Giosuè 24:14-28: Io e la casa mia serviremo il Signore.
In questo testo, troviamo tredici volte scritta la parola: “servire” come verbo o come sostantivo. “Servire” (ʿāḇaḏ) nell’Antico Testamento ha il significato basilare di lavorare, faticare come uno schiavo (Esodo 21:6). I servi appartenevano ad altre persone ed erano impiegati appunto nel servirli (Genesi 21:25; 24:35). “Servire” contiene almeno due elementi chiave: l'azione (il servitore come" lavoratore") e l'obbedienza. “Servire” è anche impiegato in senso cultuale, nell’offrire sacrifici a Dio (Esodo 3:12; 23:24-25;).
In questo testo, “servire” può essere in senso cultuale, di adorazione (cfr. Giosuè 22:26-27; 23:7; Numeri 3:7-10; Isaia 19:21), oppure può esprimere la relazione tra il popolo e Dio che è il Signore al quale bisogna essere obbedienti e sottomessi, il fare quello che il Signore dice di fare, come un compito da svolgere come per esempio i profeti (Esdra 9:10-11; 2 Re 17:13; Geremia 7:25-28; 26:1-6; Ezechiele 38:17; Daniele 9:5-6), o il Servo del Signore (Isaia 42:1-7; 49:5-6; 52:13-53:12). I servi del Signore nell’Antico Testamento per esempio erano considerati: Abramo, Isacco, Giacobbe (Esodo 32:13); Caleb (Numeri 14:24); Mosè (Numeri 12:6-8); Giosuè (Giosuè 24:29); Isaia (Isaia 20:3); Davide (1 Samuele 23:10); Israele come una nazione (Isaia 41:8); il Messia (Zaccaria 3:8); Ciro (Isaia 44:28; 45:1).
Essere servo di Dio, significa adorare solo lui ed essergli sottomessi lavorando per lui, essere suoi strumenti e, perciò implica completa disponibilità. Anche nel Nuovo Testamento tutti i cristiani sono servi di Dio (Romani 1:1; Colossesi 4:12; Romani 6:22) e sono chiamati a servirlo (Romani 12:11; 1 Tessalonicesi 1:9).
In questo testo, “servire” può essere in senso cultuale, di adorazione (cfr. Giosuè 22:26-27; 23:7; Numeri 3:7-10; Isaia 19:21), oppure può esprimere la relazione tra il popolo e Dio che è il Signore al quale bisogna essere obbedienti e sottomessi, il fare quello che il Signore dice di fare, come un compito da svolgere come per esempio i profeti (Esdra 9:10-11; 2 Re 17:13; Geremia 7:25-28; 26:1-6; Ezechiele 38:17; Daniele 9:5-6), o il Servo del Signore (Isaia 42:1-7; 49:5-6; 52:13-53:12). I servi del Signore nell’Antico Testamento per esempio erano considerati: Abramo, Isacco, Giacobbe (Esodo 32:13); Caleb (Numeri 14:24); Mosè (Numeri 12:6-8); Giosuè (Giosuè 24:29); Isaia (Isaia 20:3); Davide (1 Samuele 23:10); Israele come una nazione (Isaia 41:8); il Messia (Zaccaria 3:8); Ciro (Isaia 44:28; 45:1).
Essere servo di Dio, significa adorare solo lui ed essergli sottomessi lavorando per lui, essere suoi strumenti e, perciò implica completa disponibilità. Anche nel Nuovo Testamento tutti i cristiani sono servi di Dio (Romani 1:1; Colossesi 4:12; Romani 6:22) e sono chiamati a servirlo (Romani 12:11; 1 Tessalonicesi 1:9).
Il filosofo Antifonte disse: “La cosa più preziosa che si può sprecare è il tempo”.
In questa affermazione notiamo due cose: la prima è che il tempo è prezioso, la seconda è che il tempo si può sprecare. Come spendiamo il nostro tempo? Il miglior modo per non sprecarlo è quello di servire il Signore! Ogni cristiano è chiamato a servire il Signore Gesù.
In questo testo di Giosuè vediamo tre aspetti principali riguardo il servizio.
In questo testo di Giosuè vediamo tre aspetti principali riguardo il servizio.
I IL SERVIZIO NASCE NEL TIMORE DI DIO (v. 14).
v.14: “Dunque temete il Signore e servitelo”.
