Salmo 13:1-2: Quando i problemi sembrano non finire mai!
“Fino a quando, o SIGNORE, mi dimenticherai? Sarà forse per sempre? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a quando avrò l'ansia nell'anima e l'affanno nel cuore tutto il giorno? Fino a quando s'innalzerà il nemico su di me?”
Il Salmo 13 descrive una situazione di grave crisi spirituale. Questo Salmo scandaglia le profondità dello smarrimento sull’orlo della disperazione prima di concludere con un'inaspettata confessione di fiducia. Queste domande esprimono profonde perplessità umane circa l’operato di Dio e il Suo effetto favorevole sulla vita umana. La lamentela fondamentale riguarda l'apparente indifferenza del Signore. Le domande esprimono il senso che Dio si è dimenticato e si è nascosto dall'attuale esperienza del salmista; il salmista sa di dipendere da Dio, che la benedizione dipende da questa relazione con Dio (cfr. Salmo 1); così il semplice pensare che Dio non sia più presente, porta inquietudine e dolore al salmista. Pensare di essere privi di ogni risorsa benefica che proviene da Dio, porta tormento a se stessi, una moltitudine di pensieri che cambiano in continuazione per uscire fuori dai problemi, o dalla sofferenza. Il salmista cerca il Signore, ma il sollievo non arriva e sembra ora che i suoi problemi non finiranno mai!! La luce non arriva, il suo essere interiore è sopraffatto dalle tenebre dell’ansia e dell’affanno.
Quindi, piuttosto che avere informazioni, queste domande con un barlume di fede, in mezzo a esperienze dolorose che scuotono la propria vita, cercano l’attenzione, la presenza e l'azione benedetta divina a favore di chi le fa, cioè Davide. Infatti, “nascondere il volto” è un antropomorfismo e significa “trattenere il favore” (cfr. Salmo 30:7), è un'espressione di estraniazione e maledizione (cfr. 30:7; 44:24; 88:14), invece il volto di Dio che splende sulle persone indica favore, benedizione, significa che Egli è benevolo verso di loro (cfr. Numeri 6:25-26; Salmo 4:6; 31:16; 67:1; 80:3,7,19). Dal punto di vista del salmista, Dio non solo lo ha dimenticato, ma gli ha anche negato il favore! A chi non è mai capitato di avere la sensazione che Dio sia assente nella propria vita e che non mostra la Sua grazia con una liberazione, e fa di tutto per venirne fuori, ma rimane sempre lì impotente, schiacciato e confuso dalla sofferenza, o dai problemi? Come il caso di Davide, ai problemi si aggiunge anche il tormento, l’inquietudine e l’affanno interiore; il suo problema era il suo nemico, e prega affinché Dio possa salvarlo, affinchè non possa morire. Anche se egli era sull’orlo della disperazione, non si arrende; alle parole urgenti e ansiose, al grido di un'anima afflitta e tormentata, ora vi sono parole di fede. Il salmo si conclude con una nota di fiducia e serenità, Davide confida nella bontà di Dio, e per fede sa che il suo cuore gioirà per la salvezza di Dio e lo loderà perchè gli ha fatto del bene (v.5). Per fede, il salmista è convinto che la lode scoppierà una volta che la liberazione sarà compiuta, ma la consapevolezza che questa stava arrivando creava già una serenità anticipatoria. Molti di noi non hanno nemici nel senso classico del termine, ma abbiamo problemi diversi, gravi, o meno gravi, di passaggio, o duraturi, di salute, o di lavoro, o familiari, o sociali, o spirituali e abbiamo la sensazione che Dio ci abbia dimenticato, che ci abbia nascosto il Suo volto, e presi dall’ansia e dall’affanno ci chiediamo: “Fino a quando durerà questa situazione? Fino a quando c’è da soffrire? Per quanto tempo ancora?“ Avere il senso dell’abbandono di Dio e forse la cosa più brutta che come credenti possiamo avere! Ma come lo scrittore di questo Salmo, siamo chiamati a superare la crisi con la fede! La relazione con Dio è una relazione di fede (cfr. Ebrei 11:6) e non di visione! (cfr. 2 Corinzi 5:7). È vero che Dio si compiace nella Sua grazia di manifestare la Sua presenza, ma noi dobbiamo ricordare che il nostro cammino spirituale è un cammino di fede. Ciò che c’insegna allora Davide è che quando i credenti si sentono abbandonati da Dio, dovrebbero pregare e lo dovrebbero fare sinceramente comunicando a Dio ciò che provano, e farlo con fede con la convinzione che Dio fa del bene, e avere la certezza della Sua salvezza, di conseguenza l’ansia e l’affanno faranno posto alla serenità, alla gioia e alla lode!