Deuteronomio 1:29-33: Il Signore è con te!
Nel romanzo “In Requiem for a Nun A Play”, William Faulkner a uno dei suoi personaggi gli fa dire: “Il passato non è mai morto. Non è nemmeno passato".
Nella vita cristiana, ricordare gli errori del passato sia nostri, o degli altri e come Dio ha operato è importante, perché possiamo crescere spiritualmente e la nostra fede può essere fortificata, o stimolata nell’affrontare le nostre sfide.
Il passato, in questo senso, non deve mai morire!
Soprattutto come Dio si è manifestato, come ha operato nella storia!
Così dalla storia di Dio con il popolo d’Israele, da questa storia passata, possiamo imparare delle verità che rafforzano la nostra fede nel Signore e possiamo essere incoraggiati nelle sfide che ci aspettano.
Mosè stava ricordando al popolo di Israele la storia dei loro padri nel viaggio dall’Egitto fino al Giordano e di come si rifiutarono di prendere possesso di Canaan per paura degli Amorei e degli Anachiti (cfr. Numeri 13-14).
Ora la nuova generazione aveva la loro stessa opportunità di conquistare Canaan e la stessa possibilità di rifiuto dei loro padri.
Mosè voleva che la nuova generazione non ripetesse gli stessi errori!
Cominciamo a vedere:
I IL RICHIAMO
“Non vi spaventate e non abbiate paura di loro” (v.29).
Alfred Krupp (1854-1902), il produttore di acciaio prussiano, era così spaventato dalla morte tanto da non perdonare mai chi ne parlava in sua presenza. A tutti i suoi impiegati era severamente proibito, per paura di essere licenziati, di parlare della morte quando lui era nei paraggi.
Un parente di sua moglie, che era in visita da loro, morì improvvisamente, e Krupp fuggì dalla casa in preda al terrore.
Più tardi, quando sua moglie lo rimproverò per il suo gesto, l’abbandonò e non visse più con lei.
Quando cominciò a vedere che stava invecchiando, offrì al suo medico una somma pari a un milione di dollari se gli avesse prolungato la vita di dieci anni. Naturalmente nessun medico può garantire la vita a qualcuno, e Krupp morì.
Anche il popolo d’Israele aveva paura; aveva paura di prendere in possesso della terra che Dio aveva loro promesso, perché la popolazione locale era più forte, fisicamente più potenti, e allora avevano perso coraggio (Deuteronomio 1:19-28).
Dio aveva incoraggiato il Suo popolo a non aver paura con una doppia negazione: “Non vi spaventate” e “Non abbiate paura”.
L’Ebraico “non vi spaventate” (lōʾ-taʿarṣûn – Qal imperfetto attivo - cfr. per esempio Deuteronomio 1:29; 7:21; 20:3; 31:6; Giosuè 1:9; Giobbe 31:34; Isaia 8:12), indica non essere terrorizzati, letteralmente “tremare dalla paura”, indica il corpo scosso come da un terremoto, che trema dal terrore.
L’Ebraico “non abbiate paura” (lōʾ-tîrĕʾûn – Qal imperfetto attivo) è essere in uno stato di grande angoscia e profonda preoccupazione per il dolore, o circostanze sfavorevoli.
In questo caso, la paura nasce dalla minaccia di una guerra, dal terrore di un esercito, o di un popolo e dalla possibilità di una sconfitta.
Questa parola è usata per Israele che aveva avuto paura dell'esercito Egiziano (Esodo 14:10), o gli abitanti di Seir che avevano paura d’Israele (Deuteronomio 2:4); o Israele che aveva paura dei Cananei (Deuteronomio 7:19), dei Filistei (1 Samuele 7:7), e dei Caldei (Geremia 41:18).
Nel caso di Israele, tale paura era considerata una mancanza di fiducia nel Signore e quindi era ribellione contro di lui (Numeri 14:9).
Questi entrambi negativi: “Non vi spaventate” e “Non abbiate paura”, servono a rafforzare l’idea di stare sereni, tranquilli.
Anche noi avremmo avuto paura, e abbiamo paura davanti a persone, o situazioni che minacciano la nostra vita.