Indubbiamente il credente serve il Signore perché lo ama, ma anche perché lo teme! Nel contesto vediamo che Giosuè raduna il popolo e fa un discorso da parte di Dio, parla delle cose grandi che ha fatto Dio e poi dice dunque temete il Signore.
Possiamo dire che il:
A) Timore è la reazione dello spirito umano alla Sovranità di Dio.
In Salmi 99:1 leggiamo: “Il Signore regna tremino i popoli”.
Il “timore” (yārēʾ) è un sentimento positivo riverenziale, di soggezione o trepidazione di fronte a persone fortemente autorevoli, di fronte un pericolo o un castigo (Geremia 42:16; Ezechiele 11:8). Dio è una persona fortemente autorevole, più di ogni altra sulla terra, è il Sovrano in assoluto. Per Sovranità di Dio s’intende il fatto che Dio regna sulla sua creazione e fa quello che vuole e nessuno gli può impedire questo (Daniele 4:34-35).
Giosùè mette in enfasi la Sovranità di Dio: scelse Abramo, lo fece diventare una grande nazione, colpì l’Egitto giudicandolo e liberò Israele con grandi prodigi; li guidò nel deserto provvedendo ai loro bisogni e sconfisse per Israele eserciti più potenti; diede loro una terra fertile (Giosuè 24:1-13).
Il Dio Sovrano ama il Suo popolo è si muove in suo favore.
Dalla Mesopotamia avanti per l’Egitto, poi per la Palestina, la guida di Dio si è dimostrata potente e si è affermata contro tutti gli ostacoli.
L’intervento di Dio in favore del suo popolo, provoca terrore anche tra gli altri popoli. (Esodo 15:14-16; Giosuè 2:8-11; 1 Samuele 4:7-8).
B) Timore è il senso di creaturalità di fronte alla Maestà.
Senso di creaturalità non si riferisce al fatto che sappiamo di essere stati fatti da Dio, ma che siamo consapevoli della nostra fragilità di fronte alla Maestà di Dio.
In Genesi 18:27 è scritto che Abramo davanti a Dio si definisce polvere e cenere, cioè che non è niente!
Dio ha mostrato la Sua Maestà a Israele vincendo eserciti potenti e facendo grandi miracoli!
…..Come possiamo sentirci davanti questo Dio grande, potente e infinito?
Davanti questo Dio maestoso siamo davvero piccoli! (Cfr. Esodo 3:6).
Nel Salmo 145:3 è scritto: “Il Signore è grande e degno di lode eccelsa, e la Sua grandezza non si può misurare”.
Nessuno può misurare Dio! Come non possiamo contenere nel palmo di una mano tutte le acque, come non possiamo misurare il cielo con la mano, così non possiamo misurare Dio! Come non possiamo raccogliere e pesare la polvere della terra, le montagne in un recipiente o nella bilancia, così non possiamo pesare Dio!
Dio è incommensurabile, non si può misurare perché è infinito! Nei Suoi confronti le nazioni sono come una goccia di acqua, come polvere minuta! Tutte le nazioni sono come nulla davanti a Lui! (Isaia 40:12-18).
C) Timore è il senso di stupore e terrore verso la Diversità di Dio il Totalmente Altro. Dio ha una natura completamente diversa dalla nostra.
Nessuno è pari a Dio!
Geremia 10:6-7 dice: “Non c’è nessuno pari a Te, Signore; tu sei grande, e grande in potenza è il Tuo nome. Chi non ti temerebbe, Re delle nazioni? Poiché questo ti è dovuto; poiché fra tutti i saggi delle nazioni e in tutti i loro regni nessuno è pari a te”.
Come le persone della Bibbia anche oggi rimaniamo meravigliati per Dio! Una delle caratteristiche della divinità è proprio il fatto che noi non possiamo capire pienamente la Sua natura, i Suoi progetti, e ne rimaniamo meravigliati.
Il timore di Dio è la meraviglia sbigottita di fronte al Totalmente Altro, a quel che non è usuale, comprensibile, familiare. Dio non è comune per il Suo carattere! Non è familiare per i Suoi piani! Dio non è comprensibile per come opera!
A volte Dio si è rivelato in modo particolare affinché il popolo lo potesse temere (Esodo 20:18-20).
La grandezza di Dio causa in noi il timore, e ci spingerà a servirlo con timore.
Pertanto possiamo dire che:
II IL SERVIZIO VA FATTO IN UN MODO SERIO (vv.14,19)
A) Dio disapprova e non trova nessun piacere verso chi non lo serve come vuole Lui.
