Una decisione importante (Matteo 7:13-14).
Il 20 luglio del 1993, mentre stava abbattendo querce in un bosco della Pennsylvania, Don Wyman rimase con la gamba bloccata sotto un albero appena caduto. Nessuno poteva sentire le sue grida di aiuto. Aveva scavato per più di un'ora per cercare di liberare la sua gamba… se non avesse fatto qualcosa di drastico sarebbe morto dissanguato!
Wyman prese la sua decisione drastica e difficile, prese una chiave e la cordicella dalla sua motosega come un laccio emostatico, tagliò il flusso di sangue al suo stinco. In qualche modo ha avuto la forza di fare la scelta di amputare la sua gamba sotto il ginocchio con il coltello in tasca. Si trascinò al suo veicolo e corse a casa di un contadino. Il contadino l’ha aiutato salvandogli la vita .
Come Don Wyman, le persone che vogliono seguire Cristo devono affrontare una scelta difficile, soprattutto perché va controtendenza rispetto alla maggioranza.
Con il passo di Matteo 7:13-14 inizia la conclusione del Sermone sul monte di Gesù, è il culmine, l’esortazione finale e applicativa del sermone, ora è il tempo della decisione, la decisione di mettere in pratica gli insegnamenti che la folla ha ascoltato, la natura e il carattere che deve avere un cristiano, e di manifestarla nella vita quotidiana considerando il destino eterno.
“L’insegnamento del sermone sul Monte non è stato dato perché lo si ammiri, ma perché lo si ubbidisca” (R.T.France).
In questi versetti Gesù fa diversi contrasti: due porte, due vie, due destinazioni, due gruppi.
Iniziamo con le:
I DUE PORTE.
Gesù parla della:
A) Porta stretta.
v.13: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa”.
Entrate per la porta stretta è:
(1) Una scelta radicale.
“Entrate” (Eiselthete-aoristo attivo imperativo) indica più di un semplice invito, è un imperativo, un comando, quindi indica l’urgenza e l’immediatezza, il senso è: “entrate adesso!”
Indica un evento istantaneo, specifico e decisivo (tempo aoristo) in questo caso una scelta.
Gesù invita ed esorta ora a entrare nella porta stretta, subito!
“Porta” (pulēs) indica un ingresso principale di qualcosa come per esempio una città (Luca 7:12), o un tempio (Atti 3:10); o una prigione (Atti 12:10).
In questo contesto, indica un ingresso significativo, l’inizio, l’impegno a seguire Cristo.
Il riferimento è alla scelta, alla decisione di diventare un discepolo di Gesù, la scelta iniziale.
Gesù ci esorta a diventare un Suo discepolo, un cittadino del Regno di Dio, o dei cieli (Cfr. Matteo 5:3,10,20; 6:33; 7:21; 18:1-3; 19:23-30) e a ereditare la vita eterna.
Oppure rimanere un cittadino di questo mondo peccaminoso e quindi andare nella perdizione eterna, entrando per la porta larga.
La porta stretta è un’immagine che indica la necessità di fare una scelta che non è ovvia e popolare, infatti, la maggior parte delle persone entra per la porta larga.
La porta stretta (stenēs)indica rottura decisiva, non si può essere sia nella porta stretta e contemporaneamente nella porta larga.
Gesù Cristo richiede da parte nostra una decisione e un impegno.
Il comando di Gesù riguardo a entrare per la porta stretta non è d’ammirare, o per riflettere, o avere un atteggiamento di distacco, ma di entrarvi urgentemente, facendo quindi una scelta decisiva di essere un discepolo di Gesù Cristo.
Molte persone ammirano la Bibbia, Gesù, i suoi insegnamenti come “ il sermone sul monte”, ma non seguono tali principi, non sono veramente discepoli di Gesù Cristo.
Molte persone sono affascinate dalla persona di Gesù, ma non lo ricevono come Signore e Salvatore.
Le nostre vite sono piene di decisioni a volte banali: cosa indossare, cosa mangiare, dove andare, cosa fare, cosa dire, cosa comprare, il canale televisivo da vedere.
