Ebrei 11:11-12: La fede di Sara.
Diverse persone quando arriva il momento delle tenebre, la loro fede smette di brillare!
La fede va esercitata anche nelle situazioni più difficili, e scoraggianti, questo c’insegna la fede di Sara.
Altresì vediamo la potenza della fede, esercitata da una donna anziana e fragile, quindi una fede pratica nelle promesse di Dio.
Ci sono persone che parlano di fede, studiano la fede, ma non la praticano, la loro fede non è attiva.
Cominciamo a vedere:
I IL CONCEPIMENTO.
Dal momento che Sara, come moglie di Abraamo, ha avuto un ruolo essenziale per la realizzazione della promessa relativa alla discendenza, viene menzionata in questa lista di fede.
Ma il concepimento di Sara è una:
A) Sorpresa.
Dio è l’Iddio delle sorprese non finisce mai di stupirci!
Ci sorprende perché Sara è in questa lista di fede.
Prima di tutto per:
A)La disabilità di Sara.
Riguardo la disabilità vediamo che Sara:
(1)Era sterile.
In Genesi 11:30 è scritto che: “Sarai era sterile; non aveva figli”. (Genesi 16:2).
Ma Dio opera in modo potente, lo ha fatto con Sara, lo farà con la madre di Sansone (Giudici 13:1-2); con la madre di Samuele (1 Samuele 1:2-8, 19-20; 2:5); Giovanni il Battista (Luca 1:7, 36), infatti queste donne diedero, per la grazia e la potenza di Dio diedero alla luce, quelli che poi diventarono alcuni degli uomini più famosi nella storia dell'umanità!
Dio è Colui che rende fertili (Esodo 23:25-26; Deuteronomio 7:14; Salmo 113:9; Isaia 66:9).
Riguardo la disabilità vediamo ancora che il corpo di Sara:
(2)Era svigorito.
Nel v.12 leggiamo:”Perciò da una sola persona, e già svigorita”.
“Una sola persona” (henos – genitivo singolare maschile) è “uno” ed è interpretato con coppia, infatti la Paoline traduce “da quest'unica coppia”.
Inoltre, come indicato dalle parole “anche Sara” (interpretato come dativo di associazione, o accompagnamento), ci fanno capire che è il soggetto insieme ad Abraamo.
Il senso allora sarebbe che Abraamo insieme a Sara per la loro fede, hanno ricevuto il potere di generare un figlio: Isacco, infatti da solo Abraamo non poteva avere il figlio della promessa.
Quindi nel concepimento di Isacco erano coinvolti sessualmente Abraamo e Sara e questo quando erano in età avanzata, e dunque non potevano avere più figli! (Genesi 15:1-6; 17:15-22; 18: 9- 15; Genesi 18:11-12; Romani 4:19; Ebrei 11:12).
Altri pensano si riferisca solo ad Abraamo, come soggetto implicito, questo perché sia “uno” che “svigorita” è al maschile (Romani 4:19).
Altri che si riferisca solo a Sara.
Comunque sia Sara, come madre di Isacco, era coinvolta nel piano di Dio come lo era Abraamo.
Sebbene all'inizio la sua fede potesse essere stata debole, credette e ricevette la benedizione promessa di un figlio.
“Già svigorita” (nenekrōmenou - genitivo singolare maschile - perfetto passivo participio), indica morta per avere figli, era in età avanzata per avere figli.
Il tempo del verbo greco “perfetto” implica una condizione permanente che indica che era necessario un miracolo.
La stessa parola, la troviamo in Romani 4:19-20 dove troviamo scritto: “Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent'anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio”.
Quindi quando non erano in grado (temporale), o sebbene fossero vecchi (concessivo), Abraamo e Sara per fede ebbero un figlio, e poi una discendenza numerosa!
Infatti, la seconda cosa che ci sorprende è:
B)L’età di Sara.
Nel v.11 è scritto: “Per fede anche Sara, benché fuori di età”.
