GENESI
Genesi è stato scritto come un prologo al resto della Bibbia, perché ci racconta dell'origine dell'universo, del mondo fisico da parte di un unico Dio Creatore Sovrano della vita umana, delle nazioni e della nazione di Israele.
Temi chiavi
▪ Origini del mondo, dell’uomo e del popolo d’Israele.
▪ Dio ha creato e la creazione era buona.
▪ La disubbidienza ha separato gli uomini da Dio.
▪ Dio stabilisce un legame di amicizia con l’uomo chiamato patto.
Titolo e nome
In ebraico le prime parole di un libro sono a volte considerate come titolo, per cui la Genesi è conosciuto come “Nel principio” (ebraico bĕrēšît). La parola “Genesi” (greco geneseōs) proviene dalla traduzione greca dell’Antico Testamento, la Settanta, e significa inizio o origini. Certamente Genesi è un nome appropriato alla luce del fatto che questo libro, parla proprio di origini. Riguardo a questo lo studioso Geaslon L. Archer afferma: “Il tema principale o la materia trattata riguarda infatti le origini:l’origine del mondo creato, della razza umana, delle varie nazioni della terra e poi particolarmente l’origine del patto con la famiglia che costituisce il popolo redento di Dio”.
Composizione, autore e data
Per quanto riguarda la paternità del libro, l’autore non identifica, tuttavia tradizionalmente viene attribuito a Mosè. La questione della paternità della Genesi è inevitabilmente intrecciata con la questione della composizione e dell'origine di tutto il Pentateuco ( i primi cinque libri della Bibbia) considerato un unico libro in cinque volumi e come ho già spiegato nell’Introduzione al Pentateuco, ci sono ragioni più che sufficienti per credere che l’autore sia Mosè, perciò vi rimando a quel testo per approfondire l’argomento. Possiamo aggiungere dicendo che ci sono almeno due prove riguardo la paternità, appunto, di Mosè.
In primo luogo come dice il professore Meredith G. Kline vediamo che: “Vi è come una compenetrazione tra la Genesi e il resto del Pentateuco per mezzo di numerosi temi che vanno dall’uno all’altro, facendo in modo che gli ultimi quattro libri dipendano dal primo”. Noi troviamo diversi esempi come: la ripresa della genealogia di Genesi 46 in Esodo 1:1-5 e 6:14; il riferimento alla narrazione dei due gemelli Esaù e Giacobbe e la benedizione di Esaù (Genesi 25-26) come la giustificazione delle istruzioni date a Israele che riguardano Edom (Numeri 20:14-21; Deuteronomio 2:4-8); la somiglianza tra la fine di Deuteronomio e quella delle Genesi. Ancora vediamo che le promesse fatte ad Abramo, Isacco e Giacobbe ricorrono negli altri libri del Pentateuco che si presentano come adempiute.
In secondo luogo di particolare importanza è la testimonianza del Nuovo Testamento. Noi vediamo, come anche abbiamo visto, nell’Introduzione al Pentateuco, che ci sono testimonianze nel Nuovo Testamento che attribuiscono il Pentateuco, tutta la legge a Mosè (per esempio Luca 24:27,44; Giovanni 1:45;ecc.) Sempre Meredith G. Kline osserva: “Le citazioni da parte di Gesù e dei Suoi discepoli di passi del Pentateuco attribuiti a Mosè indicano che il Signore accettava l’opinione corrente al Suo tempo che Mosè avesse scritto tutti e cinque libri della legge”. Ma la domanda è da dove Mosè attinse il materiale di Genesi visto che la storia descritta risale a secoli prima la sua vita? Studiosi sono convinti che, benché Mosè non menzioni le fonti, ha fatto uso di fonti. Mosè può aver attinto in parte alla tradizione orale e in parte a quella scritta. C’è chi pensa che Mosè abbia attinto dalle tôlēdôt, che in ebraico indica generazioni, discendenza, frutto, procedimento, resoconto.
Queste tôlēdôt iniziano la lista o un racconto che segue. Questa parola si verifica undici volte (Genesi 2:4, 5:1, 6:9; 10:1, 11:10, 27; 25:12, 19; 36:1, 9; 37:2). Le tôlēdôt non sarebbero altro che tavolette scritte ed era in uso nell’Antico Medio Oriente.
Oltre alle tôlēdôt, il Pentateuco menziona altri documenti scritti come “il Libro delle guerre” (Numeri 21:14). La data del libro è molto dibattuta, anche tra coloro che accettano la paternità di Mosè. Alcuni studiosi pensano nel 1445 circa a.C., altri pensano nel 1290 a.C.
Contesto e ambiente
Il contesto di Genesi risale all’inizio della creazione, quando Dio portò all’esistenza l’universo. La Genesi presenta tre diverse ambientazioni geografiche: 1) La Mesopotamia (capp.1-11); 2)La terra promessa (capp.12-36; 3)L’Egitto capp.37-50).
Aanalisi letteraria
Genere letterario
Indubbiamente ci sono varietà di forme letterarie nel libro della Genesi: genealogia (cap. 5), preghiere (cap. 18) racconto di guerra (cap. 14), testamento poetico (cap. 49), ecc., ma il genere che vediamo principalmente o complessivamente è quello del racconto storico. Vediamo, infatti, che Genesi contiene un’unità di trama narrativa dalla creazione del mondo al soggiorno in Egitto. La funzione della storia contenuta nel libro della Genesi è quello di fornire un prologo e il fondamento della nascita della nazione d'Israele, quindi spiegare il suo passato storico. Si racconta di come Dio ha scelto Abramo e guidato la sua famiglia come il Suo popolo speciale.
