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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Canone dell’Antico Testamento


Canone dell’Antico Testamento
Come  sappiamo che i libri della, sono quelli che ci devono essere? Come sappiamo i libri che sono ispirati da Dio? Perché i Cattolici romani includono altri libri  nella loro Bibbia? Chi ha l'autorità per determinare quali libri possono essere inclusi nella Bibbia?

Il Significato di canone 
La Chiesa cristiana è nato con un libro in mano, quel libro che Gesù e i suoi primi  discepoli seguivano come autorità, era l’Antico Testamento. I suoi documenti costituiscono la prima metà del canone cristiano, l’altra è il Nuovo Testamento. 

La parola “canone” viene dal greco "kanōn", preso in prestito dall’ebraico "qāneh", è significava canna; entrambe le parole originariamente indicavano un bastone o  una canna di misura. Da ciò si ebbe il senso figurato di asta per misurare o regola, e quindi l’idea generale di norma o modello (cfr. 2 Corinzi 10:13,15,16; Galati 6:16). Origene un padre della chiesa del terzo secolo, usò la parola canone per denotare ciò che chiamiamo la regola di fede, lo standard col quale misuriamo e valutiamo, quindi con questo termine si faceva riferimento al contenuto normativo, etico e dottrinale della fede cristiana.  Verso la seconda metà del IV secolo, l’uso di  kanōn designava le Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento.

La parola canone oggi indica una collezione ben definita di documenti considerati  Sacra Scrittura, una lista di libri considerata Parola di Dio, cioè che fanno parte della  Bibbia. La parola canone descrive quali sono i  libri ispirati.
Se la rivelazione si riferisce alla divina manifestazione della verità nelle Scritture, riguarda  l'origine e la donazione della Verità, e l’ispirazione si riferisce alla ricezione e alla  registrazione della Verità, quindi alla sua autorità, la canonizzazione invece, si riferisce come la Bibbia ha ricevuto la sua accettazione o riconoscimento. 

Le Posizioni storiche diverse sul canone.
1. La Chiesa cattolica.
La chiesa cattolica afferma erroneamente, che il canone visto in se stesso, possiede indubbiamente un’autorità propria, ma per quanto riguarda il riconoscimento del canone si fonda sull’autorità della chiesa. La chiesa ha un’autorità infallibile in materia di dottrina, garantisce ai suoi appartenenti l’autorità del canone della Bibbia, forma e contenuto, e interpretazione la chiesa ne ha fissato i limiti.

2. I Protestanti.
La riforma non riconosce alcuna autorità infallibile nella chiesa, e neppure in rapporto al canone. La riforma non fece dipendere l’autorità del canone dalla chiesa, ma primariamente dalle prove fornite dalla Scrittura stessa e dalla testimonianza interna dello Spirito Santo nel cuore dei credenti.
Questa doppia autenticazione: cioè dalla Scrittura stessa e dallo Spirito Santo, si riferisce alla dottrina dell’ispirazione.
La chiesa non ha il potere di determinare la canonicità, Dio soltanto ha determinato il canone, il ruolo della chiesa è stato limitato a testimoniare quanto da Lui era già stabilito. La chiesa ha riconosciuto i libri canonici per la provvidenza di Dio! Così diceva il teologo riformatore Giovanni Calvino: “ Quelle che il Signore giudicò necessarie per la chiesa sono state selezionate dalla Sua provvidenza, perché fossero ricordate per sempre. Siamo sicuri che quanto rimane è sufficiente per noi, e che il numero limitato dei libri rimasti non è un risultato accidentale. Il corpus della Scrittura, in nostro possesso, è stato composto dal meraviglioso consiglio di Dio.”   