La San Paolo traduce: “E ciò anche dopo oltrepassato il limite dell'età”.
“Fuori di età” (para kairon hēlikias) indica indica oltre il tempo di avere figli, dopo l'età normale di avere figli, quindi, Sara era troppo vecchia per avere figli.
Il corpo di Sara non era più in grado naturalmente di fare figli!
Non solo era vecchia lei, ma lo era anche il marito (Genesi 18:12).
Sara aveva novant’anni e Abraamo cent’anni! (Genesi 17:15-17).
Ma per il Dio Creatore, non c’è niente di difficile!(Genesi 18:14; Geremia 32:17; Luca 1:37; Matteo 19:26).
La terza cosa che ci sorprende è:
C)L’incredulità di Sara.
Nonostante l'iniziale incredulità che entrambi avevano (Genesi 17:17; 18:10-12), entrambi poi hanno creduto che con Dio ogni cosa è possibile, quindi anche essere genitori da vecchi!
Possiamo rimanere, quindi sorpresi riguardo a Sara, certamente la sua fede non brillava come gli altri nell’elenco di Ebrei 11, ma data la sua sterilità e la sua età avanzata, aveva non poche ragioni per non dubitare!
Comunque la cosa stupefacente è che nonostante tutto questo, Sara alla fine credette che potava avere un figlio.
Nel v.11 è scritto: “Per fede anche Sara”.
La San Paolo traduce: “Per la fede anche la stessa Sara” .
Così anche la Diodati: “Per fede anche Sara stessa”.
“Stessa” (autē) enfatizza lo status di Sara al fianco di Abramo.
Come Abraamo era il padre dei credenti, così lei ne era la madre, e ha la sua importanza nel piano di Dio (Galati 4:22-23; 1 Pietro 3:6).
“Anche” (kai) può sottolineare le condizioni fisiche di Sara: “Persino Sara che era vecchia partorì”.
Oppure per contrastare e correggere qualsiasi errore che le donne sono state escluse dalle benedizioni e dai privilegi della grazia di Dio (cfr. Galati 3:28).
Oppure “anche” (kai) può avere il senso di “persino”, quindi persino Sara che in un primo momento aveva dubitato alla fine credette alle promesse di Dio e ricevette la forza da Dio per concepire e partorire!
Il resoconto di Genesi, non ci dà nessuna indicazione che Sara era una donna di fede in Dio.
Questo è il motivo principale per cui siamo sorpresi nel vedere il nome di Sara in questa lista di uomini e donne di fede.
Quando Dio rivelò ad Abraamo che Sara avrebbe avuto un figlio, lei rise.
In Genesi 18:9-15 leggiamo: “Poi essi gli dissero: ‘Dov'è Sara, tua moglie?’ Ed egli rispose: ‘È là nella tenda’. E l'altro: ‘Tornerò certamente da te fra un anno; allora Sara, tua moglie, avrà un figlio’. Sara intanto stava ad ascoltare all'ingresso della tenda, che era dietro di lui. Abraamo e Sara erano vecchi, ben avanti negli anni, e Sara non aveva più i corsi ordinari delle donne. Sara rise dentro di sé, dicendo: ‘Vecchia come sono, dovrei avere tali piaceri? Anche il mio signore è vecchio!’ Il SIGNORE disse ad Abraamo: ‘Perché mai ha riso Sara, dicendo: -Partorirei io per davvero, vecchia come sono?- Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE? Al tempo fissato, l'anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio’. Allora Sara negò, dicendo: ‘Non ho riso’; perché ebbe paura. Ma egli disse: ‘Invece hai riso!’”.
John MacArthur scrive a riguardo: “Nonostante la promessa fosse una ripetizione delle parole rivolte da Dio ad Abraamo, Sara reagì con la stessa incredulità dimostrata dal marito (cfr. 17:17). Ella non pensava a un miracolo divino, ma alla divina provvidenza che opera solo all’interno del corso normale della vita, essendo convinta che, alla sua età, partorire bambini non fosse più naturalmente possibile”.