Struttura
Il libro della Genesi è come una torta che può essere tagliata in più di modi. Forse il modo più affascinante è la cosiddetta formula toledot (tôlēdôt) come ho menzionato sopra parlando delle possibili fonti di Mosè. (Genesi 2:4, 5:1, 6:9; 10:1, 11:10, 27; 25:12, 19; 36:1, 9; 37:2). Altri dividono in questo modo: I Inizio del genere umano, (1:1-11:32); II La vita di Abramo (12:1-25:18); III La vita di Isacco e la sua famiglia (25:19-26:35); IV. La vita di Giacobbe (27:1-37:1); V La vita di Giuseppe (37:2-50:26). Altri ancora I Creazione (1:1-2:3) II Prima dei Patriarchi: Storia Primitiva (2:4-11:26); III I Patriarchi in Palestina: Narrazioni patriarcali (11:27-37:1); IV I Patriarchi in Egitto: la storia di Giuseppe (37:2-50:26). Il modo più classico di dividere Genesi è questo: Storia primitiva e la sua natura oppure le Origini del genere umano (1-11) e Storia dei patriarchi o le origini della nazione di Israele (12-50). La prima contiene la storia primordiale dalla creazione alla torre di Babele, tratta l'origine dell'universo e della creazione dell'uomo, tracciando la caduta di Adamo e la rapida crescita del peccato, un resoconto dettagliato del diluvio e come i discendenti dei tre figli di Noè ripopolano il mondo. La seconda parte della Genesi contiene la storia dei quattro patriarchi del popolo di Israele da Abramo fino a Giuseppe. Entrambe le divisioni hanno in comune il fatto che Dio da origine con la Sua parola in primo luogo alla creazione e in secondo luogo da origine a un popolo.
Schema del libro
I IL RACCONTO DELLE ORIGINI DEL GENERE UMANO (1:1-11:26).
A) Il racconto della creazione del mondo (1:1-2:4 a).
B) Il racconto della creazione dell'uomo (2:4 b-4:26).
1. Adamo ed Eva (2:4-25).
2. La caduta (3:1-24).
3. Caino e Abele (4:1-24).
C) Il racconto della genealogia di Adamo (4:25-5:31).
D) Il racconto di Noè (5:32-9:29).
1. Prima del diluvio (6:1-22).
2. Durante il diluvio (7:1-24).
3. Dopo diluvio (8:1-9:29).
E) Il racconto della discendenza di Sem, Cam e Iafet (10:1-32).
F) Il racconto della torre di Babele (11:1-9).
G) Il racconto di Sem: i Semiti (11:10-26).
II IL RACCONTO DELLE ORIGINI DELLA NAZIONE DÌ ISRAELE (11:27-50:26).
A) La vita di Abramo (11:27-25:18).
1. Le origini di Abramo (11:27-32).
2. La chiamata di Abramo (12:1-9).
3. Il viaggio di Abramo in Egitto (12:10-20).
4. La separazione di Abramo da Lot (13:1-18).
5. Il soccorso di Abramo a Lot (14:1-24).
6. Il patto di Dio con Abramo (15:1-21).
7. L’unione di Abramo con Agar e nascita di Ismaele (16:1-15).
8. Il segno del patto di Dio con Abraamo:la circoncisione (17:1-27).
9. La promessa di Dio ad Abraamo: la nascita di Isacco (18:1-15).
10. L’intercessione di Abraamo per Sodoma e Gomorra (18:16-33).
11. La distruzione di Sodoma e Gomorra e la salvezza di Lot (19:1-38).
12. Abramo e Abimelech (20:1-18).
13. La nascita del figlio della promessa: Isacco (21:1-8).
14. Attrito in famiglia: fuga di Agar (21:9-21).
15. Alleanza tra Abraamo e Abimelec (21:22-34).
16. Abramo provato da Dio; il sacrificio di Isacco (22:1-24).
17. La morte di Sara (23:1-20).
18. Isacco e Rebecca (24:1-67).
19. Abramo e Ismaele (25:1-18).
B) La vita di Isacco (25:19-26:35).
1. Nascita dei figli di Isacco: Esaù e Giacobbe (25:19-28).
2. Esaù vende la primogenitura a Giacobbe (25:29-34).
3. Isacco e Abimelec (26:1-33).
4. I Matrimoni di Esaù (26:34-35).
C) la vita di Giacobbe (27:1-36:43).
1. L’inganno di Giacobbe ai danni di Esaù (27:1-46).
2. Giacobbe fugge in Paddan-Aram (28:1-22).
3. Giacobbe in Caran (29:1-30:43).
4. Giacobbe ritorna in Canaan (31:1-21).
5. Giacobbe è inseguito da Labano (31:22-55).
6. Giacobbe si riconcilia con Esaù (32:1-33:16).
7. Giacobbe arriva in Canaan (33:17-20).
8. La figlia di Giacobbe: Dina rapita, massacro dei Sichemiti (34:1-31).
9. Giacobbe a Betel (35:1-29).
10. Discendenti di Esaù (36:1-43).
D)La vita di Giuseppe (37:1-50:26).
1. Giuseppe e i suoi fratelli (37:1-36).
2. Giuda e Tamar (38:1-30).
3. Giuseppe e la moglie di Potifar in Egitto (39:1-23).
4. Giuseppe interpreta dei sogni, viene fatto vicerè (40:1-41:57).
5. Il primo viaggio dei fratelli di Giuseppe in Egitto (42:1-38).
6. Il secondo viaggio dei fratelli di Giuseppe in Egitto (43:1-34).
7. Giuseppe si fa riconoscere dai suoi fratelli (44:1-34-45:28).
8. Giacobbe in Egitto (46:1-50:14).
9. Giuseppe rassicura i fratelli confermando il suo perdono (50:15-21).
10. Giuseppe muore (50:22-26).
Il Contenuto del libro
Genesi 1:1-11:26: Il racconto delle origini del genere umano.
Genesi 1:1 è una dichiarazione accurata delle origini del mondo. Dio ha creato ogni cosa dal nulla con la Sua parola (Salmi 33:6, 9; Ebrei 11:3) ha parlato e la materia sorse (Genesi 1:3, 6, 9, 11, 14, 20) non aveva bisogno di una sostanza preesistente. Nel versetto 2 troviamo la natura del caos primordiale davanti a Dio. Il resto del capitolo (vv. 3-31) spiega come Dio creò il cielo e la terra. Noi vediamo perciò che Dio ha creato ogni cosa da solo in sei giorni e senza aiuto di nessuno, ma con la potenza della Sua parola. Questa verità era nuova al mondo antico, e rappresentava un attacco diretto, probabilmente fatto di proposito, al politeismo.
