Salmo 2:1-5: Il regno invincibile (1).
La ribellione contro Dio e il Suo Unto.
Secondo gli studiosi, insieme al Salmo 1, il Salmo 2 costituisce un'introduzione in due parti al Salterio.
Mentre il Salmo 1 si concentra sulla via dei giusti in contrasto con gli empi, il Salmo 2 si concentra sulla vittoria dell’unto del Signore sulle nazioni, e può servire come introduzione agli altri salmi il cui soggetto è l’unto, il re di Dio (18; 20; 21; 45; 72; 89; 110; 144).
Il Salmo 2, allora è il primo esempio nel Salterio della categoria dei salmi noti come "salmi regali", composizioni che riguardavano principalmente i re di Giuda.
Alcuni studiosi dicono che questo salmo si basava su un evento storico e veniva cantato per l’incoronazione di un re come quello riportato in 2 Samuele 5:3 quando venne unto re Davide.
È una dichiarazione rituale, che il re di Gerusalemme, grazie al Signore è inattaccabile e invincibile.
Oppure va visto alla luce della profezia di Natan del patto di Dio con Davide e la sua dinastia (2 Samuele 7:15-16).
Il Salmo poteva anche essere cantato in tempi di crisi nazionali quando il popolo aveva bisogno di ricordare che Dio aveva stabilito il loro re e le minacce dalle nazioni sarebbero fallite.
Israele non fu mai una superpotenza, per la maggior parte della sua storia era uno stato vassallo, o una provincia sotto qualche potere imperiale.
Così il Salmo promette che questo non sarà sempre così.
Quindi, in questo senso, il Salmo potrebbe essere letto alla luce della predicazione dei profeti di un discendente di Davide che deve ancora venire, cioè come promessa per la fine dei tempi.
In questo senso, il Salmo vuole stimolare il popolo di Dio ad avere fiducia in Lui considerando che ci sarebbe stato un giorno in cui tutti i nemici sarebbero stati sconfitti, ci sarebbe stata l'intronizzazione del Messia, il regno universale di Dio e la pace per il Suo popolo (cfr. Salmi 72; Salmi 89; Salmi 132; Isaia 9:6-7; Isaia 11:1-10).
In sostanza il popolo di Dio poteva guardare a un'epoca in cui tutti gli aspetti del Salmo si sarebbero realizzati, e questo lo è sicuramente in Gesù Cristo.
Dunque, questo Salmo è messianico, ci parla, cioè, profeticamente del Messia, di Gesù (Cfr. Matteo 3:17; Marco 1:11; Luca 3:22; 9:35; Atti 4:25-28; Atti 13:32-33; Ebrei 1:3-6; Apocalisse 12:5; 19:15-19,ecc.).
Il Salmo riflette il patto di Dio con il re Davide e di conseguenza con la sua discendenza, comporta la promessa che attraverso la dinastia davidica (2 Samuele 7:14), Dio stabilisce il Suo dominio universale sulla terra e in modo definitivo nella persona di Gesù, che è della stirpe di Davide (Matteo 1:1;Luca 1:32; 2:4,11; Atti 4:26-27).
Il salmista (Davide – Atti 4:25) è stupito, sorpreso e indignato, e in un modo ironico menziona la rivolta ridicola e ostile delle nazioni e dei loro re (vv.1-3); poi comunica la reazione del Signore (vv.4-6), proclama l’investitura del re (vv.7-9), e presenta un ultimatum ai ribelli (vv.10-12).
In questo Salmo, il salmista esorta le nazioni pagane ad abbandonare i loro progetti di rivolta contro il Signore e a sottomettersi alla Sua autorità, ma questo può essere applicato anche al singolo individuo.
Nonostante i ripetuti tentativi dell'uomo di resistere al regno di Dio, Dio ha stabilito Suo Figlio come Signore di tutti e invita i peccatori a sottomettersi a Lui e ad abbracciarlo ora, prima che si scateni la Sua ira.
Oggi mediteremo i vv.1-5: la ribellione contro il Signore e il Suo unto e la reazione del Signore.
Cominciamo con:
I LA RIBELLIONE CONTRO IL SIGNORE E IL SUO UNTO (vv.1-3).
Nei vv.1-3 leggiamo. “Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane? I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto, dicendo: ‘Spezziamo i loro legami, e liberiamoci dalle loro catene’”.
L’unto (māshîach) si riferisce al Re (1 Samuele 24:6-7, 1 Samuele 24:11; 2 Samuele 23:1) quindi al Messia, a Gesù (Daniele 9:25-26; Matteo 1:1).
