Luca 1:46-56: Il cantico di Maria.
La motivazione dell’esultazione.
La benedizione di Elisabetta produce una reazione in Maria: scoppia nella lode, offrendo un inno di ringraziamento.
L’inno di Maria si aggiunge alla nota di gioia e di gratitudine presente in 1:39-45.
Noi in questi versetti vediamo l’esultazione e la motivazione dell’esultazione di Maria.
I L’ESULTAZIONE DI MARIA.
Nel v.46 leggiamo: “E Maria disse: ‘L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore’”.
La preghiera di Maria assume forma di canto o inno di lode.
Leon Morris scrive: “ Il cantico di Maria (detto il Magnificat dalla parola iniziale del testo latino) è un prorompere di lode in un linguaggio in gran parte veterotestamentario. Ci sono, in particolare, molte rassomiglianze con il cantico di Anna (1 Samuele 2:1-10). Ma in quello di Maria c’è una diversità di tono. Il cantico di Anna è un grido di trionfo di fronte ai suoi nemici, quello di Maria è un’umile contemplazione della misericordia di Dio”.
Secondo altri studiosi la forma di questo canto ha molti elementi in comune con i salmi dell’Antico Testamento (Salmo 9; 30; 66; 68; 72; 117; 137), quindi può essere messo nella categoria degli inni di lode (Salmo 8; 19; 29; 33; 100; 103; 104; 111; 113; 114; 117 ; 135; 136; 145-50).
Noi vediamo prima di tutto:
A) La provenienza dell’esultazione.
Questo cantico è un’espressione di lode che proviene dalla parte interiore più profonda del suo essere.
Troviamo “anima” e “spirito” insieme nell’Antico Testamento (Salmo 77:2-3; Giobbe 12:10; Isaia 26:9).
Alcuni studiosi sono convinti, benché siano una parte immateriale di una persona, che vi sia una distinzione tra “anima” e “spirito”; “anima” è l'essenza della vita in termini di pensiero, volontà e sentimento, mentre lo “spirito” si riferisce a quella parte interiore diretta verso Dio ed è in grado di ricevere i segni da Lui, quella parte cioè potenzialmente sensibile e reattiva a Dio.
Per altri studiosi invece, non c’è differenza di significato tra “anima” e “spirito”, il cambiamento è motivato da esigenze poetiche, è un parallelismo poetico.
“Anima” e “spirito” può essere intesa come “l’io”, alla parte immateriale della vita, in contrasto con il corpo, si riferiscono al sé interiore, alla natura spirituale interiore di una persona.
La lode, o l’adorazione deve provenire dal profondo del nostro essere!
La vera lode a Dio viene dal cuore.
Lodare Dio con le labbra senza che provenga dal nostro cuore non ha alcun significato! Dio non lo accetta! (cfr. Isaia 29:13; Matteo 15:8-9).
In secondo luogo vediamo:
B) La particolarità dell’esultazione.
Maria:
(1) Magnifica il Signore.
“Magnifica” (megalunei-presente attivo indicativo) indica un’azione abituale di Maria, cioè che continua a magnificare il Signore.
Significa lodare la grandezza, dichiarare, o annunciare la grandezza del Signore.
Significa rendere il Signore grande e glorioso per la sua grandezza e maestà, quindi esaltare, glorificare (Atti 5:13; 10:46; 19:17), Maria lo fa per mezzo del suo canto.
“Signore” (kurion) indica uno che è in una posizione di autorità, padrone, colui che comanda, quindi Dio è Colui che ci comanda, il soprannaturale che governa su tutto (Matteo 1:20; 1 Corinzi 1:3).
Dio è il supremo Sovrano dell'universo, questo riconosce Maria.
Maria:
(2) Esulta in Dio Salvatore.
“Esulta” (ēgalliasen-aoristo attivo indicativo) significa gioire (cfr. Luca 1:14,44; Atti 2:26; 16:34), trovare diletto, essere felice.
Maria è in uno stato di gioia intensa e letizia, “esulta” spesso implica l'espressione e il movimento del corpo, come per esempio, saltare, ballare di gioia, essere estremamente gioioso, gioire grandemente, estrema contentezza (cfr. Salmo 2:11; 20:5; 40:16; 68:3).
