La parabola delle zizzanie (Matteo 13:24-30, 36-43).
Vicino un orologio in una chiesa a Strasburgo, in Germania, ci sono queste parole: “In una di queste ore, il Signore viene”.
Ci sono moltissimi passi nella Bibbia, come i versetti di questa parabola, che parlano che Gesù un giorno ritornerà, ma non sappiamo quando; proprio perché non possiamo prevedere il momento, dobbiamo essere pronti in ogni momento (C. S. Lewis).
È molto chiaro che per alcuni quando Gesù ritornerà sarà di salvezza e per altri di giudizio.
Alla fine della storia umana, come è scritto in questa parabola, Gesù salverà chi gli appartiene e giudicherà chi non gli appartiene.
In questa parabola notiamo tre aspetti: la semina, la sorpresa dei servi e lo scenario futuro.
Prima di tutto vediamo:
I LA SEMINA (vv.24-25).
Noi troviamo:
A) La semina del buon seme (v.24).
Nel v.24 leggiamo: "Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: 'Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo…'"
Il senso è che il regno dei cieli è come la situazione di uomo, la situazione risultante dalla sua semina.
Meditiamo sul:
(1) Significato del buon seme (vv.25,29-30).
Gli agricoltori vogliono semi di alta qualità per piantare nei loro campi.
Nel nostro testo, il seme è chiamato "buono" (Matteo 13:24,37,38), ed è "il grano" (Matteo 13:25,29 ,30) e si riferisce ai cristiani a coloro che fanno parte del regno dei cieli (Matteo 13:38,43).
Il seme è “buono” (kalos) indica qualcosa di alto livello, di bello, eccellente, utile per lo scopo di qualcuno.
Il cristiano al cospetto di Dio è questo!
Il mondo pensa di un cristiano in termini negativi, mentre per Dio, il cristiano è qualcosa di positivo, grazie al sacrificio di Gesù è utile per il Suo servizio (1 Corinzi 15:10; 2 Corinzi 3:5-6; 1 Timoteo 1:12-14).
I cristiani sono stati chiamati alla salvezza per servire Dio (1 Tessalonicesi 1:9; Romani 12:11).
Dio non ci ha chiamato affinché possiamo godere i benefici della salvezza, ma per servirlo per la Sua gloria e per la salvezza dei perduti (Isaia 43:7; 1 Corinzi 10:31-33).
Vance Havner diceva: "Troppi sono disposti a sedersi al tavolo di Dio, ma non a lavorare nel suo campo".
Purtroppo questa è una triste realtà!
Il principe dei predicatori C. H. Spurgeon disse: “Egli non è cristiano chi non cerca di servire il suo Dio”.
Riflettiamo ora sul:
(2) Seminatore del buon seme (vv.24,37).
Nel v.37 è scritto: "Egli rispose loro: 'Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo'".
L’uomo che ha seminato il buon seme (v.24), il seminatore è Gesù, il Figliol dell’uomo.
Il v. 20 contiene il primo riferimento in Matteo a Gesù come "Figlio dell'uomo".
I significati riguardo il “Figlio dell'uomo” nei Vangeli generalmente riconosciuti sono:
1. Il Figlio dell'uomo è il Servo umile che è venuto a perdonare i peccati degli uomini nel suo ministero terreno (Matteo 8:20; 9:6; 11:19; 12:8,32,40).
2. Il Figlio dell'uomo è il Servo sofferente, la cui morte per l’espiazione dei peccati e la resurrezione riscatterà il suo popolo (Matteo 16:13, 27- 28; 17:9,12,22; 20:18, 28; 26:2, 24, 45).
3. Il Figlio dell'uomo è il re glorioso e giudice che tornerà a portare il regno dei cieli sulla terra (Matteo 10:23; 13:37,41; 19:28; 24:27,30, 37,39,44; 25:31; 26:64).
