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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Le parole che riguardano il culto

PRINCIPI DELLA FEDE CRISTIANA.
“IL CULTO”.
LE PAROLE CHE RIGUARDANO IL CULTO.
Ci sono molte persone, anche che frequentano le chiese che parlano un po' della lingua cristiana, ma che conoscono Dio solo per sentito dire. La maggior parte di loro hanno letto qualche libro su Dio, hanno ascoltato delle prediche, forse hanno gustato un po' della presenza di Dio, possono aver sentito qualche debole eco della voce di Dio, ma la loro conoscenza personale di Dio è molto superficiale e non sempre corretta.

Oggi abbiamo bisogno di un ristabilimento della visione del Dio Altissimo. 
Abbiamo una cattiva e debole visione di Dio e di conseguenza si è persa la gloria e l'onore di Dio, e quindi anche il culto ne è compromesso.

La Bibbia parla in modo chiaro e definito riguardo il vero culto a Dio.
La vera adorazione del Dio vivente è dinamica, variegata, vivace, ma ciò che vediamo, sempre nella Bibbia è che il culto a Dio non deve essere fatto in modo superficiale, meccanico o incoerente.

Oggi parlerò di alcune parole per il culto: lodare, glorificare, adorare e servire.

Iniziamo con:

I LODARE.
Vediamo il:
A) Concetto di lode.
La lode (Aineō) indica parlare di eccellenza di qualcuno, esaltare gioiosamente con parole di approvazione e ammirazione, ed è fatta con il canto, o preghiera da parte di individui (Luca 2:20; Atti 3:8-9), di comunità (Luca 19:37; Atti 2:42,47; Apocalisse 19:5), o angeli (Luca 2:13).

Nell’Antico Testamento la lode (Tehillah) è un elogio d’Israele a Dio (Deuteronomio 10:21; Salmo 148:14). 
È un’espressione di apprezzamento e una risposta alle buone qualità (cfr. Proverbi 31:28, 31).

Più frequentemente “lode” (Tehillah) si riferisce a un canto di lode a Dio (Salmo 40: 3; 145:t; 146:2; Geremia 13:11), accompagnati da strumenti musicali e danze (Salmo 149:3; 150:3-5).

B) Le cause della lode.
Possiamo vedere alcuni esempi.
Noi vediamo nella Bibbia che:
(1) La lode è comandata.

In Apocalisse 19:5 è scritto: “Dal trono venne una voce che diceva: ‘Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servitori, voi che lo temete, piccoli e grandi’”. (cfr. Salmo 66:8; 100:4; Romani 15:11).

(2) La lode è gradita a Dio.
La lode si addice a Dio (Salmo 147:1).
Dio è degno di essere lodato (Esodo 15:11; Salmo 145:3); ha fatto opere lodevoli (Salmo 78:4), è il nostro Creatore (Salmo 96:7-8; Apocalisse 4:8-11). 
Dio farà germogliare la lode davanti tutte le nazioni (Isaia 61:10-11). 

(3) La lode è una risposta alla natura di Dio.
(a) Per la Sua grandezza, per le sue opere tremende (Esodo 14:11; Deuteronomio 10:21; Salmo 66:1-7; 113; 145:3).

(b) Per la Sua giustizia (Salmo 35:28; 48:10).

(c) Per la Sua grazia (Salmo 113).

(d) Per la Sua bontà (Salmo 135).

(e) Per la Sua potenza, maestà, misericordia e bontà (Salmo 145; Luca 19:37).

Quindi, ogni aspetto della natura, del carattere e dell'opera di Dio dovrebbe evocare la nostra lode (cfr. Apocalisse 4:11).

(f) Per le Sue benedizioni (Salmo 147:12-20).

(g) Per la Sua fedeltà e sovranità (Salmo 146).

(4) Per l’esaudimento alle preghiere (Salmo 35:18,28; 40:1-3; 69:30-36; 145).

(5) Per la guarigione (Atti 3:8-9).

(6) Per la salvezza (Deuteronomio 10:21-22; Atti 2:41-47; Romani 15:7-12)
In particolare, Dio salva dai peccati per mezzo di Gesù Cristo (Matteo 1:21; 1 Timoteo 1:15).