Maria ha esultato in un momento specifico, probabilmente quando l’angelo le ha recato il suo annuncio, oppure si riferisce al momento prima di parlare.
Ma alcuni studiosi pensano che si riferisca al tempo presente come magnifica, oppure che ha cominciato a esultare in Dio, oppure si riferisce al passato, ma con un valore attuale.
Nessuno dà gioia come Dio (Salmo 16:11).
I piaceri del mondo sono vuoti e vani rispetto ai piaceri che vengono da Dio, eppure la maggior parte delle persone rifiutano Dio per i piaceri del mondo (2 Timoteo 3: 4).
“Salvatore” (sōtēri) indica che Maria ha riconosciuto il proprio bisogno di salvezza, essendo una donna normale come tutte le altre e quindi peccatrice (Romani 3:23-24; 1 Giovanni 1:8-10).
Maria aveva bisogno di un Salvatore. La madre di Gesù riconosce qui che aveva bisogno di un Salvatore come tutti gli altri.
Dicendo: “Mio Salvatore” Maria riconosce la sua dipendenza da Dio.
La frase: “Dio mio Salvatore” è molto comune nell’Antico Testamento ( 1 Samuele 2:1; Salmo 24:5; 25:5; 35:9; Isaia 12:2; Michea 7:7; Abacuc 3:18)
“Salvatore” è dunque molto familiare nella Bibbia (2 Samuele 22:3, 47; Isaia 45:21; 1 Timoteo 2:3; Tito 2:10; 3:4).
Anche Gesù è descritto in molti luoghi del Nuovo Testamento come "Salvatore" (Luca 2:11; Giovanni 4:42; Atti 5:31; Tito 1:4; 2 Pietro 1;1, 11; 1 Giovanni 4:14).
Una persona, o un popolo, può essere salvata dalla malattia, dalla morte, dai nemici, (per esempio 1 Samuele 11:13; 2 Cronache 20:17; Salmo 22:21; 106:21; 116:8; Luca 1:71; 6: 9; 7:50; 8:12; 9:24; 13:23; 18:26; 19:10; 23:35, 37, 39).
Ci sono anche i passaggi in cui i termini in questione fanno riferimento alla liberazione dal peccato e alla restaurazione del favore divino (Salmo 51:12-14; 119:81; Ezechiele 37:23; Matteo 1:21; Luca 1:77; Atti 5:31).
Quindi la salvezza dall'ira a venire (Romani 5:9; cfr. 1 Corinzi 3:15; 5:5; 1 Tessalonicesi 5:9), e, quindi, la riconciliazione con Dio (Romani 5:10-11).
La salvezza è in relazione con la salvezza dell'anima (Marco 8:35; 1 Pietro 1:9), che è già reale (Luca 19:8-9;Atti 2:47; 2 Corinzi 6:2; Romani 8:24; Efesini 2:5; Tito 3:5) ed è efficace (1 Corinzi 1:18; 2 Corinzi 2:15), ma sarà completa e definitiva fino a quando non si entrerà in cielo, quindi la vita eterna (1 Timoteo 1:16; 6:12).
La salvezza dai peccati in Cristo (Matteo 1:21) è la più importante di tutte le altre salvezze!
La salvezza dell'anima umana viene da Dio solo per mezzo di Gesù Cristo (Giovanni 4:42; Atti 4:12). Qualsiasi altro modo non salverà.
La salvezza porta gioia.
Quelli che hanno in Dio come loro Salvatore in Cristo hanno molte ragioni per gioire!
Se Dio è il tuo Signore e Salvatore non puoi fare altro che lodarlo!
Maria esulta in Dio come Salvatore, anche se il suo linguaggio è personale (v. 48a), la salvezza è anche in relazione al popolo.
Maria parla per sé, ma allo stesso tempo riecheggia i sentimenti della comunità.
Il punto è che la misericordia e la potenza di Dio sono manifestati agli umili che lo temono.
L’inno rivela lo stato d'animo dei fedeli, di coloro che condividono la benedizione di Dio, per coloro che sperimentano la sua misericordia e fedeltà.
Dio è degno di lode perché si prende cura del suo popolo.