Uno può dire: “ Importante è servire il Signore, non è importante come lo servi basta che lo servi!”. Ma in Malachia 1:10 Dio dice: “Io non prendo alcun piacere in voi”. Dio si riferiva a quei sacerdoti che disprezzavano il nome del Signore offrendo animali che non erano idonei al sacrificio, in quanto avevano dei difetti: erano malati o zoppi o ciechi, invece questi sacrifici dovevano essere perfetti come diceva la legge (Malachia 1:6-12; Levitico 22:17-24).
B) Dio ci chiama a servirlo senza ipocrisia.
Noi infatti, leggiamo al v.14: “servitelo con integrità e fedeltà.
Qual è il significato di queste due termini? “Integrità” (tāmîm; cfr. Levitico 23:15; Giosuè 10:13). Indica una condotta irreprensibile, senza difetto, onesto, sincero, perfetto. Noè era integro camminò con Dio (Genesi 6:9). Il servo di Dio cammina con Dio!!
“Fedeltà” (ʾĕmet) significa essere leali (Giosuè 2:14), oppure che è conforme alla realtà in contrasto con il falso (1 Re10:6), dire la verità come l’ha nel cuore (Salmi 15:2).
In altre parole Dio ci chiama a servirlo senza ipocrisia!!!
(1) L’ipocrita non è sincero verso Dio! (Isaia 29:13; 48:1).
L’attore Leonardo Di Caprio nel film “Prova a prendermi”interpreta un personaggio tratto da una storia vera, che si camuffava di pilota di aereo, medico e avvocato con molta facilità.
L’ipocrita è un attore come Di Caprio che finge una parte in base al film e come il personaggio stesso che Di Caprio ha interpretato.
Il Signore non approva gli ipocriti e questo l’ha dimostrato riprendendo il Suo popolo nell’Antico Testamento e i Farisei nel Nuovo. Il rischio di ogni credente è quello di percorrere la strada sbagliata del formalismo religioso, fatto di culto esteriore e di parole, ma senza la partecipazione del cuore, mentre al v.23 è scritto di inclinare i cuori (lēḇāḇ- persona interiore) verso il Signore! “Inclinare” (nāṭāh) indica chinarsi, piegarsi (Genesi 24:14; Salmi 144:5) in questo caso verso Dio.
L’uomo guarda all’apparenza, ma Dio guarda al tuo cuore! (1 Samuele 16:7). Una religiosità ipocrita Dio non l’approva! (Matteo 15:8-9). I beati sono i puri di cuore dice Gesù e vedranno Dio!!! (Matteo 5:8).
(2) L’ipocrita non cammina nella verità, non applica la verità.
La verità riguarda Dio e la Sua legge (Neemia 9:13; Salmi 25:5). Fedeltà è camminare praticamente nella verità (ʾĕmet-fedeltà, Salmi 86:11).
L’ipocrita conosce, si riposa e si vanta della verità, la predica agli altri, ma non la mette in pratica.
In Romani 2:17-24: “Ora, se tu ti chiami Giudeo, ti riposi sulla legge, ti vanti in Dio, conosci la sua volontà, e sai distinguere ciò che è meglio, essendo istruito dalla legge, e ti persuadi di essere guida dei ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore degli insensati, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la formula della conoscenza e della verità; come mai dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso? Tu che predichi: ‘Non rubare!’ rubi? Tu che dici: ‘Non commettere adulterio!’ commetti adulterio? Tu che detesti gli idoli, ne spogli i templi? Tu che ti vanti della legge, disonori Dio trasgredendo la legge? Infatti, com'è scritto: ‘Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri’”.
M.L.Jones commentando questo testo dice: “L’ipocrita è colui che possiede un interesse generale, teorico e intellettuale verso la verità… Ha un senso di compiacimento di se stesso,e non è mai conscio di qualche mancanza. Per lui non esiste la parola umiltà…Non fa mai un esame di se stesso perché non ne ha mai considerato il bisogno”.
(3) L’ipocrita è doppio d’animo.
L’ipocrita ha un cuore diviso tra Dio e gli idoli (vv.14,23). In mezzo al popolo d’Israele vi erano degli idoli, il popolo aveva degli idoli come i loro padri! I padri possono essere un buon o cattivo esempio per i figli!!! Ma servire Dio significa servirlo in modo esclusivo: è il Signore! In Esodo 20:3: “ Non avere alti dèi oltre me”. L’idolo è qualsiasi cosa che si mette sopra o affianco Dio prendendo il posto di Dio, nel quale possiamo confidare!
