LA CONOSCIBILITÀ DI DIO (Studio).
Nonostante molti dicono che Dio non esista - la Bibbia questi li chiama: “stolti” (Salmo 14:1) - ci sono delle prove evidenti della Sua esistenza come per esempio la creazione, la Bibbia, Gesù Cristo, la coscienza dell’uomo.Se Dio esiste ne vale la pena conoscerlo.
L'umanità ha bisogno di conoscere Dio più di qualsiasi altra cosa.
C.H. Spurgeon disse: “La conoscenza di Dio è la grande speranza dei peccatori”.
In questo studio parlerò della possibilità di conoscere Dio, la parzialità nel conoscere Dio, il prerequisito per conoscere Dio.
I LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE DIO.
James I. Packer scrive: “Per quale scopo siamo stati creati? Per conoscere Dio. Quale obiettivo dovremmo prefiggerci nella vita? Conoscere Dio”.
Lo scopo dell’esistenza dell’uomo è: conoscere Dio!
Noi nella Bibbia vediamo che Dio può essere conosciuto.
In Geremia 9:23-24 leggiamo: “Così parla il SIGNORE: ‘Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE’”.
Così anche in Giovanni 17:3 è scritto: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (cfr. Giovanni 14:7; Galati 4:9; 1 Giovanni 2:3,13; 4:8; 5:20).
Che cosa significa conoscere Dio?
A) La conoscenza di Dio è personale e intima.
Conoscere Dio significa avere una relazione con Lui, e questo sarà possibile solo tramite Gesù Cristo. La conoscenza di Dio sorge da un incontro sperimentale con Cristo!
Il Figlio di Dio incarnato è la piena e personale rivelazione di Dio all’uomo.
Noi, infatti, leggiamo in Giovanni 14:6 le parole di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (cfr. Giovanni 1:18).
Dio è un Dio che si nasconde come dice Isaia 45:15: "In verità tu sei un Dio che ti nascondi, o Dio d'Israele, o Salvatore!"
Noi lo possiamo incontrare e conoscere solo attraverso Gesù Cristo, Colui che è morto e risorto per riconciliarci con Dio (Romani 5:8-11).
La separazione che c’è tra Dio è l’uomo è collegata dall’unico ponte che è Gesù (1 Timoteo 2:5).
Ma cosa significa allora conoscere Dio? Sempre James I. Packer scrive: “ Che cosa vogliamo intendere quando usiamo la frase ‘conoscere Dio’? Forse un’emozione particolare? Dei brividi lungo la schiena? Una sensazione di leggerezza, di sogno, come se ci librasse in aria? Le vibrazioni eccitanti e l’euforia di cui vanno in cerca i tossicomani? Oppure conoscere Dio è un’esperienza intellettuale di tipo particolare? Si sente una voce? Si ha una visione? Si percepiscono strane onde di pensiero che scorrono nella mente? O che altro ancora?”
Dire che io conosco una persona, nel vero, senso della parola, significa avere un rapporto personale con lui.
La conoscenza presuppone una familiarità personale, e un coinvolgimento intimo con la persona conosciuta come può essere tra marito e moglie, o un padre con un figlio (2 Corinzi 11:2; Efesini 5:22-32; Romani 8:15-17), perciò conoscere Dio è avere comunione con Lui, non è solo conoscenza, ma avere una relazione personale intima dove c’è un coinvolgimento intellettuale, cioè conoscere ciò che riguarda Dio (opere, azioni, carattere) e crederle, poi c’è un coinvolgimento emotivo, cioè gioire in Lui e amarlo, e poi c’è un coinvolgimento volitivo, cioè di azione, di obbedienza.
In secondo luogo:
B) La conoscenza di Dio è progressiva.
Una volta che s’inizia a conoscere Dio, non significa che si conosce tutto in una volta, è una crescita.
In Colossesi 1:10, nella preghiera di Paolo per i Colossesi leggiamo: “perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio” (Efesini 4:11-15; 2 Pietro 3:17-18).
