1 Timoteo 1:15: Un’affermazione affidabile d’accogliere.
Morgan, R. J. scrive: “Hugh Latimer (1485-1555 circa), il ‘Predicatore della Riforma inglese’, doveva molto al suo mentore, Thomas Bilney.
Bilney era un tranquillo studioso dell'università di Cambridge, ha acquisito un Nuovo Testamento greco dal famoso Erasmo.
Mentre lo esaminava, un verso della Scrittura sembrava scritto con lettere di luce: ‘Cristo Gesù venne nel mondo per salvare i peccatori!’
‘Questa frase’, scrisse in seguito, ‘attraverso le istruzioni di Dio e il lavoro interiore, ha così esaltato il mio cuore, che prima era ferito dalla colpa dei miei peccati, e immediatamente ho trovato il meraviglioso conforto e tranquillità nella mia anima. Le mie ossa contuse sobbalzarono di gioia’.
Bilney voleva condividere la sua conversione con gli altri, ma questa era la verità della riforma e la riforma non aveva ancora raggiunto l'Inghilterra.
Insegnanti come Lutero, e insegnamenti come la giustificazione per grazia attraverso la fede, venivano ferocemente attaccati da uomini di chiesa inglesi come Hugh Latimer.
Ma mentre Bilney ascoltava l’imprecazione del giovane Latimer contro la riforma, pregava questa insolita preghiera: ‘O Dio, io sono solo piccolo Bilney, e non farò mai grandi cose per Te. Ma dammi l'anima di quell'uomo, Hugh Latimer, e cosa si chiederà di fare nel tuo santissimo nome’.
Un giorno Bilney disse a Latimer: ‘Oh, signore, per l'amor di Dio, ascolta la mia confessione’. Latimer si sedette e ascoltò mentre Bilney parlava del Nuovo Testamento greco di Erasmo e condivideva ciò che gli era successo. Allungando il braccio, tirò fuori il prezioso libro, lo aprì e lesse un passaggio pesantemente sottolineato: 1 Timoteo 1:15.
Mentre Latimer leggeva quelle parole, egli stesso vedeva la pura e semplice verità del Vangelo, che Gesù Cristo venne nel mondo per salvare i peccatori.
L'effetto su Latimer ricordava la conversione di Saulo di Tarso.
Le lacrime gli scorrevano sulle guance e in quel momento anche lui rinacque.
Entrambi gli uomini morirono in seguito sul palo, ma le loro fiamme accesero una candela nel mondo di lingua inglese che non si è mai spenta”.
Oggi mediteremo proprio 1 Timoteo 1:15.
In questo passo di Paolo vediamo tre aspetti: l’affidabilità, l’accettazione e l’argomento dell’affermazione.
Cominciamo con:
I L’AFFIDABILITÀ DELL’AFFERMAZIONE.
Paolo dice: “Certa è quest'affermazione”.
Nelle lettere pastorali quest’espressione, ricorre altre quattro volte (1 Timoteo 3:1; 4:9; 2 Timoteo 2:11; Tito 3:8).
“Certa è quest'affermazione” suggerisce una formula che era usata per introdurre una citazione, nel nostro caso, un detto tradizionale, che era ben noto a quei tempi e che proveniva da un inno, o dal credo, e poggiava su basi solide dell'insegnamento della chiesa primitiva e Paolo lo vuole qui sottolineare.
Consideriamo prima la parola:
A)Affermazione.
“Affermazione” (logos) denota qualcosa che è dichiarata, comunicata, detta.
Il punto focale è sul contenuto di questa dichiarazione.
Come vedremo meglio dopo, si riferisce alla verità fondamentale del messaggio cristiano: Gesù Cristo.
Quest’affermazione, allora, è il nucleo, o la sintesi del vangelo, un estratto autorevole della fede che era stato trasmesso da una persona a un’altra in modo che fosse registrato nella mente della comunità cristiana.
È una breve dichiarazione basata su ciò che Gesù ha detto di sé, probabilmente dai versetti come Matteo 18:11 e Luca 19:10 che parlano del Figlio dell’uomo, cioè Gesù Cristo che è venuto per salvare i perduti.
Quindi, questa proposizione merita di essere accettata con tutto il cuore, e da parte di tutti, perché sinteticamente contiene la buona notizia che riguarda Gesù Cristo: dall'incarnazione all'espiazione.
