La spiritualità Biblica: Le discipline spirituali. L’evangelizzazione.
In questa lezione vedremo:
1. La definizione e il significato di evangelizzazione.
2. Le ragioni per evangelizzare.
3. Gli ostacoli all’evangelizzazione.
“Evangelizzare è responsabilità inalienabile di ogni comunità cristiana e di ciascun credente. Tutti abbiamo l’ordine di dedicarci alla diffusione della buona novella e di far uso di tutta la nostra inventiva, del nostro spirito d’iniziativa per portare il messaggio a tutto il mondo. Il credente perciò deve far costantemente l’esame di coscienza, chiedendosi se sta facendo tutto il possibile in questo campo. Perché anche questa è una responsabilità a cui come credenti non ci si può sottrarre”.
J.I. Packer
L'evangelizzazione è un argomento molto vasto, non toccheremo tutti gli aspetti, ma solo il fatto che la vera devozione a Dio esige di disciplinarci nella pratica dell’evangelizzazione.
1. Definizione e significato di evangelizzazione.
Possiamo dare diverse definizioni per esempio: l'evangelizzazione è presentare Gesù Cristo con il sostegno dello Spirito Santo ai peccatori affinché questi si pentano davanti a Dio e credano in Gesù come unico Salvatore e Signore per la Sua gloria.
Oppure secondo John H. Armstrong: “Definisco l’evangelizzazione come la comunicazione della buona novella di Gesù Cristo agli esseri umani peccatori con il proposito di convertirli attraverso e con la potenza dello Spirito Santo”.
O ancora: “ Evangelizzare significa divulgare la buona notizia che Gesù Cristo è morto per i nostri peccati, che è risorto dai morti secondo le Scritture, che regna in quanto Signore e che ora offre, a tutti coloro che si ravvedono e che credono, il perdono dei peccati e il dono dello Spirito per renderci liberi”.
Secondo come viene usata la parola nel Nuovo Testamento (Atti 8:4,12,25,40; 14:7; cfr. Rom.15:20; 1 Cor.1:17), evangelizzare indica annunciare buone notizie (euangelizomenoi), il divino messaggio della salvezza. I destinatari dell’evangelizzazione sono tutti coloro che non sono nati di nuovo, quindi che abbiano sentito o non sentito mai il Vangelo, che non si sono ancora affidati a Gesù per la loro salvezza dai loro peccati.
L’evangelizzazione non va definita in termini di risultati, evangelizzare non significa fare adepti, ma semplicemente annunciare la buona notizia, comunicare Gesù Cristo a prescindere dai risultati. L’evangelizzazione deve mirare alla gloria di Dio e non per promuovere la propria reputazione o per aumentare il numero della chiesa ( Giov.17:4; Matt.6:9-10).
L’evangelizzazione non va definita nemmeno intermini di metodi, evangelizzare significa annunciare la buona notizia di Cristo e questo può essere fatto in diversi modi (a tu per tu, a gruppi o a folle) per mezzo della stampa o della radio o televisione, ecc. Quindi evangelizzare significa annunciare Cristo come unico mediatore fra Dio e gli uomini (1 Tim.2:5 ), che soffrì e morì in croce e risuscitò per i peccati per condurci a Dio ( Rom.4:24-25; 1 Cor.15:3-5; Giov.14:16; 1 Pie.3:18 ).
Significa annunciare che Gesù è il Salvatore venuto nel mondo per salvare i peccatori (1 Tim.1:15 ), che ci ha riscattati dalla maledizione della legge (Gal.3:13), che ci libera dall’ira a venire (1 Tess.1:10) che è il Signore dei morti e dei viventi (Atti 2:36; Rom.14:9). Quindi evangelizzare significa annunciare Gesù Cristo come unica speranza per il mondo presente e quello futuro a venire, significa presentare i fatti del Vangelo, non è vendere prodotti religiosi o presentare una religione. Infine, l’evangelizzazione non sarebbe tale senza un’applicazione specifica che riguarda la fede e il ravvedimento degli uditori (Atti 20:21,ecc.).