“Crescendo” (auxanomenoi- presente passivo participio) nella conoscenza di Dio indica aumentare, crescere sempre di più riguardo la conoscenza di Dio, conoscere sempre meglio Dio.
Il tempo presente nel greco pone l'accento sull'azione abituale, denota una crescita costante.
La forma verbale raffigura un albero che dà frutto e continua a crescere, a differenza del grano che produce il raccolto e poi muore.
Proprio come nei rapporti umani la conoscenza di una persona cresce, aumenta con il passare del tempo così è riguardo la conoscenza di Dio.
Come per i rapporti umani si cresce nella conoscenza di una persona se il rapporto è curato, così lo è nel rapporto con Dio; per conoscerlo sempre di più dobbiamo dedicare tempo in preghiera, nella lettura, meditazione, studio della Bibbia, e nel frequentare una chiesa locale.
Ma è anche vero che non possiamo conoscere pienamente Dio, quindi vediamo:
II LA PARZIALITÀ NEL CONOSCERE DIO.
Tommaso d'Aquino disse: “ Il massimo che sappiamo di Dio è nulla nei confronti di ciò che egli è” .
Il credente incontra Dio, può avere un’esperienza personale e intima con Dio, ma non penetra nella Sua essenza.
Possiamo certamente conoscere Dio, avere un’esperienza con Lui nella misura in cui si è rivelato attraverso la Bibbia, ma Dio non lo possiamo conoscere pienamente nella Sua essenza (cfr.Deuteronomio28:28).
Questo almeno per due motivi perché:
A) Dio è inconcepibile.
Dio è inconcepibile perché:
(1) Dio è infinito.
Dio non può essere concepito, cioè pensato, inteso dalla mente umana, non siamo in grado di formarci un’idea corretta di Dio secondo la nostra natura.
Dio non è un oggetto che può essere inserito nelle nostre categorie umane, è un essere a parte e noi siamo limitati per farlo in modo esaustivo, se cercassimo di farlo sbaglieremmo!
Infatti, la nostra mente e il nostro linguaggio non possono specificare con precisione quella realtà che va oltre la misura del nostro spazio e del nostro tempo.
R. B. Kuiper disse: “ Noi non possiamo sapere tutto di Dio per l'ovvia ragione che il finito non può comprendere l'infinito”.
Dio è difficile da concepire in modo esauriente, o rigoroso per i nostri limiti mentali e di lingua, anche per i più consacrati, e preparati dalle menti brillanti, per coloro che lo amano sopra ogni cosa, il motivo è perché Dio è infinito.
In 1 Re 8:27 leggiamo le parole di Salomone all’inaugurazione del tempio: “Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita!”.
Per infinito s’intende senza limiti, o restrizioni di spazio, che non si può misurare.
Dio non è limitato dallo spazio, non è confinato dentro un limite, Dio è immenso e onnipresente, non c'è un posto, dove non può essere trovato (Salmo 139:7-12).
Dio è infinito anche in relazione al tempo. Dio esisteva prima che il tempo iniziasse, Dio è eterno (Salmo 90:1-2; Giuda 25).
Dio essendo infinito, e noi esseri finiti, pertanto non lo possiamo concepire, limitare, circoscrivere, inscatolare, conoscere pienamente.
Un altro motivo per cui Dio non può essere concepito è perché:
(2) Dio è trascendente.
In Isaia 57:15 è scritto: “Infatti così parla Colui che è l'Alto, l'eccelso, che abita l'eternità, e che si chiama il Santo. ‘Io dimoro nel luogo eccelso e santo…’”
(1 Cronache 29:11; Isaia 57:15).
Dio è trascendente, significa semplicemente andare oltre, elevarsi al di sopra, essere al di sopra.
Dio è il Totalmente Altro, cioè Colui che ha una natura completamente diversa dalla nostra. Nessuno è pari a Dio!
