1 Corinzi 15:1-2: Il dono più prezioso.
Dio ci ha dato e ci dà doni preziosi, ma ce ne uno che più prezioso di tutti!!
È un dono che è più prezioso dell’oro, dell’argento, e di qualsiasi altra cosa!
È un dono impagabile, eppure è gratuito!
È riservato non solo per Natale, ed è per tutti: giovani e anziani, maschi e femmine, di tutte le nazionalità.
È un dono che non invecchia mai, è sempre attuale.
Questo dono prezioso è il Vangelo di Dio che riguarda Gesù Cristo!
Tutte le dottrine della Bibbia sono importanti, ma il Vangelo è più prezioso di ogni dottrina, perché chi lo riceve è salvato dai suoi peccati!
Paul D. Washer scrive: “Viviamo in un mondo che ci offre possibilità praticamente illimitate, e le opzioni che gareggiano per afferrare la nostra attenzione, sono innumerevoli. Si potrebbe affermare la stessa cosa riguardo il cristianesimo e all’ampia gamma di tematiche teologiche che è a disposizione di ogni studente. Si può trascorrere una vita intera ad analizzare un numero pressoché infinito di verità bibliche, ma un unico argomento si eleva al di sopra di tutto il resto ed è basilare per la comprensione di ogni altra verità: il Vangelo di Gesù Cristo. Attraverso questo messaggio, la potenza di Dio si rivela principalmente nella chiesa e nella vita dei singoli credenti”.
Il Vangelo di Dio, che riguarda il Figlio Gesù Cristo, è il dono più importante, più prezioso dato alla chiesa e quindi ai singoli credenti, è la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede!
Questi versetti ci parlano di:
I UN VANGELO DA RICORDARE (v.1).
Nel v. 1 è scritto: “Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato”.
Il Vangelo è il messaggio centrale del cristianesimo!
Quindi:
A) Il Vangelo va predicato.
“Annunciato” (euēngelisamēn – aoristo medio indicativo) indica predicare, proclamare buone notizie.
Il Vangelo è una notizia che noi cristiani dobbiamo predicare!!
Perché è qualcosa che abbiamo ricevuto e creduto.
Paolo al v. 3 dice: “Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io”.
Mentre in 2 Corinzi 4:13 leggiamo: “Siccome abbiamo lo stesso spirito di fede, che è espresso in questa parola della Scrittura: ‘Ho creduto, perciò ho parlato’, anche noi crediamo, perciò parliamo”.
Studiosi dicono che: il tempo aoristo di “annunciato” (euēngelisamēn – aoristo medio indicativo) vede il ministero totale di Paolo, sottolineando l'unico Vangelo che egli predicava.
Paolo predicava solo un Vangelo!
Paolo era stato prescelto e chiamato da Dio per proclamare Suo Figlio (Atti 9:15; Galati 1:15-16; 2:7-8; Efesini 3:1-13).
L’apostolo Paolo era un predicatore e si sentiva obbligato a predicare il Vangelo (Romani 1:14-15; 1 Corinzi 9:16), e non se ne vergognava(Romani 1:16-17).
Come per il profeta Geremia, la Parola di Dio, quindi il Vangelo, ardeva nel cuore dell’apostolo, come un fuoco impossibile da reprimere (Geremia 20:9).
L’evangelizzazione non era solo il compito degli apostoli, tutti coloro che hanno ricevuto e creduto al Vangelo, sono responsabili di predicarlo!
Dio salva i peccatori attraverso la predicazione del Vangelo, attraverso l’evangelizzazione, non c’è altro modo!
Noi dobbiamo evangelizzare almeno per tre motivi:
(1) Perché Dio ce lo comanda.
Come Suoi discepoli, come Suoi servi, dobbiamo evangelizzare perché Gesù ci ordina di farlo!
Noi troviamo scritto, che Gesù ha ordinato di predicare il Vangelo, ha ordinato, il grande compito di fare discepoli, di testimoniare di Lui (Matteo 28:18-20; Marco 16:15-16; Luca 24:44-49; Giovanni 20:21-23; Atti 1:8).