Ma se siamo veri cristiani non dobbiamo essere terrorizzati da niente e nessuno!
Dobbiamo avere solo fede nel Signore per vincere la paura, cosa che in questo contesto, gli Israeliti non avevano, erano increduli! (cfr. per esempio Ebrei 3:12-19; Numeri 14:11-35,40-45; Salmo 95:8); non si fidavano del Signore!
L'incredulità è una mancanza di fiducia in Dio, ed è espressa in qualche mancanza di obbedienza alla Parola di Dio!
Dio voleva dare riposo agli israeliti, dimorando nella sicurezza e nella pace, nella terra promessa, ma non si fidavano di Lui.
I loro cuori erano induriti nell'incredulità (cfr. Ebrei 3:7–4:12).
Allo stesso modo, Dio vuole darci sicurezza e pace durature, sia ora (spiritualmente) che in cielo (eternamente); ma dobbiamo prendere Dio sul serio, in parola, non disprezzarlo o dubitare di Lui.
L'incredulità in tutte le sue forme è un affronto diretto alla verità e alla volontà di Dio!
Come un cane che si morde la coda, la paura è generata dall'incredulità e l'incredulità è rafforzata dalla paura!
Attenzione! Perché come ci ricorda Giovanni Calvino: “L'incredulità ci rende ribelli e disertori”.
Questo è quello che è accaduto al popolo di Dio a Cades-Barnea! (Deuteronomio 1:19-46).
Il secondo aspetto è:
II LA RASSICURAZIONE
Nella rassicurazione vediamo che:
A) Il Signore è un Guerriero vittorioso
“Il SIGNORE, il vostro Dio, che vi precede, combatterà egli stesso per voi, come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto e nel deserto” (v.30).
La realtà dell'opposizione che li attendeva non è stata negata, ma con Dio dalla loro parte non c’era motivo di essere terrorizzati!!
Il popolo non doveva avere paura di nulla, perché il Signore è il loro Dio (ʾElōhiym), cioè l'essere soprannaturale che ha creato l’universo e lo governa, è forte e potente”, “la divinità suprema”, che ha un'energia assoluta e illimitata, si sarebbe preso cura di loro e li avrebbe preceduti, sarebbe andato davanti a loro per proteggerli e guidarli nel loro cammino come aveva fatto nel passato nel fuoco di notte e nella nuvola di giorno (cfr. Esodo 13:21-22).
Mosè li ha rassicurati dicendo che il Signore: ”Combatterà egli stesso per voi” riportandoli a considerare le vittorie che Dio aveva dato loro in passato in Egitto e nel deserto.
Se il popolo di Dio voleva e vuole rassicurazioni per il futuro, doveva e dobbiamo semplicemente ricordare il passato!
Quando gli Israeliti avrebbero incontrato nemici più forti, dovevano ricordare che il Signore avrebbe combattuto per loro come già avevano sperimentato nel passato!
Furono testimoni oculari di ciò che era accaduto in Egitto quando Dio li aveva fatti uscire "con gran potenza e con il braccio steso" (cfr. per esempio Deuteronomio 9:29; 2 Re 17:36; Geremia 32:21), cioè con i prodigi e i miracoli fatti in favore del popolo d’Israele per la sua liberazione dalla schiavitù in Egitto frantumando i nemici (Esodo 9:16; Deuteronomio 4:37; 2 Re 17:36); con la forza e la potenza suprema e irresistibile del Dio Sovrano (cfr. per esempio Esodo 6:6; 14:13-14; 15:3,16; Deuteronomio 4:34; 5:15; 7:19; 9:29; 11:2; 26:8; Geremia 32:21).
Non solo videro la vittoria su un esercito potente come quello degli Egiziani, ma anche su un altro esercito potente, gli Amalechiti a Refidim (Esodo 17:8-13)
A quel tempo, gli Amalechiti avevano attaccato Israele in modo del tutto immotivato.
Mosè incaricò Giosuè della difesa di Israele e salì su una collina vicina per pregare.
Mentre Mosè teneva le mani alzate, cioè pregava (cfr. per esempio Salmo 141:2), Israele vinceva!
