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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La pace interiore (Galati 5:22).

La pace interiore (Galati 5:22).
Ci sono molte teorie sulle cause dell’ansia e anche molte soluzioni per essa.
Diverse scuole di pensiero hanno cercato di capire le origini, hanno fatto diagnosi e terapie, ma nessuno ha tutte le risposte!

Noi cristiani, sappiamo, per come è scritto nella Bibbia che la risposta definitiva si trova in Dio.

La pace è il frutto della presenza dello Spirito Santo in noi (cfr. Romani 14:17) che opera anche in risposta alle nostre preghiere.

La pace interiore e la pace di Dio che deriva da un giusto rapporto con Lui.

Diversi anni fa un sottomarino veniva testato e doveva rimanere sommerso per molte ore. Quando tornò al porto, al capitano gli fu chiesto: "Come ha fatto ad affrontare la tempesta terribile l'altra notte?" L'ufficiale lo guardò sorpreso ed esclamò: “Tempesta? Non sapevo che ci fosse stata una tempesta!” Il sommergibile era così lontano dalla superficie che aveva raggiunto la zona conosciuta ai marinai come "il cuscino del mare."
Anche se l'oceano può essere caratterizzato da onde enormi mosse da fortissimi venti, le acque profonde non ne sono influenzati. 

Nel rapporto profondo con Dio abbiamo quella pace interiore che niente e nessuno ci darà!

In Filippesi 4:6-7 leggiamo: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù”.


I IL COMANDAMENTO A NON ESSERE ANSIOSI.
"Non angustiatevi di nulla! 

Prima di tutto vediamo:
A) La Caratteristica dell’ansia.
Ci sono delle sane preoccupazioni (Filippesi 2:20; 1 Corinzi 7:32-34; 2 Corinzi 11:28; 12:25), per esempio essere attenti e vigili riguardo l’educazione dei figli, per l’opera del Signore, eccetera, ma l’apostolo qui si riferisce all’ansia in senso negativo.

“Non angustiatevi di nulla” (Merimnate -Presente attivo imperativo- Mēden) è un comandamento e non si riferisce a una semplice preoccupazione, ma a un’ansia eccessiva, a una preoccupazione molesta, che c’infastidisce.

L'ansia è un sentimento interiore di apprensione, inquietudine, terrore, preoccupazione, e/o di terrore che è accompagnato da un’eccitazione fisica intensa. 
Nei casi più gravi il cuore batte più forte, la pressione sanguigna sale, i muscoli s’irrigidiscono, la respirazione è disturbata sia come iperventilazione, cioè, la respirazione troppo veloce, o come una tendenza a trattenere il respiro. 

L’ansia varia nella sua intensità, durata, e influenza.        
      
In secondo luogo cerchiamo di capire:
B) Le Cause dell’ansia.
Le cause dell’ansia possono essere tante per esempio: nasce dall’apprensione, o dalla paura per un possibile pericolo, o dall’incertezza soprattutto riguardo il futuro per i bisogni primari: come il vestire, mangiare, ecc. (Matteo 6:25,27, 28, 31, 34).

L’ansia può nascere da una situazione sfavorevole, o anche per l’instabilità, non avere la situazione sotto il nostro controllo (Salmo 13:2; Atti 27:29). 

Si può essere ansiosi per la criminalità, la guerra, l'instabilità politica, instabilità lavorativa, brutto tempo, malattia inspiegabile e inaspettata, o per una visita anche dal medico, un esame clinico, non sappiamo cosa verrà fuori. 

Si può essere ansiosi per l’incertezza, per esempio quando ci muoviamo verso una nuova situazione: prendere un nuovo lavoro, fare un esame di scuola, o per un concorso, fare un discorso davanti a tante persone e avere paura di sbagliare. 

Quali erano i motivi dell’ansia dei Filippesi? 
I Filippesi potevano avere molti problemi e preoccupazioni, ma in questa lettera, vediamo: erano perseguitati (Filippesi 1:27-30), quindi le conseguenze potevano essere: sofferenza fisica, la perdita delle loro case, del lavoro e quindi di tutte le conseguenze che questo comporta.

Un’altra possibile causa era il fatto, che la chiesa non era unita (Filippesi 1:27; 2:1-4; 4:2), quindi l’incertezza, oppure un’altra causa è perché vi erano falsi maestri (Filippesi 3:2-4,18-19).