Altre sono decisioni importanti chi sposare, quale carriera da seguire, dove vivere e così via. Ma la decisione più importante della nostra vita è: ricevere e seguire Gesù Cristo.
Questa scelta determina il nostro destino eterno.
Nella Bibbia leggiamo molte volte che il popolo di Dio è stato chiamato a fare delle scelte importanti, per esempio in Deuteronomio 30:19-20 mentre il popolo era nel deserto leggiamo: “Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza”. (vedi anche Giosuè 24:15; 1 Re 18:21).
Possiamo fare un altro esempio.
In Giovanni 6:66-69, Gesù chiamò per una scelta: " Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Perciò Gesù disse ai dodici: ‘Non volete andarvene anche voi?’ Simon Pietro gli rispose: ‘Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio’ ".
Entrate per la porta stretta è:
(2) È scelta personale.
“Stretta” (stenēs) trasmette l’idea di uno spazio stretto, così stretto, che sarebbe difficile passare anche per una persona relativamente piccola.
Quindi il passaggio deve essere fatto una persona alla volta.
La porta stretta è stata paragonata a un cancelletto a tornello che permette il passaggio di una persona alla volta, non si entra in gruppo, non possiamo portare nessun altro e nient'altro con noi, è una scelta personale!
Gesù non si riferisce a una conversione di massa per razza, o nazionalità come pensavano gli Ebrei (cfr. Giovanni 1:11-13; Romani 9:6-13).
La chiamata al discepolato è una chiamata personale, indica una risposta personale consapevole, ognuno deve fare la sua scelta personale, i genitori non la possono fare per i figli, né i figli per i genitori, così il marito non la può fare per la moglie e la moglie per il marito, ecc.
Entrate per la porta stretta è:
(3) È una scelta difficile.
La parola “stretta” dà l'idea di qualcosa che è sotto pressione perché è troppo piccolo.
L'ingresso comporterà grande difficoltà, indica la difficoltà di un discepolato radicale.
Gesù non ha promesso una vita cristiana facile!
I veri discepoli di Gesù devono lavorare sodo, con l’aiuto dello Spirito Santo e l’amore di Dio, per allineare il loro comportamento alle richieste di Gesù Cristo, questo li distinguerà dalla gente di questo mondo. (Matteo 5:17-7:12).
Seguire Gesù non è facile! Le pressioni esterne sono molteplici.
Martyn Lloyd Jones scriveva a riguardo: “Troppo spesso si dà l’impressione che tra credenti e i non credenti non ci sia una grande differenza, che la vita cristiana non deve essere considerata ‘stretta’, ma attraente, splendida, esilarante, da abbracciarsi insieme a una moltitudine di altre persone. Il Signore ci dice che non è così! Il vangelo di Gesù Cristo è troppo onesto per rivolgersi con questo tipo di appelli; non cerca di persuadere la gente dando l’impressione di essere qualcosa di facile, per poi, più avanti, rivelare che è invece difficile. Fin dall’inizio, il vangelo si presenta in modo chiaro e senza compromessi, ponendo all’inizio un’entrata stretta. È importante comprenderlo subito”.
La porta è così stretta che non possiamo portare niente con noi, nessun bagaglio, dobbiamo liberarci da diverse cose, dobbiamo lasciarle indietro cose per esempio, la mondanità, i familiari, il nostro io, il peccato, l’approvazione degli altri, ecc.
La chiamata a essere discepoli di Gesù, significa rompere con la filosofia di questo mondo, significa non amarlo dice l’apostolo Giovanni (1 Giovanni 2:15).
Il Signore ci chiama a essere suoi discepoli è questo significa diventare diversi dalle persone di questo mondo, quello che Martyn Lloyd Jones chiama: “qualcosa di insolito, di inusuale, di non comune”.
Questo indica una rottura radicale.
Una rottura radicale con i propri familiari, non nel senso che non dobbiamo più parlare con loro, o non dobbiamo più stare con loro, ma mettere e amare, Gesù Cristo sopra tutto e tutti!
In Luca 14:26 Gesù dice: ” Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, e la moglie, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo”.
