Matteo 6:9: Sia santificato il nome di Dio.
“Sia santificato il tuo nome”.
Questo è il primo soggetto di preghiera del “Padre nostro”.
Molte persone pensano che il proprio io, sia più importante di tutti e di tutto.
Pur di soddisfare i propri desideri sono disposti a tutto, e ostacolano ciò che impedisce la loro individualità, o usano coloro che in qualche modo possono essere strumenti per raggiungere i loro desideri, progetti, interessi… vedono gli altri come risorse.
Queste persone sono egocentriche, si credono al centro del mondo, cioè hanno come l’unico punto di riferimento se stesse, e cercano di riportare tutto a sé, a interessarsi alle persone e alle cose nella misura in cui ne possono trarre vantaggio.
Quindi sono anche egoiste, hanno un attaccamento eccessivo a se stessi tanto da ricercare esclusivamente il proprio piacere e interesse personale.
Purtroppo si può essere egocentrici ed egoisti anche con Dio quando lo cerchiamo per soddisfare i nostri interessi, i nostri desideri, i nostri piaceri.
Ora “sia santificato il tuo nome”, ci fa capire che non deve essere così.
Cominciamo con il vedere:
I IL CARATTERE DI DIO.
Dobbiamo considerare chi è veramente Dio alla luce della Sua parola: la Bibbia.
Dobbiamo ammettere quando sia indegno il concetto che molte persone hanno di Dio!
Concetto distorto e superficiale della grandezza, potenza, santità e maestà di Dio.
Molte persone discutono di Dio, usano il Suo nome con tanta facilità, ma non si rendono conto di chi è veramente!
Eppure uno dei dieci comandamenti ci dice: “Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano” (Esodo 20:3).
Josè M. Martinez scrive: “Si profana questo nome con la bestemmia, con la negazione dell’esistenza di Dio, con il falso giuramento, col suo linguaggio frivolo, con scherzi e facezie di pessimo gusto. Oggi più che mai, lo spirito della società, è irriverente verso Dio. In molti luoghi il credente deve dire con il profeta: ‘Abito in mezzo a un mondo dalle labbra impure’ (Is.6:5)”.
Ma Giovanni Calvino ci ricorda: “Dio dovrebbe avere il Suo onore, di cui Egli è così degno, non dovremmo mai pensare o parlare di Lui senza la più grande venerazione”.
Meditiamo sul:
A) Significato di nome.
Prima di tutto vediamo cosa indica “nome”. C'è una stretta associazione tra il nome e la persona.
In ebraico, il nome rappresenta il carattere e la personalità di qualcuno, così riguardo a Dio rappresenta il Suo carattere, la Sua natura come si è rivelato all’uomo e che può conoscere (cfr. per esempio Malachia 1:6; Isaia 29:23; Ezechiele 36:23; Giovanni 12:28; 17:6).
Concentrando i nostri pensieri sul nome di Dio, Gesù sta insegnando che il nome di Dio rappresenta tutto ciò che è.
Il nome di Dio è un termine ricorrente nell’Antico Testamento, ed è spesso descritto come "santo", per esempio nel Salmo 97:12 troviamo scritto: “Gioite nel SIGNORE, giusti, e lodate il suo santo nome!” (Salmo 30:4; 103:1; 111:9; ecc.).
La santità è il principale e il più glorioso attributo di Dio (Esodo 15:11; Salmo 89:35; Isaia 6:3; Apocalisse 4:8).
Se non vi è alcuna differenza per importanza negli attributi di Dio, quello però, della Sua santità sembra occupare il primo posto.
A riguardo Hugh D. Morgan afferma: “ La santità è il principale e il più glorioso attributo che Dio possieda. Quale altra virtù di Dio viene ripetuta per ben tre volte di seguito? Non sentiremo mai gli angeli cantare ‘Fedele, fedele, fedele’ oppure ‘Eterno, eterno, eterno ’ oppure ‘Giusto, giusto, giusto, invece canteranno ‘Santo, santo, santo è il Signore Iddio, l’Onnipotente, che era, che è e che viene’ Apocalisse 4:8”.
Consideriamo ora:
B) Il significato di santo.
Che cosa s’intende per santità di Dio?
La santità è la purezza morale, l'essere pulito, non solo nel senso di assenza di ogni macchia morale (1 Giovanni 1:5), ma anche di compiacenza in ogni bene morale.
La santità di Dio, implica l'assenza di ogni impurità morale e imperfezione, e il possesso, in grado infinito di tutto ciò che è moralmente puro, amabile ed eccellente.
