Il Contesto politico contemporaneo del Nuovo Testamento.
In questa lezione vedremo:
1. L’occupazione romana.
2. Erode il Grande.
3. I discendenti di Erode il Grande.
1. L’occupazione romana (63 a.C. -96 d.C.).
Vediamo alcuni aspetti del dominio romano in Giudea in riferimento ai cristiani, o al Nuovo Testamento.
Dopo la morte di Salomè, il figlio minore, Aristobulo II, con il sostegno dei sadducei, contestò il diritto di Ircano II a governare, mentre i farisei insieme al governatore Idumeo Antipatro, padre di Erode il Grande, sostennero Ircano nella successiva guerra civile. Aristobulo II, riuscì a rimanere al trono fino al 63 a.C. quando il generale romano Pompeo, che nel frattempo aveva conquistato praticamente tutto il territorio in Asia Minore fino alla Siria, arrivò e conquistò Gerusalemme.
Cosa era accaduto? I sostenitori di entrambe le fazioni ebraiche chiesero aiuto a Pompeo nel decidere la questione. Pompeo favorì Ircano, Aristobulo, non fu d’accordo con Pompeo e gli resistette. Pompeo marciò su Gerusalemme nel 63 a.C. prese la città, dopo un assedio di tre mesi, massacrò dodicimila ebrei e osò entrare nel tempio, fino nel luogo santissimo, dove entrava solo il sommo sacerdote una volta all’anno.
A proposito la conquista romana, Everett F. Harrison dice: “ Un pesante tributo fu imposto alla Giudea e molte città che erano state occupate dagli Asmonei furono liberate e poste sotto la giurisdizione della provincia di Siria”.
Pompeo stabilì Ircano come Sommo Sacerdote, ma dovette cambiare il titolo da re a etnarca e si dovette accontentare di governare il piccolo territorio di Giuda (63-40 a.C.). Le conquiste da Pompeo all’estremità orientale del bacino del Mediterraneo e da Giulio Cesare in Gallia (Francia moderna), estesero la dominazione romana. Dopo l’assassinio di Giulio Cesare nel Senato romano, Ottaviano, più tardi conosciuto come Augusto (nome che ha ricevuto, letteralmente “il maestoso”, un titolo che indica la stima che i Romani avevano per lui.), divenne il primo imperatore di Roma.
Nel 27 a.C. il Senato romano lo nominò comandante in capo delle forze armate romane. Sconfisse le forze del suo rivale Antonio della regina tolemaica Cleopatra in una battaglia navale al largo della costa di Azio, Grecia (31 a.C.) e divenne così il primo imperatore di Roma.
L’impero romano passò da un periodo di espansione e di guerre a un periodo di relativa pace, conosciuta come la Pax Romana. Nel suo periodo, Augusto (27 a.C.-14 d.C.) avviò numerose riforme religiose, politiche ed economiche. Per amministrare il grande impero, Augusto divise le province di Roma in due parti principali.
Le province più tranquille come la Grecia erano governate dal Senato e aveva un leader conosciuto come il proconsole, di solito nominati per un periodo di un solo anno per evitare poteri periferici troppo forti. Per esempio Gallione (Atti 18:12) è stato un proconsole citato nel Nuovo Testamento. Accanto al proconsole, in queste province, l’Imperatore di solito nominava un altro ufficiale, il procuratore, che vegliava sugli affari finanziari della provincia.
Le province più ostinate come la Giudea erano disciplinate direttamente dall’imperatore e aveva un leader conosciuto come propretore o prefetto, e teneva il suo ufficio a discrezione dell’imperatore. Ponzio Pilato, per esempio fu prefetto della Giudea dal 26-36 d.C. (Matt.27:1-2,11-26; Mar.15:1-15; Luca 23:1-25; Giov.18:28-19:16). Augusto fu l’imperatore sotto il quale nacque Gesù (Luca 2:1) e al quale è collegato il decreto del censimento in tutto l’impero.
