Aggeo 2:23: La sovranità di Dio (2)
Questo versetto fa parte del quarto e ultimo messaggio di Aggeo.
Aggeo nei vv.21-23 parla della sovranità di Dio che farà tremare i cieli e la terra, rovescerà il trono dei re, distruggerà la potenza dei regni delle nazioni, rovescerà i carri e quelli che ci sono sopra, farà cadere cavalli e cavalieri, farà in modo che si uccideranno tra di loro.
In questo versetto Aggeo continua a parlare di Sovranità di Dio.
Una delle caratteristiche della sovranità di Dio è quello di fare ciò che gli piace (Salmo 115:3), e non deve dare conto a nessuno (Daniele 4:34-35).
Dio è il vasaio e noi siamo l’argilla, può fare quello che gli pare, e lo farà secondo il Suo carattere e volontà, come Sue creature non possiamo permetterci di contestarlo, (Isaia 29:16; 45:9; Romani 9:19-21).
La sovranità di Dio è il potere di assoluta autodeterminazione, cioè Dio non è soggetto ad altre forze esterne a Lui.
Nella sua autodeterminazione assoluta le scelte di Dio sono determinate solo dalla Sua stessa natura e dai Suoi scopi, al contrario di quella umana, o angelica, che spesso è influenzata, in modo decisivo da fattori diversi, o esterni, alla loro stessa natura, o ai loro scopi, dalle azioni degli altri ,o da vari eventi che accadono.
Inoltre la sovranità di Dio è assoluta significa anche che le Sue scelte e il Suo controllo coprono tutte le persone, nazioni, azioni, natura e così via.
L’autorità di Dio è suprema, finale e completa su tutto e tutti (per esempio 1 Cronache 29:11-12).
Qualunque cosa accada, deriva dalle Sue decisioni e dal Suo controllo.
La volontà sovrana di Dio è anche libera, poiché nessuno lo costringe a fare nulla.
Far parte del Suo popolo e quindi della Sua chiesa, è il frutto della sovrana grazia di Dio (Deuteronomio 4:37; 7:7-8; Matteo 24:22,24,31; Luca 18:7; Romani 9:15-16; 1 Corinzi 1:27–28; Efesini 1:4; 2:8-10; Colossesi 3:12; 1 Tessalonicesi 1:4–5; 2 Tessalonicesi 2:13; 2 Timoteo 1:9; 2:10; Tito 1:1; Giacomo 2:5).
Così Dio è sovrano nello scegliere i Suoi servitori! (per esempio Geremia 1:4-5; Giovanni 15:16; Romani 9:12-13; Galati 1:15).
Come ha fatto con Davide (1 Samuele 16:1-13), e quindi con la sua stirpe (2 Samuele 7:12-16).
Cominciamo a vedere nella sovranità:
I LA SCELTA DI DIO (v.23)
Lo scopo principale dell’ultimo messaggio di Aggeo, è di annunciare le intenzioni del Signore nell’innalzare un nuovo leader per il Suo popolo.
Nel v.23 leggiamo: “’Quel giorno’, dice il SIGNORE degli eserciti, ‘io ti prenderò, Zorobabel, figlio di Sealtiel, mio servo’, dice il SIGNORE, ‘e ti terrò come un sigillo, perché io ti ho scelto’, dice il SIGNORE degli eserciti.”
Questo è il fulcro dell’ultimo passaggio, e quindi è uno dei temi principali della profezia di Aggeo.
Infatti, per ben tre volte, nel v.23, è sottolineta che questa è una rivelazione del Signore.
Il Signore distrugge il potere degli imperi mondiali, al fine di stabilire il Suo regno con il Suo rappresentante Zorobabel.
C'è un annuncio della scelta sovrana di Zorobabel da parte del Signore.
Le parole usate d’Aggeo, è un linguaggio usato altrove nella Bibbia ebraica per descrivere coloro che sono scelti dal Signore, quindi l’elezione.
Il governatore è scelto per svolgere un ruolo importante nei piani del Signore per il futuro.
Noi vediamo tre aspetti importanti.
Il primo aspetto è:
A)La stagione
“Quel giorno”.
“Quel giorno” secondo alcuni studiosi si riferisce al contesto della fine dei tempi (contesto escatologico).
