Una preghiera di dipendenza (Salmo 86:2,5-7) (2)
“C'è solo una cosa nel mondo che vale davvero la pena perseguire: la conoscenza di Dio” (Robert H. Benson).
È proprio così non solo perché nel conoscere Dio si ha la vita eterna, ma anche perché dalla conoscenza di Dio dipende la nostra salute spirituale.
Il salmo 86 è una preghiera che dichiara la dipendenza dal Signore.
Nella precedente meditazione di questo salmo abbiamo visto che la situazione di Davide era davvero brutta a causa di certi nemici che lo volevano morto (vv.7,13-14,17).
Continuiamo a meditare su questo salmo, considerando che la preghiera è la voce della fiducia in Dio e la motivazione.
La preghiera è la voce della fiducia in Dio (v.2)
Al v.2 leggiamo: “Salva il tuo servo che confida in te”.
Qualcuno ha detto: “L'orecchio di Dio è vicino alle labbra del credente”.
Dio è attento alle preghiere di coloro che si affidano a Lui.
“Confida” (bôṭēaḥ) è avere fede, riporre la propria fiducia in Dio! È credere in una persona fino al punto di affidarsi a lui, in questo caso a Dio.
“Confidare” esprime la sensazione di sicurezza e protezione che si prova quando si può fare affidamento su qualcuno, in questo caso Dio.
Davide era convinto che il Signore lo potesse salvare (vv.13,15,17) e pertanto prega fiduciosamente che lo farà! Il Signore gli risponderà! (v.7).
È la natura di Dio che spinge Davide a pregarlo per la sua salvezza!
La natura di Dio gli ricorda che la preghiera è la sua unica fonte di speranza!!
Nelle difficoltà, nella sofferenza dobbiamo concentraci con fede su chi è Dio!
Non dobbiamo permettere alla sofferenza di portarci all’incredulità!
Geoff Thomas diceva: “Il nostro più grande problema nella sofferenza è l'incredulità”.
Davide non era incredulo! Era abbattuto, preoccupato, ma non incredulo, aveva fiducia nel Signore!
Davide si fidava perché il Signore è buono, pronto a perdonare, misericordioso verso quelli che lo invocano; è l’unico Dio, è grande e fa meraviglie, è pietoso, lento all’ira e grande in bontà e in verità, un Dio che fa grazia (vv.5-7,10-13,15-17).
In ogni ambiente, in ogni circostanza e in ogni necessità di questo mondo caduto nel peccato, con le sue false glorie e tentazioni, il nostro più grande bisogno è quello di conoscere veramente il Signore.
Lo conosciamo attraverso la sua Parola, la Bibbia e questa conoscenza ci dà vita ma anche sostanza alle nostre preghiere.
Ma Dio vuole che lo conosciamo nel nostro cuore e con il cuore.
In questa conoscenza è importante che ci sia un coinvolgimento di tutto il cuore come ci fanno capire i vv.11-12.
Altrove, Dio ha ripreso il Suo popolo perché si avvicinava a Lui con le labbra e non con il cuore (Isaia 29:13; Matteo 15:8-9).
Vediamo la motivazione della preghiera fiduciosa (vv.5-7)
Nel v.5 Davide va dritto alle ragioni principali per cui i credenti possono avere fiducia nella preghiera: “Sei buono, pronto a perdonare, e misericordioso verso quanti t'invocano”.
La base della preghiera, o la sua anima, o incoraggiamento è conoscere il carattere di Dio.
Davide ha conosciuto Dio attraverso la Sua Parola e attraverso l’esperienza da credente.
È la conoscenza di Dio che lo tiene a galla, che lo sostiene anche in un periodo drammatico della sua vita.
Nei vv.6-7 c'è un senso di angoscia nelle parole del salmista che implora il Signore di aiutarlo, lo implora di ascoltare e di rispondere al suo grido di aiuto.
Noi leggiamo: “Porgi orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche. Io t'invoco nel giorno della mia angustia, perché tu mi risponderai”.
Nessuna crisi è più grande del Signore Dio Onnipotente!
Niente è troppo difficile e impossibile per Lui! (cfr. Genesi 18:14; Geremia 32:17; Matteo 19:26; Luca 1:37).
Le angustie di questa vita, duri e difficili da sopportare, non devono portarci alla disperazione, perché il Dio Onnipotente “è buono, pronto a perdonare, e misericordioso verso quanti t'invocano”.
Davide sa di dipendere totalmente dal Signore, sa che solo Lui lo può salvare da quella brutta situazione angosciante in cui si trova, infatti al v.7 dice “angustia”.
“Angustia” (ṣārāh) è costrizione, difficoltà e pressione da cui il richiedente deve essere liberato da una mano potente.
La parola angustia è un tipo di sofferenza che è oppressivamente dolorosa, considerevole e sempre presente, e un problema da cui Davide è impotente a liberarsi e si affida al Signore con la certezza che esaudirà la sua preghiera.