Noi vediamo che c’è una ribellione, infatti il salmista al v.1 parla di tumulto, cioè i popoli sono agitati, eccitati a fare male (Daniele 6:6).
“Perché” (lāmmāh), non indica tanto una richiesta di informazioni, o il chiedere la motivazione della loro ribellione, ma è un’esclamazione di stupore e incredulità per questi semplici mortali che hanno scelto di mettersi stupidamente contro il Signore.
“Signore” (Yahweh) nel v.2, oltre a significare che Dio è presente ed entra nella scena degli uomini, indica anche che ha vita in se stesso, è eternamente presente, ha esistenza autonoma e immutabile.
DAVANTI IL DIO ETERNO E IMMUTABILE, CHE NON DIPENDE DA NESSUNO, COME SI PUÒ PENSARE A METTERSI CONTRO DI LUI?
“Tumulto” (rā∙ḡǎš), è un trambusto disordinato, si riferisce al clamore di un ammutinamento, o di una sommossa da parte dei popoli e dei loro governanti.
Si riferisce al tumultuoso incontro in corso per pianificare un attacco contro Dio e il Suo Unto.
Così anche il v. 2 dice “congiura” (yaḥaḏ), è prendere posizione contro qualcuno, cospirare insieme, fare un piano di ribellione.
Nei giorni turbolenti della Rivoluzione francese, una rivoluzione politica, molti del popolo presero d'assalto la prigione di Parigi(la Bastiglia), cercando di eliminare ogni traccia della legge e dell'ordine dagli occhi dei connazionali. Alcuni salirono sulla Cattedrale di Notre Dame e buttarono giù la croce dalla cima. La croce rappresentava l'autorità di Dio, è stata demolita a terra sotto gli occhi di tutti. Passò un povero contadino, e un rivoluzionario si vantava dicendogli: “Stiamo andando a tirare giù tutto quello che ci ricorda di Dio!” Ma uno rispose immediatamente: “Cittadino allora devi tirare giù anche le stelle!”
L’UOMO È RIBELLE A DIO, LO RIFIUTA!!
Spurgeon disse di questi primi tre versetti: “Noi abbiamo una descrizione dell’odio della natura umana contro l’Unto di Dio”.
L'umanità odia Dio e il suo Unto e, come Gesù ha detto ai Suoi discepoli, odia anche il popolo di Dio (Giovanni 15:18-19) e lo perseguita (Atti 4:23-31).
Noi vediamo:
A) Una ribellione intrigante.
Il v.1 dice: Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché meditano i popoli cose vane?
“Nazioni e popoli”, in primo luogo, si riferisce a popoli nemici vicini come gli Ammoniti, Moabiti, Edomiti, Filistei, ecc. con i quali Israele era sempre in guerra.
“Meditano” (hāghāh) è una parola usata anche per il ruggito di un leone (Isaia 31:4), o il borbottare di medium e maghi (Isaia 8:19) o il tramare dei ladri (Proverbi 24:2).
Significa mormorare tra di loro, ha il senso che la loro mente è presa dal ragionare, tramare e deliberare un piano, dalle macchinazioni contro Dio e il Suo Unto, il re Davidico.
Ma c’è anche un significato profetico che riguarda Gesù, come leggiamo in Atti 4:23-28 è scritto: “Rimessi quindi in libertà, vennero ai loro, e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti e gli anziani avevano dette. Udito ciò, essi alzarono concordi la voce a Dio, e dissero:’Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; colui che mediante lo Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo Davide, nostro padre: -Perché questo tumulto fra le nazioni, e i popoli meditano cose vane? I re della terra si sono sollevati, i principi si sono riuniti insieme contro il Signore e contro il suo Cristo-. Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d'Israele, per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero’”. (cfr. Matteo 26:47-27:26; Marco 14:53-15:15; Luca 22:54-23:25; Giovanni 18:12-19:16; Apocalisse 13:1-18; 17:8-18).
Gli apostoli erano stati minacciati di morte, non dovevano continuare a insegnare nel nome di Gesù, e vedevano questo come la sfida delle nazioni profetizzato da Davide nel Salmo 2.
Commentando questi versetti di Atti 4, lo studioso I. Howard Marshall scrive: “Era stato proprio questo Signore Sovrano a profetizzare nei salmi gli inutili sforzi dei governanti del mondo per ribellarsi contro di Lui e contro il Messia. È chiaramente sottinteso questo pensiero: sono gli uomini sciocchi a tramare contro Dio, il quale non ha solo creato l’universo intero, ma ha anche previsto i loro piani”.