La risata di Sara era dovuta alla sfiducia che era vecchia!
La risata incredula di Sara è, umanamente parlando, comprensibile sia per la sua sterilità che per la sua età avanzata.
Ma dopo che il Signore rimproverò l'incredulità di Sara, e lei cominciò a capire che la promessa veniva da Dio, cominciò a esercitare la fede!!
Fu solo quando il Signore riprese Sara, facendole considerare la Sua onnipotenza e quando la promessa divina fu ripetuta, che la sua fede cominciò ad agire!!
Così per esercitare la fede, dobbiamo focalizzare chi è Dio!!
Solo così possiamo credere alle Sue promesse!
Ma prima di esercitare la fede, a volte c’è una lotta interiore!
Arthur Pink scriveva: “Proprio come quando si accende un fuoco, il fumo è visto davanti alla fiamma, così prima che il cuore riposi sulla Parola, in generale c'è il dubbio e la paura”.
La ragione si oppone alla promessa!
Nel caso di Sara, la fede doveva andare oltre la ragione!
La fede crede nell'impossibile!!
“Sara rise dentro di sé, dicendo: ‘Vecchia come sono, dovrei avere tali piaceri? Anche il mio signore è vecchio!’ (Genesi 18:12).
Non solo Sara è stata incredula, ma ha negato di esserlo stata, ha detto una bugia, perché aveva paura.
Al peccato d’incredulità, Sara aggiunse quello della bugia.
Inganniamo noi stessi se pensiamo di nasconderci a Dio!
Perché nulla può essere nascosto all’Onnipresente e Onnisciente Dio!
Ogni pensiero, azione, parola, sentimento, desiderio, mistero e segreto gli sta davanti. (Giobbe 12:22; 28:24; Salmo 38:9; 139:1-4,6,12; Geremia 16:17; 29:23; Ebrei 4:13).
L'uomo guarda l'apparenza, ma Dio scruta il nostro cuore (1 Samuele 16:7; cfr. Luca 16:15) ed esamina i nostri pensieri (Geremia 17:10).
Dio conosce infatti, tutti i pensieri degli uomini (Salmo 94:11; Ezechiele 11:5) e penetra tutti i disegni (1 Cronache 28:9).
Dio osserva le nostre vie (Giobbe 24:23) e conta ogni nostro passo (Giobbe 31:4; cfr. Salmo 33:15).
Eppure, nonostante i peccati, Sara si riprese e ha dimostrato fede, tanto che lei fa parte di questa lista di uomini e donne di fede di Ebrei 11.
Sara aveva inizialmente dubitato, come Abraamo (Genesi 17:17; 18:10-12) della promessa, ma in seguito credette alla grazia, alla potenza e alla fedeltà di Dio!
Sara credeva nei miracoli di Dio, come avverrà anche in Maria per l’incarnazione di Gesù per la potenza dello Spirito Santo (Luca 1:35).
La crescita di Sara nella grazia e nella maturità spirituale è riconosciuta in 1 Pietro 3:6, ed è forse per questo che l’autore dell’epistola agli Ebrei ha incluso anche lei nella lista del capitolo 11.
Quando Sara fu ripresa da Dio e gli fu ricordata la potenza di Dio e la Sua promessa, dissipò ogni incredulità che aveva nel cuore!
Sara ha condiviso con Abraamo quella fede che ha prodotto numerosi discendenti!
Vediamo allora:
II LA CONSEGUENZA.
Prima di tutto consideriamo:
A)Il potere della fede.
Il v.11 dice: “Ricevette forza di concepire”.
Abraamo e Sara, per fede, ricevettero la forza per concepire un figlio.
Qui stiamo parlando di un miracolo, e Gesù fece dei miracoli in risposta alla fede (Matteo 9:29; 11:27-31), e non li fece perché la gente non aveva fede! (Matteo 13:53-58).
