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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Salmo 3:6-8: Il trionfo di Davide.

Salmo 3:6-8: Il trionfo di Davide.
Un tattico militare una volta disse che le battaglie vengono vinte prima di essere combattute. Questo per indicare che la vittoria dipende dalla preparazione preliminare. Un generale lo ha definito “Preparare un buon risultato”. 

Il re Davide ci fa capire come avere un buon risultato, la vittoria, anche quando la situazione è difficile!

Ma il buon risultato è stato preparato con la conoscenza di Dio e la comunione con Lui.

Questa ha reso forte la fede di Davide e lo ha preparato per un momento drammatico e difficile della sua vita.

Infatti, a un certo punto della vita di Davide, c’è stata un'insurrezione, capeggiata dal figlio Absalom, che si è trasformata in un attacco personale contro di lui e la sua fede, ma Davide superò la crisi.

Davide non si arrese alle circostanze avverse! 

Come la pressione esterna ci rende tristi e a volte angosciati, così la fede in un grande Dio ci darà la forza e la vittoria.

Sugar Ray Leonard, uno dei più grandi pugili di tutti i tempi disse: “Devi sapere che puoi vincere. Devi pensare che puoi vincere. Devi sentire che puoi vincere”.

Queste, molto probabilmente, sono parole ottimistiche e di autostima, fondate sulla propria capacità, e se lo poteva dire un uomo che contava sulle proprie forze, a maggior ragione chi confida in un grande Dio, deve sapere che può vincere, deve pensare che può vincere, deve sentire che può vincere, perché è Dio che fa la differenza nella nostra vita e ci rende vittoriosi sopra ogni tentazione, prova, attacchi di vario genere, pericoli, e difficoltà.


Noi vediamo:
I IL CORAGGIO DI DAVIDE  
Il v.6 dice: “Io non temo le miriadi di genti che si sono accampate contro di me d'ogni intorno”. 

A)Davide non aveva paura.
Nel tempo delle difficoltà, dobbiamo fidarci di Dio e non aver paura, a meno che non siamo increduli, la paura è generata dall’incredulità.

Anche in una circostanza difficile,  Lutero affrontò  con coraggio i suoi nemici. Mentre si dirigeva verso Worms il suo amico Spalatino (Georg Burkhardt) sentì dire, dai nemici della riforma, che il comportamento di un eretico non doveva essere rispettato, e si allarmò per il riformatore temendo per la sua vita. Mentre Lutero si avvicinava alla città, arrivò un messaggero con un avvertimento del suo amico Spalatino: “Non entrare in Worms!” Lutero disse al messaggero: “Dì al tuo padrone che anche se ci dovessero essere tanti diavoli in Worms come le tegole sui tetti delle case, io entrei ugualmente”.
Anni dopo, pochi giorni prima della sua morte, Lutero disse di quel momento: “Sono stato quindi imperterrito. Non temevo nulla”.

Chi ha fede in Dio non deve temere niente di nessuno!

“Temere” (yārēʾ) indica essere terrorizzati, aver paura, avere quel senso di minaccia che qualcosa, o qualcuno possa far male alla propria vita; essere in uno stato di grande angoscia e profonda preoccupazione per il dolore, o per le circostanze sfavorevoli.

Benché ci potessero essere migliaia di nemici (miriadi - reḇāḇāh), contro e attorno a lui, Davide non aveva paura perché il Signore era con lui (cfr. Salmo 46).

I molti nemici non erano causa di paura, perché Davide aveva fiducia nel Signore che era dalla sua parte.

Con un profondo senso di sicurezza, Davide dichiara,  che non ha paura delle migliaia di nemici che aveva contro (2 Samuele 15:13; 17:11; 18:7), nonostante fosse gravemente in inferiorità numerica con solo pochi sostenitori leali. 

Davide non aveva paura perché era preparato e fortificato dalla verità che Dio è il Suo protettore e salvatore, e questo era più che sufficiente (vv.4-5).

Essere dalla parte di Dio, o avere Dio dalla propria parte è quello che conta veramente!

Di che cosa doveva aver paura Davide se c’era l’onnipotenza di Dio a proteggerlo e a sostenerlo? 

