Si può conoscere Dio? (Studio)
In Geremia 9:23-24 è scritto: "Così parla il SIGNORE: 'Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE. Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, perché di queste cose mi compiaccio', dice il SIGNORE".
Questi versetti ci parlano su che cosa dobbiamo davvero vantarci!
In questo caso l’esortazione non è a vantarsi per la propria sapienza, forza o ricchezza.
Artur Wiser disse: " L’uomo, chiuso nella sfera puramente terrena e umana, è esposto al pericolo di idolatrare se stesso, in quanto per la sua superbia cieca non coglie le dimensioni più profonde della vita e dimentica il fattore più importante sul quale deve orientare la sua esistenza”.
L’uomo è profondamente narcisista, cioè ha'eccessivo senso di ammirazione, o compiacimento per sé stessi, o per i propri meriti, reali o presunti.
L’uomo tende sempre a vantarsi, ma il Signore ci dice che il vanto non deve essere in noi stessi ma nella conoscenza di Dio!
I IL SIGNIFICATO DÌ CONOSCERE DIO.
Cosa non significa conoscere.
È importante essere chiari su cosa si intende conoscere Dio.
(1) Conoscere Dio non è solo Consapevolezza.
La consapevolezza nel senso che sei certo che Dio esiste da qualche parte e avere qualche informazione su di Lui, e credere per logica che Dio esiste.
Per molti Dio è un’inferenza, cioè una questione logica, un procedimento deduttivo mediante cui da una o più premesse si ricava una conclusione, c’è il creato, quindi c’è un Creatore, ci deve essere qualcuno.
Ma questo tipo di conoscenza non coinvolge più di tanto personalmente, si crede che Dio esiste, ma non ha nessuna presa su di noi, è indifferente.
Questo non è ciò che la Bibbia intende quando si parla della conoscenza di Dio.
(2) Conoscere Dio non è solo Cultura.
Avere una conoscenza culturale per sentito dire ed essere preparati sull’argomento dai libri.
Per esempio sapere tutto di Mosca, Londra, delle strade, dei negozi e così via, ma tutto questo può essere una conoscenza acquisita dai libri.
Così anche per Dio, ne possiamo fare conoscenza come chi studia la teologia, può avere la sua importanza, ma non è questo il cuore della vera religione.
Anche i più grandi teologi possono avere questo tipo di conoscenza scolastica, ma non essere credenti, o non aver nessun rapporto con Dio.
Così puoi leggere la Bibbia, averla letta decine di volte, conoscerla tutta, ascoltare una predica su Dio, frequentare tutti gli incontri nella chiesa, puoi anche emozionarti, ma questo non significa conoscere veramente Dio! Certamente conoscere Dio significa avere informazioni riguardo a ciò che è, che ha fatto, ma non significa conoscerlo veramente!
(3) Conoscere Dio non è solo una conoscenza di Contatto.
Avere un contatto con Dio personale, fare l’esperienza di Dio.
Tornando all'esempio precedente, sarebbe possibile per qualcuno che sia vissuto in una città particolare e dire: "la mia conoscenza non è conoscenza da libro, io ho vissuto veramente a Mosca, ho camminato per la strade di Mosca, ho fatto acquisti nei negozi di Mosca, sono stato a cinema a Mosca e così via". Certo rispetto agli altri precedenti tipi di conoscenza, è un passo in più, ma ancora non è l’idea piena di conoscenza nel senso pieno del concetto biblico per conoscenza. Come puoi gustare il clima di Mosca, puoi gustare anche la presenza di Dio, ma non significa conoscerlo veramente!
Certamente chi conosce Dio fa l’esperienza di Dio.
Questi tre tipi di conoscenza hanno la loro importanza e verità, ma per essere la conoscenza nel senso pieno del concetto per come la intende la Bibbia, manca un’altra cosa, quindi vediamo oltre a tutto ciò.
B) Cosa significa conoscere.
Ovviamente stiamo parlando di una conoscenza diversa di quello che può essere la conoscenza con un proprio simile, è una conoscenza più complessa.
È una conoscenza più complessa almeno per due motivi: uno perché stiamo parlando di Dio, di un essere spirituale che non vediamo e due perché è Dio, l’Iddio eterno, maestoso, infinito, davanti al quale le nazioni, dice Isaia sono come una goccia di acqua, quindi senza paragoni (Isaia 40:12-15).