Il potere della fede è che Abraamo e Sara ebbero una discendenza numerosa nonostante Sara fosse sterile e vecchia, quindi non in grado di avere figli!
La frase nel greco è: “Forza per concepire seme ricevuto” (dunamin eis katabolēn spermatos elaben)
“Forza” (dunamin)indica la capacità, la potenza, con lo scopo (per- eis) di “concepire”.
“Concepire” (katabolēn) è “deporre un seme”, “impiantare un seme”, quindi concepire, procreare, stabilire una posterità.
“Seme” (spermatos) è lo sperma dell’uomo, di Abraamo, quindi che Sara ha “ricevuto” (elaben) da suo marito.
Dio ha dato a Sara la capacità di concepire il seme di Abraamo che ha ricevuto e di avere una posterità!
Quindi per fede Sara ha ricevuto la forza di concepire il seme di Abraamo, quando per loro naturalmente era impossibile perché erano vecchi e lei sterile! (Genesi 21:2).
La forza che viene attraverso la fede non nasce dallo sforzo umano, dalla determinazione, o dalla forza di volontà, ma proviene da Dio!
John MacArthur scrive: “La fede vede l'invisibile, ascolta l'incomprensibile, tocca l'intangibile e realizza l'impossibile!”
Noi possiamo affrontare qualsiasi circostanza per la potenza di Dio che opera in noi!
In Zaccaria 4:6 leggiamo: “’Non per potenza, né per forza, ma per lo spirito mio’, dice il SIGNORE degli eserciti”.
È la forza del Signore stesso, impartita al credente dallo Spirito Santo interiore.
In 2 Corinzi 12:9-10 è scritto: “Ed egli mi ha detto: ‘La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza’. Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte”.
In Isaia 40:29-31 è scritto: “Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono; ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano”.
Per conoscere questa forza anche noi dobbiamo aspettare Dio con la fiducia che adempirà le Sue promesse!
In Marco 9:23 è scritto: “Ogni cosa è possibile per chi crede”.
In Matteo 19:26 leggiamo: "Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile”.
Qualunque cosa sappiamo essere la volontà di Dio, per fede la possiamo compiere!!
In Filippesi 4:13 è scritto: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”.
In Efesini 3:20, Paolo afferma: “Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo”.
Quando ciò che gli chiediamo, o facciamo, se è nella volontà di Dio possiamo aspettarci che Dio la realizzi!
Il potere di Dio per noi è per fede, secondo la Sua volontà!
L'unico ostacolo alla realizzazione è la mancanza di fede.
La fede deve essere esercitata non solo quando stiamo facendo un culto, uno studio biblico, o una riunione di preghiera, ma anche nella vita normale di tutti i giorni!
Dobbiamo mangiare e bere nella fede, lavorare e dormire nella fede, e così via!
Vediamo allora:
B)Il perché della fede.
Il v.11 dice: “Perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa”.
Il motivo per cui Sara ha avuto fede, quindi la capacità inaspettata di avere rapporti sessuali, concepire e partorire un figlio, è perché credeva in un Dio fedele!
Abraamo e Sara erano sicuri che Dio avrebbe fatto ciò che aveva loro promesso!!
Sara ha ritenuto (hēgēsato - aoristo medio indicativo), cioè ha considerato, ha stimato, ha creduto che Dio è fedele nel mantenere la promessa!
Dio aveva promesso ad Abraamo e Sara che avrebbero avuto un figlio e una discendenza numerosa e loro hanno creduto! (Genesi 12:2; 15:1-6; 17:16,19,21; 18:9-10,13-14).
Credevano che Dio avrebbe realizzato la promessa!
“Fedele” è enfatico.
“Fedele” (piston) significa affidabile, degno di fiducia.
“Aveva fatto” (epangeilamenon aoristo medio participio), il verbo è usato qui, come in Ebrei 6:13 e 10:23, per evidenziare l'attendibilità di Dio che realizza ciò che ha detto, che farà ciò che ha promesso.
