Matteo 6:21: Un tesoro in cielo.
“Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore”.
Questo versetto è raramente considerato, o messo nella categoria delle parabole. Ma può essere considerato una parabola perché come le parabole è un modo di dire conciso e istruttivo, che coinvolge una somiglianza, o un confronto con la forza percettiva, o ammonitrice ( Thayer ).
Gli esseri umani hanno un istinto ad accumulare cose che ritengono abbia un valore duraturo, sono naturalmente orientati, fortemente inclini a ricercare e a godere i beni materiali.
John Stott disse: " Le ambizioni mondane hanno un forte fascino per noi. L'incantesimo del materialismo è molto difficile da rompere ".
Il materialismo è un idolo, ci sono diversi motivi per cui la gente accumula ricchezze sulla terra.
• Sicurezza. Alcuni pensano che la ricchezza ci dia una sicurezza nella vita.
• Valore personale, autostima. Beni materiali e ricchezze spesso indicano che le persone hanno successo in quello che hanno fatto con la loro vita.
• Potere. Con la ricchezza e il successo materiale, si crede che possiamo avere e ricevere, ed essere ciò che vogliamo. Pensiamo che la ricchezza ci dia il controllo sul nostro destino e su altre persone.
• Indipendenza. Con la ricchezza ci sentiamo dèi e non facciamo affidamento su nessun altro.
• Piacere. Con la ricchezza si pensa che si possa fare tutto: vacanza esotica, nozze di lusso, i migliori ristoranti, case da favola,ecc.
Ora dal contesto di questa parabola possiamo capire quali ricchezze dobbiamo ricercare, quali tesori a cui dobbiamo aspirare e cercare di fare.
Ma vediamo prima di ogni cosa:
I IL POSTO DOVE È STATA DETTA LA PARABOLA.
Gesù andava per tutta la Galilea insegnando nelle sinagoghe e predicando il Vangelo del Regno guarendo ogni malattia e infermità (Matteo 4:23-25).
La fama di Gesù si sparse e gli recarono malati e indemoniati che poi guarì.
Grandi folle lo seguirono dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano (Matteo 4:23-25).
Questa parabola, fa parte del Sermone sul Monte che Gesù predicò in Galilea (Matteo 5-7).
Gesù vide le folle salì sul monte (oros), probabilmente era una collina per farsi vedere e ascoltare meglio, e cominciò a predicare (Matteo 5:1-2).
Gesù ha predicato un sermone pieno di significato per i discepoli, mettendo in discussione il loro stile di vita e provando la profondità del loro impegno, ma aveva anche un messaggio molto forte per i non credenti, o coloro che pensavano di esserlo, mandando in frantumi le loro illusioni quanto al tipo di vita gradito a Dio (per esempio Matteo 7:21-29).
Il Sermone sul Monte segna in modo chiaro il contrasto tra le norme cristiane e quelle non cristiane, è la definizione più completa in tutto il Nuovo Testamento della controcultura cristiana, di quelle norme, valori, standard etici che sono in totale contraddizione con il mondo non cristiano.
Il sermone presenta la vita nel regno di Dio, una vita pienamente umana vissuta sotto la signoria di Dio, perciò il Sermone sul Monte non è un insieme di norme che una persona deve obbedire al fine di diventare un cristiano, ma una descrizione di come una persona vuole e deve vivere come cristiano.
In questa sezione del Sermone sul Monte Gesù sta parlando dei tesori.
II Il PERCHÈ DELLA PARABOLA.
Noi vediamo innanzitutto:
A) Le parole della parabola.
(1) Il significato di “tesoro”.
“Tesoro” (thēsauros) indica qualcosa di prezioso, ciò che è di eccezionale valore, qualcosa di prezioso.
Il tesoro non sono solo i soldi, ma qualunque cosa che si pensa sia meglio, quello che si sforza più ardentemente per raggiungere, quello che egli teme di più perdere, quella che si pensa che avere sia benedetto, o essere scontenti se si pensa di perdere.
(2) Il significato di “cuore”.
Il “cuore” (kardia) è il centro della vita di una persona, il centro del nostro essere interiore; la sede dei pensieri, o della mente, dei sentimenti e della volontà.
È il centro della persona: esprime la totalità del proprio sé, del carattere, e quindi le attenzioni, gli interessi e l'impegno di quella persona.