La parola ebraica “in mezzo a voi” (v.23- bĕqirbĕkem) può essere tradotta dentro di voi, perciò una possibile idolatria era nei loro cuori e non solo esternamente. Ezechiele 14:4 parla di idoli che si innalzano nei cuori. Possiamo dire che non esiste solo l’idolatria di statue e fotografie di santi, ma c’è quella che è nel cuore, quella segreta.
Per questo motivo Giacomo esorta quei credenti che sono amanti dei piaceri del mondo, che sono doppi d’animo, a purificare i cuori (Giacomo 4:8). Ci possono essere delle cose o delle persone che possono prendere il posto di Dio che sono dei veri e propri idoli.
Il Signore ci chiama a togliere, eliminare gli idoli dal nostro cuore! Il Signore ci chiama a essergli fedeli, cioè leali ( ʾĕmet-Giosuè 2:14) verso di Lui come Lui lo è con noi. Il Signore ci chiama a non essere doppi, ma integri (tāmîm), cioè intero, unito, sano.
C) Le motivazioni per un servizio serio senza ipocrisia (v.19).
v.19: “E Giosuè disse al popolo: ‘Voi non potete servire il SIGNORE, perché egli è un Dio santo, è un Dio geloso; egli non perdonerà le vostre ribellioni e i vostri peccati’”.
La prima motivazione è che:
(1) Dio è santo (qōdhesh).
Dio non sopporta il peccato, Dio odia il peccato perché Lui è senza peccato, è completamente pulito, pertanto giudica il peccato. Per questo motivo Isaia di fronte la Santità di Dio reagì in questo modo: “Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo ad un popolo dalle labbra impure e i miei occhi hanno visto il Re….”. ( Isaia 6:5).
Non possiamo scherzare o essere superficiali con Dio! Sono parole forti quelle che usa Giosuè: “Dio non perdonerà le nostre ribellioni e peccati”, nel senso che non perdona coloro che volontariamente e deliberatamente seguono gli idoli (cfr. Numeri 15:30).
L’autore dell’epistola agli Ebrei dice che coloro che persistono nel peccare volontariamente dopo aver conosciuto la verità, coloro che sono ribelli li attende un terribile giudizio, saranno divorati dal fuoco (Ebrei 10:26-27). Certamente si riferisce a coloro che sono ribelli, comunque in Ebrei 10:30-31 è scritto che il Signore giudicherà il suo popolo ed è terribile cadere nelle mani del Dio vivente!
Dio è un fuoco consumante dice Ebrei 12:29!
Dio il Santo giudicherà anche il Suo popolo perciò va temuto e servito senza ipocrisia!
La seconda motivazione è che:
(2) Dio è geloso (qin’ah).
La Bibbia parla molto della gelosia di Dio. Il teologo J.I. Packer dice che ci sono due tipi di gelosia: quella viziosa e quella amorosa. Quella viziosa è quella infantile della serie; “Voglio quello che hai tu, ti odio perché non c’è l’ho”.
Vi è un altro tipo di gelosia quella positiva ed è lo zelo nel proteggere un rapporto amoroso, o nel desiderio di mantenerlo quando esso si spezza. Il rapporto di Dio e il suo popolo viene simboleggiato al matrimonio che richiede assoluta fedeltà e amore.
L’adorazione agli idoli è infedeltà, viene chiamata nella Bibbia adulterio spirituale (Geremia 3:8-9). Originariamente la parola tradotta con gelosia significava amore appassionato e traboccante, e quindi amore che non tollera rivali.
Dio è geloso e ama in modo esclusivo, perciò si adira contro il culto degli idoli. (Esodo 20:3-5; 34:14; Deuteronomio 32:16; Ezechiele 8:3,5).
Il Dio geloso ama il Suo popolo con tutto il Suo sentimento e non tollera perciò infedeltà e concorrenti, perciò va servito in modo esclusivo!!
III IL SERVIZIO È UNA SCELTA (v.15).
v.15: “ E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE”.
Un ricco uomo di affari era ricoverato in ospedale per sottoporsi a un trapianto. Il chirurgo gli disse che poteva scegliere il cuore di due donatori: o il cuore di un atleta di 24 anni o il cuore un banchiere di 60, una scelta difficile. L’uomo ci pensò un po’ e rispose che voleva quello del banchiere. La moglie che si trovava nella stanza rimase meravigliata e chiese al marito come mai avesse scelto il cuore più vecchio. Al che il paziente rispose: “Scelgo il cuore che non è mai stato usato”.