Per dirla con le parole di J.I. Packer: “Evangelizzare vuol dire esortare i peccatori ad accettare Gesù Cristo come loro Salvatore, riconoscendo che senza di Lui essi sono perduti nel senso più ampio ed estremo. E questo non è tutto. L’evangelizzazione significa anche chiamare gli uomini ad accogliere Cristo Gesù per tutto quello che Egli è -Signore e Salvatore- e perciò servirLo come Re nella Sua chiesa, la comunità di quelli che Lo adorano, Gli rendono testimonianza, e lavorano per Lui qui in terra. In altre parole, l’evangelizzazione è la proclamazione di un appello a convertirsi, ed a confidare. È la consegna di un invito divino ad accettare il Salvatore; è un ordine divino a cambiare la vita. Se questo non è specificatamente applicato non c’è evangelizzazione”.
Così l’evangelizzazione è un’opera di comunicazione attraverso la quale i cristiani si fanno portavoce del messaggio di grazia di Dio per i peccatori per la potenza dello Spirito Santo (Matt.10:29-31;Atti 1:8; 4:29-31).
2. Le ragioni per evangelizzare.
Tutti i credenti sono chiamati a evangelizzare, non solo gli apostoli che furono con Gesù! (Atti 8:1-4; 11:19-21). È vero che c’è chi ha il dono spirituale di evangelista (Ef.4:11; cfr. Atti 8:5-12, 26-40), ma è anche vero che tutti i credenti sono chiamati a testimoniare del Signore Gesù (Atti 1:8; 2 Cor.5:18-21; Col.4:2-6; 1 Pie.2:9; 3:15) e quindi possiamo essere usati da Dio per portare anime a Lui anche se non abbiamo il dono di evangelista.
R.E. Torrey affermava a proposito: “Nessuna gioia è paragonabile a quella di portare degli uomini alla salvezza, ed ogni figlio di Dio, per quanto umile e poco dotato, può provare questa gioia”.
Le ragioni per evangelizzare sono diverse, ma ne vediamo tre:
a. L’amore per Dio e l’interesse per la Sua gloria.
Noi siamo stati creati per la gloria di Dio (Is.43:7), salvati sempre per la gloria di Dio (Ef.1:3-14), chiamati a vivere per la gloria di Dio (1 Cor.10:31) e prendere a cuore di dare gloria a Dio (Mal.2:2). L’evangelizzazione è prima di tutto la proclamazione della natura, di chi è e di come è il vero Dio. Dio ci ha salvati affinché proclamiamo le sue virtù ( 1 Pie.2:9- aretas), cioè eccellenza morale, perfezioni, manifestazione di potenza (cfr. Is.42:6-8; 45:5-7; 45:20-23).
Tramite l’evangelizzazione in primo luogo dunque contribuiamo a far conoscere il carattere di Dio, in questo modo Dio è glorificato, come lo è quando predichiamo cosa Dio ha fatto per salvare i peccatori.
Il Vangelo è il messaggio che parla principalmente di Dio: del Suo carattere e cosa richiede dagli uomini, quindi che siamo peccatori davanti la Sua santità e giustizia e che non considera il colpevole innocente (Es.34:6-7). Questo significa che niente di quello che facciamo o tentiamo di fare con i nostri sforzi può metterci in una situazione favorevole davanti a Dio. Solo quando ci rendiamo conto di chi è veramente Dio e ciò che meritiamo come peccatori, allora capiremo che cosa è il Vangelo.
b. L’ubbidienza.
Con l’ubbidienza noi glorifichiamo Dio. I credenti glorificano Dio, obbedendo alla Sua parola. Inoltre con l’ubbidienza dimostriamo di amare Dio perché è un segno appunto che amiamo Dio (Matt.22:37-38; Giov.14:21; 1 Giov.5:3). L’evangelizzazione è un comandamento di Dio (Matt.28:19-20; Mar.16:15; Luca 24:47; Giov.20:21; 1 Cor.9:16-17), se non evangelizziamo stiamo disubbidendo a Dio. Quindi noi dobbiamo evangelizzare perché Dio lo ha comandato!