(1) Conoscere Dio è avere una Comunione con Dio.
"Conoscere" (ginosko) indica che l’oggetto conosciuto diventa familiare, in questo senso indica avere un rapporto intimo e profondo come un marito con una moglie, il padre con un figlio, come descrive a volte la Bibbia il rapporto tra Dio e il suo popolo. (2 Corinzi 11:2 ; Efesini 5:22-32 ; Romani 8:15-17).
Perciò conoscere Dio indica un rapporto personale familiare, intimo (Genesi 4:1; 4:17,25; 1 Samuele 1:19, Matteo 1:25).
Conoscere Dio è la pienezza di un rapporto di fede che porta alla salvezza, significa far parte del Nuovo Patto con Dio in Cristo (Ebrei 8:8-12).
In questo senso la vastità della conoscenza riguardo a Dio non è il metro di misura per valutare la profondità della nostra conoscenza di Dio.
Se il fattore determinante fosse avere tutte le nozioni, allora chi studia di più la Bibbia, in questo caso i teologi conoscerebbero Dio meglio degli altri, ma non è così perché si possono avere nozioni intellettuali su Dio, senza avere comunione con Dio, senza gustare la presenza di Dio, senza mai applicare quelle verità alla propria vita, in altre parole senza essere spirituali.
(2) Conoscere Dio è avere un Coinvolgimento con Dio.
Indica un coinvolgimento personale nella mente, nella volontà, nei sentimenti, in caso contrario non sarebbe un rapporto personale.
Una persona, come nei rapporti amichevoli, che conosce veramente Dio condivide gli interessi di Dio e si identifica con Dio, altrimenti vorrà dire che non è un rapporto intimo, ma superficiale e insipido.
In un vero rapporto personale con Dio, c’è una partecipazione totale con quelli che sono gli interessi di Dio a livello intellettuale, sentimentale e volitivo.
Colui che conosce Dio lo amerà con tutto se stesso (Matteo 22:37).
(a) Sotto l’aspetto Intellettivo.
Conosciamo e riconosciamo la verità riguardo a Dio.
Conoscere è anche riconoscere. (Giovanni 7:49; Romani 1:19-20; 2:18-20; 2 Corinzi 10:5).
Così come, quando il nuovo re d'Egitto non aveva conosciuto Giuseppe (Esodo 1:8), che non riconobbe l'accordo che era stata fatto tra Giuseppe e Faraone quando la sua famiglia giunse in Egitto.
Noi sotto l’aspetto intellettuale riguardo la conoscenza di Dio riconosciamo ciò che Dio è! Dio è Dio! (Deuteronomio 7:9).
In questo senso, il popolo di Israele nel riconoscere Dio, doveva essere fedele a Dio, riconoscere e vivere il patto di fedeltà con Dio! (Deuteronomio 11:1-25).
Ma così non è sempre stato! Mentre il bue e l'asino conoscono il loro proprietario, Israele non ha conoscenza, nel senso che non riconoscono Dio, infatti sono stai ribelli dice Isaia 1:2-4.
Il luogo della slealtà come della lealtà è la mente, la mente è importante per la vera spiritualità. (Salmi 119:33-34; 119:104,130; Luca 24:27,32; Romani 1:28; Efesini 4:17-18, 20-22).
Con la ragione noi dovremmo essere in grado: di comprendere quale sia il nostro posto e compito nel mondo, di riconoscere che Dio è verità, ciò che è come rivelato nella Bibbia, di ragionare come portare gloria a Dio, cosa fare in modo che Dio sia onorato.
b) Sotto l’aspetto Emotivo.
Il credente anche se non ha visto Dio, esulta di una gioia ineffabile e gloriosa per la salvezza dice Pietro (1 Pietro 1:8).
Ma non gioisce solo per se stesso! Infatti chi conosce Dio si rallegrerà quando il nome di Dio è onorato come Barnaba che fu mandato dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme ad Antiochia perché avevano sentito che vi erano state delle conversioni da parte di alcuni credenti che erano scappati via per la persecuzione da Gerusalemme.
Quando Barnaba giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò nel vedere quelle conversioni! (Atti 11:23).