Infine: 
(6) Per l'invio di suo Figlio, Gesù Cristo (Luca 2:20; cfr.24:53)
La lode è una risposta all'azione di Dio in Cristo, una risposta che si unisce alla lode celeste di Dio (cfr. Luca 2:13-20; Apocalisse 19:5) di colui che è stato salvato (Romani 15:7-12).

In Apocalisse 4-5 vediamo il culto in cielo dove gli angeli e ventiquattro anziani continuamente adorano e lodano il Signore.

Il culto pubblico e privato devono essere ripieni del profumo della lode.
Siamo chiamati a lodare Dio per quello che è, che ha fatto, fa e farà!
Dio è il nostro Creatore, Salvatore e Signore che opera nella nostra storia! 

Una seconda parola è:
II GLORIFICARE. 
In modo particolare "gloria" traduce un termine ebraico (kābôd) che indica essere pesante (per esempio 1 Samuele 4:18. Genesi 41:31; 48:10; Esodo 4:10; 5:9; 7:14; 8:15,28; 9:7, 34;10:1; 17:12; Giudici 20:34;1 Re 12:10; Isaia 6:10; 59:1; Zaccaria 7:11).

Riguardo al peso, quindi gloria si riferisce alla:
(1) Rilevanza sociale.
La "gloria" si riferisce all’importanza, la posizione sociale ragguardevole, all’onore, prestigio, dignità, alla reputazione (1 Re3:13). 

Si riferisce all’onore, al rispetto, all'attribuzione di alto status di una persona come quella di Giuseppe in Egitto che era il secondo dopo il faraone (Genesi 45:13; 41:40-41; Numeri 22:15; Proverbi 11:16). 
Oppure il principe Sichem era l’uomo più onorato in tutta la casa di suo padre (Genesi 34:19; 1 Samuele 9:6; 2 Samuel 23:23).

Le persone in posizioni di responsabilità e di autorità avevano onore e rispetto (Esodo 20:12; Malachia 1:6; Salmi 8:6; Giobbe 9:9; 1 Samuele 4:21; Michea 1:15; Isaia 5:13; 8:7; 17:3-4). 

Poi ancora gloria si riferisce alla:
(2) Ricchezza.
“Gloria” indica ricchezza ciò che ha valore ed è abbondante (Salmi 49:17; Isaia 10:3; 66:12). 
Abramo, per esempio era molto ricco (kabed) di bestiame, di argento e di oro (Genesi 13:2; cfr. per Giacobbe-Genesi 31:1). 

Poi ancora gloria si riferisce alla:
(3) Potenza o forza.
La "gloria" è collegata alla forza, alla potenza degli arcieri, dei soldati di Chedar scomparirà, rimarranno solo in pochi (Isaia 21:16). 

Così anche la gloria, cioè il potere di Moab cadrà in disprezzo (Isaia 16:14). 
Quindi anche la gloria di Giacobbe, la forza sarà diminuita dice Isaia 17:4. 

Poi ancora Gloria descrive:
(4) La bellezza, lo splendore, la magnificenza.
Per esempio dei paramenti sacri dei sacerdoti (Esodo 28:2).
I regni come quello Medo-Persiano (Ester 1:4), o quello Assiro, sono descritti come gli splendori e le bellezze della grande foresta del Libano (Isaia 8:7; 10:18; 16:14; 21:16). 

Parlando profeticamente che il deserto di Israele sarà coperto di fiori dice che gli sarà data la gloria del Libano, cioè la bellezza del Libano (Isaia 35:3; 60:13). 

Così anche la gloria del secondo tempio indica bellezza (Aggeo 2:1-3).

B) Nel Nuovo Testamento.
La parola "gloria" (doxa) nel Nuovo Testamento nell’uso non teologico indica:
(1) Considerazione.
Si riferisce alla fama, o reputazione e quindi onore.
Per esempio l’onore di chi viene invitato ad occupare i primi posti è scritto in Luca 14:10. (cfr. Giovanni 5:44; 7:18; 8:50; 1 Tessalonicesi 2:6,20; 1 Corinzi 11:15; 2 Corinzi 6:8). 

Poi troviamo il significato di:
(2) Manifestazione: di splendore, magnificenza, bellezza.
In Mattteo 4:8-9 è scritto: "Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: 'Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori'".  (1 Pietro 1:24).