Con Dio per alleato, possiamo guardare ai nemici senza aver paura, la potenza di Dio supera la forza di tutti gli eserciti, la potenza di Dio e non la nostra! (Esodo 13:9; 14:31; Deuteronomio  7:8; 9:26; 9:29; Neemia 1:10; Salmo 33:10-11; 89:8; Geremia 32:21; 2 Corinzi 6:18; Apocalisse 11:17; 19:6). 

Se vogliamo essere vittoriosi,  dobbiamo confidare in Dio come Davide ci dice un altro Salmo, il Salmo 20:6-8 dove troviamo scritto:  “So già che il SIGNORE ha salvato il suo unto e gli risponderà dal suo santo cielo, con le prodezze della sua destra.  Gli uni confidano nei carri, gli altri nei cavalli; ma noi invocheremo il nome del SIGNORE, del nostro Dio.  Quelli si piegano e cadono; ma noi restiamo in piedi e siamo saldi”. 
(Cfr. Salmo 44:3-8).

Noi dobbiamo guardare e confidare in Dio!

Se guardiamo solo ed esclusivamente alle circostanze, ne saremo sopraffatti!

Più guardiamo al nemico più grande diventa nella nostra mente, come una sorte di potere ipnotico che ci controlla, com’è accaduto al popolo di Israele che avevano paura degli Amorei molti anni prima. 

In Deuteronomio 1:28-30  è scritto: “Dove andiamo noi? I nostri fratelli ci hanno fatto perdere il coraggio, dicendo: ‘Quella gente è più grande e più alta di noi; vi sono grandi città fortificate fino al cielo; e vi abbiamo visto perfino degli Anachiti’. Io vi dissi: 'Non vi spaventate e non abbiate paura di loro.  Il SIGNORE, il vostro Dio, che vi precede, combatterà egli stesso per voi, come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto’”. (Deuteronomio 31:6; Salmi 91:5;118:6). 

Siamo chiamati a essere coraggiosi e a confidare in Dio! 

Chi sono i tuoi nemici? 
Quali sono le tue paure? 

Non c’è niente di impossibile per Dio! Non li temere! 
Dio è più Grande! 
Dio è più Forte! 
Dio è più Saggio!

In secondo luogo vediamo:
II LA COSTANZA DI DAVIDE
In una zona dell'Africa dove il cristianesimo cominciò a diffondersi, ci furono dei convertiti che non perdevano nemmeno un incontro di studio biblico e di preghiera. Per andare agli incontri dovevano attraversare una fitta foresta selvaggia, dovevano farsi spazio tra le piante. Passa oggi e passa domani si creavano dei percorsi, cosa che non sarebbe avvenuta se non avessero passato costantemente tra quelle piante. Presto la loro vita zelante di preghiera fu conosciuta, e se qualcuno trascurava gli incontri, gli altri lo avrebbero notato, e delicatamente con amore avrebbero loro ricordato:’L'erba cresce sul tuo cammino’.

Ora la mia domanda è: “L'erba sta crescendo sul tuo cammino di preghiera?”

Hai una vita di preghiera quotidiana?
Preghi il Signore costante? 
È il tuo punto di riferimento unico nella tua vita?

Dio era il punto di riferimento di Davide (per esempio Salmo 16:8; 27:1-4), pertanto era costante nella preghiera a Dio!

Vediamo:
A) La richiesta di fede di Davide.
Nel v.7 leggiamo: “Ergiti, o SIGNORE, salvami, Dio mio”.

Con una preghiera di fede, Davide si aspettava una grande liberazione.

Non mi stancherò mai di sottolineare l’importanza del nome: “Signore”.

“Signore” (Yahweh) è il nome con cui si è presentato a Mosè in Esodo 3:14-15, significa “Colui che è”!

Indica che Dio ha vita in se stesso, è immutabile ed eternamente presente.

L’accento principale di questo nome è posto sul messaggio di liberazione, di salvezza. 

“Signore” è considerato il nome del Patto, perché è il nome con cui Dio si è rivelato agli Israeliti per mezzo di Mosè quando entrò in alleanza con loro (Esodo 3:14-15; 6:2- 3; 15:1-13; 33:19; 34:6-7).

