Perché è importante credere nell’ inerranza della Bibbia?
Attacchi contro l' inerranza della Bibbia non sono nuovi e sembrano essere in qualche modo ciclici. Prima di dire perché è importante credere nell’inerranza della Bibbia è importante sapere che cosa si intende per inerranza: la definizione e quindi il significato.
Definizione di inerranza.
“ La definizione di ispirazione verbale e completa, comporta che nel redigere i manoscritti originali, gli autori sacri sono stati guidati in modo da trasmettere perfettamente e senza errore il messaggio che Dio desiderava comunicare all’uomo” Renè Pache.
“ La nostra piena convinzione e la nostra certezza della sua infallibile verità procedono dall’opera interiore dello Spirito Santo..l’Antico Testamento in Ebraico, il Nuovo Testamento in greco…sono stati ispirati da Dio e per mezzo della sua cura particolare e provvidenza, preservati attraverso tutti i secoli e sono di conseguenza autentici” Confessione di Westminister.
Dunque per inerranza si intende che Dio ha guidato gli autori umani, usando le loro proprie personalità individuali, in modo tale che questi componessero e registrassero senza errore la Sua rivelazione nelle parole dei manoscritti originali. Così le affermazioni della Bibbia sono completamente vere secondo lo scopo per cui esse sono state scritte.
La parola inerranza, si intende, pertanto che le Sacre Scritture sono prive di errore, tutto quello che è scritto è in accordo perfetto con la verità, ma questo non significa che la Bibbia dice ogni fatto su ogni soggetto, ma che quello che dice su quel soggetto è vero! Le sue affermazioni corrispondono a verità perché le Scritture provengono da Dio e chi più di Dio capisce la natura vera e reale delle cose? Se la Bibbia è ispirata da Dio, che è verace (Romani 3:4) e perfetto (Matteo 5:48), logicamente sarà priva di errori, cioè è vera, dice la verità, perciò è infallibile (2 Timoteo 3:16-17; 2 Pietro 1:20-21).
Dio non può errare perché è verace! Numeri 23:19: "Dio non è un uomo, da poter mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?" (2 Samuele 7:28; Salmi 119:160; Giovanni 17:17).
Vediamo il significato dell’ inerranza.
1. L’inerranza non significa uniformità di tutti i dettagli nelle narrazioni analoghe dei diversi autori.
I libri di Samuele, dei Re e delle Cronache coprono una buona parte dello stesso periodo storico, ma i loro punti di vista variano come pure le loro espressioni. Così anche i quattro evangeli, ognuno degli autori narra la vita di Cristo con dettagli diversi.
Queste diversità sono considerate divergenze ed errori, ma non è così. Infatti l’inerranza permette varietà in dettagli nella spiegazione dello stesso evento. Uno scrittore utilizza parole diverse di un altro per descrivere lo stesso, avvenimento tuttavia, esprimono lo stesso significato oppure raccontano lo stesso avvenimento da un altro punto di vista per esempio i quattro evangeli, ma che sono comunque senza errori. O ancora possiamo dire che i diversi racconti anche se variano, comunque si completano, ma non c’è contraddizione per esempio la storia del centurione (Matteo 8:5-13) dice che il centurione andò a parlare a Gesù per guarire il servo, ma in Luca 7:1-10 è scritto che sono gli anziani che si presentano a Gesù, sembra che ci sia una contraddizione, ma è molto probabile che gli anziani andarono prima e poi andò il centurione.
Riguardo la diversità, ma senza contraddizioni Renè Pache così dice:
“ In realtà l’ispirazione e l’inerranza della Scrittura esigono che ciascun autore scriva la verità, ma lo lasciano libero nella scelta degli episodi ricordati, che mettono in luce ciò che vogliono insegnare. Se davanti a un tribunale quattro testimoni indipendenti raccontassero sillaba per sillaba la stessa testimonianza intorno ad una serie di fatti complessi, sarebbero accusati di essersi messi d’accordo”
L’inerranza non include l’idea che tutte le parole, le espressioni della Bibbia siano uguali!
2. L’inerranza Biblica non esclude l’uso di immagini e di simboli.
Nella Bibbia troviamo linguaggi diversi da interpretare letteralmente o simbolicamente. Troviamo un linguaggio simbolico nei salmi, nel Cantico dei Cantici, nei profeti, nei Vangeli e nell’Apocalisse.