Infine vediamo che gloria si riferisce alla:
(3) Descrizione delle caratteristiche di un oggetto, o di una persona.
Come abbiamo visto prima il diavolo mostrò a Gesù tutti i regni del mondo e la loro gloria, in questo senso la bellezza, la magnificenza dei regni (Matteo 4:8).

Salomone con tutta la sua gloria, non fu vestito come i gigli della campagna. 
Quindi vediamo la caratteristica di bellezza o magnificenza dei gigli o di Salomone (Matteo 6:29; cfr. Matteo 16:29). 

C) Il significato di gloria in riferimento alla natura di Dio.
1) La gloria appartiene solo da Dio.
Dio è la persona che ha più peso di tutti: dei politici, dei governanti, dei ricchi, dei potenti.

(1) Gloria è usato come una denominazione per Dio stesso.
Geremia 2:11-12 ci dice: "C'è forse una nazione che abbia cambiato i suoi dèi, sebbene non siano dèi? Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria per ciò che non giova a nulla. O cieli, stupite di questo; inorridite e restate attoniti», dice il SIGNORE. 'Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua'". (vedi anche 2 Pietro 2:16-17).

Questi versetti riassumono l’orrore del profeta dinanzi all’apostasia del suo popolo. 
A differenza delle nazioni pagane che rimanevano fedeli ai loro dèi, sebbene non fossero vere divinità, perché mancavano di quelle caratteristiche, di quella pienezza assoluta di potere e di dinamicità che contraddistingue il vero Dio, Israele ha cambiato la sua gloria-Yahveh- per dèi inutili che non giovano a nulla! 

La gloria per eccellenza indica la natura di Dio, in ultima analisi solo Dio ha la gloria! 
Dio solo è intrinsecamente glorioso; Lui è unico e incomparabilmente glorioso! (Isaia 42:8).

Dio non può condividere la sua gloria con altri! Perché gli altri non sono Dio! 
Dio è l’unico Dio e la gloria appartiene solo a Lui! Nessuno e niente altro è glorioso, solo Dio. 
Tutti gli idoli sono indegni al confronto di Dio. 
Solo Dio ha la gloria, perciò la sua gloria è esclusiva! Dio è l’unico Dio, quindi solo Lui ha la gloria (Isaia 45:5).

Quindi solo Dio è degno di essere glorificato, cioè innalzato!

Riguardo la gloria che appartiene solo a Dio vediamo che:
(2) La Gloria è usata per la descrizione del carattere di Dio.
“Gloria” indica la sintesi, la somma di tutti gli attributi di Dio, quindi la Sua perfezione, le sue caratteristiche interne di Dio. 

La gloria di Dio indica lo splendore e la luminosità che è inseparabilmente collegata con tutte le virtù di Dio e con la sua auto-rivelazione.

In Romani 3:23 è scritto: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio". 

“Gloria” indica la bellezza morale di Dio, la perfezione del Suo carattere. 
Le persone non riflettono la gloria di Dio nel senso che non sono conformi al suo carattere perfetto, pertanto sono privi della Sua presenza!  (Salmo 9:11; 96:2,3,6; 105:1; Ebrei 1:3).

D) La gloria va attribuita solo a Dio.
Noi dobbiamo dare gloria a Dio! 
In Matteo 4:10 Gesù rispose al diavolo citando le Scritture (Deutreronomio 6:13) dicendo: "Vattene, Satana, poiché sta scritto: "'Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto'".

Quando glorifichiamo Dio, stiamo riconoscendo che Egli è insolito, trascendente, soprannaturale e quindi degno di ricevere il culto dalle Sue creature (Luca 2:20; 5:25; 18:43; Romani 15:6; cfr. Apocalisse 15:4; 1 Corinzi 6:20). 

Dare gloria a Dio non significa aggiungere qualcosa alla sua persona, ma riconoscere e tenere in grande considerazione quello che Dio è! 

Dare gloria a Dio significa dargli l’onore, il rispetto che merita, la posizione che merita! 
In 1 Cronache 29:11 leggiamo: "A te, SIGNORE, la grandezza, la potenza, la gloria, lo splendore, la maestà, poiché tutto quello che sta in cielo e sulla terra è tuo! A te, SIGNORE, il regno; a te, che t'innalzi come sovrano al di sopra di tutte le cose!". 

