LE RISPOSTE ALLE PREGHIERE (1)
LE RISPOSTE DIRETTE.
Un bambino di quattro anni vide una volta un'immagine che rappresentava Cristo mentre pregava e chiese cosa stesse facendo Gesù in quella foto. Quando gli fu detto che Gesù stava pregando, il bambino rispose chiedendo a chi stava pregando Gesù. Dopo aver saputo che Gesù stava pregando Dio, il bambino rispose: “Ma Gesù è Dio!”.
A riguardo Cipriano disse: "Se pregava chi era senza peccato, quanto più il peccatore deve pregare".
Dio è un Dio che ascolta la preghiera del Suo popolo (per esempio Genesi 17:20; 19:19-21; 1 Samuele 1:27; 1 Re 3:9,12; Salmo 6:8-9; 116:1-2; Atti 4:27-31; 16:25-26; 28:8).
Oggi parliamo di risposte dirette alla preghiera, vediamo due aspetti: la preghiera d’invocazione, o supplicazione e la preghiera d’intercessione.
Cominicamo con:
I LA PREGHIERA DI INVOCAZIONE.
Quante volte abbiamo supplicato e Dio ha esaudito le nostre preghiere.
Questo ci fa capire che Dio si prende cura di noi! (1 Pietro 5:6-7).
Nel Salmo 34:4-6 è scritto: “Ho cercato il SIGNORE, ed egli m'ha risposto; m'ha liberato da tutto ciò che m'incuteva terrore. Quelli che lo guardano sono illuminati, nei loro volti non c'è delusione. Quest'afflitto ha gridato, e il SIGNORE l'ha esaudito; l'ha salvato da tutte le sue disgrazie”.
Il Salmo 34 è una testimonianza in forma di canto di ringraziamento sviluppato in una modalità di insegnamento che insegna l’invocazione di aiuto e la lode riconoscente per l'aiuto.
In questi versetti Davide dice che ha cercato il Signore e il Signore ha risposto alle sue preghiere liberandolo da tutto ciò che gli incuteva terrore, dimostrando così che Dio è più potente di qualsiasi cosa e di qualsiasi altro potere; dimostrando che Dio è Sovrano e un Dio di grazia.
Vediamo dunque:
A) La ricerca (vv.4-6).
Prima di tutto vediamo che dobbiamo:
(1) Cercare il Signore, il vero Dio.
Noi leggiamo al v.4: “Ho cercato il SIGNORE”.
“Ho cercato” (dā∙rǎš) il Signore è l'opposto di guardare gli dèi tradizionali dei popoli pagani.
Indica il cercare il vero Dio!!
(Deuteronomio 4:29; Osea 10:12; Amos 5:4,6; Isaia 9:12; 31:1; 55:6; 58:2; 65:10; Geremia 10:21; 29:13; Lamentazioni 3:25; 1 Cronache 16:11; 28:9; 12:14; 14:3,6; 15:2,12; 2 Cronache 16:12; 22:9; 26:5; Salmi 9:11; 22:27; 34:5,11; 119:2,10).
Israele è chiamato a salmeggiare al Signore e a raccontare tra i popoli le sue vie, perciò implica il non seguire gli idoli pagani (Salmi 9:11).
Quindi cercare il Signore significa pregare il Dio che si è rivelato nella Bibbia, solo a Lui e nessun altro!
La Bibbia non contempla un’altra persona a cui pregare! (Esodo 20:3; Matteo 4:10; 6:9).
Il problema col pregare qualsiasi altra divinità, e non il Dio che si è rivelato nella Bibbia, è che Egli non condividerà la gloria che spetta solo a Lui.
Infatti pregare a qualsiasi altro o a qualsiasi cosa, che non sia Dio, è idolatria! (Esodo 20:3-4; Deuteronomio 4:23-24; Giosuè 24:14).
Isaia 42:8 dice: “Io sono il Signore; questo è il mio nome! Io non darò la mia gloria ad un altro, né la lode che mi spetta agli idoli”. (Isaia 48:11).
“Cercare” non significa cercarlo perché non sappiamo dove sia.