Forse, i filippesi erano anche preoccupati per l'apostolo Paolo che era in prigione (Filippesi 1:12), e quindi veniva a mancare un punto di riferimento importante per loro.

Oppure erano in ansia per la malattia di Epafrodito, un membro della loro chiesa che era stato ad aiutare Paolo che era in prigione a Roma (Filippesi 2:26). 

Ora “angustiatevi” indica una mancanza di fiducia in Dio nella cura amorevole di Dio e nella Sua potenza sovrana, e come disse Oswald Chambers è una specie di “inconscia bestemmia”.  

L’ansia è un male, un peccato perché è una forma sottile di sfiducia in Dio, sfiducia che Dio non farà la cosa migliore, che provvederà per i nostri bisogni, o peggio ancora che dubitiamo del fatto che il Re Sovrano che controlla ogni cosa. 

L’ansia può essere anche la presunzione dell’uomo che vuole creare da sé il proprio destino e disporre il proprio futuro, come se tutto dipendesse da lui e non da Dio (Matteo 6:25; Giacomo 4:13-16).

L’ansia nasce quando l'individuo non ha la situazione sotto controllo, ha paura ed è incerto su cosa gli accadrà, e in gran parte impotente a prevenire, o ridurre la minaccia. 

Paolo dice: “Non di nulla” (Mēden), questo è enfatico, e serve a sottolineare che non dobbiamo assolutamente essere ansiosi di nulla! Esclude tutte le eccezioni. 

Paolo sa che i pensieri ansiosi si moltiplicano nei momenti di difficoltà, ma egli esorta la chiesa a bloccare la loro ossessione, la loro preoccupazione eccessiva. 
Il suo divieto è un divieto completo, senza eccezioni: nulla, assolutamente nulla, perché sa che Dio è più grande di tutti i loro problemi e in controllo su tutto e si prende cura dei suoi figli.

Ora l'apostolo Paolo non dice questo perché si fa grande come quello che sta bene ed esorta gli altri a non essere assolutamente ansiosi per i problemi, anche Paolo si trova in una situazione precaria: è carcerato (Filippesi 1:13). 

Paolo sa benissimo che cos’è la persecuzione, cosa sono i problemi, che cos’è la fame, il pericolo, la precarietà, perché li ha vissuti e li stava vivendo sulla propria pelle (cfr. 1 Corinzi 4:12-12; 2 Corinzi 6:3-10; 11:23-33). 

Paolo dunque sapeva bene cosa significasse avere problemi seri, e poteva scrivere con una certa sensibilità sull'argomento.

C) Conseguenze dell’ansia.
“L'ansia è il veleno della vita umana” ha detto Hugh Blair. 
L’ansia non è solo un peccato, ma è anche controproducente per la nostra vita stessa. L'ansia è inutile, frustrante, debilitante. 
Quante persone sono emotivamente disturbate a causa dell’ansia! 
In effetti, molte malattie possono essere ricondotte a tensioni nervose e disturbi emotivi dovuti all’ansia.

Alcune reazioni psicologiche negative: irritabilità e impazienza, soffocamento della creatività e dell'originalità, difficoltà di concentrazione, difficoltà di memoria, difficoltà nel fare le cose, essere bloccati, incapaci, e anche il panico. 

In casi estremi, l'ansia può immobilizzare una persona tanto da non essere più autonoma come un normale adulto.

Riguardo le reazioni fisiche l’ansia può causare tremori, debolezza, incapacità di rilassarsi, o di dormire. 

L’ansia può causare paralisi, tachicardia, o forti mal di testa, può causare ulcere, eruzioni cutanee, mal di schiena, e una varietà di altri problemi fisici.

II LA CHIAVE A NON ESSERE ANSIOSI.
La storia ci racconta come il celebre compositore austriaco, Franz Haydn, era in una compagnia di ospiti illustri. La conversazione si rivolse su quali erano i migliori mezzi per ristabilire energie mentali esaurite dagli studi lunghi e difficili. Una persona disse che ricorreva a bere una bottiglia di vino. Un altro disse che la sua soluzione era di coinvolgere se stesso in compagnia di altri. Ma quando a Haydn gli fu chiesto cosa avrebbe fatto lui rispose che la sua pratica era di ritirarsi nel suo studio e là pregava. Niente, ha spiegato, esercitava un’influenza più felice ed efficace sul suo cuore e nella sua mente che la potenza della preghiera. 
Nel v.6 leggiamo: "Ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti".