John H. Armstrong dice: “Non possiamo pretendere di amare Dio e professare di obbedire a Lui, se non siamo coinvolti nella missione della chiesa di raggiungere coloro che non lo conoscono”.
c. L’amore per chi non conosce ancora Gesù Cristo.
I cristiani hanno un peso per la salvezza delle persone (Rom.1:14-16; 9:1-3; 10:1). È un segno di immaturità spirituale per quei cristiani che non hanno questo peso per i perduti!! Siamo chiamati ad amare il prossimo come noi stessi (Matt.22:39) e finché ne abbiamo l’opportunità, siamo chiamati a fare del bene a tutti (Gal.6:10). Le persone hanno bisogno di Cristo per la loro salvezza, il bene che possiamo fare a loro è quello di fargli conoscere la salvezza dai peccati e dall’inferno che c’è solo in Gesù Cristo.
Se amiamo il nostro prossimo come noi stessi, se desideriamo fargli del bene allora gli parleremo di Cristo, perché questo è il loro bisogno più importante per la loro salvezza. Quando amiamo qualcuno veramente ricerchiamo il suo bene e proviamo gioia nel fare questo. Quale bene maggiore può esserci nel portare loro il messaggio della salvezza in Cristo? Se abbiamo conosciuto l’amore di Dio, se abbiamo sperimentato la Sua compassione dovrebbe venirci naturale e spontaneo parlare di Cristo a coloro che ancora non sono salvati dai loro peccati.
La presenza dello Spirito di Cristo nel cristiano farà vedere gli altri come li vedeva Cristo e farà sentire per i perduti la compassione che aveva Cristo (Matt.9:36; Giov.3.16; Gal.2:20).
Inoltre l’amore non ci spingerà solo a proclamare Cristo, ma anche ci guiderà nel modo come portare il messaggio di Cristo! J.I. Packer dice: “Se ci interesseremo a loro veramente e se il nostro cuore ama e teme Dio sinceramente allora cercheremo di annunciare Cristo in un modo che risulti onore e rispetto degli uomini. Non tenteremo di violare la loro responsabilità, di sfruttare le loro debolezze o di trattare con arroganza i loro sentimenti”.
Insieme alla motivazione della gloria di Cristo proclameremo il Vangelo senza falsificazioni (1 Tess.2:4-8; Gal.1:10, 2 Tim.2:24-25) o l’elaborazione di tecniche o misure affinché chi ci ascolta l’accolga favorevolmente, il frutto appartiene a Dio (1 Cor.3:5-7), ai cristiani spetta solo la responsabilità di predicare il Vangelo fedelmente. Quindi nell’evangelizzazione non dobbiamo manipolare gli ascoltatori e nemmeno estorcere da loro una decisione a tutti i costi, o imporre e costringere ad accettare il messaggio, come dice Mark Dever: “La vera evangelizzazione biblica esclude qualunque coercizione”. Certamente, l’evangelizzazione non esclude il fatto che siamo chiamati a sollecitare, corteggiare, esortare e supplicare i peccatori a seguire Cristo (Atti 2:40; 2 Cor.5:11,20). Ma non dobbiamo raggirare, tormentare e intimidire i peccatori, come uomini moribondi siamo chiamati a implorare altri moribondi a seguire Cristo.
Queste tre ragioni sono molto importanti e vanno tenuti sempre presenti perché ci liberano dal ricercare i nostri interessi, da un atteggiamento arrogante e presuntuoso, dall’ipocrisia e dalla falsificazione del Vangelo.
Ma in definitiva l’amore per Dio e l’interesse per la Sua gloria è il più importante come ci John Cheesman citato da Mark Dever afferma: “Nell’evangelizzazione, l’amore per Dio è l’unico motivo valido. L’amore per se stessi conduce all’egocentrismo. L’amore per chi è perduto verrà meno con persone che non riusciamo ad amare o quando incontreremo difficoltà che sembrano insormontabili. Solo un profondo amore per Dio ci aiuterà a seguire le sue vie e a dichiarare il suo Vangelo quando le risorse umane falliranno. Solo il nostro amore per Dio e cosa ancora più importante, il suo amore ci proteggeranno dai pericoli che ci circondano.