In Esodo 15:11 è scritto: “Chi è pari a te fra gli dèi, o SIGNORE? Chi è pari a te, splendido nella tua santità, tremendo anche a chi ti loda, operatore di prodigi?”
Il profeta Geremia dice: “Non c’è nessuno pari a Te, Signore; tu sei grande, e grande in potenza è il Tuo nome” (Geremia 10:6).
La trascendenza di Dio indica che Dio è superiore all'uomo, elevato al di sopra e al di fuori dal genere umano. Dio abita una luce inaccessibile e non si può vedere (1 Timoteo 6:16).
La trascendenza di Dio implica che: Dio non può mai essere completamente “inscatolato” in concetti umani.
Tutte le nostre idee dottrinali, anche se corrette per quanto utili possano essere, non ci faranno capire profondamente la natura di Dio.
Ci sarà sempre una differenza tra Dio e gli esseri umani.
Il divario tra noi è Dio non è semplicemente solo una differenza morale e spirituale che ha avuto origine con la caduta, ma è metafisica, va oltre la nostra natura di creature.
Il secondo motivo per cui non possiamo conoscere pienamente Dio è perché:
B) Dio è incomprensibile.
John Blanchard scrive: “ L'uomo può trovare Dio, ma mai capire lui”.
Come non noi non possiamo concepire pienamente Dio perché siamo finiti e umani, così non lo possiamo comprendere totalmente.
Noi possiamo capire qualcosa della sua natura, avere una relazione con Lui, ma non lo possiamo capire completamente ed esaurientemente.
Dio si é rivelato nella Bibbia e si fa conoscere come Signore e Salvatore, attraverso il suo carattere e i suoi atti, ma non possiamo capirlo pienamente!
Dio va oltre la nostra comprensione, perché Dio è l’inaccessibile, è l’Altissimo (1 Timoteo 6:16; Deuteronomio 4:34).
Il Salmo 145:3 dice: “Il SIGNORE è grande e degno di lode eccelsa, e la sua grandezza non la si può misurare”.
Nel Salmo 147:5 è scritto: “Grande è il nostro Signore, e immenso è il suo potere; la sua intelligenza è infinita”.
Isaia 55:8-9 dice: “’Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie’, dice il SIGNORE. ‘Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri’ “.
Come i cieli sovrastano la terra così da non poter essere misurati dall’uomo, così le vie e i pensieri di Dio sovrastano quelli dell’uomo al punto da non poter essere afferrati nella loro totalità.
In altre parole, le vie e i pensieri di Dio risultano incomprensibili all’uomo.
L'uomo può trovare Dio, ma non lo potrà mai capire pienamente!! Dio sfugge alla nostra piena comprensione!
Non possiamo sapere tutto di Dio per l'ovvia ragione che il finito, l’uomo, non può comprendere l'infinito e trascendente Dio!
Dio è un essere a sè, è così infinito e trascendente che tutti i nostri sforzi per arrivare a una comprensione piena e completa sono destinati fin dall'inizio al fallimento! (cfr. Romani 11:33; 1 Corinzi 1:10-12).
Quindi se da una parte possiamo conoscere Dio, dall’altra non possiamo conoscerlo pienamente!
Questo crea in noi stupore e adorazione, umiltà e sottomissione.
Infine vediamo:
III IL PREREQUISITO PER CONOSCERE DIO.
Noi possiamo conoscerlo in una certa, misura, secondo come si è rivelato nella Bibbia e secondo come si rivela a noi.
Possiamo avere un rapporto con Dio, la comunione, ma questa non è raggiunta dalla nostra capacità di elevarci a Lui, è impossibile.
Chi conosce Dio, lo conosce per iniziativa Sua e non per la nostra!
Se Egli non si mostra, non possiamo trovarlo e conoscerlo.
Non siamo in grado di elevarci al livello di Dio, ma è Dio che si compiace di rivelarsi all’uomo.
Per conoscere Dio, è necessario che Egli si riveli all’uomo.