"Gloria" (tiph˒ārāh) in questo caso si riferisce all’onore, all’alta posizione. 
Dai a Dio la posizione che merita? Quindi sopra ogni cosa? La priorità su tutto? 
Questo indica anche glorificare Dio!

Un’altra parola per descrivere il culto è:
III ADORARE. 

La Bibbia ci dice:
A) Chi non dobbiamo adorare.
(1) Non dobbiamo adorare gli idoli e le immagini.

L'idolatria è dilagante nel mondo in tutte le religioni, anche in quelle cristiane. 

Dio non vuole che ci prostriamo davanti agli idoli che rappresentano divinità celeste o terrestri, infatti nel secondo comandamento leggiamo: “Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra.  Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti”. (Esodo 20:4-6; Nahum 1: 2, 14; Deuteronomio 32:16-42).

Questo comandamento proibisce la creazione e la prostrazione davanti agli idoli, come anche la devozione.

Indica anche il non farsi idoli, o immagini che rappresentano Dio (2 Re 10:29; 12:25-33), se lo facciamo stiamo sminuendo la gloria di Dio, lo stiamo disonorando! (Deuteronomio 4:15-19; Isaia 40:18; Atti 17:29; Giovanni 4:23-24; Romani 1:21-23).  

Anche il Nuovo Testamento ribadisce questa verità, avvertendo i cristiani a guardarsi dagli idoli (1 Giovanni 5:21).

(2) Non dobbiamo adorare gli angeli.
Quando l’apostolo Giovanni vide e udì la rivelazione di un angelo si prostrò davanti ai suoi piedi per adorarlo, ma cosa gli disse l’angelo? 
“Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo. Ma egli mi disse: ‘Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti, e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!’” (Apocalisse 22:8-9; 19:9-10; Colossesi 2:18).

(3) Non dobbiamo adorare, o pregare le persone.
In Romani 1:25 è scritto: “Essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen”. 

Gli angeli come gli uomini non sono degni di essere adorati, se lo facciamo stiamo derubando Dio della Sua gloria!!!

Tutte le creature non sono degne di essere adorate!

Quando Paolo fece il miracolo a Listra all’uomo zoppo dalla nascita, la folla scambiò Paolo e Barnaba per divinità, e gli volevano offrire dei sacrifici, come reagirono i due servi di Dio? 
È scritto in Atti 14:14-15: “Ma gli apostoli Paolo e Barnaba, udito ciò, si strapparono le vesti, e balzarono in mezzo alla folla, gridando: ‘Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo esseri umani come voi; e vi predichiamo che da queste vanità vi convertiate al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi’”. (vedi anche Atti 10:25-26).

La Scrittura condanna il culto, la devozione, o la venerazione di qualsiasi essere umano, siano essi vivi o morti (cfr. Deuteronomio 18:10-12). 

Quindi non dobbiamo adorare e nemmeno pregare gli uomini, anche se erano consacrati a Dio come Paolo e Barnaba! È una forma di paganesimo!

Chi lo fa si giustifica, o legittima questo dicendo che c’è bisogno della mediazione dei santi per arrivare a Dio.
Ma la Bibbia dice che Gesù è il nostro unico mediatore e Sommo Sacerdote con Dio (Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:5; Ebrei 2:17; 4:14-16), e ogni credente è un sacerdote (1 Pietro 2:9; Apocalisse 1:5-6), e può tutte le volte che vuole andare alla presenza di Dio come vedremo ancora più avanti (Efesini 2:11-18; 3:11-12).

Vediamo ora:
B) Chi dobbiamo adorare.
Prima di parlare di chi dobbiamo adorare, definiamo che cosa è l’adorazione.
La parola greca per “adorare” (proskuneo) è rendere omaggio alla divinità, è prostrarsi per adorare, inchinarsi, mostrare riverenza, accogliere con rispetto.
Si riferisce a un atteggiamento di devozione.

Chi dobbiamo adorare, quindi anche pregare?
La Bibbia ci dice:
(1) Dio. 
Tozer disse: “Lo scopo principale di Dio nella creazione era quello di preparare gli esseri morali spiritualmente e intellettualmente perché fossero in grado di adorarLo”.

