La spiritualità Biblica. Discipline spirituali. Il servizio.
In questa lezione vedremo:
1. Le motivazioni per servire Dio.
2. Il modo come servire Dio.
3. Gli scopi per servire Dio.
“ Le discipline spirituali non devono essere visti come un pretesto per la separazione e l'isolamento dal mondo. Piuttosto, essi dovrebbero essere considerati come un mezzo per conquistare il mondo. Non la rinuncia al mondo, ma il servizio in tutto il mondo, questo è lo scopo delle discipline dello spirito come si è visto nella Bibbia”. Donald G. Bloesch
La disciplina di servire Dio, come noi leggiamo nella Bibbia, è un servizio costoso perché richiede la rinuncia totale di noi stessi, richiede priorità, non è un passatempo, richiede tutta la vita, non è per breve tempo. Il servizio non è un elenco di cose che facciamo, anche se ci sono cose da fare in esso. Non è un codice etico, ma un modo di vivere, è uno stile di vita.
1. Le Motivazioni per servire Dio.
a. Il Privilegio.
Grandi uomini di Dio come Abramo (Sal.104:42); Mosè (Gios.14:7;1 Re 8:53-56; Sal.104:26,42; Dan.9.11; Mal.3:24; Apoc.15:3); Giosuè (Gios.24:29; Giu.2:8); Caleb (Num.14:24); Davide (2 Sam.7:8,25,29; 1 Re 8:66; 1 Cro.17:4; Sal.77:70); il Messia (Is.52:13,53:11); quindi i profeti erano considerati servi (2 Re 9:7; 2 Re 17:13; Ger.7:25; 26:5; 29:13; Ez.38:17; Am.3:7; Dan.9:10). Ora questo aveva un titolo onorifico perché per gli israeliti, Dio è il Signore assoluto perciò l’uomo dipende da Dio, per questo motivo essere scelto da Lui per servirlo non era qualcosa di degradante, ma era considerato un privilegio, un onore.
b. L’Obbedienza.
Servire Dio è una questione di obbedienza (Deut. 13:4; Giu.2:7; Mal. 3:18; Matt.6:24, Luca 16:13, Atti 20:19, Rom. 7:6; Luca 15:29). Rom.12:11 l’apostolo Paolo ci esorta: "Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore". Il verbo “servite” (douleuontes)è un participio presente attivo utilizzato per esprimere un comando o una dichiarazione forte . Quando non stiamo servendo il Signore, come Suoi servi, stiamo disubbidendo e quindi peccando. “Servite” si riferisce al servizio di uno schiavo, la cui ragione di vita era fare la volontà del suo padrone. Gesù è il Signore che vuole obbedienza (Luca 6:46). Chi obbedisce vuol dire che ha conosciuto veramente Dio (1 Giov.2:3-6).
c. La Gratitudine.
Il profeta Samuele esortò il popolo di Dio al servizio con queste parole: "Solo temete il SIGNORE e servitelo fedelmente, con tutto il vostro cuore; considerate infatti le cose grandi che egli ha fatte per voi!" (1 Samuele 12:24). Donald S. Whitney giustamente dice: “Non è un peso servire Dio se si considera quali grandi cose ha fatto per noi”. Se i veri cristiani considerano che sono salvati per grazia dai peccati e dall’inferno, se considerano tutte le benedizioni che Dio elargisce in Cristo, allora saranno grati e serviranno il Signore.
d. Il Perdono.
Dopo che Isaia sperimentò il perdono dei peccati si coinvolse nel servizio per Dio, infatti all’ascolto della voce del Signore che disse: "'Chi manderò? E chi andrà per noi?' Isaia rispose: 'Eccomi, manda me!'" (Is.6:6-8). Isaia poi andò a predicare la Parola di Dio. Tutti i veri cristiani hanno ricevuto il perdono di Dio di tutti i loro peccati in Cristo Gesù (Sal.32:1-5; 103:11-13; Atti 10:43;13:38-39;Ef.1:7;ecc.) e serviranno Dio. I cristiani, perciò servono per essere perdonati, ma perché sono stati perdonati!!
e. L’Amore.