E così mentre Mosè, sostenuto da Aaronne e Cur, pregava, Giosuè ha sconfitto Amalec!
Dio ha ascoltato le sue preghiere e ha concesso a Israele una vittoria sebbene il Suo popolo non fosse addestrato per la battaglia, ha fatto si che vincesse!
Le vittorie militari dipendono da Dio! Lui decide chi vince! (cfr. per esempio Giudici 7:2-3,22; 1 Samuele 14:6,15,20; 1 Re 20:28-29; 2 Re 5:1; 2 Cronache 14:14-16; Salmo 20:7-9; 33:16-17; Proverbi 21:31; Geremia 27:5-7)
La battaglia non fu vinta dalla potenza militare, o dalla strategia umana, è stata vinta per la potenza di Dio!!
Mosè costruisce un altare a Dio, per ringraziarlo e lo chiamò “Il Signore è la mia bandiera” (Yahweh nissî), e aveva lo scopo di essere un luogo di culto per adorarlo, per riconoscere e ricordare, che Dio è la forza, Colui che dà la vittoria al Suo popolo (Esodo 17:15).
La bandiera, o lo stendardo era davanti a tutti, ed era ciò a cui guardavano e seguivano i soldati in battaglia; fungeva da punto di raccolta, o come indicatore, dove l'esercito doveva radunarsi (Isaia 5:26; 11:12), o per indicare la direzione dell'avanzata e dell'attacco (Geremia 51:12).
Inoltre, la bandiera sistemata su una montagna, o collina, era anche usata per fornire orientamento (Isaia 13:2; 18:3; 30:17), ma anche per far sapere, per indicare il possesso del vincitore, per esempio quando è eretta sulle mura della città di Babilonia sconfitta (Geremia 50:2).
Mosè dichiara che la sua battaglia contro Amalec ... è stata vinta sotto la protezione e la guida del Signore.
La bandiera era il Signore che conduceva il Suo popolo alla vittoria sui suoi nemici!
Parlando della parola “bandiera”, Willem A. VanGemeren dice: “Il nome incarna una teologia che sostiene che Dio non è fuori dalla mischia, ma che è decisamente dentro la mischia”.
Ma evidentemente, il popolo aveva dimenticato che il Signore è la sua bandiera!!
Lo stesso Dio che aveva agito potentemente nel passato, stava andando davanti loro e avrebbe combattuto le loro battaglie!
Gli Israeliti allora, non avevano nulla da temere perché in realtà, era la guerra del Signore; il Signore avrebbe combattuto per loro (cfr. Deuteronomio 3:2; 20:3; 31;6; Giosuè 8:1).
Questa era davvero una grande rassicurazione!
Dio combatteva per Israele! Ma combatte anche per te!
È con te mentre stai lottando con i tuoi nemici, che sono di vario genere: morali, spirituali, o fisici!
Uno degli aspetti che ignoriamo di Dio è proprio che il Signore è un Guerriero vittorioso che combatte per il Suo popolo! (cfr. per esempio Esodo 14:13-14; 15:1-18; Deuteronomio 1:30; 2 Cronache 20:15-22; 32:8; Salmo 24:8; Zaccaria 14:1-5).
Hai mai pensato a questo? Hai mai pensato che il Signore è un Guerriero?
Nel suo canto trionfale, Mosè ricorda la liberazione potente del popolo d’Israele dagli Egiziani e di come il Signore li ha fatti morire nel Mar Rosso, in Esodo 15:3 dice: “Il SIGNORE è un guerriero, il suo nome è il SIGNORE”.
Non sei da solo ad affrontare le tue battaglie!
Dio è con te e lotta per te!
Non lo dimenticare come hanno fatto gli Israeliti!
Gli Israeliti avevano visto di persona come il Signore aveva conquistato i loro nemici all'inizio del viaggio, ma forse ora pensavano che li avrebbe portati fino in fondo per poi deluderli!
Ma non è così! Perché Dio non delude mai! E non potrà mai deluderci! (cfr. Salmo 34:5).
La liberazione dall'Egitto costituiva solo l'inizio di un viaggio per concludersi in Canaan.