Alla morte di Augusto, suo figlio adottivo, Tiberio (14-37 d.C.), fu scelto per succedergli. Tiberio arrivò al potere all’età di cinquantasei anni dopo una vita di servizio nel governo romano. Tiberio era l’imperatore durante la vita Gesù. Il suo nome è menzionato in Luca 3:1 insieme a quello di Ponzio Pilato.
Ponzio Pilato scatenò l’ira dei Giudei con gesti sconsiderati, come l’introduzione a Gerusalemme d’insegne militari raffiguranti l’imperatore che offendeva la religione giudaica, come l’uso dei soldi del tempio per costruire un acquedotto e affrontò con crudele violenza l’opposizione, ma cedette alle insistenze dei Giudei di crocifiggere Gesù (Matt.27:15-26).
Nel Nuovo Testamento non viene citato l’imperatore Caligola (37-41 d.C.), ma viene citato l’imperatore Claudio (41-54 d.C.). Lo scrittore romano Svetonio afferma che Claudio espulse gli ebrei da Roma, tra questi, troviamo Priscilla e Aquila, i compagni di missione di Paolo (Atti 18:2).
Dal 52 fino al 60 d.C. come governatore della Giudea troviamo Felice, sposato con Drusilla figlia del re Erode Agrippa, il quale sperava di ricevere soldi dal prigioniero Paolo (Atti 24:24-26). Dell’imperatore Nerone (54-68 d.C.) il Nuovo Testamento non ne parla. Durante il suo regno un disastroso incendio polverizzò dieci dei quattordici quartieri di Roma.
Nerone accusò i cristiani di questo e scatenò gravi persecuzioni contro di loro dopo l’incendio. Alcuni studiosi sono convinti che il Vangelo di Marco sia stato scritto da Roma in questo periodo per incoraggiare i cristiani perseguitati. Il governatore della Giudea, in questo periodo, dopo Felice, fu Porcio Festo dal 60 al 62 d.C., il quale per guadagnare il favore dei Giudei, lasciò Paolo in prigione (Atti 24:27).
Dell’imperatore Vespasiano (69-79 d.C.) sappiamo che fu coinvolto in un assedio di Gerusalemme, poi lasciò le questioni militari di Gerusalemme nelle mani di suo figlio Tito. Il suo nome non è collegato con tutti gli eventi del Nuovo Testamento, nel senso che viene citato, ma durante la sua vita, il cristianesimo crebbe rapidamente in tutto il mondo mediterraneo.
Riguardo a Tito (79-81 d.C.) il collegamento più importante con il mondo biblico si è verificato nel 70 d.C. quando assediò e distrusse Gerusalemme, il suo nome non è menzionato nella Scrittura. Domiziano (81-96 d.C.), è famoso per la sua crudeltà, cercò di sopprimere con la forza le religioni straniere. La sua persecuzione probabilmente fornisce lo sfondo su cui l’apostolo Giovanni scrisse l’Apocalisse.
Riguardo la presenza militare in Giudea, secondo Edwin Yamauchi vi era un contingente militare di circa tremila ausiliari, in gran parte dislocati a Cesarea. In occasione di festività, come la Pasqua giudaica, una coorte di cinquecento soldati veniva distaccata nella fortezza Antonia a Gerusalemme, da dove si dominava la zona del tempio.
I soldati mantenevano la pace in Giudea, prevenivano lo scoppio di rivolte e garantivano la sicurezza delle strade trafficate. Per tutto il periodo della dominazione romana, vi furono movimenti di resistenza ebraica, nati da aspiranti “unti” che univano insieme sostenitori con promesse di liberazione miracolosa di Dio, ma non ebbero successo. Questi movimenti erano particolarmente numerosi, come per esempio Teuda (Atti 5:36), Giuda il Galileo (Atti 5:37), e viene citato anche un egiziano (Atti 21:38).
La speranza per l’indipendenza politica e la restaurazione di Israele, attraverso la rivolta armata, in un modo più organizzato, avvenne con l’ascesa del movimento zelota. Vi furono due disastrose rivolte contro Roma, il primo nel 66-70 d.C. con la distruzione di Gerusalemme e del tempio e la seconda nel 132-135 d.C.
