Gen.6:9: La consacrazione di Noè.
“Questa è la posterità di Noè. Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio. Noè generò tre figli: Sem, Cam e Iafet”.
La versione della Bibbia “San Paolo” traduce: “Questa è la storia di Noè. Noè era un uomo giusto, integro tra i suoi contemporanei, e camminava con Dio!”
Noè visse in un contesto d’immoralità, la malvagità degli uomini era grande sulla terra e il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi (Genesi 6:5-7,11-13). Questa malvagità ha attirato il giudizio di Dio, che giudicherà uomini e donne con il diluvio, ma soltanto Noè (e la sua famiglia) trovò grazia davanti al Signore (Genesi 6:8,18-19).
Noi in questi versetti vediamo la consacrazione di Noè.
Noè divenne famoso per la sua consacrazione in tempi successivi (Ezechiele 14:14, 20; Isaia 54:9-10), e fu comunemente ricordato come uomo di fede e predicatore di giustizia (Ebrei 11:7; 1 Pietro 3:20; 2 Pietro 2:5).
La letteratura ebraica celebra Noè nella storia come la pietra di paragone della giustizia (ad esempio, Siracide 44:17; Giubilei 5:19; Sapienza di Salomone 10:4, 1 Enoc 67:1)
Nella consacrazione di Noè vediamo il suo carattere esemplare e la sua comunione eccezionale con Dio.
I IL CARATTERE ESEMPLARE.
Questi versetti sottolineano il forte contrasto tra la condizione dell'uomo nel mondo in generale e l'eccezione della condizione dell'uomo Noè.
Noè è ben definito, è definito come giusto e integro (la stessa combinazione la troviamo in Giobbe 12:4).
Queste due parole costituiscono un'espressione per indicare il meglio che un uomo possa essere, quindi da imitare.
In primo luogo vediamo:
A) La conformità di Noè.
Noè era un uomo giusto. Noè non era come i suoi contemporanei!
“Giusto” (ṣǎd•dîq), lo troviamo ancora in Genesi 7:1 dove troviamo scritto che il Signore disse a Noè di entrare nell’arca con la sua famiglia perché ha visto che era giusto davanti a Lui nella sua generazione.
Ora però questo non significa che Noè era giusto dalla nascita, prima di questa sua descrizione che era un uomo giusto e integro (v.9), al v. 8 leggiamo che Noè trovò grazia davanti a Dio.
Con il v.9 inizia un nuovo titolo, un nuovo capitolo, la posterità di Noè e si concentra sulle conseguenze della grazia di Dio verso di Noè.
La grazia di Dio ha trasformato Noè.
“Grazia” (ḥēn) qui si riferisce al favore immeritato; significa che il destinatario merita l'opposto del favore, quindi è un favore che Noè non ha meritato.
Fare grazia è un’azione di qualcuno che ha qualcosa da dare a chi ha bisogno.
Con “grazia” l'enfasi è sulla disposizione di chi mostra il favore piuttosto che l'esperienza del destinatario della grazia, ciò è dimostrato dalla frase " agli occhi di Dio".
Chi sperimenta la grazia di Dio veramente si distingue da questa società immorale.
È una nuova creatura che assomiglia a Dio nella giustizia e santità (2 Corinzi 5:17; Efesini 2:8-10; 4:20-24).
La grazia di Dio salvifica in Gesù Cristo c’insegna a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo (Tito 2:11-12).
Coloro che sono stati giustificati in Gesù Cristo (Romani 5:1), lo dimostrano con una vita di giustizia, la fede è dimostrata dalle opere! (Giacomo 2:14-26).
Non è sufficiente affermare che siamo salvati, giustificati e accettati da Dio! Non basta credere che Dio ci accetta, che non ci rifiuta e condanna mai!
Molti cristiani credono questo, e hanno torto.