Lo sfondo più probabile per il titolo rimane Daniele 7:13-14, quindi l'esaltazione e la preesistenza di Gesù, il re glorioso che era presente nel luogo del trono celeste di Dio con un potere eterno su tutto il mondo.
Il tempo presente (colui che semina-speirō) è significativo, indica che la semina è continua.
Gesù non sta parlando di una volta per tutte, ma indica che Egli è continuamente attivo nel suo campo a seminare.
Nel Vangelo di Giovanni è scritto che Gesù è il Salvatore del mondo (Giovanni 4:42), vivifica chi vuole (Giovanni 5:21), ed è la vita (Giovanni 11:25; 14:6).
John MacArthur dice: “Il vero seminatore del seme della salvezza è il Signore stesso. Lui solo può infondere quella potenza che trasforma il cuore. È il Signore che salva i peccatori per mezzo della predicazione e della testimonianza dei credenti”.
Ragioniamo ora sul:
(3) Suolo dove è seminato il seme (vv.24,38).
L’uomo ha seminato il buon seme nel suo campo dice il v.24).
Nel v.38 Gesù spiega che: "Il campo è il mondo, il buon seme sono i figli del regno".
Gesù ha in mente una missione universale (Matteo 4:14-16,25; 8:5-13; 10:16-18; 12:21; 28:18-20) e non solo per Israele (Matteo 10:5-6).
La semina del buon seme ci ricorda che Dio ha un posto di servizio per ognuno di noi.
Lui ci mette al nostro posto nel suo campo per servirlo in modo appropriato.
Quando Cristo sparge il seme, non lo fa, a casaccio, o per capriccio, ma ha un piano progettato (Geremia 1:7; Galati 1:15-16; Atti 9:15-16; 13:48; 18:9-11).
Dio sceglie la nostra posizione e il luogo di servizio e ci guida.
Siamo chiamati a essere fedeli nel compiere la nostra chiamata, ovunque la volontà divina vuole.
B) La semina del seme cattivo (v.25).
Nel v.25 leggiamo: "Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò".
Questa era una pratica conosciuta nella guerra antica e nelle faide.
Distruggere una nazione, o delle famiglie nella fonte della loro alimentazione, significava che la sua forza militare sarebbe stata distrutta.
La presenza dei figli del diavolo tra il popolo di Dio significa anche indebolirli.
I credenti in questo mondo sono a contatto con i non credenti.
(1) La specie della zizzania (vv.25,26,27,29,30,36,38,40).
La zizzania è il loglio (Lolium temulentum) una pianta dannosa, di aspetto è simile al grano, ma la si può identificare solo quando è matura.
R.T. France dice:“ Le zizzanie sono probabilmente il loglio, una pianta erbacea velenosa che cresce insieme al grano e virtualmente non la si distingue da questo fino a che non si forma la spiga. Seminare il loglio insieme al grano come azione di vendetta era punibile dalla legge romana, e da ciò si può dedurre che la parabola ritrae una situazione della vita reale. Una rada infestazione di loglio potrebbe essere affrontata per mezzo di un’accurata scerbatura; ma sarebbe stato facile sbagliarsi. Nel caso di un’infestazione più fitta le radici del loglio, più forti di quelle del grano, si sarebbero intrecciate con le altre rendendo impossibile la diserbazione”.
Un vero credente non è riconosciuto da una professione di fede, dalle foglie e dai fiori, ma dal frutto! (Matteo 7:15-20).
Il male vive d’imitazione. Il male ama mascherarsi e travestirsi di bene, ma in realtà il frutto smaschera prima o poi la sua vera identità.
Oggi ci sono molte professioni di fede solo di “stelo” e “foglie”, ma solo le professioni dove c’è il frutto sono reali.
Quindi le zizzanie sono i figli del maligno (Matteo 13:38).
Noi vediamo che il mondo è fatto da persone che appartengono a Dio, o da persone che appartengono al diavolo, non c’è una terza categoria! (Matteo 12:30; Giovanni 8:44; 1 Giovanni 3:7-10).