Gesù dice: “ Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo” (Matteo 11:27).
Il Figlio non solo conosce il Padre, ma ha la facoltà di scegliere coloro ai quali egli rivelare il Padre (Dio).
Nessuno, quindi, può conoscere Dio senza che il Figlio non lo voglia rivelare.
Non è un diritto naturale, non è a caso, ma dipende dalla scelta del Figlio (cfr. Genesi 18:18-19; Giovanni 15:16; Romani 9:14-16; 1 Corinzi 1:26-28; 1 Pietro 1:1-2)
Possiamo conoscere Dio perché Dio si rivela veramente a noi.
Ci sono almeno tre motivi per cui abbiamo bisogno della rivelazione di Dio (cfr. Amos 3:2; Galati 4:8-9)
A) Per la natura di Dio.
L'essere stesso di Dio è così Infinito, Eterno, Trascendente e Inaccessibile che tutti i nostri sforzi per arrivare a conoscerlo sono condannati al fallimento, abbiamo detto prima.
Per quello che Dio è in natura abbiamo bisogno della sua rivelazione.
Dio è al di fuori, la nostra esperienza sensoriale, pertanto non possiamo conoscerlo se non si rivela agli uomini.
Il secondo motivo per cui abbiamo bisogno della rivelazione di Dio è:
B) Perché l’uomo è morto spiritualmente.
In Efesini 2:1-5 è scritto: “Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati, ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli. Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d'ira, come gli altri. Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati)”.
Paolo indica in questi versetti la condizione radicale di peccato e di perdizione nella quale si trovavano i credenti di Efeso, e quindi il genere umano senza Gesù Cristo (cfr. Giovanni 5:24-25).
L’uomo nella sua natura non può conoscere Dio e la sua volontà, non solo a causa della propria finitezza, ma soprattutto a causa del peccato.
Il genere umano è morto spiritualmente, cioè non conosce Dio, non ha una relazione spirituale con Dio, non ha comunione con Dio (cfr. Isaia 59:1-2), né una personale esperienza delle cose spirituali.
Nella sua natura umana peccaminosa, l’uomo è lontano da Dio, è morto nelle colpe e nei peccati, è ribelle, segue il diavolo e i desideri della propria natura peccaminosa, perciò non pensa a Dio, è disinteressato alle cose spirituali (Cfr. 2 Corinzi 4:4).
È necessario essere vivificati con Cristo! Una persona spiritualmente morta non conosce Dio, e ha bisogno di essere vivificata!
Questo lo fa Dio, non è opera nostra. In questo modo si può conoscerlo!
Il terzo motivo è per cui abbiamo bisogno della rivelazione di Dio è:
C) Perché l’uomo non è in grado di conoscere Dio con la propria sapienza.
Il profeta Isaia dice: “Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri” (Isaia 55:9).
Così Paolo afferma: “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione” (1 Corinzi 1:21. Vedi anche 1 Corinzi 2:9-11).
Con la nostra sapienza non siamo in grado di conoscere Dio, se ci provassimo falsificheremmo la Sua natura, creandoci un dio a nostra immagine e somiglianza.
Ci sono caratteristiche di Dio, come la Sua eternità, perfezione, onnipotenza, o anche i Suoi piani, che sono inconcepibili per l’uomo.
CONCLUSIONE.
La conoscenza di Dio non è fine a se stessa.
La conoscenza di Dio deve mirare:
1) A dilettarci in Dio.
Salmo 16:11 dice: “Tu m'insegni la via della vita; vi son gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi son delizie in eterno”.
Siamo chiamati a gioire nel Signore (Salmo 37:4).
Chi conosce Dio trova piacere in Lui e stare in comunione con Lui, non sarà un peso.
Chi lo conosce desidererà Dio sopra ogni cosa (Salmo 73:25).
La conoscenza di Dio deve mirare:
2) A glorificare Dio.
Noi siamo stati creati per la Gloria di Dio (Isaia 43:7; Romani 11:36).