Un secondo motivo è:
b) L’amore verso il prossimo e il desiderio di vederli salvati.
Romani 10:1 dice: “Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati”.
Paolo pregava e predicava il Vangelo perché aveva il desiderio di vedere le persone salvate!
Dio ha stabilito la predicazione del Vangelo come mezzo di salvezza!
In Romani 10:13-14 è scritto: “Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunzi?”
Le persone non potranno invocare il nome del Signore, per la loro salvezza, se non crederanno, e non potranno credere se non hanno la possibilità di ascoltare il Vangelo e non lo potranno ascoltare se non c’è chi lo annuncia!
Ora, se Dio ama le persone, anche noi siamo chiamati ad amarle (Matteo 9:36; Giovanni 3:16; Galati 2:20).
Gesù ci esorta ad amare il prossimo come noi stessi (Marco 12:31; Luca 10:27).
Se amiamo il prossimo come noi stessi desidereremmo la loro salvezza.
“Tu non ami come te stesso” fino a che non cerchi di condurre il tuo prossimo, a quel bene che tu stesso stai ricercando.
Noi cristiani, ricerchiamo la nostra salvezza, la comunione con Dio, allora lo dovremmo desiderare per gli altri, e quindi saremo impegnati nell’evangelizzazione!
L’impulso a parlare agli altri di Gesù dovrebbe essere spontaneo in noi quando ci accorgiamo del bisogno che hanno della salvezza!
Se abbiamo conosciuto l’amore di Cristo che ha avuto per noi, se abbiamo sperimentato la Sua grazia e misericordia, quindi la salvezza dalla morte e dall’inferno, non possiamo rimanere indifferenti al bisogno spirituale del prossimo, sarà spontaneo parlarne agli altri come quei due ciechi che Gesù guarì e che gli vietò di non dirlo a nessuno, e loro invece sparsero la Sua fama per tutto quel paese! (Matteo 9:27-31).
Non c’è stato nessuno che li ha sollecitati a farlo, anzi Gesù gli è lo vietò!!
L’evangelizzazione è un dovere di tutti i credenti che nasce dall’amore per gli altri e per Dio che gli ha dato questo compito! Ci ricorda Paolo in Romani 1:14!
Quindi, il terzo motivo per evangelizzare è:
c) Per amore di Dio.
Se lo amiamo ubbidiremo al Suo comando di evangelizzare.
Deve essere l’amore per Dio a motivarci sopra ogni cosa.
John Cheesman diceva: ”Nell’evangelizzazione, l’amore per Dio è l’unico motivo valido. L’amore per se stessi conduce all’egocentrismo. L’amore per chi è perduto verrà meno con persone che non riusciamo ad amare o quando incontreremo difficoltà che sembrano insormontabili. Solo un profondo amore per Dio ci aiuterà a seguire le sue vie e a dichiarare il suo vangelo quando le risorse umane falliranno. Solo il nostro amore per Dio ci proteggeranno dai pericoli che ci circondano. Quando il desiderio di essere popolari o di avere successo in termini umani ci tenta di annacquare il Vangelo per renderlo più gradevole, solo se amiamo Dio rimarremo saldamente fedeli alla sua verità e alle sue vie”.
Ora l’amore per Dio conduce al desiderio di vederlo glorificato!
E Dio è glorificato con l’evangelizzazione.
David Burt scrive: “Per mezzo dell’evangelizzazione, non solo indichiamo all’uomo perduto la via per ristabilire la sua giusta posizione con Dio, ma contribuiamo pure a far si che la gloria di Dio sia riconosciuta nel mondo, cioè ‘prendiamo cura di dar gloria al suo nome’”.
1 Pietro 2:9-10 dice: “Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia". (Cfr. Salmi 96:2-5).
J. I. Packer scriveva: “Noi glorifichiamo Dio mediante l’evangelizzazione non soltanto perché evangelizzare è un atto di ubbidienza, ma anche perché predicando possiamo dire al mondo quali grandi cose Dio ha fatto per salvare i peccatori. Dio è glorificato quando le sue potenti opere di grazia vengono divulgate”.
