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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Le conclusioni della parabola dei due debitori (Luca 7:44-50)

Le conclusioni della parabola dei due debitori (Luca 7:44-50)
In questi versetti Gesù fa delle conclusioni riguardo la reazione di Simone, il Fariseo, colui che lo aveva ospitato a pranzo, che si era indignato per una donna, conosciuta come peccatrice, perché questa stando ai piedi di Gesù gli rigava i piedi con le lacrime e li asciugava con i suoi capelli baciandoglieli e ungendoglieli con olio.

Gesù rispose all’indignazione del fariseo con la parabola dei due debitori: uno doveva dare cinquecento denari e l’altro cinquanta. Gesù chiede al fariseo: “Chi di loro l’amerà di più?”. Il fariseo rispose quello al quale è stato condonato di più.

Con questa parabola Gesù vuole evidenziare la bontà di Dio che è disposto a perdonare i peccati delle persone e ad agire con gentilezza oltre le aspettative, e vuole evidenziare l’insegnamento che più si è perdonati tanto più si proverà gratitudine, amore, devozione.

Gesù approva la risposta di Simone e voltatosi verso la donna disse che questa ha fatto quello che doveva fare lui come padrone di casa, secondo le usanze dell’ospitalità, per una persona onorevole e che lui non ha fatto. 

Quindi i vv.44-50 sono un proseguimento di ciò che è accaduto dai vv.36-43 come descritto in sintesi sopra.


Dai vv.44-50 vediamo la condanna di Gesù al fariseo, la chiarificazione riguardo il perdono dei peccati e la certezza della donna riguardo i suoi peccati.

Prima di tutto in questi versetti c’è:
I LA CONDANNA (vv.44-46).
La condanna di Gesù a Simone evidentemente.
Nei vv.44-46 è scritto: “ E, voltatosi verso la donna, disse a Simone: ‘Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell'acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi.  Tu non mi hai versato l'olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi’”.

Girandosi verso la donna, mentre parla a Simone, Gesù richiama l'attenzione sulla donna da cui Simone deve imparare la lezione di amore pratico verso di Lui.

Gesù fa un paragone tra la donna e Simone.
In questo paragone Gesù condanna Simone pubblicamente indicando le azioni della donna in contrasto con la sua indifferenza evidenziando che la donna amava Cristo più di Simone. 
Simone non poteva discutere con Cristo, perché le prove erano schiaccianti, e aveva sigillato la sua condanna dal modo come ha risposto alla domanda di Gesù su chi amava di più.

Simone non aveva eseguito alcun speciale atto di ospitalità per Gesù.
Ciò che andava fatto dal padrone di casa, secondo l’usanza dell’epoca riguardo un invitato, l’ha fatto la donna andando oltre.
Simone non ha dato a Gesù l’acqua per lavare i piedi (cfr. Genesi 18:4; Giudici 19:21), mentre la donna li ha bagnati con le sue lacrime e asciugato con i suoi capelli; Simone non gli ha dato un bacio di benvenuto (Genesi 29:13; 45:15), mentre la donna gli ha baciato i piedi; Simone non gli ha versato l’olio sul capo (Salmo 23:5; 141:5), mentre la donna gli ha cosparso i piedi di profumo.

La donna ha mostrato più amore per Gesù di Simone che ha criticato tanto la donna e Gesù che si è lasciato toccare da una peccatrice!!

Vediamo ora:
II LA CHIARIFICAZIONE (vv.47-48).
Gesù fa una chiarificazione a Simone e alla donna.

Nella chiarificazione c’è:
A) Il prodotto del perdono dei peccati della donna v.47-48).
Il prodotto del perdono dei peccati è l’amore per Gesù.
Questo lo leggiamo nel v.47-48: “ ‘Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama’. Poi disse alla donna: ‘I tuoi peccati sono perdonati ”.  

Il v.47 è la conclusione di quanto Gesù ha detto in precedenza nei vv. 44-46 e quindi dei vv.37-38.