Consideriamo ora:
B)L’autenticità dell’affermazione.
Paolo vuole proprio enfatizzare quest’affermazione per indicare che quello che sta dicendo è vero!
E come se Paolo stesse dicendo: ” Quello che sto per affermare è vero, fidati”.
“Certa” (pistos) indica qualcosa che è affidabile, credibile, vera, degna di fiducia.
È la stessa parola per riferirsi nel Nuovo Testamento che Dio è fedele (1 Corinzi 1:9; 10:13; 2 Corinzi 1:18; 1 Tessalonicesi 5:24; 2 Tessalonicesi 3:3; cfr. Ebrei 10:23).
Paolo riconosce che la fedeltà di Dio garantisce la fedeltà del messaggio di Dio così com’è dato dal messaggero di Dio (cfr. 2 Corinzi 1:15-23).
Quindi, con quest'affermazione Paolo sta dicendo che è una presentazione fedele del messaggio di Dio (cfr. 2 Timoteo 2:2).
Così quest’affermazione è degna di fiducia, attendibile, credibile, perché proviene da un Dio degno di fiducia!
Allora non avere dubbi riguardo al messaggio che riguarda la salvezza in Gesù Cristo dai peccati e dalle sue conseguenze negative!
Filosofi, atei, alcuni amici, o alcune persone che conosciamo non credono al vangelo, e ingannati dal diavolo dicono che non ci possiamo fidare del vangelo, ma non è così: ci possiamo fidare perché è verità!
Quindi consideriamo:
II L’ACCETTAZIONE DELL’AFFERMAZIONE.
“E degna di essere pienamente accettata”
C. S. Lewis era un brillante professore di Oxford che era stato ateo da quando aveva quattordici anni, ma amava grandi storie, miti e favole per bambini. Un giorno trascorse la serata con il suo amico J. R. R. Tolkien, autore di: ”Il Signore degli Anelli”. Hanno parlato fino alle 3:00 del mattino. Tolkien chiese a Lewis: "Perché le storie ti commuovono?" Lewis diede una risposta, dopo che Tolkien disse qualcosa in questo senso: "Il motivo per cui sei mosso da una storia come la bella addormentata è perché la tua anima sa che c'è davvero un male, lo stregone che ci ha lasciato il suo incantesimo e quando leggi del principe che viene e la libera è perché la tua anima sa che ci vuole davvero un bacio di grazia per risvegliarci e liberarci". Tolkien disse che queste storie non sono vere, ma riflettono un frammento scheggiato della vera luce.
La storia di Cristo è vera, ed è la vera storia che tocca i bisogni più profondi del cuore umano e cambia le vite quando viene accolta e creduta.
Dodici giorni dopo, Lewis scrisse a un amico e disse: "Sono passato dal credere in Dio a credere definitivamente in Cristo e nel cristianesimo. La mia lunga nottata con Tolkien ha avuto molto a che fare con questo”.
Dal momento che le parole sono vere e affidabili, e si riferiscono a un’accurata e fedele presentazione del messaggio di Dio, hanno una tale importanza che dovrebbero essere accettate completamente da tutti coloro che le ascoltano.
Allora, quest’affermazione merita una:
A)Risposta degna.
“Degna” (axios) significa che pesa, nel senso di grande, o elevato valore, che merita!
Ci possiamo fidare dell’affermazione di Paolo riguardo a Gesù Cristo!
È meritevole di fede perché è vera ed è di grande valore per la nostra salvezza eterna!
Noi pensiamo che le ricchezze materiali siano la cosa più importante, ma non è così!
I soldi ci possono dare tanto, ma non saranno sempre con noi, o meglio noi non saremo sempre con questi, e non danno la salvezza dell’anima (Salmo 49:6-13).
Gesù è Colui che dobbiamo ricercare e accogliere perché è Lui che dà la vita eterna! (per esempio Giovanni 3:16)
Quest'affermazione merita una:
B)Risposta determinata.
“Pienamente” (pasēs) indica senza riserve, senza esitazione e senza il minimo dubbio, completamente e incondizionatamente.
“Pienamente” indica, la piena convinzione su tutto.
Non possiamo credere solo ad alcuni aspetti che riguardano il Vangelo!
Non possiamo credere solo in parte a ciò che ha detto, o ha fatto Gesù Cristo!
Ma pienamente! Dobbiamo crederlo tutto!