Riguardo l’occupazione romana vista dai Giudei Edwin Yamauchi scrive: “Il maggior colpo inferto ai Giudei fu quello che ferì il loro orgoglio nazionale. Credevano che Dio li avessi scelti come suo popolo particolare e attendevano il giorno in cui ogni altra nazione si sarebbe recata a Gerusalemme per adorare Iddio. In realtà avvenne il contrario: i romani e i loro fiancheggiatori profanarono i loro luoghi sacri, irrisero leggi e costumi”.
La pesante tassazione fu un altro aspetto che odiarono i Giudei riguardo la dominazione romana. Responsabili della raccolta delle tasse, furono i pubblicani, reclutati tra la popolazione locale. Questi esattori, riscuotevano più denaro di quello che fosse richiesto dal fisco, trattenendo la differenza per se stessi. Pertanto erano odiati dalla popolazione e venivano accusati di rinnegare la fede, oltre che la patria, mettendosi al servizio dei dominatori pagani.
Venivano associati ai peccatori (Matt.9:10-11;Mar.2:15-16; Luca 5:30; 7:34; 15:1); alle prostituite (Matt.21:31-32) e ai pagani stessi (Matt.5:46-47; 18:17). Tra i discepoli di Gesù vi era un ex pubblicano, Matteo (Matt.9:9-13)e più tardi Zaccheo (Luca 19:2). Gesù non si faceva scrupoli di frequentarli e di essere chiamato loro amico (Matt.11:19; Mar.2:15-17).
I Romani comunque fecero delle concessioni ai Giudei, tra cui la restituzione di alcuni territori, l’esenzione del servizio militare, la costruzione di un’efficiente rete stradale, la costruzione d’impianti termali, di edifici destinati alle esigenze di governo e una certa libertà religiosa che includeva il mantenimento del tempio a Gerusalemme.
Everett F. Harrison riguardo tutto ciò scrive: “Tali ordinamenti rientravano nella politica romana di non interferenza negli affari religiosi dei popoli soggetti e tutti i governi futuri in genere non se ne discostarono”.
Riguardo i benefici che ricevevano i popoli conquistati dai romani, Nicolangelo D’Acunto scrive: “La dominazione romana costituisce anche un fattore di progresso per i popoli sottomessi, poiché Roma concede loro ampia autonomia quanto agli usi e ai costumi e costruisce opere pubbliche come strade, acquedotti e teatri che ne favoriscono lo sviluppo”.
2. Erode (37 a.C-66 d.C.).
Riguardo l’ascesa al trono di Erode, John Drane scrive: “La storia della sua ascesa al potere, come anche del resto del suo regno, è un classico racconto d’intrighi e crudeltà”. Erode il Grande (37 a.C.-4 a. C.), di origine Idumee, è stato il primo sovrano non ebreo che ebbe un mandato dai Romani. L’astuzia politica del padre di Erode, Antipatro (Antipatro fu governatore degli Idumei dal 47 a.C. circa, che aveva servito gli Asmonei, fu consigliere di Ircano e si guadagnò la fiducia di Pompeo) facilitò al figlio un inizio potente per una carriera politica.
Erode fu nominato dai Romani re della Giudea nel 40 a.C. e nel 37 a.C. fu aiutato sempre dai Romani per consolidare il suo potere. Il fatto che non era un ebreo puro, il fatto che gli Idumei (gli Idumei erano Giudei di fresca data, costretti dai capi Asmonei a convertirsi al giudaismo. ) erano astuti e che non si facevano tanti scrupoli a collaborare con i Romani, destava sospetto e risentimento da parte giudaica.
A proposito Edwin Yamauchi scrive: “Erode il grande, fu un opportunista di prim’ordine. Durante gli anni burrascosi della guerra civile che scoppiò tra i Romani, egli seppe abilmente allearsi dapprima con Pompeo, poi con Cesare, in seguito con Antonio con Ottaviano (Augusto). I Romani apprezzarono i suoi servigi a causa delle sue doti militari”.