3. L’Illuminismo.
Il canone della Bibbia, quindi la Sua ispirazione e inerranza (senza errori) era riconosciuta fino all’illuminismo, con l’avvento dell’illuminismo il canone viene messo in discussione. Johann Salomo Semler (1725-1791) è stato riconosciuto come colui che iniziò gli studi storico critici  del Nuovo Testamento. La sua opera di quattro volumi (trattato sulla libera investigazione del canone) mise in dubbio la canonicità della Bibbia. Secondo questo critico, non tutta la Bibbia è ispirata e autorevole come Parola di Dio, anzi pensare questo, è un male; la Bibbia ha autorità per noi, nella misura in cui quei passi danno prova di una vera conoscenza religiosa. 
Sempre secondo questo critico,  il canone non ha alcuna approvazione divina, perciò per ogni cristiano è opportuno compiere una libera investigazione delle credenziali storiche dei libri biblici, al fine di determinare il loro valore religioso, questo ovviamente apre le porte al soggettivismo!

Il Canone è il frutto dell’ispirazione divina e non delle decisioni umane.
René Pache riguardo il canone afferma: “ Il canone non è tanto una lista ispirata di libri ebraici e cristiani, quanto una lista di libri dati mediante ispirazione agli Ebrei ed ai Cristiani. Gli scritti dei profeti e degli apostoli erano  canonici per il loro valore intrinseco; il canone esiste sin dalla loro redazione e si è accresciuto man mano che sono apparse successivamente altre opere ispirate”.  
Siamo convinti che la chiesa ha soltanto riconosciuto la canonicità, perché in essa era presente l’autorità della Scrittura in quanto ispirata da Dio! Pertanto possiamo dire che il canone non è figlia della chiesa, ma la chiesa è figlia del canone! 
Lapidarie e chiare sono le parole a riguardo dello studioso Hermann Ridderbos: 
“ La chiesa ha agito in questa situazione come qualcuno che conosce e indica una certa persona come padre o madre. Questa conoscenza non si fonda su una dimostrazione, ma su una diretta esperienza; è strettamente collegata con la propria identità. In questa ed in nessun’altra maniera dobbiamo rappresentarci la consapevolezza e la decisione della chiesa in merito al canone. Esse hanno un carattere diretto e scaturiscono dall’esistenza della chiesa stessa”. 
In questo schema vediamo a confronto la visione errata e corretta riguardo al canone: 
         Visione errata                                                                             Visione corretta
La chiesa determina il canone                                                             La chiesa scopre il canone
La chiesa è madre del canone                                                             La chiesa è figlia del canone
La chiesa è magistrata del canone                                                       La chiesa è ministro del canone
La chiesa regola il canone                                                                   La chiesa riconosce il canone
La chiesa è giudice del canone                                                            La chiesa è testimone del canone
La chiesa è padrona del canone                                                          La chiesa è serva del canone

Dunque l'autorità delle Scritture non è fondata sull'autorità della Chiesa: è la Chiesa che è fondata sulla autorità delle Scritture!

La Formazione, accettazione e chiusura del canone dell’Antico Testamento
In che modo si è formato l’antico testamento? Con quali criteri sono stati riconosciuti i libri canonici? Quando si è chiuso definitivamente il canone?
I criteri della scelta dei libri del canone  ebraico (l’Antico Testamento) nasce nel corso della vita e nella religione ebraica. Diverse sono le interpretazioni, ma la Bibbia ci da delle indicazioni riguardo la formazione del canone dell’Antico Testamento. 
Come si può distinguere un libro ispirato da chi non è ispirato, e quindi uno canonico da uno che non lo è? L’uomo può identificare la Parola di Dio solo se Dio stesso lo mette in grado di farlo e questo lo fa tramite lo Spirito Santo che opera in mezzo al Suo popolo. Gesù in Giovanni 10:27 dice: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono".  
Dio ha guidato il Suo popolo a riconoscere la Sua Parola che era già Parola di Dio, quindi il popolo li riconosceva canonici perché quei libri erano considerati divini e di conseguenza autorevoli; non appena l’Antico Testamento ebbe fatto la sua   apparizione, fu riconosciuto Parola di Dio nelle sue parti e totalità.
“ I libri canonici dell’Antico Testamento furono divinamente rivelati ed i loro autori erano uomini santi che parlavano sospinti dallo Spirito Santo. Nella Sua santa provvidenza Iddio fece sì che il Suo popolo riconoscesse e ricevesse la Sua Parola. Come Egli mettesse la convinzione nel loro cuore relativa all’identità della sua Parola è cosa che non possiamo comprendere pienamente o spiegare.”  