Tu a chi appartieni?
(2) Il seminatore delle zizzanie (vv. 25,28,38,39).
Nel v.39 è scritto: "Il nemico che le ha seminate, è il diavolo".
Il diavolo è il nemico (Matteo 13:25,28 ,39), è il maligno (Matteo 13:38).
La parola tradotta "nemico" (echthros) significa ostile e odiato.
La parola tradotta "maligno" (ponēros) esprime la forma attiva del male moralmente e spiritualmente, il male nella sua attività.
La parola tradotta "diavolo" (diabolos) significa accusatore, calunniatore.
Il diavolo è un essere spirituale che si oppone a Dio e cerca di frustrare i suoi piani e condurre il Suo popolo in rivolta.
Il diavolo si oppone a Dio e cerca di allontanare tutti gli uomini da Lui, egli è quindi un nemico particolarmente pericoloso dei cristiani (Luca 8:33; 1 Corinzi 7:5; 2 Corinzi 11:21; 1 Pietro 5:8).
Secondo Lutero, al diavolo non importa da che parte del cavallo cadiamo, l’importante è che non rimaniamo in sella!
Lo scopo del diavolo è contrastare Dio e distruggere gli uomini!
Il diavolo influenza gli uomini che vogliono lasciarsi influenzare (Giovanni 13:2; Atti 5:3; Efesini 2:1-3; 4:27), ostacola i servi di Dio (1 Tessalonicesi 2:18), accusa i cristiani di fronte a Dio (Apocalisse 12:10), e controlla le persone malvagie che resistono al Vangelo (2 Tessalonicesi 2:9; Apocalisse 2:9, 13).
Il cristiano deve resistere con fermezza e discernere la sua astuzia (2 Corinzi 2:11; 11:3; Efesini 6:11; Giacomo 4:7).
Vediamo ancora:
(3) La sottigliezza del seminatore (v.25).
Nel v.25 leggiamo: "Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò".
Non implica che i servi siano stati negligenti, perché dormivano, ma che il nemico era furtivo e malizioso.
Il nemico ha seminato il seme di notte quando non poteva essere visto, poi “se ne andò” per assicurare che nessuno avrebbe saputo che ha seminato il male.
Quando il diavolo agisce, lo fa senza farsene accorgere, è astuto (2 Corinzi 2:11; 11:3; Efesini 6:11), e si traveste di angelo di luce! (2 Corinzi 11:14).
Infine riguardo la semina del seme cattivo vediamo:
(4) La superficie dove è seminato il seme cattivo (vv.24,27,38).
Nel v.27 è scritto: "E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: 'Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?'"
Nel v.38 leggiamo: "Il campo è il mondo".
Dovunque ci sono cristiani, dovunque c’è una chiesa il diavolo mette i suoi servi per ostacolare l’opera di Dio!
Il diavolo non ha seminato il seme nel suo campo, ma nel campo del Signore, che può essere la chiesa, o fuori la chiesa non è importante saperlo, perché comunque lui cercherà di ostacolare l'opera di Dio laddove ci sono cristiani, ostacolare la loro crescita e cercando di allontanarli da Dio o impedendogli di servirlo.
Thomas Brooks disse: “Se Dio non fosse il mio amico, Satana non sarebbe tanto il mio nemico”.
Satana è nemico dei cristiani perché appartengono a Dio e non più a lui (Atti 26:18; Colossesi 1:13).
In questo testo troviamo:
II LA SORPRESA DEI SERVI (vv.27-28).
Nella sorpresa dei servi vediamo:
A) Il resoconto dei servi (v.27).
Lo troviamo nel v.27: "E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: 'Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?'"
Il resoconto dei servi ci mostra due aspetti importanti: la moralità dei servi e il mistero del peccato.
(1) La moralità dei servi.