Troviamo un linguaggio letterale nei libri storici, nelle lettere, ma in tutti i casi la Bibbia è inerrante, sarà il contesto a determinare il tipo di interpretazione letterale o simbolica. Quindi l’inerranza comporta una varietà di stili. Il vangelo di Giovanni è stato scritto nello stile semplice di un pescatore che non ha studiato tanto; Luca ha scritto con un vocabolario più sofisticato di una persona istruita; le epistole di Paolo riflettono la logica di un filosofo. Tutte queste variazioni sono compatibili con l’inerranza.
3. L’inerranza Biblica non comporta l’uso di un linguaggio tecnico preciso, conforme al vocabolario scientifico attuale.
L’apologeta Josh McDowell afferma: “L’ispirazione non richiede un linguaggio dotto, tecnico o scientifico. La Bibbia è scritta per la gente comune di ogni generazione e per questa ragione usa un linguaggio semplice quello di ogni giorno. L’uso di una lingua descrittiva e non scientifica non è segno di poca scientificità, ma di pre-scientificità” .
La Bibbia parla una lingua comune di discorsi quotidiani, inoltre gli autori parlano con un linguaggio dell’epoca e non pretendevano di prevedere la scienza moderna. La Bibbia si esprime con la lingua dei suoi tempi, in un modo comprensibile alle persone di quell’epoca; la rivelazione Biblica venne data da Dio a uomini che parlavano un determinato linguaggio in un contesto storico e culturale ben definito.
Dovremmo giudicare la Bibbia in termini delle forme e dei livelli della propria cultura. Non è corretto dire che la Bibbia non è scientificamente corretta, è più giusto dire che non si attiene ai parametri moderni scientifici.
La Bibbia non pretende di essere un manuale di scienza, è un libro che descrive la salvezza e come deve essere il rapporto con Dio. La Bibbia usa un linguaggio più fenomenale che scientifico, cioè descrive gli eventi per come accadono e non tecnicamente come avvengono!
La Bibbia può parlare del sorgere del sole e della caduta della pioggia perché dalla prospettiva dell'oratore questo è esattamente quello che accade, il sole si leva e la pioggia cade e queste sono descrizioni perfettamente vere dei fenomeni naturali che l'oratore osserva. Ma sappiamo che non è il sole a tramontare, ma la terra a girare eppure continuiamo oggi a dire che il sole tramonta come diceva l’Ecclesiaste (Ecc.1:5) centinaia e centinaia di anni fa.
C'è una larga diversità tra la nostra cultura e quella dei tempi biblici. Quando parliamo di inerranza, significa che quello che la Bibbia afferma è completamente vero nei termini della cultura del suo tempo, perciò la veridicità delle Scritture va giudicata in base all’impostazione culturale in cui sono state espresse.
4. Secondo l’inerranza il messaggio Biblico deve essere collocato nel proprio quadro storico.
Certe rivelazioni della Scrittura erano vere al tempo della redazione, anche se le circostanze sono attualmente cambiate. Per esempio quando il libro di Giosuè parla delle dodici pietre rizzate in mezzo al Giordano dicendo: "…e vi sono rimaste fino ad oggi" (Giosuè 4:9), questo significa fino a quel momento. La questione dello stile e della grammatica è anche essa in rapporto al quadro storico.
A secondo dell’epoca e dell’autore, l’ebraico è più puro, il greco più o meno corretto ( come in certi scritti dei profeti o dell’Apocalisse) a volte è drammatico, a volte semplice, popolare o elegante stilisticamente eccellente, senza che però questi intacchi o influisce sull’integrità del testo, una dichiarazione può essere sgrammaticata, ma ancora essere completamente vera. Inoltre l’inerranza non comporta racconti esaurienti. I racconti degli autori Biblici non dicono tutto, ma quello che è importante per la nostra vita di fede; per esempio i quattro evangelisti non ci raccontano la giovinezza di Gesù, quello che ha fatto dai dodici anni fino a trenta (Deuteronomio 29:28; Giovanni 21:24-25).
“La Bibbia è una rivelazione completa e contiene tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno per mettere in pratica la sua fede. Vuol dire che ci sono tante altre cose che ci piacerebbe conoscere, ma che Dio non ha ritenuto opportuno rivelarci. È altresi vero che Dio non era affatto obbligato a fornirci tutti I dettagli di ogni fatto riportato” Josh McDowell.