Per esempio Thomas Edward McComiskey osserva: “’In quel giorno’ è una solenne introduzione escatologica che dà grande rilievo a questo versetto”.
“Quel giorno” si riferisce al futuro, alla fine dei tempi, a un momento specifico in cui il Signore agirà in modo decisivo.
L’idea di un “giorno” futuro appare circa venticinque volte nel libro di Zaccaria e otto volte nei capitoli finali di Malachia (da 3:2).
La frase è anche usata dagli altri profeti che guardano al futuro tempo di adempimento legato al tempo della fine dei tempi chiamato anche “giorno del Signore” (per esempio Isaia 2:11-20; Geremia 25:33; Amos 8:3,9) per riferirsi al tempo in cui il Signore stabilirà il Suo regno sulla terra in gloria (per esempio Osea 1:5; 2:18; Gioele 1:15; 4:18; Amos 9:11).
Ma non ci viene data una data specifica, per le azioni qui descritte, si riferisce a futuro indefinito.
Nel giorno del Signore, i Suoi nemici riceveranno la loro giusta desolazione (per esempio Isaia 13:9-11; Geremia 46:10; Sofonia 1:14-18), mentre quelli che lo temono, faranno parte del Suo regno e prospereranno (Geremia 30:7-11; Gioele 3:18-20; Sofonia 3:14-20; 2 Pietro 3:10-13).
Il secondo aspetto importante è:
B)La speranza
“Io ti prenderò, Zorobabel, figlio di Sealtiel”.
Quando il Signore rovescerà gli imperi del mondo, prenderà Zorobabel.
La mediazione del dominio del Signore avviene attraverso un re dalla casa di Davide come vediamo in questo versetto, che conferma la promessa che il Signore aveva fatta a Davide moltissimi anni prima (2 Samuele 7:16).
Così il rovesciamento di potenze straniere (v. 22) pone le basi per il rinnovamento del trono davidico.
“Io ti prenderò, Zorobabel, figlio di Sealtiel, mio servo’, dice il SIGNORE”.
“Prenderò” (ʾeqqāḥăkā – qal imperfetto attivo) indica selezionerò, o sceglierò.
“Prendere” (lāqaḥ) è usato per esempio, per designare l’elezione di Abramo (Genesi 24:7) l’elezione del popolo di Dio(Esodo 6:7; Deuteronomio 4:20,34) e anche di Davide (2 Samuele 7:8; Salmo 78:70), di Amos (Amos 7:15).
Zorobabel, della stirpe di Davide sarà scelto come rappresentante speciale del Signore tra il Suo popolo.
Come il Signore “prese” (prendere lāqaḥ) Davide dal prendersi cura del gregge e lo nominò re (2 Samuele 7:8; Salmo 78:70), così “prenderà” (prendere – lāqaḥ), sceglierà Zorobabel
per un ruolo unico!
Il signore per bocca di Aggeo dice ancora: “Ti terrò come un sigillo, perché io ti ho scelto”.
“Ti ho scelto” (bāḥartî –qal perfetto attivo) si riferisce all’elezione (Deuteronomio 7:7; 1 Samuele 2:28; Neemia 9:7; Salmo 135:4).
“Ti ho scelto” sottolinea il concetto di selezione divina intenzionale avendo in mente una funzione specifica.
Il brano parla di promesse future, sebbene il linguaggio sia in qualche modo contenuto, non dice molto.
Non sono indicate né le circostanze dettagliate, né i tempi precisi per l'adempimento della promessa.
Zorobabel rappresenta la rinnovata benedizione di Dio sulla linea reale davidica.
Infatti, la designazione “figlio di Sealtiel" ci fa capire che Zorobabel era di stirpe davidica (cfr. 1 Cronache 3:17).
Come Davide fu scelto dal Signore (1 Samuele 16:8–12; 2 Samuele 6:21; Salmo 78:70; Isaia 42:1), ora il Signore dice di aver scelto Zorobabel.
Zorobabel sarà più che un governatore di Giuda, sarà l'erede al trono del suo antenato e predecessore Davide, avrà un regno assoluto e universale.
Quindi, Zorobabel è qui menzionato, non tanto per ciò che era personalmente quanto per ciò che rappresentava come sovrano dalla casa di Davide.