Ma è chiaro che chi conosce Dio, si rattristerà è quando la legge di Dio non è rispettata come dice il Salmi 119:136, e se viene meno ai doveri divini proverà vergogna e dolore come leggiamo nel Salmo 51 e in Luca 22:61 .
c) Sotto l’aspetto volitivo.
Nella volontà, la persona che conosce Dio gli ubbidirà.
La vera conoscenza di Dio coinvolge l’ubbidienza (Geremia 22:11-16).
Dio si rivela affinché il suo popolo possa obbedire! (Deuteronomio 4:32-39). Perciò a volte quando si parla di mancanza di conoscenza nella Bibbia, non si riferisce all’ignoranza intellettuale di Dio, ma alla mancata pratica di obbedienza a Dio.
Quando si parla di conoscenza di Dio implica praticare la giustizia (Geremia 22:16), l’amore (1 Giovanni 4:7-8), la fiducia (Salmi 9:9-10; 1 Giovanni 2:4,9,11; 3:6,11; 4:20); l’adorazione (Salmi 135:5-7; 13; 139:14), la vita eterna (Giovanni 17:3).
Ma:
3) Conoscere Dio è essere conosciuti da Dio.
Conoscere Dio è un atto della sua grazia sovrana! (Esodo 33:12-17).
Conoscere Dio, è un’iniziativa che parte sempre da Dio (Galati 4:8-9).
Dio è totalmente al di sopra di noi irraggiungibile a causa della Sua santità e a causa dei nostri peccati.
Pertanto prima che un uomo possa cercare Dio, Dio deve prima cercare l'uomo.
Prima che un uomo peccatore possa avere un giusto pensiero che riguarda Dio, deve esserci stato un lavoro di illuminazione fatto dentro di lui da parte dello Spirito di Dio!
Quindi noi cerchiamo Dio, perché è Dio che ha messo questo desiderio in noi! Dio è precedente alla nostra azione verso di Lui!
Non siamo noi a fare amicizia con Dio, ma è Dio che fa amicizia con noi per la sua grazia (Galati 4:9).
Indica che la grazia viene prima e rimane nella salvezza dei credenti.
La conoscenza di Dio è la conseguenza che Dio aveva di loro!
La conoscenza che Dio aveva di loro indica che Dio li aveva scelti per la sua grazia, infatti quando si parla di conoscere in riferimento a Dio indica la grazia sovrana di Dio, l’iniziativa di Dio nell’amare, nell’eleggere, nel salvare, nel chiamare, nel preservare.
Infatti la parola conoscenza la troviamo quando Dio scelse Abramo (Genesi 18:18-19); Geremia (Geremia 1:5); il popolo di Israele (Amos 3:2).
Noi possiamo conoscere Dio, perché Dio lo vuole!
Riepilogando possiamo dire che conoscere Dio significa essere reso vivo da Dio in un nuovo senso, essendo nato di nuovo, significa conversare con Dio intimamente in modo tale che lo conosciamo sempre di più.
Conoscere Dio significa rendersi conto che Dio ci apre il cuore, che Lui si fa amico, Padre e ci recluta come suoi collaboratori (Giovanni 15:15; Romani 8:15-16; Galati 4:4-6; 1 Corinzi 3:9).
Nel senso biblico, la conoscenza di Dio non è separata dalla spiritualità, la testa non è separata dal cuore e quindi dagli aspetti pratici della fede.
La vera conoscenza di Dio significa essere trasformati da Lui, significa fare l’esperienza della sua potenza.
La vera conoscenza di Dio implica l’adorazione, l’obbedienza e la speranza della vita eterna.
In questo senso conoscere Dio, non significa solo ammettere semplicemente la Sua esistenza, ma comprendendo quando per noi sia importante conoscerlo ed è convenevole alla sua gloria.
II GLI STIMOLI PER CONOSCERE DIO.
La conoscenza di Dio ha un valore supremo.
Chi ha Dio ha tutto! Dio è la fonte di tutte le benedizioni (Numeri 18:20).
Ma non solo la conoscenza di Dio glorifica Dio, Dio vuole la conoscenza e non i sacrifici dice Osea 6:6 riferendosi ovviamente alla vera conoscenza di Dio. (cfr. Geremia 9:23-24).
A) Conoscere Dio comporta avere la Certezza della vita eterna (Giovanni 17:3).
