Romani 8:28: Andrà tutto bene!
“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno”.
Ultimamente in piena emergenza epidemia del “coronavirus”, o “covid-19”, sono apparsi un po' dappertutto in Italia dei post-it: “Andrà tutto bene". È un post che invita alla speranza, a non arrendersi al pessimismo e a essere coraggiosi. Anche questo versetto dell’apostolo Paolo, scritto intorno al 56 d.C., incoraggia i cristiani di Roma a non perdere la speranza e a confidare sempre in Dio. In queste parole dell’apostolo, vediamo la provvidenza di Dio nel guidare e controllare tutti gli eventi e tutte le circostanze secondo il Suo disegno. Con “or sappiamo” Paolo sta affermando qualcosa che i cristiani già conoscevano e credevano. Prima di tutto Paolo ci dice che tutte le cose cooperano al bene. “Tutte le cose” (panta) comprende tutto senza limiti, si riferisce a tutte le circostanze, nessuna esclusa, sia le gioie e sia le sofferenze, sia le cose favorevoli e sia le cose più avverse, sia quelle belle e sia quelle brutte, ecco tutto ciò coopera per il bene secondo il disegno di Dio.
“Cooperano” (sunergei- presente attivo indicativo) indica che tutte le cose “lavorano insieme”. Da questa parola greca (cooperano-sunergei) deriva la parola “sinergia”, cioè quella collaborazione di più elementi che perseguono un fine comune, allo scopo di ottenere un effetto maggiore di quello che otterrebbero separatamente i singoli elementi. Ora, qualsiasi cosa accade alla sua vita, il cristiano ha la certezza che Dio la usa per il suo bene.
“Bene” (agathon) indica un alto standard di qualità, implica beneficio, vantaggio, utilità. Dio pensa per il bene del suo popolo (Deuteronomio 8:15-16; Geremia 24:5-7), e a volte usa le maniere forti, come l’afflizione per il bene (Salmi 119:71; Ebrei 12:10). Quindi il “bene” di cui parla Paolo non è necessariamente ciò che pensiamo sia la cosa migliore per noi, ma come implica il verso seguente, il bene è il piano di Dio nella vita dei Suoi figli, del Suo popolo, di coloro che gli appartengono. Infatti sia “quelli che amano Dio” (Isaia 56:6; Romani 5:5; 1 Corinzi 2:9; 8:3; Efesini 6:24; Giacomo 1:12; cfr. Esodo 20:6; Deuteronomio 5:10; 7:9; Neemia 1:5; Salmo 97:10; 145:20; Daniele 9:4), e sia i “chiamati" si riferisce ai credenti, a coloro che Dio ha salvato dai loro peccati (vv.29-30; Romani 1:6-7; 1 Corinzi 1:1,2, 24; Giuda 1; Apocalisse 17:14).
“Disegno” (prothesin) indica il proposito divino. Quando Paolo usa la parola “disegno”, lo fa di solito per sottolineare che le cose accadono per volontà sovrana di Dio come per esempio la Sua scelta di Giacobbe piuttosto che Esaù (Romani 9:11), o la predestinazione dei credenti (Efesini 1:11), oppure il disegno eterno attuato mediante Gesù Cristo (Efesini 3:9–11). Nei seguenti versetti (vv.29–30), il progetto di Dio è che il cristiano sia conforme all’immagine di Suo Figlio Gesù Cristo! “Immagine” (eikonos) indica la santificazione progressiva su questa terra, assomigliare a Gesù nel carattere (Colossesi 3:9-10; 2 Corinzi 3:18). Quindi, Dio usa tutte le circostanze per modellarci all’immagine di Gesù Cristo! Questo è lo scopo di Dio su questa terra per i veri cristiani (Galati 4:19; Efesini 4:13, Colossesi 1:28; Giacomo 1:3-4). Con questo in mente, dobbiamo allora considerare le difficoltà, le malattie, o qualsiasi altra cosa che ci fa soffrire, come uno strumento da parte di Dio per modellarci all’immagine di Gesù Cristo! La sofferenza ci può insegnare di più rispetto a un libro, o a un sermone!
Ma “immagine” indica anche la glorificazione finale in cielo e la nostra piena conformità all’immagine del Cristo glorificato (Filippesi 3:21; 1 Giovanni 3:2; 1 Corinzi 15:49). Quindi lo scopo di Dio è che i credenti siano come Cristo e condividano la sua gloria. Questo è il bene per cui Dio controlla, nella Sua provvidenza, tutte le circostanze, ed è per questo, al di là di quello che possiamo vivere su questa terra, al di là di ogni circostanza bella o brutta, gioiosa o triste, nel piacere o dispiacere, nella malattia o nella salute, nel dolore o nel sollievo, nel lutto o nel tripudio, possiamo affermare: “Andrà tutto bene", che non è una forma di ottimismo umano, ma la fiducia che viene da Dio e che crede veramente che Egli governa ogni dettaglio della nostra vita, come di tutti e di tutto, anche delle avversità, della vita come della morte (per esempio 1 Cronache 29:11-12; Salmo 47:2,8-9; Matteo 10:29-30; Giovanni 5:17; Efesini 1:11; Isaia 45:7; Lamentazioni 3:37; Amos 3:6; Deuteronomio 32:39; 1 Samuele 2:6; Salmo 30:3). Questo versetto, allora ci dice che non siamo nelle mani degli uomini, o degli eventi, o della natura, delle avversità, delle epidemie, delle malattie, ma siamo nelle mani di Dio che ha tutto sotto controllo. Noi cristiani dobbiamo rimanere fiduciosi anche se non possiamo capire pienamente, o non possiamo capire niente del perché accadono certe cose. Dio ha una logica diversa dalla nostra e noi non possiamo afferrarla come non possiamo afferrare i cieli! (Isaia 55:8-9). Nemmeno possiamo pretendere che Dio ci dia delle spiegazioni del Suo operato. Dio è Dio, è il vasaio, e noi siamo il vaso e può fare di noi, quello che vuole! (Geremia 18:3-6; Romani 9:19-21). Margareth Clarkson disse: “Non possiamo esigere da un Creatore Sovrano che si spieghi davanti alle proprie creature. Dio ha motivi validi e sufficienti per agire in un certo modo; noi confidiamo nella sua sapienza e nel suo amore”. Perciò la nostra reazione sarà di fiducia, serenità, accettazione senza risentimenti e amarezza verso Dio. Perché Dio è in grado di governare con sovrana saggezza, sovrana giustizia, sovrana fedeltà e sovrana perfezione, il vero cristiano può affermare: “Andrà tutto bene"! Inoltre, il vero cristiano è sicuro della vita eterna, della salvezza di andare nella gloria di Dio (Giovanni 3:16; Giovanni 10:28-30; Romani 5:1-11; 8:28-39; Filippesi 1:6), e di avere un corpo glorificato come quello del Cristo risorto, e anche per questo può dire: “Andrà tutto bene!" Per un vero cristiano “andrà tutto bene!" anche quando il suo corpo si ammalerà, soffrirà e morirà, perché andrà alla presenza di Dio a godere la felicità per sempre! (2 Corinzi 4:16-5:8; 1 Pietro 1:3-4; Apocalisse 21:1-4).
Hai questa certezza?
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