I veri cristiani sono benedetti, perché Dio porterà a compimento le sue promesse, Dio agisce fedelmente alla sua parola e stende la Sua mano potente per coloro che lo temono.
II LE MOTIVAZIONI DELL’ESULTAZIONE.
Questo inno descrive alcuni attributi di Dio, non come astrazioni, ma in termini di sue azioni quotidiane.
Noi vediamo diversi motivi per cui Maria ha lodato Dio.
Il primo motivo è:
A) Perché Dio ha guardato alla bassezza di Maria (v.48).
Nel v.48 leggiamo: “Perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
“Ha guardato” (epeblepsen-aoristo attivo indicativo) indica prestare attenzione, considerare, occuparsi, mostrare preoccupazione, guardare attentamente, con implicazione di preoccupazione personale per qualcuno, guardare con tenerezza, con amore, o cura amorevole (cfr.1 Samuele 1:11; 9:16).
Implica che Dio intendeva fare qualcosa al riguardo e cambiare l’ umile situazione di Maria.
“Bassezza” (tapeinōsis) si riferisce alla condizione umile, al suo basso stato sociale secondo i valori del mondo, povera, una ragazza insignificante.
Agli occhi di molti, a quei tempi, Maria era considerata improbabile che diventasse oggetto dello speciale favore di Dio.
Quindi “bassezza” si riferisce alle persone di poco conto nella società, di umili condizioni sociali, persone che non hanno la possibilità di cambiare la loro condizione (cfr. Luca 1:52-53).
Maria loda Dio suo Salvatore, perché ha guardato al suo basso stato sociale, Dio si è preso cura di lei, e la scelta per portare nel suo grembo il Messia.
Ma può anche indicare uno stato di oppressione, o afflizione (2 Re 14:26; Salmo 9:13; 25:16-18; Genesi 29:32; Deuteronomio 26:7; 2 Samuele 16:12).
Questo pone l'affermazione di Maria dell'atto salvifico di Dio esattamente nel contesto dell’oppressione vissuta da Israele sotto la dominazione straniera nel suo passato e al tempo di Maria (vv. 52-53).
La bassezza di Maria, quindi, si può riferire come rappresentante del suo popolo.
Ciò che Dio fa’ per lei è come quello che fa’ per gli altri nella stessa condizione (Luca 1:52).
“Serva” (doulēs) esprime schiava come in Luca 1:38; Maria si descrive subalterna di fronte a Dio.
Lei non si aspettava e non assume una posizione orgogliosa nei riguardi di Dio, si mantiene umile, è grata a Dio per la Sua attenzione verso di lei.
“Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
“Da ora in poi” indica il risultato dell’azione di Dio che ha guardato la bassezza di Maria.
Maria sarà onorata, non perché lei è speciale, ma perché è il modello e rappresentante di ciò che significa sperimentare la grazia e la misericordia di Dio (vv. 45,50).
Quindi il fatto che Dio ha scelto Maria, una donna di umili condizioni che ha portato in grembo il Figlio di Dio il risultato è: “Da ora in poi tutte le generazioni (geneai- Luca 1:50; 7:31; 9:41; 11:29,50; 16:8; 17:25; 21:32), cioè i credenti di tutti i tempi, mi chiameranno beata”.
“Chiameranno beata” (makariousin-futuro attivo indicativo) è chiamare, o considerare qualcuno favorito, beato, felice, fortunato riguardo le circostanze (cfr. Giacomo 5:11).
Maria lo sapeva in senso profetico, ovviamente per rivelazione di Dio.
Una volta che si è toccati dalla grazia di Dio, le cose saranno diverse!
Il secondo motivo per cui Maria loda Dio è:
B) Perché Dio ha fatto grandi cose in lei (vv.49-50).
Così leggiamo nei vv.49-50: “Perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome; e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono”.
Grandi cose ha fatto Dio nella vita di Maria.
Vi può essere un’allusione a Deuteronomio 10:21: “Egli è l'oggetto delle tue lodi, è il tuo Dio, che ha fatto per te queste cose grandi e tremende che gli occhi tuoi hanno viste” (Cfr. Giudici 2:7; Giobbe 37:5; Salmo 71:19; 126: 2-3; Gioele 2:20-21).