L’amore che Cristo ha per noi influenza anche il nostro comportamento e quindi anche il nostro servizio per Lui come ci dice Paolo in 2 Cor.5:14-15: "infatti l'amore di Cristo ci costringe, perché siamo giunti a questa conclusione: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono;e ch'egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro".
Quindi l’amore di Cristo controlla o costringe le persone. Il risultato irresistibile di questo amore, sarà che, le persone salvate da Cristo non vivranno più per loro stessi, ma per Cristo. L’amore di Cristo per il credente determina tutto nella sua vita, quindi anche il servizio, vivrà per Gesù, per Colui che è morto e risuscitato per lui. L’amore di Cristo che ha per il credente, sarà corrisposto dal credente per Cristo.
In Marco 12:30 Gesù dice: "Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua". Noi come cristiani siamo chiamati ad amare Dio con tutto noi stessi e il servizio ne è un’espressione.
f. Il Timore di Dio.
Già abbiamo visto il timore di Dio in una lezione precedente (Spiritualità relazionale) e non voglio ripetermi, ma nel contesto del servizio voglio fare alcune considerazioni e dire qualcosa in più rispetto alle altre motivazioni. In Giosuè 24:14 leggiamo: "Dunque temete il SIGNORE e servitelo con integrità e fedeltà; togliete via gli dèi ai quali i vostri padri servirono di là dal fiume e in Egitto, e servite il SIGNORE".
Indubbiamente il credente serve il Signore per i motivi che abbiamo visto prima, ma anche perché lo teme! Dunque temete il Signore e servitelo dice Giosuè, il servizio, quindi, nasce anche perché temiamo Dio. Nel contesto vediamo che Giosuè raduna il popolo e fa un discorso da parte di Dio, parla delle cose grandi che ha fatto Dio (la liberazione miracolosa dalla schiavitù di Egitto), la vittoria contro eserciti potenti (Amorei, Ferezei, Cananei,ecc.), la liberazione dai loro nemici dalla terra promessa tramite i calabroni e il dono di una terra fertile. Così Giosuè dice loro (sapendo tutto questo) dunque temete il Signore.
• Il Timore è la reazione dello spirito umano alla Sovranità di Dio.
Il timore (yārē) è un sentimento positivo riverenziale, di soggezione o trepidazione di fronte a persone fortemente autorevoli, di fronte un pericolo o un castigo (Ger.42:16; Ez.11:8). Dio è una persona fortemente autorevole, più di ogni altra sulla terra, è il Sovrano in assoluto, regna sulla Sua creazione e fa quello che vuole e nessuno gli può impedire questo. Giosuè mette in enfasi la Sovranità di Dio: scelse Abramo, lo fece diventare una grande nazione, colpì l’Egitto giudicandolo e liberò Israele con grandi prodigi; li guidò nel deserto provvedendo ai loro bisogni e sconfisse per Israele eserciti più potenti; diede loro una terra fertile. L’intervento di Dio in favore del suo popolo, provoca terrore anche tra gli altri popoli (Gios.2.8-11; Es.15:14-16; 1 Sam.4:7-8).
• Timore è il senso di creaturalità di fronte alla Maestà.
Senso di creaturalità non si riferisce al fatto che sappiamo di essere stati fatti da Dio, ma che siamo consapevoli della nostra fragilità di fronte alla Maestà di Dio. In Genesi 18:27 Abramo davanti a Dio si definisce polvere e cenere, cioè un niente! Dio ha mostrato la Sua Maestà a Israele vincendo eserciti potenti e facendo grandi miracoli! Davanti questo Dio maestoso siamo davvero piccoli! Ci sentiamo sopraffatti! (Sal.145:13; Es.3:6).