La “promessa” (epangellomai) è la dichiarazione di fare qualcosa, con implicazione dell'obbligo di eseguire quanto dichiarato.
Nonostante l'impossibilità umana; nonostante era un fatto irrazionale, il suo concepimento, che tutte le ragioni erano contro l’avere un figlio a causa dell’età e della sterilità, Sara ha creduto in Dio, dopo una prima fase d’incredulità!
Sara si fidava della promessa del Dio dei miracoli, del Dio dell’impossibile!!
Arthur Pink scriveva: “Ecco il segreto di tutta la faccenda. Qui c'era il fondamento della fiducia di Sara, la base su cui poggiava la fede. Non guardava le promesse di Dio attraverso la nebbia degli ostacoli che si frappongono, ma lei vedeva le difficoltà e gli ostacoli attraverso la luce chiara delle promesse di Dio”.
Quando distogliamo i nostri pensieri da tutte le difficoltà, o gli ostacoli, e li fissiamo su Dio stesso, allora queste non ci turbano più, i dubbi si dissolveranno: il nostro cuore sarà in pace in Dio!!
Dobbiamo riposare con piena fiducia nell'immutabilità e fedeltà di Colui che non può mentire, sapendo che è onnipotente e quindi in grado di realizzare ciò che promette!
Colui che promette è Dio, ed è affidabile, realizzerà ciò che ha detto, farà ciò che ha promesso!
L'implicazione è palesemente chiara: fidati di Dio perché è certamente fedele, mantiene le promesse!
Le promesse di Dio sono la base della nostra speranza!
E come per Abraamo e Sara facciamo bene a credere nelle promesse di Dio perché Dio le realizzerà!
Non sappiamo come e non dobbiamo nemmeno chiedercelo su questioni che ci sembrano impossibili!
Giustamente Lutero disse: "Se ti fidi di Dio, devi imparare a crocifiggere la domanda: ‘Come?’”.
Nel contesto in cui Paolo prega per la santificazione dei Tessalonicesi da parte di Dio in modo che siano conservati irreprensibili al ritorno di Gesù è scritto: “Fedele è colui che vi chiama, ed egli farà anche questo”. (1 Tessalonicesi 5:24).
Dio non può mentire! (Numeri 23:19; Tito 1:12; Ebrei 6:18; 10:23).
Dio non può ingannare le persone!
Dio non fa promesse che non intende mantenere, o non è in grado di realizzare! Questo è impossibile!
Jeremiah Burroughs ci esorta dicendo: “Ogni volta che un uomo devoto legge le Scritture ... e lì incontra una promessa, dovrebbe poggiarle sopra una mano e dire: ‘Questa è parte della mia eredità, è mia e io vivo su di essa’”.
Infine vediamo:
C)La praticità della fede.
Per molti oggi, la fede è solo una questione intellettuale e di parole, senza azione, ma la vera fede è attiva, è pratica!
La fede nella Bibbia è descritta come qualcosa di pratico, come in questo caso di Sara e quindi Abraamo.
La fede era attiva nel miracolo della nascita di Isacco.
Dal punto di vista umano, era impossibile per Abraamo e Sara avere un figlio.
Vecchi, apparentemente non avevano più rapporti sessuali, Sara era sterile, ma si uniscono sessualmente per concepire un figlio secondo la promessa di Dio.
Nella praticità della fede vediamo:
(1)La conseguenza: una discendenza numerosa.
John G. Butler scrive: “Non scartare mai un atto di fede come insignificante. L'atto di fede può essere molto silenzioso e inosservato da molti. Ma dagli tempo. La fede produrrà sempre. E il prodotto sarà fantastico”.
La fede attira la forza divina, e questa a sua volta ha conseguenze.
Quando il potere di Dio si manifesta in una persona che ha fede in Lui, ci sono sempre delle conseguenze che portano gloria a Dio!