La verità che “Nel principio Dio…” è importante perché ci fa vedere chi è Dio e c’incoraggia ad accettare tutto il resto del messaggio biblico. Il culmine della creazione è l’uomo che è creato ad immagine e somiglianza di Dio, a cui è stato affidato il governo della creazione, questo dimostra la dignità e il posto speciale che aveva l’uomo all’interno della creazione, essendo a immagine di Dio poteva avere relazione con Dio!
Dio è contento di tutto ciò che vede nel suo ordine creato, questo è particolarmente evidente nel terzo e nel sesto giorno, dove si afferma la valutazione positiva due volte, mentre al settimo giorno, Dio si riposò (2:1-3).
Il capitolo 2 di Genesi presenta la creazione con qualche dettaglio in più. (l’uomo creato dalla polvere dalla terra v. 7; la donna da una costola di un uomo vv. 21-22; lei è stata creata per essere un aiuto adatta a lui vv. 18, 20, creati con il dono della parola, con grande intelligenza tanto da avvertirlo di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male vv.16-17 e da dare un nome a ogni specie di animali). Genesi raffigura Dio come l'artista divino che ammira la sua opera. Tutto era come doveva essere, tra cui l'umanità. Mostra il Dio unico, Onnipotente e Sovrano.
I capitoli 3 a 11 sembra che descrivano storie indipendenti e strane. Ma in realtà sono uniti e presentano un unico tema: il fallimento morale del genere umano. Il capitolo tre introduce cambiamenti catastrofici nella scena ideale dei capitoli, uno e due. Viene introdotto un nuovo personaggio, il serpente (Satana, Apocalisse 12:9) che istiga la donna e l’uomo a trasgredire l’ordine di Dio di non mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene del male. Adamo ed Eva non sono vittime indifese di una forza persuasiva, ma collaboratori nel male. Dopo il primo peccato nel capitolo 3, l'umanità è cambiata. In primo luogo, Adamo ed Eva persero la loro innocenza originaria, si aprirono i loro occhi e si accorsero che erano nudi v. 7. In secondo luogo si nascosero dalla presenza di Dio vv. 8-10. In terzo luogo persero la comunione con Dio, il paradiso e con esso la pace e la libertà, quando Dio li mandò via v. 23, la conseguenza del loro atto fu il dolore, la malattia e la morte.
Al capitolo 4 vediamo la storia dei fratelli Caino e Abele e di come questo ultimo fu ucciso dal fratello. I capitoli 5 e 10 svolge una funzione importante in questa serie di peccato.
Il capitolo 5 traccia dieci generazioni della linea di fedeli di Adamo, da Set a Noè. La lunga vita di questi esseri umani può essere attribuita agli effetti del decadimento lento del peccato nel mondo. Dopo il diluvio, l'età dei discendenti di Noè gradualmente è ridotta.
Il capitolo 6 inizia con il matrimonio tra i figli di Dio e le figlie degli uomini, viene descritta la malvagità degli uomini come grande. Viene citato Noè solo come uomo giusto che camminava con Dio vv. 1-7. A causa della malvagità degli uomini, Dio giudica il mondo, con il diluvio salvando solo Noè e la sua famiglia, attraverso l’arca (6:8-9:29).
Al capitolo 10 troviamo il racconto della discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet (10:1-32). I discendenti di Sem sono citati per ultimo a causa della loro importanza. Questa è la linea di Dio che avrebbe usato per iniziare ad affrontare il problema del peccato come vedremo più avanti (11:10-32). La torre di Babele nel capitolo 11 mette in evidenza la ribellione, l’orgoglio contro Dio. Gli esseri umani si consideravano come misura di tutte le cose, in grado di controllare il loro mondo, in grado di costruire un mondo migliore, ma senza considerare Dio, in perfetta autonomia. Tali tentativi umani e lasciare Dio fuori dalla propria vita sono il peccato nella sua forma più esplicita e più sfacciata. Si noti che, a differenza del periodo di Noè, non vengono menzionati uomini giusti e integri a Babele come Noè. L'immediatezza e la natura della reazione divina sono dunque comprensibili. Dio giudicò quegli uomini confondendo il loro linguaggio tanto da non comprendersi e disperdendoli sulla faccia della terra. La genealogia del capitolo 11 vv. 10-32 prepara la chiamata di Abramo della discendenza di Sem per la linea di Tera di Ur dei Caldei.
Genesi 11:27-50:26: Il racconto delle origini della nazione di Israele.
Con Genesi 12 inizia una nuova unità letteraria. Questa seconda parte di Genesi ci parla dei patriarchi del popolo di Israele, ma anche della fede cristiana. Essi riguardano i membri di una sola famiglia e il loro cammino di fede, in contrasto con la situazione della precedente sezione contraddistinta dalla decadenza morale degli uomini.
Ora la storia si trasforma in un modo diverso. Il racconto si riferisce ad un uomo dalla fede esemplare, in lui saranno benedette tutte le famiglie della terra. In un certo senso, il problema dell’uomo del peccato, trova la sua soluzione nella grazia sovrana di Dio che sceglie Abramo e dal quale sarebbe nato il Salvatore.
Questa unità mostra come la fedele obbedienza di un singolo individuo ha un significato universale. L'obbedienza fedele di un singolo individuo diviene un potente strumento nelle mani di Dio. Gli eventi di Genesi 12-50 si inseriscono, molto probabilmente, tra il 2000-1550 a.C. È sorprendente quanto poco sappiamo circa i primi 75 anni della vita di Abramo.
Genesi 11:27-32 descrive le origini di Abramo, la sua genealogia, ma subito viene presentato come il protagonista con la sua chiamata (12:1-9), quando Dio lo chiama secondo la Sua sovranità. Abramo era originario da Ur dei Caldei una città, sicuramente non adorava il Signore (Giosuè 24:2-3). Abramo non aveva figli, difatti la moglie Sara era sterile.