I servi sono sorpresi nel vedere le zizzanie nel campo del Signore.
In questa sorpresa scorgiamo che questi servi distinguevano il bene dal male ed erano tristi nel vedere il male in mezzo al bene e quindi il danno che poteva portare al Padrone.
Infatti, la zizzania (Lolium temulentum) è velenosa, una volta ingerita causa nausea, confusione, convulsioni e diarrea, può portare anche alla morte.
Inoltre se viene macinata insieme al grano, la farina si guasterà.
Quindi le zizzanie, i figli del maligno non sono certamente di beneficio in mezzo ai credenti.
Lo possiamo constatare in certi ambienti cristiani: dove la verità del Signore rivelata è messa in discussione e non è più accettata così com’è scritta; la Bibbia è considerata come un libro di miti e favole, il peccato è tollerato.
Uno dei problemi nella nostra società di oggi è che poche persone sono sconvolte riguardo il male e la menzogna, purtroppo questo vale anche per certi credenti.
Ma Proverbi 29:27 dice: "L'uomo iniquo è un abominio per i giusti".
Il giusto Lot si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta a motivo delle opere inique degli ingiusti, era rattristato per la condotta scellerata degli abitanti di Sodoma e Gomorra (2 Pietro 2:6-8).
Pertanto, se il male non vi turba, possiamo trarre una sola conclusione: non sei una persona giusta secondo il cuore di Dio! Non sei un servo fedele del Signore!
Meditiamo sul:
(2) Mistero delle zizzanie (v.27).
I servi erano sorpresi: "Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?"
Quante domande ci poniamo: come mai esiste il male? C’è il male anche nella chiesa? Possiamo essere certi, che il male non viene da Dio perché Dio è Santo (Abacuc 1:13; Giacomo 1:13, ecc.), quelle zizzanie, sono i figli del diavolo piantati dal nemico di Dio dice il v.28, che è il diavolo (vv.38-39).
Non sappiamo perché Dio lo permette, sicuramente ha una buona ragione secondo il Suo piano che noi non conosciamo, Dio a volte ha usato il male per trarne il bene (Genesi 50:18-21; Atti 2:23; 4:27-28; 1 Pietro 1:20; Romani 8:28; Giacomo 1:3-4).
Quindi possiamo avere la certezza, anche se non conosciamo tutte le implicazioni riguardo al male: Dio controlla il male, benché non ne sia l’autore e lo ha sconfitto sulla croce! (Colossesi 2:15).
Possiamo lodare Dio per la sua saggezza infinita e per il mistero dei suoi piani che non possiamo capire pienamente (Deuteronomio 29:29; Proverbi 25:2).
I piani di Dio sono misteriosi, sono materia di fede come diceva il vescovo episcopale del 1800 Frederic Dan Huntington: “Mentre la nostra ragione si scervella nel venire a capo del mistero, la fede fa di esso il proprio pane quotidiano e ne nutre con gratitudine il proprio cuore.”
In questi versetti troviamo:
B) La richiesta dei servi (v.28 b).
Alla risposta del Padrone riguardo l’autore della semina della zizzania, che è stato un nemico (v.28), i suoi servi gli chiesero: "Vuoi che andiamo a coglierla?" (v.28).
In questo i servi (i credenti) dimostrano di essere sottomessi al Padrone, infatti hanno chiesto a lui se raccogliere le zizzanie, poi dimostrano anche uno spirito di servizio, quindi non erano pigri, ma anche di santificazione, quindi conservare il campo pulito, puro.
In questi servi vediamo un buon esempio da seguire di sottomissione al Signore, spirito di servizio e di santificazione.
Queste tre caratteristiche - sottomissione, servizio e santificazione- devono contraddistinguere i servi di Dio, i veri credenti. (Giacomo 4:7; Colossesi 3:24; 1 Pietro 1:15-16).
C) La replica del padrone (vv. 29-30).