Le grandi cose nella Bibbia sono le meraviglie operate dal Signore: la creazione (Giobbe 5:9), le gesta fatte quando liberò il Suo popolo dalla schiavitù d‘Egitto (Deuteronomio 10:21; 11:7; Salmo 106:21), e ora certamente anche il concepimento miracoloso del Messia nel suo corpo.
Maria vede questo evento come un altro esempio della potente mano di Dio che opera in favore del suo popolo.
Maria si concentra sugli attributi di Dio. Prima di tutto Maria afferma che:
(1) Dio è potente.
“Potente” fa eco all'Antico Testamento (Genesi 49:24; Giosuè 22:22; Salmo 24:8; 50:1; 132:2,5; Isaia 1:24; 9:6; 49:26; 60:16; Sofonia 3:17).
“Il Potente” (Dunatos) letteralmente è: "Colui che è in grado", quindi avere potenza, capacità, possibilità.
Dio è potente, ogni cosa è possibile a Lui (Matteo 19:26), quindi anche il concepimento miracoloso di Gesù in una vergine senza seme d’uomo (Luca 1:34-37).
“Potente” spesso allude nell’Antico Testamento a Dio come un guerriero che combatte in nome del suo popolo i nemici e li libera (Deuteronomio 10:17-18; Salmo 24:8; 89:8-10; Isaia 10:20-27; 42:13; Sofonia 3:17).
Dal contesto si aggancerebbe ai vv.51-53.
Non perdere mai la speranza nelle difficoltà: Dio è potente, combatte per te! Lodalo anche per questo!
Vediamo ora il secondo attributo:
(2) Dio è santo.
Nel v.49 leggiamo: “Santo è il suo nome”.
Il nome riassume chi è Dio, pertanto tutta la persona di Dio è completamente santa (Salmi 103:1).
Il nome nella Bibbia esprime la natura di chi lo porta, ne rileva il carattere distintivo e particolare, perciò dire che il nome di Dio è santo equivale a dire che tutta la sua persona è santa.
Può sembrare strano e fuori contesto che Maria celebri la santità di Dio, perché lo fa?
Forse perché pensando alle grandi cose che Dio gli aveva fatto, esclama in modo naturale “santo”.
Alcuni hanno pensato che Maria stesse pensando al concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo, quindi il concepimento era separato dal peccato, Gesù, infatti, era chiamato santo (Luca 1:35).
Altri hanno pensato che va tenuto conto del fatto che Maria era giudea, istruita fin dall'infanzia nella religione ebraica.
Di conseguenza, le sue parole devono essere comprese alla luce dell'Antico Testamento (Levitico 11:44; 19:2; 20:26; 21:8; Giosuè 24:19; Salmi 89:18; 99:3; 111:9; Isaia 5:16).
Per l'Ebreo “santo” (qādôš) significava separato, appartato, esaltato.
Quindi dire: “Santo è il suo nome” significava per Maria stava esaltando Dio infinitamente al di sopra di tutte le creature, e quindi anche al di sopra di tutte le debolezze proprie umane, compreso il peccato (Salmo 148:13; Isaia 57:15).
“Santo” potrebbe anche essere in relazione, alla sua sovranità, che Egli governa sovrano sui popoli in modo santo ed è vittorioso sui suoi nemici (Salmo 99:1-3; Luca 1:51-52).
In questo senso “santo” può essere inteso come potenza sovrana, esaltata trascendente e viene ripreso nel v. 51 quando dice: “Egli ha operato potentemente con il suo braccio; ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore”.
L'esercizio del potere di Dio dimostra la sua autorità come un esaltato, santo sovrano.
Egli mostra la sua unica autorità sovrana come governatore!.
Nella lode dobbiamo ricordare sempre che Dio è un Dio santo, questo ci dà un atteggiamento rispettoso che dobbiamo avere davanti a Lui!
(3) Dio è misericordioso.
“E la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono”.
Queste parole fanno eco a diversi passi dell'Antico Testamento (Esodo 33:19; 1 Cronache 21:13; Salmo 25:6; 89:2; 103:13,17; Isaia 55:7; Michea 7:18).
