1 Corinzi 13:4: Ciò che l’amore non fa’ (Prima parte).
“L'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, Un aspetto interessante è il tempo presente dei verbi, descrivono azioni abituali, azioni presenti”.
Dopo aver parlato su ciò che l’amore è, l’apostolo Paolo parla ora di ciò che l’amore non fa.
L’amore non invidia.
“Non invidia” include l'idea di bruciare o di bollire, quindi indica passione, zelo; il significato principale è di avere un forte desiderio: avere ciò che ha altro, e anche desiderare il male per qualcun altro.
È un sentimento negativo per il successo degli altri, invece all’amore non dispiace il successo che hanno gli altri. Chi ama è contento se gli altri hanno di più!
Questo sembra essere stato un problema particolare a Corinto, quelli che pensavano di avere doni "minori" invidiavano quelli che loro pensavano avevano doni "maggiori" (1 Corinzi 12:12-31).
L’invidia riflette lo zelo per la propria auto-promozione piuttosto che la crescita della comunità.
L'invidia è dietro gran parte le contese di partito nella chiesa di Corinto (1 Corinzi 3:3).
Quando c’è l’invidia c’è rivalità, competizione.
L’amore non si vanta.
La radice della parola “vanta” nel greco richiama un otre di cornamusa.
“Non si vanta” si riferisce al comportamento di chi si loda con esagerazione, o è un parolaio pomposo, uno spaccone. Chi si vanta si gonfia con le parole senza misura per attirare l’attenzione su di sé, per avere riconoscimenti.
Suggerisce azioni egocentrici in cui vi è un desiderio smodato di richiamare l'attenzione su se stesso.
Alcuni nella chiesa di Corinto si vantavano dei famosi insegnanti che avevano avuto (1 Corinzi 1:10-12) della loro conoscenza (1 Corinzi 8:1-2), dei loro doni spirituali (1 Corinzi 12).
Non è possibile vantarsi e amare allo stesso tempo perché chi si vanta pensa solamente a se stesso, mentre chi ama si preoccupa degli altri, del bene della comunità.
L’amore non si gonfia.
“Non si gonfia” si riferisce alla superbia, all’arroganza, all’orgoglio, ad affermare se stesso, anche questo era un problema della chiesa di Corinto (1 Corinzi 4:6, 18, 19; 5:2; 8:1).
Se vuoi compiacere il diavolo, comincia ad ammirare e ad affermare te stesso.
Nessun peccato è così profondamente radicato nella nostra natura umana!
Molte persone, anche cristiani sono come quel picchio che stava beccando sul tronco di un albero morto. Improvvisamente un fulmine colpì l'albero scheggiandolo. Il picchio volò via illeso. Guardando indietro dove sorgeva l'albero morto, l'uccello orgoglioso esclamò: "Guarda cosa ho fatto!"
L’orgoglio è un peccato che chi più chi meno abbiamo tutti!
Lo detestiamo quando lo vediamo negli altri, ma difficilmente ammettiamo che lo siamo noi!
Ammettiamo di avere un brutto carattere, di essere egoisti, di pensare male, ma raramente qualcuno ammette, anche tra i cristiani che si è orgogliosi!
L’uomo naturale è sempre alla ricerca di se stesso e di ammirare se stesso.
L’amore si occupa di darsi agli altri invece che affermare se stesso!
Qualcuno ha detto che l'orgoglio è come una barba, continua a crescere, qual è la soluzione? Radersi ogni giorno.
Quindi se ami non invidierai, non ti vanterai e non sarai orgoglioso.