Questo verbo veniva usato come termine tecnico per indicare la visita al santuario dove si andava a pregare (1 Cronache 21:30; 2 Cronache 1:5; Amos 5:5); o a chiedere rivelazioni tramite il profeta (Numeri 27:21; 1 Samuele 9:9; 1 Re 22:8).
Oppure il cercarlo per entrare in relazione con lui, per la conversione (Isaia 55:6).
Si riferisce a consultare Dio in preghiera (Genesi 25:22), e secondo il v.6 sembra indicare un contatto di preghiera diretto e personale con Dio, cercare il Suo aiuto e protezione nel momento dove si trova, e non nel santuario.
“Ho cercato” suggerisce una ricerca diligente.
Davide ha cercato il Signore.
“Signore” è ripetuto diverse volte in questo salmo (vv.1,2,3,4,6, 7, 8, 9, 10, 11, 15, 16, 17,18,19,22).
“Signore” (Yahweh) è il nome con cui si è presentato a Mosè in Esodo 3:14-15, vuol dire “Colui che è”!
L’accento principale di questo nome è posto sul messaggio di liberazione (per esempio Esodo 3:15; 6:6).
Implica diversi significati importanti come essere assoluto, capo e guida, superiore, eterno, il primo e l’ultimo, prima del quale non c’era nessuno e né alcun altro verrà dopo.
“Signore” (Yahweh) implica auto-esistente, che possiede in se stesso la vita essenziale e l'esistenza permanente, immutabile, quindi differente da tutto ciò che è naturale, che riguarda questo mondo.
“Signore” (Yahweh) implica essere una realtà dinamica, presente ed efficace, che subentra in scena, infatti, si è presentato a Mosè per intervenire nella vita del Suo popolo per liberarli dalla schiavitù in Egitto.
Così nella preghiera dobbiamo ricordare che Dio è Colui che entra nella scena degli uomini che può cambiare le nostre circostanze!
Questa consapevolezza caratterizzerà le nostre preghiere: saranno fatte con aspettative e fiducia!
Davide ci parla di:
(2) Guardare intensamente il Signore.
Al v.5 è scritto: “Quelli che lo guardano”.
Guardare il Signore è come cercarlo, ed è qualcosa di intenso.
Guardare a lui indica “uno sguardo di intenso desiderio”, “attento”, e non una rapida occhiata.
“Guardano” (naḇaṭ) è usato per la vista acuta dell’aquila che osserva da lontano la sua preda e lo fa con attenzione (Giobbe 39:29).
È usato per la liberazione, o la salvezza degli Israeliti che dovevano guardare il serpente di rame per rimanere in vita quando il serpente li mordeva (Numeri 21:9).
Il senso qui è quello di guardare con un intenso desiderio Dio per il suo aiuto, la suua salvezza.
Davide ci dice di:
(3) Gridare al Signore.
Al v.6 è scritto: “Quest'afflitto ha gridato”.
Davide era afflitto (ā∙nî- v.6) indica ancora dolore, miseria.
Si riferisce a uno stato di oppressione, o di disagio estremo, fisicamente, mentalmente e spiritualmente (Genesi 16:11; 29:32; 31:42; Esodo 3:7, 17; 1 Samuele 1:11; 2 Re 14:26; Salmi 9:13; Isaia 48:10).
Davide ha gridato al Signore, ha invocato, cioè il suo aiuto (cfr. 1 Re 18:24; Zaccaria 13:9).
Il significato di base di “ha gridato” (qārā') è l'atto di creare un suono vocale per stabilire un contatto con qualcuno, in questo caso con il Signore.
Serve ad attirare l’attenzione (cfr. 2 Re 7:11; Geremia 7:11; 31:6).
Pregare significa allora, stabilire un contatto con Dio per comunicare con Lui!
Il Signore è vicino al Suo popolo quando lo invoca in verità (Deuteronomio 4:7; Salmo 145:18), e questo non dipende da dove uno si trova, se in un luogo di culto, o per strada, o da qualsiasi altra parte!