L'importanza dell’inerranza.
Perché i credenti devono preoccuparsi per l’inerranza della Bibbia? Alcuni suggeriscono che l’inerranza sia una cosa irrilevante, falsa o argomento che distrae, ci distoglie dagli argomenti appropriati su quello che la Bibbia ci vuole veramente dire riguardo il nostro rapporto con Dio spendendo energie in aspetti che sono secondari, perciò è un termine negativo per descrivere la Bibbia e inoltre non è un concetto biblico. Certamente la preoccupazione è molto importante, perché se qualcuno ci chiedesse se crediamo veramente a tutto ciò che ci dice la Bibbia noi che cosa risponderemmo? Millard J. Erickson dice se la Bibbia è completamente veritiera è un argomento di importanza per noi teologica, storica ed epistemologica ( discorso sulla conoscenza: natura, metodi, limiti.)
1. Importanza teologica.
Sia Gesù, Paolo e gli autori del Nuovo Testamento hanno considerato le figure e i dettagli delle Scritture come autorevoli, quindi li hanno considerati ispirati. Ci sono alcune implicazioni: se Dio è onnisciente, egli deve conoscere tutte le cose, non è ignorante e quindi non sbaglia sui vari argomenti; se Egli è onnipotente, è in grado di aver un effetto sullo scrittore Biblico in modo da non farli sbagliare; ed essendo un essere verace, Egli utilizzerà queste capacità in modo che gli esseri umani non saranno ingannati dalle Scritture. Oppure se Dio ha ispirato la Bibbia allora ci ha voluto parlare falsamente? Questo non è possibile perché Dio è santo e verace! Se Dio ci ha parlato falsamente in argomenti secondari nelle Scritture come possiamo fidarci di Lui e obbedirgli in altri argomenti delle Scritture anche più importanti? Quando si mette in dubbio l’inerranza della Bibbia si mette in dubbio tutte le altre dottrine. Quando l’ inerranza è negata o diluita ci si può aspettare qualche ricaduta grave sia nell’ area dottrinale che etica. Questo ci porterà a un declino nella vita spirituale! Inoltre se affermiamo che la Bibbia non è inerrante, e come se affermassimo che noi conosciamo la verità meglio della Parola di Dio e di Dio stesso, ci stiamo mettendo al di sopra. La nostra visione dell’ispirazione logicamente conduce all’inerranza, perché l’inerranza è un corollario dell’ispirazione , perciò se la Bibbia non è inerrante anche l’ispirazione è in pericolo e Dio messo in dubbio. (2 Timoteo 3:16; 2 Pietro 1:20-21).
2. Importanza storica.
La chiesa ha reputato storicamente l'inerranza della Bibbia, anche se non c’era una dichiarazione completa fino ai tempi moderni, comunque l’idea generale, in tutta la storia della chiesa, era la veridicità di tutta la Bibbia e da essa dipendeva. Ogni volta che qualcuno (scuola Biblica, teologo o movimenti) ha cominciato ad abbandonare l’idea dell’inerranza Biblica, le conseguenze sono state deleterie sulle altre dottrine abbandonandole o modificandole come la divinità di Cristo o la trinità. Se la Scrittura contenesse degli errori storici e/o scientifici, il suo intero messaggio teologico è messo in pericolo. Dal momento che la storia è il laboratorio in cui la teologia prova le sue idee, dobbiamo concludere che non credere alla completa inerranza della Bibbia è un fatto molto grave non solo per questa dottrina, ma anche per le altre.
