Gioele 2:27: Come sperimentare la potenza di Dio.
“Conoscerete che io sono in mezzo a Israele, che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce n'è nessun altro; e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna”.
Gioele precedentemente aveva parlato del paese che soffre per la devastazione delle locuste e della siccità (1:1-20), del giorno del Signore, giorno di giudizio (Gioele 1:15; cfr.2:1,11). Poi esorta il popolo al ravvedimento (Gioele 2:12-17), e infine parla delle promesse di benedizioni di Dio, promesse di restaurazione materiale, spirituale e nazionale (vv.18-32).
Il v.27, dunque rientra tra queste promesse di benedizione.
Alla domanda dei popoli: “Dove il loro Dio” (v.17), a causa del Suo giudizio su Israele per la sua disubbidienza, ora, il Suo popolo pentito, può sperimentare la presenza del Signore (cfr. Esodo 8:22; 17:7; Numeri 11:20-21; Deuteronomio 17:20) il suo Dio, l’unico Dio (Deuteronomio 4:35,39; Isaia 45:5-6, 18, 22, 46: 9). Questa esperienza è a favore del popolo, non sarà più coperto di vergogna, cioè esposto allo scherno delle nazioni (v.17).
Il popolo sperimenterà di nuovo le opere potenti di Dio come evidenziato dalle parole: “Io sono il SIGNORE, vostro Dio”.
Queste, o simili parole compaiono più volte in Esodo (Esodo 6:7;7:17; 8:22; 11:7; 16:6, 8, 12, cfr. Numeri 16:28-30; Ezechiele 6:7; 7:4;11:10,9,12; 1 Re 20:13, 28; Isaia 49:23; 60:16; Geremia 44:29).
Con queste affermazioni, il Signore ha affermato che il suo rapporto con il suo popolo era vitale, proprio come lo era stato ai tempi passati, ai giorni di Mosè, Dio non è cambiato. Non solo il Signore farà opere potenti, ma queste susciteranno timore e riverenza, e non derisione (cfr. v.17; Esodo 15:11-16; Salmo 77:14).
La vergogna e l'umiliazione saranno invertite per sempre (cfr. Gioele 3:18-20), viene ricordato al popolo che il potere del Signore è in realtà più forte e più duraturo di qualsiasi minaccia che sembra senza pari e permanente.
Possiamo sperimentare la potenza di Dio e quindi la sua benedizione quando sinceramente ci convertiamo dalle nostre vie malvagie, facendo cordoglio per i nostri peccati come leggiamo nei vv.12-14: “‘Nondimeno, anche adesso’, dice il SIGNORE, ‘tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti!’ Stracciatevi il cuore, non le vesti; tornate al SIGNORE, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira e pieno di bontà, e si pente del male che manda. Può darsi che egli torni e si penta, e lasci dietro a sé una benedizione: un'offerta e una libazione per il SIGNORE, vostro Dio”.
Questa è la chiave per sperimentare la potenza di Dio, la chiave del risveglio personale e comunitario!