Noi diamo gloria a Dio quando diciamo la verità su di Lui alle Sue creature!
Ma dobbiamo ricordare che la predicazione della croce, per il mondo, è pazzia (1 Corinzi 1:18-21), e senza l’intervento dello Spirito Santo nella loro vita, le persone non l’accoglieranno (Giovanni 17:7-11; 1 Corinzi 2:4-16).
Così non ci aspettiamo che quando parliamo del Vangelo, tutte le persone lo riceveranno facilmente!!
E non facciamo l’errore, di predicare un Vangelo diverso, aggiungendo, o togliendo qualcosa, per renderlo più popolare, o facile, o appropriato secondo quello che la gente vuole sentire!!
Questo significherebbe non solo alterarlo, ma anche toglierne la potenza, e verrebbe meno lo scopo per cui Dio lo ha stabilito: salvare i peccatori!
B) Il Vangelo va tenuto presente nella memoria.
“Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato” (v.1), ci dice che Paolo aveva predicato il Vangelo alla chiesa di Corinto (Atti 18:1-18), era il loro padre spirituale (1 Corinzi 4:15), e ora riteneva necessario ricordarglielo ancora.
La parola “Vangelo” (euangelion) nel greco, indicava una buona notizia.
Per quanto riguarda il Vangelo di Dio si riferisce alla buona notizia di Suo Figlio Gesù Cristo (Romani 1:1-5), alla Sua morte per i nostri peccati, seppellimento e resurrezione (1 Corinzi 15:3-9).
Ora perché Paolo vuole ricordare alla chiesa di Corinto il Vangelo?
“Ricordo” e “annunziato” hanno un leggero rimprovero per la chiesa di Corinto.
Paolo, voleva chiarire, ripristinare la piena conoscenza, portare alla mente qualcosa che già conoscevano, ma che era loro sfuggito, o che avevano accettato senza comprendere pienamente i fatti, o che non avevano capito bene, o che hanno rifiutato.
Infatti alcuni di loro, non credevano nella resurrezione dei morti (1 Corinzi 15:12), così Paolo dirà che come Cristo è risorto dalla morte, così coloro che sono in Cristo risusciteranno dai morti (1 Corinzi 15:12-17).
L’essenza del Vangelo è la morte, il seppellimento e la resurrezione di Gesù, come gli aveva già predicato sin dall'inizio.
Paolo afferma che la risurrezione è fondamentale per il Vangelo ed essenziale per la salvezza (cfr. Romani 1:16).
Paolo annuncia di nuovo solennemente il soggetto iniziale, il Vangelo che predicava (cfr. 1 Corinzi 1:17), come se doveva ricominciare da capo e insegnare loro un fatto elementare, l’essenza del Vangelo che aveva loro proclamato precedentemente e che la chiesa (ma non tutta) aveva già accettato.
Egli vuole che i Corinzi sappiano ciò che dovevano già sapere e li avverte a non deviare da questo Vangelo (1 Corinzi 15:2).
Questa frase ci fa capire che il Vangelo va proclamato, capito e sempre ricordato se non vogliamo allontanarci dalla verità di Dio (Efesini 4:11-14).
Quindi chi predica il Vangelo deve essere fedele e chiaro, e chi lo ascolta deve crederlo e seguirlo così come lo ha rivelato Dio se vogliamo vederne gli effetti salvifici!
In secondo luogo, allora vediamo:
II UN VANGELO CHE VA RICEVUTO.
Leggiamo ancora il v.1: “Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato, che voi avete anche ricevuto”.
“Ricevuto” è ricevere come insegnamento autorevole ciò che è stato trasmesso (cfr. 1 Corinzi 11:23).
“Ricevuto” (parelabete - aoristo attivo indicativo) indica accogliere, accettare e approvare qualcosa che è trasmessa, in questo caso il Vangelo che Paolo ha predicato, che gli era stato trasmesso dal Cristo risorto e da nessun altro (Galati 1:9,12; cfr. Atti 9:3-6).