“Signore” implica essere una realtà dinamica, attiva, presente ed efficace, che subentra in scena, infatti, si è presentato a Mosè per intervenire nella vita del Suo popolo per liberarli dalla schiavitù in Egitto.

“Dio mio”  chiarisce il punto che sta alla base del salmo e sottolinea il perché il Signore deve intervenire. 

La parola ebraica per “Dio” (ʾelōhiym) indica una natura superlativa della potenza di Dio. 

Per esempio la parola è usata in Genesi 1 dove si parla che dal nulla Dio creò ogni cosa.

Dire “Dio mio” è una realtà abbastanza diversa da quella degli avversari, che parlano solo di “Dio” nel v.2.

“Dio mio” indica che Davide appartiene a Dio, è legato a Dio! (Esodo 20:2; Levitico 26:12-13; 

Davide s’impegna all’obbedienza a Dio, e Dio s’impegna a prendersi cura di Davide (cfr. per esempio Esodo 19:5-6; 20:2, 5, 7, 10, 12; Deuteronomio 6:2, 5, 10, 13-16; 7:1-2,6-9; 8:18; 14:29; 15:5-6).

ROLF A. Jacobson scrive: “Il salmista non può eguagliare il potere dei nemici, poiché è impotente. Il salmista non può eguagliare il numero dei nemici, poiché è solo. Ma il salmista può eguagliare l'incredulità dei nemici, poiché ha fede nel suo Dio”.

Il salmista può confrontarsi con gli attacchi dei nemici con la fede nel Dio Creatore a cui appartiene!
 “Ergiti” si trova diverse volte nei Salmi (Salmi 7:6; 9:19; 10:12; 17:13; 44:26; 74:22). 

Al momento della preghiera, il Signore  è seduto in trono nei cieli, e Davide vuole che si alzi per salvarlo.

Come i nemici si sono alzati contro Davide (v.1), ora Davide vuole che il Signore si alzi per salvarlo dai nemici, per combattere contro di loro, e quindi per smentire ciò che loro pensavano contro di lui, cioè che il Signore non lo avrebbe salvato!(v.2). 

Davide invita in un modo forte il Signore, infatti “ergiti” (qûma), e “salvami” (hôšîʿēnî) sono imperativi.

La parola “ergere" (qûm) è usata in contesti militari in cui è presente l'idea della vittoria anticipata del Signore (cfr. Giudici 7:15).
La parola in ebraico trasmette l'idea che il potere salvifico di Dio verrà dimostrato, e indica, quindi, un'aspettativa fiduciosa di vittoria (cfr. Salmi 7:6; 9:19; 17:13).

Questa frase sottolinea il desiderio del salmista che il Signore agisca subito: ”Ora!”, per suo conto, la situazione drammatica richiede un intervento immediato.

Un modo simile di pregare con un imperativo lo troviamo in Mosè com’è scritto in Numeri 10:35-36: “Quando l'arca partiva, Mosè diceva: ‘Sorgi, o SIGNORE, e siano dispersi i tuoi nemici, e fuggano davanti alla tua presenza quelli che ti odiano!’ E quando si posava, diceva: ‘Torna, o SIGNORE, alle miriadi di migliaia d'Israele!’”

Certo qualcuno potrebbe dire che la preghiera di Davide così all’imperativo, sia stata audace, sfrontata, ma questo modo di pregare ci fa capire la passione e l’intimità che Davide aveva con Dio, e la sua umiltà nel riconoscere che aveva bisogno di Dio.

Così noi siamo chiamati a pregare Dio liberamente se siamo Suoi figli, e lasciare combatterlo per noi e con noi!

Dobbiamo riconoscere che dipendiamo da Dio, dobbiamo riconoscere che da soli, senza Dio, non possiamo farcela, Dio è la nostra forza!

In Esodo 15:2-3 è scritto: “Il SIGNORE è la mia forza e l'oggetto del mio cantico; egli è stato la mia salvezza. Questi è il mio Dio, io lo glorificherò, è il Dio di mio padre, io lo esalterò. Il SIGNORE è un guerriero, il suo nome è il SIGNORE”.

Consideriamo ora:
B) Le radici della fede di Davide.
Nel v.7 leggiamo: “Poiché tu hai percosso tutti i miei nemici sulla guancia, hai rotto i denti agli empi”. 