 Ma vediamo in che modo è stato fatto. 
1. In primo luogo vediamo la progressione.
Il riconoscimento del canone è stato fatto progressivamente. Gaussen paragona la formazione del canone ad un mazzo di fiori nelle mani di una donna che attraversa l’aiuola assieme al giardiniere: Man mano che ella va avanti, il giardiniere le porge un fiore dopo l’altro, finché non riceve il fascio completo. Ma vogliamo ancora ribadire che, anche se la formazione del canone è stato un processo, comunque non era una convalida estrinseca, esterna che proveniva dall’uomo, ma intrinseca nel senso    che l’uomo li ha accettati perché erano autorevoli in sé secondo il comando di Dio!!
A riguardo lo studioso dell’Antico Testamento G.L. Archer dice: “Se la
canonicità fosse una qualità in qualche modo impartita ai libri della Sacra Scrittura da una qualsiasi decisione umana, come afferma la scuola liberale (anche la chiesa cattolica implica ciò nella sua affermazione in sé contraddittoria: “ La chiesa è la madre della Scrittura”) allora si potrebbe rinvenire una serie di prove per determinare quale scritto sia da accettare autoritativamente e quale altro no. Ma se al contrario è Dio stesso che ha preso la Sua iniziativa sovrana di rivelare e di produrre un ricordo ispirato di tale rivelazione mediante agenti umani, allora bisogna semplicemente ammettere che l’uomo non può fare altro che riconoscere una qualità già inerente al libro ispirato. Un fanciullo che riconosce i propri genitori tra una  moltitudine di adulti, non aggiunge nulla ai suoi genitori; egli non fa altro che riconoscere una relazione già esistente nella realtà. Così è pure per la lista dei libri sacri che viene preparata dall’autorità ecclesiastica per mezzo dei sinodi o di concili. Questi non attribuiscono la canonicità ad una sola pagina della Sacra Scrittura, ma semplicemente riconoscono la divina ispirazione di quei libri religiosi che per la loro stessa natura erano canonici sin dal tempo stesso della loro composizione e respingono altri libri dei quali si è preteso affermare falsamente la canonicità”. 

2. La Registrazione scritta.
Noi vediamo alcuni esempi per avere un’idea:
a) Gli avvenimenti del popolo di Israele sono stati registrati sin dall’inizio  (Esodo 17:14).

b) I dieci comandamenti furono scritti su tavole di pietra e deposti nell’arca (Esodo 31:18; 32:16; 40:20; Deuteronomio 10:1-5).

c) Il libro del Patto conteneva i primi statuti redatti da Mosè (Esodo 20:23-24:4-7; 34:27).
Questa raccolta di parole, assolutamente autorevole da parte di Dio, cresceva di dimensione durante il tempo (Deuteronomio 31:24-26); una copia di questo libro della legge doveva essere tenuto con sé dal re per leggerlo tutti i giorni (Deuteronomio 17:18-20).
         
d) Giosuè a sua volta scrisse nel libro della legge ciò che gli è stato rivelato  (Giosuè 24:24-26).

e) Samuele scrisse in un libro la legge del regno (1 Samuele 10:25).

f) Così le azioni di Davide sono scritte nel libro di Samuele (1 Cronache 29:29).

g) Le azioni di altri re sono state scritte  (2 Cronache 20:34; 26:22; 32:32; 1 Re 16:7).

h) Dio ordina a Geremia di scrivere un libro (Geremia 30:2).