Il cuore è la fonte delle nostre azioni (Matteo 15:18 – 19; Proverbi 4:23).
B) La prescrizione della parabola (vv.19-20).
Alcuni mettono il loro cuore sui tesori terreni passeggeri per escludere quelli del cielo, eterni.
Gesù è categorico, infatti noi vediamo:
(1) L’imperativo a non farsi tesori sulla terra.
v.19:“Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano”.
Cerchiamo di capire:
a) L’espressione: “Non fatevi tesori sulla terra”.
“Tesori” si riferisce a oggetti di valore, come metalli preziosi (Matteo 13:44,52; 25:25), o gli abiti costosi (Giosuè 7:21; 2 Re 5:22-23; 7:8), o i magazzini pieni di grano (Luca 12:18), questi erano tra i principali segni di ricchezza in questo periodo.
“Non fatevi tesori” (thēsaurizete-presente attivo imperativo) indica non accumulare, non accatastare ciò che è prezioso.
È un divieto di quest’attività nel presente, quindi un’azione in corso, oppure fermare le azioni future, in entrambi i casi esige una rottura decisiva con la pratica di accumulare tesori.
Gesù non sta dicendo che non bisogna lavorare, oppure non cercare di gestire le proprie attività in modo redditizio, oppure di non essere previdenti per il futuro.
In altre parti, è scritto nella Bibbia che un uomo è chiamato a provvedere ai suoi parenti (2 Corinzi 12:14; 1 Timoteo 5:8), è chiamato a lavorare prendendo l’esempio della formica, che lavora e conserva per il futuro (Proverbi 6:6-8; cfr. Genesi 41:33-36; 2 Tessalonicesi 3:10).
La Scrittura c’incoraggia a godere delle cose buone che il Creatore ci ha dato (1 Timoteo 4:3-4;6:17).
Abramo, Giobbe, Salomone, erano stati benedetti da Dio, erano ricchi.
Gesù vuole dire che accumulare ricchezze non deve essere la priorità della nostra vita a discapito dei tesori eterni.
I tesori terreni non vanno messi prima di quelli eterni (cfr. Matteo 6:24, 33).
Ciò che Gesù ha in mente sono le persone che ottengono tutta la loro soddisfazione dalle cose che appartengono solo a questo mondo.
Gesù si riferisce all’egoismo di coloro che sono avari e concentrano le loro ambizioni, interessi e speranze sulle cose di questa vita.
Gesù richiama i discepoli contro l’avarizia!
La ricerca ad avere sempre di più per se stessi e non per donare a Dio aiutando gli altri, o per divulgare il Regno di Dio la gloria di Dio!
Il pericolo è di diventare schiavi delle ricchezze ed essere consumati da queste (Luca 12:13-20).
Questa tentazione non è solo per i ricchi, ma anche per i poveri.
Ognuno ha qualche "tesoro ", un oggetto principale nella propria vita .
Si può avere la tentazione di desiderare e accumulare le ricchezze, queste potrebbero distogliere dal discepolato.
L'amore per la ricchezza è la radice di ogni male dice Paolo a Timoteo; quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, d’inganni, di desideri insensati e funesti che portano gli uomini nella rovina e perdizione( 1 Timoteo 6:10).
Salomone dice di non affannarsi a diventare ricchi, di smettere di applicarvi la propria intelligenza perché non è duratura (Proverbi 23:4-5; 27:24).
È giusto provvedere per le nostre famiglie, fare progetti ragionevoli per il futuro, fare investimenti saggi, avere i soldi per portare avanti un business, dare ai poveri, sostenere l'opera del Signore.
È sbagliato essere avidi, avari, accumulare e spendere solo su noi stessi questo non solo non è saggio, ma è anche peccaminoso.
b) La motivazione a non farsi tesori sulla terra.
v.19:“Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano”.
In Giacomo 5:1-3 è scritto: “A voi ora, o ricchi! Piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso! Le vostre ricchezze sono marcite e le vostre vesti sono tarlate. Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori negli ultimi giorni”.
Gesù avverte che le ricchezze terrene possono scomparire, non danno sicurezza e nemmeno soddisfazioni eterne.
Gesù specifica che la tignola e la ruggine sono distruttivi.