Una persona è salvata per adorare Dio!
Tutto ciò che Cristo ha fatto per noi in passato e tutto quello che sta facendo mira a questo fine.

Dio è degno di essere glorificato perché è il Creatore di tutte le cose! (Apocalisse 4:11).

Il cristiano è un adoratore di Dio! 
Se una persona dice io sono cristiano, ma non adora Dio, significa che non è un vero cristiano! Tu sei un adoratore di Dio? Come stai adorando Dio? 
Il credente si diletta ad adorare Dio perché riconosce che Dio è l’essere più meraviglioso che esista! 
Sempre Tozer scrisse: "La benedetta e invitante verità è che Dio è il più attraente di tutti gli esseri viventi e dovremmo trovare un’ineffabile piacere nell’adorarlo". 

Adorare è riconoscere e affermare ciò che Dio è! 
Il credente adora Dio perché è rapito, meravigliato dalla bellezza di Dio!
L’adorazione è un’ammirazione, una reazione di stima di fronte la gloria di Dio! 
Tomas Watson disse: "Noi glorifichiamo Dio quando diventiamo suoi ammiratori” 
Se sei un ammiratore di Dio lo adorerai! Ti diletti nell’adorarlo? Ammiri Dio a tal punto da non fare a meno di adorarlo?

Quando fu tentato dal diavolo che voleva la Sua adorazione, Gesù rispose: “Vattene, Satana, poiché sta scritto: ‘Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto’" (Matteo 4:10; Isaia 6; Apocalisse 4-5).

Quindi la Bibbia esclude altri dall’adorazione, solo Dio va adorato!!
Il primo dei comandamenti in Esodo 20:2-3 è scritto: “Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”.
Dio è un Dio geloso (Esodo 34:14), è il Signore e non darà la gloria a un altro (Isaia 42:8).

“L'adorazione è la dichiarazione di una creatura della grandezza del suo Creatore” (Herbert M. Carson).
L'adorazione è una risposta, una reazione alla grandezza del Dio che ci ha creato.

L’adorazione testimonia e trasmette l'idea che Dio è Dio, ed è pertanto sbagliato adorare per il nostro beneficio, o per un nostro torna conto.
Questo è un errore, noi dobbiamo dilettarci nell’adorare solo Dio! 
Dio deve essere al centro della nostra adorazione (Apocalisse 4:2). 

C’è un tipo di culto incentrato sull’uomo, che tende a soddisfare le proprie esigenze, interessi, benessere, quindi la ragione ultima del culto è soddisfare il proprio egocentrismo!
Ma il vero culto ha l’attenzione solo su Dio! 
Il vero culto esalta Dio e lo mette al suo giusto posto nella nostra vita, cioè al centro!

I nostri cuori, pensieri, parole, desideri, volontà devono essere centrati solo su Dio e non sui nostri bisogni, o preoccupazioni.

Viviamo in una generazione che è in contrasto con ciò che dice la Bibbia riguardo l’adorazione e quindi il culto.
Molti cristiani di tutte le denominazioni frequentano la chiesa non per lealtà, dovere, amore, o gratitudine per Dio, ma solo se soddisfa le loro esigenze; Dio non è più al centro del culto, ma lo è l’uomo!


Lo scopo del culto è rivitalizzare la nostra coscienza con la santità di Dio, purificare i nostri pensieri con la bellezza di Dio, aprire il cuore all’amore di Dio, e consacrare la nostra volontà al piano di Dio!

(2) Il modo come dobbiamo adorare Dio.
Dio non accetta tutti i tipi di adorazione! 

Noi dobbiamo adorare Dio in:
(a) Spirito e verità.
In Giovanni 4:23-24 Gesù dice: “Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori.  Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità”.

Dio non accetta tutti gli adoratori, ma solo quelli che lo adorano in spirito e verità, perché Dio è spirito!
Adorare Dio in spirito significa che la vera adorazione non è legata ai luoghi sacri.
Dal contesto vediamo che Gesù contrappone al luogo esterno. 
Non è né sul monte Gherizim, né a Gerusalemme, e quindi possiamo aggiungere né a Roma, né a Lourdes e così via!
Inoltre adorare in spirito significa che la vera adorazione non è legata alle immagini, o sculture! 