La sola professione di fede senza una vera nuova nascita (Giovanni 3:3-5), dimostrata con il carattere e comportamento trasformato secondo la volontà di Dio non ci salva! (Matteo 7:21-23).
Dobbiamo vivere la volontà di Dio che professiamo.
Se professiamo di seguire Dio e non osserviamo i Suoi comandamenti, mentiamo, stiamo dicendo che non siamo veramente giusti!!
Secondo lo studioso Wenham, G. J. la parola "giusto" è un termine molto comune nell’Antico Testamento, si trova per 206 volte, più frequentemente nei Salmi e nei Proverbi.
È quasi, sempre utilizzato per le persone, uomini o Dio, e spesso è in contrasto con "malvagio".
“Era Giusto” (ṣǎd•dîq-) significa conforme a una norma morale, o etica.
Indica che la condizione di Noè era abitualmente e complessivamente giusto.
Il giusto è gradito a Dio, Noè era approvato da Dio perché era conforme alla norma divina.
Nel descrivere Noè come giusto, si vuole dire che egli ha vissuto secondo le norme di Dio, Noè era devoto, consacrato a Dio.
Nella legge mosaica lo standard è il carattere di Dio e la sua santa legge, per esempio leggiamo in Deuteronomio 32:4: “Egli è la ròcca, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È un Dio fedele e senza iniquità. Egli è giusto e retto”.
La persona che soddisfa gli standard giusti della legge non è condannato a morte (Esodo 23:7), ma il trasgressore sperimenta la punizione di Dio, come il faraone (Esodo 9:27).
Il giusto è colui che non ha idoli, che osserva la legge di Dio, evita il peccato e fa del bene al suo prossimo (Ezechiele 18:5-9).
Quindi, ciò che Dio cercava e cerca nell'uomo erano presenti in Noè.
In altre parole, Noè era uno che ha riconosciuto e osservato le sue responsabilità verso Dio e verso il prossimo.
Ciò non significa che egli era senza peccato, perché è scritto: “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23), significa, invece, che ha vissuto una vita esemplare in mezzo a una società malvagia.
In secondo luogo vediamo:
B) L’integrità di Noè.
Noè era un uomo integro, come giusto indica che lo era in modo durevole.
"Integro" (tāmîm) indica interezza, o completezza, essere sano, senza macchia, irreprensibile, senza difetto.
Descrive la relazione di una persona con Dio, una relazione di obbedienza, di fedeltà a Dio, non indica che si è esenti dal peccato, ma che non si comporta come l'empio, ha un cuore retto che segue le vie del Signore.
Il più delle volte descrive gli animali sacrificali che dovevano essere senza macchia (Esodo 12:5; Levitico 1:3, 10; 3:1,6)
In altre parole, il termine suggerisce che non vi era alcuna macchia evidente sul suo carattere.
Secondo il Salmo 15:1-2, solo l'irreprensibile può dimorare nel santo monte di Dio.
L'irreprensibile si contraddistingue per la sua astensione dall’iniquità (2 Samuele 22:24; Ezechiele 28:15), e perché cammina nella legge del Signore (Salmo 119:1).
Giobbe è descritto come irreprensibile (Giobbe 12:4), così Abramo è esortato da Dio a essere integro (Genesi 17:1) e tutto Israele (Deuteronomio 18:13).
Noè non aveva tratti del suo carattere da credente e altri tratti da non credente, era un credente integro, non si comportava in certe aree in un modo e in altre aree in un altro modo, non era un credente a settori, egli lo era tutto nel suo essere e nel suo comportamento!
Non c’era ombra d’ipocrisia nella sua persona.
Quando gli altri vedevano Noè, vedevano una persona integra senza compromessi in tutto il suo essere e comportamento!
Il mondo quando osservava Noè, vedeva una persona che viveva quello che professava!
All'interno di questa società corrotta, Noè cercò di conservarsi puro dal mondo (Giacomo 1:27).
Dal momento che “integro” implica l'idea di "completo", possiamo dire che in tutte le sfaccettature della sua vita Noè non si comportava come gli empi.