Erode aveva ottime capacità amministrative. Fornì grano durante le carestie e gratuitamente indumenti in altre calamità. Costruì molti edifici imponenti e fu anche responsabile per il rinnovo del tempio di Gerusalemme . Il tempio fu ristrutturato con marmo bianco, oro e gioielli, e divenne famoso per il suo splendore e l’aspetto sontuoso.I lavori del tempio iniziarono intorno al 19 a.C. e finirono intorno al 63 d.C. pochi anni prima di essere distrutto dai Romani nel 70 d.C. Il tempio di Neemia non era in buono stato, quando Erode salì al potere.
Egli, tuttavia, lo ha trasformato in una delle meraviglie del mondo antico, impiegando un enorme forza lavoro (Giuseppe Flavio parla di 18.000 lavoratori). Erode estese l’area del tempio in modo da coprire due volte l’area del tempio originale costruito da Salomone. Ma nonostante questo gli ebrei avevano sentimenti molto contrastanti su Erode: era spietato, li tassava pesantemente per far fronte ai suoi lavori edilizi e per mantenere il proprio stile di vita lussuoso, e quindi perché era pur sempre un Idumeo e non un vero Ebreo, perché culturalmente era più greco che ebraico, infatti il greco era la lingua di corte, e il suo programma di costruzione comprendeva la costruzione di templi per la famiglia imperiale romana.
Erode rafforzò le difese di Gerusalemme con la costruzione o la riparazione di una robusta cinta muraria intorno alla città. Egli eresse una nuova città portuale, chiamata Cesarea e la fortezza di Masada a sud-ovest del fiume Giordano. Oltre a essere quindi un brillante diplomatico opportunista e ad avere ottime capacità amministrative, Erode era anche crudele e paranoico come appare anche nella storia biblica con la sua strage dei bambini a Betlemme (Matt. 2:16-17) e doppio nei rapporti come vediamo nei rapporti con i Magi d’Oriente (Matt. 2:1-12). I suoi molti matrimoni (dieci mogli) portarono a una discordia interna e alla lotta per il suo trono. Per evitare che i suoi figli macchinassero contro di lui per succedergli al trono, Erode uccise almeno tre di loro, Alessandro, Aristobulo e Antipatro, e almeno due delle sue mogli.
3. I discendenti di Erode. (4 a.C.-66 d.C.).
Quando morì Erode il Grande, i Romani divisero il suo regno in tre parti fra tre figli: Archelao ereditò la Giudea, Samaria e Idumea, ad Antipa fu data la Galilea e Perea (Transgiordania), Filippo ereditò i territori pagani a est del Mar di Galilea (Iturea,Traconitide, Gaulanitidite, Batanea, Auranitide.
Archelao (4 a.C.-6 d.C), Giudea, Samaria e Idumea.
Ad Archelao non gli fu permesso di essere chiamato re della Giudea, ma solo etnarca fino a quando i Romani non lo rimossero da questa carica per far posto ai procuratori o prefetti Romani, il più noto di tutti è Ponzio Pilato che lo fu dal 26 d.C. fino al 36. Archelao era molto crudele e tirannico, come primo atto di governo, fece trucidare tremila nemici!
Giuseppe e Maria con Gesù, ancora bambino, quando ritornarono dall’Egitto, ebbero paura di passare dalla Giudea per ritirarsi in Galilea (Matt.2:19-23). Il governo di Archelao era così oppressivo e duro, che i suoi sudditi Samaritani e Giudei, nel 6 d.C. si unirono per chiedere la sua destituzione.
Filippo (4 a.C.-34 d.C.) Iturea, Traconitide, Gaulanitidite, Batanea, Auranitide.