Essere discepoli di Gesù significa riservare a Gesù una completa devozione.
Il linguaggio è molto forte!
"Odiare" (misein) è il contrario di "amore" (agapao).
Ma il senso dell’odio non è odio, il voler male, ma un modo di dire ebraico per indicare che Gesù deve essere amato più di qualsiasi persona a noi cara: padre, madre, moglie, fratelli, sorelle ed anche la propria vita, significa subordinare l’affetto dei familiari e se stessi, la propria vita, a quello di Cristo.
Il senso è amare di meno (Cfr. Genesi 29:30-31; Deuteronomio 21:15; Matteo 10:37).
Gesù stava parlando che Lui, deve essere amato così tanto, che in paragone con qualsiasi altra persona a noi molto cara, sarà considerata secondaria, la cosa che amiamo di più, in paragone dovrebbe apparire odio!
Siamo chiamati ancora a rinunciare, quindi a non portare come bagaglio il nostro io.
Gesù disse: “Allora Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà” (Matteo 16:24-25).
La vita cristiana non può essere vissuta con il nostro Io!
Dobbiamo rinunciare al predominio del nostro Io.
Paolo dice: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me” (Galati 2:20).
L’Io riflette la natura di Adamo, la vecchia natura peccaminosa che è in tutti noi.
Noi leggiamo nella Bibbia che siamo chiamati a essere umili, sono i poveri in spirito che ereditano il regno dei cieli (Matteo 5:3; Giacomo 4:6).
Siamo chiamati a piegarci per entrare nella porta stretta, nel regno di Dio!
La porta stretta esige pentimento, una rinuncia al peccato.
Questo significa che dobbiamo lasciare il bagaglio dei nostri peccati, l’ipocrisia, l’orgoglio, l’avarizia, l’ambizione egoistica,ecc.
Il ravvedimento era la predicazione di Giovanni Battista (Luca 3:1-6), di Gesù (Marco 1:14-15), degli apostoli (Atti 20:21; 2 Pietro 3:9).
Non si può andare in paradiso senza ravvedimento!
Il ravvedimento è ciò che accade dentro di noi, è un cambiamento interiore che porta i frutti di un nuovo comportamento (cfr. Luca 24:47; Atti 5:31; Atti 11:18; Atti 26:20; Romani 2:4; 2 Corinzi 7:9; 2 Timoteo 2:25; Ebrei 6:6; Ebrei 12:17; 2 Pietro 3:9).
Il ravvedimento (metánoia) è un cambiamento di mente dal male al bene, o di bene in meglio (Matteo 3:8, 11; Luca 5:32; 15:7; Romani 2:4; 2 Pietro 3:9,ecc.).
È necessario che ognuno si ravveda perché ogni uomo segue la propria via e non quella del Signore (Isaia 53:6), ognuno si è allontanato da Dio seguendo i propri desideri e passioni (Rom.3:9-12; Ef.2:1-3,ecc.).
Gesù parla della:
B) Porta larga.
v.13:”poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa”.
Il motivo per cui dobbiamo entrare per la porta stretta è perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione.
In primo luogo questa porta è:
(1) Facile.
È facile da raggiungere non ci sono ostacoli, difficoltà, la porta è larga e la via facile da percorrere.
Puoi portare tutti i bagagli che vuoi, non ci sono limiti! Ognuno può fare, e credere quello che vuole.
In secondo luogo questa porta è:
(2) Ingannevole.
La porta “larga” (plateia), indica una grande estensione, ampia.
Se si confrontano sia le due porte (stretta e larga) che le due vie (angusta e spaziosa) la strada larga sembrerebbe la più attraente.
La porta larga e la via più spaziosa, offre una più piacevole camminata e sembra che eviti il pericolo.
La porta larga e la via spaziosa, è la via del peccato, del mondo ed è impressionante e attraente, è ingannevole perché dietro al piacere che offre il peccato ci sono conseguenze negative, il peccato produce la morte (Giacomo 1:13-15).
Se avete qualche dubbio a riguardo, leggete i giornali, vedete la televisione, viaggiate in internet!