La santità di Dio è l'infinita bellezza e l'eccellenza della Sua natura (Esodo 15:11).
Ora Gesù ci dice di santificare il nome di Dio.
“Santificato” (hagiasthētō – aoristo passivo imperativo) è rendere santo; ora la domanda è: perché dobbiamo pregare che il nome di Dio sia santificato visto che è già santo?
“Sia santificato il nome di Dio” riguarda:
II IL COMPORTAMENTO.
A) La caratteristica del nostro comportamento è che deve essere santo.
“Sia santificato il tuo nome” significa che coloro che lo conoscono devono onorarlo con la loro vita con una condotta santa.
Tutti coloro che si dicono cristiani portano e rappresentano il nome del Dio santo; così con la preghiera “sia santificato il tuo nome”, si chiede a Dio che ci aiuti a non disonorarlo con un comportamento peccaminoso!!
Pertanto il senso della preghiera è: noi dobbiamo essere santi affinché Dio sia onorato con il nostro comportamento.
Dio comanda al suo popolo di essere santo!
In 1 Pietro 1:14-16 leggiamo: “Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza; ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: ‘Siate santi, perché io sono santo’”.
(1) La santificazione non deve essere doppia.
Pietro dice di essere santi in tutta la nostra condotta!
La santificazione deve essere il nostro stile di vita!
La nostra santità deve coinvolgere tutta la nostra vita in tutto quello che facciamo all’interno di una società ostile a Dio.
Robert B. Deffinbaugh a riguardo dice: “Noi dobbiamo essere santi in ogni aspetto della nostra condotta. La santità non sarà compartita in certe aree religiose della nostra vita. La santità è uno stile di vita che tocca tutto quello che noi facciamo”.
Il cristiano corre il rischio di essere un camaleonte!
Che cosa fa il camaleonte?
Il camaleonte prende il colore dall’ambiente, dove si trova per autodifesa.
Possiamo comportarci da credenti quando siamo con i credenti, ma quando siamo con i non credenti, ci comportiamo come non credenti!
Non deve essere così! Siate santi in tutta la vostra condotta, ci dice Pietro!
(2) La santificazione non deve essere differenziata.
(a) Non dobbiamo fare differenza di peccati.
Non possiamo prendere seriamente certi peccati e trascurarne altri, non possiamo fare la differenza tra peccati e peccatucci, o dire questo peccato lo posso fare, questo no perché è grave, il peccato davanti a Dio è peccato!
Il peccato è grave in tutti gli aspetti ed è distruttivo per la nostra vita spirituale, anche se la società dove viviamo minimizza o ignora il peccato.
In Matteo 5:30 Gesù dice: “E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo”.
Gesù era molto radicale su quest’argomento! Perché mai Gesù ha parlato usando immagini così dure?
Certamente non stava dicendo che letteralmente dobbiamo tagliarci una mano, ma ha usato l’esagerazione di tagliarsi una mano se ci fa cadere in peccato, perché vuole che facciamo dei passi radicali, vuole che facciamo tutto ciò che è necessario per trattare nella maniera appropriata tutte le tentazioni.
Non dobbiamo sottovalutare nessun peccato, perché per Gesù tutti i peccati sono peccato e ha conseguenze gravi!
Con il peccato non possiamo scherzare, per Dio è così tanto grave da condannare all’inferno!
Gesù con questa iperbole, vuole sottolineare come l’evitare una tentazione può comportare sacrifici drastici (tagliare la mano), i quali possono includere tagli netti a delle relazioni, o la rinuncia ad attività che amiamo, o mettersi in quelle circostanze che potrebbero farci peccare! (Romani 13:14).
(b) Non dobbiamo fare differenza dei comandamenti di Dio.
Possiamo essere santi in certi nostri comportamenti, mentre non lo siamo in altri, ci sentiamo forti e santi in certi comportamenti e ne trascuriamo altri, come facevano i farisei.
In Luca 11:42 Gesù dice: “Ma guai a voi, farisei, perché pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erba, e trascurate la giustizia e l'amor di Dio! Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre”.
Dio aveva ordinato di dare la decima, quindi stavano facendo una cosa giusta, ma i farisei trascuravano e tralasciavano di praticare la giustizia di Dio e l’amore di Dio.
Siamo chiamati a osservare tutto ciò che Dio ci ordina di fare!
Non possiamo dire che alcuni comandamenti sono meno importanti di altri!
I comandamenti della Bibbia sono tutti importanti perché provengono da Dio!!! (Giacomo 2:10).