“Misericordia” (eleos) trasmette le idee di compassione, gentilezza, pietà, preoccupazione espressa per chi è nel bisogno.
Dal suo impiego nella traduzione greca dell’Antico Testamento (Settanta) il termine (hesed) esprime l’amore paziente, la fedeltà di Dio alle sue promesse nel contesto del patto (Luca 1:72; cfr. Esodo 20:6; Salmo 103:2-6, 8-11,13,18; Deuteronomio 7:9; Salmo 25:10; Isaia 55:3,6; 57:15).
La misericordia di Dio si è manifestata in Maria, ma si estende a tutte le generazioni verso quelli che temono Dio.
Stai temendo Dio?
Gli atti di misericordia descritti nei vv. 51-53 mostrano che Maria non è che una dei tanti benedetti timorati di Dio.
Il timore di Dio è necessario per sperimentare la Sua misericordia!
La misericordia è una cosa certa per coloro che lo temono.
Se uno vuole sperimentare la misericordia di Dio deve temerlo!
“Temono” (phoboumenois) è avere una misura profonda di rispetto, riverenza, essere impaurito, terrorizzato (Luca 1:12-13, 30,65; 2:9-10; 9:34,45).
Il timore del Signore è odiare il male (Proverbi 8:13; 16:6), perciò chi lo temerà sarà devoto a Dio, obbediente (Deuteronomio 5:29; 6:2,24; 8:6; 10:12; 6:13; 10:20; 31:12-13; 28:58; Giosuè 24:14; Ecclesiaste 12:15; Deuteronomio 1 Samuele 12:14; Aggeo 1:12).
Se temi Dio osserverai i Suoi comandamenti!
Il terzo motivo è per cui Maria loda Dio è:
C) Perché Dio ha operato potentemente (vv.51-55).
Nel v.51 leggiamo che Maria dice: “Egli ha operato potentemente con il suo braccio”.
Dai vv.51-53 ci sono sei verbi (tempo aoristo) che sono stati interpretati diversamente.
• Come uso storico.
Questi verbi si riferiscono al passato, come Dio ha agito nel passato.
Maria racconta quello che il Signore ha fatto per altri nel passato riferendosi a precisi momenti.
• Come uso futuristico.
Si riferisce ad azioni di quello che Dio farà in futuro in riferimento alla venuta di Gesù, descrive l’opera futura del Figlio di Dio.
Maria ha visto profeticamente queste opere già compiute (come per esempio “glorificato” in Romani 8:30).
• Come un uso per esprimere una verità generale.
In questo senso Dio fa sempre questo.
• Come uso di tutte le combinazioni.
Dio ha agito così nel passato, lo fa nel presente e lo farà nel futuro attraverso il Messia.
Molto probabilmente è la seconda interpretazione.
Maria stava parlando profeticamente di questi eventi così certi che si verificheranno come se fossero già accaduti.
“Potentemente” (kratos) indica atti, o manifestazione di grande potenza, con l'implicazione di forza sovrannaturale, miracoli, prodigi.
“Braccio” (brachioni) è un antropomorfismo, cioè Dio viene rappresentato con espressioni umane per farci capire a noi verità importanti della Sua natura, ma non deve essere preso alla lettera.
In questo caso “braccio” indica la manifestazione l’azione, o l’attività del Suo potere, o forza, o potenza (Salmo 89:13).
“Braccio” ricorda la liberazione del popolo d’Israele dall’Egitto e le gesta meravigliose durante l’esodo (per esempio, Esodo 6:1, 6; 15:16; Deuteronomio 4:34; 5:15; 7:19; 2 Re 17:36; Salmo 44:3; Geremia 32:21; Atti 13:17, cfr. Ezechiele 20:33,34; Isaia 51:5,9; 53:1).
Maria ora spiega come Dio ha mostrato il suo potere.
In questa parte della lode vediamo un ribaltamento dei valori, o delle opinioni umane di grandezza e insignificanza, c’è un’inversione di valori per Dio.
(1) Dio ha disperso i superbi (v.51).
Nel v.51 è scritto: “Ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore”.
“Ha disperso” (dieskorpisen-aoristo attivo indicativo) il senso è mettere in fuga.