Non è, che in certe situazioni si comportava da credente e in altre situazioni da pagano come molti oggi che si dicono cristiani!
Non c'era un luogo o situazione in cui Noè non si comportava secondo la volontà di Dio.
Tale coerenza è necessaria oggi nelle nostre chiese.
È un fatto triste che molti di coloro che si dicono cristiani spesso seguono la tendenza al ribasso verso la mentalità di questo mondo e non al rialzo verso il cielo, verso Dio.
La maggior parte dei membri della chiesa mantengono la loro consacrazione limitata a solo poche aree nella loro vita e soli a certi giorni.
Essi possono lodare Dio e dire: "amen" in chiesa la Domenica, ma vivere come il diavolo il resto della settimana!!
Sei irreprensibile in ogni ambito della tua vita?
Sei irreprensibile agli occhi di Dio e del mondo?
Sei conforme alla volontà di Dio, o alla filosofia di questo mondo?
Paolo in Romani 12:1-2 esorta i credenti a non copiare il comportamento e stili di vita del mondo di peccato dicendo: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà”.
In terzo luogo vediamo:
C) L’unicità di Noè.
“Noè fu uomo giusto, integro, ai suoi tempi “.
L'espressione: “Ai suoi tempi” indica un contrasto con le persone che vivevano ai tempi di Noè, significa che Noè era unico, l'unico integro, unico del suo genere tra tutti i suoi contemporanei, o persone che vivevano nello stesso tempo, l'unico uomo irreprensibile del suo tempo.
Noè era l’unico integro ai suoi tempi!
Non sappiamo se era perseguitato, se aveva delle pressioni fisiche, ma come succede anche oggi in un ambiente empio, probabilmente si beffavano di lui! (cfr. Giovanni 15:18-20).
Certo non è facile essere giusti e integri, ma non è impossibile.
Pensiamo che sia difficile resistere all’influenza negativa del mondo un mondo completamente peccaminoso e ateo (1 Giovanni 2:15-17), ma Noè c’insegna che possiamo resistere a questa influenza peccaminosa!
Le tentazioni ci sono, ma non sono più grandi di noi tanto da non poter resistere.
Dio non permette tentazioni che vanno al di là delle nostre forze, non prendere scuse che non sei in grado di resistere al peccato (cfr. Genesi 4:7; 1 Corinzi 10:13).
Il fatto che Noè ha vissuto in un periodo di grande malvagità è un rimprovero a coloro che oggi vogliono giustificare il loro peccato dicendo che vivono in un mondo malvagio e non si può pretendere di vivere una vita santa in un ambiente così peccaminoso e diabolico.
Se Noè è stato giusto e integro ai suoi tempi, lo possiamo essere anche noi nel nostro tempo per la grazia di Dio!!
Dio ci ha dato i mezzi per esser giusti e integri: la Bibbia, la chiesa, lo Spirito Santo!
Quindi non prendiamo scuse, possiamo vivere oggi secondo gli standard di Dio nella società dove viviamo anche se è un ambiente ostile per la fede.
Dio è con noi, Dio ci fa la grazia di farlo!
“Voi siete da Dio, figlioli, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo” dice l’apostolo Giovanni (1 Giovanni 4:4).
Donald Grey Barnhouse scrisse: "È possibile far crescere un giglio in un mucchio di letame. Non ci sono circostanze di questo mondo troppo basse affinché Dio produca in esse la fede e la santità”.
In mezzo alla società, Noè era unico per il suo carattere si distingueva, e tu?
Noè è un rimprovero al credente che si arrende alla seduzione di una generazione peccatrice.
Integrità è il presupposto di una stretta comunione con Dio.
Quindi vediamo:
II LA COMUNIONE ECCEZIONALE.
“Noè camminò con Dio”.
Camminare con Dio significa comunione, avere una relazione con Lui.
