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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

IL MINISTERO EFFICACE. LA PREDICAZIONE DELL’ARALDO

                       IL MINISTERO EFFICACE. LA PREDICAZIONE DELL’ARALDO (2).
                                           (Giovanni 1:29; Marco 1:4-8; Matteo 3:12).
Sappiamo benissimo che Gesù ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il Suo sangue (Apocalisse 1:5), questo è uno degli scopi per cui è venuto sulla terra.
Nel 1846, Dio ha raggiunto con questa verità un ragazzo della Nuova Scozia di nome James Geddie.
Geddie, volendo far conoscere questa verità ai pagani, partì nel 1848 come missionario per i mari del Sud.
Mentre era sulla nave, meditò su Apocalisse 1:5, su Gesù che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue.
Lui scrisse nel suo diario: “I miei migliori piaceri nel tempo, e le mie prospettive future oltre la tomba, concentrarsi nella croce, che è l’emblema dell’amore che redime”.
Niente avrebbe potuto preparare Geddie per il male che avrebbe incontrato sull'isola di Aneityum.
Gli abitanti consideravano la carne umana come la più saporita degli alimenti, e il cannibalismo era dilagante.
I genitori uccidevano e mangiavano i propri figli. La violenza, i furti, e la guerra erano comuni.
Lui scrisse ancora nel suo diario: "Se mai vinciamo questi isolani nelle tenebre, noi dobbiamo attirarli con corde d'amore. Non conosco nessun potere che sia sufficiente, tranne la potenza del Cristo vivente che ci ha amati e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue”.
Geddie ha combattuto l'oscurità spirituale frequentemente predicando da Apocalisse 1:5, predicando Gesù Cristo!
Nel suo diario il 9 febbraio 1849 afferma: " Nel buio, degrado e miseria che mi circonda, non vedo l'ora nella fede, il momento in cui alcuni di questi poveri isolani si uniscono nel canto trionfale delle anime redenti, “ colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati nel suo sangue”.

Geddie morì poco prima del Natale del 1872, una tavoletta è stata poi installata nella sua chiesa dell'isola con la scritta: "In memoria di James Geddie ... missionario della Nuova Scozia a Aneityum per 24 anni. Quando sbarcò nel 1848, non c'erano cristiani qui, e quando l’ha lasciato nel 1872, non c'erano pagani”.
Geddie credeva e predicava solo Gesù Cristo, come Giovanni Battista!
Nella predicazione Cristocentrica di Giovanni leggiamo:
I L’ESPIAZIONE DI GESÙ. 
In Giovanni 1:29 leggiamo: “Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: ‘Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!’”
Vediamo:
A) Il Significato di agnello.
Giovanni sapeva chi era Gesù, per questo motivo disse: “Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”
L’agnello ci ricorda l’agnello pasquale, quando Dio stava per liberare gli Ebrei dalla schiavitù in Egitto.
Gli Ebrei dovevano mangiare l’agnello e il sangue lo doveva mettere sui due stipiti e sull’architrave davanti la porta delle loro case, dove si sarebbe mangiato l’agnello (Esodo 12), questo poi doveva essere ricordato annualmente (Esodo 12:43).
La pasqua, infatti, ricorda l’atto di redenzione di Dio, la liberazione di Israele dall’Egitto.
Nel Nuovo Testamento è detto che Gesù Cristo è la nostra pasqua, e come all’agnello pasquale in Egitto non furono spezzate le ossa (Esodo 12:46;  Giovanni 19:36;1 Corinzi 5:7).
L’agnello ricorda ancora gli agnelli utilizzati nei sacrifici quotidiani per il peccato (cfr. Esodo 29:38-46; Levitico 14:12, 21 , 24; Numeri 6:12).
Poi troviamo gli agnelli per l’olocausto per l’espiazione dei peccati (Levitico 9:3-7).