Poi ci sono gli altri profeti fino alla chiusura di Malachia intorno al 435 a.C. che annuncia la venuta e il precursore del Messia (Malachia 4:5-6),  da ora in  poi, il periodo dei Maccabei e del persiano Artaserse, i libri non sono considerati ispirati in quanto era cessata, nella sua forma più classica la profezia. 

3. L’Accettazione finale del canone dell’Antico Testamento. 
Ci sono diverse teorie, ma quella più accreditata,anche se non è da tutti condivisi è: 
a) La Teoria del sinodo di Jamnia.
Molti studiosi,ma altri non ne sono molto convinti, hanno teorizzato che venne fatto un concilio, appunto a Jamnia, vicino Giaffa, nel 90 d.C. per discutere su quali libri  dovevano essere inclusi nel canone ebraico. Molto probabilmente discussero questioni riguardanti certi libri come: Ester, Proverbi, Cantico dei Cantici, Ezechiele, ma i rabbini non fissarono il canone, perché come vedremo già era chiuso, riconosciuto!
H. H. Rowley citato da Young dice: “È veramente dubbio fino a qual punto sia giusto parlare del concilio di Jamnia. Sappiamo che tra i rabbini si ebbero discussioni, ma non conosciamo alcuna decisione formale o impegnativa presa in quella sede, ed è probabile anche che le discussioni non rivestissero natura formale, benché contribuissero nondimeno alla cristallizzazione ed a stabilire in maniera più salda la tradizione   giudaica”.  
David Ewert citato da Josh McDowell dice: “ Deve essere comunque sottolineato che mentre venivano sollevate questioni su questi libri, non c’era nemmeno l’idea di toglierli dal canone. La discussione di Jamnia riguardò non tanto l’accettazione di nuovi libri nel canone, quanto il loro diritto a di restarci.” 
      
b) La Testimonianza dello storico ebreo Giuseppe Flavio.
Sebbene la chiesa cristiana protestante ha lo stesso canone di quello ebraico, il numero e l’ordine dei libri differisce; per esempio quella protestante è divisa in Samuele, Re, Cronache ed Esdra e Neemia, e i libri dei profeti minori, gli ebrei non divisero Samuele, Re e così via, come vedremo più avanti, c’è dunque un ordine e una divisione diversa, il canone ebraico era diviso in tre parti.
Abbiamo la testimonianza di uno storico giudaico Flavio Giuseppe ( 37-100 d.C.), egli fu il primo a parlare della formazione e della limitazione del canone dell’Antico Testamento. Nel suo trattato Contro Apione 1.37-42, 8, egli dice: “ Risulta perciò naturale, o piuttosto necessario (visto che non tutti avevano la possibilità di scrivere documenti, e che non c’è alcuna discrepanza in ciò che è stato scritto; visto che, al contrario, i profeti soltanto avevano questo privilegio, perché attingevano la loro conoscenza della storia più remota e antica mediante l’ispirazione per la quale essi dipendevano da Dio, e perché avevano l’incarico di scrivere un chiaro resoconto degli eventi del loro tempo, proprio come avvenivano) risulta, dico, che noi non possediamo miriadi di libri incoerenti, che siano in contrasto gli uni con gli altri.
I nostri libri, almeno quelli accreditati con certezza, sono solo ventidue  e  contengono i resoconti di ogni periodo. Di questi, cinque sono libri di Mosè, e comprendono le leggi e la storia come è stata tramandata dall’origine dell’uomo alla morte del legislatore. Questo periodo copre soltanto poco meno di tremila anni. Dalla morte di Mosè fino ad Artaserse, che successe a Serse come re di Persia, i profeti successivi a Mosè scrissero la storia degli eventi dei loro tempi in tredici libri. Gli altri quattro libri contengono canti a Dio e precetti per la condotta della vita umana.
Da Artaserse ai nostri tempi è stata scritta la storia completa, ma non è stata giudicata degna di credito pari a quella dei primi libri, perché è venuta meno l’esatta successione dei profeti. Abbiamo fornito prove pratiche del nostro rispetto per le Scritture dal momento che, nonostante sia ormai passato un tempo così lungo, nessuno si è mai permesso di aggiungere o togliere o alterare una sola sillaba; ed è istintivo per ogni ebreo, fin da quando nasce, considerarle come i decreti di Dio, conformandosi a essi e, se è necessario, morendo con gioia per  essi”. 
Da questa testimonianza notiamo che: 1. nel primo secolo d.C., dunque, il canone dell’antico Testamento era chiuso, 2. La canonicità era basata su ispirazione profetica; 3. i libri biblici furono prodotti durante il periodo che va da Mosè ad Artaserse, periodo di Esdra e Neemia; 4. gli altri libri, quelli apocrifi, non furono accreditati perché non era di ispirazione profetica; 5. in questi libri non c’erano  discrepanze; 6. notiamo una divisione tripartita dell’Antico Testamento.
A proposito di questa divisione tripartita prima di Giuseppe Flavio, vediamo una testimonianza nel prologo dell’Ecclesiastico; l’autore del prologo afferma che suo nonno, cioè Gesù ben Sirac intorno al    190 a.C. si era applicato intensamente alla lettura della legge, dei profeti e degli altri libri. Secondo queste testimonianze, il canone era già riconosciuto almeno cento anni prima di Cristo.