Quando il desiderio di essere popolari o di avere successo in termini umani ci tenta ad annacquare il Vangelo per renderlo più gradevole, solo se amiamo Dio rimarremo saldamente fedeli alla sua verità e alle sue vie”.
3. Gli ostacoli all’evangelizzazione.
Perché molti che si dicono cristiani non evangelizzano? I motivi possono essere diversi.
a. Mancanza di disciplina.
Molti non evangelizzano perché sono presi da tante cose e non danno la priorità all’evangelizzazione, non sono disciplinati nel comunicare il Vangelo ai perduti. Quindi non si esercitano alla devozione (1 Tim.4:7) di cui l’evangelizzazione è un aspetto, non sono disposti al sacrificio, alla fatica e all’impegno che comporta l’evangelizzazione ( Atti 20:24;21:13; 1 Cor.6:3-10;ecc.). Questi cristiani sono apatici e pigri.
b. Mancanza di coraggio.
Si può avere la paura della gente: del loro rifiuto, emarginazione, ma non abbiamo scuse, perché la persecuzione rientra nei piani di Dio (Matt.5:10-12; 10:21-39; Atti 14:22; ecc.). Noi siamo chiamati a portare la croce e seguire Cristo (Mar.8:34-35). In altri casi si ha paura di essere “contaminati”, di essere influenzati negativamente dal contatto con gente non cristiana. Gesù c’insegna a stare in contatto con i peccatori per evangelizzarli, ovviamente senza essere influenzati da loro. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati!!! (Matt.9:10-13; Luca 19:1-10). Non abbiamo scuse perché il Signore ci dà i mezzi per affrontare ogni cosa (Matt.28:20; Fil.4:13; 2 Tim.1:6-8).
c. Mancanza di responsabilità evangelistica.
Alcuni che si dicono cristiani non sentono proprio alcun peso per l’evangelizzazione, sono proprio indifferenti. A riguardo David Burt afferma: “ Tenere per sé la buona notizia e non condividerla con gli altri è compiere un atto di egoismo imperdonabile, e più ancora, una disubbidienza esplicita al mandato di Gesù Cristo”. Significa venire meno allo scopo della nostra esistenza: essere luce e sale della terra (Matt.5:13-16; Ef.5:8-11).
L’evangelizzazione è la responsabilità di ogni credente. “L'evangelizzazione è il compito perenne di tutta la Chiesa, e non l’ hobby particolare di alcuni dei suoi membri”. Il Vangelo non è un segreto per essere conservato egoisticamente per se, ma la buona notizia per essere annunciata!!! (cfr. 2 Re 7:9-13).
d. Mancanza di fede.
Molti cristiani hanno uno spirito disfattista nel senso che sono scettici riguardo la salvezza dei peccatori, pensano che evangelizzare sia una perdita di tempo, un messaggio che oggi giorno la gente non ascolterà. Coloro che la pensano così, certamente non credono veramente nella Sovranità di Dio (Atti 2:47; 13:48; Rom.8:29-30; 1 Cor.3:5-7), nell’efficacia, nella forza propria e intrinseca del Vangelo (Is.55:10-11;Rom.1:16-17), nella potenza dello Spirito Santo (Giov.16:8-10; Atti 1:8).
e. Mancanza di pienezza spirituale.
Lo Spirito Santo ci spinge, ci sprona (Atti 1:8; 4:31), ci dà franchezza e potenzia nell’evangelizzazione (Luca 4:1,14; Atti 1:8; 7:54-55). Se nella vita di un cristiano manca la testimonianza vuol dire che non c’è la pienezza dello Spirito Santo!!
Chi è pieno dello Spirito santo evangelizza. David Burt riguardo la pienezza dello Spirito Santo dice: “ Anche noi, oggi, dobbiamo ubbidire costantemente all’ordine biblico di ‘essere ricolmi di Spirito’ (Efesini 5:18), altrimenti poco a poco ci invaderà una propensione alla rilassatezza, alla pusillanimità, alla codardia. Ci sfuggirà l’urgenza dell’incarico; perderemo di vista la gloria di Dio e i diritti del Signore Gesù Cristo. Finiremo col chiuderci nei nostri ghetti evangelici, impotenti e però soddisfatti di noi,come la chiesa di Laodicea”.
f. Mancanza di conoscenza.