Dio ricompensa coloro che lo cercano per fede, ma attenzione la potenza manifestata di Dio, non è conferita al nostro egoistico godimento, o per avere esperienze spirituali, che riguarda esclusivamente il piacere dell'uomo, ma mira alla gloria di Dio (Isaia 43:7; Romani 11:36; 1 Corinzi 10:31-33; Efesini 1:6,12,14).
Quando i credenti sono veramente abilitati da Dio, i risultati sono di valore eterno.
Così leggiamo nel v.12: “Perciò, da una sola persona, e già svigorita, è nata una discendenza numerosa come le stelle del cielo, come la sabbia lungo la riva del mare che non si può contare”.
Vediamo un contrasto tra “una sola persona” e “una discendenza numerosa”.
Da una sola persona, per fede, c’è stata una discendenza incalcolabile!
“Perciò” (dió) indica il risultato, l’importanza, la potenza della fede di Sara e anche di Abraamo!
La posterità di Abraamo e Sara è il risultato della capacità che Dio ha dato loro, a causa della loro fede nella Sua promessa.
La discendenza numerosa ha una:
(2) Comparazione.
Lo vediamo nel v.12: “Come le stelle del cielo, come la sabbia lungo la riva del mare che non si può contare”.
Questo è in riferimento non solo al popolo d’Israele, ma anche a tutti i credenti uniti a Gesù Cristo (cfr. Romani 9:6-8; Galati 3:7-9,16,29, 4:28).
Philip Edgcumbe Hughes scriveva: “Quando la promessa ripetuta in Genesi 15:5; 22:17; 26:4 e 32:12 viene confrontata con passaggi come Deuteronomio 1:10; 10:22; 26:5; 28:62; Numeri 23:10; 1 Re 3:8; 4:20; 2 Cronache 1:9 e Neemia 9:23, è evidente che questa promessa era considerata soddisfatta letteralmente nella moltiplicazione della posterità fisica di Abramo. Ma il Nuovo Testamento chiarisce che c'è un ulteriore e ultimo adempimento che si manifesta nel lignaggio spirituale di Abramo; ed è a questo riguardo che si deve discernere la verità più profonda della promessa. Come insegna Paolo, il centro della promessa è proprio Cristo, che è il seme di Abramo in colui e attraverso il quale tutte le nazioni sono benedette, e il seme di Abramo nel suo significato multiplo è composto da coloro che sono uniti a Cristo il Seme (Galati 3:7-9,16,29). Questi è chi, all'interno dell'eterno punto di vista, costituisce l'innumerevole moltitudine dei redenti, ‘da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue’, che ‘hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello’ (Apocalisse 7:9, 14)”.
Il paragone è come le stelle del cielo e la sabbia della riva del mare che non si possono contare!
Indica l'impossibilità di contare il numero di discendenti che sono venuti da Abraamo e Sara.
Questa comparazione indica l'estensione dei discendenti numerosi come le stelle e la sabbia; implica che sono così tanti, che è impossibile da contare.
CONCLUSIONE.
La reazione di Abraamo e Sara alla promessa di Dio ebbe una certa dinamica.
Prima di tutto:
(1) Cominciò con pura incredulità alla promessa.
Sia che Abraamo e sia Sara quando udirono la promessa, si misero a ridere (Genesi 17:17; 18:12).
Abraamo e Sara c’insegnano quando siamo umani e fragili, e quando Dio sia misercordioso e paziente quando siamo titubanti.
Molte volte quando ascoltiamo, o leggiamo una promessa, la nostra reazione è: “Magari!”, oppure “Troppo bello per essere vero”.
Ma se noi pensiamo che per Dio niente e impossibile, e se pensiamo che Dio è fedele, Signore della storia e ci ama, misericordioso, allora dovremmo dire con un cuore fiducioso e pieno di aspettativa: “Dio può fare al di là di quello che penso, o chiedo”.
Abraamo e Sara, dopo un momento di dubbio, credettero, e questo ci mostra che Dio fu paziente e misericordioso con loro!