Paolo utilizza tre diverse parole greche per la preghiera qui, ci sono piccole differenze di sfumatura tra una parola e l'altra, ma l'effetto principale dell'uso di tutti e tre è quella di sottolineare l'importanza nella vita cristiana di pregare costantemente e con fiducia, con ringraziamento. 

Vediamo: 
A) La circostanza: in ogni cosa dobbiamo pregare.
“In ogni cosa” (en panti) è onnicomprensivo, cioè comprende tutto: in tutti i dettagli e in tutte le circostanze della vita, sempre, siamo chiamati a pregare Dio.

Quindi, il modo per non essere ansiosi per la qualsiasi cosa è: pregare in ogni circostanza!

In situazioni in cui gli altri si agitano e si preoccupano, i credenti presentano il loro caso a Dio nella preghiera e non saranno ansiosi.
   
Quindi vediamo:
B) La comunicazione a Dio in preghiera delle nostre richieste.
Nel v.6 leggiamo ancora: "Fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti".

Notate che Paolo dice a Dio e a nessun altro!

Il senso della frase è di lasciare che le nostre richieste siano rese note a Dio, di portare le richieste definite, specifiche e precise (richieste- aitēmata), solo a Dio (preghiere-(proseuchē) con passione (suppliche-deēsei). 

Paolo ci esorta a far conoscere sempre le nostre necessità, problemi e desideri a Dio, come indicato dal verbo “fate conoscere” (gnorizestho- presente passivo imperativo).

Paolo forse vuole dire che Dio non sappia di cosa abbiamo di bisogno? 
Dio non ha certo bisogno di essere informato circa i nostri bisogni (Matteo 6:32), ma la preghiera è un’espressione di fiducia, di umiltà e di dipendenza da Dio.

La preghiera è l’espressione della fede e che dipendiamo da Dio, dichiariamo che senza di Lui non possiamo vivere! 
David Hubbard disse: “La preghiera è la nostra dichiarazione di dipendenza da Dio”.
Con la preghiera noi confessiamo il nostro senso del bisogno di Dio! (cfr. Salmo 40:17).

La preghiera è la fiducia di un bambino in un Padre che conosce, ama e si prende cura dei Suoi figli! (Matteo 21:21).
Senza fede non possiamo piacere a Dio (Ebrei 11:6).

Portando la nostra richiesta a Dio, ciò che causa l’ansia, noi la tiriamo fuori e la gettiamo su di Lui sapendo che si prenderà cura di noi (1 Pietro 5:6-7; Salmo 34:15; Matteo 7:11). 

Certo possiamo avere qualche pensiero di vario genere per il futuro, ma possiamo dire: “Non so cosa mi riserva il futuro, ma so chi ha il mio futuro nelle mani!" 

È una questione di avere fede nel Signore!
È una questione di lasciare la nostra vita nelle mani di Dio in sottomissione, sapendo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano il Signore, i quali sono chiamati secondo il Suo disegno! (Romani 8:28).

In che mani migliori possiamo allora lasciare i nostri problemi? 
Ci sono persone meglio di Dio?
Dio ci ama in modo perfetto (1 Giovanni 4:8-10), non cambia mai (Malachia 3:6); è fedele (1 Corinzi 1:9); è saggio (Romani 16:27); è Sovrano (Salmo33:10); conosce ogni cosa (1 Giovanni 3:20), è eterno (Salmo 10:16), quindi degno di fiducia!

Chi meglio di Dio, può ascoltare e portare tutte le nostre preoccupazioni? 
Nessuna richiesta è troppo piccola, difficile, o irrilevante per Dio! 
Non c’è nulla di grande per la potenza di Dio, o di nascosto che Lui non conosca! 
Non c’è richiesta che a Lui sembri insignificante!
Dio vuole che noi siamo sereni, ma dobbiamo affidarci completamente a Lui e accettare la Sua volontà per noi!

Le preghiere devono essere accompagnate da ringraziamenti. 
“Ringraziamenti” (eucharistias) è gratitudine, avere un animo grato, rendimento di grazie verso Dio. 
Perché dovremmo ringraziare sempre Dio quando preghiamo? 