c) La testimonianza del filosofo Ebreo Filone.
Un’altra testimonianza la troviamo  nel De vita contemplativa di Filone, filosofo ebreo (25 a.C. -50 d.C.) Egli non fa una lista del contenuto del canone, ma fa riferimento ad una triplice divisione.

d) La Testimonianza di Gesù.
Troviamo la testimonianza di Gesù che non solo conferma il canone dell’Antico  Testamento, ma anche la triplice divisione. Luca 24:44: "Poi disse loro: 'Queste sono le cose che io vi dicevo quand'ero     ancora  con voi: che si  dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi?". 
Gesù riconosce la triplice suddivisione dell’Antico Testamento! Luca 11:51: "Dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria che fu ucciso tra l'altare e il tempio". Abele lo troviamo in Genesi 4:8, il primo libro; invece Zaccaria, un sacerdote, fu ucciso mentre profetizzava nel cortile della casa del Signore( 2 Cronache 24:21). 2 Cronache è l’ultimo libro del canone ebraico!
Con queste parole Gesù conferma e accetta il canone dell’Antico Testamento, gli diede proprio il sigillo. “È vero che ai tempi dell’Antico Testamento nessun concilio o sinodo ne dichiarò espressamente la divina autorevolezza, ma ciò che decide la questione per i cristiani è la testimonianza positiva del Signore Gesù. Ed è interessante notare che tra Cristo e i Farisei non vi fu alcuna controversia circa l’autorità dell’Antico Testamento, ma che la controversia era sorta perché i farisei avevano aggiunta a quell’autorità la loro tradizione. Perciò durante il Suo soggiorno sulla terra il Signore sigillò con lo imprimatur della Sua infallibile autorità le Scritture veterotestamentarie riconoscendole divine. In tal modo nella divina provvidenza, i singoli libri dell’ Antico  Testamento vennero riconosciuti canonici e riuniti in tal modo da formare un tutto organico accettato come Scrittura da Gesù”.  Edward J.Young