La “tignola” (sēs- Nome dei vari insetti lepidotteri della famiglia tineidi, noti anche come tarme: sono piccole farfalle che vivono nelle abitazioni e nei magazzini, i cui bruchi si cibano di tessuti e di alimentari) si riferisce a ciò che distrugge qualsiasi tipo di panno, abbigliamento particolarmente fine ( che è stato valutato come una forma di ricchezza).
La tignola era usata come un simbolo della distruzione ( cfr. Isaia 50:9; 51:8; Giobbe 4:19).
La “ruggine” (brōsis) è letteralmente “il mangiare” è un termine generico per consumo.
Può significare la corrosione che attacca oggetti metallici, o il mangiare di qualsiasi parassita, o topo, dai tarli, o altro animale, colture, viti (cfr. Malachia 3:11), o mais e grano riposto in grandi granai.
Il riferimento è comunque a tutto ciò che consuma.
I beni più preziosi sono soggette a essere consumati.
“Consumano” (aphanizei) è distruggere, rovinare completamente.
Il punto è che beni materiali sono soggetti a decadimento in una varietà di modi possono essere persi, e quindi non essere più utilizzabili; questo significa perdita al proprietario e quindi sono insicuri.
La tignola e la ruggine sono utilizzati per rappresentare tutte le cause e i processi che diminuiscono il valore dei vari tipi di beni terreni.
Oltre alla tignola e alla ruggine, c’è un altro motivo per non farsi tesori sulla terra e cioè per i ladri:“e dove i ladri scassinano e rubano”.
Il furto con scasso non era raro nel mondo antico e non era nemmeno difficile per i ladri scavare (scassinano- diorussousin- è scavare attraverso) la loro strada attraverso i muri di mattoni di fango, o di argilla della casa tipica palestinese (cfr. Giobbe 24:16) e quindi entrare per rubare i tesori accumulati.
I tesori nel mondo antico erano spesso sepolti sotto i pavimenti delle case, come gli archeologi hanno ripetutamente scoperto.
Benché, oggi le case sono più sicure, i ladri comunque riescono a entrare dentro e rubare di tutto.
Oltre ai ladri vecchio stile ci sono altre forme di corruzione e si può rubare con: istituzioni disoneste, frode informatica, i mercati azionari manipolati e sfruttamento finanziario.
Quindi la ricchezza terrena è sempre precaria, vulnerabile e può essere facilmente persa.
I tesori terreni sono vulnerabili a causa di agenti naturali e di appropriazione indebita.
I tesori sulla terra sono insicuri e non durano a lungo anche per noi oggi! L’economia mondiale è incerta, le cose possono cambiare con una guerra mondiale, una malattia, un terremoto, un tornado, l'inflazione, recessioni, depressioni economiche, la tassazione opprimente che potrebbe portare alla confisca, fallimenti bancari, crolli di borsa, le spese in relazione con le malattie prolungate, tali e tante disgrazie simili hanno lo stesso effetto della tignola e della ruggine a cui si riferiva Gesù.
Inoltre, il corpo dell'uomo, anche quello più forte si consuma piano piano fino alla morte (Salmo 32:3; 39:4-7; 90:10; 103:15-16; Ecclesiaste 12:1-8 ).
Quando uno muore, tutti i tesori terreni su cui sono costruite le proprie speranze svaniscono con lui!!
Randy Alcorn scrive: "Quando Gesù ci mette in guardia dall’accumulare tesori sulla terra, non è solo perché le ricchezze forse possono essere perdute, ma perché sempre sono perdute, inevitabilmente! Se non ci lasciano mentre siamo in vita, ci lasciano di certo quando moriamo, senza eccezioni!"
Secondo Gesù, accumulare tesori terreni non è solo sbagliato, è anche segno di stupidità.
Se siamo saggi, noi dobbiamo costruire la nostra felicità in cose che non possiamo perdere, cose che sono indipendenti dalle possibilità e le variazioni di questa vita.
Nella vita, non dobbiamo mai dare il nostro cuore alle gioie perché nel corso degli anni non ci saranno più, dobbiamo trovare la nostra gioia nelle cose il cui tempo è impotente a consumare.
Quindi:
(2) L’imperativo nel farsi tesori in cielo.
v.20 dice:“Ma fatevi tesori in cielo”.
È importante che non fraintendiamo ciò che Gesù sta dicendo qui e cioè che si può guadagnare la salvezza con le nostre opere, perché sarebbe negare la dottrina centrale del Nuovo Testamento della giustificazione per sola grazia e per sola fede .