Verità indica:
(b) Cuore sincero secondo la rivelazione di Dio.
Dio si aspetta che lo adoriamo soggettivamente con un cuore sincero e oggettivamente secondo le forme e i contenuti della Sua rivelazione.

Infatti, Gesù dice in verità.
In primo luogo verità si riferisce a cuore sincero.
La verità (aletheia) è qualcosa che “è reale” a differenza di fare finta, di qualcosa di apparente, che non rispecchia la realtà (Matteo 22:16; Marco 12:14; Luca 20:21; Filippesi 1:18). 
Possiamo dire un’adorazione ipocrita, senza il cuore! 
La vera adorazione deve essere del cuore!
In Matteo 15:7-9 Gesù ammonisce i farisei e gli scribi dicendo: “Ipocriti, ben profetizzò Isaia di voi quando disse: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti d'uomini’” 

Il cuore si riferisce alla persona interiore, è la sede dei pensieri, dei sentimenti, della volontà.
Dio guarda al cuore (1 Samuele 16:7), perciò Dio ascolta l’adorazione o la preghiera fatta con il cuore, sincera, altrimenti è una preghiera vana!

Il culto deve essere fatto con tutto il nostro cuore, anima, mente, forza (Cfr. Marco 12:30).
Se c'è qualcosa in noi che non adora Dio, allora non c'è nulla in me che adora Dio perfettamente!!

Se ci sono aree in noi che non sono in armonia con la volontà di Dio e non adorano Dio, allora non c'è nessuna area nel mio essere che adora Dio perfettamente!!

In secondo luogo adorare in verità indica che l’adorazione deve essere coerente con la rivelazione di Dio.
"Verità" (aletheia) abbiamo detto è ciò che corrisponde alla realtà, in opposizione al falso, alle concezioni false che derivano da una conoscenza imperfetta (cfr. Giovanni 4:22).

La verità indica essere in armonia con la verità di Dio rivelata, con la Sua Parola (Giovanni 16:12-14; 17:17).
L’adorazione in verità è un’adorazione che corrisponde alla natura del suo oggetto da adorare e quindi ciò che riguarda la Sua persona come rivelato nella Sua Parola, la Bibbia! 

L’adorazione, sia nella forma e nel contenuto deve essere vincolata all’autorità della rivelazione di Dio: della Bibbia!

I cristiani devono adorare Dio come viene comandato nella Bibbia, facendo così Dio ci approverà e saremo protetti dall’inventarci forme e contenuti di adorazione frutto dell’immaginazione umana, o di idoli che evidentemente Dio non approverebbe (per esempio Genesi 4:1-4; Esodo 32:1-14; Levitico 10:1-11)
Dobbiamo adorare Dio con:
(c) Timore. 
È vero che Dio è nostro Padre (Giovanni 1:12-13), ma questo non giustifica un’adorazione frivola!
È vero che Dio accoglie i Suoi figli a braccia aperte  come sono in Cristo, ma dobbiamo ricordare che è il Creatore, il Dio santo e sovrano!

In Ebrei 12:28-29 è scritto: “Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore! Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante”.
Chi è consapevole della grandezza, santità e potenza di Dio avrà timore di Lui come l’ha avuto Abramo (Genesi 18:27); Isaia (Isaia 6:1-5); Pietro (Luca 5:8).


I credenti hanno ricevuto un regno che non può essere scosso, pertanto siamo chiamati a essere riconoscenti a Dio e a offrire un culto gradito a Dio con riverenza e timore perché è un fuoco consumante!, cioè il fuoco santo e giusto dell’ira di Dio che consuma, punisce tutto ciò che è indegno a Lui!

Pertanto non possiamo offrire a Dio un culto come ci pare a noi, ma come vuole Lui e con il giusto atteggiamento!!

Chi teme Dio obbedirà, senza santificazione non possiamo sperimentare Dio (Matteo 5:8; Ebrei 12:14; Giacomo 4:8), e Dio non accetterà il nostro culto come è accaduto più volte nella storia con il popolo d’Israele (Isaia 1:11-17; Amos 5: 21-24).

Non possiamo adorare Dio e vivere secondo la nostra natura peccaminosa!!
Come possiamo sperare di adorare Dio in modo accettabile quando c'è qualcosa nella nostra natura che è indisciplinata, impura, peccaminosa! Come potremmo, in questo modo adorare Dio in modo accettabile?
Il culto gradito a Dio lo è fino a quando non c’è nulla in me che lo dispiace!!