Se i vv.3-6, ci parlano di protezione, salvezza e non facevano alcuna richiesta di punizione, di guai contro i nemici, qui la richiesta metaforica, ma di una situazione sempre reale, è contro i nemici.

Quindi la protezione e la liberazione, significano la sconfitta dei nemici, ma in modo drammatico.

Il salmista immagina che il Signore, Yahweh, interviene come un guerriero nella mischia di una battaglia, colpendo a destra e a sinistra con una mazza. 

Questo è ciò che in passato aveva sperimentato Davide.
H. Schmidt dice che l’espressione del v.7, che ha percosso i nemici sulle guance e rotto i denti, contiene la certezza trionfante basata su un aiuto sperimentato. 

Dato che il Signore in passato ha sempre dato prova del Suo aiuto, Davide, sicuro nella sua fede, sa che ora, il Signore, lo aiuterà anche nelle attuali difficoltà.

Il senso è: come hai colpito i miei nemici in passato, so che puoi farlo anche oggi.

Quindi è un’espressione di “irremovibile certezza di essere ascoltati” (J. Botterweck), come se già è sicuro del risultato.

Davide trae dall’esperienza la forza della speranza! 

Davide era consapevole che Dio combatteva le battaglie d’Israele, lo aveva sperimentato tante volte in passato. 

La fede si rafforza attraverso la verità che riguarda Dio a cui noi ci affidiamo e ne sperimentiamo la potenza, poi questa rafforza la fede e diventa come uno stimolo per il futuro, quando affrontiamo altri problemi. 

Le immagini audaci che usa Davide non significano che Dio personalmente e letteralmente avrebbe colpito i nemici sulla mascella e che gli avrebbe spezzato i denti.

L’immagine: “Hai percosso tutti i miei nemici sulla guancia, hai rotto i denti agli empi” indica metaforicamente, che una volta che Dio dà i pugni sulla guancia e rompe i denti, questi non possono mordere nel senso di fargli del male. 

L'immagine dei denti frantumati può anche avere una metafora a non avere potere su Davide.

I denti rotti suggeriscono un assalto più devastante rispetto al colpire qualcuno sulla mascella. 

L'immagine è di bestie selvagge che sono rese innocue perché hanno loro denti sono stati rotti, e di conseguenza non hanno più la loro forza, quindi sono disarmati e la preda liberata (cfr. Giobbe 29:17; Salmi 58:6; Gioele 1:6).

Corderius dice: “È grande il ceffone del Dio che colpisce…colpiti da Dio, o si ammansiscono con il dolore, o non possono più mordere con la loro bocca”. 

Mentre l’immagine di colpire la mascella sembra un'azione appropriata nel combattimento corpo a corpo in una battaglia, vi è implicita un'ulteriore sfumatura.

Nell'Antico Testamento il ceffone sulla guancia è una punizione disonorevole, degradante, di umiliazione, di vergogna pubblica  quanto di una ferita fisica. 

Colpire la guancia è considerato una forma di disgrazia pubblica.
(1 Re 22:24; Giobbe 16:10; Isaia 50:6, Michea 4:14; Lamentazioni 3:30). 

Sembra che il salmista stia cercando una rivendicazione pubblica, un disonore pubblico per i suoi nemici.

A quella bocca dei nemici che hanno fatto affermazioni beffarde (v.2), ora il salmista chiede che sia percossa come nel passato.

Passiamo ora a considerare:
III LA CONFIDENZA DI DAVIDE
Noi vediamo la risolutezza della fede di Davide in un Dio che salva e benedice.

Il v.8 dice: “Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!”

Gli avversari deridevano la fede di Davide, dicendo che Dio non lo avrebbe salvato, ma era fiducioso che Dio avrebbe dimostrato che si sbagliavano.

In contrasto con ciò che avevano detto i suoi nemici che per lui non c’è più salvezza presso Dio (v.2); Davide invece,  qui afferma ostinatamente con fede, che al Signore appartiene la salvezza!

Indipendentemente dalla moltitudine di nemici che lo circondano e si avvicinano, nonostante la loro arroganza, il salmista rimane fiducioso nel buon intento del Signore di liberarlo e di benedirlo.