In questi versetti troviamo:
B) La risposta (vv.4,6).
Nella risposta vediamo che Davide parla di:
(1) Liberazione dalle paure.
Nel v.4 è scritto: “Ed egli m'ha risposto; m'ha liberato da tutto ciò che m'incuteva terrore”.
Chi cerca il Signore per fede sarà ricompensato! (Ebrei 11:6).
E. M. Bounds scriveva: “La preghiera può fare tutto ciò che Dio può fare”.
Questo significa che non ci sono limiti, perché Dio è Onnipotente e Sovrano!
Pertanto non dobbiamo essere timidi, o impediti, o dubbiosi a chiedere l’impossibile a Dio!
Quando i credenti invocano il nome del Signore significa che afferrano il potere illimitato di Dio che agisce in nostro favore secondo i suoi progetti!
Secondo la Sua volontà, Dio è sufficiente per esaudire qualsiasi preghiera, per soddisfare qualsiasi tipo di bisogno, o esigenza, o di risolvere qualsiasi tipo di problema!
Questo è ciò che Davide ha realizzato nella sua esperienza per grazia di Dio.
Dio ha risposto alla preghiera di Davide liberandolo da ciò che gli incuteva terrore.
“Liberato” (nāṣal vv.4,17,19) significa “strappare via”, “salvare”, “tirare via”.
Indica la rimozione, o la liberazione da tutti i tipi di restrizioni, di oppressioni!
“Liberazione” spesso indica il potere di un unico ente che supera il potere di un altro, indica una forza un potere superiore (Genesi 32:11; 1 Samuele 12:21; Salmi 79:9; Osea 2:10).
In questo caso il Signore è più potente dei nostri nemici e Davide lo sapeva molto bene!
In altri Salmi la parola è usata in senso salvifico per la liberazione dai propri peccati (Salmi 39:8), o dalla morte (Salmi 33:19; 86:13).
Molti di noi hanno sperimentato la liberazione di Dio per la salvezza dei propri peccati e quindi di una morte spirituale, quando abbiamo invocato il nome di Gesù.
Non siamo più schiavi dei peccati se abbiamo Cristo, ma a volte la tentazione è forte e Gesù in Matteo 26:41 ci dice che lo spirito è pronto, ma la carne è debole e ci esorta a stare svegli e a pregare per non cadere in tentazione! (cfr. Ebrei 4:14-16).
Quando noi siamo in una situazione difficile, intrappolati da una minaccia esterna, Davide con la sua esperienza e adorazione ci incoraggia a pregare Dio per essere liberati!
Davide ha pregato il Signore e il Signore gli ha risposto lo ha liberato da tutto ciò che gli incuteva terrore!
“Terrore” (māgôr) sono le paure.
Il concetto fondamentale di base della parola terrore “è un senso di sventura imminente”.
Nell’Antico Testamento la parola è usata per indicare la paura che la propria vita è minacciata da una trama (Salmi 31:13).
O la paura di un soldato che si ritira davanti a un nemico invincibile (Isaia 31:9; Geremia 6:25).
O gli orrori che ricadranno su coloro che affrontano il giudizio di Dio, com’è successo quando Gerusalemme è stata attaccata dai babilonesi e molti sono stati uccisi (Lamentazioni 2:22).
Ma a volte il termine descrive solo sentimenti astratti (Proverbi 10:24; Isaia 66:4).
Ci sono persone che non sono colpite da tragedie, ma che hanno paura della possibilità di quelle tragedie: il terrore che ci ammaleremo di una brutta malattia, di perdere il lavoro e così via.
Ebbene se sei tra queste, se hai una paura, una preoccupazione che non è reale, concreta portala a Gesù ed egli ti darà la sua pace come ci ricorda Filippesi 4:6-7.
Altre volte, abbiamo detto sono paure concrete, pericoli che si vivono.
Se stai vivendo una situazione difficile prega il Signore che abbia pietà di te, che ti liberi!
Davide è stato liberato da ciò che gli incuteva terrore!
Essere credenti non significa non soffrire, essere immuni dai problemi, ma Dio sarà con noi!