Nei vv.29-30 è scritto: "Ma egli rispose: 'No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mèsse, dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio'".
Il Padrone vieta ai servi di estirpare le zizzanie che cresce con il grano perché in questo modo avrebbero sradicato anche il grano in quanto la zizzania è aggrovigliata al grano.
Il Padrone dice ai Suoi servi di aspettare fino alla mietitura (il giudizio finale v.39) e in quel giorno le zizzanie saranno raccolte e bruciate (inferno v.42) e il grano raccolto nel granaio (paradiso v.43).
R.T. France scrive: ” Il regno di Dio porta una divisione, e la divisione è definitiva, ma mentre in teoria essa è già presente, sta a Dio portarla alla sua piena realizzazione al momento del giudizio finale, e quindi non sta all’uomo anticiparla con discriminazioni umane”.
Quindi vediamo:
III LO SCENARIO FUTURO (vv.39-43).
Nello scenario futuro ci sarà:
A) Uno scenario doloroso (vv.30,40,41,42).
L’immagine della mietitura è un simbolo del giudizio finale, alla fine dei tempi (v.40; Isaia 27:12; Geremia 51:33; Osea 6:11; Gioele 3:13; Marco 4:29).
Qui inizia la vera spinta della parabola, e Gesù enuncia il punto principale concentrandosi sulla raccolta finale.
Vediamo che l’enfasi è sulla fine dell’età presente, il punto di svolta definitivo, quando la crescita del regno dei cieli, contemporaneamente all’azione malefica del diavolo, giungerà al suo termine e la nuova epoca secondo i piani di Dio.
Quel regno cominciato da Gesù con la Sua missione in terra, sarà finalmente portato a compimento.
Vediamo uno scenario doloroso:
(1) Per la progenie del maligno (vv.38,40-41).
Nei vv.40-41 leggiamo: "Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, cosa avverrà alla fine dell'età presente. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità".
Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità.
Il regno di Gesù dopo la Sua resurrezione si estende fino agli estremi confini dell'universo (Matteo 28:18).
Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali faranno una raccolta dal suo regno.
“Dal suo regno” non indica che i figli del maligno appartenevano realmente al regno di Dio, si riferisce a persone che frequentavano la chiesa, ma che non erano veramente credenti, e non faranno parte del suo regno quando sarà del tutto stabilito.
Vediamo ancora menzionato il Figlio dell’uomo, allusione a Daniele 7:13-14.
Gesù ha il dominio eterno sul mondo con un regno che non sarà distrutto.
In Matteo 24:30-31, Gesù manda i Suoi angeli a raccogliere gli eletti.
Poi in Matteo 16:27 e Matteo 25:31-33 raccoglie sia i giusti che gli empi per il giudizio finale con Dio.
La presenza degli angeli, alla fine della storia è comune in Matteo (Matteo 16:27; 24:30-31; 25:31-33), come nel resto della Scrittura (Daniele 7:10; 12:1; 1 Tessalonicesi 4:16; Apocalisse 14:15, 17-19).
Perciò alla fine della storia umana, Gesù manderà i Suoi angeli a raccogliere gli scandali.
“Scandali” (skandalon) non sono circostanze, ma persone (l’uso del verbo affine è in Matteo 18:6).
“Scandali” indica una pietra d’inciampo, tutto ciò che provoca il peccato, oppure un ostacolo alla fede, o causa dello smarrimento della fede.
Poi, vediamo che gli angeli raccoglieranno tutti quelli che commettono l’iniquità.
"Commettono"(poieomai- presente attivo participio) l’iniquità (anomia) è essere illegali, trasgressori della legge di Dio, che rigettano la legge di Dio.
Quindi i propri modi, comportamenti, sono in contrasto con Dio e la Sua legge (Matteo 7:23; 1 Giovanni 3:4).
Dunque ci troviamo di fronte a coloro che non hanno riguardo per le leggi di Dio e liberamente, responsabilmente li trasgrediscono.