Il Signore non intendeva semplicemente liberare Israele dalla schiavitù, ma per la Sua misericordia voleva condurli nel paese che aveva in mente, li aveva esortati ad entrare e a prendere possesso della terra che aveva promesso ai loro padri: Abraamo, Isacco e Giacobbe e alla loro discendenza (Deuteronomio 1:8; cfr. Genesi 12:1-3,7; 26:3; 28:13).
Israele si doveva fidare di Dio e non lo ha fatto!
Dobbiamo fidarci che Dio è fedele (cfr. per esempio 1 Corinzi 1:9), ciò che promette lo realizza (cfr. per esempio Numeri 23:19).
Dio ci porterà fino alla fine! Se ha iniziato un’opera in te lo porterà a compimento! (Filippesi 1:6).
Nella rassicurazione vediamo che:
B) Il Signore è un Padre premuroso
“Dove hai visto che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha portato come un uomo porta suo figlio, per tutto il cammino che avete fatto, finché siete arrivati in questo luogo (v.31).
Questa è la seconda rassicurazione: la cura amorevole del Signore come un padre fa con il proprio figlio.
“Il tuo Dio" sottolinea il rapporto di alleanza in cui si trova con Israele, dove Dio si sarebbe preso cura del Suo popolo e il popolo sarebbe stato obbediente (Cfr. per esempio Deuteronomio 4:32-40; 5:1-21; 27:1-29:28).
“Padre” è un’immagine di Dio che troviamo nella Bibbia (cfr. per esempio Isaia 64:8; Matteo 6:8-9; Galati 4:6; Efesini 3:14).
Come Padre Dio è il Creatore che provvede ai nostri bisogni, esercita una cura premurosa (cfr. per esempio Deuteronomio 32:6,18; Salmo 68:5; Isaia 64:8; Matteo 6:26,31-33; 7:11; Atti 17:24-28; 1 Corinzi 8:6).
Come Padre mostra amore e compassione (cfr. per esempio Salmo 103:13; Geremia 3:19; Osea 11:1; 2 Corinzi 1:3), e disciplina (cfr. per esempio Ebrei 12:4-11).
Nelle loro esperienze nel deserto, Israele, figlio primogenito di Dio (cfr. Esodo 4:22), aveva visto la provvidenza e la protezione che Dio aveva loro concesso fino a quel momento.
Mosè, dunque, fa un paragone dicendo: “Ti ha portato come un uomo porta suo figlio”, stiamo parlando di più di seicentomila persone (Esodo 12:37), l’immagine è che un padre porta sulle spalle il suo figlio piccolo, o tra le sue forti braccia.
L’immagine di un padre che porta suo figlio ha una bella combinazione di amore, sicurezza e provvidenza.
Nonostante la loro incredulità, Dio si prese cura degli Israeliti nel deserto nei loro quarant’anni!
Deuteronomio 2:7 dice: “Poiché il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha benedetto in tutta l'opera delle tue mani, ti ha seguito nel tuo viaggio attraverso questo grande deserto; il SIGNORE, il tuo Dio, è stato con te durante questi quarant'anni e non ti è mancato nulla”.
Così in Deuteronomio 8:4 leggiamo: “Il tuo vestito non ti si è logorato addosso, e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant'anni”.
In Deuteronomio 29:4 è scritto: “Io vi ho condotti quarant'anni nel deserto; le vostre vesti non vi si sono logorate addosso, né i vostri calzari vi si sono logorati ai piedi”. (cfr. Neemia 9:21).
Paul E. Brown scrive: "Dio non ha promesso che il cammino dei credenti sarà facile, ma conosce la nostra strada e viene con noi. La fede ha bisogno di afferrare questo e di trarne speranza e fiducia".
Dio è premuroso verso i Suoi figli lo vediamo in tutta la Bibbia!
Si prende cura di loro ogni giorno!
Se noi come padri siamo malvagi ci prendiamo cura dei nostri figli, a maggior ragione Dio che è perfetto e buono si prende cura di noi e darà cose buone a coloro che gli è li domandano ci dice Gesù (Matteo 7:7-11).
Riguardo i nostri bisogni, Chris Tiegreen scrive:"Tendiamo a vedere i nostri bisogni come troppo grandi per chiedere persino a Dio di occuparsene, o troppo piccoli perché Lui se ne occupi.