Questa espressione la troviamo solo un’altra volta nella Bibbia, ed è in riferimento a Enoc (Genesi 5:22-24).
Oltre a loro non c'è nessun’altra persona dei patriarchi a cui viene detto questo!
In ebraico è letteralmente: “con Dio Noè camminava”.
Questo enfatizza che Noè camminava con Dio a differenza dei suoi contemporanei, che erano invece malvagi.
“Camminare” è movimento, Noè non aveva un rapporto statico con Dio, possiamo dire morto, ma era un rapporto vivo, dinamico.
“Camminare con Dio” comporta l'idea di continuità o modo abituale di vita, cioè era lo stile di vita di Noè.
L'essenza della vita cristiana è la comunione con Dio e la comunione con gli altri credenti in Cristo.
All'inizio, Adamo fu posto nel giardino per godere la comunione con Dio, ma quando la creatura scelse di affermare la propria autonomia, piuttosto che vivere la dipendenza del Creatore, la comunione fu rotta.
Abramo aveva comunione con Dio, è stato chiamato “l'amico di Dio" (Giacomo 2:23).
Anche Mosè aveva una comunione intima con Dio; lui stette con Dio per quaranta giorni e per quaranta notti sul monte Sinai (Esodo 24).
Più tardi, nella storia di Israele Davide scrisse dei salmi che riflettono la comunione con il Dio vivente, il piacere e la gioia di avere comunione con Dio, la sete e la dipendenza dal Creatore (Salmo 16, 34, 40, 63).
Nel Nuovo Testamento vediamo che Dio ci ha chiamati ad avere comunione con Lui attraverso il Figlio: Gesù Cristo (1 Corinzi 1:9; Giovanni 14:6).
Senza Gesù non ci può essere comunione con Dio!
La comunione con Dio è lo scopo della vita cristiana (1 Giovanni 1:3), e questo rapporto sarà perfezionato per sempre quando vedremo "faccia a faccia" Dio (1 Corinzi 13:12; 1 Giovanni 3:2), quando Dio abiteremo con Dio (Apocalisse 21: 3).
Gesù ci mette in comunione con Dio e con altri credenti, questo è illustrato molto bene nell’ultima cena.
In questa cena noi vediamo la relazione tra la dimensione verticale e orizzontale della comunione (Marco 14:22-25).
La profondità della comunione tra i primi cristiani è registrato nei primi capitoli degli Atti.
I credenti sono riuniti in gruppi di casa per l'insegnamento, la comunione, la Cena del Signore, e la preghiera (Atti 2:42, 46).
Così profonda era la comunione, e il loro senso di solidarietà che i cristiani avevano tra di loro che hanno unito i loro averi e li hanno distribuiti ai bisognosi (Atti 2: 44-45; 4:32-35).
Vediamo alcuni requisiti per la comunione con Dio, abbiamo detto già quello più importante è in Gesù Cristo.
A) La comunione con Dio richiede fede.
Ebrei 11:6 dice: “Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano”.
Senza fede non possiamo piacere a Dio, chi si avvicina a Dio deve credere che Dio esiste, e agisce in favore di chi lo cerca.
Il presupposto per avvicinarsi a Dio è credere, avere la certezza che egli esiste e che egli stabilisce un rapporto con coloro che lo cercano.
Ma non semplicemente un qualsiasi dio, ma in Colui che ha fatto conoscere la sua volontà ai padri per mezzo dei profeti e che in questi ultimi giorni ha parlato per mezzo del Figlio, cioè Gesù ( Ebrei 1:1-2).
B) La comunione con Dio richiede sottomissione.
Giacomo parlando che Dio resiste ai superbi e fa grazia agli umili afferma: “Sottomettevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo” (Giacomo 4:8).
Non possiamo camminare con Dio se siamo ribelli, o testardi.
Significa prendere il Suo giogo su di noi (cfr. (Matteo 11:29).