Così “ricevere” il Vangelo, significa qualcosa di più attivo del semplice sentirlo predicare, è accogliere nel cuore e quindi diventare cristiani.
Ora ricevere il Vangelo implica una serie di cose.
A) Implica morire a se stessi.
Nei Vangeli vediamo più volte che quando Gesù chiama, chiama a rinunciare a se stessi e a seguirlo (Matteo 16:24-25; Marco 8:34-35; Luca 8:26).
Per esempio in Marco 8:34 è scritto: “Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: ‘Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso’”.
Significa rinunciare al nostro egoismo, egocentrismo, orgoglio, autonomia, autodeterminazione, per diventare servi di Gesù Cristo, essere a Lui sottomessi (Romani 1:1; 12:11; 1 Tessalonicesi 1:9).
Significa, anche, credere che il sacrificio di Gesù sulla croce è più che sufficiente per la nostra salvezza.
Significa credere che la nostra giustificazione davanti a Dio, non è frutto dei nostri meriti, o virtù personali! (Isaia 64:6; Romani 3:19-27; Galati 2:16; Filippesi 3:7-8).
Chi accoglie il Vangelo, non pone fiducia nei propri mezzi, ma solo nella persona e nell’opera perfetta di Gesù Cristo!
Ricevere il Vangelo:
B) Implica morire al peccato.
Quelli che sono stati salvati da Gesù Cristo, che appartengono al corpo di Cristo, hanno fatto morire il peccato, o come dice Paolo: “La carne con le sue passioni e desideri” (Galati 5:24).
La carne si riferisce alla nostra natura umana peccaminosa.
Questa frase, è un modo forte per dire che non rispondiamo più alle tentazioni che provengono dalla nostra natura umana.
Dobbiamo prendere la carne, e, metaforicamente parlando, inchiodarla alla croce!!
Si riferisce all'atto con cui mettiamo fine al dominio della carne sulla nostra condotta.
Ricevere il Vangelo:
C) Implica morire al mondo.
Viviamo in un mondo influenzato negativamente da Satana (Giovanni 12:31; 14:30; 2 Corinzi 4:4; 1 Giovanni 5:19).
In Galati 6:14 Paolo afferma che si vanta solo della croce del Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per lui, è stato crocifisso e lui è stato crocifisso per il mondo.
Il “mondo” significa il sistema mondiale che nei suoi valori di base e orientamento, è estraneo e lontano da Dio.
Il “mondo” si riferisce a tutti quei piaceri terreni, tesori, onori, valori, filosofia che tendono a trascinare l'anima lontano da Cristo.
Per il credente, per chi riceve il Vangelo, il mondo è morto, come lui è morto per il mondo!
Ricevere il Vangelo:
D) Implica riconoscere Gesù come unico Salvatore e Signore.
Chi accoglie il Vangelo confida solo ed esclusivamente nella persona e nell’opera di Gesù come unica via di accesso a Dio e come sola via di salvezza (Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:5; 1 Timoteo 1:15).
Gesù è l’unico Salvatore del mondo!
In Giovanni 4:42 è scritto: “E dicevano alla donna: ‘Non è più a motivo di quello che tu ci hai detto, che crediamo; perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo’”.
In Atti 4:12, riguardo a Gesù, Pietro dice:”In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”.
Gesù è l’unica via per avere comunione con Dio dice Giovanni 14:6!
Gesù è l’unico mediatore tra Dio e gli uomini dice 1 Timoteo 2:5!
Ma Gesù è anche il Signore (Luca 6:46).
In 1 Corinzi 8:6 è scritto: “Tuttavia per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo”.
C’è un solo Signore, e questo è Gesù Cristo!
Chi accoglie il Vangelo apre la propria vita alla signoria di Gesù Cristo!
“Signore” designa una persona che esercita il controllo, il potere su un’altra persona, o su una cosa con un potere decisionale, a cui siamo chiamati a obbedirgli (Matteo 7:21; 21:29; Luca 6:46).
Significa che Gesù, il Signore, è Colui che ha l’ultima parola, che ha il diritto e l’autorità di decidere che cosa è bene e che cosa è male per noi; che deve governare le nostre scelte, e che ha il diritto di determinare le circostanze della nostra vita.