Noi vediamo in secondo luogo:
B) Una ribellione intenzionale.
In questa ribellione intenzionale c’è:
(1)Un ragionamento con un proposito.
Nel v.2 leggiamo: “I re della terra si danno convegno e i prìncipi congiurano insieme contro il SIGNORE e contro il suo Unto”.
I re della terra si danno convegno (yā∙ṣǎḇ), cioè ragionano, si consultano insieme, si siedono insieme per stabilire uno scopo: “Non vogliamo avere Dio come nostra autorità!”
Vediamo:
(2)Un ragionamento prepotente.
“Spezziamo i loro legami e liberiamoci dalle loro catene” dice il v.3.
In questo ragionamento prepotente c’è:
a)Una forte intenzione.
“Spezziamo e liberiamoci” indica una forte intenzione, un’affermazione forte, accentuata di una fissa determinazione!
Vediamo ancora:
b)Una forte intenzione di ribellione.
Non erano in realtà legati, o incatenati in qualche prigione, indica sotto il controllo, sottomissione.
La catena è usata nell’ Antico Testamento come immagine di sottomissione, di legame come il bue che era legato al carro (Geremia 27:2; Geremia 30:8; Neemia 1:13).
I “legami” e le "catene", quindi rappresentano la sottomissione, e l’intenzione di spezzarli e liberarsi, è simbolo di ribellione contro l'autorità del Signore (Geremia 5:5), i popoli vogliono essere liberi e indipendenti.
In questo versetto vediamo allora, l’arroganza della natura umana che non vuole essere sottomessa al Signore, non vuole essere sotto il giogo di Dio, vuole l’autonomia e l’indipendenza da Dio perciò si ribella.
LA NOSTRA NATURA UMANA NON È SOTTOMESSA A DIO E NON VUOLE ESSERLO!!
(Romani 8:7-8; Geremia 2:20; Geremia 5:5).
L’UMANITÀ NON VUOLE GESÙ COME SIGNORE, NON VUOLE CHE GESÙ GOVERNI LA SUA VITA!!!
Come la parabola delle dieci mine, quell’ uomo nobile partì per un paese lontano e chiamati a se i suoi servi diede loro dieci mine (soldi) e disse loro di farli fruttare fino al suo ritorno. Ma i suoi concittadini l’odiarono e gli mandarono a dire: ”....Non vogliamo che costui regni su di noi” (Luca 19:14)
L’UMANITÀ NON VUOLE CAMMINARE ENTRO I LIMITI CHE DIO PONE ALLE SUE CREATURE!
Nella loro arroganza, le persone, proclamano la loro supposta libertà e affermano di essere padroni del proprio destino.
Il loro spirito è rappresentato nella poesia di Ernest Henley: “Invictus” c’è una parte che dice:
“Non importa quanto sia stretta la porta,
Quanto impietosa la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima”.
GESÙ È IL RE, MA NON TUTTI LE PERSONE, OGGI, COME NEL PASSATO, LO VOGLIONO COME RE!!
Vediamo ancora:
C) Una ribellione inefficace.
Nel v. 1 leggiamo: “Meditano cose vane”.
“Vane” (rîq) è come un soffio, cioè inconsistente in quanto falliranno.
SI POSSONO ESALTARE QUANTO VOGLIONO, MA LORO NON SARANNO MAI CAPACI DI ARRIVARE IN CIELO E VINCERE DIO!!
I TENTATIVI ARROGANTI DELL’UOMO PECCATORE DI ROVESCIARE IL DOMINIO SOVRANO DI DIO È IMPOSSIBILE!
In secondo luogo consideriamo:
II LA REAZIONE DI DIO (vv.4-5)
A) Dio controlla e guida la storia.
Nel v.4 leggiamo: “Colui che siede nei cieli”.
“Siede” (yoseb), qui è un termine tecnico che denota la regalità di Dio, indica Dio come Re che regna.
“Siede” è un segno di autorità e si riferisce a occupare una posizione dominante.
“Seduto nei cieli” indica che il Signore domina e controlla in modo assoluto l’universo!
Dio è il Signore della storia!
Dio regna come sovrano, ha tutto sotto controllo, guida la storia di tutti gli uomini (per esempio 1 Cronache 29:11-12; Salmo 93:1; 99; Isaia 57:15).
