Luca 2:1-7. La nascita di Gesù.
Con i mezzi che abbiamo oggi possiamo prendere una copia di un quotidiano nazionale che è stato stampato nel giorno della nascita di una persona e sapere cosa sia accaduto d’importante quel giorno.
Se i giornali fossero stati prodotti ai tempi dell'Impero Romano, e se sapessimo con esattezza il giorno in cui Gesù sia nato, sicuramente non ci sarebbe alcun riferimento alla Sua nascita, a Maria e Giuseppe.
Ci sarebbe state solo notizie riguardo Cesare Augusto e l'Impero Romano, notizie della pace gloriosa, che allora esisteva in tutta il mondo romano (Pax Romana) e non certamente di Gesù.
Eppure la più grande nascita nella storia dell'uomo è stata la nascita di Gesù Cristo a Betlemme duemila anni fa.
Certo ogni nascita di un bambino è un evento meraviglioso, ma non come quella di Gesù Cristo, questo perché solo Gesù Cristo ci fa’ conoscere Dio ed essere salvati dai peccati e dall’inferno!!
Vediamo la circostanza, la città e la condizione della nascita di Gesù Cristo.
I LA CIRCOSTANZA DELLA NASCITA DI GESÙ (vv.1-3).
Nella circostanza vediamo che c’è stato un decreto imperiale per tutto l’impero (letteralmente è su tutta la terra-oikoumenēn- è una descrizione esagerata per indicare tutto l'impero romano Atti 11:28; 17:6; 19:27).
Il v.1 dice: “In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero”.
Luca ci dice: “In quel tempo”, questo si riferisce al periodo che segue la nascita di Giovanni Battista (Luca 1:80), oppure ai fatti del capitolo 1.
Il decreto (dogma) è un atto formale del Senato Romano, Luca usa il termine per riferirsi ad azioni formali di vario tipo (Atti 17:7; 16:4).
Prima di tutto vediamo:
A) La persona del decreto (v.1).
La persona del decreto è Cesare Augusto.
Al momento della nascita di Gesù, la Giudea era sotto la dominazione romana, l’imperatore era Cesare Augusto.
Figlio di Gaio Ottavio e di Azia (nipote di Cesare), Cesare Augusto nacque a Roma nel settembre del 63 a. C. e fu adottato da Cesare nel 45 a.C.
Cesare Augusto, non era il suo vero nome, si chiamava Gaio Ottavio, o Ottaviano, dopo l’adozione di Cesare divenne Gaio Giulio Cesare Ottaviano.
Divenne noto per la sua organizzazione amministrativa dell'impero dopo un'interessante ascesa al potere.
Dopo l'assassinio di Giulio Cesare, fu nominato capo erede e governò in un triumvirato con Marco Antonio e Lepido.
Lepido perse il potere nel 36 a.C. e il coinvolgimento di Antonio con Cleopatra d'Egitto lo portò in conflitto con Ottaviano.
Dopo aver vinto su Antonio ad Azio nel 31 a.C., fu riconosciuto come Cesare Augusto dal Senato nel 27 a.C. quando gli fu dato il nome greco onorato “Sebastos” (latino Augustus).
Fu il primo imperatore romano (31 a.C. al 14 d.C.).
"Cesare" è stato applicato anche agli imperatori romani dopo di lui; nel Nuovo Testamento troviamo applicato a Tiberio (Luca 3:1), a Claudio (Atti 17:7), e Nerone (Atti 25:8; 26:32).
Cesare Augusto era una persona orgogliosa e arrogante.
Sotto Augusto vi fu la riorganizzazione della religione imperiale, anche se non ha appoggiato la sua venerazione come Dio durante la sua vita, ribadì la divinità del suo padre adottivo, Giulio Cesare, e si lasciò chiamare "figlio di Dio", spianando la strada per la sua divinizzazione dopo la sua morte .
Il nome “Augusto” ci parla della sua arroganza.
A riguardo G. Campbell Morgan disse: "Quando quest'uomo (Ottaviano) divenne imperatore, la questione è stata oggetto di discussione su come doveva essere chiamato, rifiutò di essere chiamato dittatore, perché suggeriva un ufficio temporaneo. Rifiutò di essere chiamato il re, in quanto non significava abbastanza. In consultazione con il Senato romano, questo nome (Augusto) fu creato per lui”.
“Augusto” ha un significato religioso e ha suggerito qualità divine, infatti significa esaltato, venerabile, maestoso, indica qualcosa con grande dignità, maestosità e grandezza.
Il nome rispecchiava la volontà e gli sforzi successivi di Cesare Augusto a essere visto come Dio da parte del popolo.