Pertanto essere santi in tutta la condotta si riferisce al comportamento di tutti i giorni nella società, si riferisce alla santità espressa in tutta la vita e per tutti i comportamenti personali e sociali ovunque!
B) La caratteristica della santificazione.
La santificazione ha un duplice aspetto:
(1) La Santificazione ha un aspetto nel senso negativo.
1 Pietro 1:14 ci dice: “Come figli ubbidienti, non conformatevi alle passioni del tempo passato, quando eravate nell'ignoranza”.
I destinatari della lettera erano di origine pagana e vivevano in mezzo ai pagani, con il rischio di essere influenzati negativamente e fare quelle cose contrarie alla volontà di Dio (1 Pietro 1:18; 2:9-10) come anche loro facevano prima, perché non conoscevano Dio, erano nell’ignoranza (Galati 4:8-9; Efesini 4:18; 1 Tessalonicesi 4:5).
Piuttosto che vivere come la nostra cultura c'incoraggia, noi siamo chiamati a vivere come Dio richiede secondo il Suo carattere santo, dobbiamo stare attenti a non lasciarci controllare dalle passioni che sono proprie caratteristiche della cultura peccaminosa dove viviamo (Romani 12:2).
La santificazione è: non seguire il modello peccaminoso di questo mondo, non lasciarsi foggiare, o modellare, o agire secondo il modello, o le passioni peccaminose di questo mondo!
La santificazione è la mortificazione del peccato, cioè far morire il peccato (Galati 5:24; Colossesi 3:5) appena si presenta con l’aiuto dello Spirito Santo (Romani 8:13-15, Galati 5:16-22), infatti da soli non siamo capaci di vincere il peccato.
In Colossesi 3:5-10 leggiamo: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio sui figli ribelli. E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio con le sue opere e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato”.
Chi è in Cristo è una nuova creatura è non segue l’uomo vecchio.
L’uomo vecchio è la personalità di un individuo governata dal peccato, questa è stata crocifissa insieme a Cristo se sei un figlio di Dio (Romani 6:6).
Ora come nuove creature in Cristo, dunque dobbiamo far morire ciò che in noi è terreno, peccaminoso ogni giorno (Cfr. Efesini 4:22).
Questo è l’aspetto negativo, non fare più, fare morire il peccato, mortificarlo, il mettere a morte ogni forma di peccato vigilando, essere disciplinati.
In che cosa consiste questa disciplina?
(1) Dobbiamo rifiutare categoricamente la tentazione.
Jerry Bridges scrive: “Ogni volta che diciamo si alla tentazione, rendiamo più difficile dire di no la volta dopo”.
Dobbiamo essere crudeli con il peccato, o il peccato, sarà crudele con noi!
Se diamo spazio alla tentazione nella nostra mente, sarà difficile controllarla dopo, occorre subito troncare lo spiraglio del male.
Siamo chiamati a stare in guardia contro la seduzione del peccato che ci può portare all’indurimento del cuore (Ebrei 3:12-13).
(2) Dobbiamo avere un rapporto quotidiano con la Bibbia.
I credenti che fanno progressi nella santificazione sono quelli che hanno disciplinato la propria vita nella lettura quotidiana della Bibbia, ma non è solo importante il tempo, ma anche la qualità, quindi è importante leggerla, meditarla, memorizzarla, studiarla seriamente.
Gesù in Giovanni 8:31-32 disse: “Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". (dal contesto è la libertà dal peccato).
La Bibbia ci libera dal peccato nella misura in cui perseveriamo in essa!
La Parola di Dio deve abitare in noi abbondantemente (Colossesi 3:16), stabilirsi efficacemente nel nostro cuore (Salmo 119:11).
Poi c’è:
(3) La preghiera.
John Bunyan disse: “Prega spesso, giacché la preghiera è scudo per l’anima, sacrificio a Dio e flagello per Satana”.
I grandi uomini e donne di Dio erano uomini di preghiera!
Gesù disse ai discepoli: “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26:41).
La preghiera ci rafforza contro la lotta al peccato e al diavolo e soprattutto chiede l’intervento in nostro aiuto del Signore misericordioso come dice Ebrei 4:14-16.
Senza il Signore non possiamo farcela contro il peccato!
Ma la santificazione non ha solo un aspetto negativo, cioè il non fare, il non essere, perciò:
(2) La Santificazione ha un aspetto nel senso positivo.
Quindi vediamo che non solo non dobbiamo fare, ma dobbiamo anche essere, non è questione solo di azione, ma di assomigliare anche a Dio, di essere moralmente come Dio.