1 Cronache 29:11 in questa preghiera, Davide dice: “A te, SIGNORE, la grandezza, la potenza, la gloria, lo splendore, la maestà, poiché tutto quello che sta in cielo e sulla terra è tuo! A te, SIGNORE, il regno; a te, che t'innalzi come Sovrano al di sopra di tutte le cose! (Cfr. Salmi 47:2-3,8).
Quindi questo salmo ci parla che Dio è il Signore, è il sovrano re dell'universo che regna dal cielo.
È sua prerogativa controllare le nazioni (Isaia 40:15-17), stabilire i confini (Deuteronomio 32:8; Atti 17:26) e istituire, o rimuovere re (Daniele 2:21).
È sarà Lui a stabilire il Suo re sopra Sion dice il v.6.
Al Dio di Israele, al Signore (v. 4; Salmo 8:1), appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti, domina su tutto (Salmo 24:1-2; 47:2,8; 89:8; Isaia 6:3), quindi può darli al Suo re eletto (Salmo 2:8).
(1) Dio regna in sicurezza e tranquillità.
Nel v.4 è scritto: “Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro”.
Dio è tranquillo, è scritto che è seduto, non è agitato per questa congiura contro di Lui, Dio eseguirà i Suoi piani con calma (Isaia 18:4).
“Nei cieli” è in contrasto con il limitato regno terreno dei re ribelli, il Signore che siede nei cieli regna su tutti loro e su tutto il mondo!
“Nei cieli” indica anche una distanza di natura che c’è tra l’uomo e Dio.
Ma nonostante questa distanza dell’essere, comunque Dio guarda in basso per vedere cosa succede sulla terra (per esempio Salmo 11:4; 14:2; 33:13), e interviene nella vita dell’umanità.
“Nei cieli” indica la sua esaltazione, trascendenza.
“Nei cieli” indica che il Suo trono in cielo è completamente sicuro nella sua potenza e posizione come Signore dell'universo.
Il Signore non è preoccupato per la ribellione di qualcuno, e nemmeno dalla coalizione di popoli e nazioni che si uniscono contro di Lui.
IL FATTO CHE IL SIGNORE È SEDUTO, INDICA CHE È TRANQUILLO E CONTINUA A GOVERNARE SENZA PROBLEMI:!
DIO È SUL SUO TRONO, LA SUA AUTORITÀ È INCONTRASTATA!!
Infatti:
(2) Dio annulla i disegni dei popoli.
Nel Salmo 33:10-11 è scritto: “Il SIGNORE (Yahweh) rende vano il volere delle nazioni, egli annulla i disegni dei popoli. La volontà del SIGNORE (Yahweh) sussiste per sempre, i disegni del suo cuore durano d'età in età”.
QUINDI LA CONGIURA DELLE NAZIONI E DEI POPOLI, È UNA CONGIURA INEFFICACE PERCHÈ NON FATTIBILE CONCRETAMENTE, PERCHÈ DIO OPPONE LA SUA VOLONTÀ IRRESISTIBILE CONTRO LA LORO VANA IMPRESA!!!
(3)Dio stabilisce sempre i suoi disegni.
In questi versetti, non vediamo l’ansia del salmista che Dio possa perdere questo confronto, ma vediamo lo stupore del salmista, il quale conosce la grandezza e il potere di Dio (vv.3, 8; Salmi 24:1-2).
Il salmista non riesce a credere che le nazioni possano essere così presuntuose da pensare di spezzare i legami di Dio e del Suo unto, un progetto destinato a fallire.
IL SIGNORE PERMETTE CHE L’UOMO POSSA TRASGREDIRE LA SUA LEGGE MORALE, MA COMUNQUE RIMANE SEMPRE IL SIGNORE CHE PORTA AVANTI I SUOI PROGETTI!! (Isaia 14:27; 46:9-10).
In Daniele 4:34-35 è scritto: “Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: ‘Che fai?’”.
B) Dio riderà e si befferà di loro. Nel v. 4 leggiamo: “Colui che siede nei cieli ne riderà; il Signore si farà beffe di loro”.
“Signore” (ʾǎḏō∙nāy) nel v.4, è una parola diversa di “Signore” del v.2, qui indica l’autorità e la sovranità di Dio.
“Signore” indica che Dio è il padrone sovrano e tutti gli altri sono Suoi servi!!
IL SIGNORE È RE SUPREMO SU TUTTA LA TERRA – NON POSSIAMO LIBERARCENE!!!!
Il Signore è tutt'altro che allarmato dalla rivolta delle nazioni!
NONOSTANTE LA RIVOLTA DEI PECCATORI, DIO RIMANE SENZA RIVALI!
