Giosuè 7:11: Capire la causa della sconfitta.
“Israele ha peccato; essi hanno trasgredito il patto che avevo loro comandato d'osservare; hanno perfino preso dell'interdetto, lo hanno rubato, hanno mentito, e lo hanno messo fra i loro oggetti”.
Quando Israele fu sconfitto ad Ai (vv.2-5), Giosuè si lamenta prostrato davanti al Signore; la sua preghiera rivela il suo panico, si preoccupa di cosa potrà accadere: i popoli di Canaan avrebbero preso coraggio contro Israele (vv. 7-9). Giosuè non doveva preoccuparsi delle possibili conseguenze della sconfitta, ma di cercare la causa della sconfitta. Il Signore, mette in chiaro che il problema della sconfitta è: Israele ha peccato! Il peccato d’Israele prima di tutto sta nel fatto:
1)Ha trasgredito il patto che Dio aveva comandato di osservare. 2)Ha preso l’interdetto. L’interdetto era ciò che Dio aveva proibito (Giosuè 6:17-18; 7:1,11,15); può essere inteso sia come votato alla distruzione, e quindi maledetto (cfr. Levitico 27:29; Deuteronomio 13:17; Giosuè 6:17-18; 1 Re 20:42; Isaia 34:5; 43:28), oppure quello che era stato preso dalla conquista di Gerico(argento, oro, oggetti di rame e di ferro) che doveva essere consacrato a Dio per uso sacro (Giosuè 6:18-19-24; 7:20-21; cfr. Levitico 27:28; Numeri 18:14; 1 Samuele 15:21). 3) L’interdetto lo hanno rubato; questo è stata l’opera di Acan (Giosuè 7:1). 4) Hanno mentito. 5) Lo hanno messo tra i loro oggetti. Nel v.12 il Signore dice a Giosuè che Israele non potrà vincere i nemici perché Dio non è con loro, e non potrà di nuovo esserlo, finché non distrugge l’interdetto: Israele è diventato maledetto (interdetto) perché tollera l’interdetto! (Giosuè 6:18). Almeno due aspetti su cui meditare per non fare gli stessi errori: 1)Il peccato ci priva della benedizione di Dio. La causa della sconfitta non è Dio, ma il peccato!Forse se siamo “sconfitti” è perché non c’è la benedizione di Dio a causa di un peccato che abbiamo commesso. Il peccato va affrontato. Con l’aiuto dello Spirito Santo dobbiamo capire che peccato abbiamo commesso e affrontarlo immediatamente mettendo ordine nella nostra vita secondo la volontà di Dio. 2) Il peccato di un membro di chiesa è il peccato della chiesa. Il singolo e la comunità sono identificati insieme (v.11, v.20). Il peccato di un singolo può condizionare tutta la comunità. Oggi viviamo in una società individualista, ma nel mondo della Bibbia non è così, la comunità beneficia, o soffre, a causa delle azioni di un individuo, e nessuno considera questo ingiusto. Anche la chiesa è un corpo unico, quello di Gesù Cristo, e le varie membra (membri), nella loro diversità nell’unità, hanno la loro importanza per il suo buon funzionamento (1 Corinzi 12:12-31). La nostra sfida è non essere Acan, non seguire il suo esempio di avidità ed egoismo, di non agire in modo tale da danneggiare la chiesa per i nostri interessi, piuttosto il nostro compito è lavorare sodo per mantenere in buona salute e l'unità nel popolo di Dio (Efesini 4:15-16; Filippesi 2:1-5). Allora quando non godiamo della presenza e delle benedizioni di Dio nella nostra vita e nella vita della chiesa, non dobbiamo pensare che Dio sia cambiato, ma siamo noi il problema! Il peccato ci separa da Dio (Isaia 59:1-2), ci priva della Sua presenza in mezzo a noi. Pertanto, gli sforzi del popolo per la vittoria, sono stati un fallimento. Il popolo deve purificarsi dal peccato se vuole ritornare ad essere vittorioso. C'è un obiettivo, una linea che deve guidare le nostre azioni:l’obbedienza! Quando questa viene a mancare, la comunione con Dio è spezzata, e la sconfitta dichiarata.