Noi in questa parabola troviamo:
II DUE VIE.
Esistono solo due vie: quella dei giusti e quella degli empi (Salmo 1).
Gesù parla di:
A) Via angusta.
v.14: “Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”.
Al contrario della porta larga e della via spaziosa, la porta stretta e la via angusta conducono alla vita e pochi sono quelli che la trovano.
Ancora una volta la terminologia spaziale è metaforica, indica la vera difficoltà di questa via ( cfr. metafora in Matteo 19:24).
“Via” (hodos) indica comportamento, stile di vita.
Indica la resistenza etica, il rimanere fedeli a Gesù nonostante le pressioni esterne.
Dato il contesto di insegnamento etico precedente del sermone, si riferisce alla via di Gesù Cristo, si riferisce al carattere radicale del discepolato, di seguire Gesù Cristo, di assomigliarli nel carattere e nel comportamento, e nel seguire i Suoi insegnamenti.
È la via della rivelazione divina, che limita i pellegrini ai confini di ciò che Dio ha rivelato nella Scrittura per indicarci ciò che è vero, giusto e buono da seguire, e ciò che è male da evitare, quindi come dobbiamo comportarci.
È la via della croce, la via della rinuncia, del sacrificio, della sofferenza (Matteo 8:18-22;16:24-25;Luca 14:25-27).
Gesù afferma: “angusta è” (tethlimmenē- perfetto passivo participio) letteralmente significa è premuto insieme.
L’immagine è uno spazio non capiente che è in grado di ospitare poche persone e si pressano nel passaggio (cfr. Marco 3:9).
La porta stretta e la via angusta comporta sofferenza e persecuzione.
La parola “angusta” (tethlimmenē) si riferisce alla persecuzione per la fede e quindi alla sofferenza (2 Corinzi 1:6; 1 Tessalonicesi 3:4; 2 Tessalonicesi 1:6).
Questa parola nel greco è affine, o parente della parola “tribolazione” (thlipsis) che si riferisce quasi, sempre alla persecuzione (per esempio Atti 11:19;14:22).
Una delle molte indicazioni che troviamo nel Vangelo è: il discepolato nel regno di Dio non sarà una gita, una scampagnata di festa!
Matteo si riferisce spesso nel suo Vangelo alla persecuzione ( Matteo 5:10-12, 44; 10:16-39; 11:11-12; 24:4-13).
Quando c’identifichiamo con Gesù Cristo, dichiariamo in certo senso guerra al diavolo, ed egli dichiara guerra a noi (Efesini 6:10-19).
Quello che abbiamo precedentemente servito diventa ora il più nostro grande nemico, e le convinzioni, i comportamenti, desideri che una volta erano cari a noi, ora sono le nostre più grandi tentazioni e insidie.
I discepoli di Cristo devono avere il coraggio di separarsi dalla folla, avere il coraggio di seguire Gesù, i Suoi insegnamenti e la Sua volontà, ed essere pronti alla persecuzione.
I discepoli, cioè coloro che credono in Gesù Cristo, devono aspettarsi di essere sottoposti di volta in volta alla persecuzione, alla pressione del mondo e all’afflizione di Satana che cercherà di farli tornare indietro e di prendere la strada larga.
Poco prima della sua morte, Gesù disse ai suoi discepoli più stretti Giovanni 15:19-20: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detta: ‘Il servo non è più grande del suo signore’. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra”. (Matteo 5:10-12).
Gesù parla di persecuzione come dato di fatto, come hanno fatto con lui, faranno con chi lo seguirà.
Il mondo ha sempre perseguitato, sotto varie forme, quelli che seguono Gesù Cristo fedelmente (2 Timoteo 3:12).
Chi entra per la porta stretta, la via sarà angusta: sarà criticato, oppure odiato, o disprezzato, o ucciso.
Chi entra per la porta stretta deve aspettarsi che non sarà una vita facile, non sarà una villeggiatura, una vacanza, il cammino spirituale, c’è da soffrire, da combattere (1 Timoteo 6:12).