Così, non solo il Signore aveva restaurato la nazione, ma è rinnovata ancora la promessa alla stirpe di Davide, attraverso la quale sarebbe arrivato il Messia:Gesù!
Per questa ragione Dio ha rovesciato re e vinto imperi!
Non saranno più i re di questo mondo a governare, ma il re messianico!
Il popolo, ai tempi di Aggeo, attendeva questo momento futuro, il giorno in cui Dio sarebbe intervenuto per schiacciare coloro che gli si opponevano ed esaltare il suo Unto per regnare.
Il popolo non vedeva l'ora che questo giorno arrivasse, il giorno in cui il Signore avrebbe dato le nazioni al Suo Unto come sua eredità e le estremità della terra a lui come suo possesso (Salmo 2:8).
IL popolo poteva aspettare con fiducia perché questa era la volontà di Dio (Salmo 2:6).
Cancellare le promesse davidiche avrebbe significato dimenticare la fedeltà di Dio, che non mente, o cambia idea (Numeri 23:19).
La presenza di Zorobabel in mezzo a loro, era la chiara evidenza di ciò, insieme alla parola profetica del Signore.
Quando Gesù ritornerà, porterà liberazioni, salvezza, trionfo sui nemici e sul peccato!
La promessa rinnovata a Zorobabel, ci ricorda che Dio non abbandonerà mai il Suo popolo, quindi anche noi, se facciamo se ne facciamo parte, perché Dio è fedele!
Dio non si arrenderà con noi!
Anche se spesso falliamo e lo deludiamo, non sarà mai infedele e mai ci lascerà al nostro destino! (Cfr.2 Timoteo 2:13), perché Dio è immutabile (Malachia 3:6) e fedele (1 Corinzi 1:9).
Il terzo aspetto è:
C)Il servo.
“’Mio servo’, dice il SIGNORE.”
“Servo” (ʿeḇeḏ) indica schiavo.
“Servo” e “scelto” si trovano insieme in Isaia (per esempio Isaia 41:8; 42:1; 44:1).
“Servo” è usato da coloro che il Signore ha assegnato a un compito particolare.
Victor Nyquist diceva: “Non fai un favore a Dio servendolo. Ti onora permettendoti di servirlo”.
Quindi, essere “servo di Dio” è un grande onore nella Bibbia; aveva un titolo onorifico perché per gli israeliti, Dio è il Signore assoluto da cui l’uomo dipende; per questo motivo essere scelto dal Signore per servirlo, non era qualcosa di degradante, ma era considerato privilegio e onore, autorità.
Grandi uomini di Dio come Abramo (Salmo 104:42); Mosè (Giosuè 14:7; 1 Re 8:53-56; Salmo 104:26,42; Daniele 9:11); Daniele (Daniele 6:20; Malachia 3:24; Apocalisse 15:3); Giosuè (Giosuè 24:29; Giudici 2:8); Caleb (Numeri 14:24; il Messia (Isaia 52:13; 53:11); quindi i profeti, erano considerati servi (2 Re 9:7; 17:13; Geremia 7:25; 26:5; 29:13; Ezechiele 38:17; Amos 3:7; Daniele 9:10), così anche Paolo (Galati 1:10).
Ma “servo”, viene usato specialmente come designazione di Davide come re, sia in riferimento alla persona storica di Davide e sia a una figura escatologica che sarà simile a Davide, cioè Gesù (2 Samuele 7:5,8,25,29; 1 Re 8:66; 1Cr.17:4; Salmo 78:70; 89:3; 132:10; Isaia 42:1; 49:5-6; 50:10; 52:13; 53:11; Ezechiele 34:23; 37:24).
Anche tutti i cristiani hanno il privilegio di essere chiamati servi di Dio (Colossesi 4:12; 2 Timoteo 2:24), e sono esortati a servirlo con zelo (Romani 12:11), questo è uno degli scopi della conversione (1 Tessalonicesi 1:9).
Chi stai servendo?
Forse pensi che non vali niente e ciò che fai non ha senso!
Ma non è così!
Vance Havner diceva: “Non ci sono compiti banali nell'opera del Signore”.
Dio ti ha dato dei doni spirituali, e hanno tutti la loro importanza (cfr. Romani 12:3-8; 1 Corinzi 12:20-22), e vanno usati per condividerli con gli altri, per la loro edificazione e per la gloria di Dio (1 Pietro 4:10-11).