L'immagine è di un esercito avversario disperso, quindi vinto, è un linguaggio dell’Antico Testamento (Numeri 10:35; Salmo 68:1; 89:10).
“Ha disperso” si riferisce alla punizione dei superbi da parte di Dio (2 Samuele 22:15; Ezechiele 5).
Chi sono i superbi?
I “superbi” (huperēphanous) sono gli arroganti, gli orgogliosi, coloro che si esaltano, hanno fiducia in loro stessi e non tengono conto di Dio, ripetutamente e volontariamente rifiutano la rivelazione di Dio (Romani 1:30; 2 Timoteo 3:2; Giacomo 4: 6; 1 Pietro 5:5; Proverbi 3:34; Isaia 13:11).
Il superbo è colui che ha dimenticato che egli è una creatura e che Dio è il Creatore; è colui che ha eretto un altare a se stesso all'interno del suo cuore, e adora là.
Bertrand Russell ha osservato: “Ogni uomo vorrebbe essere Dio se fosse possibile; pochi trovano difficile ammettere l'impossibilità”.
I superbi sono coloro che nel loro intimo (pensieri del loro cuore) hanno deciso di non dare spazio alla Signoria di Dio!
La superbia è l'atteggiamento di autonomia, di autodeterminazione, e d’indipendenza da Dio. Il superbo pensa di poter fare a meno di Dio!
La superbia è l’opposto dell’umiltà (cfr. Proverbi 3:34; Giacomo 4:6).
I superbi sono destinati a essere umiliati, puniti da Dio (Salmo 18:27; 101:5; 119:78; Isaia 13:11), come lo furono per esempio i re Nabucodonosor e Baldassar (Daniele 4; 5:18-31).
Maria dice ancora: “Nei pensieri del loro cuore”.
Questo esprime che la loro superbia è profondamente radicata nella persona e riflette il loro essere più profondo (cfr. Abdia 3).
(2) Dio ha detronizzato i potenti e ha innalzato gli umili (v.52).
In questo vediamo la sovranità di Dio.
Nel v.52 leggiamo: “Ha detronizzato i potenti, e ha innalzato gli umili”.
Dio ha detronizzato, cioè ha fatto cadere, ha abbattuto, demolito i potenti.
I “potenti” (dunastas) sono coloro che occupano un’alta posizione, governatori potenti (cfr. Giobbe 12:19; Isaia 14:12-14; Atti 8:27).
Maria si riferisce ai poteri forti, agli oppressori che tiranneggiano sui poveri e sugli umili.
Qualunque autorità terrena non è niente davanti al potere e autorità divina.
Il rovesciamento di governanti che non obbediscono alla volontà di Dio è un segno della sua potenza che opera nella storia!
Dio rovescia i governanti (Salmo 68:1; 89:10; Daniele 4; 5:18-31), ma innalza gli umili (1 Samuele 2:7; Salmo 147:6; Giacomo 4:6; 1 Pietro 5:5).
“Ha innalzato gli umili”.
Gli umili sono quelli oppressi da questi governanti.
Gli “umili” (tapeinous) sono quelli di bassa condizione sociale, quindi i poveri (cfr. 1 Samuele 2:7; Giobbe 5:11; Salmo 102:17; 103:7-9), ma può essere inteso anche in senso spirituale (cfr. Salmo 34:18; 147:6; Giacomo 4:6; 1 Pietro 5:5).
Uno dei temi principali dell’Antico Testamento è che il popolo devoto oppresso di Dio è descritto come povero e umile (Salmo 9:11-12, 17-20; 10:1-4,17- 18; 12: 1-5; 18:25-29). Dio opera per conto degli oppressi, Dio li innalza!
Maria ha in mente i romani e quelli come loro, che usano il loro potere secolare per tenere il popolo di Dio sottomesso.
Maria usa il linguaggio dei fedeli. Lei è certa che li salverà dall’oppressione per mano di stranieri, governanti pagani del attraverso il Messia (cfr. Luca 1: 68-75).
(3) Dio ha colmato di beni gli affamati e mandato a mani vuote i ricchi (v.53).
Così leggiamo nel v.53: “Ha colmato di beni gli affamati, e ha rimandato a mani vuote i ricchi”.