In primo luogo:
(1) Perché possiamo pregare Dio.
Possiamo andare alla presenza del Dio Creatore liberamente grazie a Gesù (cfr. Efesini 2:18; Ebrei 10:19; Giovanni 14:6). 
Ma non solo possiamo pregare Dio, Dio ascolta la preghiera dei Suoi figli! (Matteo 7:7-11; Salmo 6:9; 40:1). 
Dio non è indifferente ai nostri bisogni, alle nostre circostanze!! 
             
In secondo luogo dovremmo ringraziare sempre Dio quando preghiamo:
(2) Per le benedizioni: passate, presenti e future.
Pregare sempre con il ringraziamento a Dio sostituisce l'abitudine dell’ansia! 

Senza rendimento di grazie, la preghiera diventa semplicemente un modo di lamentarsi con Dio di tutte quelle cose che ci sono accadute, o che potrebbero accadere che pensiamo siano cattive.

Quando ringraziamo Dio, ci concentriamo sulla sua bontà e misericordia e non sui problemi! 

Ringrazieremo Dio per fede, per quello che ci dà e per quello che non ci dà, Dio fa sempre la cosa migliore e perfetta!

Ringrazieremo Dio anche in mezzo ai problemi; quando ringraziamo Dio vediamo i nostri problemi alla luce del Suo carattere e li vediamo in un’ottica diversa! 

Noi dobbiamo ricordare che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio (Romani 8:28), e Dio non permetterà una tentazione che vada al di là delle nostre forze (1 Corinzi 10:13). 

Ringraziamento significa dare a Dio la gloria in ogni cosa, facendo spazio a lui, gettando la nostra attenzione e preoccupazioni su di lui, fidandoci di Lui, della sua cura amorevole, 

Quindi vediamo:
III LA CONSEGUENZA: LA PACE DI DIO.
Al v.7 leggiamo: "E la pace di Dio".
Nel v.7 vediamo la promessa della pace di Dio per coloro che fanno conoscere a Dio le loro richieste in preghiera e supplicazione con ringraziamento (v.6). 

La pace è l’esito, il risultato della preghiera fatta con fede e ringraziamento. 

Isaia 26:3-4 dice: " A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida. Confidate per sempre nel SIGNORE, perché il SIGNORE, sì il SIGNORE, è la roccia dei secoli". 

A) La sostanza della pace di Dio.
La “pace” (eirēnē) è l’armonia, la tranquillità, la serenità, il benessere interiore, la libertà o l’opposto dell’ansia, quindi dell’apprensione, inquietudine, terrore, è un senso di appagamento interiore fornito da Dio.      
       
Anche se la preghiera ci può aiutare a livello psicologico a stare meglio, Paolo qui non si riferisce alla preghiera come auto-suggestione, una forma di auto-ipnosi, di auto-purificazione da pensieri negativi che produce la pace del Signore. 

La pace è un dono di Dio che scaturisce dalla Sua grazia, piuttosto ciò che l’uomo può pensare, causare o realizzare. 

La pace è un dono di Dio, il frutto dello Spirito Santo come leggiamo più volte nella Bibbia! (Numeri 6:26; Salmo 29:11; Giovanni 14:27; Galati 5:22). 

Dio è il Dio della pace com’è scritto in Filippesi 4:9 e in altri passi della Bibbia (2 Corinzi 13:11; 1 Tessalonicesi 5:23; 2 Tessalonicesi 3:16). 

Dio ci può dare la pace perché Lui ha pace, è in pace! Dio non è soggetto all’ansia! 

La pace di Dio, quindi riflette il carattere divino, la pace che Dio stesso ha, che è totalmente separato da ogni ansia e preoccupazione.

L’apostolo Paolo non sta dicendo che non ci saranno i problemi, o che tutti i problemi finiranno, che Dio ci libererà da ogni difficoltà, ma che ci darà la pace nonostante le difficoltà! Che avremo la pace di Dio in mezzo ai problemi!  

La pace non è l'assenza di problemi. Non è la felicità che dipende dalle circostanze, o la vita senza intoppi! Se Dio risponde, o non risponde alle preghiere. 

