Giudici 7:2: Tutta la gloria deve essere di Dio
“Il SIGNORE disse a Gedeone: ‘La gente che è con te è troppo numerosa perché io dia Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi di fronte a me, e dire: -È stata la mia mano a salvarmi-’".
Nulla può impedire al Signore di salvare con molta, o poca gente! (1 Samuele 14:6).
Gedeone fu chiamato da Dio a capo d’Israele e quindi a combattere contro i Madianiti e i loro alleati (Giudici 6:33) che si preparavano ad attaccare ancora una volta gli Israeliti. Il popolo di Dio non aveva il numero, l'esperienza, o l'equipaggiamento militare per competere contro il suo nemico, ma la vittoria non era in discussione, perché la vittoria non era militare, ma teologica: a Dio appartiene la vittoria! (cfr. 2 Re 5:1; Proverbi 21:31; Salmo 33:10-22).
Dio chiama Gedeone per sconfiggere i più numerosi Madianiti (Giudici 6:5,14-16; 8:10). Ma come avrebbe interpretato Israele la vittoria se con Gedeone ci sarebbe stato tutto il contingente di uomini: 32.000 che hanno risposto alla sua chiamata?
Il Signore conosce quando il cuore dell’uomo sia orgoglioso (cfr. per esempio Deuteronomio 8:11-17; Daniele 4:30-32; 5:18-21; Atti 12:21-23).
Gli Israeliti potevano confidare orgogliosamente in se stessi e avrebbero potuto pensare che la vittoria fosse opera loro invece che di Dio, si sarebbero presi il merito della vittoria, come dice il nostro testo.
Il Signore non condivide la Sua gloria con nessuno! (cfr. Isaia 42:8; 48:11). Quindi l'esercito di Gedeone doveva essere ridotto, così per volontà di Dio, 22.000 andarono via e ne rimasero 10.000. Ma questo non bastava; “il SIGNORE disse a Gedeone: ‘La gente è ancora troppo numerosa; falla scendere all'acqua dove io li sceglierò per te. Quello del quale ti dirò: Questo vada con te, andrà con te; e quello del quale ti dirò: Questo non vada con te, non andrà’” (Giudici 7:4).
Gli uomini furono portati al fiume per bere, e secondo le istruzioni del Signore, furono scelti chi lambiva l’acqua con la lingua, questi furono 300 uomini, gli altri 9.700 andarono via ognuno nelle loro case.
Con i 300 il Signore libererà Israele dai Madianiti (Giudici 7:5-7,9-25); in questo modo la vittoria ottenuta con 300 uomini su migliaia di uomini dell’esercito di Madian con i suoi alleati, renderebbe chiaro il ruolo determinante di Dio, sarebbe stato palese che la vittoria era la Sua, e tutta la gloria sarebbe andata a Lui (cfr. Salmo 115:1).
John MacArthur commenta: “Gli uomini di fede, benché inadeguati per via dell’umana debolezza, ottengono la vittoria in virtù della potenza di Dio (cfr. 2 Corinzi 3:5; 4:7; 12:7-9). Così 300 uomini sconfissero un esercito nemico incredibilmente numeroso (Giacomo 7:7,16-25) e tutta la gloria fu tributata a Dio per un’impresa attribuibile esclusivamente alla sua potente mano, che non presta il fianco allo scellerato orgoglio umano”.
Il punto allora è che i semplici numeri stessi non sono una garanzia di successo; è la presenza del Dio Sovrano che assicura la vittoria ed è in grado di operare attraverso un pugno di uomini contro migliaia di uomini!
Il Signore dimostra di poter compiere grandi cose anche attraverso gli strumenti più deboli e improbabili che non ci si aspetta (cfr. per esempio 1 Samuele 16:4-13; Matteo 1:1-17).
Chisholm Robert Junior a riguardo scrive: “In effetti, più scuro è lo sfondo, più vivida e notevole è la manifestazione divina che ci si può aspettare. Contro ogni probabilità schiacciante, Dio libera in un modo che non dovrebbe lasciare dubbi sulla sua sovranità e sul suo diritto all'unica adorazione di Israele”.
La gloria va a Dio anche nel piano di salvezza dai peccati, infatti in Cristo, in 1 Corinzi 1:30-31, dopo aver parlato dell’elezione dei credenti a Corinto che non erano certamente meritevoli, o che avessero qualcosa di speciale, Paolo scrive: “Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; affinché, com'è scritto:’Chi si vanta, si vanti nel Signore’”.
A Dio va la gloria! La vittoria come anche la nostra salvezza dai peccati, non è per meriti nostri, ma merito di Dio!
Possiamo ancora riflettere sul fatto che a volte Dio ci chiede di intraprendere grandi compiti efficacemente con poche risorse, affinché la gloria sia riconosciuta a Dio com’è giusto che sia.
Nella nostra debolezza si manifesta la grazia e la potenza di Dio (2 Corinzi 12:7-10).
Ci saranno spesso momenti in cui Dio ci toglie delle sicurezze che possono essere beni materiali, o persone a cui ci appoggiamo e ci porta in situazioni in cui diventiamo consapevoli delle nostre debolezze affinché ci rende più dipendenti da Lui e ogni fiducia umana è spogliata in modo tale e con chiarezza la gloria così va a Lui.
Allora non perdiamo la speranza e loda con fede il Signore anche se le tue forze sembrano poche, se ti senti debole, perché Dio proprio in queste circostanze che si manifesta e dimostra la Sua grazia e potenza!
Inoltre, Dio a volte ci porta con le spalle al muro, in situazioni difficili dove siamo impotenti per manifestare la Sua forza liberatrice per la Sua gloria (cfr. Giovanni 11:1-44; 2 Corinzi 1:8-9).
Allora abbi sempre fede nel Signore di grazia e potenza!