4. Schema del canone.

Il canone ebraico è diviso in tre parti.
1. La Torah, (la legge, il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia)
Genesi, Esodo, Levitico; Numeri, e Deuteronomio.
2. Nebiim (i profeti)
Profeti anteriori (nebiim risonim)
Giosùè fino ai Re ( Giosuè, Giudici, Samuele e Re)
Profeti posteriori(nebiim aharonim)
Isaia, Geremia, Ezechiele e i dodici minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Habacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia.
3. Ketubim ( gli scritti)
  Comprendono scritti di genere diverso.
Poetici e sapienziali.
Salmi, Proverbi, Giobbe.
I cinque rotoli( le meghillot).
Erano letti nelle cinque grandi feste giudaiche.
Cantico dei cantici, Ruth, Lamentazioni, Ecclesiaste, Ester.
Il cantico dei cantici si leggeva a Pasqua nel primo mese; Ruth alla Pentecoste nel terzo mese; le lamentazioni digiuno in memoria della distruzione del tempio nel mese di Ab il quinto mese; L’Ecclesiaste alla festa dei tabernacoli al settimo mese, Ester alla festa del purim.
Storici 
Daniele; Esdra- Nehemia; Cronache.

Il canone protestante si divide in quattro parti.
1. Pentateuco.
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.
2. Libri storici. 
Giosuè, Giudici, Ruth, I e II Samuele, I e II Re, I e II Cronache, Esdra, Nehemia, Ester. 
3. Libri didattici 
Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei cantici.
4. Libri profetici.
Isaia, Geremia, lamentazioni, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia,
Giona, Michea, Nahum, Habacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria; Malachia.

Nella Bibbia protestante ci sono gli stessi libri di quella ebraica, ma c’è una  composizione diversa, invece quella cattolica romana c’è l’aggiunta degli apocrifi.

Il canone cattolico.
1. Il pentateuco( come quello ebraico e protestante)
2. I libri storici.
Giosuè; Giudici; Ruth; I e II Samuele; I e II Re; I e II Cronache; Esdra, Nehemia; Tobia; Giuditta; Ester; I e II Maccabei.     
3. Libri didattici sapienziali.
Giobbe; Salmi; Proverbi, Qohèlet (Ecclesiaste); Cantico dei cantici, Sapienza; Siracide.
4. Libri profetici.
Isaia; Geremia; Lamentazioni; Baruc; Ezechiele; Daniele. I dodici profeti minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Habacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria; Malachia.

Siamo convinti che i libri che sono presenti nell’Antico Testamento, perciò il canone dell’Antico Testamento come ovviamente il Nuovo, siano la regola di fede, tranne ovviamente i libri apocrifi.