Il suo regno fu conosciuto per il suo carattere pacifico, morì nel 14 d.C. e fu sostituito da Tiberio, il sovrano di Roma durante il ministero di Gesù.
Augusto divenne un amministratore famoso e saggio, in particolare riguardo le sue forze militari e la sua guardia del corpo.
Scegliendo i suoi generali saggiamente vinse molte battaglie.
Mostrò una superba delicatezza nel trattare con i suoi sudditi, e permise alle province conquistate di conservare una certa misura di autogoverno.
Rispettò i loro costumi, le convinzioni religiose, e anche le loro leggi, nella misura in cui essi non interferivano con Roma.
Stimolò le arti e la letteratura, era un grande costruttore.
È stato definito un sovrano benevolo, un salvatore e il padre della patria.
Benché, nella sua scalata al potere Augusto fu spietato, è conosciuto come l'imperatore che ha iniziato la pax romana (pace romana), il suo impero è noto come regno di pace.
B) Il progetto del decreto (v.1-3).
Il progetto era il censimento come leggiamo nel v.1: “In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero”.
Qual era lo scopo del censimento?
Luca sottolinea la il censimento quattro volte in 2:1-7.
Nell'impero romano vi erano censimenti periodici con un doppio scopo: per il servizio militare e per le tasse.
Studiosi dicono che gli ebrei erano esentati dal servizio militare, e, di conseguenza studiosi pensano che lo scopo fosse per la riscossione delle tasse.
Ma il censimento aveva un significato negativo per gli ebrei, perché era un simbolo penetrante della signoria romana.
Quindi con il censimento si ribadiva il ricordo inquietante del dominio straniero di Roma, erano segni di sottomissione e fedeltà all’imperatore.
La menzione del censimento serve a una funzione importante nello sviluppo della storia, ma allo stesso tempo serve a posizionare la nascita di Gesù nel contesto della storia del mondo e per mostrare che Dio regna sulla terra e guida la storia portare i suoi progetti importanti a buon fine.
C) Il periodo del decreto (v.2).
Nel v.2 è scritto: “Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria”.
Questo versetto è interpretato che Quirinio fece questo primo censimento, quindi come primo nel senso che non ce ne furono altri simili prima in Giudea, oppure si chiama il primo censimento per distinguerla dai seguenti censimenti: questo è stato il primo dei censimenti che hanno avuto luogo.
L'imperatore ha ordinato un regolare sistema di censimenti che si verificavano a intervalli uguali e questo è stato il primo di essi.
Questo è stato il primo di almeno due censimenti decretati da Quirinio.
Si distingue dal censimento che ebbe luogo nel 6 d.C. menzionato in Atti 5:37 dieci anni dopo.
Quirino era un soldato e un amministratore capace.
È stato vittorioso sugli Homanadensiani nel sud Galazia e nominato governatore della Siria nel 6 a.C., dopo che il figlio di Erode Archelao fu deposto con l’incarico di organizzare la Giudea.
II LA CITTÀ DELLA NASCITA DI GESÙ (vv.3-5).
Nei vv.3-5 leggiamo: “Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città. Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta”.
Anche Giuseppe e Maria si spostano da Nazaret per andare a Betlemme.
Maria viveva con lui come moglie, anche se il matrimonio non era ancora stato consumato (Matteo 1:24-25).
Non era necessario che Maria andasse con Giuseppe, a maggior ragione se era incinta, la sua gravidanza era al termine, perché lo fece?
Maria non avrebbe fatto il viaggio nelle sue condizioni, se non fosse stato necessario andare.
Forse perché era necessario anche la registrazione di Maria.
Oppure secondo Leon Morris: “Lasciarla da sola a casa avrebbe significato esporla alla calunnia”.
Probabilmente Giuseppe e Maria avevano già affrontato dolorosi pettegolezzi a causa della sua gravidanza.
Oppure potrebbe essere perché Maria e Giuseppe desideravano stare insieme al momento del parto perché entrambi sapevano il significato speciale della nascita di questo bambino.
Entrambi videro l’opera di Dio in azione e sono andati a Betlemme dove il bambino promesso doveva nascere (Michea 5:2).
Dio li voleva in questa città!
Vediamo dunque:
A) Il nome della città:Betlemme.
Nei vv.3-5 è scritto“Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città. Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide, per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta”.
"Betlemme" significa Casa del pane! era giusto che il nome del posto dove è nato Gesù: "Il pane della vita" (Giovanni 6:35).
“Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città” si riferisce che in Palestina, tutte le persone interessate, e secondo le usanze ebraiche, ritornavano per il censimento alla città di origine, Giuseppe ritornò nella città del suo più importante antenato:Davide.
Giuseppe obbedisce ed è sottomesso alle autorità andando a Betlemme, il suo luogo di origine, da Nazaret il suo luogo di residenza, benché dovevano affrontare un viaggio lungo e faticoso senza avere i mezzi che abbiamo oggi!
Il viaggio era di circa lungo dai 120 ai 145 chilometri, con strade polverosi e difficili, con 700 metri sul livello del mare, quindi anche una parte di strada in salita e perciò faticoso, ma Giuseppe e Maria non si tirano indietro.
Due lezioni importanti per noi.
1) A volte dove il Signore vuole che noi siamo comporta disagio, difficoltà e spese.
Era un viaggio difficile, ma il Signore li voleva a Betlemme.
2) Nonostante c’è un costo, noi dobbiamo obbedire se lo richiede Dio.
Giuseppe e Maria hanno obbedito, anche se non era facile obbedire sia per motivi logistici di viaggio, sia perché pagare le tasse non piace a nessuno e sia perché un censimento non era gradevole per un ebreo perché visto come un sacrilegio, Dio solo poteva numerare il suo popolo.
Quando Davide fece il censimento d'Israele, portò grande calamità sulla nazione (2 Samuele 24; 1 Cronache 21).
Così Giuseppe poteva essere arrabbiato e rifiutarsi per il censimento, ma non lo fece, obbedì.
Noi dobbiamo fare lo stesso.
Dio si preoccuperà di tutto il resto.
B) La natura della famiglia di Giuseppe: il re Davide.
Gesù come discendente di Davide e Messia, doveva nascere a Betlemme (Michea 5:1-2).
Giuseppe, discendente del re Davide, era di Betlemme, dove Davide era nato e cresciuto (1 Samuele 16; 17:12; 20:6), ma non dove ha vissuto e governato da re, perché questo lo fece a Gerusalemme (2 Samuele 5:7,9, 6:10, 12, 16).
Si può presumere che i documenti della famiglia di Giuseppe erano stati conservati qui, a Betlemme.
Profeti dell'Antico Testamento predissero più volte che il Messia sarebbe nato dalla stirpe reale di Davide (si veda, ad esempio, Isaia 11:1; Geremia 33:15; Ezechiele 37:24; Osea 3:5).
Riguardo la regalità di Gesù, Matteo mette in luce il conflitto tra il re Erode e il bambino annunciata dai magi come il re che è nato (Matteo 2:1-12).
I vangeli sottolineano il tema che Gesù è “re dei Giudei” (Matteo 27:11, 29, 37; Marco 15: 2, 9, 12, 18, 26; Luca 23:3,37-38; Giovanni 18:33,39; 19:3, 19, 21), o il “Figlio di Davide” (per esempio Matteo 9:27; 12:23; 15:22; 20:30-31; 21:9,15; 22:42), anche se l'uso del titolo si ritrova anche negli altri vangeli, in particolare nei racconti della passione.
Infine vediamo:
III LA CONDIZIONE DELLA NASCITA DI GESÙ (vv.6-7).
Nella condizione c’è:
A) La provvidenza di Dio.
Nel v.6 leggiamo: “Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto”.
Dopo un lungo viaggio, Giuseppe e Maria arrivarono, e Maria partorì dove aveva profetizzato anni prima Michea (Michea 5:1-2).
Quindi Dio fu con loro in viaggio, li ha protetti e sostenuti, e fece in modo che Maria partorì senza problemi.
Dio è stato con loro.
Dio li ha accompagnati e protetti perché secondo la profezia di Michea, il Messia doveva nascere a Betlemme!
Ciò che Dio progetta non è frustrato, lo porta a compimento! (Giobbe 42:2; Isaia 14:27; 46:9-10).
Ciò che profetizza lo realizza!
Dio non è disturbato, oppure ostacolato dalle circostanze, e dagli uomini.
Niente è troppo difficile, o impossibile per Lui (Genesi 18:14; Geremia 32:17; Matteo 19:26; Luca 1:37).
A volte può sembrare in ritardo, ma in realtà non è così. Arriva sempre al momento giusto!
La nascita di Gesù si è verificata "nella pienezza del tempo", cioè al momento giusto come Lui aveva preparato! (Galati 4:4).
Dio non era in ritardo nel compimento della promessa di Betlemme, ed Egli non sarà in ritardo in qualsiasi altra promessa! Fidati di Lui!
Gesù:
B) È il primogenito.
Nel v.7 è scritto: “Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito”.