La dichiarazione del perdono di questa donna è stata interpretata in due modi. 
(1) A causa di ciò che aveva fatto, i suoi peccati sono stati perdonati ora.
Perché la donna ha molto amato, i suoi peccati come risultato sono stati perdonati. 
Quindi il perdono dei peccati secondo questa interpretazione è la conseguenza delle sue azioni, delle sue opere.

La seconda interpretazione è:
(2) A causa di ciò che aveva fatto, ora può concludere che i suoi peccati erano stati effettivamente perdonati precedentemente, oppure quello che ha fatto a Gesù evidenzia, dimostra che i suoi peccati erano già perdonati.
L'atteggiamento della donna (come rivelato nel suo amare molto) era la prova, l’evidenzia, la dimostrazione che lei aveva sperimentato, precedentemente l’azione in casa di Simone, il perdono di Dio.
Possiamo fare un esempio, la frase: "Piove perché le finestre sono bagnate" non significa che l'acqua sulle finestre è la causa della pioggia, ma che l'acqua sulle finestre evidenzia che sta piovendo.

Dal contesto è la seconda interpretazione: l’amore è la conseguenza del perdono dei peccati!

“Perciò” (hou charin) indica sulla base di quello che ha fatto, ma non nel senso che la donna si era guadagnata il perdono dei peccati con le sue azioni, o che l’abbia meritata per il suo amore, ma che il suo perdono era evidente con le sue azioni di amore verso Gesù, come ribadito dalla frase: “ Ma colui a cui poco è perdonato, poco ama”.

Questa donna non è entrata a casa di Simone per avere il perdono, ma perché era consapevole che i suoi molti peccati erano già stati perdonati precedentemente in un’altra occasione, probabilmente perché aveva prima ascoltato Gesù da qualche altra parte; ora a casa di Simone mostra il suo amore per Gesù.

“Perché ha molto amato”, è in senso logico, cioè l’amore è la conseguenza logica del perdono di Dio, e non la causa, non indica la ragione del suo perdono, ma prova che era stata già perdonata precedentemente, o i motivi per concludere che i suoi peccati sono perdonati.
Il fatto che la donna amava molto è un segno evidente che i suoi peccati sono stati perdonati! 
L'amore è la risposta alla grazia di Dio sperimentata in precedenza!

Il senso è: “Pertanto, vi dico sono stati perdonati i suoi peccati, che sono molti; perciò ella ha mostrato grande amore. Ma colui al quale è stato perdonato poco, ama poco”. 

La parabola dei due debitori spiega perché la donna ha agito con amore. 
I suoi molti peccati sono stati perdonati, come quello a cui è stato cancellato il debito dei cinquecento denari della parabola (vv.41-42), altrimenti non avrebbe mostrato un amore così grande!

La peccatrice ama molto perché gli è stato perdonato molto!
Al contrario di colui che poco ama, come per esempio Simone, gli è stato perdonato poco. 

Colui al quale sono stati perdonati molti peccati amerà di più di colui al quale è stato perdonato poco.
Ribadiamo ancora che l’amore è la risposta ed evidenzia la consapevolezza che la donna ha ricevuto prima il perdono di Dio.
Perché alla donna è stato perdonato molto, ama molto; il suo amore è dimostrato dalle sue azioni, il suo grande amore rispecchia la presenza del grande perdono di Dio nella sua vita. 

Possiamo allora affermare ancora che il perdono non è il risultato delle nostre azioni; piuttosto, le azioni testimoniano la presenza dell'amore in segno di gratitudine per la concessione del perdono precedente.

Se ami Gesù stai provando o dimostrando che hai sperimentato veramente il perdono di Dio! Stai amando Gesù?

In questi versetti c’è:
B) Il pronunciamento di Gesù (vv.47-48). 
Nei vv.47-48 Gesù pronuncia, afferma, sia a Simone che alla stessa che i peccati della donna sono perdonati! 

Considerando la sua vita passata di peccato, la donna aveva bisogno di questa rassicurazione.

“Le sono perdonati” (apheōntai-perfetto passivo indicativo) indica che ha un perdono che dura, la donna è in uno stato di perdono.
Suggerisce che il perdono ha cominciato da qualche parte in passato prima di questa scena e contraddice le opinioni su di lei che aveva Simone. 