Libri apocrifi dell’Antico Testamento.
I libri apocrifi non si trovano nel canone ebraico. Con il termine apocrifo vengono normalmente indicati quei libri che si trovano nella vulgata latina e quindi nella Bibbia cattolica, ma non nell’Antico Testamento ebraico. C.C. Torrey pensa che l’equivalente del termine apocrifo potrebbe essere libri di fuori, perché non erano considerati canonici dagli ebrei, ma che erano considerati a parte nei riguardi delle Scritture canoniche. Questi libri furono scritti in aramaico e in ebraico circa due secoli prima di Cristo e nel primo secolo, ed erano popolari sia in Palestina e sia nella diaspora ( luoghi al di fuori della Palestina, dove furono dispersi gli ebrei).
Ma il termine apocrifo greco "apocryphos", non significa tanto libri di fuori, ma nascosto, segreto, infatti erano di origine oscura e non dovevano circolare liberamente in pubblico, ma che potevano essere letti solo da un ceto privilegiato di persone, quindi non era un termine di disprezzo, ma sottolineava un valore speciale. Oltre quelli menzionati sopra sembra che ci fossero altri libri apocrifi    che circolavano. Anche la chiesa primitiva almeno per quattro secoli ha accettato i libri apocrifi!
Perché questi libri apocrifi non furono considerati canonici?
a) Perché non furono considerati come divinamente ispirati, non vi sono in questi libri segni che attestano l’origine divina.
b) Sono in contraddizione con il resto dei libri della Bibbia.
Per esempio Tobia e Giuditta contengono errori storici, cronologici e geografici. Questi libri giustificano la falsità e l’inganno e fanno dipendere la salvezza alle opere meritorie, il fare elemosine per esempio, purifica dal peccato e salva dalla morte (Tobia 12:9; 4:10; 14:10-11 e l’Ecclesiastico 3:30). Giuditta vive una vita di falsità ed inganni nella quale viene assistita da Dio (9:10,13). 
L’Ecclesiastico e la sapienza di Salomone inculcano una moralità basata sull’utilità. Il libro della Sapienza insegna che la creazione del mondo venne fatta dalla materia preesistente (11:17). 
Baruch 3:4 e 2Maccabei 15:14 dicono che Dio ascolta la preghiera dei morti e dei santi morti. 2 Maccabei 12:39-46 parla della preghiera e il sacrificio espiatorio per i defunti.
Dunque i libri apocrifi dell’Antico Testamento sono malsani dottrinalmente e moralmente, non in linea con la verità rivelata di Dio negli altri libri della Bibbia.
Bruce M.Metzger: “ La prova più convincente del piano intrinsecamente diverso su cui si trovano questi libri in rapporto ai libri del Nuovo Testamento è data dalla semplice lettura raffrontata con i libri del Nuovo Testamento, lasciando che ciascuno di essi lasci la sua impressione. Allora, secondo le parole di M.R. James: “ si constaterà immediatamente che non è questione di una loro esclusione dal Nuovo Testamento a opera di qualcuno: essi si sono esclusi da soli”.  
La chiesa cattolica ha inserito questi libri nel canone nel 1546 d.C. nel concilio della controriforma di Trento, prima non troviamo testimonianze in favore di questi apocrifi, anzi non vengono citati da Filone (20 a.C.-40 d.C.); da Giuseppe Flavio (30-100 d.C.); da Gesù e dagli autori del Nuovo Testamento; dagli studiosi Giudei di Jamnia (70 d.C.),ecc. perché ovviamente, non sono in armonia con il resto della Bibbia, perché non sono ispirati!!!
Certamente ci sono cose buone che possono essere utili, ma questi libri sono in disaccordo con il canone Biblico perché non sono ispirati!!

Le Prove per la canonicità.

Bill T. Arnold and Bryan E. Beyer, in Encountering the Old Testament, A Christian Survey dicono che le prove della canonicità dei libri, quindi del loro riconoscimento era o doveva essere:
1. Scritto da un profeta o da altra persona profeticamente dotata per questo.
Un libro era canonico se era profetica, cioè, se è stato scritto da un profeta di Dio. Uomini guidati dallo Spirito Santo.
    
2. Scritto per tutte le generazioni. 
Un libro parte del canone doveva avere un impatto per tutte le generazioni. 

3. Scritto in accordo con la rivelazione precedente. 
Un libro parte del canone non può contraddire i messaggi di testi anteriori che Dio  prima rivelato.

A questi criteri possiamo aggiungerne:
4. Scritto autorevole di per se, o intrinsecamente autorevole.
Quando la Parola di Dio è stata ispirata divenne Scrittura e, in quanto era stato detto da Dio, possedeva autorità assoluta. A riguardo l’apologeta cristiano Josh McDowell dice: “È importante notare che la chiesa non ha creato il canone; non ha determinato quali libri sarebbero stati chiamati Scritture, la Parola ispirata da Dio. Invece, la chiesa ha riconosciuto, o scoperto quali libri erano stati ispirati, o scoperto, quali libri erano stati ispirati dal loro principio. In altre parole, un libro non è parola di Dio perché è stato accettato dal popolo di Dio; piuttosto esso è stato accettato dal popolo di Dio perché la Parola di Dio. Vuol dire che è Dio che dà al libro la sua autorità divina, non il popolo di Dio. Questo riconosce semplicemente l’autorità divina che Dio dà ad esso.” 
In definitiva comunque la canonicità è avvenuta secondo come Dio ha voluto, come Dio ha ispirato quei libri, ha guidato gli uomini a riconoscere quei libri che Lui ha ispirato! Come Isaac Newton ha scopertola forza di gravità che già era una legge data da  Dio alla creazione, così con l’ispirazione ha dato la canonizzazione  dei singoli libri!
La canonicità è determinata da Dio. Un libro non è ispirato, perché gli uomini lo hanno reso canonico, è canonico perché Dio l'ha ispirata. L’Ispirazione determina la canonizzazione, questo significa che la canonicità è determinata o  autorevolmente stabilita da Dio è l’uomo scopre questo!

