e diligenza.

È interessante che Paolo dice che Cristo è alla destra di Dio, cioè sul trono. 
Gesù è il Signore allora dovremmo fare quello che Lui ci dice di fare………

Nell’applicazione dell’etica vediamo:
C) Un nuovo atteggiamento nei confronti della morte.
1 Corinzi 15:17-19 dice:  “E se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. Anche quelli che sono morti in Cristo, sono dunque periti. Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini”.
Un coltivatore portò il suo piccolo figlio a visitare un villaggio vicino. Lungo la strada dovevano attraversare un ruscello rapido su un vecchio ponte rovinato dal tempo, il che spaventò il piccolo, anche se era giorno. Ritornando al tramonto verso il buio, il piccolo si ricordò del ruscello, ma soprattutto di quel vecchio ponte ed ebbe paura. Come avrebbero attraversato quel turbolento ruscello al buio? Notando la sua ansia, il padre alzò il piccolo e lo portò tra le sue braccia. Prima che loro arrivarono al ponte, il bambino si addormentò presto sulla spalla di suo padre. Il bambino si risvegliò al sicuro, la mattina con i raggi del sole che entravano dalla finestra della sua camera.

Così il credente alla morte si addormenta tra le braccia del Redentore per svegliarsi al sicuro nella Sua casa in cielo illuminato dalla Gloria di Dio.

La vita dopo la morte continuerà, non dobbiamo avere paura della morte, perché i nostri corpi saranno trasformati come quello di Gesù e saremo per sempre alla presenza di Dio (1 Corinzi 15:51; Filippesi 3:21).
Consoliamoci gli uni gli altri (1 Tessalonicesi 4:13-18).
CONCLUSIONE.
Il vero cristiano è convinto della verità della resurrezione di Gesù non solo razionalmente, ma perché ne ha sperimentato gli effetti, la potenza.

1) Prima di ogni cosa, il cristiano ha gustato che i propri peccati sono stati perdonati! (1 Corinzi 15:3,16).
Hai la certezza che i tuoi peccati sono stati perdonati?

2) Secondo, il cristiano è sicuro che della vita eterna e della resurrezione dalla tomba!
Grazie all’intercessione di Gesù, di conseguenza alla Sua morte, resurrezione e ascensione, il cristiano gode di una grande pace con Dio e ha la pace di Dio nel cuore (1 Corinzi 15:19-26; Romani 5:1-2; Giovanni 14:27).

3) Terzo, il cristiano è stato liberato dal dominio del peccato ed è una nuova creatura per la potenza di Dio!
(2 Corinzi 5:17. Vedi anche Efesini 1:19-20; Romani 6:4; 11,14; 1 Corinzi 15:17).

Questo è dimostrato con il carattere e comportamento etico come quello di Gesù.

Sei una nuova creatura?
Vance Havner diceva: “I cristiani, non sono solo brave persone. Sono nuove creature. Se sei quello, che sei sempre stato, tu non sei un cristiano”.

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