Non possiamo credere solo alle Sue parole di amore, e non credere alle Sue parole che riguardano l’inferno!
Ci sono persone che credono che Gesù è stato un grande uomo, ma non credono che esiste l’aldilà!
Gesù ha insegnato che esiste l’aldilà!
Dobbiamo credere a tutto ciò che ha detto e ha fatto Gesù, e non solo in parte!
Quest’affermazione merita una:
C) Risposta adeguata.
Quindi, in quest'affermazione è sottolineata la necessità per chi l’ascolta, per chi la legge, di stimare ciò che viene detto e di dare una risposta appropriata e quindi di agire di conseguenza.
“Accettata” (apodochēs) rende l’idea dell’approvazione e dell’accoglienza.
Indica la risposta adeguata alla convinzione che qualcosa è vera e mette una certa enfasi sulla fonte.
Paolo sta per pronunciare una dichiarazione secondo cui Timoteo e coloro che sono sotto la sua guida non dovrebbero sottovalutare, o minimizzare, ma piuttosto approvare e accogliere.
Questo vale anche per noi oggi!
Non sottovalutiamo il vangelo, perché da come reagiamo ad esso dipende la nostra esistenza in questa vita e in quell’avvenire!
Infine vediamo:
III L’ARGOMENTO DELL’AFFERMAZIONE.
A)Riguarda Gesù Cristo.
“Che Cristo Gesù”.
Prima di tutto vediamo:
(1)Il Significato del nome “Gesù”.
“Gesù” (Iēsous) è la forma di una parola ebraica (Yēšua’ una versione abbreviata di Yehošua˓, cioè Giosuè) che significa “il Signore (Yahweh) è salvezza”, o “il Signore salva”.
Gesù è nato per essere il Salvatore!
Solo Dio può salvare perché è il Sovrano!
Nell’Antico Testamento la salvezza è attribuita solo a Dio (Genesi 49:18; 2 Re 19:15–19; 2 Cronache 14:11; 2 Cronache 20:5–12; Salmo 3:8; 25:5; 37:39; 62:1; 81:1; Isaia 12:2; Geremia 3:23; Lamentazioni 3:26; Daniele 4:35; Michea 7:7; Abacuc 3:18; Zaccaria 4:6; Giona 2:9).
Nel Nuovo Testamento l'enfasi è altrettanto forte, ed è associata solo a Gesù Cristo (Matteo 19:25-28; 28:18, Luca 12:32; Giovanni 4:42; Atti 4:12; Efesini 2:8; Apocalisse 1:18; 3:7; 5:9; 19:1-6; 19:16).
Gesù non solo ha testimoniato della salvezza di Dio, ma Lui stesso sarebbe stato la salvezza!
Il nome “Gesù” (Matteo 1:21; Luca 1:31; 2:21), esprime la natura del Dio Salvatore.
Con la Sua opera, Gesù salva sicuramente il Suo popolo dai loro peccati!
Il nome “Gesù”, allora, evidenzia, lo scopo della Sua venuta nel mondo e cioè di salvare i peccatori.
Quindi nessuno altro può salvare, solo Dio può farlo e lo fa attraverso il sacrificio e la mediazione di Gesù!
Nessun altro in tutto il mondo è stato nominato per svolgere questo compito (Matteo 1:21; 11:27-30; Giovanni 14:6; Atti 4:12).
Le persone che ascoltano il vangelo e rispondono positivamente, invocano il nome di Gesù per la salvezza (Atti 2:21), mettono la loro fede nel nome di Gesù (Giovanni 1:12; 1 Giovanni 5:13), sono quindi giustificati (1 Corinzi 6:11) e perdonati nel nome di Gesù (Atti 10:43; 1 Giovanni 2:12), e sono poi battezzati nel nome di Gesù (Atti 2:38, 10:48, 19:5).
Consideriamo ora il:
(2) Significato di “Cristo”.
La parola "Cristo" in greco (Christos) letteralmente è "Unto", termine che corrisponde a una parola ebraica (māšaḥ) tradotta con "Messia" che ha lo stesso significato.
Nell’Antico Testamento gli unti erano messi a parte per qualche scopo speciale.
Mosè unse Aronne e i suoi figli, come i primi sacerdoti di Israele (Esodo 28:41), il profeta Samuele unse Saul e Davide come re di Israele (1 Samuele 10:11; 16:3).