Quello che Gesù sta dicendo è che i credenti sono positivamente premiati nell'eternità secondo il loro modo di vivere la loro vita qui sulla terra.
a) Le caratteristiche dei tesori in cielo.
La natura di questi tesori celesti non è scritto qui. A cosa si riferisce Gesù?
Il cielo è la dimora del Dio sovrano (Matteo 6:9)
Sono state date diverse interpretazioni che possiamo dividerle in questo modo:
(1) L’eredità conservata in cielo per i discepoli di Gesù.
1 Pietro 1:3-4: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi”. (2 Corinzi 4:18; Colossesi 1:5).
Gesù risponde alla domanda di Pietro sul fatto che hanno lasciato ogni cosa e cosa riceveranno i discepoli? Gesù rispose che nella nuova creazione, quando il Figlio di Dio sarà seduto sul trono della sua gloria, loro siederanno su dodici troni, e poi dice che chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi a causa del mio nome, ne riceverà cento volte tanto, ed erediterà la vita eterna (Matteo 19:27-29).
Un’altra interpretazione è:
(2) Tutte le benedizioni spirituali promesse nella Scrittura.
Queste sono per esempio il perdono dei peccati (Matteo 6:14), la preghiera esaudita (Matteo 7:7), la speranza del cielo ( Giovanni 14:2-3), l'iscrizione della nostra i nomi in cielo (Luca 10:20); la pace (Giovanni 14:27); la gioia di Cristo (Giovanni 15:11); l'amore del Padre (Giovanni 16:27) la sua vittoria (Giovanni 16:33), e la presenza dello Spirito Santo in modo permanente (Giovanni 14:16,26; 15,26).
Queste sono per esempio il perdono dei peccati (Matteo 6:14), la preghiera esaudita (Matteo 7:7), la speranza del cielo ( Giovanni 14:2-3), l'iscrizione della nostra i nomi in cielo (Luca 10:20); la pace (Giovanni 14:27); la gioia di Cristo (Giovanni 15:11); l'amore del Padre (Giovanni 16:27) la sua vittoria (Giovanni 16:33), e la presenza dello Spirito Santo in modo permanente (Giovanni 14:16,26; 15,26).
Ancora, un’altra interpretazione è:
(3) “I tesori in cielo” si feriscono a ciò che è importante, buono, giusto ed eterno secondo la volontà di Dio che viene fatto sulla terra,oppure mettere Dio al primo posto (Matteo 6:24,33).e di conseguenza si dimostra questo con le buone opere.
Le azioni che ottengono l'approvazione di Dio e che egli ricompenserà nel regno futuro. (cfr. 2 Corinzi 5:9).
Secondo R.T. France: “ I tesori in cielo sono ‘immagazzinati’ per il tramite dell’ubbidienza a Dio in tutti gli aspetti della vita; sono la ricompensa per il discepolo che pone Dio al primo posto”.
“Tesori in cielo” sono le buone opere accumulate davanti a Dio, sono atti di bontà e generosità, il fare del bene agli altri, ai bisognosi (Matteo 6:4; 10:42; 19:21; 25:40; 1 Timoteo 6:17-19); amare i nemici (Matteo 5:44-46).
Si riferisce in particolare all'uso di ricchezza materiale per contribuire a soddisfare le esigenze delle altre persone, sia spirituale, o materiale.
Ciò che è egoisticamente accumulato si perde, ma che ciò che viene generosamente dato porta un tesoro in cielo.
I tesori terreni possono essere trasformati in tesori in cielo A.W. Tozer ha detto: “ Le cose materiali e temporanee come spesso sono i soldi, possono essere trasformate in tesoro eterno, possono essere convertite in cibo per gli affamati e vestiti per i poveri, possono essere mezzo d’aiuto per un missionario e la possibilità di farlo rimanere in un posto dove testimoniare a uomini, donne e bambini e mostrare loro la luce del Vangelo, e quindi essere trasformati in valori celesti. Qualunque possedimento materiale e temporaneo può essere trasformato in ricchezza eterna, qualunque cosa viene data a Cristo viene immediatamente toccata dall’immortalità”.
b) La causa per cui farsi tesori in cielo.
v.20: “Ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano”.