Qualunque siano le tue angosce astratte, soggettive, o reali e oggettive, per Dio niente è impossibile!
Basta leggere le liberazioni che Dio ha realizzato nella storia del suo popolo come dal popolo egiziano e via via nella conquista della terra promessa! (Deuteronomio 2-3).
Nella risposta vediamo che Davide parla di:
(2) Salvezza da tutte le sue disgrazie.
Il v.6 dice: “Quest'afflitto ha gridato, e il SIGNORE l'ha esaudito; l'ha salvato da tutte le sue disgrazie”.
Davide ha gridato al Signore, ha invocato il suo aiuto e il Signore lo ha ascoltato (shāmaʿ), cioè lo ha esaudito, lo ha salvato da tutte le sue disgrazie. (Salmi 3:5; 27:7; 34:7; 56:10; 69:4; 102:3; 116:2 ).
“Salvato” (yāša) indica aiutato, liberato, difeso.
Il Signore è colui che salva, a lui appartiene la salvezza (Isaia 33:22 ; Sofonia 3:17).
L'idea di base di questo verbo è portare in un posto di sicurezza, o di pascolo ampio rispetto a un canale stretto, simbolo di disagio e pericolo.
La parola esprime il concetto di liberazione dall’angoscia (Giudici 10:13, 14); liberazione dalla morte certa (Salmi 22:21); dai nemici (Deuteronomio 28:31 ; Giudici 6:14), la vittoria in tempo di guerra (1 Samuele 14:6 ), aiuto in un momento di bisogno (2 Re 6:26-27; Salmi 12:1).
“Disgrazie” (ṣārāh) indica “difficoltà”, “disagio”, “guai”, “sofferenza” “qualcosa che ti limita”; “una circostanza sfavorevole con un dolore emotivo”; “l’angoscia per la situazione in cui ti senti impotente” (Deuteronomio 31:17).
Dio offre il suo rifugio al Suo popolo (Genesi 35:3; Giobbe 5:19; Salmi 9:9).
Il salmista non descrive la natura delle sue difficoltà, ma testimonia che la liberazione è avvenuta dopo che ha cercato il Signore, e il disagio è sparito.
Infine vediamo:
C) Il risultato
Nel v.5 leggiamo: “Quelli che lo guardano sono illuminati, nei loro volti non c'è delusione”.
“Illuminati” (nāhar) significa “essere radioso”.
Significa a “splendere”, “brillare”, nel senso di essere raggianti di gioia (Isaia 60:5 ; Geremia 31:12).
Coloro che invocano Dio per essere aiutati, riflettono la gloria di Dio come quella di Mosè che aveva il viso raggiante dopo aver parlato con Dio e nessuno osava avvicinarsi e Mosè si copriva il volto con un velo (Esodo 34:29-35).
Le persone che sperimentano la potenza liberatrice di Dio sono raggianti, non hanno un viso cupo!
C’è la luce di gioia del Signore!
Nei loro volti non c’è delusione.
“Delusione” (ā∙pǎr) è “essere caduto in disgrazia”, “ vergogna”. (Salmi 83:17; Isaia 1:29; 24:23; Geremia 15:9; 50:12; Michea 3:7; Proverbi 13:5; 19:26; Isaia 33:9; 54:4).
La vergogna della sconfitta!
I credenti in Cristo sono più che vincitori possono affrontare le lotta spirituale ed i problemi della vita sapendo che non saremo schiacciati da tutto ciò e allontanati dal suo amore!
In Romani 8:35-39: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com'è scritto: 'Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello'. Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore".
Per il giusto perciò la paura, il terrore, la tristezza, e la vergogna non hanno posto perché Dio è presente nella sua vita.
Riguardo le risposte dirette della preghiera consideriamo ora:
II LA PREGHIERA D’INTERCESSIONE.