Non tutti siamo chiamati a fare scelte del genere, ma dobbiamo fare tutti una scelta più importante di quest’uomo e cioè chi vogliamo veramente servire nella nostra vita.
A) Giosuè lancia una sfida.
La sfida è di fare una scelta tra gli idoli e il Signore. Giosuè prima ordina di servire il Signore con integrità e fedeltà e poi lancia una sfida: “Se vi sembra sbagliato servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire”.
(1) La parola scegliere (bā•ḥǎr) indica l’atto di chi sceglie accuratamente. (Esodo 17:9; 1 Samuele 17:40; Isaia 41:40).
Dobbiamo riflettere seriamente riguardo chi vogliamo servire veramente! Non bisogna essere superficiali nelle fare le scelte, le scelte determineranno e condizioneranno la tua vita e il tuo comportamento. Se scegli di vivere un cristianesimo superficiale il tuo cristianesimo come la tua vita non avranno senso e non glorificherai Dio, perché lo scopo della tua esistenza è vivere per Dio! (Romani 11:36; Colossesi 1:16).
(2) La parola scegliere indica una scelta con chiara consapevolezza di ciò che si fa.
Sia il proposito del popolo di seguire il Signore per ovvie verità, sia la risposta di Giosuè nel portarli a considerare la santità e la gelosia di Dio, mostrano che la scelta deve essere più che consapevole, più che responsabile.
Servire il Signore comporta un grande privilegio, ma richiede integrità e fedeltà, altrimenti incorriamo nella disapprovazione e giudizio di Dio. Sapete perché nelle chiese ci sono diverse false conversioni? Uno dei motivi è perché, pur di riempire la chiesa si presenta un Vangelo comodo e utilitario che soddisfi i bisogni dell’uomo, invece Gesù predicava il ravvedimento e la rinuncia di se stessi, un cambiamento e impegno radicale.
Dobbiamo portare la persona a riflettere che il vero cristianesimo è sofferenza insieme alle benedizioni (Matteo 19:27-30), e che Dio vuole possederci completamente e vuole averci tutto per sé! (1 Corinzi 6:19-20; Galati 2:20; 1 Pietro 2:9-10).
Se scegliamo di servire il Signore dobbiamo essere consapevoli di cosa implica questa scelta: implica un impegno leale totale per Dio!
(3) La parola scegliere comporta il fare una distinzione tra due cose poi ovviamente preferire la cosa che sembra migliore o giusta. (cfr. Giobbe 34:4).
In questo caso Giosuè pone gli idoli e il Signore davanti al popolo, e chiede al popolo di fare la scelta migliore.
B) La risposta del popolo.
(1) Il popolo rispose con prontezza scegliendo il Signore (vv.16-21,24).
vv.16-17: “Lungi da noi l’abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché il Signore è il nostro Dio!” (cfr.v.24). Il popolo fece una confessione di rinuncia agli altri dei!
(2) Il popolo scelse di servire il Signore perché Lui esiste.
Dio non è un invenzione umana! Non serviremo il Signore se non crediamo alla realtà della Sua esistenza.
(3) Il popolo scelse il Signore perché è Dio ( v.17).
v.17: “Poiché il SIGNORE è il nostro Dio”.
“Dio” (ʾělō·hîm) significa il Tremendo, l’oggetto di timore, l’autorità e l’essere divino, la divinità per eccellenza.
Indica la totalità degli dèi, l’insieme di tutto il divino per indicare la potenza divina in assoluto che esclude tutti gli altri dèi, è il vero Dio tutti gli altri non valgono niente. Indica che è il Signore assoluto accanto al quale non esiste altra volontà.
(4) Il popolo scelse di servire il Signore perché il Signore aveva fatto grandi cose nella loro vita dimostrando appunto di essere Dio (vv.16-18).
Liberazione dall’Egitto, la protezione e le vittorie durante il viaggio verso la terra promessa e la donazione di una terra meravigliosa!
Non si poteva mescolare l’ubbidienza a Dio con il servizio degli idoli, era necessario fare una scelta: Dio o gli idoli, donarsi a Dio con tutto il cuore o l’ipocrisia!
Anche i cristiani sono stati affrancati dalla servitù del peccato e dal regno delle tenebre, e sono stati trasportati nel regno della luce (Giovanni 8:31-34; Romani 6:12-23; Atti 26:18, Colossesi 1:13-14). Ora il cristiano dovrebbe rispondere con il servizio! (Romani 6:22; 12:1-2,11; 1 Tessalonicesi 1:9).