Ma siamo smemorati. Dobbiamo ricordarci del Dio della storia.
Lui è il provveditore che veste i gigli e che ha sostenuto un'intera generazione con acqua e cibo in un deserto arido.
Troppo piccolo per Dio? Egli è il Dio dei cinque pani e dei due pesci.
Troppo grande? Egli è il Creatore e il Sostenitore di tutto ciò che è - qualcosa è troppo difficile per Lui?
Qual è il tuo bisogno? Qualunque cosa sia, è interamente di competenza di Dio. Egli può istruirvi, l'obbedienza è vostra, ma il provvedimento è Suo.
Non lasciare che né il nemico né la tua visione limitata ti dissuadano dal dipendere da Lui.
Nessun bisogno è troppo piccolo e nessuno è troppo grande. Lui è il Dio della compassione e il Dio dell'abbondanza e, soprattutto, è nostro Padre".
Dovremmo essere sempre riconoscenti al Signore, perché si prende cura di noi!
Non concentrarti solo su ciò che va male dal tuo punto di vista per poi lamentarti!
Ha ragione Matthew West quando dice: "Nove cose su dieci potrebbero andare perfettamente bene nella mia vita, e indovina su cosa mi concentro: quell'unica cosa che non va bene".
Uno degli insegnanti di una scuola domenicale ha detto al pastore: "Pastore, la mia più grande sfida nell'insegnare ai bambini è instillare nella loro vita lo spirito di gratitudine".
Dobbiamo sviluppare uno spirito di gratitudine per essere sempre riconoscenti al Signore! (cfr. per esempio Efesini 5:20; 1 Tessalonicesi 5:17)
Infine nella rassicurazione vediamo ancora che:
C) Il Signore è Guida affidabile
“Nonostante questo, non aveste fiducia nel SIGNORE vostro Dio, che vi precedeva nel vostro cammino per cercarvi un luogo dove piantare le tende: di notte nel fuoco per mostrarvi la via per la quale dovevate andare, e di giorno nella nuvola (vv.32-33).
Il Signore ha guidato migliaia di persone in quel deserto arido e inospitale, non si sono persi, e li stava portando a destinazione, ma a causa della loro incredulità, una nuova generazione di Israeliti entrerà nella terra promessa!
Mosè dice che il Signore li precedeva, perlustrando i luoghi con lo scopo dove allestire i loro accampamenti e con lo scopo di mostrare e dirigendo le loro azioni!
John MacArthur scrive: “La nuvola di giorno e il fuoco di notte, erano i mezzi usati da Dio per guidare Israele nel deserto (Esodo 13:21; Numeri 9:15-23). Quel Signore che aveva condotto Israele nella sua peregrinazione nel deserto, era lo stesso Signore che aveva provveduto a una dimora per Israele in Canaan. Come li aveva guidati nel passato, così li avrebbe guidati nel futuro”.
Come potevano dimenticare così facilmente e rapidamente il fatto che era stato la loro avanguardia nei tempi passati dall’Egitto in poi?
Che li ha guidati in un modo chiaro e tangibile attraverso il fuoco e la nuvola?
Come facilmente dimentichiamo chi è Dio e cosa ha fatto non solo nella Bibbia, ma anche nella nostra vita!
Nel Salmo 48:14 è scritto: “Questo è Dio, il nostro Dio in eterno; egli sarà la nostra guida fino alla morte”.
Isaia 48:17 dice: “Così parla il SIGNORE, il tuo redentore, il Santo d'Israele: Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che t'insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire”.
Ma non dobbiamo essere testardi, o indisciplinati come il cavallo e il mulo che non hanno intelletto e hanno bisogno di morso e briglia per essere frenati e diretti come ci dice il Salmo 32:8-9: “Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare; io ti consiglierò e avrò gli occhi su di te. Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto, la cui bocca bisogna frenare con morso e con briglia, altrimenti non ti si avvicinano!”
Dio vuole che facciamo la Sua volontà volenterosamente!
Mosè è incredulo per la mancanza di fiducia e di fede che aveva avuto Israele nel Signore dopo tutto quello che avevano sperimentato favorevolmente da Lui!