La conoscenza di Dio è importante, perché solo attraverso la conoscenza di Dio un individuo ha vita eterna.
Quale grande motivazione per conoscere Dio!
La vita eterna indica un’esistenza senza fine di beatitudine, di felicità con Dio perciò diversa dalla vita di sofferenza, di stress, di conflitti che abbiamo su questa terra (Apocalisse 21:3-4).
Ma diversa anche da quella che avranno chi non conosce Dio, questi periranno, cioè andranno in rovina, perduti per sempre, lontani dalla presenza di Dio a soffrire per sempre all’inferno 2Tessalonicesi 1:6-10.
B) La conoscenza di Dio comporta la Conoscenza di noi stessi.
Molte persone per conoscersi meglio si recano dallo psicologo, spendono un sacco di soldi per risolvere i propri problemi.
Non dico che non siano importanti, ma senza conoscere Dio non possiamo conoscere noi stessi.
Alla luce (verità e santità) di Dio possiamo vedere chi siamo veramente!
Noi possiamo conoscerci veramente alla luce della conoscenza di Dio.
Giovanni Calvino disse: “ Quasi tutta la somma della nostra sapienza, quella che tutto considerato merita di essere reputata vera e completa sapienza, si compone di due elementi e consiste nel fatto che, conoscendo Dio, ciascuno di noi conosca anche se stesso. Del resto, benché questi punti siano vicendevolmente uniti da molti legami, non è sempre agevole discernere quale preceda e sia la causa dell’altro….La conoscenza di noi stessi non solo ci stimola a conoscere Dio, ma deve guidarci, quasi per mano, a trovarlo… L’uomo non perviene mai alla conoscenza pura di se stesso fino a quando non abbia contemplato la faccia di Dio e da questa sia sceso a guardare se stesso”.
(1) La conoscenza di Dio riguardo noi stessi è umiliante.
Alla luce della sua conoscenza vediamo quando siamo poca cosa!
Abramo si definiva polvere e cenere davanti a Dio (Genesi 18:27).
Isaia davanti la luce di Dio comprese se stesso infatti disse: “ Guai a me, sono perduto! Perché sono un uomo dalle labbra impure…” (Isaia 6:5).
Quindi quando conosciamo Dio, ci rendiamo conto che noi non siamo come Dio. Dio è santo, noi siamo peccatori; Dio è saggio noi siamo stolti, Dio è buono noi siamo malvagi; Dio è forte noi siamo deboli; Dio è amorevole e misericordioso noi siamo egoisti e odiamo.
(2) La conoscenza di noi stessi attraverso la conoscenza di Dio è rassicurante e soddisfacente.
Davanti a Dio ci rendiamo conto di quanto Dio ci ama e si prende cura di noi nonostante quello che siamo!
C) La conoscenza di Dio comporta la conoscenza di questo mondo.
In un certo senso, si tratta di un'estensione del punto appena fatto.
Se la conoscenza di Dio ci dà la conoscenza di noi stessi, è anche inevitabilmente che ci dà la conoscenza del mondo, perché il mondo è fatto di persone.
La conoscenza di Dio ci fa vedere la natura di questo mondo: il suo bene e il male, il suo passato e il suo futuro, il suo scopo e il suo giudizio imminente per mano di Dio.
D'altra parte, il mondo ha un rapporto speciale con Dio, nel suo peccato, nella sua ribellione e nel suo valore è un veicolo per gli scopi di Dio.
D) La conoscenza di Dio comporta un carattere santo.
La consapevolezza della grandezza di Dio di produce timore, e il timore di Dio produce santità! (Esodo 14:30-31; 15:11-14; 1 Pietro 1:14-17) .
La conoscenza che abbiamo di Dio determina la nostra relazione con Dio e quindi il giusto comportamento che dobbiamo avere con Dio e gli altri.
Ai tempi di del profeta Osea, il popolo aveva questa mancanza di conoscenza e di conseguenza c’era immoralità e idolatria (Osea 4:1-4).
Conoscere Dio trasforma la persona che crede veramente! (Efesini 4:11-13).
La conoscenza di Cristo, che è una comunione profonda con Lui, implica la maturità, divenire adulti come Cristo.
Come dice Tito 1:1 la conoscenza della verità corrisponde o promuove la pietà, pietà(eusebia) la vita religiosa come vuole Dio, vivere come Dio vuole!