Il v.7 è una dichiarazione di determinazione fedele ad aggrapparsi al Signore!
Agostino di Ippona diceva: “In tutte le difficoltà si dovrebbe cercare Dio. Non dovresti metterlo contro i tuoi problemi, ma dentro di loro. Dio può alleviare i tuoi problemi solo se ti aggrappi a lui nella tua ansia. Le difficoltà non dovrebbero essere realmente pensate come questa cosa, o quella in particolare, poiché tutta la nostra vita sulla terra comporta difficoltà; e attraverso le difficoltà del nostro pellegrinaggio terreno troviamo Dio”.
Ci sono alcune preghiere per certe circostanze, come questa di Davide che ci si aggrappa con forza al Signore!
Per Davide non era un aggrapparsi a un’illusione, perché Dio è vivente e vero! (cfr. 1 Tessalonicesi 1:9).
Il Signore mostra la Sua misericordia verso quelli che lo invocano con fede!
Come diceva il teologo Giovanni Calvino: “La porta è chiusa alla preghiera se non è aperta con la chiave della fiducia”.
I depositi inesauribili e variegati di Dio sono aperti alla voce della preghiera fatta con fede (cfr. Matteo 8:13; 9:27-35; Ebrei 11:6).
Nella preghiera, le parole di Davide ricordano a Dio l'essenza della Sua natura, in questo modo sta dicendo la motivazione perché Dio deve ascoltarlo e per cui lo ascolterà e cioè perché è buono, pronto a perdonare, e misericordioso verso quanti lo invocano.
Così Dio ascolterà a causa di chi è piuttosto a causa di chi è il supplicante, o cosa fa il supplicante!!
Sapendo che il Signore ha agito verso il Suo popolo nel corso della storia, Davide è incoraggiato a rivolgersi a Lui nel momento del bisogno.
La fiducia in Dio di Davide si basava su ciò che Israele ha conosciuto di Dio fin dai tempi più antichi con altri prima di lui, infatti molti anni prima Mosè sperimentò quella che divenne una confessione liturgica della comunità: “Il Signore passò davanti a lui, e gridò: «Il Signore! Il Signore! Il Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà” (Esodo 34:6; cfr. Numeri 14:18; Neemia 9:17; Giona 4:2; Gioele 2:13; Salmo 103:8; 145:8).
Dunque, oltre a rassicurare le paure di Davide, questa famosa confessione è stata sperimentata da generazioni di credenti passati.
James Luther Mays a riguardo afferma: “La preghiera non si basa solo sulla propria fede personale, ma sulle antiche e continue confessioni di tutta la comunità”.
Davide trova forza nella conoscenza di Dio condivisa dalla comunità attraverso molte generazioni, fa appello alle solide verità della natura di Dio che il suo popolo aveva celebrato per generazioni.
I suoi antenati nella fede avevano sperimentato che Dio era il Signore, ora Davide segue il loro esempio di fede ed è convinto che la sua supplica non andrà a vuoto, non si disperderà nell’aria, per la natura di chi è Dio!
Quindi, non siamo soli a credere e a confessare che Dio è misericordioso e pietoso, paziente e ricco in bontà e fedeltà (vv.5,15), questo è davvero incoraggiante e stimolante per continuare ad avere fede nel Signore e a pregarlo fiduciosamente con la certezza che opererà!
La natura di Dio è la fonte, la base, la forza, l’alimentazione della nostra fede e nella preghiera fiduciosa!
Così anche noi oggi, insieme alle diverse generazioni che hanno sperimentato la natura di Dio, siamo incoraggiati a fare appello in preghiera alla Sua bontà, clemenza e misericordia!
Molte volte siamo bloccati nella preghiera perché sappiamo che siamo mancanti davanti a Dio, ma dobbiamo sempre ricordare che Dio buono, pronto a perdonare e misericordioso!
“La sua misericordia è così grande da rendergli impossibile respingere chiunque implori il suo aiuto" (Giovanni Calvino).
Inoltre Dio è ricco in misericordia! (Efesini 2:4-5).
Dio non dispensa la Sua misericordia da un piccolo e magro deposito che si può esaurire da un momento all’altro, ma da un deposito incalcolabile, di infinite ricchezze della Sua misericordia che insieme alla Sua bontà e perdono scorrono in abbondanti flussi verso coloro che lo invocano!
Davide per fede, era sicuro che il Signore gli avrebbe risposto positivamente, che lo avrebbe salvato dalla morte, si aspettava il soccorso e la consolazione da Dio conoscendone la Sua natura (vv.13,15,17).
Dunque alimenta la tua conoscenza di Dio e la fede attraverso la Parola di Dio (cfr. per esempio Romani 10:17) così sarai più preparato quando affronterai situazioni difficili, quando sembra che il mondo ti sta per crollare addosso!
“Il cristiano è forte o debole a seconda di quanto strettamente ha coltivato la conoscenza di Dio” (A. W. Tozer).