Consideriamo ora:
II IL SIGILLO DI DIO (v.23)
Nel v.23 è scritto: “E ti terrò come un sigillo, perché io ti ho scelto’, dice il SIGNORE degli eserciti”.
Il sigillo di Dio significa la:
A)Rappresentazione del potere
Zorobabel sarà come un sigillo.
“Il sigillo” (ḥôtām), era usato per sigillare, autenticare documenti ufficiali regali e dichiarazioni giuridiche (per esempio Genesi 28:18; Ester 8:10; 1 Re 21:8).
Il sigillo era indossato al dito, come un anello (Geremia 22:24), o su una catena intorno al collo a forma di cilindro con un'impressione sollevata su di esso (Genesi 38:18); oppure era indossato con un braccialetto (Cantico dei Cantici 8:6).
Un anello con sigillo era molto prezioso; non doveva mai lasciare il corpo della persona a cui era stato affidato, o a chi gli apparteneva, in questo caso si riferisce al re.
L’anello con sigillo era molto importante per gli antichi re: era la rappresentazione di chi era.
Il sigillo, era un simbolo della regalità nel mondo antico, dell’autorità regale, ed era impresso sulla cera su tutti i documenti ufficiali importanti (Genesi 41:41–42).
In Aggeo segna un episodio importante nello sviluppo storico di Giuda dopo l’esilio e il ritorno in patria.
C’è allora la:
B)Riabilitazione
La parola di affermazione di Aggeo, ribalta la maledizione divina della linea davidica pronunciata da Geremia sul re Ioachin (Conia) figlio di Ioachim, di Giuda (Geremia 22:24-30).
Il quarto messaggio di Aggeo ripristina la famiglia di Ioachim invertendo la precedente maledizione profetica e ristabilendo le disposizioni del patto davidico per perpetuare la dinastia del re Davide (2 Samuele 7:4-17).
Così “sigillo”, o “anello con sigillo" è un riferimento a Geremia, dove il re davidico Ioachin (Conia) è giudicato per ribellione a Dio, il Signore pronuncia il seguente giudizio: “’Com'è vero che io vivo’, dice il SIGNORE, ‘anche se Conia, figlio di Ioachim, re di Giuda, fosse un sigillo nella mia destra, io ti strapperei da lì’” (Geremia 22:24).
Come re davidico, Ioachin è la rappresentazione terrena dell'autorità del Signore, cioè come un anello con sigillo, tuttavia Ioachin sarà giudicato venendo rimosso dalla mano destra del Signore.
Questo è esattamente ciò che accadde quando il re babilonese Nabucodonosor tolse Ioachin dal trono e lo portò in esilio a Babilonia poco prima che Gerusalemme cadesse nel 586 a.C. (2 Re 24:8–17).
Il Signore ha gettato via il Suo anello con sigillo e ha rigettato il Suo unto (cfr. Salmo 89:38–45), e nessuno siederà sul Suo trono per governare Giuda dice Geremia 22:30.
Ma il Signore in Geremia 23:5-6 fa questa promessa: “’Ecco i giorni vengono’, dice il SIGNORE, ‘in cui io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà; eserciterà il diritto e la giustizia nel paese. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo sarà il nome con il quale sarà chiamato: SIGNORE-nostra-giustizia’”. (cfr. Geremia 33: 15–16
Quindi, secondo Geremia, il giudizio contro Ioachin, è stato momentaneo, fu solo per un certo tempo (cfr. 2 Samuele 7:14; Salmo 89).
Ora, però, Aggeo non sta dicendo che Zorobabel è il Messia; “ti terrò come un sigillo” equivale a una dichiarazione secondo cui, Zorobabel ripristinerà la linea davidica a Gerusalemme.
“Ti terrò come un sigillo”, allora, attestava la rinnovata elezione della linea davidica, rappresentata da Zorobabel, la persona in cui Dio aveva nuovamente dato l'autorità, promessa a Davide e alla sua dinastia.
La dignità messianica si riferisce al futuro (escatologico) e appartiene alla casa di Davide come Dio aveva promesso a Davide stesso.