Il sacrificio doveva espiare i peccati del popolo e dei sacerdoti che offrivano i sacrifici (Espiazione è Kaphar- coprire, placare, cancellare. Cfr. Levitico 14:12).
Poi troviamo l’agnello per il sacrificio per il peccato per i nazirei.
I nazirei erano coloro, che facevano un voto di consacrazione, presentavano un agnello senza difetto, una pecora, un montone, ecc. per il sacrificio del peccato (Numeri 6:14). 
L’agnello ci ricorda anche il servo sofferente descritto dal profeta Isaia.
Isaia 53:7 profeticamente parla del servo sofferente – Gesù- che muore per i peccati di molti e dice: “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca”.
Questo è ripreso poi in Atti 8:32, il passo che leggeva il ministro Etiope.
Poi leggiamo ancora in 1 Pietro 1:18-19: “sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri,  ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia”. 
Gesù in Apocalisse 5:6  viene chiamato: “Agnello” che è stato immolato e ha acquistato gente di ogni tribù con il suo sangue.
Agnello di Dio, quindi si riferisce all’agnello sacrificale espiatorio per i peccati del mondo sulla croce, e all’innocenza e mitezza dell’agnello (Geremia 11:19; Matteo 11:29), enfatizza quindi la sofferenza vicaria e la sottomissione senza lamentarsi o protestare.
Noi vediamo ancora:
B) La Sorgente.
Giovanni dice di Gesù che è l’Agnello di Dio.
“Di Dio” (genitivo possessivo) può significare che è offerto da Dio, oppure che appartiene a Dio, oppure entrambi i significati.
Ricorda le parole di Abraamo quando Isacco gli disse che c’era il fuoco e la legna, ma non c’era l’agnello per l’olocausto, non sapeva che Dio aveva chiesto ad Abraamo di offrire proprio lui: il figlio Isacco.  
Abraamo rispose al figlio che Dio stesso avrebbe provveduto l’Agnello per l’olocausto (Genesi 22:8) e così è stato.
Dio stesso ha provveduto il sacrificio per rimuovere i peccati, e l’ha fatto per amore dei peccatori (Giovanni 3:16; Atti 4:27-28; Romani 5:8; 1 Pietro 1:19-20).
Il tema principale del Vangelo è che Gesù è venuto in questo mondo con lo scopo di salvare i peccatori (1 Timoteo 1:15).
Gesù Cristo è venuto al mondo con una sola cosa in mente: Amare noi e lavarci dai nostri peccati con il suo sangue.Gesù è l'Agnello provveduto da Dio, di Dio per i nostri peccati.
Quindi la frase: “L’Agnello di Dio che toglie il peccato  del  mondo indica:
C) La Salvezza.
L’autore dell’epistola agli Ebrei al capitolo dieci dice che in virtù del sacrificio di Gesù secondo la volontà di Dio il credente è santificato (Ebrei 10:5-10).
Dio toglie il peccato solo ed esclusivamente tramite Cristo.
Non dice un agnello, ma l’Agnello!
Se noi leggiamo in tutto il Nuovo Testamento, vediamo che Dio ha voluto risolvere la questione del peccato solo attraverso Cristo!  (Efesini 1:3-14)
Pietro parlando di Gesù dice: “ In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” ( Atti 4:12).
Giovanni dice: “ L’Agnello di Dio che toglie il peccato del  mondo “
“Toglie via” (airōn- presente attivo participio) significa " sollevare da terra " oppure " sollevare per portare " o ancora "portare via " (Giovanni 2:16; 5:8-12; 10:18) e suggerisce l’idea che il peccato è spazzato via!!
Indica rimuovere il peccato, la parola è usata in Colossesi 2:14 per Gesù che toglie di mezzo la colpa del peccato e in 1 Giovanni 3:5 sempre per Gesù  che è stato manifestato per togliere i peccati.
Giovanni Battista c’indica la soluzione per il peccato dell’umanità, l'Agnello di Dio che è venuto a portarlo via.