5. La Testimonianza dello Spirito Santo.  
Secondo  lo studioso G.L.Archer che dice l’unico criterio di canonicità è la testimonianza dello Spirito Santo circa la sua stessa parola. Lo Spirito Santo ha guidato provvidenzialmente tutto il processo di       canonizzazione come l’ispirazione. 

Conclusione
Il canone delle Scritture è l'elenco di tutti i libri che fanno parte della Bibbia. Non dobbiamo sottovalutare l'importanza di questa questione. Le parole della Scrittura sono le parole con cui nutriamo la nostra vita spirituale.
L’uomo non vive soltanto di pane, ma di ogni parola che procede da Dio. (Deuteronomio 8:4). 
La Parola di Dio ha un grande valore, è la nostra vita! (Deuteronomio 32:47).
Noi non dobbiamo aggiungere o sottrarre nulla dalle parole di Dio, questo significherebbe impedire a noi stessi e al popolo di Dio di ubbidire completamente a lui! Così Mosè mise in guardia il popolo di Israele a non aggiungerete nulla  e a non togliere nulla dai suoi comandamenti, ma di osservare tutto! (Deuteronomio 4:2).
L'esatta determinazione della misura del canone delle Scritture è quindi della massima importanza.

Tre errori da evitare:
1)Rendere la propria esperienza la regola della Scrittura, invece  di fare della  Scrittura la regola della nostra esperienza!

2)Credere quello che ci piace della Bibbia  e di respingere quello che non ci piace.
Facendo così, noi non crediamo alla Bibbia, ma a noi stessi! 

3)Credersi più saggi di Dio, criticare ciò che Egli ha scritto tutto  o in parte.
Ma ciò che Egli ha scritto non è per la nostra opinione, ma per la nostra obbedienza!

4)Rifiutare la Bibbia perché si contraddice.
Paul E. Hovey: “ Gli uomini non rifiutano la Bibbia, perché si contraddice, ma perché li contraddice”. 

5)Fissarsi su un aspetto dottrinale, o su una parte della Bibbia e trascurare tutto il consiglio di Dio! (Atti 20:27).


Bibliografia.
Archer G.L., Introduzione all’Antico Testamento: La Parola del Signore; vol.1, ed. Voce della Bibbia, 1972, Modena

Bill T. Arnold and Bryan E. Beyer, Encountering the Old Testament, A Christian Survey; 1999,Grand Rapids, Michigan.

David G. Dunbar, Il canone della Bibbia, Lux Biblica, I.B.E.I EDIZIONI, Roma, 1991.

David Horton, The Portable Seminary, Database,  WORDsearch Corp., 2009.

Geisler, N. L., & Nix, W. E. A general introduction to the Bible, Moody Press,1996,1986.

Hermann Ridderbos, in La Rivelazione e la Bibbia, a cura di Carl. F.H. Henry, ed.Centro Biblico, 1973, Napoli.

John Blanchard, Complete Gathered Gold, Evangelical Press,  WORDsearch, 2006.

Josh McDowell, Nuove evidenze che richiedono un verdetto,  ed. centro Biblico, 2004, Napoli.

René Pache, L’ispirazione e l’autorità della Bibbia, edizione Unione Cristiana Edizioni Bibliche, 1978, Roma.






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