Filippo ricostruì la città di Panias chiamandola Cesarea di Filippo in onore di Cesare e di se stesso. Nel Nuovo Testamento è citato perché era il primo marito di Erodiade che Antipa aveva sposato (Mar.6:17). Riguardo al territorio, ai piedi del monte Hermon, Pietro affermò che Gesù era il Cristo (Mar.8:29) e fu sempre nel territorio di Filippo che Gesù si trasfigurò (sul monte Hermon, Mar.9:2-8). Filippo era diverso dagli altri fratelli, a proposito John Drane scrive. “Di tutti i figli di Erode il Grande, Filippo fu il solo che si dimostrò un governante equilibrato e umano”.
Antipa (4 a.C.-d.C. 39), Galilea e Perea.
Nel suo territorio si trovava Nazaret, dove Gesù trascorse l’infanzia (Matt.2:23; Luca 4:16). Antipa era un uomo astuto, per questo motivo Gesù lo chiamò volpe (Luca 13:32). Antipa amava vivere nel lusso come suo padre e costruì molti edifici pubblici. Ricostruì Sefforis, città a sei chilometri da Nazaret, costruì anche la città di Tiberiade sul lago di Galilea in onore dell’imperatore romano Tiberio. Antipa fece giustiziare Giovanni Battista (Mar.6:17-29) e fu coinvolto nel processo di Gesù (Luca 23:6-12). Antipa chiese di essere promosso da tetrarca a re, ma fu esiliato con la moglie nella Gallia transalpina.
Oltre questi tre discendenti di Erode il Grande noi troviamo altri due successivi discendenti, importanti anche loro perché sono menzionati nella Bibbia.
Erode Agrippa I e II (37-66 d.C.)
Erode Agrippa I, nipote di Erode il Grande, fu allevato ed educato a Roma in ambienti vicino alla famiglia imperiale. Grazie alla sua amicizia con l’imperatore Caligola ottenne di poter governare quei territori che appartennero a Filippo e poi la Galilea e la Perea.
Quando Caligola fu ucciso, Agrippa I favorì la scelta di Claudio e per questo fu ricompensato con la nomina di re della Giudea e della Samaria. Per conservare il favore dei Giudei perseguitò i cristiani e fece uccidere Giacomo di Zebedeo, uno dei dodici apostoli (Atti 12:1). Agrippa I morì tragicamente e improvvisamente per il giudizio di Dio (Atti 12:20-23).
Erode Agrippa II fu re solo di nome perché il potere effettivo fu esercitato dal governatore romano. Paolo apparve davanti ad Agrippa II mentre era imprigionato a Cesarea (circa 60 d.C.), ma il re non accolse le parole di Paolo (Atti 25:13-26:32). Sorelle di Agrippa II erano Drusilla, moglie del governatore Felice e Berenice (Atti 25:13), amante del generale romano Tito. Agrippa II si oppose alla rivolta giudaica che scoppiò nel 66 d.C. per appoggiare i Romani mediante il quale aveva avuto il trono. Dopo la distruzione di Gerusalemme (70 d.C.) per opera di Tito, Agrippa II si ritirò a Roma, dove morì nel 100 d.C.
Si possono fare diverse considerazioni riguardo questa lezione, si può parlare di gente con sete di potere, di ambizioni egoistiche, di gente senza scrupoli pur di soddisfare il proprio io. Indubbiamente, questa lezione mette a nudo la natura peccaminosa dell’uomo (Rom.3:9-18,23).
Qualcuno si potrebbe chiedere il perché Dio abbia permesso tutto ciò contro il suo popolo. Dio ha progetti che vanno al di là dei nostri progetti e agisce in modo diverso da noi (Is.55:8-10), ha una sapienza che non possiamo arrivarci, i suoi giudizi sono inscrutabili e le sue vie ininvestigabili (Rom.11:33-34). Ma con certezza possiamo affermare che tutto tornerà alla sua gloria (Rom.11:36).
Domande
1. Quando e come iniziò l’occupazione romana in Giudea?
2. Quale profilo caratteriale viene fuori da Erode il Grande?
3. Tranne uno, che cosa avevano in comune i discendenti di Erode il Grande?
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