Fin dall'inizio della storia, la Parola di Dio ad Abramo è stata chiara: lui doveva lasciare il suo paese, i suoi parenti e la casa di suo padre e andare nel paese che Dio gli avrebbe mostrato. Dio promette ad Abramo che sarebbe diventato una grande nazione e che tramite lui tutte le nazioni sarebbero state benedette (12:1-3; Atti 7:2-3).
La chiamata di Abramo corregge la maledizione che proviene dalla caduta. L’alienazione dell'uomo, la fuga da Dio e la schiavitù del peccato dei capitoli 3-11 sono tutti potenzialmente invertiti (12:1-3). La chiamata di Abramo conteneva due grandi promesse che sono state molto importanti a un uomo in quel periodo storico: la terra e i discendenti.
Abramo è stato chiamato a lasciare la propria sicurezza per affidarsi a Dio andando in un luogo sconosciuto. Abramo obbedì e all'età di 75 anni prese Sarai sua moglie e suo nipote Lot per andare a Sichem, dove il Signore gli apparve e promette la terra ai suoi discendenti. A Sichem Abramo costruì un altare a Dio (12:4-9). In 12:10-20, lo scrittore racconta del viaggio di Abramo in Egitto a causa di una carestia.
Abramo temeva che per la bellezza di Sarai, qualcuno potesse ucciderlo per avere lei, così diceva che era sua sorella. Lei è stata presa nell’harem del Faraone, ma ben presto, per un giudizio di Dio sul Faraone, la bugia fu scoperta e Sarai fu restituita ad Abramo. Tornati in Canaan Abramo e Lot si separano (13:1-18). La motivazione è stata una disputa scoppiata tra i pastori di Abramo e quelli di Lot. Abramo suggerisce di separarsi e lascia scegliere a Lot il territorio.
Lot scelse la valle ben irrigata del Giordano nei pressi di Sodoma e Gomorra. Dopo essersi separato da Lot, Dio rinnova la promessa ad Abramo in un modo più specifico e più chiaro facendo vedere, all’uomo di fede, il paese dove la sua discendenza numerosa avrebbe vissuto.
Il soccorso di Abramo a Lot (14:1-24). Quattro re invasero la valle dove abitava Lot, conquistando alcune città della pianura, si allontanarono con il bottino e molti prigionieri, tra cui Lot. Abramo lo venne a sapere e con 318 dei suoi più fidati servi, nati in casa sua, raggiunse e sconfisse questi re e liberò Lot. Al suo ritorno fu accolto da Melchisedek, re di Gerusalemme, al quale Abramo gli diede la decima di ogni cosa. Il patto di Dio con Abramo (15:1-21). Il Signore incoraggia ancora Abramo, Abramo dice a Dio che non ha ancora figli.
Dio conferma la promessa ad Abramo di un figlio come erede e in una cerimonia notturna impressionante, Dio fece alleanza con Abramo e gli rinnova la promessa sia della discendenza e sia della terra dal fiume d'Egitto al fiume Eufrate.
L’unione di Abramo con Agar e nascita di Ismaele (16:1-15). A causa della sua sterilità, Sarai concede la sua serva egiziana, Agar, ad Abramo. Agar partorì Ismaele, il progenitore dei popoli arabi. Sorsero poi dei problemi tra le due donne, Sarai tratta duramente Agar e questa fugge via nel deserto. Dio mostra misericordia ad Agar e le promise che avrebbe avuto una grande discendenza.
Il segno del patto di Dio con Abramo:la circoncisione (17:1-27).
Dio rinnova la sua promessa ad Abramo relativa alla sua discendenza e cambia il nome di Abramo (padre eccelso) in Abraamo (padre di una moltitudine) e la moglie non più Sarai (nobile, distinta), ma in Sara (principessa). Il segno del patto era la circoncisione. La promessa di Dio ad Abraamo:la nascita di Isacco 18:1-15. Il Signore e due angeli si manifestano ad Abramo, il Signore gli annuncia la nascita dell'erede promesso fra un anno.
Il Signore da un’altra notizia, l'imminente distruzione di Sodoma e Gomorra, così in Genesi 18:16-33 troviamo l’intercessione di Abraamo per Sodoma e Gomorra. Lot e la sua famiglia sono stati salvati da Sodoma, e le città sono state distrutte da Dio con zolfo e fuoco. Le due figlie di Lot, che desiderano preservare la loro linea familiare, fanno ubriacare il loro padre e hanno rapporti sessuali con lui. Moab e Ammon, nemici di Israele in tempi successivi, sono stati il risultato (19:1-38).
In Genesi 20:1-18 vediamo Abraamo e Abimelec. Abraamo nuovamente fa passare Sara come sua sorella e mette nei guai Abimelec re di Gerar. La nascita del figlio della promessa (Isacco 21:1-8). La nascita avviene coma aveva annunziato il Signore l’anno prima, Abraamo circoncide il figlio come aveva ordinato il Signore.
Attrito in famiglia: fuga di Agar (21:9-21), scoppiarono di nuovo dei problemi tra Sara e Agar, che venne cacciata via, e ancora una volta è consolata dal Signore. Alleanza tra Abraamo e Abimelec (21:22-34). Sorge una controversia tra Abraamo e Abimelc, ma poi vi è un’alleanza tra di loro Beer-Seba. Abramo provato da Dio; il sacrificio di Isacco (22:1-24).
Dio mise alla prova la fede di Abramo, chiedendogli di sacrificare Isacco sul monte Moria. Come Abramo stava per usare il coltello, Dio lo chiamò e gli mostrò un montone impigliato in un cespuglio. Isacco è stato liberato e l'animale è sacrificato al posto suo.
La morte di Sara (23:1-20). Sara muore a Ebron e Abramo acquistò la grotta di Macpela come luogo di sepoltura da Efron l'Ittita. Isacco e Rebecca (24:1-67). Per trovare una moglie per Isacco, Abramo mandò il suo servo più anziano nella zona di Caran, e il Signore guida il servo da Rebecca. Abramo e Ismaele (25:1-18).
Il Capitolo 25 racconta il matrimonio di Abramo a Chetura, che gli diede un certo numero di figli. Abramo morì all'età di 175 anni e fu sepolto nella grotta di Macpela dai suoi due figli, Isacco e Ismaele.
