Salmo 1:6: Due destinazioni diverse.
“Il Signore conosce la via dei giusti, ma la via degli empi conduce alla rovina”.
In questo versetto vediamo prima di tutto la benedizione dei giusti. “Conoscere” nella Bibbia indica a volte un rapporto speciale che Dio ha con un individuo, o popolo. “Conosce” indica più del fatto che Dio è informato di ciò che siamo, o abbiamo fatto, indica un rapporto intimo, speciale, personale, esclusivo in questo caso con il giusto (Esodo 33:12; Genesi 4:1). “Conosce” in questo testo indica scegliere, infatti la stessa parola è usata in Genesi 18:19 dove il Signore parlando di Abramo dice: “Io l’ho prescelto…. “. Così la stessa parola è anche usata in Amos 3:2: “Voi soli ho scelti fra tutte le famiglie della terra; perciò vi castigherò per tutte le vostre trasgressioni”. Questo non significa che Dio ignori tutte le altre famiglie della terra, ma che Egli ha posto la Sua attenzione speciale su Israele e l’ha riconosciuto perché fosse sua esclusiva proprietà fra tutti gli altri popoli della terra. Pertanto che Dio conosce si riferisce alla posizione in cui Dio mette l’uomo in relazione a Sé, quindi di sua proprietà. Ha il senso di identificare e distinguere (Deuteronomio 33:9), quindi di porre un’attenzione speciale su una persona e riconoscerla di propria proprietà (1 Pietro 2:9; Deuteronomio 14:2).
Quindi la parola ebraica “conosciuto” (yada) indica una relazione speciale di Dio con il Suo popolo, perciò non è solo una conoscenza nel senso intellettuale, ma quella di riconoscere una persona e include l’idea dell’amore e della cura (Esodo 2:25;19:4; Osea 13:5), dell’amicizia di grazia di Dio con il Suo popolo. Il Signore conosce chi sono i Suoi dice Paolo a Timoteo (2 Timoteo 2:19; cfr. Matteo 7:21-23). Ma qui dice che conosce la via dei giusti, questo significa che la conoscenza di Dio, implica non solo una conoscenza oggettiva circa i giusti, ma anche un rapporto soggettivo con loro, assicurando loro che Egli si preoccupa per i suoi, li protegge e li ricompenserà (Salmo 31:7-8; 37:18, 144:3). Significa che Dio osserva chi gli appartiene ed è interessato al loro destino, si prende cura del giusto, ha cura della sua via, conosce la sua condotta e si interessa con amore alla loro vita presente e futura. Il suo occhio è sul giusto, il suo orecchio è aperto a lui (Salmo 34:15), e in Cristo è la dimora dello Spirito per sempre (Giovanni 14:17). La loro sicurezza, temporale ed eterna, è nel Signore che cammina con loro sulla strada. Così l'eterno Dio si prenderà cura oggi del giusto sulla terra e gli riserva un destino eterno con Lui.
Mentre gli empi saranno dannati eternamente, andranno alla rovina. La via dei giusti è vivere una vita consacrata a Dio, con la salvezza eterna, al contrario di quella degli empi che la condurrà alla rovina (Matteo 7:21-23). “Rovina” significa perire, morire, distruggere (Deuteronomio 4:26;11,4; Numeri 16:33, Levitico 26: 38; Giosuè 23:16). Altre volte ha il significato di vagare, errare soprattutto per gli animali che si perdono e lontani dalla sicurezza del gregge moriranno. Così gli empi che deviano dall'occhio attento di Dio soffriranno certamente dell'ultimo disastro del giudizio di Dio (Deuteronomio 28:20; 30:18). Altre volte si riferisce alle proprietà che vanno in rovina (Deuteronomio 22:3). Ora dobbiamo attentamente pensare che c’è una rovina per tutta la vita: l’inferno (Matteo 10:28; Giovani 3:16). Chi ha orecchi per udire oda!