Preservazione e Trasmissione dell’Antico Testamento.
Come facciamo a sapere che la Bibbia è la stessa come quando è stata scritta? Gli scribi hanno commesso errori quando copiavano la Bibbia?
In Isaia 40:8 è scritto: "L'erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre".
Così anche in 1 Pietro 1:24-25 leggiamo: "Infatti, ogni carne è come l'erba, e ogni sua gloria come il fiore dell'erba. L'erba diventa secca e il fiore cade; ma la parola del Signore rimane in eterno. E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunziata".
Notiamo in questi versetti che la Parola di Dio rimane in eterno! Dio certamente ha preservato le Sue Scritture e le ha trasmesse prive di errori importanti. A che cosa sarebbe servito il fatto che Dio abbia ispirato i profeti , se poi il loro messaggio non fosse pervenuto a noi in una forma degna di fiducia? Oppure non fosse pervenuta a noi secondo come Dio lo ha voluto rivelare? Se gli autori della Bibbia erano ispirati da Dio, possiamo affermare che i manoscritti originali non potevano contenere errori. Ma oggi non abbiamo le copie originali, queste furono copiate. Perciò se siamo in grado di leggere la Bibbia oggi è grazie al lavoro fedele e minuzioso di molte persone.
Questi individui, chiamati scribi, copiavano la Parola di Dio a mano, facendo molta attenzione a mantenere la sua precisione.
Quando si parla di trasmissione si intende dire il modo in cui il testo ispirato è stato trasmesso fino a oggi, l’accuratezza del processo di copiatura nel corso della storia. Dio ha parlato tramite i profeti e gli apostoli per comunicare il Suo piano di salvezza, per le persone di tutte le epoche, ecco perché era necessaria la trasmissione. Durante i secoli, gli studiosi della scienza di critica testuale hanno scoperto, conservato, catalogato, valutato e pubblicato un numero enorme di manoscritti biblici. Il numero dei manoscritti biblici supera in numero i frammenti esistenti di qualsiasi altra letteratura antica. Ovviamente come Dio ha guidato l’ispirazione e il canone, ha preservato e guidato anche la trasmissione.
La trasmissione in lingua originale dell’Antico Testamento.
La stragrande maggioranza del testo dell'Antico Testamento è stato originariamente scritto in ebraico, anche se qualche porzione è stato scritto in aramaico (Genesi 31:47 b; Esdra 4:8-6:18; 7:12-26; Geremia 10:11 b; Daniele 2:4b-7:28). Sia l'ebraico che l’aramaico sono lingue semitiche, nella famiglia stessa lingua Accadica (la lingua degli Assiri e dei Babilonesi), Amorita, Fenicia, Ugaritica, Ammonita, Moabita e Arabica.
Molte copie del testo ebraico dell'Antico Testamento sono giunti fino a noi. Alcuni importanti testi dell’Antico Testamento sono: il testo masoretico, la settanta, e i rotoli del Mar Morto.
1. Il Masoretico.
Le copie esistenti del principale testo antico ebraico, è il masoretico che risale, solo al decimo secolo d.C. Chi erano i masoreti? Erano dei rabbini di Tiberiade e Babilonia, che dal v secolo fino al x secolo d.C. realizzarono questa opera scritta. Furono chiamati così perché conservarono, ponendola in scritto, la precedenza tradizione detta Masoràh e si riferiva all’esatta pronuncia delle vocali, degli accenti e del numero in cui ricorreva una parola insolita o una lezione non comune.
I Masoreti per garantire la precisione testuale avevano un sistema di tre passi.
In primo luogo, hanno sviluppato un sistema per scrivere le vocali. Fino a questo momento, la scrittura ebraica conteneva soltanto le consonanti. I Masoreti svilupparono un sistema vocale per preservare in forma scritta, la tradizione che avevano ricevuto dalle precedenti generazioni.
In secondo luogo, il Masoreti sviluppato un sistema di accenti per il testo ebraico. Questi accenti aiutavano il lettore a pronunciare il testo, ma ha anche a mostrare la relazione tra parole e frasi in una frase l’uno con l’altro. Così, essi hanno contribuito a chiarire molti passaggi difficili.
In terzo luogo, la Masoreti sviluppato un sistema di appunti dettagliati sul testo. Queste note hanno fornito un mezzo per verificare la precisione di un testo copiato. Oggi siamo in grado di produrre manoscritti identici su un computer o fotocopiatrice, ma i Masoreti doveva produrre a mano!
Quindi i masoreti ricevettero il testo consonatico privo di vocali, vi inserirono dei punti vocalici che stabilivano per ogni parola l’esatta pronunzia e la forma grammaticale. Si dedicarono persino a un apparato di critica testuale, dove se sospettavano che una parola fosse errata, la correggevano in modo molto ingegnoso: lasciavano il testo consonatico come lo avevano ricevuto, ma vi inserivano i punti vocalici appartenenti al nuovo vocabolo che essi intendevano sostituire al precedente, le consonanti poi le segnarono in lettere ben più piccole ai margini. Certamente abbiamo grande beneficio per la loro diligente lavoro. Il Masoreta sapeva che queste informazioni erano vitali per la conservazione attenta della Parola di Dio.
Renè Pache parlando dell’opera straordinaria dei Masoreti dice: “Essi infatti sono riusciti a stabilire il testo scegliendo tra i migliori manoscritti a loro disposizione. Essi poi l’hanno ricopiato con estrema cura. Nel caso di alcuni copisti, l’errore di una sola lettera rendeva il testo praticamente inutilizzabile. I Masoreti quindi hanno annotato il testo per evitare qualsiasi aggiunta o omissione, indicando in margine il numero delle lettere, il numero di alcune espressioni, la lettera in mezzo, la parola e il versetto nel mezzo di ciascun libro o raccolta di libri”.