La vita di Isacco (25:19-26:35).
Rebecca partorì due figli gemelli, Esaù e Giacobbe. Quando i ragazzi furono grandi, Esaù vendette la primogenitura a Giacobbe per un pasto di lenticchie rosse (25:27-34). Quando giunse la carestia, Isacco andò da Abimelec a Gherar presso i Filistei, come aveva fatto suo padre (capitolo 20) ed è interessante il fatto che, ripete la stessa bugia di suo padre, chiamando la moglie sorella (26:1-11).
I Filistei hanno paura di Isacco perché era un uomo potente e così per invidia gli tapparono i pozzi con la sabbia, cacciatolo, Isacco andò via e si accampò nella valle di Gherar. I pastori di Gherar ebbero delle questioni con i pastori di Isacco riguardo a nuovi pozzi che quest’ultimi avevano scavato, allora Isacco andò via e salì a Beer-Seba, qui gli apparve il Signore e gli conferma la promessa fatta ad Abraamo, che sarebbe stato con lui e che gli avrebbe dato una lunga discendenza, Isacco in quel luogo costruì un altare. Abimelec per paura di Isacco fa un patto con lui. (26:12-33).
Il capitolo 26 si conclude con che Esaù prende mogli pagane che furono motivo di profonda amarezza per Rebecca.
La vita di Giacobbe (27:1-36:43).
Al capitolo 27 vediamo nella vecchiaia di Isacco, l’inganno di Giacobbe, (incoraggiato dalla madre), ai danni di Esaù. Giacobbe si traveste di Esaù, per avere la sua benedizione di primogenito, che spettava giustamente a Esaù. Questa benedizione orale aveva validità legale ed era irrevocabile. Temendo per la vita di Giacobbe per mano di Esaù (Esaù odiava Giacobbe per l’inganno), Rebecca esorta Giacobbe a fuggire a Caran da suo fratello Labano.
Il capitolo 28 racconta della fuga di Giacobbe, quando giunse in un certo luogo, Dio gli apparve in sogno, una scala che dalla terra arrivava in cielo, Dio rinnova ancora il Patto che aveva fatto con Abraamo e Isacco.
Nei capitoli 29:1-30:43 Giacobbe raggiunge Caran, lavora presso lo zio Labano, prende due figlie come mogli, Lea e Rachele, lavora qui per 14 anni, ebbe dei figli e diventa ricco e poi fugge in Canaan con la sua famiglia 31:1-21. Labano insegue Giacobbe perché gli vennero a mancare i suoi idoli e pensava che li avesse rubati Giacobbe (in realtà era stata la figlia Rachele, ma lui non lo venne a sapere). Una volta raggiunto comunque l’incontro si chiude con un patto 31:22-55.
I capitoli 32:1-33:16 narrano la riconciliazione di Giacobbe con Esaù, nelle campagne presso Edom. In questo viaggio di ritorno, Giacobbe ha avuto un incontro inaspettato con l'angelo del Signore e lotta con Dio (32:24-32).
L'incontro con Esaù fu cordiale e Giacobbe continuò il suo viaggio fino ad arrivare in Canaan (33:17-20).
Nel capitolo 34 vediamo che la figlia di Giacobbe, Dina è rapita e violentata da Sichem, principe appunto dei Sichemiti, i fratelli di Dina, Simeone e Levi la vendicano uccidendo tutti i maschi del paese. Dio disse a Giacobbe di andare a Betel (35:1-29).
A Bethel Dio ribadisce la sua promessa di una discendenza e di una terra. La moglie Rachele muore sulla strada per Betlemme, dando alla luce Beniamino, il dodicesimo e ultimo figlio di Giacobbe. Giacobbe rivede suo padre Isacco che muore a Ebron all'età di 180 anni e fu sepolto nella grotta di Macpela, da Esaù e Giacobbe.
In Genesi 36:1-43 vediamo la registrazione dei discendenti di Esaù. Qui Esaù è chiamato anche Edom (letteralmente “Rosso", cfr. 25:30).
La vita di Giuseppe (37:1-50:26).
Giuseppe e i suoi fratelli (37:1-36). Giuseppe era il figlio prediletto di Giacobbe e quindi i fratelli erano gelosi di lui. Questo è stato accentuato dai sogni di Giuseppe che indicavano la sua “signoria” su di loro. Il loro risentimento raggiunse il suo apice quando Giacobbe diede a Giuseppe una splendida veste.
I fratelli, decisero di ucciderlo, ma poi, cambiarono idea e lo vendettero a dei mercanti che lo portarono in Egitto. Giuseppe fu comprato come schiavo da Potifar il capitano della guardia egiziana (37:36, 39:1). I fratelli di Giuseppe presero la veste di Giuseppe cospargendo su di essa il sangue di un becco, così pensò che una bestia feroce l’avesse sbranato.
Il Capitolo 38 racconta di Giuda che non ha dato a sua nuora che era rimasta vedova il suo terzo figlio per dare una discendenza al fratello che era morto. Così lei lo ha ingannato, prostituendosi con lui (Giuda) senza farsi riconoscere e così ebbe due figli gemelli che li chiamò Perez e Zerac.
Il Signore ha benedetto Giuseppe, che ben presto venne messo a capo della casa di Potifar (39:1-23). La moglie di Potifar mette gli occhi addosso a Giuseppe e cerca di sedurlo, ma Giuseppe si rifiutò e lei lo accusa di tentato stupro.
Condannato, Giuseppe incontra il favore del responsabile del carcere, ha l'opportunità di interpretare i sogni di due servi del faraone e, in un secondo tempo, anche del faraone che i suoi maghi non furono in grado d’interpretare e venne fatto viceré (40:1-41:57). Secondo questi sogni vi dovevano essere sette anni di abbondanza e sette anni di carestia. Il primo viaggio dei fratelli di Giuseppe in Egitto (42:1-38).