Vediamo:
(d) L’umiltà.
Gesù in Matteo 5:3 dice: "Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli". 
La parola “povero” (ptōchos) in questa beatitudine descrive la povertà assoluta, la totale impotenza, la completa miseria; descrive la povertà di quello che non ha proprio niente. 
Ma Gesù dice poveri in spirito; “spirito” (pneuma) in questo caso è la parte interiore invisibile dell’uomo, intima (Marco 8:12; Luca 1:47). 

“Poveri in spirito” è un modo di dire che indica essere umili riguardo la propria capacità di relazionarsi con Dio. 
Perciò “poveri in spirito” è una povertà spirituale ed è l’atteggiamento che corrisponde all’umiltà, opposta all’alterigia, all’arroganza, all’auto-indulgenza. 

“Poveri in spirito” è la consapevolezza di una persona che si rende conto della sua propria mancanza assoluta di risorse e trova il suo aiuto e forza in Dio.

Dio accetta chi si umilia davanti a Lui e non chi si vanta! 
Questo lo vediamo molto bene nella parabola del fariseo e del pubblicano in Luca 18:9-14.
Mentre il fariseo pregava vantandosi delle sue opere, il pubblicano si batteva il petto in segno di cordoglio, chiedendo a Dio di avere pietà di lui, ebbene questo è stato giustificato, Gesù al v.14 afferma: “Io vi dico che questo tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello; perché chiunque s'innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato”.

Dio approva l’umiltà! Coloro che si umiliano davanti a Lui facendo cordoglio per i loro peccati.
Noi troviamo questa verità in diverse parti nella Bibbia
Per esempio nel Salmo 34:18 è scritto: “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito”.    
                    
Il Salmo 51:17 dice: “Sacrificio gradito a Dio è uno spirito afflitto; tu, Dio, non disprezzi un cuore abbattuto e umiliato”.    

L’atteggiamento nel culto deve essere di:
(f) Gioia.
Davide nel Salmo 16:11 ci dice che ci sono gioie a sazietà alla presenza di Dio! 

Paolo in Filippesi 4:4 dice che dobbiamo sempre rallegrarci nel Signore (Salmo 87:7; 1 Tessalonicesi 5:18; 1 Pietro 1:8).

Nel Salmo 2:11 ci dice di servire il Signore con timore e di gioire con tremore (Salmo 32:11; 97:12).
A volte dimentichiamo che è possibile mettere queste due cose, cioè gioia e tremore fianco a fianco. 
Quando ci rallegriamo possiamo perdere il nostro senso di dignità e quando temiamo Dio rischiamo di dimenticare la nostra condizione di figli di Dio.

“Gioite” ( gîl) è un emozione forte, una gioia accompagnata da grida spontanee ed entusiastiche. 
Quindi non dobbiamo reprimere la gioia per il Signore, ma la gioia senza tremore (reʿā∙ḏāh) rischia di creare una religiosità, o un’adorazione frivola e irrispettosa nei riguardi di Dio. 
"Con tremore" la gioia sarà adeguata come vuole Dio nel servizio, nell’ubbidienza e nell’adorazione! 

Servirlo è gioia, perché ci ama, perché è un grande Dio dalle grandi imprese, perché in Lui c’è la salvezza e tante benedizioni (Abacuc 3:18; Gioele 2:23; Salmi 89:16-18; 149:2-9). 
Mentre tremore è la reazione davanti la santità, la maestà e la potenza di Dio (Salmi 104:32).

Infine nelle parole per il culto nella Bibbia troviamo: 
IV SERVIRE. 
“Servire” (latreuo) nella traduzione greca dell’Antico Testamento è usato circa novanta volte in riferimento al culto collettivo e individuale a Dio attraverso atti che scorrono da un cuore puro (per esempio Esodo 3:12; 4:23; 7:6; Deuteronomio 10:12). 

Il riferimento è al servizio cultuale dei servizi sacerdotali dell’Antico Patto (ad esempio, Luca 2:37; Atti 7:7,42; Ebrei 8:5; 9:9; 10:2; 13:10).
Questo viene ripreso nel Nuovo Patto sempre per il culto (Filippesi 3:3; Ebrei 9:14; 12:22-28).

