Giovanni 10:14: Gesù il buon pastore conosce le sue pecore.
“Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me”.
La “conoscenza” (ginó̄skō) a cui si riferisce Gesù, è una conoscenza che va al di là di una conoscenza intellettuale, è una conoscenza intima, ed è una relazione personale, infatti, la stessa parola la troviamo per indicare un rapporto d’amore (Genesi 4:1,17,25; Matteo 1:25).
“Conoscere” indica, dunque, un rapporto intimo, speciale, personale, esclusivo che Dio ha con il Suo popolo, che ha scelto sovranamente e incondizionatamente (Genesi 18:19; Esodo 33:12; Amos 3:2 ; Romani 9:10-11; Efesini 1:4). Perciò se il credente conosce Dio e perché prima Dio ha conosciuto il credente (Galati 4:8). Quindi è una conoscenza reciproca esperienziale che rispecchia la conoscenza reciproca intima tra il Padre e il Figlio (v.15).
Include l’idea dell’amore e della cura, dell’amicizia di grazia di Dio con il Suo popolo (Esodo 2:25; 19:4; Osea 13:5). Significa che Dio osserva chi gli appartiene ed è interessato al loro destino, si prende cura di loro.
Il credente non è un numero per Gesù! Quando vediamo un gregge, le pecore ci sembrano tutte uguali, ma il pastore conosce le sue pecore per nome (Giovanni 10:3), ne conosce le caratteristiche e ne conosce le differenze. La conoscenza del Pastore, di Gesù che ha per noi implica anche una conoscenza totale che si estende nella parte più profonda della nostra vita e va ancora più indietro dalla nostra nascita.
Nel Salmo 139:15-16 è scritto: " Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi eran destinati, quando nessuno d'essi era sorto ancora".
Prima della nostra nascita, Gesù già conosceva tutto di noi! La conoscenza di Gesù è profonda e intima. Lui conosce il nostro passato con i suoi fallimenti, con le sue ferite e con le sue gioie. Lui conosce il nostro presente, i nostri desideri non realizzati. Egli conosce le nostre avversioni, frustrazioni e sogni, conosce i punti forti e deboli nel nostro carattere, conosce la profondità abissale del nostro cuore! Gesù ci conosce meglio di quanto ci conosciamo noi stessi!! Ma la cosa importante è che la sua conoscenza è personale! (Giovanni 10:3).
Max Lucado dice: "Quando vediamo una folla, vediamo esattamente quello, una folla. Che riempie uno stadio o che si riversa in un viale. Quando vediamo una folla, vediamo la gente, non delle persone, ma la gente. Una moltitudine di esseri umani. Una miriade di volti. Ciò che vediamo è questo. Ma non è così per il Pastore. Per lui ogni viso è diverso. Ogni faccia ha una storia. Ogni volto è un figlio".
Il tema della conoscenza reciproca del pastore e le pecore è di grande importanza, le pecore seguono soltanto il loro pastore (Giovanni 10:4-5,8).
Stai obbedendo al buon Pastore? Lo stai ascoltando? Lo stai seguendo? Se sei una sua “pecora” certamente lo stai facendo, altrimenti non fai parte del suo gregge!