( Colossesi 3:1-3 ) .
I tesori in cielo sono sicuri, sono eterni!
Niente potrà distruggerli, o rubarli!
Farsi tesori in cielo non è solo giusto, ma è anche saggio!
Le ricchezze materiali non sono di alcuna utilità dopo la morte, non ce li porteremo con noi (Salmo 49:16-19).
Non possiamo portarci i tesori in cielo!
Tutankhamen, il re giovane Egizio, aveva appena diciassette anni quando morì. Il suo luogo di sepoltura era pieno di tonnellate d’oro. Fu sepolto insieme a carri d’oro e migliaia di oggetti d’oro fatti a mano. La sua bara d’oro fu trovata all’interno di altri contenitori d’oro, l’uno nell’altro come le bambole russe. Gli Egiziani credevano nella vita dopo la morte, una vita in cui i morti potevano portare con sé i propri tesori terreni, eppure tutti i tesori per i piaceri eterni del Re Tutankhamen sono rimasti là dove si trovavano, finché Howard Carter ha scoperto quel luogo di sepoltura, nel 1922. Non erano stati toccati per più di tremila anni!
I tesori nell’aldilà non sono di alcuna utilità perché non li porteremo con noi con la morte.
Un uomo molto importante, appassionato di cultura e arte, verso la fine della sua vita, un giorno un vecchio servitore di famiglia l’ha trovato che si muoveva lentamente e con passi barcollanti attraverso la sua splendida biblioteca. Accarezza dolcemente i suoi molti libri. Poi guardava i molti bellissimi dipinti e mentre si muoveva lentamente diceva più e più volte: " Io devo lasciare, devo lasciare ".
Questa è la verità! Non possiamo prendere nessuno dei nostri tesori terreni con noi! Facciamoci dunque un tesoro in cielo!
III IL PUNTO DELLA PARABOLA.
Cosa significa: “Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore?”
Il significato della parabola può essere:
A) Il tesoro rivela l’impegno del nostro cuore. (Rivelazione).
Il nostro tesoro indica, dove il nostro cuore è già.
La posizione del nostro tesoro indica dov’è il nostro cuore.
Se il nostro tesoro è in cielo lì sarà anche il nostro cuore, se è qui sulla terra, qui sarà anche il nostro cuore.
Oppure può essere:
B) Il cuore segue il tesoro. (Determinazione).
Le cose che ci sono preziose occupano il nostro cuore.
Il cuore è impegnato in tutto ciò che considera tesoro.
L’orientamento del cuore deriva dalla determinazione di dove è il tesoro.
Oppure possono essere entrambi i significati.
Il nostro cuore è inevitabilmente attratto da ciò che apprezziamo di più.
Se i tesori del cielo sono la priorità, noi cercheremo un tesoro in cielo (Colossesi 3:1-4).
Se invece poniamo i nostri tesori sulla terra, la nostra attenzione, impegno, i nostri desideri e le aspirazioni, saranno su questa terra.
Come il girasole si rivolge al sole, il nostro cuore segue i nostri tesori, e questo significa che i nostri tesori domineranno e influenzeranno la nostra vita.
Essi prenderanno il controllo dei nostri affetti, richiederanno il nostro tempo, consumeranno la nostra energia, determineranno i nostri pensieri, questi saranno concentrati costantemente dai tesori!
Randy Alcorn scrive: "Con la stessa sicurezza con cui l’ago della bussola segue il nord, così il nostro cuore seguirà il nostro tesoro".
Immaginiamo di comperare delle azioni della Fiat. Cosa succede? Può succedere che all’improvviso ci troviamo a maturare degli interessi e quindi controlliamo le pagine delle finanze ogni giorno, quando vediamo un articolo sulla Fiat ne leggiamo avidamente ogni pagina, o seguiremo tutti i notiziari in televisione, anche se magari un mese prima sarebbe stato indifferente.
Così vale per la squadra di calcio del cuore, il partito politico, e così via.
Poiché l'effetto dei nostri tesori è così grande su di noi, dovremmo essere molto preoccupati nella scelta dei nostri tesori.
C) Il punto vero e proprio della parabola.
Il punto non è tanto la ricchezza, ma il discepolato assoluto e incondizionato (Matteo 10:34-39; 16:24-26), il materialismo ci distrae dal discepolato!!!