Nessuno può misurare Dio! Come non possiamo contenere nel palmo di una mano tutte le acque, come non possiamo misurare il cielo con la mano, così non possiamo misurare Dio! Come non possiamo raccogliere e pesare la polvere della terra e le montagne in un recipiente o nella bilancia, così non possiamo pesare Dio! Dio è incommensurabile, non si può misurare perché è infinito! Nei Suoi confronti le nazioni sono come una goccia di acqua, come polvere minuta! Tutte le nazioni sono come nulla davanti a Lui! (Is.40:12-18).
• Timore è il senso di stupore e terrore verso la Diversità di Dio il Totalmente Altro (natura completamente diversa dalla nostra).
Nessuno è pari a Dio! ( Ger.10:6-7). Come le persone della Bibbia anche oggi rimaniamo meravigliati per Dio! Una delle caratteristiche della divinità è proprio il fatto che noi non possiamo capire pienamente la Sua natura, i Suoi progetti e ne rimaniamo meravigliati (Rom.11:33-35).
Il timore di Dio è la meraviglia sbigottita di fronte al Totalmente Altro, a quel che non è usuale, comprensibile, familiare. Dio non è comune per il Suo carattere! Non è familiare per i Suoi piani! Dio non è sempre comprensibile per come opera!
A volte Dio si è rivelato in modo particolare affinché il popolo lo potesse temere (Es.20:18-20). La grandezza di Dio causa in noi il timore e ci spingerà a servirlo con timore, quindi non solo il timore di Dio ci motiva, ma anche ci accompagnerà nel modo come servirlo e questo ci introduce al secondo punto.
2. Il Modo come servire Dio.
Oltre dunque al timore, che ci motiva e ci accompagna nel servire Dio, vediamo altre caratteristiche del modo come dobbiamo servire Dio come cristiani spirituali.
a. Siamo chiamati a servire con serietà:Integrità e fedeltà.
Giosuè 24:14 leggiamo: "Dunque temete il SIGNORE e servitelo con integrità e fedeltà; togliete via gli dèi ai quali i vostri padri servirono di là dal fiume e in Egitto, e servite il SIGNORE".
Dio disapprova e non trova nessun piacere verso chi non lo serve come vuole Lui. Uno può dire: “ importante è servire il Signore, non è importante come lo servi basta che lo servi!” In realtà Dio guarda a come lo serviamo. In Mal.1:10 Dio dice: "Io non prendo alcun piacere in voi". Dio si riferiva a quei sacerdoti che disprezzavano il nome del Signore offrendo animali che non erano idonei al sacrificio in quanto avevano dei difetti: erano malati, o zoppi, o ciechi, invece questi sacrifici dovevano essere perfetti come diceva la legge (Mal.1:6-12; Lev.22:17-24).
“Integrità” (bĕtāmîm-cfr. Lev.23:15;Gios.10:13.) indica una condotta irreprensibile, senza difetto, onesto, sincero, perfetto. Noè era integro camminò con Dio (Gen.6:9). Il servo di Dio cammina con Dio!!
Mentre “fedeltà” (ûbeʾĕmet) significa essere leali (Gios.2:14), oppure che è conforme alla realtà in contrasto con il falso (1 Re.10:6), dire la verità come l’ha nel cuore (Sal.15.2,ecc.). In altre parole Dio Ti chiama a servirlo senza ipocrisia!!! (Matt.23:13-36).
b. Servire è una scelta.
Noi siamo chiamati a fare delle scelte importanti nella nostra vita, ma ce ne sono alcune più importanti delle altre. Servire il Signore è una scelta importantissima per la nostra vita!!
Gios.24:15: "E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE".
Giosuè lancia una sfida. La sfida è di fare una scelta tra gli idoli e il Signore. Giosuè prima ordina di servire il Signore con integrità e fedeltà e poi lancia una sfida: Se vi sembra sbagliato servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire.