Quando la carestia toccò anche la Palestina, Giacobbe mandò i suoi figli in Egitto per acquistare grano. Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma non rivelò la sua identità a loro. Giuseppe li mise alla prova accusandoli di essere spie, mantenendo uno dei fratelli, Simeone in ostaggio e chiedendo che anche l’altro fratello venisse portato in Egitto.
Il secondo viaggio dei fratelli di Giuseppe (43:1-34). La carestia era diventata così grave in Canaan che Giacobbe permise che Beniamino andasse con i suoi fratelli in Egitto. I fratelli sono stati nuovamente convocati da Giuseppe e mangiarono insieme.
Giuseppe si fa riconoscere dai suoi fratelli (44:1-34-45:28). Giuseppe sottolinea ai suoi fratelli che è stato Dio ha inviarlo in Egitto al fine di preservare la vita di tutta la famiglia. Giacobbe in Egitto (46:1-50:14). Giacobbe partì con tutto quello che aveva e giunto a Beer-Seba, offrì dei sacrifici. Dio gli parlò in visione e lo incoraggiò ad andare in Egitto. Giuseppe lo incontra nella terra di Goscen dove poi si fermarono a viverci. Giacobbe benedisse ciascuno dei suoi figli e poi morì.
Fu sepolto nella grotta di Macpela a Ebron. Giuseppe rassicura i fratelli confermando il suo perdono (50:15-21). I fratelli di Giuseppe erano preoccupati che Giuseppe si potesse vendicare, ma Giuseppe disse che il male che loro avevano pensato verso di lui, Dio lo ha convertito in bene.
Giuseppe muore (50:22-26). Giuseppe morì all'età di 110 anni con la richiesta profetica che, quando gli Israeliti sarebbero di nuovo risaliti dall'Egitto in Canaan, chiede di prendere le sue ossa con loro e così è stato. (cfr. Esodo 13:19; Giosuè 24:32).
Messaggio e scopo
Genesi è stato scritto come un prologo al resto della Bibbia, perché ci racconta dell'origine dell'universo, del mondo fisico da parte di un unico Dio Creatore Sovrano della vita umana, delle nazioni e della nazione di Israele.
Noi vediamo un breve e maestoso racconto della creazione, ma anche come il peccato entrò nel mondo e le conseguenze tragiche che causò. Dopo la sentenza del diluvio, Mosè ha descritto la crescita delle nazioni e come sono stati dispersi a seguito del tentativo arrogante di costruire la torre di Babele.
L'umanità, voleva costruire quella torre per farsi un nome (11:4), ma Dio, ha scelto Abramo e ha promesso che lui sarebbe diventato una grande nazione e di benedire attraverso di lui le nazioni (12:1-3).
Dal capitolo 12 in poi, Mosè si concentra su Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe. Egli ha mostrato come questa nazione ebraica crebbe e si sviluppò. Dal momento che lo stesso Mosè visse quando Israele è stato liberato dalla schiavitù in Egitto, era importante per il popolo capire come sono arrivati in Egitto e il motivo per cui aveva vissuto per un periodo così lungo in Egitto. Giuseppe ha avuto un ruolo importante per la conservazione di questo popolo, Dio lo usò per salvare il popolo dalla carestia. Il libro della Genesi ha anche fornito importanti informazioni sul paese di Canaan, che Mosè e gli Israeliti stavano per invadere.
In 9:25 ci viene detto circa la maledizione di Canaan e i capitoli 18-19 descrivono l'immoralità e la distruzione di Sodoma e Gomorra. Distruzione che ora attendeva gli Amorei per i loro peccati, l’iniquità aveva raggiunto la sua piena misura (15:16).
Non lontano da Canaan erano situate le nazioni di Moab, Ammon, Edom. All'inizio della sua storia Israele, ha combattuto con il popolo di Madian e di Amalec. Qual’ è l'origine di questi vicini di casa molesti che divenne una spina nel fianco di Israele? Ancora una volta Genesi, fornisce le risposte, Lot era il padre di Moab e Ammon (19:36-38), Edom e Amalec discendevano da Esaù (36:1, 12), e Madian era un figlio di Abramo attraverso sua moglie Chetura (25:1-2). Nonostante i legami di sangue vicino, tuttavia, queste nazioni sono state spesso gli uni contro gli altri (Esodo 17:8-16).
Approccio del Nuovo Testamento
Genesi 1-11.
Per gli scrittori del Nuovo Testamento i primi capitoli della Genesi sono fondamentali per la loro teologia. Luca usa le genealogie per tracciare la linea di Gesù fino ad Adamo per mostrare che Gesù è il Figlio di Dio (Luca 3:23-38). Paolo fa abbondante uso della storia di Adamo e la caduta, dimostra che l'obbedienza di Cristo, il secondo Adamo ha salvato l'umanità dalle conseguenze della prima disobbedienza di Adamo (Romani 5).
Genesi 3:15 dice: "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno". Alcuni hanno visto qui la prima asserzione del vangelo della salvezza di Gesù che sarebbe stato vittorioso sulle potenze del male. Per questo motivo, questo versetto è stato chiamato il Protovangelo (il primo Vangelo) perché “progenie” si riferisce a Cristo che schiaccerà la testa del diavolo e il diavolo gli avrebbe ferito il calcagno, questo simboleggia tutti gli attacchi fatti da Satana nel tentativo di distruggere Cristo specialmente nella sua morte sulla Croce.
Ma proprio come il tallone di un uomo può schiacciare una testa del serpente, così la morte di Cristo sulla croce è stato il mezzo che Dio utilizzò per schiacciare definitivamente Satana e le potenze del male. Gesù cita le storie della creazione riguardo, la sua visione del matrimonio, di fronte ai farisei e utilizza il diluvio come un avvertimento di giudizio futuro (Matteo 19 :3-12; 24:37-39). Abele, Enoc e Noè li troviamo come esempi di fede (Ebrei 11:4-7). Infine il libro della Rivelazione ritrae la nuova Gerusalemme che scende dal cielo sulla terra come un giardino dell'Eden, un luogo dove abita Dio stesso e dà la vita alle nazioni (Apocalisse 21-22).
Genesi 12-50.