Sono coloro che portano caos morale; questi corrispondono ai “figli del maligno” del v. 38.
Così Cristo rimuove tutti i malfattori e distrugge le loro opere peccaminose che li hanno condotti lontano da Dio.
Nello scenario doloroso troviamo:
(2) Il posto dove staranno (vv.30,42).
Nel v.42 leggiamo: "E li getteranno nella fornace ardente".
Il loglio era usato come combustibile quando non vi era legna.
La fornace ardente è la finale destinazione dei peccatori (Matteo 5:22,29,30; 10:28; 13:50; 18:9; 23:15,33; 25:41; Apocalisse 20:15).
La fornace ardente indica l’inferno!
Il nostro testo chiarisce che c'è un inferno da temere e che l'inferno è un luogo di fuoco, chiamato anche stagno ardente di fuoco (Apocalisse 21:8), che brucerà per sempre! (Matteo 18:8; 25:41).
Non ci sono camion dei pompieri che getteranno acqua all’inferno per spegnere il fuoco. Brucerà per sempre e quelli nell'inferno saranno tormentati giorno e notte! (Apocalisse 20:10).
L’inferno è terribile, e dei nostri più cari parenti e amici con i quali abbiamo vissuto, lavorato e giocato vi passeranno l'eternità eternamente condannati!
Un anonimo ha detto che sulle porte dell’inferno è scritto: “Troppo tardi”. Sarà troppo tardi per ritornare indietro!
John Blanchard dice: “Tutte le strade che portano all'inferno sono strade a senso unico”.
Nello scenario doloroso troviamo:
(3) La pena che porteranno (v.42).
Nel v.42 leggiamo: "Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti".
Ciò dimostra che i peccatori non si disgregano in cenere, ma continuano a esistere con tutte le loro emozioni.
Mentre Dio asciugherà ogni lacrima (Apocalisse 21:4) di coloro che si troveranno nella beatitudine con Lui, all'Inferno non vi sarà nessuno che consolerà, o perlomeno calmerà, il suo prossimo.
Avete mai provato una scottatura? Fa molto male.
La fiamma di una candela raggiunge ben ottocento gradi e può infliggerci scottature molto gravi, pensa che cosa sarà in una fornace di fuoco!
Pertanto noi non siamo sorpresi di leggere nel nostro testo del "pianto e stridor di denti" dopo aver letto nel nostro testo della "fornace di fuoco".
Il dolore di un tale luogo deve essere straziante, e "pianto e stridor di denti" parla del dolore terribile che si sperimenterà nella "fornace di fuoco".
Questo indica la condizione terribile di sofferenza che avranno i peccatori che non fanno parte del regno di Dio, che non hanno Cristo!
"Il pianto", (klauthmos) indica il dolore grande di coloro che vengono puniti, indica una forte emozione, lamento, sottolinea l'intensità del pianto.
All’inferno non si riderà! Nessuno verrà a raccontare barzellette, ci sarà un lutto costante.
Nessuna angoscia sarà maggiore di quello che si vive all’inferno, e non ci sarà alcuna riduzione della sofferenza.
"Stridor di denti" (brygmos) è digrignare i denti, potrebbe riferirsi al tormento per la sofferenza, o alla disperazione, o rabbia intensa oppure tutte e tre.
Riflette il grande dolore che si prova all’inferno!
L'inferno non è un luogo piacevole. Nessun luogo avrà più agonia e questa agonia non avrà mai fine.
Milioni e milioni di anni passeranno senza un attimo di sollievo.
Il giudizio ardente sarà la sorte di coloro che hanno scelto di seguire "il male", e se sembrano fiorire adesso, alla “fine del mondo” la verità e la giustizia di Dio trionferanno.