Ci distrae dalla fedeltà assoluta ed esclusiva e dall’impegno verso di lui(v.24).
Quello che facciamo tesoro, sarà quello che ci controlla, che ci influenza.
Il Signore Gesù vuole farci capire il terribile potere che le cose terrene, quindi la mondanità tende a esercitare su di noi, non solo una parte, ma tutto il nostro cuore, tutta l’intera persona!
Martyn Lloyd Jones scrive: “Siamo tutti alla portata dei tentacoli di questo terribile potere- la mondanità- che, se non facciamo attenzione, ci afferra, avviluppa e domina…Questi tesori avvincono e assoggettano i nostri sentimenti, i nostri affetti, tutta la nostra personalità. Tutta quella parte della nostra natura ne è conquistata,tanto che noi iniziamo a desiderarli, amarli, a non poterne fare a meno”.
Se si sceglie di seguire Gesù, l'impegno e il servizio che comporta sono assoluti! È impossibile essere un discepolo a metà, o part-time; non è possibile servire due padroni (v.24).
Molte persone, anche certi che si dicono cristiani, tremano al pensiero di lasciare questo mondo, perché sono più legati ai tesori che hanno accumulato e conservato in questo mondo e sono riluttanti a lasciarli.
John Wesley un giorno visitò una vasta piantagione insieme al suo orgoglioso padrone. Hanno cavalcato i loro cavalli per ore, coprendo solo una piccola parte della proprietà dell’uomo. Alla fine della giornata si sono seduti per cenare e il proprietario della piantagione chiese con curiosità: “Beh, signor Wesley, che ne pensa?”
Wesley rispose: ”Penso che sarà molto difficile per lei lasciare tutto questo”.
CONCLUSIONE
Soldi, ricchezza e possedimenti hanno almeno tre scopi principali nella Scrittura:
(1) Dare cure appropriate per la propria famiglia e impedire loro di diventare un peso per gli altri ( 1 Tessalonicesi 4:11-12; 2 Tessalonicesi 3:6-15; 1 Timoteo 5:8).
(2) Per aiutare coloro che sono nel bisogno, specialmente la famiglia della fede
(Proverbi 19:17; Atti 11:27-30; Romani 15:25-27; 2 Corinzi 8:1 - 15; Galati 6:7-10; Efesini 4:28; 1 Timoteo 5:3-7).
(3) Per incoraggiare e sostenere l'opera di Dio, nel diffondere il Vangelo di Dio in tutto il mondo (1 Corinzi 9:3-14; Filippesi 4:14-19; 1 Timoteo 5:17-18).
Se mettiamo Gesù al centro della nostra vita, se lo amiamo con tutto ciò che siamo, useremo adeguatamente e in modo saggio tutte le benedizioni che lui ci dà per sostenere la propria famiglia, per aiutare coloro che sono nel bisogno e per la divulgazione del Vangelo di Dio evitando l' idolatria moderna del materialismo.
Possiamo dire ancora che il posto dove scegliamo di accumulare e custodire i nostri tesori dipende per lo più da ciò che consideriamo essere la nostra vera casa e dove passeremo l’eternità.
La Bibbia ci dice che qui sulla terra siamo pellegrini, stranieri (Ebrei 11:13).
Noi siamo ambasciatori che rappresentano il loro vero paese (2 Corinzi 5:20). “La nostra cittadinanza è nei cieli” (Filippesi 3:20).
Siamo cittadini di una patria di gran lunga superiore, di una patria celeste (Ebrei 11:16).
Fai parte del regno dei cieli, e sei un figlio di Dio e sarai per sempre con Lui!
Pertanto fatti un tesoro in cielo!
Chiediamoci:
1) Chi o che cosa occupa i nostri pensieri? Quali sono i nostri desideri? Chi o che cosa controlla i nostri affetti? Il nostro tempo? Chi, o che cosa consuma la nostra energia? È Gesù Cristo? O il materialismo? Siamo attaccati di più a Cristo, o a questo mondo?
2) Di cosa ci preoccupiamo di più? Della casa? Dei vestiti? Del conto in banca? O di Gesù Cristo?
3) Cosa abbiamo paura di perdere? I nostri cari? La casa? I soldi? O l’approvazione di Dio?
4) Stiamo usando gli averi che Dio ci ha donato per la sua gloria? O egoisticamente per noi stessi?