L'annuncio di Gesù serve come una conferma pubblica di ciò che già sapeva e che ha spinto la donna ad agire con gratitudine, lei non deve essere più classificata come una peccatrice non perdonata.

Gesù non minimizza i peccati della donna, infatti dice “molti” (cfr. Giovanni 8:11), ma anche se sono molti, secondo l’insegnamento che troviamo nella Bibbia, sono perdonati per la grazia di Dio (per esempio Romani 3:23-25; Efesini 1:7-8).

Quindi, le parole di Gesù erano una conferma di ciò che era già accaduto, al fine di assicurare la donna il perdono di Dio, la relazione restaurata con Dio. 
Questa è stata una conferma di perdono sulla base dell'autorità di Gesù. 

Infine vediamo:
III LA CERTEZZA DELLA SALVEZZA DELLA DONNA (vv.49-50).

In primo luogo vediamo che:
A) C’è una reazione dei commensali (v.49).
Nel v.49 leggiamo: “Quelli che erano a tavola con lui, cominciarono a dire in loro stessi: ‘Chi è costui che perdona anche i peccati?’”

Secondo alcuni studiosi questa domanda indica il disprezzo verso Gesù, la perplessità e la condanna a Gesù come in Luca 5:21, quando Gesù guarisce e perdona i peccati di un paralitico, e fu accusato di bestemmia.

Secondo altri non vi è alcuna indicazione che è ostile, come in Luca 5:21, ma solo meraviglia.

Comunque sia, il perdono dei peccati da parte di Gesù dimostra la sua divinità perché il diritto di perdonare i peccati spetta solo a Dio. 

In precedenza il fariseo ha sollevato la questione se Gesù fosse un profeta (v.30; cfr. anche 7:16), quindi, nel dire che i peccati della donna sono perdonati, Gesù dimostra chiaramente che è più grande di un profeta.

In secondo luogo vediamo che:
B) C’è un’affermazione di Gesù riguardo la salvezza della donna (v.50).
Nel v.50 leggiamo: “ Ma egli disse alla donna: ‘La tua fede ti ha salvata; va' in pace’”.
Gesù ignora ciò che si chiedono i commensali.

Quest’affermazione conferma ancora che l’amore della donna non è la causa del perdono dei peccati, quindi della salvezza, ma la conseguenza.

La “fede” ( pistis) in Dio è lo strumento mediante il quale riceviamo la salvezza (Efesini 2:8-9), e la donna l’aveva mostrato con coraggio venendo a casa di Simone e facendo gesti di grande devozione verso Gesù.

L’autore dell’epistola agli Ebrei ci dice che senza fede è impossibile piacere a Dio (Ebrei 11:6).
Gesù ha dato grande valore alla fede come vediamo nei Vangeli (Matteo 9:29, 14:31, 15:28; Marco 2:5; 4:40; Luca 5:20; 7:9; 8:25; 12:28; 17:6; 18: 8; 22:32; Giovanni 3:16). 

Così anche in questo caso, Gesù loda la fede della donna che ispira il suo coraggio, amore, devozione e umiltà. 
Le sue azioni rivelano che la donna aveva una vera fede e quindi che era veramente salvata!

Le persone che manifestano un grande amore per Cristo danno prova di essere veramente convertite a Cristo.
La fede salvifica ha una connotazione pratica (cfr. Efesini 2:8-10; Giacomo 2:14-26).

Una persona che dice di avere una vera fede in Gesù Cristo lo dimostrerà praticamente con le sue azioni, con le sue opere, con la consacrazione a Dio.

“Va in pace” (poreuou eis eirēnēn) era una formula di congedo comune (cfr.  Luca 8:48; 17:19; 18:42; Atti 16:36), ma qui ha un significato più profondo, indica la piena misura della benedizione di Dio, che possiede la pace di Dio e con Dio.
Quindi la donna può avere la certezza della salvezza e il perdono dei peccati.
Dio ha riconciliato a sé la donna per la sua fede e lei può essere sicura che il suo rapporto con Dio è cambiato.