Lo studioso F.F Bruce citato da Josh McDowell disse: “ I masoreti erano ben disciplinati e trattavano il testo con riverenza incredibile. Essi escogitarono un sistema complicato per salvaguardare il testo dagli errori degli scribi. Contavano, ad esempio, il numero di volte che ogni lettera dell’alfabeto si presentava in ogni libro; segnavano la lettera centrale del Pentateuco e la lettera centrale dell’intera Bibbia ebraica, e facevano calcoli ancora più minuziosi di questi —Ogni cosa calcolabile sembra sia stata calcolata- dice Wheeler Robinson, e inventavano mnemotecniche per ricordare prontamente i vari totali”.
Paul Little parlando del testo Masoretico scrive: “Tutte le copie presenti del testo ebraico risalenti a questo periodo sono straordinariamente in accordo tra loro, il che attesta la notevole abilità degli scribi nel correggere i manoscritti”.
Quindi gli antichi manoscritti furono copiati con molta accuratezza.
Ma ancora a provare l’attendibilità delle nostre Bibbie e quindi di questi e del testo Masoretico abbiamo due altre versioni , che rafforzano la fiducia dei critici testuali e anche la nostra, sul fatto che la Bibbia che abbiamo è conforme al testo originale.
2. La Settanta.
L’Antico Testamento ebraico del decimo secolo d.C.(Masoretico) può essere confrontato con la traduzione greca chiamata la Settuaginta o LXX, tradotta da settanta rabbini ad Alessandria di Egitto . Questo testo è stato scritto dal 200 a.C. al 150 a.C. all’incirca; i manoscritti più vecchi ancora esistenti risalgono al 325 d.C. all’incirca. C’è un consistenza meravigliosa fra i due, che attesta l’esattezza del processo di copiatura dei testi ebraici durante i secoli. Questa versione è importante perché era usata ampiamente ai tempi del Nuovo Testamento dice MacDowell, questa versione era importante per la predicazione fra i pagani, visto che il greco era come l’inglese di oggi.
3. I Rotoli del Mar Morto.
La scoperta dei rotoli del Mar Morto dal 1947 al 1956, manoscritti datati dal periodo 200-100 a.C., quindi più antichi del masoretico, sono molto importanti perché confermano che i documenti riguardo l’Antico Testamento, sono attendibili, sono stati conservati molto bene. Questi manoscritti non contraddicono quelli del masoretico!
“ Prima della scoperta dei rotoli del Mar Morto, la domanda era: -quanto sono accurate le copie che abbiamo oggi in confronto alle copie del primo secolo e di prima ancora?- La più antica copia completa dell’Antico Testamento risale al decimo secolo. Da qui la grande domanda:- dato che il testo è stato più volte ricopiato, possiamo fidarci?- I rotoli del Mar Morto forniscono una risposta sorprendente”. Josh McDowell.
Questi manoscritti sono più vecchi di quello masoretico eppure confrontandoli, anche se ci sono piccoli varianti (di ortografia errori di scrittura), nessuna di queste cambia il significato di un brano.
“Il fatto che in un periodo di mille anni il testo abbia subito così poca alterazione ha dell’incredibile. Come ho affermato nel mio primo articolo sul rotolo, la sua principale importanza sta nel fatto che esso è una prova della fedeltà della tradizione masoretica”.
Benché l’Antico Testamento è stato tradotto e copiato da secoli, la versione più recente è essenzialmente la stessa di quelle di prima. Lo studioso R.Laird Harris dice: “ Ora possiamo essere certi che i copisti hanno lavorato con grande attenzione e precisione sul testo dell’Antico Testamento anche nel lontano 225 a.C.. A quel tempo c’erano due tipi o tre tipi di testi disponibili di cui si poteva fare delle copie; essi comunque differiscono l’uno dall’altro così poco che possiamo inferire che anche i copisti precedenti hanno trasmesso fedelmente ed attentamente il testo dell’Antico Testamento. Solo un estremo scetticismo potrebbe attualmente portare qualcuno a negare che il nostro Antico Testamento è molto simile a quello usato da Esdra quando insegnava la legge a quanti erano tornati dalla cattività”.
CONCLUSIONE.
Dobbiamo essere grati al Signore perché la Sua Parola è arrivata fino a noi e possiamo leggerla nella nostra lingua. Possiamo essere più che sicuri e essere d’accordo con le parole di Guthrie Clark: “Tutto nella Bibbia che è fondamentale è chiaro, e tutto ciò che non è chiaro non è vitale.”
Le cose più importanti, basilari per la nostra salvezza ed etica possiamo essere sicuri che sono molto chiare, pertanto non facciamo l’errore di trascurarla o di leggerla o meditarla di tanto in tanto. La Bibbia è il nostro pane quotidiano e non solo la torta per le occasioni speciali!
BIBLIOGRAFIA.
John Blanchard, Complete Gathered Gold, Evangelical Press 2006, WORDsearch.
Josh McDowell, Nuove Evidenze che richiedono un verdetto, Lago Patria, Napoli, 2004.
Paul E. Little, Perché credere? Edizioni Casa Biblica,Vicenza,1981.
René Pache, L’Ispirazione e L’Autorità della Bibbia, Unione Cristiana Edizioni Bibliche, Roma, 1978.