Così anche i profeti erano unti (1 Re 19:16).
Il titolo è stato applicato al Messia (2 Samuele 7:8-16), e gli ebrei erano in attesa di questo speciale liberatore, l'Unto di Dio, il Cristo.
Quindi “Cristo” indica il ruolo di Gesù come Messia promesso, come anche testimoniato da Dio al battesimo di Gesù (cfr. Matteo 3:16-17; Marco 1:10-11; Luca 3:21-22; Giovanni 1:25-34).
Il Messia, doveva essere il figlio di Davide (Matteo 22:42) e, come Davide, venire da Betlemme (Giovanni 7:41-42).
Quindi, Gesù era l'adempimento della profezia, l'unto di Dio, ordinato e qualificato da Dio per svolgere il compito di salvare il suo popolo.
Il nome "Gesù" era un nome ebraico comune, ma nessun altro porta il nome di Cristo!
L’argomento dell’affermazione:
B) Riguarda l’incarnazione di Gesù Cristo.
“Venuto nel mondo”.
“È venuto nel mondo”, implica la preesistenza di Gesù.
Gesù è stato mandato da Dio sulla terra per compiere la missione che gli aveva affidato: morire in croce per la salvezza dei peccatori! (Giovanni 3:13,16).
In Giovanni 17:4-5 è scritto: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l'opera che tu mi hai data da fare. Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse”.
Gesù esisteva prima di venire sulla terra (cfr. Michea 5.1; Giovanni 1:1-3,10,14-18; 3:13; 6:62; 8:5816:28; Romani 8:3; 1 Corinzi 8:6; 2 Corinzi 8:9; Galati 4:4; Filippesi 2:4-11; Colossesi 1:16-17; Ebrei 1:2,10; 13:8).
La Sua preesistenza era sovrannaturale, trascendente!
La sua preesistenza è la gloria legata all'identità di Dio che il Padre e il Figlio condividevano!
Infatti è scritto in Giovanni 1:1: “Nel principio era la parola, la parola era con Dio, e la Parola era Dio”.
Ma cosa s'intende dicendo che Cristo Gesù è venuto nel mondo?
Si riferisce alla discesa di Cristo dal cielo alla terra, l'attenzione è sull’incarnazione: Gesù si è fatto uomo!
In Giovanni 1:14: “ E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre”.
È importante sottolineare due verità.
La prima verità: la divinità di Gesù non è stata convertita nella nostra umanità!
Piuttosto, ha assunto la natura umana!
La seconda verità è: il Gesù della fede non deve essere separato dal Gesù storico!
Alcuni pensano che sono due aspetti separati, dicono: “Credere in Gesù nel senso spirituale è solo una questione di fede e non di storia, perché non possiamo sapere con certezza nulla della Sua esistenza”.
Invece noi possiamo accogliere pienamente il fatto che Gesù è realmente esistito, è storia, e per questo motivo, possiamo fidarci di tutto ciò che ha detto e ha fatto!
La fede non è scollegata con la storicità di Gesù!
Con le prove che abbiamo a disposizione, nessuno mai dubiterebbe dell’esistenza storica di Gesù, a meno che non abbia prima il dubbio, il pregiudizio e il desiderio di affermare che Gesù non sia mai esistito!
Ci sono:
(1) Prove storiche riguardo Gesù da parte di non cristiani.
Ne hanno parlato storici come Cornelio Tacito - storico romano - vissuto tra il I e il II secolo d.C. (55 circa - 120 circa); Giuseppe Flavio- strorico Ebreo vissuto tra 37-circa 100 d.C.
In secondo luogo ci sono:
(2) Prove storiche bibliche riguardo a Gesù.
Primariamente abbiamo:
(a) L’Antico Testamento.
Pietro ci dice che gli apostoli hanno fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore Gesù Cristo non perché sono andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché sono stati testimoni oculari della Sua maestà riferendosi alla trasfigurazione!
Ma oltre a questo dice sempre Pietro, noi abbiamo la parola profetica più salda, e questo per indicare e per confermare che la parola profetica, cioè l’Antico Testamento conferma la testimonianza apostolica, e quindi il fatto che Gesù è veramente esistito, è buono pertanto prestargli attenzione ( 2 Pietro 1:16-21).
Pietro sta dicendo: “Se non credete a noi apostoli credete alla Scrittura”, cioè l’Antico Testamento.
