Ebrei 11:7: La fede di Noè.
Un giornalista sportivo, qualche tempo fa, intervistò un giocatore professionista prima del Super Bowl, la finale del campionato della National Football League. Il giornalista chiese quante probabilità ci fossero di vincere per la sua squadra. Il giocatore rispose: “Crediamo che se facciamo solo quello che dice l'allenatore, vinceremo”. Il giocatore e la squadra avevano assoluta fiducia nella saggezza del proprio allenatore. Ma i giocatori sapevano anche che la vittoria dipendeva anche dal fatto che dovevano fare ciò che l’allenatore diceva.
Così se noi ci atteniamo con fede a ciò che ci dice il nostro “Sommo Allenatore”, saremo sicuramente vittoriosi come lo è stato Noè, che per fede fu obbediente a Dio e si salvò dal giudizio del diluvio, mentre tutti coloro che furono ribelli a Dio perirono a causa del diluvio (cfr. Genesi 6-8; 1 Pietro 3:19-20).
Consideriamo prima di tutto:
I LA REAZIONE.
“Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un’arca per la salvezza della sua famiglia”.
Nella reazione di Noè vediamo:
A) La rivelazione di Dio.
“Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora”.
“Divinamente avvertito” (chrēmatisthentes-aoristo passivo participio) è ricevere un messaggio da parte di Dio, si riferisce a una rivelazione divina, alla parola di Dio (Matteo 2:12,22; Atti 10:22; Ebrei 8:5; 12:25); è far conoscere un’ingiunzione, o un avvertimento divino.
Dio ha avvertito Noè di cose che riguardavano il futuro, cioè di eventi che ancora si dovevano realizzare, che nel suo presente, Noè non poteva vedere.
Il riferimento è al diluvio universale e alla distruzione dell’umanità e degli animali (Genesi 6:5-7, 13), ed è per questo che per fede ha costruito l’arca, come Dio gli aveva detto per salvarsi dal diluvio insieme alla sua famiglia (Genesi 6:13-18).
Quindi Noè credeva in due cose invisibili, in cose non provate fino a quel momento: il diluvio e la salvezza attraverso l'arca.
Noè esercitava la fede e quindi era persuaso che ciò che non aveva ancora visto sarebbe diventato una realtà.
Come dice Ebrei 11:1: “Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono”.
Noè non aveva idea del diluvio, ma credeva in ciò che Dio aveva detto anche se non l'aveva ancora e mai visto, perché non erano mai accadute cose del genere, prima sulla terra dall'umanità.
Allo stesso modo dobbiamo guardare all'invisibile e credere che ciò che Dio ha promesso, o minacciato si realizzerà!
La fede è una reazione, una risposta positiva alla chiamata di Dio.
Noè ha creduto al messaggio di Dio quando il contenuto di questo messaggio ancora non era adempiuto.
Quindi, la rivelazione di Dio è la premessa della fede.
La fede deve avere una base.
La fede non è semplicemente un atteggiamento ottimista che crede che ciò che si spera succederà, ma è credere che succederà perché lo ha detto Dio!
Noè costruì un'arca basandosi su ciò che Dio disse. Questa è la vera fede biblica.
Noè è un esempio di risposta di fede alla parola di Dio.
La scelta è anche per ciascuno di noi, la scelta di ascoltare, o ignorare il messaggio di Dio.
Potremmo vivere come se quel messaggio non avesse importanza, o come se fosse la cosa più importante al mondo!
Il messaggio di Dio è importante perché proviene da Dio, e quello che Dio dice è perfetto, vero, giusto e santo (Salmo 19:7-8) e nel caso di Noè era un avvertimento di giudizio.
Per quanto riguarda noi oggi, credere a Gesù Cristo come Signore e Salvatore e pentirci dei nostri peccati, è importante perché riguarda la nostra salvezza eterna dal peccato e dall’ira di Dio (Matteo 1:21; 1 Timoteo 1:15; Giovanni 3:16, 36; Romani 5:1-11).