CONCLUSIONE.
Quali insegnamenti possiamo trarre da questa parabola?
1) Dove il peccato abbonda, la grazia di Dio sovrabbonda (Romani 5:20).
Noi vediamo la necessità del perdono e come questo perdono (7: 48-49), che è sinonimo di salvezza (7:50), passa attraverso la fede (7:50) per grazia di Dio.

La grazia di Dio è più grande dei nostri peccati.

Questa donna peccatrice rappresenta la speranza dei peccatori più incalliti!
C’è speranza anche per te! Se ti reputi un grande peccatore!

Ora quando Dio perdona i nostri peccati non ci torna più sopra (Michea 7:18-19).
Thomas Adams disse; “ I peccati sono così rimessi come se non fossero mai stati commessi”.

Pertanto coloro che sono stati perdonati possono stare in pace!

2) La salvezza è per la sola grazia di Dio e non per le opere della legge. 
Simone il fariseo dipendeva dalle sue "opere della legge" che lo rassicuravano del suo status davanti a Dio e si metteva al di sopra di coloro che stanno peggio di lui.
Non accettando il perdono di Dio e la salvezza di questa donna, Simone rivelava che lui amava solo se stesso e si aspettava la salvezza con le proprie risorse.
Noi leggiamo più volte nel Nuovo Testamento che la salvezza non è per le nostre opere (per esempio Romani 3:19-30; 11:5-6; Galati 2:11-21; Efesini 2:8-9; Tito 3:4-5).

3)  L'amore che emerge dal perdono cambia la direzione della propria vita.
La parabola dei due creditori illustra l'offerta del perdono e la sua reazione.

Il perdono di Dio ha una forza trasformatrice.
Dio è in grado di trasformare i peccatori in persone che mostrano grande amore!
Quando una persona sperimenta la grazia di Dio in Gesù Cristo, non sarà più la stessa persona, la sua vita cambia direzione: sarà devota a Gesù Cristo come quella donna (cfr. 2 Corinzi 5:17).

La salvezza, quindi il perdono dei peccati è per fede e non per le opere, ma questa fede è operante, si vede dal nostro amore e devozione per Gesù (Efesini 2:8-10; Giacomo 2:14-26).
Dio ha salvato la donna in risposta alla sua fede, e nella sua risposta, la fede si esprime in amore, gratitudine e devozione. 

La fede in Gesù Cristo, per grazia di Dio, produce il frutto del perdono che conduce al all’amore e alla consacrazione.

(4) Non guardiamo agli altri giudicandoli, piuttosto guardiamo a noi stessi.
Simone non riconosceva se stesso come un peccatore bisognoso di perdono. 
Solo coloro che si rendono conto della profondità e della gravità del loro peccato possono apprezzare il perdono completo che Dio offre loro.

La parabola dei due debitori allora serviva a Simone a essere consapevole dei suoi peccati per affidarsi completamente a Dio!

Simone era un peccatore, ma i suoi peccati erano più socialmente rispettabili.
La superbia, l’arroganza, la durezza di cuore, l’insensibilità e uno spirito giudicante (che le persone religiose raramente identificano come peccato), si pensava (e si pensa) che siano peccati meno gravi di quello di una prostituta! 
Ma davanti a Dio il peccato è peccato!

Come gli altri farisei (vedi per esempio Luca 18:9-14), Simone si paragonava con chi erapiù peccatore di lui, dal suo punto di vista, e si credeva moralmente superiore a questa donna, la guardava dall’alto in basso! 

Quando ci misuriamo con coloro che sono più peccatori di noi, ci mettiamo al di sopra di loro e ci sentiamo soddisfatti! Ma il paragone deve essere con la santità di Dio!

Simone, voleva mantenere la distinzione tra giusto e peccatore, ma secondo i suoi standard e pretendeva di sapere più di Gesù e di conoscere la mente di Dio meglio di Gesù. 

Simone si credeva giusto rispetto alla donna e lui, non ha riconosciuto e accolto il potente intervento di Dio che era in quel momento in atto: Dio visita e salva il suo popolo (Luca 1:68) anche il peggio dei peccatori.