Il cristiano deve essere a immagine di Dio e deve comportarsi come si comporterebbe Dio: “Siate santi perché Io sono santo” è scritto in 1 Pietro 1:15.
Quindi, nella santificazione nell’aspetto positivo vediamo che dobbiamo essere e fare secondo il modello dell’uomo nuovo che è a immagine di Dio (Colossesi 3:10).
L’immagine che usa Paolo per la santificazione in Colossesi è quella di togliere il vestito sporco e metterne uno nuovo e pulito, questo è l’aspetto positivo.
In Colossesi 3:10 Paolo afferma: “E vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato”.
La santificazione non è solo non fare, ma è anche rivestirci dell’uomo nuovo, rivestirci di Cristo, essere e fare come Cristo.
Il credente è una nuova creatura in Cristo non può essere più lo stesso di prima (2 Corinzi 5:17).
Passiamo ora a considerare:
C) La caratteristica progressiva della santificazione.
Vorremo essere santi subito, vogliamo che qualcuno ci faccia un corso accelerato di come essere santi, ma la santità si raggiunge con disciplina e ci vuole tempo, non avviene dall’oggi a domani, avviene passo dopo passo.
Paolo in 2 Corinzi 7:1 dice: “Poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio”.
“Compiendo” (epitelountes) è portare a termine un obiettivo, completare, finire, perfezionare.
Il verbo nel greco (presente attivo participio) indica una continua avanzata nella santificazione, quindi la santificazione rimane un continuo processo di ogni giorno con l’obbiettivo di perfezionarci sempre di più.
Il credente sperimenta la santificazione che lo vede divenire mano a mano, nella pratica, ciò che è diventato per grazia di Dio in Cristo Gesù, si tratta di una trasformazione graduale del nostro carattere.
Ritornando a Colossesi 3:9-10 leggiamo: “E vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l'ha creato”.
Notate dice che “si va rinnovando”, questo significa che la santificazione è un processo!
ll verbo nel greco “si va rinnovando” indica un’azione continua e ripetuta (anakainoumenon- presente medio participio), perciò questo uomo nuovo si perfeziona giorno dopo giorno.
Infine “sia santificato il tuo nome” implica:
III IDENTIFICAZIONE.
Per identificazione intendo identificarsi con Dio.
Nell’identificazione vediamo:
A) Il riconoscimento.
“Sia santificato il tuo nome” indica principalmente che noi veri cristiani riconosciamo Dio così com’è, con le nostre parole, e con la nostra vita riflettendo il suo carattere santo.
Purtroppo, questo tra i cristiani non avviene sempre, il nome di Dio non è sempre santificato come dovrebbe esserlo, infatti tra i cristiani c’è orgoglio, egoismo, vanagloria, materialismo, rivalità, conflitti relazionali, e così via.
In questo modo, il nome di Dio così non è santificato dalle persone, ma bestemmiato!
In Romani 2:24 leggiamo: “Infatti, com'è scritto: “Il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra fra gli stranieri’”. (Isaia 52:5; Ezechiele 36:17-23; Tito 2:5)
I connazionali di Paolo si vantavano di essere persone spirituali, ma erano incoerenti con la verità che credevano e predicavano riguardo a Dio; nel loro comportamento non si differenziavano dai pagani (Romani 2:17-23), e in questo modo il nome di Dio era bestemmiato.
Gregorio Nisseno, o di Nissa vescovo e teologo del IV secolo diceva: “Il cristiano vive in un ambiente pagano; e se il pagano vede che il cristiano vive una vita immorale, irreligiosa e carente di amore, attribuisce la bruttezza della sua vita non alla colpa del cristiano singolo, ma al cristianesimo, del quale il cristiano è esempio e rappresentante. La colpa di quella condotta non è attribuita al cristiano, ma al cristianesimo”.
Quando coloro che professano di essere cristiani, che confessano di appartenere al Signore, peccano pubblicamente, o si scopre qualche peccato commesso in privato, danno ai non cristiani occasione di beffeggiare Dio e la Sua parola!
In secondo luogo nell’identificarsi con Dio, “Sia santificato il tuo nome” indica:
B) Il compiacimento
“Sia santificato il tuo nome” non vuol dire che l’uomo possa aggiungere qualcosa alla grandezza di Dio, questo non è possibile in quanto Dio è già perfetto così com’è ed è impossibile, togliere, o aggiungere qualcosa a Lui!
Perché allora dobbiamo pregare: “Sia santificato il tuo nome”?