Questo versetto non insegna l’universalismo, la dottrina secondo cui tutti gli uomini alla fine saranno salvati, infatti, la Bibbia insegna che molte persone subiranno il castigo eterno dell'inferno (Matteo 25:41 , 46; 2 Tessalonicesi 1:9; Apocalisse 14:9-11; 20:11 -15; cfr. Ezechiele 18:4, 20; Matteo 7:13-14 ; Luca 13:23-24 ; Giovanni 8:24 ), e solo pochi saranno salvati (Matteo 7:13-14) .
Questo passo insegna che Gesù è l’Agnello di Dio che toglie il peccato dell’umanità.
È interessante che Giovanni dice: “peccato” e non “peccati”, questo indica che il peccato è mondiale, si riferisce alla totalità del peccato del mondo, piuttosto che a una serie di atti individuali.
“Mondo” (kosmou) si può riferire all’umanità in generale, non solo di una particolare nazione, ma tutte le nazioni, le razze, le etnie e tutte le lingue (Matteo 5:14; 18:7; Giovanni 8:12; Apocalisse 7:9-10), oppure all’umanità decaduta, al genere umano(Giudei e Gentili) decaduto nel peccato e dominato da Satana (Giovanni 7:7; 14:30; 1 Giovanni 5:19; 1 Corinzi 2:12; Galati 4:3; Galati 6:14, 1 Giovanni 2:15-17).
Il senso è che Gesù è il Salvatore non solo d'Israele (Giovanni 4:42 ; 1 Giovanni 4:14), ma anche dei Gentili, dei pagani.
Quindi qual è il significato teologico di : “l’Agnello di Dio che toglie il peccato  del  mondo”? 
L’Agnello che toglie il peccato del mondo indica un sacrificio:
(1) Sacrificio che ci purifica dal peccato.
In 1 Giovanni 1:7 è scritto che Gesù ci purifica da ogni peccato.
Gesù ci lava da ogni peccato(purifica- Katharizei).
Quali possono essere i tuoi peccati?
Gesù ha la potenza e l’autorità di purificarti dal tuo peccato! Di lavarti.
L’Agnello che toglie il peccato del mondo indica un:
(2) Sacrificio di espiazione vicaria, sostitutiva per la nostra salvezza.
In 1 Pietro 3:18 leggiamo: “ Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio”.
Agnello di Dio indica una vittima che prende su di sé e toglie i peccati del mondo compiendone così l’espiazione.
In modo vicario Gesù è morto per i nostri peccati per togliere il peccato, giustificandoci e riconciliandoci con Dio rimuovendo la colpa dovuta al peccato.
In Romani 5:1 leggiamo: “ Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore”.
Dio ci giustifica tramite il sangue di Cristo.
“Giustificati” (dikaiōthentes- aoristo passivo participio) significa che un peccatore è ritenuto da Dio non colpevole sulla base, o a motivo, della  morte di Cristo, e quindi viene dichiarato giusto!
Giorgio Tourn parlando della morte di Gesù che muore per il peccatore affinché noi potessimo ricevere la giustizia di Dio dice: “La giustificazione che deriva da questo evento salvifico sarà dunque da intendersi Dio ha annullato il peccato, la sua condanna, la sua maledizione nel sacrificio di Gesù e vede i credenti in funzione di questo sacrificio, li vede non come essi sono nella realtà della loro vita peccaminosa e ribelle, ma perdonati e rinnovati in Cristo”.
Il giudizio era su di noi, ma è stato trasferito su Cristo, in questo modo l’ira di Dio è placata, infatti Gesù è il Sacrificio propiziatorio come è scritto nella Bibbia (Romani 3:23-26; 1 Giovanni 2:2 ; 1 Giovanni 4:10).
“Propiziatorio” (hilasmos) indica che l’ira di Dio a causa del peccato, viene scagliata su Gesù ed è placata dal sacrificio del Figlio e Dio è soddisfatto!