Questa è un'efficace garanzia della promessa del Signore a Davide riguardo alla sua stirpe (2 Samuele 7:14-16), che in un momento futuro innalzerà un giusto re davidico, “un germoglio giusto”, cioè Gesù (Geremia 23:5; Zaccaria 3:8; 6:12; Matteo 1:6-16; Luca 3:27; Matteo 12:18; Giovanni 6:27).
Lo splendore del nuovo tempio e la gloria del trono di Davide, si adempiranno in Cristo, sia al Suo primo e infine al Suo secondo avvento, e riguarda quindi anche la chiesa.
Infine vediamo la:
C)Rassicurazione
Stuart Olyott lo riassume così: “Dio gettò i regni ed elevò un particolare individuo a un posto d'onore”.
Benché, le promesse del Signore per bocca di Aggeo non sono state realizzate nella persona di Zorobabel, comunque erano un grande incoraggiamento per Zorobabel e il popolo.
La profezia di Aggeo su Zorobabel riaccende le speranze messianiche per gli israeliti che erano state esiliate in Babilonia, e anche se ora, sono nella loro patria sono sempre sotto l’impero persiano.
La comunità aveva un disperato bisogno di una leadership politica stabile all'indomani dell'esilio babilonese.
Il messaggio di Aggeo, è una promessa, e indica che Dio rinnova le promesse alla casa di Davide (cfr. Geremia 33:17,22,26; Ezechiele 37:24-25).
Ma indirettamente, era un incoraggiamento per Zorobabel stesso che doveva guidare la ricostruzione del tempio.
Il Signore sosterrà Zorobabel, lo proteggerà come un anello con sigillo.
Quindi può continuare a ricostruire il tempio senza paura degli intrighi e dell'ostilità dei suoi nemici.
Per Zorobabel è anche una responsabilità perché doveva assicurarsi che i comandi di Dio fossero adempiuti come indicato dalla parola “sigillo”: quindi privilegio e responsabilità.
Ogni leader ha bisogno di incoraggiamento!
I leader possono stancarsi, essere sfiniti, sopraffatti e scoraggiati proprio come tutte le altre persone.
Spesso affrontano una pressione tremenda e devono affrontare regolarmente tante sfide!
Che grande energia può portare una parola d’incoraggiamento da parte di Dio!
È un incoraggiamento per noi tutti sia per gli impegni che Dio ci ha affidato, per le difficoltà dovute al servizio cristiano che stiamo svolgendo per il regno di Dio, e sia per come sta andando la nostra vita e la storia di questo mondo!
Come non dovevano preoccuparsi Zorobabel e il popolo, così non dobbiamo preoccuparci noi!
Non preoccupiamoci per gli sconvolgimenti politici, o per i vari sconvolgimenti nella nostra vita!
Non dobbiamo essere ansiosi di ciò che accade, o accadrà Dio guida la storia!
È il Signore degli eserciti!
Domina sui e sulle nazioni a Lui appartiene la vittoria!
L'affidabilità della promessa divina riguardante Zorobabel è sottolineata dalla triplice ripetizione delle parole solenni che è parola del Signore.
Infatti usa per ben due volte il nome Signore degli eserciti e Signore questo indica la Sua sovranità, che è il Signore della storia.
Significa che il Signore usa come Suoi strumenti, come un esercito ben organizzato (cfr. Giudici 8:6, 9:29; Isaia 34:2), ciò che ha creato.
Significa che Dio combatte per il Suo popolo (Salmo 24:7-10; Isaia 31:4-5; 37:16-37).
Significa che Dio è onnipotente.
CONCLUSIONE
C'è un tono culminante e trionfante in questo ultimo messaggio profetico in Aggeo.
Ciò che impariamo da questo testo sono diverse cose.
1)Dio agisce sempre per assicurare che i Suoi scopi saranno realizzati.
Tutti i piani di Dio saranno realizzati come è detto diverse volte nella Bibbia (per esempio Giobbe 42:2; Isaia 14:27; 46:9-10).
Nessuno può fermare la Sua mano!
Non ci sono ostacoli per Dio (Daniele 4:34-35).
Dio rende vano il volere delle nazioni, annulla i disegni dei popoli, la Sua volontà persiste per sempre! (Salmo 33:10-11).
Non vi è piano di Dio che possa essere ostacolato, cambiato, nessuno che possa fermarlo, o chiedergli conto delle Sue azioni!
Dio fa quello che vuole!