3. Importanza Epistemologica.
Viviamo in un epoca che tende a dare poco peso a ciò che è vero e quindi anche a quel che è falso. Anziché chiedere, come Pilato, “Cos’è la verità?” l’uomo dell’era postmoderna dice: “Nulla è vero o forse” “Esiste la verità, ma noi non possiamo conoscerla.” Oppure “Ognuno ha la sua verità”. La dottrina dell’inerranza biblica è di estrema importanza perché la verità è importante. Questa questione riflette il carattere di Dio ed è fondamentale per la nostra comprensione di tutto ciò che è la verità. La domanda è: come possiamo conoscere la verità? Dal momento che la nostra base di conoscenza, di credere ed anche di conservare la verità di qualsiasi proposizione (storica o scientifica) di quello che la Bibbia insegna, sarà di estrema importanza, che tutta la Bibbia sia vera in tutte le sue affermazioni. Se dovessimo concludere che certe proposizioni (storiche o scientifiche) insegnate dalla Bibbia non sono vere, se abbandonassimo l’inerranza biblica, attingeremo da altre fonti (psicologia, filosofia,ecc.) la verità non sarà alla nostra portata, ci sarà una deformazione delle dottrine, sarà difficile stabilire la trinità o la nascita verginale di Gesù o le dinamiche dei rapporti interpersonali,ecc. La dottrina dell’inerranza della Bibbia ha un’importanza fondamentale per la chiesa in termini di credo e di etica!
La nostra filosofia di vita, il nostro stile di vita dipendono dal tipo di approccio che abbiamo con la Bibbia e quindi con l’Autore della Bibbia!
Considerazioni finali.
1. La Bibbia è Parola di Dio perfetta e pura.
Salmi 12:6: "Le parole del SIGNORE son parole pure, sono argento raffinato in un crogiuolo di terra, purificato sette volte". (cfr. Proverbi 30:5).
Salmi 19:7: "La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l'anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice".
Le affermazioni pure e perfette sono affermazioni non parziali, ma assolute! La Parola di Dio non è un po’ pura o un po’ perfetta è completamente pura e perfetta!
2. La Bibbia è un’unità che si regge o cade nel suo insieme.
O crediamo che la Bibbia sia tutta Parola di Dio che dice la verità oppure che non lo sia, non possiamo diluire il concetto di verità in essa contenuta. O la Bibbia è un documento degno di fiducia o non lo è, non si può crederla a spezzoni! Il messaggio della Bibbia va preso interamente, non è un miscuglio di dottrine dalle quali possiamo selezionarne alcune a secondo i nostri desideri o interessi! Non possiamo accettare quei passi che ci fanno comodo e respingere quei brani che non ci piacciono dove si parla dei nostri peccati, del giudizio di Dio, dell’inferno, ecc. Noi non possiamo semplicemente scegliere quel che vogliamo della Bibbia e gettare via tutto quello che non ci piace.
3. La Bibbia è un riflesso del Suo autore.
Se Dio è perfetto è anche in grado di scrivere un libro perfetto. Quindi la discussione non è se la Bibbia contiene un errore, ma se Dio può fare un errore! Se la Parola di Dio ispirata contiene errori, allora Dio non è onnisciente, non è perfetto perché Egli stesso può commettere errori. Se la Bibbia contiene informazioni sbagliate, allora Dio non è veritiero, è invece un bugiardo. Se la Bibbia contiene contraddizioni, allora Dio è l’artefice della confusione. In altre parole, se l’inerranza biblica non è vera, allora Dio non è Dio.
4. La Bibbia deve giudicarci, non viceversa.
Ebrei 4:12: "Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore".
Chi siamo noi per giudicare Dio è la Sua Parola? (Romani 9:20).
6. La Bibbia è l’unica norma a cui dobbiamo attenerci per ciò che dobbiamo credere e come dobbiamo comportarci.
Se la Bibbia la reputiamo inaffidabile, piena di errori allora su cosa affidiamo il nostro credo? Quale sarà il metro di misura o lo standard del nostro comportamento? (2 Timoteo 3:15-17).
“Noi abbiamo la verità e non dobbiamo avere paura di dirlo”. J.C.Ryle
Bibliografia.
Erickson, M. J. (1998). Christian theology (2nd ed.). Grand Rapids, Mich.: Baker Book House.
Gotquestion?org, www.gotquestions.org
Grudem, W. A. (1994). Systematic theology: An introduction to biblical doctrine. Leicester, England; Grand Rapids, Mich.: Inter-Varsity Press; Zondervan Pub. House.
John Blanchard, Complete Gathered Gold, Evangelical Press, WORDsearch, 2006.
Josh McDowell, Nuove Evidenze che richiedono un verdetto, Lago Patria, Napoli, 2004.
René Pache, L’ispirazione e l’autorità della Bibbia, edizione Unione Cristiana Edizioni Bibliche, Roma, 1978.
Ryrie, C. C. (1999). Basic theology: A popular systemic guide to understanding biblical truth. Chicago, Ill.: Moody Press.