Passiamo ora a considerare:
B) La preparazione dell’arca.
“Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un’arca”.
La preparazione dell’arca è stata fatta:
(1) Per fede.
“Per fede” può essere a causa, o il mezzo.
“Per fede” (pistei) è stato interpretato come collegato alla preparazione dell’arca, o con “divinamente avvertito”, cioè perché aveva fede Noè è stato avvertito.
Noè prese Dio in parola, ha creduto al messaggio di Dio riguardo il diluvio e per fede ha preparato l’arca.
Il messaggio di Dio avrebbe potuto sembrare pazzesco in quel momento; ma Noè ci ha creduto e ha puntato, si è concentrato e si è impegnato anima e corpo alla costruzione dell’arca.
Noè credeva a tal punto alla rivelazione di Dio, che costruì un’arca in un posto dove non c’era motivo di costruirla, infatti non c’era il mare e non pioveva!
John MacArthur scrive: “Ora, potrebbe sembrare che Noè fosse per certi versi un avventato e senz’altro fu così che apparve ai suoi vicini. Questi non avevano mai visto una sola goccia di pioggia. Quanto devono aver riso di fronte al suo progetto di costruzione! Perché fece ciò che fece? Perché Dio gli disse: ‘Noè, sta per venire il giudizio. Distruggerò il mondo con l’acqua. Faresti meglio a costruire una barca’. Così Noè lasciò tutto e passò più di cento anni a ubbidire all’ordine di Dio”.
Noè, quindi, c’insegna che la fede significa prendere Dio sulla Sua parola, una fede che guarda agli eventi futuri.
La preparazione dell’arca è stata fatta:
(2) Con timore.
Fede e timore vanno di pari passo.
“Con timore” (eulabētheis – aoristo passivo participio) indica che Noè fu mosso a costruire l’arca per la riverente sottomissione a Dio, ha preso in considerazione Dio, gli ha obbedito perché lo temeva, e sapeva che ciò che aveva Dio rivelato del Suo giudizio con il diluvio, era in grado di farlo.
Quindi “timore” può avere il significato sia di onorare, temere e sia di avere paura.
Comunque sia, Dio gli aveva mostrato una prospettiva spaventosa ed era sinceramente spaventato; il diluvio era un giudizio spaventoso!
Noè costruì l'arca solo perché credeva veramente che ciò che Dio aveva detto sul diluvio era vero, che sarebbe arrivato e se non avesse costruito l'arca, sarebbe morto annegato con tutti gli altri!!
Oggi, pochi di noi manifestano questo aspetto della fede salvifica, vale a dire un'adeguata risposta alla prospettiva del giudizio di Dio sul peccato.
Sempre lo stesso autore della lettera agli Ebrei ricorda: “È terribile cadere nelle mani del Dio vivente” (Ebrei 10:31).
Mentre in Apocalisse 6:16 mostra il terrore di coloro che grideranno ai monti e alle rocce: “E dicevano ai monti e alle rocce: ‘Cadeteci addosso, nascondeteci dalla presenza di colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello’”.
Noè mostrò di temere Dio in modo pratico, facendo ciò che Dio gli aveva detto di fare, gli ha obbedito costruendo l’arca, che probabilmente non ne aveva mai visto una prima, ed era anche un progetto assurdo se consideriamo che non c’era acqua e pioggia!
La fede di Noè si esprime nell'obbedienza.
Noè fece tutto quello che il Signore gli aveva comandato, la sua è stata un’obbedienza radicale e totale (Genesi 6:22; 7:5), nonostante probabilmente il disprezzo dei suoi contemporanei.
Noè non si fece condizionare perché guardava solo a Dio!
Noè viveva lontano nell'entroterra; non era vicino al mare, o ai cantieri navali!!
Eppure, stava costruendo una nave grande come un transatlantico.
Immagina la derisione e il disprezzo per Noè. Immagina quante volte è stato definito un pazzo!
Per molti di noi sarebbe stato così strano, così impegnativo, così imbarazzante, che avremmo fatto qualsiasi cosa per uscirne fuori da questa situazione!!