Questa propiziazione non è l’opera nostra come nelle antiche religioni quando l'uomo offriva i sacrifici per placare l’ira degli dèi, Dio ha offerto il sacrificio per noi, tramite il quale, possiamo essere riconciliati con Lui! (Romani 5:9-11).
La Bibbia ci dice che l’uomo è nemico di Dio e deve riconciliarsi con Dio, questo lo può fare tramite il sacrificio di Cristo!
Gesù toglie quella barriera, quel muro che ci teneva separati, lontani da Dio, che c'impediva di avere una relazione intima con Dio!        
Per mezzo del sacrificio di Cristo possiamo avere una nuova relazione di pace per fede con Dio (Atti 10:43; Romani 5:1).   
Per fede!  Ma l’iniziativa è di Dio come leggiamo in 2 Corinzi 5:19: “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione”.
Nella predicazione di Giovanni Battista troviamo:
II L’ESALTAZIONE DI GESÙ.
In Marco 1:7-8 leggiamo: “E predicava, dicendo: ‘Dopo di me viene colui che è più forte di me; al quale io non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei calzari.  Io vi ho battezzati con acqua, ma lui vi battezzerà con lo Spirito Santo’”.
Vestito come un profeta, Giovanni preannuncia l'intervento di Dio nel futuro immediato.
Come un araldo, predicava (ekērussen) la venuta del re.
“Predicava” (ekērussen- imperfetto attivo indicativo) in generale significa pubblicare, annunciare, proclamare apertamente, è officiare come araldo, annunciare alla maniera di un araldo.
L’araldo (kērux) era un messaggero investito di autorità pubblica che trasmetteva i messaggi ufficiali, o una citazione pubblica, o fare delle richieste, per conto dei re, dei magistrati, dei principi, dei comandanti militari.
Questo implicava la formalità, la serietà e l’autorità, quindi doveva essere ascoltato e obbedito.
L’araldo non riferiva il proprio pensiero, la propria opinione, ma era il portavoce di colui, che lo mandava.
Egli era soltanto un organo esecutivo, la bocca di colui, che lo mandava e quindi non doveva falsare con aggiunte personali il messaggio affidatogli, ma doveva riportarlo così come era stato comunicato a lui, doveva attenersi alle parole e agli ordini del suo signore (1 Corinzi 4:2).
Giovanni Battista era l’araldo fedele che predicava Cristo.
Così noi siamo chiamati a predicare Cristo con la stessa fedeltà di Giovanni!
Nella predicazione Cristocentrica nel Vangelo di Marco al capitolo 1:7-8 vediamo tre contrasti che fa Giovanni che mostrano la superiorità di Gesù rispetto a lui.
A) Il primo contrasto è l’Autorità di Gesù.
Marco evidenzia del messaggio del Battista che Gesù è “più forte di me”.
“Più forte” (ischuroteros) può indicare più forte fisicamente o spiritualmente, quindi anche il potere o l’autorità (1 Corinzi 1:25, cfr. Matteo 28:18-20); oppure superiorità, più alto in status o in rango (Apocalisse 6:15).
Sembrerebbe di più al potere, all’autorità come confermato in Marco 3:27, dove Gesù si riferisce a se stesso come l'unico abbastanza potente per legare il forte, Satana e lo vediamo ancora dai numerosi esorcismi che Marco descriverà in questo Vangelo (per esempio Marco 1:21-28,32-34;ecc.).
Nell'Antico Testamento troviamo l'idea che Dio è potente da salvare e giudicare. 
Dio è il “più forte” o “grande” !(Deuteronomio 10:17; Neemia 1:5; 9:32; Apocalisse 18:8).
Ma come vediamo in Marco 1:2-3, il precursore, il messaggero, cioè Giovanni Battista, sarebbe andato prima di Dio secondo le profezie di Isaia 40:3 e Malachia 3:1 e questo è riferito a Gesù.
B) Il secondo contrasto è l’Indegnità di Giovanni.