Il Nuovo Testamento considera la storia della Chiesa una continuazione della storia di Israele: Israele è l'albero d’ulivo nel quale sono stati innestati i credenti Gentili ( Romani 11:17–24). Dio aveva promesso ad Abraamo Genesi 12:3: "…in te saranno benedette tutte le famiglie della terra". Galati 3:8 riprende questa citazione per dimostrare che tutti coloro che hanno fede sono benedetti con il credente Abraamo.
Parlando, della discendenza della progenie d’ Isacco, Dio dice ad Abraamo Genesi 17:19: "…. Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui". Così ancora l’autore delle Genesi riporta le parole di Dio Genesi 21:12: "Ma Dio disse ad Abraamo: 'Non addolorarti per il ragazzo, né per la tua serva; acconsenti a tutto quello che Sara ti dirà, perché da Isacco uscirà la discendenza che porterà il tuo nome'".
In Romani 9:8, Genesi 21:12 si riferisce, che solo i figli della promessa e non Israele etnico, sono riconosciuti una discendenza. Nel Nuovo Testamento Paolo parla della discendenza chiarendo che è Cristo (Galati 3:16). Le promesse fatte ad Abraamo perciò si sono realizzate in Cristo e tramite Cristo. Inoltre vediamo ancora che i personaggi come Abraamo sono da prendere come esempio di fede e di opere. (Genesi 15:6; 22:1-12; Romani 4:9, 22; Galati 3:6; Giacomo 2:23). Troviamo ancora le citazioni sui patriarchi raccontata da Stefano in Atti (Atti 7:2–16), e in Ebrei, troviamo i patriarchi tra gli esempi di fede (Ebrei 11:8-22).
Teologia
Il libro della Genesi è un libro di introduzione o fondamento. Essa serve come introduzione alla legge mosaica e inizia la storia della redenzione che segnerà o si articolerà nel resto della Bibbia. Nel libro della Genesi noi osserviamo i seguenti aspetti teologici.
1. La dottrina della creazione.
Tutto ciò che esiste è nato dalla Parola creatrice di Dio. L'uomo è l'apice del lavoro creativo di Dio, all'uomo è stato dato il governo della terra. La creazione descrive che Dio è l'unica causa del mondo e del genere umano.
I primi due capitoli della Genesi rivelano che Dio è il Creatore Sovrano potente e che gli uomini e le donne sono sue creature dipendenti.
Questi due capitoli in primo luogo mettono in evidenza che Dio è l’unico creatore e nessun altro ha creato. In secondo luogo Dio ha creato ogni cosa dal nulla, indica l’inizio assoluto, Egli non lo ha fatto dal materiale preesistente v.1 (creatio ex nihilo dedotto dal verbo creò- bārā˒, usato solo per Dio. Cfr. Ebrei 11:3), in contrasto con le credenze delle religioni del Vicino Oriente. In terzo luogo viene messa in enfasi il fatto che Dio ha creato ogni cosa buona, questo significa che corrispondeva alla Sua volontà. (vv. 4, 10, 12, 18, 21, 25, 31).
Questo indica che il mondo attuale peccaminoso non è il risultato dell'attività di Dio, ma dell'attività delle sue creature. In quarto luogo il fatto che Dio crea con la Sua parola indica che ha un’autorità assoluta! Nulla resiste al Suo ordine, non conosce ostacoli! Mostra la Sua potenza, basta che parla è la materia nasce! Indica ancora che ha una libertà assoluta! Dimostra la Sua Signoria! L'apice della creazione è l’uomo e la donna (Genesi 1:26-28) creato a sua immagine e somiglianza, significa che assomiglia a Dio e rappresenta Dio nella creazione nel governare sugli animali. L’uomo era la rappresentazione creata del Dio Creatore, il riflesso terreno della Gloria di Dio. (Cfr. Salmi 8:5-6).
2. La dottrina del peccato.
Adamo ed Eva sono tentati, da un essere malvagio, il serpente (Genesi 3), il diavolo (Apo.12:9, 2 Corinzi 11:3). Questo non significa che gli uomini non siano stati responsabili della loro azione peccaminosa! Il peccato di Adamo ed Eva è stato il mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, che Dio gli aveva vietato di mangiare (Genesi 2:16-17).
Questo divieto indicava che l’uomo dipendeva da Dio in quanto creatura, mentre la conoscenza del bene del male esprimeva la conoscenza superiore che domina il bene e il male, quindi il discernimento morale e la capacità di auto-legiferare, l'autonomia morale, che decide per proprio conto indipendentemente da Dio.
In questo modo Adamo ed Eva si presentano come usurpatori delle prerogative divine. Riguardo la dottrina del peccato vediamo che si manifesta con crimini efferati (Genesi 4), con immoralità e violenza (Genesi 6; 19), con orgoglio e ribellione contro Dio (Genesi 11), con l’inganno (Genesi 27), con l’invidia fino ad arrivare a gesti estremi (Genesi 37:11-28). Ma sono i primi capitoli della Genesi (Genesi 3-11) che sottolineano in modo particolare il peccato e la ribellione delle creature di Dio.
Gli episodi descritti in questi capitoli narrano il rapido declino morale del genere umano. Mosè mette in evidenza più volte la brutalità del peccato e la gravità della condizione peccaminosa degli uomini, non lo nasconde.
3. La dottrina del giudizio.
Dio punisce il peccato. Ha pronunciato la sentenza sul serpente, su Adamo ed Eva dopo la caduta (Genesi 3). Caino fu esiliato dopo l'uccisione di Abele (Genesi 4). Il diluvio ha distrutto il mondo ad eccezione di quelli che erano sull'arca (Genesi 6-8). Il peccato e la malvagità sulla terra era così intensa e universale, che ha portato Dio a giudicare il genere umano con il diluvio. Coloro che hanno sfidato Dio, mediante la costruzione di una torre sono stati dispersi dalla confusione delle lingue (Genesi 11). Sodoma e Gomorra furono distrutte dal fuoco e dallo zolfo (Genesi 19). Dunque vediamo che la punizione per il peccato aumenta. Questa intensificazione può essere vista non solo negli episodi stessi, ma anche dal fatto che la durata della vita umana si accorcia come attestano le genealogie (Genesi 5). Tutto ciò ci fa capire quando Dio è santo e di come non è indifferente al peccato, questo è confermato in tutta la Bibbia.