La verità sull’agonia dell'inferno è troppo per la mente umana da comprendere, ma la verità è sufficiente per mettere in guardia l'umanità per rivolgersi a Cristo per essere salvati dall’inferno.
Qualcuno potrebbe dire: "Ma Dio non è amore? Come può mandare la gente all’inferno per sempre? Non è una pena smisurata?"
Allora non ci credono!
Ma credere al paradiso e non all’inferno è come dichiarare che ci sono stati momenti in cui Gesù abbia detto la verità e momenti in cui abbia mentito! (John Blanchard).
Per coloro che pensano che l’inferno sia una punizione sproporzionata rispetto ai nostri peccati e in contrasto con l’amore di Dio, non comprende quanto questi peccati siano gravi davanti la giustizia e la santità di Dio!
Dio è un Dio giusto e santo! Queste persone non si rendono conto di ciò che significhi che Dio è santo e giusto!
Nello scenario futuro ci sarà:
B) Uno scenario glorioso (v.43).
A differenza dei malfattori occulti, i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro.
Nel v.43 leggiamo: "Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi per udire oda".
Vediamo:
(1) Il periodo dello scenario glorioso (vv.30,40,43)
Il v.43 dice: “Allora”.
"Allora" è alla fine dei tempi; mentre gli empi, i peccatori saranno giudicati per andare all’inferno, nella vita dopo la morte, i giusti nel regno di Dio risplenderanno come il sole.
Quindi la promessa è:
(2) Per il popolo di Dio (vv.38,43).
I “giusti” (dikaios) sono coloro che vivono secondo gli standard, la volontà di Dio (Matteo 1:19; 3:15 ;5:6, ecc.).
I giusti sono coloro che hanno una relazione con Dio secondo la Sua volontà, che sono stati giustificati grazie a Gesù per fede (Romani 3:21-31; 1 Corinzi 1:30; 4:1-25; 2 Corinzi 5:21; Filippesi 3:9; Romani 1:16-17).
Il giusto è tale perché ha sperimentato la giustificazione in Cristo, infatti, la giustizia morale è l'espressione dinamica di una nuova vita nello Spirito Santo, che è liberamente data a coloro che sono stati giustificati in Cristo Gesù (Romani 8:9-11; 1 Giovanni 3:9-10).
Per la fede in Gesù Cristo, nella Sua opera di espiazione, i peccatori ingiusti, ricevono la giustizia di Dio, ossia un vero rapporto con Dio, che comporta la remissione di ogni peccato e una posizione nuova morale con Dio in unione con Cristo.
Il dono della giustizia di Dio, perciò, comporta l'ingresso nel nuovo regno della salvezza divina, il dono della vita eterna, con un nuovo carattere e comportamento sotto la Signoria di Dio (Romani 6:3-23; 2 Corinzi 6:7,14; Filippesi 1:11; Efesini 4:24).
Così la giustizia imputata estrinseca attraverso la croce di Cristo, si esprime inevitabilmente nella giustizia intrinseca di una vita con un nuovo stile di vita conforme alla volontà di Dio.
(3) La particolarità dello scenario glorioso (v.43).
a) In primo luogo vediamo la condivisione dei giusti della gloria di Cristo (v.43).
Nel v.43 leggiamo: "Allora i giusti risplenderanno come il sole".
I giusti risplenderanno come il sole.
L’allusione, è a Daniele 12:3: "I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno".
In questo capitolo finale, Daniele parla della fine dei tempi e della beatitudine eterna dei figli di Dio.
Questa descrizione è simile a Matteo 17:2, dove Gesù è trasfigurato e “il suo volto risplendette come il sole”.
Così i giusti condivideremo la gloria di Cristo per l'eternità.
I giusti avranno un corpo glorificato come Cristo.
Filippesi 3:20-21 dice: "Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa". (cfr. 1 Giovanni 3:2).
b) In secondo luogo vediamo la collocazione dei giusti (v.43).
Nel v.43 è scritto: "Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro".