Significa piegare la nostra volontà, pensieri, progetti alla volontà di Cristo!!
Significa lasciare che Gesù determini gli obiettivi e le finalità della nostra vita.
Gesù è il Signore e quindi dobbiamo lasciare il controllo della nostra vita a Lui, dobbiamo sottometterci e arrenderci completamente a Lui!
Così ricevere il Vangelo è più di una semplice preghiera recitata affinché Gesù entri nel nostro cuore, significa avere una vita cristocentrica, cioè Gesù è il centro del nostro universo!
Paul D. Washer scrive: “Chi accoglie il Vangelo entra in una visione della realtà del tutto diversa, di cui il Cristo è l’epicentro. È per questo che i teologi parlano della salvezza e della vita di fede come ‘cristocentriche’. Gesù diventa il centro del nostro universo, la fonte, il fine e la motivazione di quanto siamo e compiamo. Dopo aver accolto il Vangelo, tutta la vita comincia a essere vissuta in un contesto inedito, e quel contesto è il Signore”.
In questi versetti vediamo ancora:
III UN VANGELO NEL QUALE STARE BEN RADICATI.
Sempre nel v.1 leggiamo: “Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi”.
Il Vangelo va annunziato, ricordato, ricevuto e nel quale stare radicati.
Questo passo ci ricorda a rimanere risoluti, fermi nel Vangelo.
Tramite il Vangelo possiamo avere un rapporto con Dio e possiamo crescere ed essere forgiati nella vita cristiana.
La ricezione del Vangelo fa parte del passato di un cristiano, ma è anche una realtà che ha un'importanza attuale in corso (1 Corinzi 15:1,2,11; Romani 5:2), ed è un potere che avrà un significato futuro, eterno nella vita di un credente (Romani 5:1,6-10).
Come i Corinzi, anche noi oggi, dobbiamo stare saldi nel Vangelo (1 Corinzi 15:2).
“State saldi” è stare fermi, essere posizionati saldamente, essere stabili, continuare con fermezza, essere radicati.
Paolo usava costantemente questa parola per indicare il continuare a rimanere fedele alle affermazioni del Vangelo (2 Corinzi 1:24; Efesini 6:13-14; Colossesi 4:12).
“Nel quale state saldi”, implica essere stabiliti e continuare risolutamente nella fede come un albero si erge quando è ben radicato.
Significa che i cristiani di Corinto erano posizionati stabili, radicati nel Vangelo.
“State saldi” ha il senso compiuto e attuale (hestēkate - nel greco tempo perfetto), quindi i cristiani di Corinto rimanevano fermi nella fede nel Vangelo, continuavano a credere risolutamente nel Vangelo.
I cristiani non solo devono ricevere il Vangelo, ma devono stare anche saldi in esso!
Dobbiamo stare attenti e non cedere alle pressioni di questo mondo ostile senza Dio che disprezza il Vangelo, contro le insidie del diavolo che ci vuole portare lontano dalla verità e contro i falsi profeti che pensano ai loro interessi e predicano un Vangelo attraente al mondo, ma che si discosta dalla verità di Dio!
Dobbiamo rifiutare qualsiasi cosa che sia contraria al Vangelo, o rifiutare un Vangelo diverso da quello rivelato nella Bibbia.
Paolo ci ricorda in Galati 1:6-9: “Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Che poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema”.
“Sia anatema” (anathema), cioè maledetto chi annunzia un Vangelo diverso da quello biblico!
La nostra fede inizia nel Vangelo, continua nel Vangelo e deve finire nel Vangelo così com’è stato rivelato nella Bibbia!
Nel mondo ci sono molte religioni, ma esiste un solo Vangelo!
C’è un solo Dio, e quindi un solo Vangelo e questo è Gesù Cristo!
Il Vangelo si riferisce a Gesù Cristo e alla Sua opera (1 Corinzi 15:1-4), mediante il quale siamo salvati dai nostri peccati per la sola grazia di Dio e per la sola fede e non per le nostre opere (Romani 3:19-4:12; 11:6; Galati 2:16; Efesini 2:8-9).