Non c'è nulla di male nell'essere ricchi; uomini devoti come Abramo, Isacco, il re Davide, e Giobbe, erano tutti uomini ricchi.
C'è qualcosa di sbagliato nell'essere ricco, quando si è cattivi, sfruttatori e opprimenti (Giacomo 5:1:6).
Leon Morris scriveva: “ Nel mondo antico era considerato normale che i ricchi avessero tutte le attenzioni, com’era normale che i poveri dovessero patire la fame. Ma il canto di Maria parla di un Dio non vincolato da quello che fanno gli uomini. Egli rovescia gli atteggiamenti umani e l’ordine stabilito dalla società”.
“Ha colmato” (eneplēsen-aoristo attivo indicativo) significa soddisfare, riempire.
I “beni” (agathōn) si riferisce a cose buone, quindi al cibo buono da mangiare, o possedimenti e ricchezze (cfr. Luca 12:18-19).
Gli “affamati” (peinōntas) sono quelli che hanno fame di cibo.
Mentre i ricchi non avranno nulla!
Questo passo ricorda passi dell’Antico Testamento (1 Samuele 2:5; Salmo 22:26; 107:9; 146:7; Geremia 31:14; mentre per rimandare a mani vuote i ricchi 1 Samuele 2:5; Giobbe 15:29; Geremia 17:11).
Nel Vangelo di Luca è forte la denuncia ai ricchi che accumulano tesori per sé e non sono ricchi verso Dio e non aiutano il prossimo (Luca 6:24-26; 12:19-21; 14:12-14; 16:19-31; 21:1-4).
Qui troviamo un avvertimento verso quei ricchi che non temono Dio e sfruttano gli altri!
(4) Dio ha soccorso Israele (vv.54-55).
Maria ricorda la misericordia e la fedeltà di Dio (cfr. Luca 1:72-73) che ha soccorso Israele.
Nei vv.54-55 leggiamo: “Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia, di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre”.
“Dio ha soccorso” (antelabeto-aoristo medio indicativo) è prendere per mano, quindi aiutare, sostenere (Genesi 48:17; Salmo 18:35; 63:8).
Israele è il servo di Dio che ha promesso di aiutare (Isaia 41:8-9; 44:21; 49:3; Geremia 46:27).
L'Antico Testamento registra numerosi casi in cui Dio ha soccorso Israele contro i suoi nemici (Isaia 63:8-9).
• Nel soccorso Dio è stato misericordioso.
Dio soccorre Israele perché è misericordioso come abbiamo anche visto nel v.50.
L’azione di Dio è stata motivata dalla misericordia.
Se mentre i superbi sono dispersi, quindi puniti, il suo popolo è soccorso!
“Dio che ricorda” è un antropomorfismo che troviamo nell’Antico Testamento (per esempio Genesi 19:29; Esodo 32:13; Deuteronomio 9:7; Salmo 25:6-7; 98:3; 74:2; 105:8,42;119:49; Abacuc 3:2).
Quando Dio è il soggetto “ricordare include la dimensione di prendere i provvedimenti del caso (Esodo 2:24; Levitico 26:44-45; 2 Re 20:3).
• Nel soccorso Dio è fedele.
“Ricordandosi” (mnēsthēnai) in connessione a “misericordia” (eleous) fornisce un quadro impressionante della fedeltà di Dio.
In Michea 7:20 è scritto: “Tu mostrerai la tua fedeltà a Giacobbe, la tua misericordia ad Abraamo, come giurasti ai nostri padri, fin dai giorni antichi”.
In Luca 1:72-73 Zaccaria dice: “Egli usa così misericordia verso i nostri padri e si ricorda del suo santo patto, del giuramento che fece ad Abraamo nostro padre”.
Se Dio soccorre Israele è perché ha promesso di essere misericordioso verso Abraamo e alla sua discendenza per sempre come ne aveva parlato ai padri (per esempio Deuteronomio 7:8,12; Giosuè 1:6;5:6).
Dio non ha dimenticato di essere misericordioso verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre: Israele (cfr. Luca 1:73; 3:8; 19:9; Atti 3:25; 7:2-17).
La promessa di misericordia, che era stata detta ai padri, era una promessa di misericordia per Abramo e la sua discendenza nel dono del Messia, e gli effetti della promessa si estenderebbe per sempre, come di generazione in generazione del v.50.