• La parola scegliere (baḥrû) indica l’atto di chi sceglie accuratamente. (1 Sam.17:40, Is.41.40, Es.17.9).
Dobbiamo riflettere seriamente riguardo chi vogliamo servire veramente! Non bisogna essere superficiali nelle fare le scelte, le scelte determineranno e condizioneranno la tua vita e il tuo comportamento.
Se scegli di vivere un cristianesimo superficiale il tuo cristianesimo come la tua vita non avranno senso e non glorificherai Dio, perché lo scopo della tua esistenza è vivere per Dio!
• La parola scegliere indica una scelta con chiara consapevolezza di ciò che fa.
Sia il proposito del popolo di seguire il Signore per ovvie verità, sia la risposta di Giosuè nel portarli a considerare la santità e la gelosia di Dio, mostrano che la scelta deve essere più che consapevole, più che responsabile. Servire il Signore comporta un grande privilegio, ma richiede integrità e fedeltà, altrimenti incorriamo nella sua disapprovazione e giudizio di Dio (Gios.24:19-22).
Se scegliamo di servire il Signore dobbiamo essere consapevoli di cosa implica questa scelta: implica un impegno leale totale per Dio!
Gesù dirà nel Nuovo Testamento che non si possono servire due padroni (Matteo 6:24; Luca 16:13); non è possibile servire due padroni con la stessa devozione ( Cfr.Deut.6:13-15). Non possiamo servire Dio e i nostri idoli, materiali i o spirituali che siano!!!
• La parola scegliere comporta il fare una distinzione tra due cose poi ovviamente preferire la cosa che sembra migliore o giusta. (cfr.Giob.34:4).
In questo caso Giosuè pone gli idoli e il Signore davanti al popolo, e chiede al popolo di fare la scelta migliore. Il popolo rispose con prontezza scegliendo il Signore ( Gios.24:16-21,24).
c. Siamo chiamati a servire con Zelo e gioia.
Rom.12:11: "Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore". La parola “zelo” (spoudē) traduce una parola che unisce le idee di fretta e diligenza. Si tratta di un aspetto importante dell'impegno del cristiano. Il cristiano non deve essere pigro (oknēroi), ma zelante. Quindi vediamo che Paolo esorta i credenti a essere ferventi nello spirito.
“Ferventi” (zeontes ) bollire o ribollire come l’acqua calda, quindi indica essere entusiasti.
Così il Salmo 100:2 ci ricorda di servire il Signore con letizia (bĕśimḥâ). “Letizia” (simchāh)indica piacere, gioia o giubilo (cfr.1 Sam.18:6). “Letizia” è l'espressione della gioia in relazione con Dio. Si riferisce a una celebrazione di qualcosa con attività gioiosa e allegra (Gen. 31:27). E' praticamente equivalenti ai giorni di banchetto e di celebrare nel loro Dio e le Sue benedizioni (Num. 10:10.; Ne 8:12; 2 Cro. 30:23; Is.30:29; Zacc 8:19). Gli Israeliti dovevano adorare e servire con gioia il loro Dio (Deut. 28:47).
Coloro che fanno parte del popolo di Dio sono chiamati a servirlo non di malavoglia o cupi, ma volentieri con gioia. Qualcosa non va se non serviamo il Signore con allegrezza.
d. Siamo chiamati a servirlo con i doni spirituali.
Riguardi i doni spirituali ho detto qualcosa in una precedente lezione (La spiritualità biblica: l’importanza dello Spirito Santo), ma voglio aggiungere altri aspetti riguardo questo argomento. Ogni cristiano è abilitato a servire Dio in modo specifico e unico in base ai doni spirituali che ha ricevuto da Gesù mediante lo Spirito Santo. (Rom.12:3-8;1 Cor.12:3-31; Ef.4:7-16; 1 Pie.4:10-11).