“Primogenito” (Prototokos) è interpretato in vari modi.
(1) Egli è chiamato primogenito per indicare che Maria abbia avuto altri figli più tardi (Matteo 12:46-47; Luca 8:19-20).
A riguardo possiamo dire che Gesù non è chiamato unigenito (monogenes).
(2) Il riferimento al primogenito prepara Luca 2:23-24 in riferimento che il primogenito doveva essere consacrato a Dio (cfr. Esodo 13:2; Numeri 3:13; 8:17).
La terza interpretazione è:
(3) Il termine equivale a chiamare Gesù "unigenito".
La quarta interpretazione si riferisce:
(4) Al diritto di Gesù di ereditare il trono di Davide come il primo figlio della sua famiglia.
Poi troviamo:
(5) Il diritto di Gesù come il figlio primogenito di avere i vantaggi dell'ereditarietà.
Infine:
(6) Primogenito si può riferire a primo come rango, importanza, superiorità (Romani 8:29; Colossesi 1:15,18; Ebrei 1: 6; Apocalisse 1: 5).
Infine vediamo:
C) Il posto dove è stato messo.
Nel v. 7 leggiamo ancora: “Lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo”.
Maria si assume la sua responsabilità e cura come madre di fasciare il bambino com’era in uso tra gli ebrei, non era insolito, era la prassi normale (Ezechiele 16:4).
Le fasce usate da Maria erano lunghe strisce che venivano avvolte ripetutamente attorno a un bambino per costringerli a tenere gli arti diritti, oppure mantenere il bambino caldo e dargli un senso di sicurezza.
Questi panni si credevano che proteggessero i suoi organi interni.
Nonostante le popolari foto cartolina di Natale, l’ambiente doveva essere buio, sporco e puzzolente, Giuseppe e Maria non avevano altre scelte!
Questo è dove il Re dei Re, il Figlio di Dio è venuto nel mondo!
La “mangiatoia” (phatnē) può significare una specie di vasca, o scatola rettangolare in una stalla, o granaio progettata per contenere alimenti (ad esempio il fieno) per gli animali dove mangiavano, ma può anche significare l'intero ambiente di una stalla.
Quindi potevano essere in una stalla, ma è anche possibile che la nascita sia avvenuta in una casa povera in cui gli animali stavano sotto lo stesso tetto con i membri della famiglia, oppure erano dentro una caverna, o nel cortile di un albergo dove vi erano degli animali.
Non possiamo essere certi, Leon Morris a riguardo scrive: “ Non lo sappiamo, sappiamo soltanto che ogni particolare è un segno di povertà, di oscurità, e perfino di rifiuto”.
Il motivo per cui fu messo in una mangiatoia era perché non vi era posto in albergo.
William Barclay scrisse: “Che non c'era posto nell'albergo era il simbolo di ciò che stava per accadere a Gesù. L'unico posto dove c'era spazio per lui era su una croce”.
Non è sorprendente che non ci fosse posto per loro nell'albergo considerando il numero dei viaggiatori che affollavano diverse città durante il tempo di questo censimento.
“Albergo” (katalumati) si può riferire a una stanza di albergo, oppure a una specie di caravanserraglio, cioè un edificio costituito in genere da un muro che racchiude un ampio cortile e un porticato, che veniva usato per la sosta delle carovane.
Molto più probabile “albergo” si può riferire a una stanza in una casa privata, la stessa parola è usata per la stanza, dove Gesù mangerà la pasqua con i discepoli (Luca 22:11).
Per indicare un albergo vero e proprio Luca usa un altro termine nel caso del buon samaritano che ha soccorso e portato in una locanda (pandocheion) colui che fu malmenato e derubato (Luca 10:34).
CONCLUSIONE.
Quali insegnamenti finali possiamo trarre da questi versetti?
Innanzitutto:
1) Gesù è la vera pace.
Luca menziona Cesare Augusto, quindi la Pax Augustea, o Pax Augusta nel tempo della nascita di Gesù per ricordare e proclamare chi è veramente Colui che porta la vera pace nel mondo: Il vero imperatore della pace è Gesù, non Ottaviano.
A causa del peccato la pace è stata persa, ma grazie a Gesù, il Principe della pace (Isaia 9:6) possiamo avere pace con Dio (Romani 5:1-2; Colossesi 1:20; Efesini 2:14, 17), la pace tra le persone (Marco 9:50; 1 Corinzi 7:15; Efesini 2: 14-17; 4:3); la pace interiore (Romani 8:6; 15:13; Galati 5:22; Filippesi 4:7; Colossesi 3:15; Giovanni 14:27).