Il salmo è iniziato con la menzione della schiacciante opposizione, ora  termina con la nota di vittoria del Signore, con una dichiarazione di fede in Dio come suo salvatore.

La fiducia di Davide risuona in un'affermazione teologica senza tempo.

Liberazione e benedizione provengono solo dal Signore. 

Vediamo:
A)Il significato di salvezza.
La fede di Davide riguarda la salvezza.

Davide guarda a Dio come il solo che lo può salvare (Cfr. Salmo 27:5-6). 

“Salvezza” (yešûāh come v.2) indica liberare dal pericolo, dall’angoscia.

“Salvezza” viene da una parola (yasha`come il v.7) che significa “essere ampio, spazioso”. 

Il senso è di “fare largo, spazio”, “far posto a qualcuno”, contrario di essere affollato, schiacciato, compresso fino a farti mancare il respiro, quindi angosciato per la mancanza di aria. 

Perciò la salvezza richiama a una persona in pericolo, schiacciato da un problema, quindi a una liberazione da limitazioni, o da esperienze opprimenti, fisiche e psichiche (Salmi 13:5; 22:1; 34:6; 35:3; 62:1). 

Questo passo ci dice:
B)La sorgente della salvezza
“Al SIGNORE appartiene la salvezza”.

Isaia 43:11 afferma: “Io, io sono il SIGNORE, e fuori di me non c'è salvatore”. 
(Giona 2:10; Apocalisse 7:10). 

La salvezza è nel Signore e in Lui solo, non esistono altri soccorritori in grado di salvarci dai nostri nemici, e soprattutto, dai nostri peccati e dal maligno! 

Non siamo salvati dai peccati per le nostre opere, la salvezza appartiene a Dio! 

La salvezza è un dono della grazia di Dio!

Efesini 2:8-9 dice: “Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori”.

Questa salvezza è in Gesù Cristo, grazie al Suo sacrificio sulla croce (per esempio Romani 3:21-28; Efesini 2:4-7).

La nostra salvezza in Gesù Cristo è una salvezza certa! (per esempio Giovanni 6:37-40; 10:28-30; Romani 8:28-39; Filippesi 1:6).

C'è una storia comunemente conosciuta che viene dalla vita di Martin Lutero. Si dice che un giorno il diavolo si avvicinò a Lutero e cercò di usare il fatto che ogni persona è fallibile. Il diavolo presentò al riformatore una lunga lista di peccati di cui era colpevole. Quando ebbe finito di leggere, Lutero disse a Satana: “Pensate un po' meglio; dovete averne dimenticati alcuni”. Il diavolo ha fatto questo e ha aggiunto altri peccati alla lista. A conclusione di questo scambio, Martin Lutero disse semplicemente: “Va bene. Ora scrivi in inchiostro rosso su quella lista: ‘Il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato....’”. 

Non c'era nulla che il diavolo potesse controbattere a questo.

Davide aveva una crescente fiducia nel Signore, il Guerriero (Esodo 15:3-16) che aveva ed ha la capacità di liberare, il Signore forte e potente, potente in battaglia. (Salmo 24:8). 

Nessuna ostilità, o problemi di vario genere, sono più grandi di Dio, niente e nessuno lo può limitare, lo può ostacolare, nella Sua potenza salvifica! 

Pertanto possiamo essere sicuri della Sua salvezza!

Infine c’è:
C)La supplicazione in relazione alla salvezza.
Nel v.8 ancora leggiamo: “La tua benedizione sia sul tuo popolo!”

Il verso finale del salmo riflette come l’esperienza individuale sia estesa alla comunità, Davide non guarda solo a se stesso!

Chiunque si fida del Signore e lo chiama nel bisogno e nell'angoscia, troverà il Suo aiuto. 

Il Signore è l'unica fonte di salvezza e di benedizione per coloro per il suo popolo.

La vittoria appartiene a Dio (v.8), questo significa che c’è la benedizione (berāāh) di Dio sul popolo.

Se c’è la benedizione del Signore ci sarà anche la salvezza, non c’è vittoria se Dio non si compiace di darcela. 

La vittoria è impossibile senza la benedizione di Dio!!!! 