Può essere un dono di parola o di servizio pratico (1 Pie.4:10-11). I cristiani sono chiamati a disciplinare se stessi per servire in modo regolare nella chiesa locale, sapendo che Dio ha dato almeno un dono spirituale a ogni credente, questi sono inescusabili nel servirlo, non possono giustificarsi dicendo che non sono all’altezza, perché Dio ci ha dato le capacità per poterlo fare: il dono spirituale e la sua forza.
Quindi siamo responsabili da usare e affinare i nostri doni (1 Tim.4:14; 2 Tim.1:6), ma non possiamo prendere alcun merito per ciò che Dio ci ha liberamente donato il merito è interamente Suo (1 Cor.15:10; 2 Cor.3:6; 1 Cor.12:11).
Due aspetti importanti da ricordare riguardo i doni spirituali (1) il dono spirituale non è per l’auto-esaltazione personale, ma per l’edificazione della chiesa (1 Cor.12:7, 1 Pie.4:10) e (2) ogni dono diventa praticamente inutile quando viene utilizzato senza amore ( 1 Cor.13).
Questo ci introduce a un ultimo punto.
3. Lo Scopo del servire Dio.
Lo scopo è sintetizzato in 1 Cor.10:31:-33 dove troviamo scritto: "Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio.Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio;così come anch'io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l'utile mio ma quello dei molti, perché siano salvati".
In questo versetto vediamo in primo luogo che lo scopo della nostra esistenza e quindi del servizio è:
a. La Gloria di Dio. (cfr.Rom.11:36; Col.1:16)
Dunque noi vediamo che lo scopo del servizio cristiano è innalzare Dio e non se stessi e di guidare le persone a fare altrettanto. Noi siamo chiamati a usare i doni spirituali, a servire Dio, con la forza che Lui ci fornisce affinché il Suo nome sia glorificato (1 Pie.4:10-11, cfr. Gal.1:10; 1 Tess.2:4).
In secondo luogo vediamo per:
b. L’edificazione della chiesa.
Lo scopo del servizio del singolo credente è quello di edificare la chiesa con i propri doni abbiamo visto prima (1 Cor.12:7; 1 Pie.4:10). Gesù ci chiama a servire gli altri seguendo il Suo esempio (Mar.10:35-45;Giov.13:13-17; Gal.5:13-15; Fil.3:3-11). Il credente spirituale si metterà al servizio dei credenti per la loro crescita spirituale!!! Metterà ciò che Dio gli ha dato per servire gli altri per la loro crescita spirituale (Ef.4:11-16). Il cristiano spirituale non avrà l’atteggiamento che vuole essere servito, ma si metterà a disposizione degli altri per servirli.
Infine vediamo che lo scopo del servire Dio è:
c. La salvezza delle anime perdute.
Paolo si adattava senza compromettere la verità del Vangelo, ai contesti sociali, culturali e religiosi diversi, cercando non l'utile suo, ma quello dei molti, affinché potessero essere salvati! (1 Cor. 9:19-23;10:33). Questa è la spiritualità! Nel nostro servizio cristiano come uomini e donne spirituali dobbiamo ricercare la salvezza di coloro che ancora non lo sono, adattandoci a loro, ma senza compromessi, creando dei ponti con i peccatori perduti! Non è la gente che deve venirci incontro e sforzare di capirci, al contrario, il cristiano deve creare dei ponti secondo la volontà di Dio!
Ricordiamo ancora una volta che l’edificazione della chiesa e la salvezza dei peccatori devono mirare alla gloria di Dio! Infine volevo sottolineare che certamente Dio non dimenticherà il nostro servizio, ci ricompenserà (1 Cor.3:8; Ebr.6:10).
Domande.
1. Quali sono le motivazioni per servire Dio?
2. In che modo siamo chiamati a servire Dio?
3. Quali sono gli scopi per servire Dio?
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