Dal momento in cui entriamo per la porta stretta fine a quando non moriremo, la via sarà piena di ostacoli e nemici.
Pertanto è necessario stare in sempre in guardia e pronti contro gli attacchi!
Un inno scritto nel 1836 da Charlotte Elliott dice così: “Cristiano! Ora non è tempo di riposarsi, smetti di sognare la vita comoda; sei circondato da nemici:veglia e prega”.
Sei in questa via angusta? Sei un discepolo di Gesù Cristo? Ti stai impegnando a seguire Cristo? Rifletti sul tuo comportamento, sulle tue decisioni, sui tuoi desideri, sono in linea con la volontà di Dio? Sei consacrato a Gesù Cristo?
Sei entrato nella porta stretta? Sei fedele a Cristo nonostante le pressioni di questo mondo? Oppure stai solo contemplando la vita cristiana senza viverla? Come reagisci alla pressione di questo mondo?
Gesù parla anche di:
B) Via spaziosa.
v.13: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa”.
Gesù dice che spaziosa è la via. Questa è la via degli empi.
Via “spaziosa” (euruchōros)indica avere un ampio spazio, capiente.
Implica che è in grado in grado di ospitare grandi folle, è la più facile e la più utilizzata, non comporta sforzo o impegno.
È la via della comodità, o dell’accessibilità, puoi portare tutto quello che vuoi, è popolare perché non richiede autodisciplina.
È il percorso dell’egocentrismo, dell’auto-indulgenza, della tolleranza e del permissivismo.
È la via del mondo, che accetta qualsiasi modello di vita.
Le persone possono portare ciò che vogliono insieme, quindi "molti" si recheranno per questa strada.
Non ci sono richieste significative da rispettare, nessuna disciplina d’acquisire per passare attraverso questa porta e percorrere questa strada.
Si può tranquillamente vivere come volete e credete tutti i tipi d’insegnamenti e che volete.
Tutto è relativo, non ci sono assoluti, ognuno può credere quello che vuole, tutte le strade portano a Dio e tutte le persone vanno in paradiso secondo quelli che sono nella strada spaziosa.
In questa parabola troviamo:
III DUE DESTINAZIONI
Mentre vi è un aspetto presente al comando di entrare oggi nella porta stretta, il contesto in vista è il giudizio finale.
Le nostre scelte e il come noi conduciamo le nostre vite oggi determineranno il giudizio finale di Dio!
In questi versetti si parla di:
A) Paradiso
v.14: “Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”.
La porta stretta e la via angusta a differenza della porta larga e della via spaziosa che conduce alla perdizione, conduce alla vita.
“Vita” (zōēn), è la vita eterna (cfr. Matteo 19:16-29; 25:46) in contrasto con la perdizione eterna, è l’entrata nel Regno di Dio, alla presenza di Dio, dopo la morte (Matteo 7:21-23).
La porta stretta e la via angusta conducono alla vita eterna, alla comunione eterna con Dio i suoi angeli, e il suo popolo.
La vita eterna si riferisce alla durata e alla qualità, alla beatitudine eterna; indica qualcosa di diverso dalla vita dell’uomo, da quella che stiamo vivendo adesso in questa vita, infatti, non ci saranno più sofferenze, litigi; stress di vario genere e abiteremo per sempre con Dio! (Salmo 73:23-26; Giovanni 14:2-3; Apocalisse 21:3-4).
Alla presenza di Dio ci saranno gioie a sazietà, delizie in eterno (Salmo 16:11), piena soddisfazione (Salmo 17:15), un‘eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile (1 Pietro 1:4-5).
Anche se la porta stretta è difficile e la via del discepolato è molto ardua, c’è la certezza della vita eterna con Dio.
In questi versetti si parla anche di:
B)Inferno.
v.13: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa”.
“Perdizione” (apōleian) significa distruzione eterna, rovina, eterna miseria consiste nella perdita della vita eterna, è l'equivalente d’inferno.
Perdizione non fa riferimento a un’estinzione, o un annientamento, ma alla rovina e perdita totale.