L'onestà riguardo al peccato è importante, ma lo è anche il messaggio della grazia di Dio che ha fornito una soluzione al peccato per chi umilmente si avvicina con fede a Lui.

Simone non sapeva nulla dell’amore, gratitudine e devozione verso Gesù, il motivo è chiaro: non sapeva nulla del perdono e della salvezza di Gesù porta con sé.

Il fariseo, nel suo desiderio di purezza, si separava dai peccatori, teneva questa donna, che toccava Gesù, a grande distanza.

Così anche oggi, i moderni farisei, pensano che persone come questa peccatrice non meritino il perdono di Dio e nemmeno “un posto alla tavola” della chiesa, o in ambienti rispettabili.

Quando una persona del genere si presenta in chiesa dovremmo avere quel tipo di misericordia, di bontà che aveva Gesù, senza essere imbarazzati, o disgustati!
Vediamo i peccatori come li vedeva Gesù? Li vediamo per quello che sono stati o per ciò che Dio può fare di loro? 
Se noi cristiani, quindi la chiesa ritiene di avere qualcosa da offrire, allora dovremmo mostrare amore e umiltà a queste persone!

È importante ricordare quello che eravamo prima di conoscere Gesù Cristo, prima di conoscere la Sua grazia che è il fondamento della nostra trasformazione.
È la grazia di Dio in Gesù Cristo mediante lo Spirito Santo che ci rende diversi, e non noi stessi, ed è proprio per questo motivo che abbiamo bisogno di andare da Lui.

(5) Ci sono diversi livelli di peccatore e di amore, l’amore per Gesù non è uguale per tutti.
Il nostro compiaciuto e pallido cristianesimo oggi mostra poco della gratitudine di quella donna per il perdono dei suoi peccati.

Benché tutti i peccatori perdonati devono mostrare gratitudine a Dio, c’è chi lo sarà di più rispetto agli altri, questo lo possiamo vedere in tutte le chiese.

Per mostrare gratitudine dobbiamo pensare che siamo salvati e perdonati per la sola grazia di Dio, la nostra salvezza non l’abbiamo meritata!

Se il nostro amore è freddo verso di Lui il motivo potrebbe essere perché non siamo consapevoli veramente della gravità dei nostri peccati e del debito che abbiamo verso di Lui!

C'è anche un avvertimento implicito di Gesù al fariseo, che vede se stesso giusto, o come un "piccolo peccatore", e quindi il suo amore non può essere grande, perché non ha apprezzato la profondità del perdono di Dio! 

Simone, e chi come lui, è chiamato a riflettere sulla sua vana giustizia di cui è così orgoglioso, e considerare invece quanto si è peccatori e ciò che meritiamo da Dio!

È pericoloso e giustificante vedere noi stessi giusti, o “piccoli peccatori”, come ha fatto il fariseo, piuttosto, dovremmo vedere noi stessi come oggetti indegni della ricca grazia di Dio, come ha fatto la donna.

(6) Riguardo a Gesù questo passo mostra la sua onniscienza, misericordia e divinità.
Gesù è davvero unico nella storia come anche nel Suo genere come ci ricorda Donald MacLeod quando afferma: “Gesù Cristo non può essere adeguatamente compreso in termini di qualsiasi categoria applicabile per l'uomo ... Lui è una categoria in stesso”.

Gesù è più di un semplice uomo! È una categoria a parte perché è sia di natura divina e sia di natura umana.

Gesù è onnisciente, infatti conosceva sia la condizione della donna e sia ciò che pensava dentro di sé Simone.

Vediamo anche Gesù è stato misericordioso verso la donna perdonandola per la sua fede senza sminuire i suoi peccati, e il perdono mostra la sua divinità perché solo Dio ha l’autorità di perdonare i peccati (Salmo 32:5; Isaia 43:25; Marco 2:7; Luca 5:21). 
Dovremmo sempre adorare Gesù Cristo ed essere a lui riconoscenti per il perdono dei peccati che abbiamo in Lui per la sua misericordia!

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