In Atti 12:5-11 leggiamo: “Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa. Nella notte che precedeva il giorno in cui Erode voleva farlo comparire, Pietro stava dormendo in mezzo a due soldati, legato con due catene; e le sentinelle davanti alla porta custodivano il carcere. Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e una luce risplendette nella cella. L'angelo, battendo il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: ‘Alzati, presto!’ E le catene gli caddero dalle mani. L'angelo disse: ‘Vèstiti, e mettiti i sandali’. E Pietro fece così. Poi gli disse ancora: ‘Mettiti il mantello e seguimi’. Ed egli, uscito, lo seguiva, non sapendo che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva infatti di avere una visione. Com'ebbero oltrepassata la prima e la seconda guardia, giunsero alla porta di ferro che immette in città, la quale si aprì da sé davanti a loro; uscirono e s'inoltrarono per una strada; e, all'improvviso, l'angelo si allontanò da lui. Pietro, rientrato in sé, disse: ‘Ora so di sicuro che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei’”.
Nella preghiera dobbiamo avere:
A) La certezza che Dio è sovrano.
Dai vv.1-4 apprendiamo che il re Erode perseguitava la chiesa, fece uccidere Giacomo, fratello di Giovanni e ritenne opportuno ritardare l'esecuzione di Pietro mettendolo in prigione.
Pietro si trova imprigionato e custodito a turno da quattro gruppi di quattro soldati ciascuno che si alternavano ogni tre ore, in 4 turni, secondo l’uso romano.
Vediamo che la chiesa pregava per Pietro (v.5).
La chiesa sapeva che solo da Dio dipendeva la vita di Pietro!
La chiesa riconosceva che Dio è l’Iddio della storia (cfr. Atti 4:27-31).
“La preghiera è il rimedio sovrano”. (Robert Hall).
La preghiera è il rimedio assoluto, più importante che ha il credente!
Dio deve essere il nostro punto di riferimento, perché la nostra vita dipende da Lui, perché è l’unico sovrano, colui che guida e controlla la storia degli uomini secondo i Suoi piani! (1 Cronache 29:11-12; Salmo 47:2,8-9; Isaia 14:27; 46:10; Geremia 10:23; Giovanni 5:17;Efesini 1:11).
Questo non significa che sia inutile pregare, anzi come diceva Jerry Bridges: “La sovranità di Dio non nega la nostra responsabilità di pregare, ma rende piuttosto possibile per noi pregare con fiducia”.
Dio aveva permesso a Stefano e poi anche a Giacomo di morire da parte di persecutori; Pietro si poteva aggiungere a loro per mano di Erode.
Ma Dio annulla i disegni dei popoli e stabilisce i Suoi!
Nel Salmo 33:10-11 è scritto: "Il SIGNORE rende vano il volere delle nazioni, egli annulla i disegni dei popoli. La volontà del SIGNORE sussiste per sempre, i disegni del suo cuore durano d'età in età".
Nel Salmo 2:2-4 è scritto: “I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: ‘Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene’. Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro”.
Dio, come Re regna, è Colui che siede nei cieli, questo indica una distanza di natura che c’è tra l’uomo e Dio.
“Siede nei cieli” indica anche che Dio domina e controlla in modo assoluto l’universo! (1 Cronache 29:11; Salmo 47:2-3,8).
Il Signore è re supremo, il Sovrano su tutta la terra non possiamo liberarcene!!!!
Chi pensa di ribellarsi a Dio per stabilire se stessi e i propri progetti, e di liberarsi di Lui, è piano inefficace perché non fattibile concretamente, perché Dio oppone la Sua volontà irresistibile!
Dio stabilisce sempre i Suoi disegni! (Cfr. Daniele 4:34-35).
Dio è tranquillo, è scritto che è seduto nel Salmo 2:4, non è agitato per questa congiura, Dio eseguirà i Suoi piani con calma (Isaia 18:4).
Dio riderà e si befferà dice il v.4 perché è un piano ridicolo, stupido, assurdo e inutile, perché non ci si può liberare della Signoria di Dio!
Dio porterà avanti ugualmente i Suoi piani!
Nonostante tutti i tentativi contro di Lui, Lui sarà sempre il Signore e realizzerà i Suoi progetti!!!!!