Avremmo inventato mille scuse per non farlo, avremmo fatto del nostro meglio per convincere Dio con la nostra logica e a trovare un’altra soluzione.
Noè non mise in dubbio Dio, ma semplicemente gli ubbidì!
La vera fede non mette in discussione Dio!
Non c'era alcuna prova nel mondo visibile e sensoriale che confermasse la rivelazione di Dio riguardo il diluvio, così Noè doveva fare una scelta: fidarsi di ciò che vedeva intorno a sé con i propri occhi, o fidarsi della parola di Dio.
In breve, doveva fidarsi del mondo o di Dio.
Noè scelse Dio e, quindi, fece ciò che non aveva senso in termini umani, o mondani: costruì un'arca per salvarsi dal diluvio che in quel momento non c’era in un posto dove non c’era acqua!
Noè non solo non mise in discussione la rivelazione di Dio, ma anche perseverò fino a completare l’arca.
Non si è posto delle domande negli anni, non ha dubitato nel corso della costruzione dell’arca, una costruzione paragonabile alle grandi navi di oggi, un’enorme imbarcazione di 137 metri di lunghezza, 22 metri di larghezza e 14 metri di altezza e ci vollero anni, eppure Noè fu perseverante!
Il verbo “preparò” (kateskeuasen – aoristo attivo indicativo) implica sia la costruzione e anche equipaggiare, arredare, quindi preparare pienamente, costruire fino al dettaglio come Dio ha prescritto.
La fede si sottomette a ogni dettaglio delle istruzioni di Dio (Genesi 6:22).
Noè, ha fatto tutto ciò che Dio ha comandato.
La fede si sottometterà alla volontà di Dio pienamente, altrimenti non è fede.
La fede si sforza di fare il miglior lavoro possibile!!
La fede era il principio operativo di tutto ciò che Noè fece, ci mostra che la stessa fede fondata sulla Sua rivelazione, ci porta in una giusta relazione con Dio ci spinge anche verso azioni che piacciono a Dio nelle opere pratiche di obbedienza.
Infine nella reazione c’è:
C) L’intenzione.
“Per la salvezza della sua famiglia”.
Dio dal mondo, salvò solo Noè e la sua famiglia, cioè la moglie, i suoi tre figli con le loro mogli; tutti gli altri intorno a Noè sono morti, perché erano malvagi (Genesi 6:5-10) e disinteressati a Dio (Matteo 24:37-39; Luca 17:26-27), e alla predicazione di giustizia di Noè (2 Pietro 2:5).
La più grande benedizione che un padre può dare alla sua famiglia è avere fede.
Potrebbe non avere fama e ricchezza, ma se ha fede, può dare alla famiglia le più grandi benedizioni della vita che la fama e le ricchezze non possono dare!!
Purtroppo, molte persone sono preoccupate per la fama e le ricchezze e non per le benedizioni eterne di Dio che si hanno per la Sua grazia mediante la fede!
Noè non solo era giusto (Genesi 6:9), ma per la forza che dà la fede predicava anche la giustizia in mezzo a una generazione indifferente e ostile!
Visto che la generazione in cui ha vissuto Noè era malvagia, egli predicava che tutti dovevano comportarsi rettamente.
Noè credeva in Dio, credeva nell'avvertimento di Dio riguardo al giudizio, pertanto, Dio lo ha salvato, invece la sua generazione, tranne la sua famiglia, no.
Lo scopo (per –eis) della preparazione dell’arca è la salvezza della sua famiglia (Genesi 6:18; 7:7).
Dio ha richiesto a Noè di credere a qualcosa che non era mai accaduto prima, assolutamente senza precedenti e apparentemente impossibili.
Oggi a noi, per la nostra salvezza, Dio ci chiede di credere a cose che sono già accadute storicamente e registrate nella bibbia, cioè la morte, la risurrezione e l’ascensione di Gesù Cristo.