Giovanni si presenta come un servo indegno, come può essere quello di svolgere il compito umiliante di chinarsi per sciogliere i sandali a chi viene dopo di lui.
Nelle famiglie orientali, quando il padrone rientrava a casa, stanco dal viaggio e con sandali polverosi, il suo umile servo gli slegava i sandali e gli lavava i piedi, la stessa cosa, il servo, lo faceva per gli ospiti.
Giovanni si considerava addirittura inferiore agli schiavi rispetto al Messia, a Gesù dicendo: “al quale io non sono degno di chinarmi a sciogliere il legaccio dei calzari”.        
L'azione di slegare i sandali era considerata dagli Ebrei come il più umile di tutte le attività eseguite da uno schiavo.
È scritto nel Talmud (una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti khakhamim e i maestri rabbanim circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta) che, un discepolo deve fare per il suo insegnante tutto ciò che uno schiavo fa per il suo padrone, a eccezione di quest’atto di lavare i piedi (B. Kethuboth 96a).
La dichiarazione di Giovanni, che non è degno di svolgere questo servizio per il suo successore, sottolinea così la superiorità di Gesù.
C) Il terzo contrasto è l’Attività di Gesù.
Giovanni battezzava con l’acqua mentre Gesù avrebbe battezzato con lo Spirito Santo (vedi anche Matteo 3:11).
Nell'Antico Testamento troviamo la speranza che Dio effonda il suo Spirito su uomini e donne (Isaia 44:3; Ezechiele 36:25-27; 39:29; Gioele 2:28-29).
In questo modo Giovanni avrebbe ancora una volta sottolineato una prerogativa divina di Gesù, ecco perché Gesù è superiore a lui, perché è di natura divina come dimostrato dal fatto che battezza con lo Spirito Santo.
Qui Giovanni si riferisce al dono dello Spirito Santo che tutti i credenti in Cristo avrebbero ricevuto, come poi è accaduto da Atti 2 in poi (Romani 8:14-16;1 Corinzi12:13; Galati 3:2; Efesini 1:13-14).
Come veri credenti in Cristo dovremmo essere grati al Signore per lo Spirito Santo che dimora in noi senza il quale non possiamo conoscere la verità e pregare come Dio vuole (Giovanni 16:12-15; Romani 8:26-27), e senza il quale non possiamo vivere la vita cristiana secondo la volontà di Dio (Romani 8:12-14;2 Corinzi 3:18).
“L'opera dello Spirito Santo è necessaria, come quella di Cristo” (William MacLeod).
Marco fa un breve riassunto della predicazione di Giovanni per un solo scopo: mettere in evidenza chi è Gesù.
Questo viene fatto per mezzo di un triplice contrasto tra Giovanni e Gesù come abbiamo visto sopra.
Anche se Giovanni è stato il primo vero profeta dopo quattrocento anni, Gesù, il Messia era infinitamente più grande di lui.
Vi è una differenza qualitativa tra l'Infinito e il finito, l'Eterno e il temporale, tra la luce originale del sole e la luce riflessa della luna (cfr. Giovanni 1:15-17).
L’unicità di Gesù, la Sua divinità dovrebbe spingerci ad adorarlo e a servirlo con passione (Matteo 28:18-20).
Infine nella predicazione del Battista troviamo:
III L’EPILOGO DI GESÙ (Matteo 3:12).
In Matteo 3:12 leggiamo: “Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile”.
Giovanni Battista predicava che Gesù giudicherà.
Gesù giudicherà le genti e questo implica che Gesù è anche risorto dai morti ed è asceso in cielo (Efesini 1:20-23).
Anche Gesù parlerà di giudizio selettivo in Matteo 13:24-30,36-43, in quell’occasione dividerà il grano dalle zizzanie.
Anche Paolo in Atti 17:31 dice che Dio attraverso Gesù giudicherà il mondo con giustizia.