Presentando i nostri bisogni a Dio, non significa che Egli esaudirà ogni preghiera. (cfr. vedi l’esempio di Gesù in Matteo 26:39,42,44; vedi l’esempio di Paolo in 1 Corinzi 12:1-10). 

Possiamo, però essere certi che, in mezzo alla bufera dei nostri problemi, in mezzo la tempesta delle prove, la pace di Dio custodirà i nostri cuori e i nostri pensieri dall’ansia. 

La pace di Dio è quella calma interiore che si trova nella profondità della preghiera, che protegge i cuori e i pensieri da qualsiasi disturbo esterno. 

La pace è il frutto di credere alla preghiera, la preghiera che ci porta alla presenza del Dio della pace che dona la pace! 
  
B) La superiorità della pace di Dio.
Nel v.7 leggiamo: “E la pace di Dio supera ogni intelligenza”.

“Supera” (huperechousa- presente attivo participio- noun) indica qualcosa che sorpassa, che va oltre i limiti, qualcosa di assoluta eccezionalità, unica, oppure che eccelle, che si distingue, che è meglio, superiore in qualità e valore (Filippesi 2:3; 3:8).


La nostra mente, la nostra intelligenza, la nostra comprensione non è in grado di capire la pace di Dio sperimentata in circostanze impossibili, difficili, avverse, in circostanze che normalmente distruggono la pace di una persona, in questo senso, sarà inspiegabile per gli altri.  

Oppure la pace di Dio è di gran lunga superiore, ha un valore superiore, è meglio della ragione umana, va oltre, ciò che la nostra intelligenza umana e i nostri piani ingegnosi sono in grado di raggiungere, di meditare, di realizzare (Isaia 55:8-9; Efesini 3:20).

La pace che Dio dona, non la dà niente e nessuno in questo mondo! (Cfr. Giovanni 14:27).

La pace di Dio è più efficace nel rimuovere l'ansia di qualsiasi capacità, cura, farmaco, dottore, psichiatra, psicologo, ragionamento umano, intelligenza umana! 
Il potere curativo della pace di Dio, supera di gran lunga i poteri della mente umana. 

La pace di Dio è così preziosa, meravigliosa e unica che la mente umana, con tutta la sua abilità e tutta la sua conoscenza, non può mai produrre. 

Non possiamo fare altro che lodare Dio per questo! Chi ha sperimentato e sperimenta questa pace, loda Dio!

C) La salvaguardia della pace di Dio.
È scritto nel v.7:  "Custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri". 
La pace che Dio dona e la pace che protegge il nostro essere interiore dall’ansia. 
La pace di Dio:
(1) È una Realtà Invincibile.
“Custodirà” (phrourēsei- futuro attivo indicativo) indica qualcosa di reale (modo indicativo), è una promessa che di sicuro Dio realizzerà in qualsiasi situazione se preghiamo con fede e con ringraziamento. 

La parola greca “custodirà” (phrourēsei) era un termine militare (cfr. 2 Corinzi 11:32) usato per un soldato di guardia, la sentinella. 

Paolo usa, quindi un’immagine militare di un soldato che fa la guardia come poteva essere un soldato della guarnigione Romana che era a Filippi per mantenere la pace di Roma, la pax Romana a beneficio dell'Impero Romano. 

Così il verbo “custodirà” indica guardia, sicurezza, protezione. 

Allora la pace di Dio è come un soldato di guardia, come una sentinella che protegge il cuore dall’ansia, non la farà entrare! 
Chi può vincere Dio? Nessuno! Dio è Onnipotente! Onnisciente e Onnipresente! 
Se c’è la pace di Dio in noi, nemmeno gli attacchi più diabolici potranno farcela perdere in virtù del fatto che Dio è invincibile!! 

Dio è così potente da annullare ogni attacco, conosce ogni cosa da neutralizzare ogni attacco, è in ogni luogo da venire in aiuto dovunque ci troviamo! 
Pertanto qualsiasi progetto sofisticato e potente anche di Satana non potrà turbare la pace di Dio in noi!

La pace di Dio che controlla l'universo e persegue uno scopo impeccabile, è la pace invincibile che sarà presente in chi prega con fede e ringraziamento in Cristo Gesù. 

J. Hudson Taylor ha servito il Signore per tutta la vita come missionario pioniere in Cina. Era un uomo di inesauribile energia, paziente e spirituale. Qual è stato il suo segreto? Le persone lo descrivono come totalmente dipendente dal Signore in qualsiasi circostanza, sapeva che la pace di Dio che supera ogni intelligenza era una pace che non poteva farne a meno!