Allo stesso modo, Dio promise di fare qualcosa per Noè che era difficile da immaginare, costruirsi un’arca per essere salvati dal diluvio, dalla morte.
Oggi la nostra arca è Gesù Cristo!
Attraverso Gesù Dio ci salva dai nostri peccati, ci dà la vita eterna, un posto in cielo se crediamo in Lui e ci pentiamo dei nostri peccati (Matteo 1:21; Romani 5:1-11; Colossesi 1:5; 1 Pietro 1:3-5; Giovanni 3:16; Atti 3:19).
Come Noè, noi siamo salvati credendo a cose che non si vedono, crediamo in Dio e alla Sua parola, alle sue promesse.
Inoltre, come Noè, dobbiamo predicare la salvezza che c’è in Gesù Cristo e il giudizio per chi non si pente e crede in Gesù Cristo (Atti 20:21), senza scoraggiarci quando saremo ridicolizzati, derisi e maltrattati.
Dobbiamo essere fedeli a Dio, perché Dio è, esiste, e giudicherà l’umanità (Matteo 25: 31-32; Atti 17:31; Romani 2:16; 14:10; 2 Timoteo 4:1; Ebrei 9:27; 2 Pietro 2:9; Pietro 3:7; Giuda 14-15).
In questo versetto vediamo anche:
II LA RIPROVAZIONE.
“Con la sua fede condannò il mondo”.
“Con” (dia) si riferisce al mezzo, o al modo come ha condannato il mondo, o al risultato.
Che cosa significa “con la sua fede condannò il mondo”?
L’espressione della fede e quindi nella condanna dell’umanità è stata triplice.
(1) La fede di Noè ha condannato il mondo, attraverso la sua predicazione del ravvedimento e del giudizio di Dio (2 Pietro 2:5).
Anche la costruzione dell'arca prima della percezione del pericolo era un atto profetico di realismo simbolico che annunciava al mondo il prossimo giudizio di Dio.
Noè ha proclamato anche una fede dinamica nella verità dell'avvertimento di Dio nonostante tutte le apparenze contrarie.
(2) La fede di Noè ha condannato il mondo.
La condanna consisteva nella fede e all’espressione della fede, dell’obbedienza di Noè, che contrastava la condotta ingiusta del mondo, cioè dell’umanità peccatrice, nella società ostile e disobbediente a Dio ai tempi di Noè (Matteo 24:38-39).
La vita di fede era lì davanti ai loro occhi nella vita e nell’azione di Noè di costruire l’arca secondo la rivelazione di Dio.
Noè condannò il mondo con la sua fede perché dimostrò di aver fiducia in Dio, di essersi donato a Dio e di appartenere a Dio.
Noè non si abbandonò al male come aveva fatto l’umanità del suo tempo, ma era sottomesso a Dio.
La fede di Noè servì a mettere in evidenza l'incredulità del mondo e quindi a dimostrare che la condanna era giusta.
Così “con la sua fede condannò il mondo”, implica che la vita di una persona di ferma fede e fedeltà a Dio costituisce un acuto rimprovero per una generazione senza Dio.
Contro quel mondo peccaminoso e oscuro, la vita e la testimonianza di Noè brillavano in una scintillante condanna.
Il nero non sembra mai così nero come quando si affianca il bianco.
L'uomo di fede con la sua vita e anche senza parlare, mette in luce e rimprovera quando il mondo sia malvagio.
Un giovane di Atene disse a Socrate: "Ti odio, perché ogni volta che ti incontro, mi fai vedere quello che sono".
Secondo lo storico giudeo Giuseppe Flavio dice che Noè fece vergognare i suoi contemporanei con la qualità della sua fede, che mise il loro scetticismo in alto rilievo.
E per ultimo:
(3) La fede salvifica di Noè ha condannato il mondo.
Il fatto che Noè ha obbedito al comando di Dio condanna con il suo esempio l'ostinazione e la malvagità del mondo, e il fatto che Dio lo salvò dal diluvio attraverso l’arca che Dio gli aveva detto di costruire, è la prova che l’umanità peccatrice sia giustamente perita, perché non ha seguito l’esempio della fede salvifica di Noè.