L’Antico Testamento parla di Gesù Cristo e conta circa trecento profezie riguardo a Gesù.
Tutte queste trecento profezie si sono realizzate in Gesù, ciò che è stato detto centinaia di anni prima si è realizzato dopo!!
Dalla nascita, al fatto di come doveva essere chiamato, alla Sua missione e insegnamento, al tradimento di Giuda, al suo processo e alla Sua passione, alla morte sacrificale e resurrezione: quello che è stato profetizzato si è realizzato!! (Matteo 5:17).
Secondariamente abbiamo:
(b) Il Nuovo Testamento.
Il Nuovo Testamento contiene 27 libri che sono stati scritti nel primo secolo, in gran parte da testimoni oculari, che hanno avuto un’esperienza diretta di ciò che avevano visto e udito (Luca 1:1-3; 1 Giovanni 1:1).
Alcuni frammenti esistenti del Nuovo Testamento risalgono al periodo che va da 25 a 50 anni dopo il testo scritto.
Il numero dei manoscritti che abbiamo a disposizione e la loro vicinanza agli originali dimostrano che sono affidabili.
Ci sono più di 5000 manoscritti in lingua greca del Nuovo Testamento che vanno dall'intero Testamento a frammenti di papiri che contengono una parte di un versetto.
Se si considerano, anche altri frammenti in altre lingue, attualmente, ci sono circa 25.000 documenti di manoscritti del Nuovo Testamento.
Questo è molto importante perché nessun altro documento dell’antichità si avvicina lontanamente a tali cifre!
L’Iliade di Omero, per esempio, è seconda con 343 manoscritti.
Noi, possiamo essere sicuri che il Nuovo Testamento è degno di fede!
John Warwick Montgomery, professore di legge e autore di 140 libri e articoli affermava che: “Essere scettici sul testo risultante il Nuovo Testamento significa scivolare nell’oscurità, dato che nessun documento del periodo antico è tanto attestato bibliograficamente quanto il Nuovo Testamento”.
W.F. Albright, archeologo e studioso, parlando della documentazione unica del Nuovo Testamento affermava: “Nessun’altra opera dell’antichità greco-romana è così bene attestata da una tradizione di manoscritti antichi del Nuovo Testamento. Ci sono molti più manoscritti antichi del Nuovo Testamento che di qualunque altra opera di altri autori classici, e le parti più lunghe che ne restano risalgono a solo due secoli dopo la loro composizione originaria”.
Non possiamo essere scettici riguardo l’attendibilità storica di Gesù e dell’opera sulla croce salvifica per noi, perché è ben documentata!
L’argomento dell’affermazione:
C) Riguarda l’intento della sua venuta.
“Che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo”.
“Per salvare” (sōsai - aoristo attivo infinitivo) indica lo scopo per cui Gesù è venuto in questo mondo.
Vediamo allora prima di tutto:
(1) Il posto dov’è venuto Gesù.
“Il mondo” (kosmos) è la sfera in cui vivono gli esseri umani peccatori.
Indica il luogo in cui gli esseri umani vivono e peccano, dove hanno bisogno di essere trovati e salvati.
Il fatto che Gesù venne nel mondo non indica solo un cambiamento di luogo: una discesa da un luogo all'altro, dal cielo alla terra, ma anche un cambiamento di stato e di ambiente morale e spirituale con un sacrificio di morte per i peccatori!
William Hendriksen scrisse: “Il Signore della gloria, così puro e santo che davanti la sua presenza anche gli uomini più consacrati cadono come se fossero morti (Apocalisse 1:17; cfr. Isaia 6:1-5), entra volontariamente nella sfera a cui non sembra appartenere, cioè la sfera in cui regna la maledizione”.
In secondo luogo consideriamo:
(2)La perfezione del sacrificio di Gesù.
Il sacrificio di Cristo ha soddisfatto Dio, come dimostrato dalla Sua resurrezione e ascensione, perché è stato perfetto, per questo non è necessario farne altri!
“È venuto” (ēlthen -aoristo attivo indicativo) e “per salvare” (sōsai - aoristo attivo infinitivo) indicano la completezza dell’opera di redenzione, quindi non ci sarà bisogno di un altro sacrificio, infatti nella lettera agli Ebrei leggiamo che è stato fatto una volta e per sempre.
(Ebrei 7:26-27; 9:12,24-28; 10:1-2,10-14).