Dio aveva promesso la Sua benedizione sul popolo se fosse stato fedele al patto (Levitico 26; Deuteronomio 28). 

Una vita benedetta è l'ideale!

Una vita senza Dio, è una vita sotto la maledizione di Dio, è un incubo.

Per noi, oggi, la benedizione di Dio è in Cristo, in Lui siamo benedetti nei luoghi celesti come è scritto in Efesini 1:3. (cfr.Genesi 12:3).

Ma non dobbiamo pensare che qui sulla terra sia una cosa automatica, perché se camminiamo nel peccato non sarà così (per esempio Atti 5:1-11; 1 Corinzi 11:27-34).

CONCLUSIONE
Questo salmo è una preghiera appropriata per chiunque si trovi di fronte a situazioni difficili, dove, sia le nostre persone, che la nostra fede, possano essere attaccate.

Pertanto, di fronte a tale opposizione, i credenti devono rivolgersi a Dio in preghiera, con fede, consapevoli della Sua protezione e liberazione (vv.4-8).

Questo salmo ci presenta una verità fondamentale della fede in un Dio che salva.

Quando saranno attaccati, anche da molti avversari, che possono essere fisicamente, o moralmente, o spiritualmente, coloro che fanno parte del popolo di Dio, possono pregare con fiducia per la loro salvezza.

La chiave di tale fiducia deriva dalla conoscenza personale del carattere e della cura di Dio per il Suo popolo, rafforzata da un'esperienza personale di preghiera esaudita.

L'esperienza passata della liberazione di Dio fornisce motivazioni della fiducia per il presente.

Quindi non si tratta di una fiducia senza sostegno, o irrazionale, è una fiducia fondata sugli atti di liberazione di Dio.

Pertanto dovremmo essere uomini e donne di preghiera che conoscano la natura di Dio. 

Noi vediamo allora tre aspetti importanti.
Il primo aspetto è:
1)La fiducia.
Il punto centrale di questo salmo è: l'attività salvifica di Dio. 

Questo salmo ci dice che solo al Signore appartiene la salvezza!

Chi ha fede in Lui, non gli sarà negata!

Mentre i nemici del salmista negano che Dio lo aiuterà, il salmista prega il Signore, ed è convinto sulla Sua salvezza, perché crede in un Dio che salva!

Il salmo parla della certezza che Dio protegge e libera coloro che si fidano di Dio, che sono circondati da problemi e sopraffatti dalle preoccupazioni. 

Sebbene siamo assaliti da molti nemici, il Signore, combatte e sconfigge  tutte le ragioni della nostra paura, tutte ciò che ci terrorizza, o ci preoccupa!

Abbi fede!

Questa fede sarà alimentata dalla parola di Cristo (Romani 10:17).

Tramite la lettura e la meditazione delle Scritture possiamo conoscere Dio, il Suo carattere e le Sue azioni,   e avere comunione con Lui, e insieme alla preghiera, fortificheranno la nostra fede, che sarà ulteriormente rafforzata quando sperimenteremo le azioni di Dio nella nostra vita personale.

Quando le tempeste delle prove, sembrano travolgerci, noi dobbiamo confidare nel Signore della salvezza!

Questo salmo è:
2)Un avvertimento.
Il salmista contraddice l’affermazione falsa dei suoi nemici che Dio non lo salverà.
In questo modo, questo salmo, offre un avvertimento del pericolo per coloro che presumono con arroganza, chi Dio favorisce e chi non favorisce, chi salva e chi non salva.

L’uomo di fede non deve ascoltare queste falsi affermazioni, ma la verità della rivelazione di Dio, la verità che Dio è misericordioso, fedele e salva.

Infine in questo salmo vediamo:
3)L’incoraggiamento.
Il salmo offre incoraggiamento a coloro che sperano nella salvezza del Signore. 

Chi fa parte del popolo di Dio deve aver fiducia nella Sua salvezza, che Dio può ogni cosa, è più grande di tutti i nostri e i Suoi nemici!

Se appartieni al Signore, questo salmo è un grande incoraggiamento per te!
Per te che preghi con fiducia! 
Che conti sulla grazia di Dio e non sulle tue forze!




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