Non è la perdita completa dell'essere, ma la completa perdita del benessere e della vita piacevole, è la perdita della gioia, della pace e della speranza per sempre, è prospettiva terrificante.
Si riferisce, come altrove nel Nuovo Testamento alla rovina finale determinata dal giudizio finale di Dio.
È la perdizione eterna (Daniele 12:2; Matteo 3:12; 18:8; 25:41; 46; Marco 9:43; Luca 3:17; 2 Tessalonicesi 1:9; Giuda 6- 7; Apocalisse 14:9-11; 19:3; 20:10) .
Non è quindi solo, estinzione dell’esistenza fisica, ma anche un tuffo eterno dell’anima nell’inferno e un destino senza speranza dopo la morte (cfr. Marco 8:36; Matteo 25:34, 46; Giovanni 17:12; Romani 9:22; Filippesi 1:28; 3:19; 1 Timoteo 6:9; Ebrei 10:39; 2 Pietro 2:1,3; 3:16; Apocalisse 17: 8,11).
Ma “i molti” non credono questo, Proverbi 14:12 dà un avvertimento: “C'è una via che all'uomo sembra diritta, ma essa conduce alla morte”.
La porta larga e la via spaziosa sembra la migliore, ma conducono alla morte.
L’immagine potrebbe essere questa: si può facilmente entrare nella porta larga e la via che si percorre dopo è senza problemi, facile, puoi fare quello che ti pare (Cfr. 7:19,23,26 ). Ma all'improvviso, come se un ponte è crollato rovinosamente, si arriva in un inferno.
Capite perché è importante la scelta di entrare per la porta stretta? Capite perché è importante separarsi dalle masse che seguono il modo più semplice che porta alla distruzione ed entrare nella porta stretta?
La porta larga e la via spaziosa conduce alla perdizione, è la destinazione di tutti coloro che non hanno creduto in Gesù come Signore e Salvatore pentendosi dei propri peccati!
Ci tieni al tuo destino?
La persona a cui non importa niente del proprio destino è stupida, pazza!
Rifletti su dove conduce la strada che stai percorrendo!!!
Considerate com’è effimero, vano e vuoto è questo mondo e la fine che farete se non riconoscete Gesù Cristo come Signore e Salvatore della vostra vita… andrete all’inferno!
In questa parabola Gesù parla di:
IV DUE GRUPPI.
La Bibbia parla solo di due gruppi: quelli che sono con Cristo e quelli che sono contro Cristo (Matteo 12:30); quelli che si dilettano nella legge di Dio: i giusti e quelli che non vogliono sapere niente di Dio: gli empi (Salmo 1).
Non esiste una zona neutra: o siamo in un gruppo e quindi in una via, o nell’altra! Se non sei nella via angusta sei nella via spaziosa e quindi tra i molti!
Gesù parla dei:
A) Pochi.
v.14: “Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”.
“Pochi” non significa che saranno pochi di numero, infatti in Matteo 8:11 Gesù dice che molti verranno da Oriente e Occidente e si metteranno a tavolo con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli (Matteo 8:11; cfr. Matteo 20:28).
“Pochi” (oligoi) e “molti” (polloi) è un contrasto per indicare la minoranza di quelli che seguono Gesù, invece la maggior parte delle persone andranno nella porta larga e via spaziosa, verso la perdizione eterna.
In questo modo coloro che seguono Gesù saranno incoraggiati anche se sono una minoranza e nonostante il loro percorso duro, non devono scoraggiarsi.
“Trovano” (eiserchomenoi-presente attivo participio) indica che la strada stretta è ben lungi dall'essere un modo ovvio per entrare, deve essere "trovata" (cfr. vv. 7-8 ).
Il fatto che pochi sono coloro, che trovano la via stretta, quella di Dio implica che va cercata diligentemente (Geremia 29:13; Matteo 7:7-8).
Nessuno scivola nella via stretta per caso!
In Luca 13:23-24, il passo parallelo Gesù di “sforzatevi”.
Il verbo “sforzatevi” (agōnizesthe-presente medio imperativo) indica che entrare nella porta stretta richiede uno sforzo consapevole, intenzionale e intenso.
