1 Tessalonicesi 4:1: Un appassionato incitamento.
“Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più”.
Paolo esorta i suoi fratelli e sorelle a continuare a vivere secondo gli schemi comportamentali che hanno ricevuto da lui e dai suoi compagni di servizio (cfr. Atti 17:2-4; 1 Tessalonicesi 1:5-6; 2:7-8, 14).
Paolo con molta passione, incoraggia i cristiani di Tessalonica, a crescere spiritualmente e moralmente sempre di più. “Vi preghiamo” e “vi esortiamo” secondo alcuni studiosi sono sinonimi, secondo altri, hanno due significati diversi, “vi preghiamo” ha l’idea di richiesta, mentre “vi esortiamo” di incitamento. La prima parola è una richiesta gentile e amichevole, la seconda è un'esortazione urgente, e include una nota autorevole, apostolica, è più enfatica e formale della prima parola. Paolo non incita secondo i suoi pensieri, secondo la sua personalità, o altro, ma nel Signore Gesù, e questo significa sotto l’autorità di Gesù Cristo che ne è il rappresentate autorevole.
C’è, quindi, una connessione inviolabile tra le istruzioni di Paolo e la volontà del Signore. L’esortazione di Paolo è che i cristiani si comportassero in modo appropriato come servi di Gesù Cristo e a progredire sempre di più. “Progredire sempre di più” significa abbondare, traboccare in misura maggiore (1 Tessalonicesi 3:12; 4:10), indica che crescere spiritualmente e moralmente sempre di più, a comportarsi secondo come è stato loro insegnato secondo la volontà di Dio e piacere quindi a Lui e non per obbedire alle tradizioni. Anche se i Tessalonicesi mettevano già in pratica gli insegnamenti cristiani, non dovevano, però, cullarsi in questo, ora sono esortati a progredire sempre di più in questo. Paolo è chiaramente contento dello sviluppo spirituale generale dei cristiani di Tessalonica, ma vuole che continuino in questo processo con rinnovato impegno. Quindi, l’incitamento di Paolo a continuare nella crescita cristiana non sminuisce i progressi che i cristiani di Tessalonica avevano già fatto! Paolo non li sta rimproverando perché erano disobbedienti, ma piuttosto riconosce la loro spiritualità e li incoraggia a continuare su questa strada. È interessante notare che in nessuna parte dell'epistola, Paolo parla del numero delle persone nella chiesa (quantità), ma Paolo continua a incoraggiare il loro progresso nella qualità. Anche noi oggi, siamo chiamati a progredire sempre di più nella crescita spirituale e morale, dobbiamo ogni giorno comportarci come Dio vuole e continuare a crescere. Non dobbiamo accontentarci dei risultati che abbiamo raggiunto con l’aiuto di Dio, e nemmeno auto-compiacerci pensando di essere a posto (Apocalisse 3:17-18) confrontandoci con quelli che stanno peggio di noi come ha fatto il fariseo con il pubblicano (Luca 18:9-14), ma dobbiamo confrontarci con le richieste e il carattere perfetto di Dio, così saremo sempre mancanti! “Un cristiano non è mai in uno stato di completamento, ma sempre in un processo di divenire” (Martin Lutero). Il modo migliore per capire se stiamo crescendo spiritualmente e moralmente è misurare la nostra crescita con la sensibilità verso il peccato e il nostro atteggiamento verso Dio. Per quanto un cristiano possa essere maturo, egli è consapevole che c’è tanto da migliorare in lui! Inoltre dobbiamo prendere esempio da Paolo nell’incoraggiarci gli uni gli altri a crescere spiritualmente e moralmente.