Dobbiamo ancora ricordare che il Vangelo non è un’invenzione, o un progetto umano!
“Il Vangelo non è un piano umano per raggiungere Dio, ma un piano divino per raggiungere l'uomo” (John Blanchard).
La salvezza eterna dipende dal Vangelo, pertanto dobbiamo fare attenzione a predicarlo così com’è scritto nella Bibbia e faremo bene a rifiutare qualsiasi sovvertimento di esso!
Il Vangelo va creduto, e dobbiamo rimanerci saldi!
Il Vangelo è anche:
IV UN VANGELO DA RITENERE.
Nel v.2 è scritto: “Mediante il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l'ho annunziato; a meno che non abbiate creduto invano”.
Chi riceve il Vangelo, chi crede, alla morte di Gesù per i propri peccati, al seppellimento e alla resurrezione di Gesù, è salvato (v.3).
“Siete salvati” (sōzesthe – presente passivo indicativo), indica che Dio ha salvato i credenti, attraverso Gesù Cristo.
Questa salvezza è efficace e progressiva, nel senso che in passato, i cristiani di Corinto, hanno ricevuto il Vangelo e su di esso hanno preso posizione e continuano a farlo nel presente.
La salvezza nel presente è in atto fino a quando non sarà completata nel futuro, al ritorno di Gesù Cristo (Romani 5:9-10; 8:24).
Ma la condizione è quella di ritenere il Vangelo come Paolo lo aveva predicato!
Il Vangelo salva solo qualora venga conservato così come Paolo lo ha annunciato!
Ora Paolo, non si riferisce al ragionamento che ha usato, o alla forma della sua predicazione, ma ai contenuti del suo messaggio, agli stessi contenuti che aveva predicato loro, ai fatti indicati nei vv.3-5: morte, seppellimento e resurrezione di Gesù.
“Riteniate” (katechete) è tenere fermamente, afferrare, trattenere, aderire saldamente.
Quindi continuare a credere al Vangelo che Paolo ha loro annunziato, con l'implicazione di agire secondo tale credenza, continuare a credere e praticare.
Paolo vuole far riflettere seriamente la chiesa di Corinto, in modo particolare alcuni, sull’importanza della resurrezione, con la frase: “A meno che non abbiate creduto invano”.
Questa frase, si riferisce alla fede iniziale dei Corinzi, da quando hanno cominciato a credere, che è vana (eikē), inutile, senza valore, senza scopo, senza effetto salvifico, se la fede si fonda su basi inadeguate, o avevano una fede superficiale, o se mancano di una comprensione coerente del Vangelo con le sue implicazioni logiche e pratiche sia per il discepolato e sia per la fine dei tempi, o se si allontanano dal Vangelo, così come è stato loro predicato, cioè se loro non credono alla resurrezione di Gesù Cristo.
Infatti, alcuni della chiesa di Corinto, non credevano nella resurrezione dei morti, o a Gesù Cristo che non è risuscitato dai morti! (1 Corinzi 15:12-17).
Quindi Paolo sta avvertendo che chi non crede alla resurrezione dei morti, la sua conclusione logica è che non avrà effetto salvifico nella loro vita; allora si dimostrerebbe che la loro fede è infruttuosa!
Se i credenti, non sono fermamente convinti di ciò che è stato predicato da Paolo sulla risurrezione di Gesù, non saranno salvati!!
Se non hanno una fede nella resurrezione di Gesù, i Corinzi, hanno creduto invano!!
Se hanno fede in qualcosa che non è vera, è una fede vana! (1 Corinzi 15:14).
Sia l'incarnazione e sia la morte espiatoria di Cristo, non hanno senso senza la Sua resurrezione.
Se viene rimossa la resurrezione, l'intero Vangelo della salvezza non reggerà!!
Se non c'è resurrezione dei morti (1 Corinzi 15:12), le persone rimangono nella disperazione, sotto la tirannia del peccato e della morte!! (1 Corinzi 15:17).
Senza la resurrezione dei morti, non c'è speranza.