Questo è il termine da cui viene la parola “agonizzare” ed è la stessa parola che Paolo usa per descrivere un atleta che è temperato in ogni cosa e lo fa per vincere la gara( 1 Corinzi 9:25 ).
Il regno è chi lo vuole il regno a ogni costo ( Matteo 13:44-46).
Non è per coloro che lo cercano a prezzo scontato, per coloro che non sono disposti a rinunciare al proprio egoismo, al mondo, per coloro che non ricevono Gesù Cristo come Signore!
Gesù salva solo coloro per i quali Egli diventa il Signore (Matteo 7:21-23; Luca 6:46).
Gesù parla dei:
B) Molti.
v.13: “Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa”.
Molti sono quelli che entrano per essa!
La maggioranza non è sinonimo di guadagno, non determina la verità e la giustizia nel Regno di Dio.
La verità non deve essere ricercata facendo appello all’opinione della maggioranza ( Esodo 23:2), né può essere trovata da ognuno facendo ciò che è giusto ai propri occhi ( Proverbi 14:12; Cfr. Giudici 21:25).
Ciò che è popolare in questa società non significa che lo sia davanti a Dio!
La verità non è soggettiva, ma si trova in Dio (Romani 3:4), e la conosciamo per rivelazione per la sola Sua grazia (Matteo 11:25; Galati 4:9; Efesini 2:1-7).
Nei “molti” sono inclusi i pagani, i cristiani nominali, gli atei, le persone religiose, persone di tutte le nazioni, di qualsiasi età, di ceto sociale, di qualsiasi tipo di convinzione, che non credono in Gesù Cristo come loro Signore e Salvatore.
Gesù ci avverte, non possiamo ignorare i Suoi avvertimenti!
Nel 1903, una grandissima frana di una montagna si riversò su una città delle Montagne Rocciose canadesi. La città di Frank, Alberta, fu sepolta sotto 100 milioni di tonnellate di calcare e persero la vita molte persone. Furono i ricchi filoni di carbone in Turtle Mountain che spinsero le persone a costruire una città sotto le sue pendici. Il desiderio e la brama di carbone portarono i residenti a ignorare i movimenti regolari della roccia sopra di loro.
In realtà, questi movimenti facilitavano il lavoro dei minatori, infatti i minatori a ogni spostamento della montagna, prendevano con la pala, senza molti sforzi, il carbone che cadeva dal soffitto.
Gli indiani locali (Blackfoot) però, avevano paura di andare vicino alla montagna, riferendosi a essa come "la montagna che cammina ", ma la città ha ignorato tutti questi avvertimenti, compreso quelli degli indiani.
Subito dopo le 4:00 del 29 aprile del 1903, un enorme pezzo del Turtle Mountain, lungo 3.000 metri e spessa 500 metri, si staccò e cadde nella valle sottostante.
Il numero esatto dei morti non si saprà mai. Dei 76 morti noti, solo 12 corpi furono recuperati.
Questa città ha scelto la via larga e facile quando si trattava di estrazione del carbone, erano determinati a seguire la loro strada, avevano le loro idee su ciò che era sicuro, avevano ignorato gli avvertimenti degli indiani, ma alla fine, sono morti.
Questo è ciò che accade a coloro che non entrano nella porta stretta, che non diventano discepoli di Gesù Cristo!
CONCLUSIONE
Ciò che colpisce di questi versi è la natura assoluta, la scelta più importante che sta davanti a noi.
Molti vorrebbero disporre di più scelte che una sola, così sarebbe più comodo, ma Gesù non ha deciso soluzioni comode.
Abbiamo da scegliere solo tra due porte con le due strade.
Ci sono solo due tipi di persone con due destinazioni diverse: il discepolo di Gesù e l’empio, il paradiso e l’inferno.
È vero il discepolato sarà duro, ma il discepolo di Gesù ha la vita eterna, il paradiso!
Non così per chi decide di entrare per la porta larga: andrà all’inferno!
L’ingresso per la strada verso il Regno di Dio comincia qui su questa terra, in questa vita.
Bisogna decidere in quale porta entrare!