Da una prospettiva umana, la situazione di Pietro appariva terribilmente triste e senza via d’uscita, in prigione, incatenato, ben custodito, con il re Erode che aveva il completo controllo della situazione e la maggioranza della popolazione lo sosteneva!
Ma da una prospettiva della fede, questa era solo un'altra occasione per sperimentare l'infinita potenza sovrana di Dio!
Dio ci mette incerte circostanze difficili, perché a volte vuole che sperimentiamo la Sua potenza!
Le impossibilità umane non sono impossibili per il Dio sovrano!
Dio può fare la qualsiasi cosa! (Genesi 18:14; Geremia 32:17; Matteo 19:26).
Dobbiamo avere fede che Dio può fare infinitamente di più di quello che domandiamo, o pensiamo (Efesini 3:20).
John Blanchard scriveva: “Non osiamo limitare Dio nella nostra richiesta, né nella sua risposta”.
Così quando preghiamo dobbiamo sempre pensare che Dio è l’Iddio che controlla e guida la storia!
Questo influenzerà la nostra preghiera!
B) Il contenuto della preghiera.
In Atti 12:5 è scritto: “Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere a Dio erano fatte per lui dalla chiesa”.
Il contenuto della preghiera della chiesa non è scritto.
Forse, i credenti pregavano per la liberazione di Pietro, anche se i credenti non si aspettavano che venisse liberato (vv.14-15).
O pregavano per un esito positivo per il processo che doveva aver luogo il giorno successivo (v.4), o per avere una punizione minore rispetto all’esecuzione (cfr. Atti 5:40).
O pregavano per il coraggio e la forza di sopportare l'interrogatorio e l'esecuzione (come Gesù aveva sopportato entrambi).
Comunque, Pietro è stato liberato dal momento in cui la chiesa pregava con fervore per la sua liberazione.
C) La compattezza della preghiera.
La parola “preghiere” è fare una richiesta a Dio.
“Preghiere” (proseuchē – nome nominativo singolare femminile) in realtà è al singolare: “Preghiera”.
La frase è così: “Ma la preghiera era fervente”.
Quindi era una preghiera a Dio per Pietro, compatta e condivisa dalla chiesa come un solo cuore, una sola voce!
Più volte nel Nuovo Testamento leggiamo l’esortazione all’unità della chiesa (Romani 12:16; 1 Corinzi 1:10; 2 Corinzi 13:11; Filippesi 2:1-11).
Vediamo:
D) La consacrazione nella preghiera.
“Fervide” (ektenōs), indica che la preghiera era un'attività incessante, contiene l’idea d’intensità e perseveranza.
Era un termine medico che descrive lo stiramento di un muscolo ai suoi limiti. La parola greca “fervide” (ektenōs) è usata in Luca 22:44 per descrivere la preghiera del Signore nel Getsemani: “Ed essendo in agonia, egli pregava ancor più intensamente; e il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra”.
La chiesa fece il massimo sforzo che era in grado di fare nella sua preghiera per Pietro!
Quindi preghiera e liberazione sono collegati!
La preghiera era ed è ancora la prima risorsa della chiesa nei suoi problemi.
La preghiera è una prova vitale della realtà della fede di una persona e di una chiesa.
Coloro che hanno veramente fiducia nel Signore prima di tutto pregano e poi agiscono continuando a guardare al Signore.
Pietro fu liberato la notte prima di essere portato da Erode (v.6).
“La preghiera del giusto ha una grande efficacia” dice Giacomo 5:16.
Era stato programmato che Pietro doveva comparire davanti al re Erode, ma è stato salvato in pochissimo tempo, prima che il re, con molta probabilità, gli avrebbe fatto male, come aveva fatto con Giacomo.
A volte Dio aspetta fino all'ultimo minuto per mostrarci la nostra necessaria benedizione!
Quindi non perdiamo mai la speranza!
Questo ci aiuta a fidarci sempre di Dio! Non mollare, anche se tutto sembra tetro e impossibile.
Dio attraverso l’angelo, liberò Pietro mentre era incatenato con due catene custodito dai soldati (v.7), addirittura dormiva tra due soldati, e le altre due guardie erano davanti la porta!