In secondo luogo:
2) Dio controlla la storia.
Il decreto di Augusto uscì in perfetto tempismo di Dio e secondo il Suo piano perfetto per portare suo Figlio nel mondo.
Poiché Dio è il Signore di tutta la terra, non c'è potere che non sia sotto la sua autorità (Proverbi 21:1), i poteri forti sono sotto il controllo di Dio!!
Come Nabucodonosor e Ciro, Cesare Augusto è stato uno strumento inconsapevole di Dio per realizzare il Suo piano, il cui decreto porta al compimento la profezia di Michea 5:1-2, riguardo al Messia che sarebbe nato a Betlemme, fatta circa 700 anni prima(cfr. Matteo 2:5-6; Giovanni 7:42).
Gli uomini potenti pensano che loro dirigono gli eventi, ma non è così!
Dio ha usato l'autorità di un uomo che credeva e credevano di essere un dio per portare sulla scena, il Figlio di Dio.
Dio usa anche i pagani per portare a buon fine i suoi piani!
Dio opera per mezzo di ogni genere di persona per realizzare i suoi progetti!
Dio stava usando questo il decreto di un imperatore pagano per la realizzazione il proprio progetto riguardo l’incarnazione, il ministero e l’opera di Gesù Cristo per la salvezza del suo popolo!
Dio è all’opera nella storia degli uomini per realizzare la Sua storia, i Suoi progetti (Romani 8:28; Efesini 1:11).
Dio controlla la storia, è il Signore della storia!
Quindi non siamo nelle mani degli uomini, ma di Dio! Questo è un grande conforto!
Dio guida la nostra vita, come per Cesare Augusto, come per Giuseppe e Maria!
Dio voleva che Giuseppe e Maria fossero a Betlemme e li ha portati là.
Inoltre Dio, nella sua saggezza imperscrutabile, ha usato Cesare Augusto per l'avanzamento del Regno di Dio.
Grazie alla Pax Romana la religione cristiana, in un tempo molto breve, si diffuse in tutto il Mediterraneo.
Questo passo ci ricorda anche:
3) L’obbedienza di Giuseppe e Maria all’autorità.
Questo passo ci ricorda la sottomissione di Giuseppe e Maria alle autorità che tutti i cristiani devono avere perché le autorità sono preposte da Dio (Romani 13:1-2).
Siamo dovuti a dare a Cesare quello che è di Cesare (Matteo 22:21).
Ma Gesù vuole:
4) Un posto nel tuo cuore.
Non c'era posto per loro nell'albergo! Era sovraffollato.
Molti oggi non hanno posto per Gesù nei loro cuori!
Questo perché sono sovraffollati di pensieri di ricchezza, di onore, di peccati, di prestigio, di affari, sono pieni di sé, del proprio orgoglio, del proprio egoismo!
Tu hai posto Gesù nel tuo cuore?
Molte persone hanno chiuso e chiudono le porte del proprio cuore a Gesù e tu? (Giovanni 1:11-12).
Questo passo ci parla anche di:
5) Umiltà, sacrificio e semplicità.
Gesù ha mostrato la sua grazia: era ricco e si è fatto povero affinché noi potessimo diventare ricchi (2 Corinzi 8:9).
Questo è un principio importante da seguire di amore, di sacrificio per gli altri, di rinuncia, di servizio (Filippesi 2:5-11).
Gesù nacque in umili condizioni, eppure troviamo una contraddizione con il Natale di oggi caratterizzato dal materialismo, dall’appariscenza e dallo sfarzo.
Oggi molti pensano che i valori fondamentali della vita è nell’avere, si misura: nell’avere ricchezze, vestiti firmati, lauree, successo, eccetera.
Gesù c’insegna che i veri valori della vita non sono questi!
Infine:
6) Non dobbiamo ricercare le comodità.
Come discepoli di Gesù Cristo non dobbiamo ricercare le comodità.
Fin dalla nascita Gesù non ebbe una vita comoda, in seguito dirà cosa significa essere suoi discepoli, in Luca 9:57-58 leggiamo: “Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: ‘Io ti seguirò dovunque andrai’. E Gesù gli rispose: ‘Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo’”.
Servire il Signore significa seguire un destino senza comodità come quello di Gesù. Gesù dice all’uomo di calcolare il costo.
Il Figlio dell’uomo (Gesù) sperimenta il rifiuto della gente ed è senza fissa dimora, e i suoi discepoli (è implicito) devono essere preparati per la stessa esperienza.
Servire il Signore, significa essere disposti a rinunciare alle comodità e avere la prontezza incondizionata di seguire Gesù ovunque Lui voglia.