Perché molti non lo onorano, perché il nome di Dio è oltraggiato, ridicolizzato, disprezzato, reso superficiale!
È una preghiera per Dio affinché sia considerato santo e non disprezzato da coloro che ha fatto a Sua immagine.
Il teologo riformatore Giovanni Calvino disse: “Ovunque Dio si manifesta è impossibile che i suoi atti, potenza, bontà, saggezza, giustizia, misericordia, verità, non si manifestino, suscitando in noi ammirazione e incitandoci a celebrare la sua lode…Chiediamo, insomma, che sia reso a Dio l’onore di cui è degno”.
“Sia santificato il tuo nome” indica che Dio dovrebbe avere il proprio onore, di cui ne è degno, che gli uomini non dovrebbero mai pensare, o parlare di Lui senza la più grande riverenza.
“Sia santificato il tuo nome” significa riconoscere la sua santità, dando a Dio il rispetto che gli è dovuto (cfr. Isaia 29:23).
Esprime il desiderio che tutti stimino, ringrazino, adorino, esaltino e glorifichino Dio, dunque esprime un profondo desiderio per l'onore e la gloria di Dio, affinché tutte le nazioni s’inchinino in adorazione davanti a Lui come fanno i Suoi figli, il Suo popolo devoto. (Salmo 34:3).
Così questo soggetto di preghiera è semplicemente il desiderio che la grandezza di Dio sia manifestata, riconosciuta e Dio sia onorato in tutto il mondo.
Esprime il desiderio di vedere Dio onorato nel presente e nel tempo in futuro fra tutte le nazioni.
CONCLUSIONE
Tutto questo implica che non dobbiamo pregare e agire mettendo noi stessi prima di Dio, non pregheremo e agiremo per i nostri bisogni, per i nostri desideri, per le nostre preoccupazioni, ma prima di tutto adoreremo Dio e agiremo per innalzare il Suo nome con un comportamento santo.
Questo soggetto di preghiera è che l’onore di Dio deve essere ricercato prima di tutti e tutto!
Quando preghiamo dobbiamo prima di tutto adorare Dio con timore e tremore (Salmo 2:11; Ebrei 12:28-29).
Dio deve avere priorità in ogni aspetto della nostra vita, e quindi anche nella preghiera.
Hai questo desiderio? Hai il desiderio che il nome di Dio sia conosciuto e onorato in questo mondo?
Anche se il nostro Padre celeste c’invita a portare le nostre richieste a Lui per donarci cose buone, questo modello di preghiera ci dice che prima di tutto dobbiamo innalzare il Suo nome e non pensare ai nostri bisogni!
"Sia santificato il tuo nome" è un monito contro la preghiera che ricerca solo i propri interessi e non la gloria di Dio!
Quindi come diceva Martyn Lloyd Jones: “In ogni caso, l’esortazione importante da cogliere è questa: qualunque siano le nostre condizioni, le nostre circostanze, il nostro lavoro, i nostri desideri, non dobbiamo cominciare da noi stessi, dalle richieste riguardanti la nostra persona…Prima di cominciare a pensare a noi stessi e ai nostri bisogni, e persino prima di preoccuparci per gli altri, dobbiamo focalizzare su Dio, sul suo onore e la sua gloria”.
La preghiera deve essere sempre, prima di tutto, un riconoscimento della maestosa gloria di Dio e della nostra sottomissione a Lui.
Dio deve avere priorità in ogni aspetto della nostra vita, e anche nei nostri momenti di più profonda comunione con Lui in preghiera.
Il nostro io, tutte le nostre richieste, tutti i nostri bisogni e tutti i nostri problemi sono soggetti a Lui, e quindi devono essere messi in secondo piano.
“Sia santificato il tuo nome” deve avere la precedenza, perché la gloria del grande nome di Dio è il fine ultimo di tutte le cose!
La preghiera non deve essere una routine casuale che rende omaggio a Dio; deve essere un'esperienza profonda di timore, ammirazione, apprezzamento, onore e adorazione.
In secondo luogo è importante avere la vera conoscenza di Dio.
Le idee false su Dio sono irriverenti e portano a dottrine e a comportamenti irriverenti, e a non pregare come vuole Dio!
Infine chi ha a cuore l’onore di Dio, s’identifica con il Suo carattere, azioni, volontà come rivelato nella Bibbia, e quando Dio non è onorato c’è sdegno (Salmo 119:53); tristezza (Salmo 119:136), e pregherà che il Suo nome sia santificato!