La salvezza di Noè ha dimostrato che chiunque avrebbe potuto essere salvato se avessero avuto la sua stessa fede nella parola di Dio.
La salvezza di Noè ha certamente confermato la sua fede e la sua testimonianza che aveva reso al mondo malvagio dei suoi tempi.
In tutto questo vediamo che la salvezza di Noè e della sua famiglia con la condanna del mondo, erano eventi concomitanti; hanno avuto luogo nello stesso momento e con lo stesso mezzo.
L'esperienza di Noè mostra che il giudizio e la salvezza sono eventi simultanei.
Se i giusti, alla fine dei tempi, saranno salvati, gli empi saranno condannati!
Non è cambiato molto oggi, la situazione morale non è diversa da quella di Noè, la differenza è che ci sono diversi Noè, che predicano il peccato, il giudizio e la salvezza che sono in Gesù Cristo, quindi la necessità del ravvedimento davanti a Dio e della fede in Gesù Cristo!
Infine troviamo:
III IL RISULTATO.
“E fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede”.
Noè ricevette:
A) L’eredità.
“E fu fatto erede della giustizia”.
“Fu fatto erede della giustizia” è: “Giustizia diventato erede” (dikaiosunē egeneto klēronomos), dove “fu fatto” (egeneto- aoristo medio indicativo) significa essere fatto da Dio.
Quindi, “fu fatto erede” indica che la fonte del dono non sono le sue risorse, ma quello che ha concesso l'eredità: Dio.
Cosa significa erede della giustizia?
Il tema dell'erede è un motivo ricorrente in Ebrei, dove il Figlio di Dio è riconosciuto come “erede di tutte le cose” (Ebrei 1:2) e i cristiani sono descritti come gli eredi della salvezza (Ebrei 1:14) e delle promesse di Dio (Ebrei 6:12,17; cfr. Ebrei 9:15).
“Giustizia” (dikaiosunē) si riferisce alla giustificazione (Romani 4:1-13; 9:30-33; 10:1-12; vedi anche Romani 3:22-24; Filippesi 3:7-9), alla benedizione manifestata di Dio che riguarda la Sua approvazione, favorevole, quindi avere la giusta relazione con Dio.
B) Il procedimento.
“Che si ha per mezzo della fede”.
“Per mezzo” (kata -) indica in base, in conformità, in accordo, in relazione alla fede, indica la norma, o la misura della fede, o che deriva, o passa, o che viene dalla fede.
Quindi il significato potrebbe essere la giustizia che è secondo la fede, è una giustizia che Dio ha elargito secondo la norma della fede.
Oppure la giustizia che si ottiene per mezzo della fede.
Noè è stato approvato da Dio perché aveva fede in Dio, come dice Ebrei 11:6, senza fede non possiamo piacere a Dio (Abacuc 2:4; Ebrei 10:38).
La giustificazione non è per le opere, ma per fede (Atti 13:39; Romani 3:19-20; 4:4-5; 5:1; Galati 2:16; 3:16,24).
È interessante notare che “fu fatto erede”, non è limitato al possesso futuro, ma si riferisce anche qualcosa già acquisito.
I redenti sono ora salvati!, e questo è un dono di Dio, e con le sue azioni, Noè ha mostrato di esserlo.
La fede di Noè si è espressa in obbedienza, l’obbedienza è l’espressione della fede!
La fede non è solo credere, ma è anche la causa di una condotta corretta (Genesi 6:8-9; Efesini 2:8-10, Giacomo 2:14-26).
Ora la verità che Noè fu fatto erede di giustizia per fede, implica che coloro che rispondono a Dio con la fede come Noè, saranno anche loro giustificati!
Tutti quelli che credono in Dio sono giusti, la giustizia di Cristo ci è imputata per fede (Romani 3:22-26).
Il Padre ci vede come vede il Figlio, santo e giusto, perché per fede siamo nel Figlio.