E) La conoscenza di Dio comporta un consolidamento della nostra fede.
Come per la santificazione, il cristiano è forte, o debole in base alla consapevole che ha di Dio (Daniele 11:32).
Non abbiamo una chiesa forte oggi, né abbiamo molti cristiani forti!
Perché la chiesa è debole? Perché i singoli cristiani sono deboli?
Il motivo è perché hanno permesso che la loro mente si conformasse allo spirito di questo mondo con i suoi pensieri atei, perché hanno dimenticato, o hanno una visione distorta di Dio.
Chi conosce Dio è consapevole della forza liberatrice e protettrice di Dio e confida in Dio, anche nei momenti difficili che governa ogni cosa! (Salmi 20:6-9; 9:10; 91:14; 2 Timoteo 1:12; 1 Giovanni 5:13; Salmi 119:75 ; Romani 8:28)
III GLI STRUMENTI PER CONOSCERE DIO.
Primariamente:
A) Il Collegamento:Gesù.
Tra l’uomo e Dio c’è un muro a causa dei nostri peccati, ma Dio ha mandato Gesù per abbattere questo muro e farsi conoscere.
Gesù ha fatto conoscere Dio:
(1) Con la Sua Incarnazione (Giovanni 1:12-18) .
"Gloria" (gr.doxa, eb. kābôd) è la luminosa, splendore, maestà di Dio di ciò che è trascendente, ma che è manifestato. (Cfr. Luca 2:9; 9:31; Matteo 16:27; Romani 9:23).
La gloria è la manifestazione visibile della presenza e della potenza di Dio e ora qui con Gesù. (Esodo 33:22; Deuteronomio 5:22; Giovanni 11:40).
La gloria di Gesù è stata visualizzata nei suoi segni (Giovanni 2:11; 11:4,40), dalla trasfigurazione e dal carattere perché comunque non ha peccato. (Matteo 17:1-2; 2 Pietro 1:16; 1 Giovanni 1:1; 8:46; Ebrei 1:3 ; 2:3-4).
Conoscere Cristo è conoscere Dio. (Giovanni 14:6-11).
(2) Con la Sua Immolazione.
Gesù è l’Agnello sacrificale di Dio immolato per togliere il peccato del mondo (Giovanni 1:29).
Dio ci ha creati per il suo piacere per vivere in comunione con Lui e di godere alla sua presenza, ma a causa del peccato ci siamo allontanati da Lui e la nostra mente si è ottenebrata.
Con il sacrificio di Gesù, Dio ristabilisce il rapporto con l’uomo che si pente dei propri peccati e crede in Gesù!
Tutta l'opera di Dio nella redenzione è quello di annullare gli effetti tragici del peccato e di riportarci nel giusto rapporto di amicizia con Dio (Romani 5:9-10).
Il Nuovo Testamento sottolinea che la conoscenza di Dio è una risposta di fede e di accettazione di Cristo. (Giovanni 1:12-13; Filippesi 3:8-9).
Grazie al sacrificio di Gesù noi possiamo entrare alla presenza di Dio. (Ebrei 10:19).
(3) Con la Sua Intercessione (Romani 8:34; Ebrei 7:25; 9:24; Isaia 53:12).
Benché la sua opera di espiazione in croce è terminata, il suo continuo ministero di intercessione per coloro che sono stati salvati, grazie al suo sacrificio, continuerà senza interruzione, fino alla piena salvezza in cielo! Gesù è il Sommo Sacerdote è intercede (entugchánō) parla a nostro favore presenta e offre a continuamente al Padre, come nostra garanzia la sua natura umana e sacrificio. Così come siamo, per la nostra natura peccaminosa, senza l’intercessione di Gesù non possiamo avere una relazione con Dio Gesù ci fa conoscere Dio nel senso che è Lui lo rivela (Giovanni 17:25-26; Matteo 11:25-27); e da l’intelligenza per conoscere il Vero dice 1 Giovanni 5:20.
Non ci sono altri modi o vie per conoscere Dio, solo attraverso Gesù!
B) Il Compagno: Lo Spirito Santo.
(1) Lo Spirito Santo ci rigenera (Tito 3:4-5).