Siamo stati salvati, acquistati per la Gloria di Dio (Efesini 1:13-14).
“Glorificare” è mettere al centro Dio, e non il nostro IO! Questo è lo scopo della nostra esistenza!
Lo faremo con l’adorazione sincera, altrimenti sarà vana (Isaia 29:13; Matteo 4:10), lo faremo con il comportamento (1 Corinzi 10:31), un comportamento che rispecchi il Suo carattere: bontà, giustizia e verità (Efesini 5:7-9).
Lo glorificheremo con il nostro servizio, infatti, glorificare Dio significa riconoscere la Sua gloria e valorizzarla sopra ogni cosa e farla conoscerla (1 Pietro 2:9).
Conoscere Dio è un coinvolgimento dell’azione, chi lo conosce agirà (Daniele 11:32), opererà in conformità a ciò che Dio è e alla Sua volontà.
La conoscenza di Dio deve mirare:
3) Ad amare Dio.
Qualcuno ha detto: “La cosa più grande e migliore che si può dire di un uomo che amava il Signore”.
In Matteo 22:37 leggiamo: “Gesù gli disse: ‘Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente’".
La nostra conoscenza di Dio deve sempre portare a un maggiore amore per Dio.
Si dice che il giovane figlio del vescovo Berkeley una volta gli pose la domanda: " Papà cosa significano le parole ‘cherubini e serafini?’ "
Il vescovo prese un po’ di tempo e poi rispose che la parola ebraica per “cherubini” significa conoscenza, e la parola “serafini” fiamma, spiegando poi che si ritiene comunemente che i cherubini sono gli angeli che eccellono nella conoscenza e i serafini sono quelle che eccellono in amore Dio.
“Allora spero” disse il ragazzino, “che quando morirò sarò un serafino. Mi piacerebbe amare Dio che conoscere tutto".
La conoscenza di Dio deve mirare:
3) A temere Dio.
Il timore di Dio è la consapevolezza corretta della natura di Dio.
Nella Bibbia vediamo che coloro che sperimentavano Dio, che lo conoscevano lo temevano (Genesi 18:27; Esodo 14:31; Giosuè 24:1-14).
Il timore di Dio è la consapevolezza della santità e dei giudizi di Dio (Isaia 6:1-7; Apocalisse 15:4), della Sua maestà (Geremia 10:7), e implica, il nostro senso di peccaminosità e fragilità umana davanti il Suo carattere.
Il timore di Dio ci spinge a ricercare la santità (2 Corinzi 7:1) e a essere obbedienti a Dio come ha fatto Abraamo, quando Dio gli ordinò di offrirgli il figlio Isacco in sacrificio (Genesi 22:12).
Il timore di Dio è la consapevolezza che la sua approvazione è la cosa migliore che possiamo avere e la sua disapprovazione la cosa peggiore (Luca 12:4-5; Ebrei 10:31).
Infine la conoscenza di Dio deve mirare:
4) A fidarci di Dio.
Quelli che conoscono Dio confidano in lui (Salmo 9:10; 2 Timoteo 1:12).
Più conosciamo Dio e più ci affideremo a Lui.
È vero che non la nostra conoscenza di Dio è parziale e a volte i progetti di Dio sono incomprensibili (Romani 11:33), vanno al di là della nostra comprensione, ma dobbiamo imparare a fidarci di Dio.
Quello che conosciamo di Dio è confortante e più che sufficiente per fidarci di Lui. Dio è amore, Dio è fedele, Dio è giusto, Dio è sovrano, Dio è Onnipotente, Dio è Onnisciente, Dio Onnipresente, Dio è saggio ecc.
Questi sono motivi validi per fidarci di Lui!
DOMANDE.
1. Cosa significa conoscere Dio?
2. Perché non possiamo conoscere Dio pienamente?
3. Perché è necessario la rivelazione di Dio per conoscerlo?
4. Qual è lo scopo della conoscenza di Dio?