Camminare con Dio significa non fare la nostra via, ma quella del Signore e quindi dobbiamo percorrere la strada che percorre Lui e quella che vuole che noi percorriamo.
C) La comunione con Dio richiede separazione.
Separazione dai peccatori nel senso di non condividere i loro peccati e la loro ribellione che hanno contro Dio.
Nel Salmo 1:1-2 leggiamo: “Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del SIGNORE, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato vicino a ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà”.
2 Corinzi 6:14-18 dice: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c'è tra la giustizia e l'iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c'è tra il fedele e l'infedele? E che armonia c'è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: ‘Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo’. ‘Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'impuro; e io vi accoglierò’. E ‘sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente’.
D) La comunione con Dio richiede santificazione.
Il peccato ci separa dalla comunione con Dio.
Isaia 59:2 è scritto: “Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto”. (cfr. Genesi 3:8; Ezechiele 39:23; 1 Giovanni 1:5-6).
Molte persone si chiedono perché Dio sembra non rispondere alle loro preghiere.
O perché non hanno il senso della sua presenza e potere nella loro vita personale.
Le risposte non sono: “Dio non è abbastanza forte”, o “Dio è sordo”; la risposta in questo caso è: le iniquità impediscono la comunione con Dio, ci separano da Dio, gli fanno nascondere la faccia da noi per non ascoltarci più!
D) La comunione richiede comunicazione.
La comunione richiede lo stare insieme parlare e ascoltarsi, con Dio questo avviene tramite la preghiera (Efesini 6:18; Matteo 6:46; 26:41; Luca 9:28) e l’ascolto della Bibbia (Salmo 1:1-3; 2 Timoteo3:16).
Quindi dobbiamo curare la comunione con Dio leggendo la Bibbia e pregando costantemente!
CONCLUSIONE
La società di allora dove viveva Noè non è molto diversa dalla nostra. Immoralità e violenza c’era allora e così c’è anche oggi.
L'uomo viveva e vive per soddisfare i desideri e le passioni della sua natura peccaminosa vivendo per il culto della bellezza, del sesso, dei soldi, del potere, del proprio onore.
L'uomo aveva e ha dimenticato Dio!
Viveva e vive solo per se stesso per la sua gratificazione personale e non per la gloria di Dio che è lo scopo per cui siamo stati creati.
L'uomo non stava adempiendo il suo scopo per cui era sulla terra.
L'uomo stava distruggendo sia la terra e sia se stesso.
Solo Noè era giusto, integro e camminava con Dio.
(1) Noè ci esorta a vivere nella giustizia e nell’integrità costante in tempi degenerati come i nostri.
La pressione può essere tanta: al lavoro, se abbiamo una famiglia atea, o immorale, ma Noè c’insegna che è possibile vivere nella in santità e ad avere una comunione con Dio.
(2) Noè c’insegna che dobbiamo distinguerci dalla società corrotta.
Siamo chiamati a non conformarci a questo mondo, a conservarci puri dal mondo!
In questo modo sarà visibile alla società che siamo figli di Dio!
(3) Noè c’incoraggia a essere giusti e integri costantemente e in tutte le aree della nostra vita.
Noè non era un credente domenicale, e solo in certe aree della sua vita, Noè era giusto e integro ogni giorno e in ogni aspetto della sua vita.
(4) Noè c’incoraggia a ricercare la comunione con Dio.
C’incoraggia ad avere comunione con Dio.
Questo è quello che dobbiamo ricercare sempre di più, il tempo non sarà mai sprecato quando leggiamo e meditiamo la Bibbia e quando preghiamo!
Cosa c’è di più importante e bello di avere comunione con Dio? Niente e nessuno!
Pertanto cura il tuo rapporto con Dio, dedica il tuo tempo migliore, non permettere che altre cose ti possano distrarre da questo rapporto!
Cura il tuo rapporto con Dio e vedrai le sue benedizioni spirituali (Salmo 1:1-3).