La pace di Dio:
(2) È una Realtà Interiore.
Paolo parla dei nostri cuori e pensieri, quindi il nostro essere interiore: la sede delle emozioni, volontà, pensiero. 

La pace non abita in cose esteriori, ma dentro coloro che si affidano a Dio! 
Molti pensano che la pace sia nell’avere cose materiali e nell’apparenza, ma non è così! 
Molti la cercano in cose che non la possono dare e a volte anche noi cristiani facciamo questo errore, ricerchiamo la pace nelle persone, nei soldi, nelle cose materiali, ma non c’è pace nelle cose materiali! 

Sei turbato, il tuo cuore è in tempesta per qualche emozione o pensiero incontrollabile? Ricordati di Gesù quando calmò la tempesta, quando le onde coprivano la barca, e mentre i discepoli erano preoccupati, Gesù dormiva, poi sgridò i venti e si fece gran bonaccia, si acquetò tutto! (Matteo 8:23-27). 
Prega con fede, grida a Gesù che possa darti pace!

D) La sfera dove si trova la pace.
Nel v.7 leggiamo ancora: "In Cristo Gesù".
“In Cristo” indica il luogo, o la sfera dove la protezione avviene, dove la pace di Dio custodisce i cuori. 
La pace di Dio è riversata sui Suoi figli come un dono in Cristo Gesù. 

Quindi la pace di Dio, custodirà i nostri cuori e le menti, perché noi cristiani, siamo in Gesù Cristo.
Solo chi è in Cristo può sperimentare la pace di Dio!! 
Una persona può pregare quanto vuole per avere la pace di Dio, ma se non è in Cristo, non avrà la pace di Dio! 
Essere in Cristo è necessario per vivere, o sperimentare la pace di Dio.

“In Cristo Gesù” (en- dativo- preposizione di luogo-Christō Iēsou) mostra anche che c’è una relazione tra il credente e Cristo. 

Tramite Gesù Cristo, con cui siamo legati, uniti spiritualmente (Giovanni 15:1-11; Romani 12:4-5; 1 Corinzi 12:12-13) tramite questo rapporto, possiamo essere possiamo avere la pace di Dio. 

La pace di Dio si trova in Cristo Gesù perché in Lui abbiamo ogni benedizione di Dio dice Efesini1:3, e perché Gesù è l’unico mediatore tra Dio (1 Timoteo 2:5; Ebrei 8:6; 9:15; 12:29) e gli uomini mediante il quale possiamo essere salvati e avere pace con Lui (Romani 5:1-2,9-11).
CONCLUSIONE.
L’ansia è come il verme che può distruggere la vita della rosa più bella. 
Al contrario, la preghiera accompagnata dal ringraziamento è la chiave per la pace. 

La pace è il dono di Dio, Dio usa dei mezzi come la preghiera per donarcela.

Sappiamo che la preghiera è importante per la nostra vita, eppure si prendono tante scuse per non pregare, D. A. Carson fa questo elenco:
(1) Sono troppo indaffarato per trovare anche il tempo per pregare.
(2) Mi sento troppo inaridito spiritualmente per pregare.
(3) Io non sento alcun bisogno di pregare.
(4) Sono troppo amareggiato per pregare.
(5) Mi vergogno troppo di pregare.
(6) Io mi accontento della mediocrità.

Ovviamente queste sono motivazioni ridicole e ingiustificabili! 

Ora c’è qualcosa che ti preoccupa tanto in questo momento? Portalo in preghiera a Dio con fede e ringraziamento nel nome di Gesù e vedrai scendere nel tuo cuore la pace di Dio!
Affidiamoci completamente a Dio e Lui ci sosterrà!

Chi vuole sperimentare la pace di Dio, comunque deve essere in Cristo! 
Senza Cristo non c’è pace con Dio e pertanto non avrai la pace di Dio!
Sei in Cristo? Hai Cristo? 

Se non hai Cristo non puoi avere la pace interiore di Dio! 
Il modo per ricevere Cristo è di credere in Lui e di ravvederti davanti a Dio e confessare i tuoi peccati (Atti 20:21; 1 Giovanni 1:8-10).


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