La fuga di Pietro sembrava impossibile!!
Ma Dio, è l’Iddio dell’impossibile!
Il signore che salva da situazioni impossibili!
Così Pietro, nonostante tutta la sua situazione drammatica, dorme (vv.6-7), perché è sereno, ha il Signore.
Un angelo gli apparve, lo sveglia, lo libera, i cancelli si aprono e Pietro si lascia guidare verso la libertà (vv.8-10).
Pietro poi va a casa di Maria dove i credenti erano riuniti in preghiera per lui, e loro non si aspettavano questa liberazione, è scritto che rimasero stupiti! (Atti 12:11-17).
“Rimasero stupiti” (exestēsan - aoristo attivo indicativo), indica che rimasero scioccati nel vederlo!
Questo verbo significa far sì che qualcuno sia così sbalordito da essere praticamente sopraffatto.
Si riferisce al sentimento di stupore misto a paura causata da eventi miracolosi, straordinari, o di difficile comprensione (cfr. Atti 2:7; 8:13; 9:21; 10:45).
Vediamo ora:
E) Le considerazioni
Quali considerazioni possiamo fare, allora a riguardo l’esaudimento della preghiera della chiesa per Pietro?
(1) In primo luogo fornisce un esempio di preghiera comunitaria.
Molti credenti pensano che gli incontri di preghiera siano d’importanza secondaria rispetto alla predicazione e all'evangelizzazione.
Questo lo vediamo dalle chiese vuote negli incontri di preghiera!
Ma questo è sbagliato perché la preghiera comunitaria è la centrale elettrica della chiesa.
Senza la preghiera, la chiesa è privata della sua energia e del suo zelo!
Ovviamente questa va di pari passo con il credere e praticare la Parola di Dio!
La preghiera comunitaria è così di vitale importanza che C.H. Spurgeon scrisse: "Non vedremo mai molto cambiamento in meglio nelle nostre chiese in generale fino a quando l'incontro di preghiera occupa un posto più alto nella stima dei cristiani “.
Come il Dio Trino esiste in reciproca comunione coerente in se stesso: Padre, Figlio e Spirito Santo, così ci chiama a noi credenti a una comunione e compattezza, a una reciproca interdipendenza, sostegno e servizio reciproco. (Efesini 4:1-16; Filippesi 2:1-11).
Non possiamo essere indifferenti ai bisogni, o ai problemi delle nostre sorelle e fratelli!
(2) In secondo luogo la preghiera per Pietro è stata una preghiera seria.
Studiosi dicono che secondo il tempo verbale del v.5, Pietro trascorse più di una notte in prigione e che la corrispondente veglia di preghiera in casa di Maria (v.12) durò diversi giorni.
Non appena Erode ebbe messo in prigione Pietro, la chiesa cominciò a pregare e non smise finché non fu liberato!
Come Erode si assicurò che le guardie fossero in numero sufficiente per vigilare sul suo prigioniero, così anche i cristiani vegliavano in preghiera!
Siamo chiamati a pregare intensamente (Giacomo 5:17) e costantemente, e vedremo i risultati (Luca 11:5-10; 18:1-8).
(3) In terzo luogo è stato un tempo speciale di preghiera.
Ci sono molte prove in Atti che gli incontri per la preghiera erano una caratteristica regolare della vita della chiesa sin dal suo inizio; ma qui, c'era un'urgenza e un'esigenza che richiedevano un'attenzione speciale.
Ci sono momenti nella vita della chiesa quando sono richiesti incontri speciali di preghiera come quello di Pietro, e questa fanno fatte intensamente.
(4) In quarto luogo c'erano molti che hanno partecipato all'incontro di preghiera come è scritto in Atti 12:12.
Una chiesa unita che prega, è una chiesa che sperimenta la potenza di Dio!
La chiesa era unita e compatta e partecipavano in molti alla preghiera.
Oggi, invece negli incontri di preghiera ci sono molte sedie vuote!
E non ci sono nemmeno incontri speciali di preghiera in certe chiese!