Il giudizio selettivo lo troviamo anche nell’Antico Testamento (Salmo 1:4; Isaia 5:24; 34:10; Geremia 7:20; Daniela 2:35; Osea 13:3)
Questa separazione tra veri credenti e miscredenti, o falsi credenti avverrà nel giudizio finale, quando Gesù ritornerà.
La condanna come la salvezza dei credenti sono concentrate in Gesù.
Giovanni usa un’espressione contadina.
Dopo il raccolto, venivano portati i covoni di grano nell'aia, di solito in collina dove c'era vento, venivano sparsi per terra e venivano schiacciati così da rompere l'involucro leggero dove era racchiuso il grano, l'involucro era la pula, era di nessun valore.
Il contadino lanciava tutto in aria con una pala, il ventilabro, cosi la pula volava via e il grano (più pesante) cadeva a terra.
Noi vediamo dunque che Gesù:
A) Ripulirà l’aia.
“ripulirà interamente la sua aia”.
L’aia era uno spazio circolare di terra battuta.
“Ripulirà” si può riferire sia alla pulizia dell’aia prima di mettere il grano, oppure l’immagine è quella della pulizia dell’aia dopo la separazione del grano dalla pula.
Noi vediamo che Gesù:
B) Raccoglierà il suo grano.
“e raccoglierà il suo grano nel granaio”.
È interessante che Giovanni dice: “Suo grano”.
Questo indica che Gesù prenderà con sé, coloro che gli appartengono, li porterà in cielo con Lui.
Gesù disse ai discepoli di non essere turbati perché Lui andava a preparare un luogo per loro, e quando lo avrà fatto, tornerà e li accoglierà presso di Lui (Giovanni 14:1-3).
I veri credenti abiteranno con il Signore (2 Corinzi 5:8; Filippesi 1:23; Apocalisse 21:5).
Noi vediamo cosa farà Gesù ai non credenti:
C) Brucerà la pula.
“ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile”.
Giovanni dice che Gesù brucerà la pula, cioè i non credenti, o i falsi credenti con fuoco inestinguibile.
L'idea del " fuoco inestinguibile " deriva dalla Geenna, e in Marco 9:43 identifica geenna come fuoco inestinguibile.
Geenna era la discarica di rifiuti nella Valle del Kidron o Cedron fuori di Gerusalemme, dove il fuoco bruciava giorno e notte senza sosta.
La geenna era usata da Gesù come dagli scrittori ebraici per indicare il luogo della condanna ultima ( cfr. Matteo 5:22, 29, 30, 10:28, 18:9; 23:15) .
“Inestinguibile” (asbestō) indica che non si spegne, che non si placa e indica il destino eterno.
Il "fuoco inestinguibile", dunque è il giudizio finale (cfr. Isaia 34:10; 66:24; Geremia 7:20); l'inferno (cfr. Matteo 5:29) è irreversibile, indica una punizione eterna (Marco 9:48; Giuda 6-7), senza fine dove si è coscienti, vivi e dove si soffrirà per sempre.
Chi non appartiene a Cristo sarà tormentato con fuoco e zolfo e il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli, in modo che essi non avranno alcun riposo ne di giorno e ne di notte, e saranno con il diavolo e i suoi angeli (Apocalisse 14:9-11; 19:3;20:10; Matteo 25:41).
Ci sarà il pianto e lo stridor di denti dice Gesù nel Vangelo(Matteo 18:8; Marco 9:43-48, Matteo 13:36-43) dove il fuoco sarà sempre acceso, quindi una realtà spaventosa.
I peccatori non si disgregano in cenere, ma continuano a esistere con tutte le loro emozioni.
Mentre Gesù raccoglierà i veri credenti nel suo granaio, mentre Dio asciugherà ogni lacrima (Apocalisse 21:4) di coloro che si troveranno nella beatitudine con Lui, all'Inferno non vi sarà nessuno che consolerà, o perlomeno che calmerà il tormento del suo prossimo.
