Levitico 19:2: La reazione alla rivelazione del Dio santo.
"Siate santi, perché io, il SIGNORE vostro Dio, sono santo.
Questo passo ci dice due cose: siamo chiamati a essere santi, la seconda il motivo per cui esserlo: perché il Signore, nostro Dio è santo.
Oggi riguardo a Dio siamo molto superficiali, non la stragrande maggioranza delle persone non hanno nessun rispetto per Dio, questo perché non lo conoscono. Chi ha sperimentato la presenza di Dio ha reagito in un certo modo. La santità è l'energia dinamica di Dio travolge chi lo sperimenta.
Colui che sperimenta Dio:
(1) È Impressionato.
La santità è una purezza di intensità e bellezza infinita (Esodo 15:11) che crea un senso di stupore e meraviglia come è accaduto a quelli di Bet-Semes (1 Samuele 6:20). Stupore e meraviglia che possiamo vedere anche in Isaia quando dice di aver visto il Re, il Signore dei Signori, mentre i serafini gridavano l’uno all’altro che Dio è Santo (Isaia 6:1-5). Benché non si parli apertamente di santità, ma comunque è implicita dalle parole di Pietro, quando non prendeva nessun pesce e Gesù gli dice di andare a pescare in un certo luogo e prende tanto pesce, Pietro dice con meraviglia e stupore: “Signore allontanati da me, perché sono un peccatore” (Luca 5:6-8). Pietro aveva riconosciuto in Gesù la Sua divinità e quindi anche la Sua Santità! (Marco 1:24; Atti 3:14)
Colui che sperimenta Dio:
(2) È Intimorito.
Quando per esempio Giacobbe fece il sogno della scala che poggiava dalla terra al cielo con gli angeli che scendevano e salivano, e il Signore stava sopra e parlò a lui facendogli delle promesse, come reagì Giacobbe? È scritto in Genesi 28:16-17: "Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: 'Certo, il SIGNORE è in questo luogo e io non lo sapevo!' Ebbe paura e disse: 'Com'è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo!'" Isaia tremò davanti la visione il Dio maestoso, sovrano e santo (Isaia 6:1-5) e i serafini si coprivano. Isaia vede la sua situazione molto disperata, riconosce di essere in una situazione tragica a causa del proprio peccato e perché ha visto il Re, il Signore degli eserciti (v.5; Cfr. Giudici 6:22; 13:22).
Anche Pietro rimase spaventato per la quantità di pesce che prese secondo come gli aveva detto Gesù (Luca 5:6-9).
Quando ci confrontiamo con la santità di Dio vediamo la nostra vera realtà di pochezza e siamo convinti di peccato, temiamo Dio. Il timore di Dio è il senso di creaturalità di fronte alla maestà di Dio e alla Sua santità, come lo ebbero Giacobbe, Isaia e Pietro. Perciò possiamo dire con Tozer: ” Il timore di Dio è il terrore dell’anima colpevole davanti a un Dio Santo.”
Colui che sperimenta Dio:
(3) È Impotente.
Isaia, non solo reagisce con timore, ma fu sopraffatto dalla santità di Dio si sente impotente, perduto! Isaia vide se stesso come rovinato o annullata. La stessa cosa Giobbe, che dopo aver sperimentato la rivelazione di Dio (Giobbe 38-39), riconosce di essere indegno davanti a Dio (Giobbe 40:4-5) ed è scritto che si è pentito sulla polvere e sulla cenere (Giobbe 42:6).
Hai sperimentato Dio? Sei impressionato, intimorito e impotente davanti a Dio?