Ci si aspettava che il popolo d'Israele si affidasse completamente al suo Dio e alle sue promesse, ma non è stato così!
Dio aveva liberato Israele dall’Egitto in modo potente, se n’è preso cura come un padre fa con il proprio figlio nel grande e spaventevole deserto (Deuteronomio 1:19), eppure il popolo non si fidava di Dio (v.32).
La radice del verbo “aveste fiducia” (maʾămînim – hifil participio attivo) ha il senso di “rimanere fermo”, “rimanere stabile”, indica fidarsi del Signore, con un’implicazione di obbedienza.
Gary Hall scrive: “In questo contesto significava non solo fidarsi, ma agire in risposta obbediente a quanto ascoltato. La stessa frase fu usata da Abramo in Genesi 15:6, ma credette e obbedì a Dio. In Numeri 20:12 a Mosè fu proibito l'ingresso nella terra promessa per lo stesso motivo che era stato dato per Israele qui, non si fidava (credeva e ubbidiva) a Dio”.
Secondo diversi studiosi, il participio qui in Ebraico, riflette un tempo presente, quindi suggerisce un atteggiamento continuo: "Hai continuato a non credere".
Non fu un caso isolato di incredulità, ma una manifestazione permanente di sfiducia!!
Il loro atteggiamento era tanto più riprovevole, perché avevano una manifestazione costante della presenza di Dio!
Gli Israeliti erano increduli, non avevano fede, non riposavano sicuri nel fatto che Dio era il loro Padre!
Si rifiutarono di credere che Dio si sarebbe preso cura di loro! Che avrebbe combattuto per loro!
E rifiutandosi di andare avanti persero la benedizione della terra promessa che stavano aspettando da così tanto tempo!
Dunque viene sottolineata la fedeltà di Dio, e da Israele, in risposta, ci si aspettava che vivesse in fedele obbedienza.
A dispetto della cura protettiva e provvidenziale di un Dio paterno, il popolo incredulo si era ribellato all’ordine di Dio di prendere possesso della terra che gli aveva promesso, Israele aveva paura di essere distrutto dagli Amorei e dagli Anachiti (Deuteronomio 1:26-27).
Gli Amorrei erano un popolo aggressivo e gli Anachiti erano una temibile razza di guerrieri giganti come gli Emim (cfr. Numeri 13:32-33; Deuteronomio 2:10,21; 9:2).
Al loro cospetto gli Israeliti sembravano cavallette (Numeri 13:32-33).
Così aver sperimentato Dio nella loro storia non è stato sufficiente per il popolo; gli doveva essere sempre ricordato di quell'esperienze passate vissute con Dio per superare le loro ansie che tendevano a cancellarne la memoria!
L’incredulità d’Israele era del tutto ingiustificata!
Gli Israeliti avevano avuto ampie prove della grazia di Dio verso di loro (vv. 30–31).
Dio li aveva liberati dall'Egitto con grandi dimostrazioni della sua potenza, con le piaghe e aprendo persino il mare per farli passare; li ha portati e guidati dal fuoco e dalla nuvola (Esodo 13:21–22).
Dio gli fornì loro ogni giorno da mangiare (Esodo 16).
L'acqua sgorgò dalla roccia per soddisfare il loro bisogno di sete (Esodo 17:1–7), e Dio diede loro la vittoria sugli Amalechiti (Esodo 17:8–13).
Eppure, anche quando Mosè ricordò loro queste cose, l'incredulità li vinse!!
Se le benedizioni e la potenza di Dio non umiliano i nostri cuori e ci fanno credere di più in Lui, induriranno i nostri cuori e indeboliranno la nostra fede!!
Se non riceviamo la Sua Parola nei nostri cuori e rendiamo grazie a Dio per le Sue benedizioni, diventiamo orgogliosi ed egoisti e iniziamo a dare per scontate le benedizioni del Signore.
Dio si meravigliò della loro incredulità!
Numeri 14:11 dice: “Il Signore disse a Mosè: ‘Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo tutti i miracoli che ho fatti in mezzo a loro?’”
La mancanza di fede in Dio lo disprezza!