Gesù stesso poco prima di morire disse: “È compiuto” (Giovanni 19:30).
J. Allen riguardo “è venuto” e “per salvare” scrive: “In questi due verbi si riassume una volta per tutte l’opera di Cristo nella storia. Dall’incarnazione, attraverso la crocifissione fino all’ascensione nella gloria, in Lui si è rivelato il piano divino. Egli adempì e portò a compimento questo piano, e la prova di ciò si trova nella salvezza messa a disposizione degli uomini che appartengono a questo mondo”.
Vediamo:
(3) Le persone di questo mondo.
Coloro che appartengono a questo mondo sono chiamati “peccatori” (hamartōlous).
Con questo termine si vuole descrivere la condizione degli uomini dopo la caduta (Romani 5:8,19), e Paolo si definisce anche lui un peccatore, il primo dei peccatori.
I peccatori sono persone le cui vite e azioni sono contrarie agli standard, o richieste di Dio, alla Sua volontà, alla Sua legge, insegnamenti che troviamo nella Bibbia.
“Peccatore” denota la costante violazione dell'uomo della legge di Dio; gli uomini sono peccatori per natura, tutti lo siamo (Romani 3:23).
Ma Gesù è venuto per salvare i peccatori!
(Marco 2:17; Luca 19:9-10.
La venuta e il sacrificio di Gesù è stato necessario perché attraverso le nostre opere, non è possibile la salvezza, perché non siamo in grado di osservare in modo perfetto ciò che Dio richiede da noi! (Romani 3:19-20; Galati 2:16).
Gesù ha osservato perfettamente la legge di Dio, quindi con il Suo sacrificio perfetto ci ha salvato!
Consideriamo, infine:
(4)Il peso del sacrificio di Gesù.
Il peso inteso come valore, importanza.
Grazie al sacrificio di Gesù non siamo più sotto la condanna, l’ira di Dio!(Romani 5:9-11; 8:1-4), se ci ravvediamo dei nostri peccati davanti a Dio e crediamo nel Signore nostro Gesù Cristo (Atti 20:21).
“Per salvare” significa liberare i peccatori dai loro peccati, dalla schiavitù e dalla colpa, e dalla punizione dell'inferno.
I peccatori sono salvati dalla loro condizione peccaminosa e dalla colpa, e hanno una nuova vita uniti a Gesù Cristo! (Romani 1:16; 6:1-11).
Attraverso l'opera di Gesù Cristo, i peccatori perdonati, non solo vengono liberati dalla loro cattiva condizione morale e spirituale e ricevono la salvezza divina, ma hanno anche una nuova vita conforme con la volontà di Dio.
Chi riceve la salvezza di Gesù Cristo, sperimenta la salvezza divina anche in termini di liberazione dal dominio del peccato per vivere in novità di vita, cioè vivere per Dio come vuole Dio! (cfr. Romani 6:1-13; 2 Corinzi 5:17).
Ma Gesù Cristo non è venuto per salvare i peccatori in generale; è venuto salvare in particolare!
Diventare un cristiano significa fare una decisione personale per Gesù Cristo come ci fanno capire le parole di Paolo: “Dei quali io sono il primo”.
Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori - questa è una verità universale, ma “dei quali io sono il primo” è la verità universale applicata alla situazione personale.
Come diceva John Stott: "L'offerta universale è una cosa; la sua accettazione individuale è un'altra”.
Noi diciamo che “tutti siamo peccatori, e che Gesù è venuto per tutti”, ma la confessione e la decisione è personale!
CONCLUSIONE.
È importante ricordare che Gesù Cristo è nato per diventare un uomo per dare la sua vita in riscatto per molti.
Ma dobbiamo ricordare anche che Gesù Cristo non è rimasto in una mangiatoia!!
In nessun luogo del Nuovo Testamento è presentato Gesù Cristo bambino come oggetto di fede salvifica.
Il vangelo che si ferma alla mangiatoia è un altro vangelo, e non è una buona notizia se trascuriamo il fatto che Gesù è morto sulla croce, è risorto ed è asceso in cielo per la nostra salvezza!!
Dovremmo certamente ricordare la nascita di Gesù, ma non dobbiamo fermarci alla fede nel Gesù bambino in una mangiatoia!
Gesù non è rimasto bambino! È cresciuto, è morto, è risorto per la nostra salvezza, è andato in cielo dove è alla destra di Dio!