Se mettiamo occhiali colorati, tutto ciò che guardiamo apparirà di quel colore.
Così Dio guarda i credenti attraverso la lente di Suo Figlio, e ci vede come vede il Figlio.
Gesù è la nostra giustizia! (Romani 10:3-4; 1 Corinzi 1:30-31), senza di Lui non c’è salvezza! (Romani 5:1,9; 1 Corinzi 6:11).
CONCLUSIONE.
Tre cose in Ebrei 11:7 danno la prova che la fede di Noè era genuina: ha risposto positivamente alla parola di Dio; ha condannato il mondo; ha ricevuto la giustizia di Dio.
Questi sono i segni classici della vera fede.
Quindi:
1) Chi ha fede ha fiducia in Dio.
“La vita di fede non è una vita montata con le ali, ma una vita di cammino e non mancamento .... La fede non sa mai dove viene condotta, ma ama e conosce Colui che guida” (Oswald Chambers).
La fede guarda a ciò che non si vede, confidando in Dio nella Sua parola.
La fede non è irrazionale, ma crede nel Dio della bibbia Creatore, Salvatore e giudice.
In secondo luogo:
2) Chi ha fede in Dio gli obbedisce.
Oggi, Noè è meglio conosciuto come un'icona ambientalista, una specie di Babbo Natale per il movimento ambientalista, infatti è associato che salva gli animali.
Ma molti dimenticano che Noè era un uomo sottomesso a Dio, era un uomo giusto (Genesi 6:8-9; (Ezechiele 14:14, 20).
Un esempio di fede da seguire!
Siamo salvati per la sola fede, ma la fede che salva non è mai sola.
Non si può sfuggire alla verità: la fede e le opere sono inseparabili. (Efesini 2:8-10; 1 Timoteo 6:18; Giacomo 2:14-26).
La fede implica azione.
La vera fede ha buone azioni che provano che è vera e valida!
Se credi veramente in Dio, ci sarà evidenza nel modo in cui vivi, nelle cose che dici e nelle cose che fai.
La vera fede salvifica è sempre accompagnata dall'obbedienza, che scorre dalla fede come l'acqua da una sorgente.
Chi ha fede in Dio gli obbedisce come ha fatto Noè, obbedisce a Dio, anche se la massa delle persone è ribelle a Dio, e quindi obbedisce anche sotto pressione contraria dell’umanità ribelle a Dio!
Chi ha fede va contro corrente e non ha paura di andarci!
Non ha paura di essere considerato diverso e di fare cose che per la gente sono assurde!
Chi ha fede è una testimonianza di vita per la società che lo circonda! È diverso dalla massa perché è sottomesso a Dio e segue la volontà di Dio!
La fede robusta e obbediente di Noè, è per sempre un esempio di persistenza contro l'ostilità che segna coloro che sono nati da Dio e che non possono mai perdersi, chi ha la vera fede non si tira indietro (Ebrei 10:35-39).
3) Chi ha fede in Dio, nella persona di Gesù Cristo, è salvato.
La storia di Noè dimostra, infine, la simultaneità del giudizio e della salvezza; perché il salvataggio della sua famiglia e la condanna del mondo incredulo avvenivano nello stesso tempo e con gli stessi mezzi.
Quello che era un mezzo di salvezza era anche un mezzo di morte (1 Pietro 3:18-22).
Il giorno del ritorno di Gesù Cristo sarà di salvezza per i veri cristiani e di giudizio per i ribelli (Matteo 24: 36-39; 2 Pietro 2:4-10; 3:6-13).
Coloro che non avranno Dio come Salvatore lo incontreranno come Giudice!!
La nostra unica speranza è credere in Dio e nella Sua parola, credere che ha mandato Gesù (cfr. Giovanni 5:24), credergli con una fede timorosa e riverente.
Inoltre, come Noè dobbiamo avvertire gli uomini che dopo la morte c’è il giudizio di Dio (2 Corinzi 11-21; Ebrei 9:27).