Dio ci fa essere delle nuove persone con nuovi desideri, pensieri e obbiettivi! Tra questi c’è quello di Dio. Lo Spirito Santo mette dentro di noi il desiderio, la sete di Dio, di esplorare e di tuffarci nella grandezza e nella ricchezza di Dio! Ogni vero credente, ha lo Spirito Santo e per questo ha sete di Dio!
(2) Lo Spirito Santo ci rivela Dio (1 Corinzi 2:10-12).
Dio può essere conosciuto dallo Spirito Santo come il nostro spirito conosce ciò che noi siamo! Senza lo Spirito Santo noi non potevamo e possiamo conoscere Dio! Lo Spirito Santo ci guiderà in tutta la verità come disse Gesù in Giovanni 16:14-15.
Lo Spirito Santo ci aiuterà anche nella preghiera (Romani 8:26-27) .
Paolo pregava per quelli di Efeso che Dio li aiutasse con lo Spirito Santo per conoscerlo pienamente (Efesini 1:17).
C) La Cura del rapporto: la vita devozionale.
Conoscere Dio significa avere una relazione intima con Dio e di permettere a Dio di rapportarsi con noi. La conoscenza di Dio si svolge nel contesto della devozione, nella curare questo rapporto con Dio. I rapporti di amicizia sono profondi se sono curati, se c’è un contatto costante sincero.
Come possiamo curare il rapporto con Dio?
(1) Con la Preghiera (Efesini 1:16-17).
Se vogliamo conoscere Dio, dobbiamo pregare costantemente, dobbiamo parlare con Dio, la comunicazione è il mezzo di conoscenza.
Ma anche l’ascolto, noi ascoltiamo Dio, tramite:
(2) La Bibbia.
La Bibbia è la Parola di Dio. Se noi vogliamo ascoltare la voce di Dio, dobbiamo leggere la Bibbia! (2 Timoteo 3:16; 2 Pietro 1:20-21).
Mosè incoraggiò Giosuè a meditare giorno e notte la legge del Signore e di avere cura di metterla in pratica (Giosuè 1:7-8), così dice quasi allo stesso modo il Salmo 1:1-3.
Il sacerdote Esdra (Esdra 7:10), si era dedicato con tutto il cuore allo studio, alla pratica e all’insegnamento della legge di Dio, della Parola di Dio.
Il cristiano è forte o debole a secondo come ha coltivato la conoscenza di Dio. la crescita progressiva nella vita cristiana richiede tempo, tutta la vita e uno studio disciplinato della Parola di Dio!
Ma non dobbiamo dimenticare due elementi importanti:
a) Non dobbiamo perdere di vista che Dio è una persona.
Certamente un essere spirituali, ma ha una personalità:sente, parla, vuole, ama, si adira e così via.
Come diceva Tozer lo scienziato moderno ha perso Dio tra le meraviglie del suo mondo, noi cristiani siamo in pericolo di perdere Dio tra le meraviglie della Sua Parola. Abbiamo quasi dimenticato che Dio è una Persona.
Questo significa che non dobbiamo solo studiare la Bibbia solo in un senso tecnico, questa o l’altra dottrina, ma anche per approfondire la relazione con Dio!
b) Ci vuole tempo e non si finisce mai di conoscere Dio come proprio succede nei rapporti interpersonali: non si finisce mai di conoscere una persona.
In questo senso ci sarà sempre il senso di meraviglia, non ci abitueremo mai a Dio, cosa che avviene quando lo studiamo solo per imparare tipo come scuola, ecco perché per alcuni leggere la Bibbia è pesante, perché non ricercano la persona di Dio!
(3) La Chiesa.
Dio ha dato alla chiesa degli uomini con doni di parola per la crescita dei credenti! (Efesini 4:11-13).
Molte chiese, e quindi responsabili, si sono concentrati solo sul salvare le anime e hanno trascurato la crescita spirituale e morale dei membri.
Ma è anche vero che alcuni membri non vogliono crescere, o non frequentano gli incontri, il risultato è catastrofico.
Abbiamo credenti bambini nella fede che non conoscono bene Dio! Si sono fermati al latte! (Ebrei 5:12-14).
Domande
1. Cosa significa conoscere Dio?
2. Perché è importante conoscere Dio?
3. Quali strumenti Dio ci ha dato per conoscerlo?