Ciò dovrebbe incoraggiare coloro che hanno fallito miseramente nel passato, possono ancora fare grandi azioni di fede nel futuro, sapendo che Dio è pronto sempre ad accoglierci.
Nella dinamica della fede di Sara,e anche di Abraamo, vediamo che:
(2) Passò alla realizzazione della promessa.
Dopo l'incredulità, dopo che Dio si manifestò facendole capire quando Lui è potente, quindi che niente è difficile per Lui, e quindi che ciò che promette realizza, e non può mentire, Sara allora credette.
Dio non è come noi che quando facciamo una promessa molte volte non la manteniamo.
In terzo luogo:
(3) La fede nella promessa è culminata nella capacità di credere nell'impossibile.
La fede matura è sempre attiva e si vede anche nei periodi più difficili dell’esperienza umana: malattie, fallimenti, perdita del lavoro, problemi economici, la perdita di una persona cara.
La fede non germoglia solo quando le cose ci vanno bene, quando splende il sole.
La nostra fede è in grande Dio anche nei periodi bui e nelle prove!
Ciò che è importante è la persona in cui abbiamo fede!
Anche se le promesse di Dio possono essere sorprendenti, o impossibili, quando ci rendiamo conto di chi Lui è, allora, crediamo che Lui le realizzerà!
Che Abraamo e Sara dovessero avere un figlio, umanamente parlando, era impossibile.
Come disse Sara: “Chi avrebbe mai detto ad Abraamo che Sara avrebbe allattato figli? Eppure io gli ho partorito un figlio nella sua vecchiaia”. (Genesi 21: 7).
Il Signore è l’Iddio delle meraviglie!
In virtù della Sua grazia e potenza l'impossibile divenne realtà.
Per Dio non esiste la parola: “Impossibile”, così per il vocabolario dei cristiani, la parola “impossibile” non esiste!
La fede è credere che Dio non ha limiti di azione!
William Barclay scrive: “La fede è la capacità di prendere possesso di quella grazia che è sufficiente per tutte le cose in modo tale che le cose che sono umanamente impossibili divengano divinamente possibili”.
Con Dio tutte le cose sono possibili; e, quindi, la parola impossibile non ha posto nel vocabolario del singolo cristiano!
Infine:
(4)La fede nella promessa sa aspettare.
Abraamo e Sara erano vecchi, hanno aspettato a lungo la promessa.
Abraamo aveva settantacinque anni quando partì per Canaan, quando dio gli fece la promessa di una grande nazione (Genesi 12:1-4), di una discendenza numerosa, promessa poi rinnovata (Genesi 15:4-5; 17:4-8,15-16), e ottantasei circa quando ebbe un figlio con Agar (Genesi 16:3), e cento quando ebbe Isacco (Genesi 17:17).
La fede riceve la promessa di Dio e la fede l’attende, spesso per lunghissimi periodi!!
Ma può capitare, come è accaduto ad Abraamo che quando la promessa non la vediamo arrivare dubitiamo e ci scoraggiamo (cfr. Genesi 12:1-9; 15:1-6 con Genesi 17:17), e cerchiamo il nostro piano “B”, che per Abraamo e Sara era il figlio nato dalla serva Agar (Genesi 16; 17:17-22).
Diversi passi della Bibbia ci esortano ad aspettare e a sperare nel Signore (Salmo 27:14; 37:7,34; 130:5-6).
Attendere il Signore è difficile, ma è l’indicazione che abbiamo un cuore saggio, paziente e pieno di fede!
Come per Dio il tempo non è niente, lascia che non sia nulla nemmeno per te!
Vale la pena aspettare Dio, aspettarlo in sottomissione e obbedienza, con fede e speranza!
Spurgeon diceva: "Il tempo è nulla per lui, non sia nulla per te. Dio vale la pena aspettare.... Attendere in obbedienza come un servo, nella speranza come un erede, in attesa come un credente”.