Giosuè stabilisce un patto con il popolo, vediamo quindi:
C) Il patto (vv.25-27).
vv.25-27: “ Così Giosuè stabilì in quel giorno un patto con il popolo, e gli diede delle leggi e delle prescrizioni a Sichem. Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio; prese una gran pietra e la rizzò sotto la quercia che era presso il luogo consacrato al SIGNORE. E Giosuè disse a tutto il popolo: ‘Ecco, questa pietra sarà una testimonianza contro di noi; perché essa ha udito tutte le parole che il SIGNORE ci ha dette; essa servirà quindi da testimonianza contro di voi; affinché non rinneghiate il vostro Dio’”.
Tre volte il popolo ha affermato la loro volontà di servire il Signore (vv. 16-18, 21, 24). Giosuè li prese in parola e stabilisce un patto con il popolo al quale diede leggi e prescrizioni.
Il patto (berîṯ) è l’impegno che si prende ad osservare e ubbidire Dio e la Sua legge! Giosuè chiama il popolo a prendere un impegno pubblico con Dio, poi scrive su un libro questo fatto e rizzò una pietra come testimonianza della loro solenne dichiarazione di consacrazione.
Il popolo è certamente consapevole di ciò che il Signore gli ha dimostrato, ma è necessario un patto per mettere fine definitivamente all’incertezza e alla doppiezza del popolo! Rifletti! Guarda a chi è Dio, a cosa ha fatto per te e metti fine all’incertezza, alla doppiezza, all’ipocrisia e prendi un impegno a servire solo ed esclusivamente Dio!
Forse anche tu conosci Dio, hai sperimentato cose grandi, sei consapevole della sua potenza, credi in Gesù, sei stato salvato, sei sicuro di andare alla Sua presenza, ma forse non sei integro, non sei fedele a Dio, ci sono degli idoli nella tua vita!
Se ti sembra sbagliato servire il Signore non lo servire! Mi sembra una cosa impossibile perché servire il Signore è la cosa più giusta che ci sia nella vita! Vuoi prendere un impegno serio di consacrazione verso Dio, di servirlo con integrità e fedeltà, togliendo gli idoli dalla tua vita?
Se vuoi consacrarti o rinnovare la tua consacrazione al Signore:
(1) Prega adesso.
(2) Scrivi la tua consacrazione su un foglio come ha fatto Giosuè e il popolo, e mettilo in mezzo alla Bibbia come segnalibro la tua determinazione a servire Dio, è un’altra testimonianza per non dimenticare!
A volte prendiamo impegni che poi dimentichiamo facilmente, è importante che tu scriva questa tua consacrazione come promemoria per non dimenticare.
(3) Togli gli idoli nella tua vita praticamente.
Agisci di conseguenza a questo tua confessione di consacrazione.
CONCLUSIONE.
Giosuè sapeva che tutti adoriamo qualcosa o qualcuno, per questo motivo esorta il popolo a fare una scelta unica e radicale per il Signore! Se il popolo e quindi anche noi non serviamo il vero Dio, finiremo per servire qualsiasi altra cosa o qualcuno. Ci doveva e ci deve essere la separazione da tutti i falsi dèi.
La scelta doveva essere immediata, Giosuè li esorta a scegliere: “oggi”! Anche tu oggi devi scegliere chi vuoi servire e devi servire Dio costantemente, ogni giorno senza ipocrisia perché Dio è Santo e geloso!
Servire il Signore non è una cosa da niente, non è una passeggiata! Il Signore è santo e geloso! Questo significa che consuma ciò che è profano, prende seriamente il peccato e come geloso non può dividere la Sua Signoria con un’altra divinità!(Esodo 20:3, Deuteronomio 6:4,14)
Coloro che presero l’impegno a servire Dio non sprecarono il tempo, infatti, durante la vita di Giosuè e dopo la Sua morte, il popolo che prese l’impegno di servire fu costante nel servire Dio per tutta la loro esistenza (Giosuè 24:31).
Una volta preso l’impegno, questo impegno deve essere rinnovato ogni giorno! Per rinnovarlo ogni giorno devi guardare la grandezza di Dio e a ciò che ha fatto nella tua vita e ai Suoi doni meravigliosi quali Cristo, lo Spirito Santo e la vita eterna con Lui!
Servi il Signore e non sprecherai il tuo tempo!