“Il regno del Padre” (Matteo 26:29), indica che i giusti andranno alla presenza di Dio nella vita a venire (Marco 10:17-30; Romani 8:16-23; Apocalisse 21-22).
Ma l'enfasi è il rapporto tra Dio e i suoi figli per l'eternità; quindi viene ricordato che i giusti saranno alla presenza di Dio e condivideranno la gloria e lo splendore di Dio come Suoi figli.
CONCLUSIONE.
La parabola si conclude con un appello di Gesù ad ascoltare attentamente: “Chi ha orecchi per udire oda”.
Questo è un appello a discernere con attenzione, un invito a esaminare con attenzione le implicazioni di quanto ha detto Gesù.
Queste parole indicano che coloro che ignorano queste verità lo fanno a proprio rischio e pericolo.
Pertanto valuta bene questa parabola!
Qual era lo scopo di questa parabola? Questa parabola ha lo scopo di incoraggiare certamente i discepoli di Gesù a causa dell’incredulità e il rifiuto nei capitoli 11-12 da parte dei Giudei.
I discepoli sono chiamati a pazientare e a sopportare le ostilità fino al ritorno di Gesù, quando giudicherà le zizzanie, vincerà definitivamente il male, quindi in secondo luogo serve per avvertire gli increduli, impenitenti che ci sarà un giudizio da parte di Dio.
In questa parabola vediamo quattro aspetti principali.
• Nel presente Dio permette che il male fiorisce, permette che il giusto e l'empio coesistono in tutto il mondo, e quindi anche nella chiesa, a volte superficialmente indistinguibile l'uno dall'altro, fino alla fine del mondo.
• Satana è al lavoro in questo mondo. È il principe di questo mondo (Giovanni 12:30-31; 2 Corinzi 4:3-4; 1 Giovanni 5:19); cerca di divorare anche i credenti (1 Pietro 5:8).
• I malvagi saranno separati, giudicati per andare all’inferno.
• I giusti saranno riuniti, premiati e andranno alla presenza di Dio.
Possiamo fare tre applicazioni:
1) La prima applicazione è che i veri credenti devono stare attenti che ci sono persone che sembrano credenti, ma che in realtà non lo sono.
Dobbiamo stare in guardia a non essere trascinati lontani dalla verità di Dio da questi falsi credenti (Atti 20:29-30; 2 Corinzi 11:14-15; 2 Pietro 2:1-3; 2 Pietro 3:16-18).
Questa parabola c’ insegna che c'è sempre una potenza ostile al mondo, alla ricerca e in attesa di distruggere il buon seme, i credenti, la conoscenza della verità ci aiuterà a neutralizzare questi impostori.
2) La seconda applicazione è che la presenza di falsi credenti non deve essere una scusa per i non credenti alla conversione.
Bisogna capire che all’interno della chiesa ci possono essere non veri credenti insieme ai veri credenti.
È importante distinguere perciò il vero dal falso credente e non prendere scuse per la conversione.
3) La terza applicazione è che ci sono due tipi di persone diverse, con due stili di vita diversi e con due destini diversi.
Gesù si prende cura dei veri credenti e li raccoglierà presso di sé, ma giudicherà coloro che sono ribelli Lui e alla Sua verità rivelata, che vivono senza la Sua legge.
Ci possono essere quelli che, sembrano veri credenti, ma non lo sono e Dio li conosce! Proverbi 21:2 dice: "Tutte le vie dell'uomo gli sembrano rette, ma il SIGNORE pesa i cuori". (2 Timoteo 2:19).
Non possiamo certamente ingannare Dio, perciò faremo bene a essere sinceri davanti a Lui pentendoci di vero cuore e credendo in Gesù Cristo per sfuggire all’ira di Dio!
Non ci sono altre alternative non esiste una zona neutra!
Alla fine dei tempi Dio giudicherà gli empi. Chi ha orecchi per udire oda.