Avete mai provato una scottatura? Fa molto male.
La fiamma di una candela raggiunge ben ottocento gradi e può infliggerci scottature molto gravi, pensa che cosa sarà essere dentro una fornace di fuoco!
Pertanto noi non siamo sorpresi di leggere del "pianto e stridore di denti" dopo aver letto del fuoco inestinguibile, della fornace di fuoco.
Il dolore di un tale luogo deve essere straziante, infatti "pianto e stridore di denti" parla del dolore terribile che si sperimenterà nella fornace di fuoco e quindi della condizione terribile di sofferenza, di tormento, di disperazione e rabbia che avranno i peccatori che non fanno parte del regno di Dio, che non hanno Cristo!
L'inferno non è un luogo piacevole. Nessun luogo avrà più agonia. E quest’ agonia non avrà mai fine. 
Milioni e milioni di anni passeranno senza un attimo di sollievo. E questo è solo l'inizio dell'eternità. 
Giudizio ardente sarà la sorte di coloro che sono ribelli a Dio, che seguono e amano il peccato. 
La verità sull’agonia dell'inferno è troppo per la mente umana da comprendere, ma la verità è sufficiente per mettere in guardia l'umanità per rivolgersi a Cristo per essere salvati dall’inferno.
Qualcuno potrebbe dire: “ ma Dio non è amore?” Come può mandare la gente all’inferno per sempre? Non è una pena smisurata? E allora non ci credono!
Ma credere al paradiso e non all’inferno è come dichiarare che ci sono stati momenti in cui Gesù abbia detto la verità e momenti in cui abbia mentito (John Blanchard).
Per coloro, che pensano che l’inferno sia una punizione sproporzionata rispetto ai nostri peccati e in contrasto con l’amore di Dio, non comprendono quanto questi peccati siano seri davanti la giustizia e la santità di Dio!
Dio è un Dio giusto e santo! Queste persone non si rendono conto di ciò che significhi che Dio è santo e giusto!
Dunque la predicazione di Giovanni era un avvertimento di giudizio, un invito alla vita e al cambiamento.
Era una predicazione che oggi non si sente spesso!
La verità è questa: se le persone non si ravvedono sinceramente e se non riconoscono Gesù come il Signore e il Salvatore della loro vita, e se questo non è dimostrato dai frutti di giustizia alla gloria di Dio, l'inferno sarà l'unico posto adatto per questi e per voi se non appartenete a Cristo.
L’inferno è un luogo preparato apposta per essere un ricettacolo di tali persone: peccatori impenitenti.
CONCLUSIONE.
Nessuna chiesa, o credente è obbediente se non è evangelistica e se non predica Cristo.
Oggi la chiesa e tutti i credenti hanno lo scopo di predicare Gesù Cristo, di far conoscere Cristo per la gloria di Dio, quindi testimoniare e predicare Cristo (Atti 1:8; 1 Corinzi 1:17-24;ecc.).
Ci sono venditori di dentifricio e lozione per capelli, o altre cose del genere che hanno più zelo di molti cristiani nel predicare Cristo.
Il Battista aveva una predicazione Cristocentrica come lo avevano i discepoli di Gesù (cfr. Atti 2:36; 3:26; 4:12;ecc.).
Perché Giovanni e i discepoli avevano questo zelo?
Il motivo è: perché conoscevano e credevano veramente ciò che Cristo è e ciò che ha fatto, e ciò che farà!
Abbiamo bisogno di meditare in modo tale da essere davvero consapevoli dell’opera espiatoria di Gesù e della superiorità che ha rispetto a tutto e a tutti com’è rivelato nella Bibbia.
Ma dobbiamo meditare anche che Gesù ritornerà a giudicare, dobbiamo meditare sul giudizio eterno: l’inferno che Gesù ha preparato per gli impenitenti, solo in questo modo sarà la ragione e la priorità della nostra vita nel predicarlo a tutti senza esitazione.

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