CONCLUSIONE.
La preghiera ci porta alla presenza di Dio e la presenza di Dio a noi!
Donald Caskie era ministro dello Scots Kirk a Parigi quando le forze naziste invasero e conquistarono la città. Fuggì a sud di Marsiglia dove svolse un ruolo significativo nell'aiutare i prigionieri di guerra alleati a fuggire. Caskie fu infine tradito, arrestato, torturato e gettato in prigione, fisicamente molto provato. Il suo primo pensiero mentre guardava intorno alla sua cella era: “Questo deve essere l'inferno”. Ma era un uomo di preghiera e pregava come aveva fatto prima. E mentre pregava dalle sue labbra screpolate venivano fuori una vecchia frase scozzese appresa da ragazzo:
“Hai paura che il suo potere fallisca
quando viene il tuo giorno malvagio?
E può un braccio che crea tutto
diventare stanco e venir meno?”
Scrisse in seguito: “Mentre cantavo queste parole, sentii il suo braccio girarmi intorno. Ero con Dio e Dio era con me”.
Come Davide scrive nel Salmo 34, noi dobbiamo adorare il Signore in ogni tempo (vv.1-3), perché è un Dio che esaudisce le nostre preghiere!
Gesù non ci ha promesso che avremmo avuto una vita facile, anzi una vita tribolata (Matteo 5:11; Giovanni 15:18-25; 16:33)!
Ma allo stesso tempo, come vediamo nella vita dei credenti sotto l’Antico Patto, com’è Davide e i credenti del Nuovo Patto, come abbiamo visto nell’esempio della liberazione di Pietro, possiamo sperimentare la presenza dinamica e potente di Dio.
Così questi esempi c’insegnano che pregare è importante, Dio usa la preghiera per cambiare le circostanze!
La preghiera porta grandi risultati!
In questi esempi di preghiera esaudita possiamo fare tre applicazioni finali.
1) Dobbiamo credere che Dio è Sovrano.
I credenti devono considerare la possibilità dell'intervento di Dio, anche in modo miracoloso, perché Lui non è cambiato (Malachia 3:6; Ebrei 13:8).
2) Dobbiamo pregare ferventemente.
Questo significa con perseveranza, non dobbiamo stancarci se non vediamo subito la risposta!
Spurgeon scrisse: “Alcune misericordie non sono accordate se non in risposta alla preghiera importuna. Ci sono benedizione che, al pari del frutto maturo, ti restano in mano appena provi a staccarlo dalla pianta, ma ce ne sono altre che ti impongono di scuotere la pianta a più riprese, farla tremare per la veemenza dello sforzo, e solo allora il frutto cadrà. Fratelli miei, dobbiamo coltivare l’importunità nella preghiera”.
Ma significa anche pregare in modo appassionato, intenso!
Il predicatore inglese Samuel Chadwick una volta disse: “L'intensità è una legge di preghiera.... Ci sono benedizioni del regno che sono cedute solo alla violenza dell'anima veemente”.
Per varie ragioni, questa passione manca nella vita cristiana e quindi anche nelle nostre preghiere!
E dobbiamo capire perché non c’è!
Forse perché si è perso il primo amore (Apocalisse 2:4-5); quell’amore che si ha nei primi tempi di conversione, all'inizio della vita cristiana.
Forse stiamo vivendo nel peccato, o abbiamo degli idoli nel nostro cuore!
O forse, non c’è passione nella preghiera perché non si crede veramente a ciò che è scritto nella Bibbia, non crediamo che si veramente la Parola di Dio, o che dica la verità su Dio!
Ma se Dio è quello che la Bibbia dice di essere, com’è così rivelato nelle sue pagine, allora dobbiamo lasciarci prendere dalle implicazioni di quelle verità.
Dobbiamo essere presi da quelle verità, allora saremo appassionati per Dio e nella preghiera.
Avremo un senso d’identificazione per Dio, e infiammati dal desiderare tutto ciò che Dio desidera per noi, saremo incoraggiati a pregare ardentemente per quel fine.