Molti hanno paura di evangelizzare e non evangelizzano perché hanno una conoscenza superficiale o incompleta della Bibbia e pertanto non evangelizzano. È chiaro che chi è salvato conosce il Vangelo e quindi sarà in grado parlare di Gesù. Non sarà forse a conoscenza di tutte le dottrine della Bibbia o delle varie interpretazioni riguardo le dottrine, ma saprà che cosa è il Vangelo, se non lo conosce come può essere stato salvato? La salvezza implica la conoscenza di Gesù (1 Cor.15:1-5).
g. Mancanza di piena esperienza.
Quei cristiani che non evangelizzano non ne capiscono l’importanza perché non hanno sperimentato veramente la potenza salvifica del Vangelo o si vergognano (Mar.8:34-38; Rom.1:16-17; 2 Tim.1:8), hanno solo una conoscenza intellettuale o conoscono solo alcuni concetti, o hanno assimilato in parte il Vangelo, ma non sono stati trasformati veramente dal Vangelo, non sono veramente in Cristo e quindi non sono nuove persone (2 Cor.5:17). Pertanto non considerano il vangelo come un gran tesoro affidatoci da Dio da custodire e proclamare (1 Tim.6:20; 2 Tim.1:14; 4:2 ).
Sempre David Burt parlando di coloro che hanno una scarsa assimilazione del Vangelo dice: “ Avendolo assimilato solo in parte, solo in parte si vive l’esperienza del cammino con Cristo e si comprendono i propositi eterni di Dio. Esso non è considerato il fulcro dell’esistenza e perciò non si sente la necessità assoluta di farlo conoscere al proprio prossimo, rimane un’opzione,una scelta di vita personale, quindi accompagnata da un riserbo rispettoso delle scelte altrui”.
In conclusione possiamo dire che l’uomo o la donna spirituale ha la passione per la gloria di Dio e il suo amore per i perduti, farà tutto il suo possibile per guadagnarli a Cristo, consapevole che la salvezza appartiene solo a Dio, Dio porterà i frutti, a noi spetta solo comunicare il Vangelo fedelmente (Is.43:11;Giona 2:10; 1 Cor.3:5-7;Apoc.7:10; 1 Cor.4:1-2).
Domande.
1. Dai una tua definizione di evangelizzazione.
2. Quali sono le ragioni per evangelizzare?
3. Qual è la tua difficoltà a evangelizzare e come puoi superare questa tua difficoltà?
Bibliografia.
David Burt, Come dirglielo?, Riflessioni e consigli sull’evangelizzazione, Edizioni G.B.U., Roma, 1995.
Donald S. Whitney, Spiritual disciplines for the christian life, Navepress, Colorado Springs, 1991.
John Blanchard, The Complete Gathered Gold, Evangelical Press 2006. Database 2007 WORDsearch Corp.
John H. Armstrong, Cinque grandi evangelisti, E.P.A. Media, Aversa (Ce), 2004.
J.I. Packer, Evangelizzazione e Sovranità di Dio, EP Edizioni, Finale Ligure (Sv), 1978.
John Stott, Missione Cristiana nel mondo moderno, Edizioni G.B.U., Roma, 1978.
Joseph A. Fitzmyer, Gli Atti degli Apostoli, Introduzione e Commento, editrice Queriniana, Brescia,2003.
Mark Dever, Nove segni caratteristici di una chiesa sana, Alfa & Omega, Caltanissetta, 2005.
Ron Smith, Come ne parlo agli altri, diffusione Letteratura Cristiana, Isola del Gran Sasso, 1993.
Swanson, J. (1997). Dictionary of Biblical Languages with Semantic Domains: Greek (New Testament) (electronic ed.). Oak Harbor: Logos Research Systems, Inc.