(Giobbe 42:2; Salmo 115:3; Proverbi 19:21; 21:30; Ecclesiaste 7:13; Isaia 14:27; 43:13; 46:10; 55:11; Efesini 1:11; Apocalisse 3:7; Salmo 115:3; 135:6).
Questo fatto dovrebbe essere un grande conforto per ogni credente.
Il Signore ha tutto sotto controllo, e guida la storia del mondo verso la sua fine culminante, quando stabilirà il Suo regno.
Perciò, per quanto scoraggianti e brutte possano essere le notizie che leggiamo, o vediamo, dobbiamo ricordare che il Signore ha il controllo di tutto e ciò che succede sia a livello generale e sia a livello individuale fa parte del Suo piano, dobbiamo allora fidarci di Lui.
Sapere che nulla accade nel mondo e nella nostra vita, a parte la volontà di Dio può spaventare chi è senza Dio, ma conforta chi gli appartiene!
Così, ogni volta che ci troviamo di fronte allo scoraggiamento, o alla paura, o al caos, dobbiamo ricordare che Dio non è colto di sorpresa da ciò che accade.
Handley C. G. Moule afferma: “ Non esiste una situazione così caotica che Dio non possa da quella situazione creare qualcosa di straordinariamente buono”.
Come poteva essere per i discepoli quando Gesù fu arrestato e ucciso, Dio stava compiendo la Sua volontà per la salvezza dei peccatori! (Atti 2:23; 4:27-28).
2)Dobbiamo credere che Dio mantiene le Sue promesse.
Come ha fatto con Davide, così farà anche con noi!
Dio non è un uomo da poter mentire, o pentirsi, quando promette una cosa, la farà! Manterrà la promessa! (Numeri 23:19).
Tra tutte le cose chi ci promette vi è la vita eterna (Tito 1:2).
Possiamo essere certi che Dio darà la vita eterna a tutti coloro che credono in Gesù Cristo che Lui ha mandato (Giovanni 3:16).
Dio è fedele!
Dio non abbandonerà il Suo popolo.
Dio non si arrenderà con noi!
Anche se spesso falliamo e lo deludiamo, non sarà mai infedele (2 Timoteo 2:11-13).
3)Dobbiamo aspettare attivamente il ritorno di Gesù Cristo.
L'adempimento della promesse a Zorobabel si sono adempiute con Gesù (Matteo 1:12; Luca 3:27).
Gesù è già venuto una prima volta, ha preso forma umana per salvare i peccatori dai loro peccati (Isaia 53:5; Matteo 1:21; Marco 10:45; Giovanni 3:16-17; Filippesi 2:5-8; 1 Timoteo 1:15).
Gesù realizza le speranze per il tempio (quindi la Sua chiesa) e il Messia nella Sua vita, morte e risurrezione, ma il Suo trionfo finale sulle nazioni che si oppongono a Dio e al Suo popolo sarà visto al Suo ritorno (1 Corinzi 15:20–28).
Le persone ai tempi di Aggeo guardavano per fede al futuro, i cristiani devono guardare indietro a ciò che Dio ha fatto in passato come garanzia e fiducia di ciò che ha promesso di fare in futuro.
I cristiani attendono con fede chi è venuto e deve venire:Gesù Cristo!
La fede nelle promesse di Dio non è mai un pio desiderio: è perfettamente razionale e radicata nella storia e nella rivelazione di Dio con il Suo popolo.
Mentre aspettiamo con fede il ritorno di Gesù Cristo, la nostra speranza di salvezza (Matteo 13:49; 24:3; 1 Tessalonicesi 1:9-10; 1 Timoteo 1:1; 2 Timoteo 4:8; Ebrei 9:28; 2 Pietro 1:3-4), siamo chiamati a servirlo in obbedienza e fedeltà, predicando e testimoniando di Lui, di ciò che è, di ciò che ha fatto, del Suo sacrificio, morte, resurrezione, ascensione e ritorno, del Suo insegnamento, sapendo che il Signore è con noi (Per esempio Matteo 28:18-20, Atti 1:8, Tito 2:12-13).
Siamo chiamati a predicare che chi rifiuta Gesù Cristo sarà perduto per sempre all’inferno! (per esempio Matteo 25:31-46; 2 Tessalonicesi 1:8-10).