Il verbo inoltre è usato per servire Dio nella preghiera (Matteo 4:10; Atti 24:14), o per la predicazione missionaria (Romani 1:9), o in senso generale per una retta condotta (Luca 1:74; Ebrei 9:14).

Leggiamo in 1 Pietro 2:5,9: “Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo…Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa”.

Ci sono diversi aspetti che troviamo riguardo i sacerdoti, ma ne citerò solo tre sinteticamente:
(A) Il sacerdote è la persona che ha accesso a Dio e il cui compito era fare da mediatore tra le persone e Dio (Ebrei 7:26-28)

Sotto l’Antico Patto, l’accesso a Dio era privilegio dei sacerdoti e in particolare del sommo sacerdote, che entrava nel luogo santissimo (Levitico 16:32-34; cfr. Ebrei 9:12,24). 

Per mezzo di Gesù Cristo, la via nuova e vivente, l’accesso a Dio diventa il privilegio di tutti i cristiani (1 Pietro 2:5,9), un accesso diretto e personale per fede per mezzo di Cristo (Romani 5:2; Efesini 2:18; 1 Timoteo 2:5).

(B) Il sacerdote è la persona che porta un'offerta a Dio. 
I sacerdoti dell’Antico Patto offrivano gli animali predisposti in sacrificio per i loro peccati e per quelli del popolo (Per esempio Esodo 29:10-19; Levitico 1-8; 16), oggi non è più necessario perché Gesù Cristo ha offerto se stesso una volta è per sempre (Ebrei 7:22-28; 10:5-14).

Oggi i sacrifici dei cristiani offrono sacrifici spirituali, come l’adorazione, la lode, il ringraziamento, la cena del Signore (1 Pietro 2:5), e offrono il loro corpi a Dio in sacrificio vivente (Romani 12:1-2).

Come popolo di Dio e sacerdoti - non per razza, ma perché scelti e acquistati da Dio - (Esodo 19:5-6; Salmo 95:6-7; Isaia 43:21; 1 Pietro 2:5,9; Apocalisse 1:5-6), i credenti sono chiamati a offrire il culto a Dio (per esempio Deuteronomio 6:13; Matteo 4:10; Luca 4:8).

(c) Il sacerdote è la persona che proclama le virtù di Dio.
I sacerdoti sotto l’Antico Patto erano insegnanti, insegnavano ciò che era la volontà di Dio, per esempio ciò che era puro e impuro, santo e profano, quindi istruire il popolo secondo la legge di Dio (Levitico 10:10-11; Deuteronomio 33:10; 2 Cronache 35:3; Ezechiele 22:26; Aggeo 2:11-13; cfr. Esodo 28:30; Numeri 27:21; Deuteronomio 31:9-12; 33:8; vedi Esdra 2:59-63; 7:10).

Così in 1 Pietro 2:9 abbiamo letto che il ministero dei credenti, dei sacerdoti nel Nuovo Testamento, è servirlo proclamando le Sue virtù (aretas), cioè opere potenti e miracolose di Dio, eccellenze, o azioni di salvezza.

CONCLUSIONE. 
Come cristiani abbiamo tanti motivi per offrire un culto a Dio sempre, questi si possono racchiudere per quello che Dio è e per quello che ci ha dato e ci dà!
Il culto è una cosa dovuta, Dio è degno, è il nostro Creatore (Salmo 96:7-8; Apocalisse 4:8-11).

Il culto è la reazione del popolo alla manifestazione di Dio, alle Sue opere (Esodo 4:29-31; Apocalisse 15:4), alla Sua grandezza (Salmo 95:1-3), alla Sua salvezza (Genesi 8:20; Esoso 12:27; Daniele 3:28; Matteo 9:7-8; Atti 3:8).

Il culto deve essere conforme con la natura di Dio. 
Noi adoriamo Dio secondo ciò che Dio è e non secondo ciò che Dio non è.
Pertanto, dobbiamo nutrire il nostro cuore di ciò che è Dio!

Inoltre dobbiamo ricercare la pienezza dello Spirito Santo senza il quale non ci può essere vero culto (Luca 2:25-35; Giovanni 16:12-15; 1 Corinzi 12:3; Efesini 5:19-21; Filippesi 3:3).

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