La conseguenza di tale incredulità con conseguente ribellione è che hanno dovuto vagare nel deserto per quarant’anni fino a quando quella generazione ribelle morì, tranne Caleb e Giosuè (per esempio Esodo 16:35; Numeri 14:20-24,33-34).
Christopher J. H. Wright commenta: “Avevano sperimentato Yahweh sia come combattente che come padre, come salvatore e come provveditore, una potente combinazione di metafore che risuona in tutta la Bibbia. Ma nonostante questo, non ha confidato nel Signore, suo Dio. Nonostante tali prove, non sarebbero andati avanti con fede. La fede non era un salto nel buio, ma un passo avanti perfettamente ragionevole con gli occhi aperti su ciò che Dio aveva già fatto in passato e aveva promesso di ripetere in futuro. Dio sarebbe stato davanti a loro come era stato dietro a loro (v. 33). Il rifiuto di Israele in questa circostanza non è stato prudenza o realismo, ma pura incredulità che ha esaurito la pazienza di Dio e ha portato al giudizio”.
Non sottovalutare mai la possibilità e il potere dell'incredulità!!
Non è mai troppo la nostra attenzione contro l'incredulità. È il peccato più antico del mondo!
Anche noi corriamo il rischio di avere momenti, o periodi d’incredulità!
La radice dell’incredulità è: guardare alle circostanze, che sono più grandi di noi, avendo paura di affrontarle, quindi concentrarsi sulle nostre forze e non su Dio, su ciò che è e come ha operato nella storia, affidandoci a Lui con la certezza che ci darà la vittoria!
Affidarsi a Dio e quindi di conseguenza obbedirgli, perché abbiamo sperimentato la Sua vittoria e cura nel passato, non sarà automatico nel presente, o in futuro, ma dobbiamo continuare a credere vincendo i nostri dubbi concentrandoci su Dio! (cfr. per esempio Salmo 77:17-20).
La fede in Dio, va esercitata ogni giorno!
Abbiamo buone motivazioni per credergli, e queste vanno ricercate nella storia Biblica, vanno sempre ricordate e fatte proprie!
Ricordiamo, dunque e crediamo fermamente come Dio ha operato nella storia per superare le nostre ansie e paure!
L’antidoto all’ansia e alla paura è una buona memoria, o un buon ricordo!
Il buon ricordo della storia di Dio che incontra e cambia la storia dell’umanità!
La storia che ci parla del Dio Guerriero vittorioso, del Padre premuroso e della guida affidabile!
Davanti circostanze più grandi di noi, davanti ai vari “Amorei” e “Anachiti”, ricordiamoci che Dio, nostro Padre ci ama e combatte per noi!
Dio è con noi contro le tentazioni, il diavolo, le pressioni del sistema malvagio e peccaminoso di questo mondo, e contro tutti gli altri nemici di vario genere, che possono essere malattie, persone malvagie, problemi di vario genere!
I nemici possono essere più forti di noi, ma Dio è più grande di loro!
Noi possiamo affrontare qualsiasi situazione perché Dio ci fortifica (Filippesi 4:13).
Non scappiamo, dunque, davanti ai problemi, alle ansie e alle paure, affrontiamoli affidandoci al nostro Padre premuroso, al Dio della provvidenza che si prende cura di noi ogni giorno dandoci ciò di cui abbiamo bisogno!
CONCLUSIONE
In un certo senso, Mosè dà la risposta a quattro domande che le persone fanno quando hanno paura di obbedire a Dio.
• Come saprò cosa devo fare, o dove andare?
Mosè in questo passo ci dice che il Signore ci precede (vv.30,33), quindi ci mostra la via!
• Ho la capacità di superare una sfida così grande?
Mosè ci dice che il Signore combatte per noi (v.30).
• Come faccio a sapere che il Signore combatterà per me?
Mosè ci dice che lo ha fatto per il popolo d’Israele (vv. 30-31).
• Quale certezza ho che Dio si prenderà veramente cura di me?
Mosè ci dice che come Padre si prende cura dei Suoi figli come ha fatto con Israele (v.31).
Adoriamo e lodiamo con fede il Signore nostro grande Dio!