4. La dottrina della grazia.
In ogni giudizio c’è sempre un barlume di speranza. Adamo ed Eva furono rivestiti da Dio e fu fatta loro una promessa prima della loro espulsione dal giardino (Genesi 3:21). A Caino è stata data l’assicurazione che la sua vita sarebbe stata preservata (Genesi 4:15). Noè trovò grazia agli occhi del Signore (Genesi 6:8). Dio stabilisce un patto con Noè (Genesi 6:18) e i suoi discendenti ( Genesi 9:8-17), in questo patto Dio non avrebbe mai più giudicato il mondo con il diluvio. A dispetto del fallimento umano e indipendente dalla partecipazione umana, l'impegno di Dio per il creato rimane. Vediamo ancora la grazia di Dio con Lot che è stato salvato dalla distruzione di Sodoma (Genesi 19:29). Perciò Dio ha sempre trattato i peccatori meglio di quello che meritavano!
5. La dottrina dell'elezione.
Dio sceglie Abramo e non viceversa (Genesi 18:19). Il libro della Genesi mette in chiaro che il Signore non ha scelto Abramo e la sua famiglia perché erano più giusti, più fedeli, più pii, o più meritevoli di ogni altra famiglia. La sua elezione è stata un atto di grazia. Dio ha scelto Isacco dopo la morte di Abramo. Giacobbe al posto di Esaù (Romani 9:6-13). Lo scopo di Dio era quello di portare la salvezza alle nazioni attraverso la progenie di Abramo, Gesù. (Genesi 12:1-3; 15:6; 22:1-12; Galati 3:6-16).
6. La dottrina della promessa.
Nella Genesi il futuro Liberatore è descritto come il seme promesso. Sarebbe stato il seme di Eva (Genesi 3:15), il seme di Sem (Genesi 9:27), e il seme di Abramo (Genesi 12:1-3), di Isacco e di Giacobbe. Genesi si chiude con la designazione di Giuda, come la tribù del Messia promesso(Genesi 49:10). La storia c’insegna e ci sta insegnando che ciò che Dio promette realizza, quelle promesse fatte in Genesi dimostrano che Dio è fedele e potente, porta a compimento ciò che promette, benché noi possiamo essere mancanti o che ci possono essere ostacoli sul nostro cammino!(Numeri 23:19; Tito 1:2; Ebrei 6:18; Giacomo 1:17). I patriarchi in Genesi hanno avuto una fede altalenante, hanno avuto difficoltà, Dio, però ha realizzato comunque le Sue promesse dimostrando che sono doni divini!
7. La dottrina del Patto.
Un concetto importante teologico dei racconti patriarcali legato alla promessa e l'idea dell’alleanza o patto. Il patto è un tema centrale in tutta la Scrittura. L'alleanza che Dio ha stabilito con Abramo (Genesi 12:1-3; 15; 17), ha anche confermato con Isacco (Genesi 26:2-5), Giacobbe (Genesi 28:13-15), e Giuseppe (Genesi 48:3-4; 50:24).
Il patto di Dio con i patriarchi è fondamentale per altre alleanze nella Bibbia. Il patto tra Dio e Abramo stabilisce un quadro teologico per i rapporti di redenzione in tutta la Bibbia e nella teologia cristiana. Altri patti sono stati importanti nella rivelazione di Dio, il Mosaico (Esodo 19) e il Davidico (2 Samuele 7) fino a quello di Gesù Cristo che ha suggellato il rapporto tra Dio e il suo popolo attraverso la sua vita, morte e risurrezione per il perdono dei peccati (Luca 22:20).
Questi tre patti, in qualche modo sono legati al patto patriarcale, pertanto il patto che Dio ha stabilito con i patriarchi è alla base del programma di redenzione, senza il patto con i patriarchi non ci sarebbe stato, così come noi lo conosciamo, il patto di redenzione di Gesù. Il patto era necessario per mantenere il giusto tipo di rapporto con Dio. Le promesse erano centrali ed eterne da parte di Dio. L’iniziativa è di Dio e l’uomo è chiamato a camminare alla presenza di Dio e nell’integrità (Gen.17:1-2).
8. La dottrina della fede.
I patriarchi avevano fede. Per esempio viene enfatizzata la fede di Abramo (Gen.15:6, 22:12) come confermato anche nel Nuovo Testamento (Rom.4:3, 20-22; Gal 3:6; Ebr.11:8-10). Abraamo credette è ciò gli fu messo in conto come giustizia (Gen.15:6). La loro fede era anche provata come vediamo in Genesi 22, quando ad Abraamo Dio gli disse di offrire il figlio in sacrificio. Abraamo viene presentato come modello di fede.
9. Sovranità di Dio.
Nella creazione, nel giudizio, nell’elezione, nel realizzare le promesse, noi già vediamo la Sovranità di Dio, ma nella storia di Giuseppe in particolare vediamo la sovranità di Dio nel controllo della storia. Giuseppe riconosce che il Signore è sovrano e guida la storia. A i fratelli, impauriti, "Giuseppe disse loro: 'Non temete. Sono io forse al posto di Dio? Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso'" (Genesi 50:19-20). Dio si rivela nella vita e nella storia di Giuseppe come un Dio che controlla anche i dettagli della storia.
Domande.
1)Perché questo libro si chiama Genesi?
2)Perché si pensa che l’autore sia Mosè?
3)Dove attinse il materiale Mosè riguardo il contenuto della Genesi?
4)Qual è il modo più classico di strutturare la Genesi?
5)Che cosa viene messo in evidenza nei capitoli 1-11?
6) Che cosa viene messo in evidenza nei capitoli 12-50?
7)Qual è il messaggio e lo scopo della Genesi?
8)Che cosa dimostra secondo te l’approccio del Nuovo Testamento riguardo la Genesi?
9)Perché il libro della Genesi è importante per il resto della Bibbia?
10)Quali dottrine troviamo in Genesi in particolare? Fai una sintesi di ogni dottrina.
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