Ora Paolo non sta insegnando che un vero cristiano possa perdere la salvezza, andrebbe contro il suo stesso insegnamento (per esempio Romani 8:29-39; 1 Corinzi 1:8; Filippesi 1:6).
Il vero cristiano è nelle mani di Dio e di Gesù Cristo (Giovanni 10:28-30), è solo grazie alla potenza di Dio e di Gesù Cristo che siamo salvati!
La salvezza dipende da Dio e da Gesù Cristo (Giovanni 6:35-44), e il fatto che noi perseveriamo nella Sua salvezza, è la prova che Gesù Cristo ci tiene fermi a Lui.
Quindi una persona che si professa cristiano, ma poi rifiuta il Vangelo, o una parte del Vangelo della salvezza come rivelato nella Bibbia, dimostra che la sua salvezza non è mai stata vera! (Matteo 13: 24-30, 34 -43; Ebrei 10:37-39; 1 Giovanni 2:19).
Quindi la verità importante da sottolineare è: non siamo salvati perché perseveriamo, è la grazia e la potenza di Dio che ci salvano e ci fanno perseverare!
La prova di chi ha una vera fede nel vero Vangelo, è la perseveranza.
La perseveranza non ci salva, e non ci rende meritevoli della grazia di Dio, ma rivela che abbiamo ricevuto la grazia di Dio e abbiamo una fede autentica.
Chi ha una conversione autentica sta nel fatto che quanti professano fede in Cristo, perseverano consacrati nel Vangelo!
I veri cristiani non cadranno dallo stato di grazia e sicuramente persevereranno fino alla fine!
Se un credente perdesse la salvezza, allora Gesù Cristo sarebbe infedele al Padre, dal momento che Dio Padre gli ha affidato il compito di tenere al sicuro in salvezza e di condurre in cielo tutti coloro che gli ha dato (Giovanni 6:37-40).
J.C. Ryle scriveva: “Mai nessun soldato di Cristo si perde, è abbandonato o cade morto sul campo di battaglia”.
CONCLUSIONE.
Ogni parola e dottrina della Bibbia, è importante, ma ciò che è più importante è il Vangelo, mediante il quale siamo salvati.
Non ci sono altre soluzioni per i nostri peccati, non ci sono altre vie per avere comunione con Dio, ma solo Gesù Cristo e l’opera Sua!
Siamo giustificati per la sola grazia e per la sola fede, e per il solo Gesù Cristo, pertanto se vogliamo essere salvati dobbiamo accettare tutto quello che riguarda il Vangelo: la morte, il seppellimento e la resurrezione di Gesù!
Dobbiamo avere fiducia e vantarsi in Gesù e non in noi stessi (1 Corinzi 1:26-31; Filippesi 3:3-9).
Quindi, da una parte il predicatore, annuncerà il Vangelo fedelmente e lo ricorderà sempre, e dall’altra chi lo ascolta lo deve ricevere per fede, lo deve accettare tutto, e in esso deve perseverare se vuole essere salvato!
Quando si riduce il Vangelo, o si predica un Vangelo annacquato, o falso, si riempiranno le chiese di falsi cristiani con un falso senso di sicurezza, che non hanno avuto un vero cambiamento interiore e che hanno conservato comportamenti carnali.
Questi falsi cristiani, riposano sulla loro falsa speranza di salvezza perché hanno avuto, un certo tipo di esperienza religiosa nel passato, mentre nel presente non ci sono prove attuali di salvezza nelle loro vite!!
Questi pseudo cristiani, hanno una fede umanistica, e quindi non ci sono prove di vera consacrazione a Gesù Cristo e di santificazione, di conseguenza non danno una buona testimonianza e quindi il nome di Dio è disonorato (Romani 2:24), e la purezza e la testimonianza della chiesa ne soffre il danno!
Tu che tipo di cristiano sei? Ci sono prove evidenti di trasformazione interiore ed esteriore del Vangelo nella tua vita?
Se non ci sono prove, credi nel signore Gesù e pentiti davanti a Dio dei tuoi peccati sinceramente!