IL SIGNORE RIDE DEI TENTATIVI DELL’UOMO DI CONTRASTARE I SUOI SCOPI ETERNI!!
Il potere del Signore è così grande e la Sua posizione così sicura - nei cieli - che non ha paura delle coalizioni dei poteri umani: per il Signore non è una seria minaccia al Suo governo!
“Ne riderà” (yshah) “si farà beffe” (yilag-lamô) sono espressioni molto forti; sono usate per farci capire quanto è folle e ridicolo il piano di ribellarsi a Dio, di liberarsi di Lui.
Questa immagine del Signore che ride e si fa beffe dei ribelli, è un messaggio di forza profetica sbalorditivo, poiché sono espressioni della Sua sovranità, maestà e altezza!
Come possono coloro che sono nel tempo e esseri finiti combattere con l'eterno e l’infinito?
Come può la creazione combattere contro il suo Creatore?
In effetti, la loro arroganza è tristemente umoristica: fa ridere!
Non importa quanto fosse ben pianificata, o potente l'opposizione, era destinata a fallire!
Dio riderà e si befferà di loro perché è un piano ridicolo, stupido, assurdo e inutile, perché non ci si può liberare della Signoria di Dio, Dio porterà avanti ugualmente i Suoi piani, nonostante i loro tentativi, Lui sarà sempre il Signore!!!!!
Infatti, Dio ha usato le nazioni per portare avanti il Suo piano salvifico, quando Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d’Israele hanno crocifisso Gesù (Atti 4:28).
C) Dio parlerà loro nella Sua ira.
Nel v.5 è scritto: “Egli parlerà loro nella sua ira”.
Dio parlerà dicendo loro che Lui ha stabilito il Suo re sopra Sion (v.6).
“Ira” (ʾaph) letteralmente è “narice fumante”.
La narice per gli ebrei era la sede dell’ira, infatti troviamo questa parola associata al naso nel Salmo 18:8 e in Ezechiele 38:18.
D) Dio li renderà smarriti nel Suo furore.
Nel v.5 leggiamo: “E nel suo furore li renderà smarriti”.
“Dio li renderà smarriti nel Suo furore” (ḥā∙rôn) significa una collera bruciante!
DIO È PRESENTE E OPERANTE NELLA STORIA DEGLI UOMINI E S’IMPONE, STABILISCE LA SUA AUTORITÀ QUANDO E COME VUOLE LA DOVE GLI UOMINI SI RIBELLANO CONTRO DI LUI!!
Ma a volte agisce in questo modo per spaventare, affinché si ravvedano e cerchino la faccia Sua e riconoscano che Lui regna come dice il Salmo 83:14-18.
"Smarriti" (bāhal) è panico, essere terrorizzati.
Esprime un'emozione forte di chi si confronta con qualcosa di inaspettato, minaccioso e disastroso.
Per esempio Edom era terrorizzato quando ha sentito che Dio era intervenuto in favore d'Israele nel Mar Rosso (Esodo 15:15; cfr. Salmi 6:10; Salmi 83:17).
Ora per dirla con Spurgeon: “Se Dio è contro di te, chi può essere per te?”
NIENTE E NESSUNO PUÒ LIBERARCI DALL’IRA DI DIO!!!
SOLO CHI È IN CRISTO PUÒ SCAMPARE ALL’IRA DI DIO!! (Giovanni 3:16,36; Romani 5:9-11).
CONCLUSIONE.
LA RIBELLIONE CONTRO DIO È INSENSATA!
Quattro sono le domande che dobbiamo porci alla fine di questa predicazione.
1) La prima domanda è: chi regna veramente?
Questo salmo ruota intorno a questa domanda.
Sono i governanti? Siamo noi? O il Signore?
È il Signore che regna dal cielo su tutto e tutti, nazioni, individui, governanti! (per esempio Salmo 47:2,8-9; Atti 17:26; Proverbi 16:9; Daniele 2:20-21; Proverbi 21:1).
È l’Iddio della storia che controlla e guida la storia dell’umanità secondo la Sua volontà!
IN DEFINITIVA, AL CENTRO DELLA STORIA NON C’È UNA LOTTA TRA LE GRANDI POTENZE MONDIALI PER IL CONTROLLO,MA È DIO CHE DETERMINA IL LORO DESTINO E LI GUIDA PER REALIZZARE I SUOI PROGETTI!!
(Cfr. Proverbi Atti 2:23; 4:26-28).