È il Signore, Colui che ha autorità a cui dobbiamo essere obbedienti e sottomessi!
Riepilogando la dichiarazione Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori:
(1) È attendibile, è verità.
Questa dichiarazione è completamente accettata come autorevole, perché è affidabile, non è una falsità, è una vera affermazione!
Quest’affermazione non è negoziabile, non ci viene chiesto semplicemente di pensarla, o di esaminarla, o apprezzarla, ma di accoglierla integralmente.
Ciò che Gesù ha fatto: miracoli, crocifissione, morte, resurrezione e ascensione è degno di fiducia, è storia, è verità, ed è anche importante per noi oggi, perché è venuto nel mondo per salvare anche noi dal peccato!
La vita e l’opera di Gesù non sono solo aspetti del passato da studiare solo sui libri di storia e di filosofia, ciò che Gesù ha fatto riguardano la nostra vita, il nostro destino eterno! (Giovanni 3:16; Romani 5:9-11).
Il Gesù predicato, non deve riguardare semplicemente la fede dei cristiani, ma tutti, perché è lo stesso Gesù che è nato in un momento e luogo specifico della storia, che ha vissuto una vita umana, che ha pronunciato determinate parole, fatto determinate cose e sofferto dolori specifici per la salvezza dei peccatori!
Tutta la Bibbia è chiara, compresa quest’affermazione che è degna di essere accettata: siamo tutti peccatori e c’è solo un Salvatore: Gesù Cristo!
Gesù salva i peccatori per la sola grazia e per la sola fede! (Efesini 2:8-9).
(2) Siamo chiamati a prendere una decisione.
Accettare che Napoleone sia esistito, non richiede alcun impegno da parte nostra; ma accettare l’esistenza di Cristo e di quello che è e ha fatto come dice la Bibbia, implica la necessità di prendere una decisione in relazione al rapporto da stabilire con Lui!
Dalla decisione di accettare, o non accettare Gesù Cristo dipende il nostro destino eterno (2 Tessalonicesi 1:7-10).
In terzo luogo:
(3) Siamo chiamati a essere riconoscenti a Dio per la salvezza per grazia che abbiamo in Cristo (Salmo 81:1-7; 124:1-8; Luca 18:43; Colossesi 1:12).
Non facciamo come quei nove lebbrosi che una volta guariti da Gesù se ne andarono irriconoscenti, solo uno ritornò indietro a ringraziarlo (Luca 17:15).
Infine se crediamo che Gesù è veramente venuto per salvarci, lo dobbiamo:
(4)Predicare.
Come dobbiamo ricevere pienamente tutto ciò che riguarda Gesù Cristo, così dobbiamo predicare pienamente tutto ciò che Lo riguarda!
Predicare:
(a) È la normalità di chi sperimenta la salvezza di Gesù Cristo.
Quando Gesù ha guarito quei due ciechi, vietò loro di non dirlo a nessuno, ma quelli sparsero la Sua fama (Matteo 9:27-31).
Chi sperimenta la salvezza di Gesù la predica agli altri! (cfr. Geremia 20:9; Atti 4:20; 2 Corinzi 5:14-15).
Predicare:
(b) È una questione di obbedienza (Matteo 28:18-20; Atti 1:8; 1 Corinzi 9: 16-17).
L’evangelizzazione è un compito che Gesù Cristo ha affidato ai Suoi discepoli e tutti i veri cristiani lo fanno se lo amano veramente (Giovanni 14:21,23).
Infine predicare:
(c) È una questione di amore per i perduti (Matteo 9:36; Romani 1:14-16; Marco 12:31; Luca 10:25-37; Galati 6:10).
Sapendo e credendo come stanno le cose e cioè, che siamo malati di peccato e destinati a morire all’inferno, dobbiamo portare ai peccatori l’informazione della medicina che è Gesù Cristo!
Se abbiamo sperimentato l’amore di Dio e se amiamo veramente i peccatori, non possiamo rimanere indifferenti al loro tragico destino eterno!
J.I. Packer scrive: “ Se abbiamo conosciuto qualcosa dell’amore di Cristo per noi, se in qualche misura i nostri cuori hanno provato gratitudine per la grazia che ci ha salvati dalla morte e dall’inferno, allora questo atteggiamento di misericordia e di premura per il bisogno spirituale dei nostri simili dovrebbe venirci naturalmente e spontaneo”.