Dio adempie le sue promesse fatte ad Abraamo (Genesi 12:2-3; 15:5; 17:7-8;18:18;22:16-18) e poi ricordate ai padri.
L'azione di Dio per il suo popolo risiede nella promessa del patto con Abramo!
Molti anni erano passati da quando quelle promesse erano state fatte ad Abramo, ma Maria crede che Dio è fedele alla sua promessa.
Maria canta la fedeltà di Dio. Egli ha mantenuto tutte le sue promesse. Dio mantiene la sua parola, ricorda gli impegni del patto con Abramo
Maria vede quello che stava succedendo nel suo presente come una realizzazione dell'antica promessa ad Abramo.
In Gesù questa promessa ha trovato e troverà compimento.
Proprio come in passato Dio ha soccorso Israele quando era in difficoltà, così anche lo fa’ ora, in relazione con la venuta del Messia.
Noi in Cristo facciamo parte di questa promessa com’è scritto in Galati 3: 9, 16,29.
Non possiamo che lodare anche noi Dio per la sua misericordia e fedeltà!
CONCLUSIONE.
Il cantico di Maria è una storia non è solo una testimonianza vissuta di se stessa, ma di tutti coloro che temono Dio e sono gli oggetti della sua misericordia e fedeltà.
In conclusione possiamo fare alcune considerazioni:
(1) Come cristiani non possiamo che gioire lodando Dio dal profondo del nostro cuore.
Dio è il Signore e Salvatore, potente, santo, misericordioso, si prende cura di chi lo teme, del suo popolo.
Il cantico di Maria rivela il carattere di Dio, gli attributi non sono espressioni astratte, ma manifestazioni concrete nella vita delle persone!
Il vero cristiano deve lodare Dio per la Sua cura e per la salvezza che ha in Cristo!
Qualsiasi cosa accadrà su questa terra, il cristiano ha la certezza che sarà con il Suo Signore e Salvatore Gesù Cristo! (Giovanni 3:16; Romani 5:8-11).
Questa salvezza è per la sola grazia di Dio e non per i nostri meriti! (Galati 2:16;Efesini 2:8-9)
(2) Gli attributi di Dio non devono essere compresi solo per lodare Dio, ma sono da vivere nelle vicende della vita quotidiana.
I credenti devono avere fiducia e speranza, perché Dio è potente, misericordioso, fedele, mantiene le promesse.
Se mentre coloro che sembrano agli occhi di questo mondo essere senza speranza e senza aiuto, sono sotto l'occhio vigile di Dio!
Mentre quelli che sembrano essere potenti nel mondo e non vivono sottomessi a Dio sono impotenti di fronte a Dio, e saranno giudicati!
Quindi devono aver paura del giudizio di Dio e ravvedersi dei loro peccati per essere salvati!
(3) Dio interviene nella storia al momento giusto.
Di non lascia i Suoi figli abbandonati al loro destino!
Dio ha i suoi tempi e interviene nella storia per realizzare il Suo piano: è il Signore della storia!
Dio ha un progetto e lo elabora nella storia degli uomini e lo realizzerà nel tempo prestabilito!
I suoi figli sono sotto il Suo pieno controllo! Tutti i dettagli della nostra vita sono governati da Dio secondo il Suo piano (Matteo 10:29-30; Romani 8:28-30).
Noi dobbiamo essere sempre riconoscenti a Dio per questo motivo anche quando le cose non sono come vogliamo! Dio è Dio fa’ sempre la cosa giusta e saggia!
Un’altra caratteristica che vediamo in questo testo è:
(4) Le donne hanno un ruolo nei progetti di Dio.
Dio ha usato Maria per i Suoi progetti!
Dio non usa solo gli uomini! Le donne, è vero hanno un ruolo diverso nella chiesa, ma non sono di serie B per Dio! Dio usa uomini e donne: tutti sono importanti nei progetti di Dio!
(5) Le ricchezze, o una posizione di potere possono essere un pericolo se non sono sottomesse a Dio!
Dio è sovrano giudica i superbi, detronizza i potenti, rimanda a mani vuote i ricchi!