Eppure ci sono quelli che non riconoscono la grandezza di Dio e non vogliono l’autorità di Dio su di loro e s’illudono che lo possono fare!
Non possiamo liberarci di Dio, Dio farà quello che gli pare (Salmo 115:3; 135:6), sempre comunque secondo il Suo carattere e volontà.
ANCHE SE LA SUA MANO INVISIBILE ALL’OPERA NON SI VEDE, DIO PORTA AVANTI I SUOI PROGETTI!
2) La seconda domanda è: perché l’umanità non vuole sottomettersi al Signore?
Come abbiamo visto, è sempre inutile pensare che possiamo prevalere contro Dio e il Suo piano.
Quanto siamo sciocchi quando pensiamo di opporci a Lui!
Ma che cosa inganna così le persone a pensare di avere una possibilità di ribellarsi al Signore onnipotente creatore dell'universo?
Ci sono diversi motivi, ma uno su tutti è l’orgoglio.
L’orgoglio è la radice di ogni ribellione a Dio e della disobbedienza ai Suoi comandi.
L'orgoglio: il desiderio di governare le nostre vite, di rovesciare Dio e la Sua autorità dal trono delle nostre vite.
L’orgoglio è sfidare Dio! (cfr. Proverbi 8:13; Geremia 48:29-31; Sofonia 2:10-11; Giacomo 4:6; 1 Pietro 5:5).
Spiros Zodhiates dice: “L'orgoglio è un peccato che il Signore odia, perché è un peccato che si pone di più contro le leggi di Dio, questo è contro il suo essere e la sua sovranità”.
3) La terza domanda è: perché Dio agisce severamente con ira alla ribellione?
Alcune persone si chiedono se l’ira di Dio nei confronti dei peccatori sia una risposta giusta.
DIO NON È ARRABBIATO A CAUSA DEI EMOZIONI INCONTROLLATE, MA A CAUSA DEL SUO CARATTERE SANTO E GIUSTO.
Non c'è nulla di impersonale nell'ira di Dio; è la risposta necessaria della sua santità e giustizia alla malvagità persistente!
La sua giustizia perfetta e imparziale richiede che tutti siano ritenuti responsabili della loro ribellione contro di Lui.
Vediamo che l’ira di Dio è giudiziale, cioè l’ira del giusto Giudice che amministra la giustizia (Romani 2:5-6).
L’ira di Dio si manifesta contro la ribellione degli uomini, contro il peccato degli uomini, quindi è associata al comportamento degli uomini.
Romani 1:18 dice: “L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia”.
L’IRA DI DIO NON È ALTRO CHE LA SUA SANTA REAZIONE AL MALE E LA SUA FERMA OPPOSIZIONE A ESSO.
Infine:
(4)La quarta domanda è: la felicità è nell’essere liberi dal Signore?
Viviamo in un'epoca dove si esalta l'autonomia e la libertà di volontà.
Ma siamo veramente liberi? C’è felicità nella libertà morale e spirituale?
La Bibbia ci dice che non lo siamo nel senso che senza Gesù Cristo siamo schiavi del peccato e sotto il regno del diavolo (Giovanni 8:31-36; 2 Pietro 2:18-19; Atti 26:18; Colossesi 1:13).
Dobbiamo scegliere allora di chi essere servi, a cui essere sottomessi: se al peccato e al diavolo o a Dio in Gesù Cristo!
Non ci sono zone neutre, o si è con Gesù, o si è contro Gesù (Matteo 12:30).
La nostra società vorrebbe farci credere che la vera felicità passa attraverso la libertà personale, nell'abbandonarsi ai piaceri peccaminosi di questo mondo per raggiungere la soddisfazione personale.
MA NON C’È VERA FELICITÀ E VERA LIBERTÀ SENZA LA SOTTOMISSIONE A DIO IN GESÙ CRISTO!!
Nei piaceri del peccato c’è la morte (cfr. Salmo 1; Romani 6:23; Giacomo 1:14-16), ed è per questo che dobbiamo essere sottomessi a Dio.
I comandi di Dio provengono dal Suo amore e sono confini che Egli ha stabilito per proteggerci dai pericoli mortali del peccato: Il peccato distrugge le vite.
È vero che ci sono dei legami con il Signore, ma come ci ricorda il sacrificio di Gesù Cristo, sono legami di amore (Osea 11:4; Giovanni 3:16; Romani 8:35-39) e ci conduce nella “gloriosa libertà dei figli di Dio” (Romani 8:21).
Pertanto sottomettiti al Signore!